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Certo, sezione9, vanno a ... "studiare"! (Come riprodurlo QUI!) [:246]



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MessaggioInviato: 24/12/2011, 18:29 
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rmnd ha scritto:

E meno male che non e' invidioso... pensa te se mai lo fosse che cosa potrebbe altro dire..

C'e' molta altra gente come me che si e' comprata casa sol grazie al proprio stipendio. Poi le tasse sono necessarie ripeto ma nn certo possono essere considerate giuste . Perche' nn e' giustizia tassare un bene primario come la prima casa. Un bene che nn produce nessun reddito ma e' invece solo fonte di spesa continua.

Poi se altri vivono di rendita affittando uno o piu' appartamenti, beh buon x loro. E' il caso di patirci tanto? Potessi lo farei anch'io visto che nnn vi e' nulla di male ed e'legale. E' legale anche intestare le case ad altri componenti familiari. E' la legge che deve essere rivista invece x semplicita' si preferisce far pagare l'ici anche a coloro detentori di una sola casa sulla quale magari stanno ancora pagando il mutuo.

Sui furbetti poi nn capisco il senso. Quindi x colpire i furbi colpiamo anche gli onesti? Guarda che col tuo ragionamento potremmo trovare i furbi anche tra gli inquilini delle case popolari che si fingono indigenti.



Infatti è tutto legale, così come è legale l'ici che i proprietari di case ora dovranno finalmente pagare. E qui chiudo, perché mi sono scocciato di dover ribattere a uno che ha proprietà e non vuole tirar fuori 200 euro all'anno ma, visto che bisogna tirarli fuori da qualche parte, preferirebbe li tirassi fuori io che sono a zero reddito e nulla tenente a parte una punto a metano. ciao



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MessaggioInviato: 24/12/2011, 18:38 
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sezione 9 ha scritto:

Beh, sai, dato che l'esenzione di Prodi riguardava il 40%, vuol dire che l'Italia era già piena di morti di fame...

Ammettiamo però anche che fosse così: la teoria non cambia. Chi ha tanto, paga (e tanto), chi non ha, non paga. Va da sè che avere due o tre case non significa essere "poveri". E va da sè che esistono molti modi per calcolare il "quanto" esenta e i vai correttivi. Ma dire che la prima casa è un diritto, mi spiace, non è vero. Non c'è scritto in Costituzione. La Costituzione parla invece di tasse e proporzionalità. E dire che il milionario non deve pagare esattamente come il pensionato, significa violare la Costituzione. Cosa in cui Berlusconi era esperto, infatti. Ma insomma: qua si discute di come evitare che chi ha meno paghi, giusto? Ora, sarà che sono scemo, ma sinceramente io non riesco a concepire altri mezzi diversi dal far pagare chi ha di più. E dato che chi ha di più ha MOLTO di più dei poveri ed è molto meno numeroso, deve pagare molto di più. Imperfezioni e problemi che ogni legge comporta a parte.

Resta sempre un problema di fondo. Le tasse, Rmnd, SONO GIUSTE, come principio generale. Quello che non è giusto è, magari, non pagarle e poi lamentarsi dei servizi che non funzionano. Non è inutile pagare, è inutile avere dei parassiti sociali (come da pubblicità progresso) che vivono sulle spalle dei cittadini onesti, che mangiano a sbafo, da ricchi, e che si lamentano pure, rovinando l'Italia, magari, due volte: la prima, non compiendo il loro dovere di cittadini, la seconda, votando con l'unico scopo di ottenere condoni e libertà di evasione.


Solo una correzione, le tasse, meglio, le imposte, in Italia sono PROGRESSIVE (ancora), quindi se io guadagno 10 non devo dare 4, ma 3, mentre chi guadagna 100 dovrà dare 40, e questo per il banalissimo motivo che io quei miserabili 7 che mi rimangono li spenderò tutti per sopravvivere (chiamasi alta propensione al consumo delle fasce povere), l'altro che gli rimane 60, potrà comprarsi molte più cose, ma avrà il suo bel margine da paraculo che si metterà metaforicamente sotto il materasso per tempi migliori, o peggiori se preferite.

