Piano piano lo sta capendo anche ...D'Alema!
Solo voi, no!.

L’appello di Rondolino: sinistra, liberati dall’antiberlusconismo
Riuscirà un giorno il centrosinistra ad affrancarsi dalla «dittatura interna» dell’antiberlusconismo? Possiamo immaginare oggi in Italia un’opposizione che riprenda in mano l’iniziativa politica (sì, magari quella con la «P» maiuscola) e che abbandoni in via definitiva le eterne discussioni su come liberare l’Italia da Berlusconi?
E non sarebbe poi più credibile, agli occhi degli elettori, un centrosinistra che parli di programmi, di «cose concrete», invece di immaginare improbabili ammucchiate anti Cav, quelle che vanno dall’ex missino Fini al post comunista Vendola e che puntualmente vengono ribattezzate sui giornali, quasi a nobilitarne l’iniziativa, come Comitato di Liberazione Nazionale o Santa Alleanza? Uscirà, insomma, il Pd, che dell’opposizione è appunto il maggior partito, da quel cul de sac in cui si è ficcato da diversi anni, ossia da quando ha cominciato a correre in piazza dietro a Di Pietro e ai girotondini (e ai loro eredi in salsa grillesca)?
Domande, queste, che attanagliano una parte - se volete minoritaria, a rischio di estinzione (addirittura) - degli elettori di centrosinistra. Quella parte, appunto, che si ostina ancora a credere nella politica (e in una politica di sinistra) e che, ormai stanca del clima da guerra civile permanente nel Paese, si sente distante dal berlusconismo (soprattutto da quello più battagliero di questi giorni) quanto dalla demagogia, un tanto al chilo, alla Di Pietro o dalle derive autoritarie degli Asor Rosa di turno. Tra questi spicca Fabrizio Rondolino, voce isolatissima nel centrosinistra e decisamente fuori tono in mezzo a un coro (quello dell’opposizione) ridotto a gridare «forza toghe», sperando nell’eliminazione del suo principale avversario manu giudiziaria invece che in termini di consenso politico.
L’ex consigliere di D’Alema oggi, infatti, sbotta in un intervento comparso sulle colonne de il Giornale, in cui annuncia il rischio di una deriva «estremista» dell’ex premier. Anche Max, da sempre considerato tra i più moderati a sinistra e mente della bicamerale, sarebbe pronto a fare il grande salto e ad abbracciare l’antiberlusconismo più bieco? Il sospetto è fondato. D’Alema, infatti, oggi parteciperà a una tavola rotonda organizzata da Micromega, mensile culturale del Gruppo Espresso espressione di quella sinistra un po’ snob e a tratti girotondina, dal titolo inequivocabile: Come liberare l’Italia? Partiti e movimenti contro Berlusconi.
E così Rondolino, che ancora si sente un po’ il mentore di D’Alema, picchiando la bacchetta sulla cattedra, richiama l’ex compagno all’ordine: vale la pena battere un tale argomento? Un tempo, infatti, la sinistra prima analizzava la situazione, realisticamente e sin nei più piccoli dettagli, e poi prendeva decisioni politiche, ricorda il giornalista e scrittore. «Ma se l’analisi traballa, se affonda nella propaganda», anche la politica poi si impoverisce e «si condanna alla sconfitta». Perché, conclude, «sostenere che oggi l’Italia vada liberata è una sciocchezza», da cui - come in un sillogismo aristotelico - non potranno che discendere strategie destinate all’insuccesso. E il fallimento della strategia dell’Aventino nei giorni scorsi, suggerita da Flores D’Arcais, serva da lezione: capito Max?
( massimo morici)
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