Cipro, caccia Israele pattugliano in forze giacimenti gas: sale tensione con Turchia ne Mediterraneo PDF Stampa Email
Venerdì 07 Ottobre 2011 12:23
Sale la tensione fra Cipro, Turchia e Israele per le prospezioni di idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Il quotidiano greco-cipriota Filelefteros riferisce oggi che caccia militari israeliani hanno intensificato i pattugliamenti sui quadranti interessati alle ricerche «con un'intensa attività condotta ieri a Sud di Cipro». Dal canto suo Ankara ha annunciato che intraprenderà nuove iniziative nello stesso tratto di mare. Secondo il giornale, «nelle ultime 24 ore gli israeliani sono stati i padroni dell'area ed hanno monitorato tutti i movimenti (di navi e aerei militari turchi) nei pressi della piattaforma cipriota». Il 19 settembre la piattaforma 'Homer Ferrington', della compagnia texana Energy Noble, ha avviato prospezioni nel quadrante 12 (o Afrodite) nella Zona Economica Esclusiva (Zee) della Repubblica di Cipro. La settimana prossima, la nave per ricerche geofisiche turca Piri Reis, che ha già condotto studi intorno all'isola, ricomincerà la sua attività dopo essere stata sottoposta a lavori di manutenzione nel porto di Famagosta, nella zona Nord di Cipro sotto occupazione militare turca. Nel frattempo è già arrivata nelle acque greco-cipriote un'altra nave per ricerche geofisiche noleggiata dalla Turchia, la Bergen Surveyor che batte bandiera norvegese ma è di proprietà della compagnia francese CGG Veritas. Ieri il ministro turco dell'Energia Taner Yildiz ha ribadito che le ricerche avviate dalla Piri Reis sono in reazione alle prospezioni avviate dai greco-ciprioti e anche l'applicazione dell'accordo firmato fra la Turchia e la Repubblica Turca di Cipro del Nord (Rtcn, riconosciuta solo da Ankara) sullo sfruttamento della comune piattaforma continentale. La Turchia si oppone alle ricerche avviate dalla Repubblica di Cipro perchè sostiene che gli eventuali introiti derivanti dall'estrazione di idrocarburi appartengono anche ai turco-ciproti e che le ricerche danneggiano i negoziati in corso sotto l'egida dell'Onu in corso tra le due comunità per riunificare l'isola la cui parte Nord è occupata militarmente dalla Turchia dall'estate del 1974.
http://www.lunico.eu/2011100752177/este ... raneo.htmlObama: Europa e Cina causa dei nostri mali
Per il Presidente Usa l'Europa è il maggiore ostacolo per la crescita americana. La Cina è troppo aggressiva e non fa abbastanza. Comprensione per indignados di Wall Street, approvare subito piano per l'occupazione
Obama: Europa e Cina causa dei nostri mali
Obama (foto) punta il dito contro Europa e Cina. Per il presidente degli Stati Uniti il Vecchio continente rappresenta "il maggiore ostacolo" per la già fragile crescita americana, mentre la Cina viene accusata di "non fare abbastanza" sul fronte della volatilità dei cambi.
"La crescita dell'economia americana è lenta, più lenta del previsto", ammette Obama, ma per lui le cause superano i confini nazionali. "I problemi dell'Europa - dichiara - creano nervosismo sui mercati, tra i consumatori, nelle imprese". L'Europa, "incapace" di risolvere i suoi problemi, dovrà nel corso del prossimo G20 dei primi di novembre in Francia trovare una soluzione e "concordare un piano rapido ed efficace". "E' molto difficile - ha aggiunto - per dozzine di Parlamenti europei mettersi d'accordo sul piano per combattere la crisi del debito". Per questo Obama ha confermato di essere in costante contatto con la canncelliera tedesca, Angela Merkel, e col presidente francese, Nicolas Sarkozy, "per impedire che la situazione del debito nell'Eurozona finisca fuori controllo". Ma "bisogna agire in fretta".
Dura la critica di Obama a Pechino. "La Cina porta avanti una gioco molto aggressivo, arrecando svantaggi agli altri Paesi" sul fronte dei cambi e degli scambi commerciali. Per quel che riguarda la quotazione dello yuan, il presidente Usa ha lamentato come "nell'ultimo anno si siano visti solo lievi aggiustamenti. Ma questo non e' abbastanza".
Il Presidente ha poi rinnovato il suo appello al Congresso perchè approvi il suo piano per l'occupazione da 447 miliardi di dollari. "La nostra economia ha immediato bisogno di una scossa".
Obama ha infine detto di comprendere la protesta degli indignados di Wall Street. "Chi protesta da voce alla frustrazione che c'è nel Paese" e lancia un appello ai contestatori: "Stiano sicuri che il nostro obiettivo è quello di avere le banche e le istituzioni finanziarie in ordine, perché le peggiori conseguenze sono sempre quelle sull'economia reale".
http://www.oipamagazine.eu/categoria334 ... mali-.html