Le case sono beni e per i beni si pagano imposte conseguenti, me ne frego se uno ha la villa, o il mega appartamento da 200 metri quadri in centro che considera prima casa. se io avessi la fortuna, che è una fortuna fino a prova contraria ereditare un bene di centinaia di migliaia di euro rimanendo nel limite di appartamentini, pagherei se avessi un reddito anche minimo. O altrimenti la vendo, ci faccio un po' di soldi e ne compro una piccola per la quale con il mio reddito minimo non pagherò nulla e mi avanzano soldi, magari me ce ne vengono anche due di casette, una per abitarci, e una per scroccare sullo stipendio di un dipendente che per vari motivi non ha avuto questa "fortuna". Tanto è legale, è solo questione di coscienza...



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MessaggioInviato: 24/12/2011, 20:40 
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sezione 9 ha scritto:

Beh, sai, dato che l'esenzione di Prodi riguardava il 40%, vuol dire che l'Italia era già piena di morti di fame...

Ammettiamo però anche che fosse così: la teoria non cambia. Chi ha tanto, paga (e tanto), chi non ha, non paga. Va da sè che avere due o tre case non significa essere "poveri". E va da sè che esistono molti modi per calcolare il "quanto" esenta e i vai correttivi. Ma dire che la prima casa è un diritto, mi spiace, non è vero. Non c'è scritto in Costituzione. La Costituzione parla invece di tasse e proporzionalità. E dire che il milionario non deve pagare esattamente come il pensionato, significa violare la Costituzione. Cosa in cui Berlusconi era esperto, infatti. Ma insomma: qua si discute di come evitare che chi ha meno paghi, giusto? Ora, sarà che sono scemo, ma sinceramente io non riesco a concepire altri mezzi diversi dal far pagare chi ha di più. E dato che chi ha di più ha MOLTO di più dei poveri ed è molto meno numeroso, deve pagare molto di più. Imperfezioni e problemi che ogni legge comporta a parte.

Resta sempre un problema di fondo. Le tasse, Rmnd, SONO GIUSTE, come principio generale. Quello che non è giusto è, magari, non pagarle e poi lamentarsi dei servizi che non funzionano. Non è inutile pagare, è inutile avere dei parassiti sociali (come da pubblicità progresso) che vivono sulle spalle dei cittadini onesti, che mangiano a sbafo, da ricchi, e che si lamentano pure, rovinando l'Italia, magari, due volte: la prima, non compiendo il loro dovere di cittadini, la seconda, votando con l'unico scopo di ottenere condoni e libertà di evasione.


erano detrazioni non esenzioni, ed era l'ennesima trovata mediatica di un governo di cx-sx agonizzante. Si, perchè quella che tu chiami abolizione sarebbe entrata in vigore nel giugno 2008, nel frattempo si insediava il governo Berlusconi. Governo il quale, l'ICI sulla prima casa l'avrebbe tolta definitivamente per tutti.

La casa non è un diritto, e chi dice che lo sia?. è una necessità costosa. Un diritto spesso è gratuito mentre la casa non te la regalano.

Poi se uno con i suoi soldi preferisce comprarsi una villa o un monolocale sono affari suoi. Non si capisce perchè a parità di reddito , colui che preferisce comprarsi un monolocale e portare i soldi all'estero debba pagare un ici molto inferiore a colui che preferisce comprarsi una bella casa.

Uno con i suoi soldi, al netto delle tasse potrà spenderli un po' come gli pare? Il problema è il solito , si tassano coloro che fanno girare l'economia. Mentre a coloro che tengono i soldi nel materasso invece può capitare che ricevano sussidi di povertà.

Diciamo che l'ICI è una scappatoia per far pagare le tasse a chi già le paga. Non potendo farle pagare agli evasori.

Lo stesso discorso vale per i carburanti. Con le accise regionali si finanzia anche il trasporto pubblico, lo stesso accade con parte degli introiti dei parcheggi comunali.

Quindi ci troviamo nella situazione dove chi non utilizza i mezzi pubblici deve pagare per far si che altri possano usufruirne. E questi in che misurano concorrono nei confronti di coloro che decidono di non avvalersi del trasporto pubblico. In nessuno modo.

Pagare le tasse rientra nella logica del dare/avere. Ma in Italia pagare le tasse significa quasi sempre dare, dare a chi le tasse non le paga perchè non può o peggio non vuole.


Ultima modifica di rmnd il 24/12/2011, 20:43, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/12/2011, 09:21 
un pessimo generale,nonostante la nuova manovra, la percentuale di fiducia dei consumatori crolla dal 96.1%al 91.6% ma in generale in tutto il settore economico la fiducia e' al livello piu' basso dal 1996

http://www.wallstreetitalia.com/article ... al-96.aspx


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MessaggioInviato: 26/12/2011, 20:03 
Altro che curriculum 6 aziende su 10 assumono in base alle conoscenze.

Secondo l'ultima indagine Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, nel 2010 6 aziende su 10 hanno usato il canale della "conoscenza diretta e segnalazioni personali"

Hai voglia a compilare curriculum e a mandarli a tutte le aziende interessate. Perché il quadro che emerge dall'ultima indagine Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro fotografa una selezione da parte delle imprese effettuata su paramentri differenti.

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26,75 KB

Uno su tutti: la conoscenza.

Infatti, per assumere, le imprese preferiscono affidarsi a conoscenze personali piuttosto che a curriculum, società di lavoro interinale o centri per l'impiego. Secondo l'indagine, nel 2010 oltre sei imprese su dieci per la selezione del personale hanno fatto ricorso al cosiddetto canale informale, "conoscenza diretta in primo luogo e segnalazioni personali", attraverso conoscenti o fornitori.

Soprattutto, rispetto all'anno precedente l'utilizzo del canale informale ha registrato un forte aumento, passando al 61,1% dal 49,7% del 2009. "Il clima economico ancora incerto spinge evidentemente le imprese alla massima cautela nella selezione di nuovi candidati: la conoscenza diretta, magari avvenuta nell'ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, e il rapporto di fiducia da essa scaturito diventano quindi premianti ai fini dell'assunzione", si legge nel rapporto.

Nel 2010 è anche cresciuto il ricorso da parte delle imprese a strumenti interni, ovvero alle banche dati costruite dalle stesse aziende sulla base dei curriculum raccolti nel tempo (al 24,6% dal 21,5%), ma la quota resta limitata a poco più di due imprese su dieci. Perdono invece terreno le modalità di reclutamento "tradizionali" (annunci su quotidiani e riviste specializzate), preferite solo nel 2,3% dei casi.

Sono pochissime e in diminuzione anche le aziende che utilizzano intermediatori istituzionali, come società di lavoro interinale, di selezione (5,7%) e quelle che si affidano a operatori istituzionali, ovvero ai centri per l'impiego (2,9%). Ma se si guarda alla dimensione d'impresa il quadro cambia, dopo i 50 dipendenti le aziende iniziano a fare più affidamento sulle loro banche dati interne e a basarsi sul curriculum. Ecco che, quindi, al crescere della dimensione d'impresa il rapporto diretto del candidato con il datore di lavoro o tramite conoscenti perde importanza. Basti pensare che nelle realtà con più di 500 dipendenti il ricorso al canale informale scende al 10,2%, mentre l'utilizzo di strumenti interni sale al 48,9%

http://www.ilgiornale.it/cronache/altro ... comments=1


Ultima modifica di Ufologo 555 il 26/12/2011, 20:03, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/12/2011, 20:07 
Un Natale di depressione Consumi in picchiata



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Le spese mai così basse dal 2000: gli italiani per cenone della Vigilia e di Natale hanno sborsato 2,3 miliardi di euro. Ma gli sprechi crescono

Un Natale di crisi e consumi depressi. Secondo le stime della Coldiretti, per cibi e bevande per cenone della Vigilia e pranzo di Natale gli italiani hanno speso 2,3 miliardi di euro. In termini percentuali, rispetto all'anno precedente, la felssione è stata di 18 punti, pari a una spesa inferiore per 400 milioni di euro. Coldiretti senza giri di parole ha parlato di "peggior Natale" degli ultimi dieci anni. L'osservatorio nazionale di Federconsumatori, da parte sua, dopo aver elaborato i dati sui consumi relativi alle festività natalizie ha reso noto che, in pressoché tutti i settori, è stata registrata una forte contrazione rispetto ai consumi natalizi dell'anno precedente.

Vince il Made in Italy - Per il 90% degli italiani che hanno festeggiato in casa il Natale, i cibi preferiti sono stati quelli Made in Italy: flessione per caviale, ostriche, salmone e champagne. La maggior parte delle tavole sono state imbandite con prodotti o ingredienti nazionali. La Coldiretti spiega che sono stati spesi 850 milioni di euro per pesce e carni, salumi compresi; 490 milioni di euro per spumante, vino e altre bevande; 400 milioni di euro per dolci e panettoni, pandoro e panetteria; 270 milioni per ortaggi, frutta fresca e secca, conserve; 190 milioni di euro per formaggi e uova.

Gli sprechi - Se i consumi sono in picchiata, non si può dire altrettanto per gli sprechi: nel 2011 circa un quarto delle portate per Vigilia e Natale è stato buttato nella spazzatura, per un valore pari a circa mezzo miliardo di euro. In cima alla classifica degli sprechi i prodotti cucinati e quelli più deperibili, quali frutta, verdura, pane, pasta, affettati e latticini. Coldiretti conclude: "Un'abitudine che soprattutto in un momento di difficoltà generale sarebbe bene cambiare, riciclando gli avanzi con nuove ricette".
Allarme saldi - Ma a preoccupare sono anche gli imminenti saldi di gennaio: le previsioni sono tutt'altro che positive. Le stime anche in questo caso sono state elaborate dal Codacons, e risultano allarmanti: "Saranno un flop. Le famiglie non hanno più possibilità di spendere per beni non essenziali, nemmeno in regime di sconti staglionali. Prevediamo una riduzione record degli acquisti durante i saldi, con picchi del 30-40% rispetto allo scorso anno".

http://www.liberoquotidiano.it/news/899 ... hiata.html



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http://www.wallstreetitalia.com/article ... anita.aspx



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Ufologo 555 ha scritto:

Altro che curriculum 6 aziende su 10 assumono in base alle conoscenze.




questo non è necessariamente una cattiva notizia.
Personalmente in tutti i lavori che ho cambiato in passato lo devo al curriculum e non alle referenze.
Comunque l'articolo parla appunto di referenze e non raccomandazioni.
Il privato generalmente non sa che farsene di un raccomandato (oddio ci sono sicuramente anche raccomandati validi e non solo palle al piede).
Assumere qualcuno via curriculum può essere talvolta una fregatura.
Meglio avere garanzie ulteriori dai precedenti datori di lavoro.
La referenza di per sè non è negativa nel privato perchè è una garanzia sulle reali capacità professionali del dipendente.
Mentre con la raccomandazione (piaga del pubblico impiego) piazzi qualcuno prescindendo dalle sue reali capacità professionali.



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PENSIONATA RUBA CARNE, "NON ARRIVO A FINE MESE". CARABINIERI L'INVITANO A PRANZO

Mercoledì 28 Dicembre 2011 - 11:48



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TORGIANO (PERUGIA) - Un bottino di qualche vaschetta di carne per un valore di circa 20 euro. Questa la "refurtiva" di una pensionata italiana di 60 anni sorpresa a rubare in un supermercato di Torgiano. La donna è stata denunciata dai carabinieri che poi però l'hanno invitata a pranzo raccogliendo anche del denaro per consentirle di comprare generi alimentari. Con i militari la donna ha infatti sostenuto i non avere i soldi per fare la spesa e di non sapere come fare a raggiungere la fine del mese. L'episodio è avvenuto in occasione delle festività natalizie. Una pattuglia dei carabinieri di quella stazione è stata chiamata per un intervento in un supermercato dove i titolari avevano trovato una donna mentre stava tentando di uscire dal negozio dopo essersi appropriata di alcune confezioni di carne senza pagarle. È stata così fermata e i generi alimentari recuperati. Una volta condotta in caserma, la pensionata ha ammesso con un certo imbarazzo le proprie responsabilità - è stato riferito dal personale dell'Arma - spiegando ai carabinieri di avere compiuto il furto non avendo i soldi per fare la spesa e quindi di non sapere come fare a raggiungere la fine del mese con la «magra» pensione. I militari, commossi dalla sincerità della donna, hanno così deciso di raccogliere un pò di denaro per consentirle di comprare generi alimentari e l'hanno anche invitata a pranzo. La donna, pur consapevole dell'errore commesso e per il quale risponderà di furto davanti alla magistratura di Perugia - hanno riferito ancora i militari -, ha ringraziato i carabinieri per l'umanità, la vicinanza e la gentilezza dimostrati.

http://www.leggo.it/articolo.php?id=155609



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MessaggioInviato: 28/12/2011, 21:01 
Va all’asta una strada pubblica, il Comune non l’ha mai riscattata. E ora pagherà
Il prezzo è della base d'asta è di 70 mila euro, ma a Castel Maggiore (nel Bolognese) potrebbe costarne 800.000, secondo quanto stabilito dal tribunale in caso di esproprio. Un caso di cattiva amministrazione che rischia di svuotare le casse pubbliche

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12 ... ta/180359/


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MessaggioInviato: 30/12/2011, 11:53 
Come trovare i fondi per i nuovi ospedali?

Il governo vuole tassare alcol e "junk food"
Al vaglio del ministero della Salute una tassa di scopo per colpire i "vizi" degli italiani e costruire nuove strutture sanitarie.

di Andrea Indini



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Il ministro Balduzzi sta studiando una serie di interventi per far fronte ai tagli agli sprechi contenuti nella manovra di luglio. Nel patto sulla salute con le Regioni sarebbe appunto prevista una tassa sugli alcolici e sui "cibi spazzatura" (non vengono indicati quali) per finanziare la costruzione di nuovi ospedali. Non solo. Al vaglio anche la chiusura o la ricoversione dei "piccoli ospedali", quelli cioè con meno di 120 posti letto. Sarà, poi reimpostato il pagamento del ticket da 10 euro.

http://www.ilgiornale.it/



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MessaggioInviato: 30/12/2011, 13:19 
l'osservatorio nazionale federconsumatori,prevede che nel 2012 ogni famiglia avra' un aggravio di circa 2100 euro dovuto all'aumento dei prezzi e delle tariffe,questo provochera' una contrazzione dei consumi,che peseranno sull'intera economia
l'articolo su:

http://affaritaliani.libero.it/ultimiss ... _certicolo


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MessaggioInviato: 30/12/2011, 16:47 
Cita:
rmnd ha scritto:
Personalmente in tutti i lavori che ho cambiato in passato lo devo al curriculum e non alle referenze.


Buon per te [;)], te lo scrivo sinceramente.

Cita:
rmnd ha scritto:
Assumere qualcuno via curriculum può essere talvolta una fregatura.
Meglio avere garanzie ulteriori dai precedenti datori di lavoro.
La referenza di per sè non è negativa nel privato perchè è una garanzia sulle reali capacità professionali del dipendente.


Eh, ma così nessuno lavora più perchè si riduce il lavoro ad un'elite per pochi, bella mentalità.
Magari per il datore sarà una garanzia, dato che per quelli come loro oggi siamo tutti automi "rendere immediatamente al massimo livello" è il comandamento.
A volte non è neanche colpa loro, purtroppo si devono adattare a questo sistema di assunzioni se vogliono restare a galla.
Grazie ad imprenditori che fanno questo esatto ragionamento però, proprio io sto quasi facendo la fame perchè "nessuno mi conosce", oppure "assumere qualcuno solo via CV potrebbe rivelarsi una fregatura, " specie se povero come il mio: povero perchè gli anni passano ed il CV rimane povero a discapito del tempo che passa nonostante la benzina e la carte sprecata per andare in giro a portare quello schifo di CV.
E poi che razza di discorsi sono scusa?
Con tutto il rispetto per l'opinione altrui, ma referenza o raccomandazione per me sono riflessi dello stesso specchio di cui il secondo è meno esposto alla luce del sole (per ovvia natura) ma sempre di prendere lavoro Caio in base alla conoscenza, reale o forzata (ovvero basata su previa raccomandazione), del datore Tizio si parla, quindi che differenza c'è?



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Via anche l'insegna dalla sede Malaguti

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Ci sono quelle aziende che chiudono ma che non lo fanno veramente, quelle che dopo lo stop ufficiale mutano forma e rinascono sotto una nuova luce (vedi Buell). Ma c’è anche chi non ce la fa, chi in poco tempo vede tutto sparire come in un brutto sogno, ed è il caso della Malaguti. 170 dipendenti a casa in pochi giorni con una buonuscita di 30 mila Euro, un incoraggiamento che serve, ma la fabbrica romagnola non riaprirà più.

In questi giorni si stanno smantellando le aree interne, portando via i macchinari e sgombrando gli uffici, il 19 dicembre invece è sparita come per magia l’insegna che campeggiava sopra il grande capannone. Il motivo? secondo il Fatto Quotidiano non sono state pagate le tasse su quell’insegna che è stata prontamente rimossa. Un ultimo simbolo di un’azienda di orgoglio nazionale, che sparisce come tutto il resto.

“Per noi è un colpo al cuore, una cosa che ci ha fatto molto male, non ci aspettavamo che anche l’insegna venisse portata giù in così poco tempo”, racconta Sabrina Franchini, ex operaia della Malaguti. “È come se con quella scritta avessero portato via una parte di noi, come se avessimo capito che davvero non c’è più nulla da fare”.

http://www.motoblog.it/post/34453/via-a ... e-malaguti





La svedese Ditec lascia il Veneto. Nordest in rivolta: boicottare Ikea
Venerdì, 30 dicembre 2011 - 12:19:17


Sale di tono la polemica in Veneto per il "boicottaggio" che gli amministratori locali hanno deciso di varare contro il colosso svedese del mobile, Ikea, che proprio dai distretti di Treviso, di Udine e di Pordenone vede arrivare il 5% dei mobili acquistati in tutto il mondo, dopo che un'altra azienda svedese, Ditec, ha annunciato di voler licenziare 90 dipendenti e chiudere lo stabilimento di Quarto d'Altino (ma la stessa sorte toccherà allo stabilimento di Treviolo, a Bergamo, e di Leiria, in Portogallo) per trasferire la produzione in Cina e in Repubblica Ceca alla ricerca di costi di produzione più bassi.

Una crisi che altre parti d'Italia come la Puglia col distretto di Matera (celebre fino a pochi anni fa in tutto i mondo per la produzione di divani e mobili d'arredo) conoscono già da tempo ma che aveva finora solo lambito il Nord Est. Ora invece a chiudere i battenti sono, da inizio anno, oltre 700 aziende (con 13 mila posti di lavoro persi) e gli amministratori locali, spalleggiati dai sindacati, provano a fare muro minacciando neanche troppo velatamente di non concedere le autorizzazioni necessarie a Ikea per poter aprire due nuovi centri commerciali nella regione (a Casale sul Sile e a Verona).

Un "do ut des" che si spera possa sortire effetti e indurre le autorità svedesi a fare pressioni sulle proprie aziende perché oltre a vendere continuino anche a produrre e dunque distribuire ricchezza sul territorio e non solo drenarla. Scuotono tuttavia la testa gli economisti: la perdita di competitività del Nord Est non è risolvibile a colpi di boicottaggi, derivando non solo da motivi di costo ma anche dalla progressiva acquisizione di competenze da parte di aziende delle economie emergenti dell'Est Europa e dell'Asia. Chi ieri faceva solo lacci per scarpe o fiori di carta, insomma, è ormai in grado di produrre capi d'abbigliamento, semiconduttori, automobili e a poco serve minacciare di non comprare i prodotti della nazione a cui fanno capo aziende che preferiscono spostare le proprie attività in tali paesi.



Come si può sopravvivere alla crisi? Se ridurre il costo di produzione è impossibile sotto certi livelli salvo violare sistematicamente ogni norma e regolamento sia fiscale sia sulla sicurezza e sui diritti dei lavoratori (come pure fanno fin troppe aziende anche in Italia senza che i controlli riescano a stroncare il fenomeno), l'unica salvezza è varare politiche industriali nazionali e locali che favoriscano lo spostamento di aziende e lavoratori verso nuovi settori dove contano maggiori competenze. Studiare e innovare, insomma, è l'unica ricetta per garantirsi la sopravvivenza economica in un mondo che è sempre più globalizzato e che non tornerà più ad essere quello in cui hanno vissuto e lavorato i nostri padri e i nostri nonni.

Peccato che i politici, non solo in Italia, preferiscano proporre soluzioni populistiche di più facile presa, specie in tempi di crisi, che non adoperarsi per adottare soluzioni efficaci che, purtroppo, avrebbero dovute essere varate già anni fa per potersi vedere oggi i primi effetti benefici. Ma ammettere di non aver saputo fare il proprio mestiere con sufficiente lungimiranza sembra difficile tanto ai politici quanto a sindacati e aziende, italiane e non.

Luca Spoldi

http://affaritaliani.libero.it/economia ... 22011.html





L’odissea Omsa: "La cassa è finita, tutte licenziate"
Faenza, allarme dei sindacati: 200 operaie senza lavoro

Lo stabilimento fu fondato negli anni Quaranta. Rabbia tra le dipendenti, da mesi in cassa integrazione: "Ci hanno abbandonato". La Golden Lady ha deciso di delocalizzare all’estero: produzione in Serbia

FAENZA (Ravenna), 30 dicembre 2011 - SEMBRA davvero finita per l’Omsa di Faenza, storico calzificio che il gruppo Golden Lady ha deciso da tempo di chiudere, per trasferire la produzione in Serbia. L’azienda ha comunicato ai sindacati che al termine del secondo anno di cassa integrazione speciale, il prossimo 14 marzo, scatterà il licenziamento collettivo per i dipendenti rimasti (quasi tutte donne). L’annuncio – diffuso dalla Filctem Cgil – arriva pochi giorni dopo l’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, concluso con scarse novità sul progetto di riconversione dello stabilimento da parte di un possibile acquirente, rimasto nell’ombra.

UN BRUTTO colpo di fine anno per le operaie, che si trovano protagoniste della fine di un’epoca (lo stabilimento fu fondato dalla famiglia forlivese Orsi Mangelli nei primi anni Quaranta). Erano 346, ora ne restano oltre 200, dopo che, in 80, hanno accettato l’incentivo di 23 mila euro per la mobilità, a febbraio.

Roberta, Fulvia, Angela, Emanuela, Marina, Cristina e Antonella, invece, hanno scelto di restare ‘in prima linea’. Guardano i cancelli della fabbrica, che negli ultimi mesi hanno varcato solo per turni di quattro ore, 15 giorni al mese. «All’inizio eravamo in tante a protestare — commentano, amare —. Ora siamo sempre le stesse dieci o quindici: dicono che siamo estremiste, in realtà vogliamo solo lavorare».

Non si sono mai fatte prendere dalla rassegnazione. Ma la rabbia, quella sì, è tanta. Contro le istituzioni che «non hanno fatto abbastanza», contro una parte del mondo sindacale (accusata di aver accettato con troppo accondiscendenza la chiusura, stabilita due anni fa). Anche contro parte delle colleghe, che hanno smesso di lottare. «Augurarsi un buon 2012 è difficile — dice Marina Francesconi —. Trascorreremo l’ultimo dell’anno pensando a quello che succederà a marzo. Più che al futuro, mi viene da pensare a tutto quello che abbiamo passato in questi anni. Cose che una volta potevamo permetterci ora sono un miraggio. E la serenità non c’è mai, neanche a casa».

Già, a casa, dove mariti e figli hanno vissuto con loro questi anni di incertezza. Cristina Bucci, per esempio, ha un figlio tredicenne. «Credo non si renda ancora conto fino in fondo di quello che sta succedendo: a volte mi dice ‘Mamma, perché non trovi un altro lavoro’? — sorride —. Quando ero una ragazzina, i miei mi hanno subito trovato da lavorare: di soldi ce n’erano pochi, ma almeno il lavoro si trovava».

Intanto la crisi colpisce anche altri membri della famiglia. «Mio figlio ha 22 anni, è disoccupato – racconta Antonella Valgimigli. – Ha lavorato nel negozio di un parrucchiere, lo pagavano 200 euro al mese». Ma la chiusura dell’Omsa – le operaie lo ribadiscono con forza – con la crisi economica c’entra ben poco. «L’Omsa non è mai stata in crisi. Se Grassi (presidente del gruppo Golden Lady, ndr) se ne va in Serbia è perché gli conviene».

Queste «ragazze dell’Omsa» giudicano insufficiente non solo l’appoggio delle istituzioni, ma anche quello della città. «I faentini ci sono stati vicini solo all’inizio – scuote la testa Fulvia Amadei. – poi, probabilmente, si sono stancati anche loro. E nonostante sia stato lanciato da tempo un boicottaggio dei prodotti, i negozi della città sono ancora pieni di calze Omsa: bella solidarietà».

http://qn.quotidiano.net/economia/2011/ ... iate.shtml


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