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23/04/2014, 20:50

Incidenza dell'alimentazione su comportamento ed emozioni
scritto da Andrea Vitali 11/06/10

ALIMENTI, EMOZIONI E COMPORTAMENTI

In una visione olistica l'idea di 'nutrimento' si espande a qualsiasi impressione con cui entriamo in contatto: i colori che indossiamo, l'aria che respiriamo, le persone che incontriamo, la musica che ascoltiamo e le immagini cui dedichiamo la nostra attenzione.

Una tale prospettiva posiziona l'uomo di fronte alla personale responsabilità delle scelte che compie e, in definitiva, lo rende artefice della propria vita. E dal momento che "L' ignoranza della legge non scusa", è suo preciso compito adoperarsi per acquisire le conoscenze e gli strumenti che, se applicati, gli consentano di discriminare e scegliere sempre meglio.

Conoscere e diffondere la relazione tra alimentazione e benessere psicoemofisico (ed alimentazione e comportamento) è uno dei principali obiettivi del Naturopata.

RICORDA CHE SEI CIO' CHE MANGI, QUINDI MANGIA BENE!
You are what you eat, eat well! cantava un lucido e visionario Peter Gabriel ai tempi dei Genesis negli anni 70'.
Chiaro il riferimento al filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, il quale in un trattato del 1862 sosteneva che l'uomo è ciò che mangia e che un popolo potrebbe evolvere spiritualmente anche solo modificando la propria alimentazione. In realtà notizie relative ai 'poteri psichici' del cibo si perdono nella notte dei tempi, attraversando tutte le culture più antiche.
Non più solo filosofia o saggezza empirica: ciò di cui ci nutriamo influisce attivamente su pensieri, emozioni e comportamenti dell'essere umano.
Le neuroscienze, d'altro canto, scoprono che a seconda del cibo di cui ci si nutre si attivano determinate aree encefaliche e si sviluppano o meno sentimenti e percezioni empatiche.

RELAZIONE TRA I CIBI VEGETALI ED IL COMPORTAMENTO

Vediamo ora come un'alimentazione a base di cibi vegetali può incidere profondamente sul comportamento e sulle emozioni.
Il glucosio è il carburante principale del nostro cervello, che utilizza buona parte di quello prodotto dal nostro metabolismo (circa 200 grammi al giorno). Si tratta di uno zucchero semplice che in natura è presente nei vegetali e in particolare nella frutta fresca.
I vegetali incidono, grazie al contenuto di amidi e fibre, sulle concentrazioni di triptofano nel cervello, l'amminoacido 'antidepressivo' precursore della serotonina (un neurotrasmettitore).

Un'adeguata concentrazione di serotonina incide favorevolmente su:

- gestione di stati d'ansia e stati depressivi,
- tolleranza,
- creatività,
- socievolezza,
- rilassamento,
- calma,
- comportamento pacifico,
- gioia,
- gioco

In particolare l' alimentazione vegetariana ha la peculiarità di indurre naturalmente la frequenza delle onde cerebrali alfa, in questo stato il cervello è caratterizzato da coscienza vigile e da un senso di benessere diffuso simile a quello che è possibile sperimentare durante l'esperienza della meditazione. Frequentando questo stato si può entrare in contatto con gli aspetti più profondi della propria natura e vengono amplificate le facoltà creative ed empatiche nei confronti degli altri esseri viventi.

RELAZIONE TRA I CIBI DI ORIGINE ANIMALE ED IL COMPORTAMENTO

Abbiamo scritto diversi articoli sul consumo di carne, in relazione alla salute e agli impatti ambientali che questa scelta comporta.
Mangiare carne, pesce e derivati influisce anche profondamente sul metabolismo dei neurotrasmettitori e quindi sul comportamento umano. Infatti la carne rappresente, insieme allo zucchero, uno degli alimenti che più incide sul comportamento.

Il consumo di carne e pesce eleva i livelli di tirosina, amminoacido precursore di dopamina e adrenalina, i neurotrasmettitori tra le cause dell' aggressività degli animali predatori.

Al contrario il consumo frequente di carne incide negativamente sui livelli di serotonina.
Bassi livelli di serotonina hanno evidenti ricadute sul comportamento diminuendo la tolleranza, inducendo facilmente stati di agitazione, rabbia, angoscia, aggressività e violenza, propensione alla lotta e allo scontro.

Un' altra causa oggettiva di aggressività è la sottrazione di calcio operata da parte degli alimenti di origine animale. La carne presenta un rapporto calcio-fosforo 1 a 50 (nel latte materno, equilibrato per natura, si osserva una proporzione 1 a 3).

L'eccesso di fosforo determinato da un consumo abituale di alimenti di origine animale comporta un vero e proprio crollo di calcio con conseguente instaurazione nel comportamento umano di irritabilità e aggressività. Oltre all'aumento vertiginoso di patologie quali l'osteoporosi, praticamente sconosciuta nei popoli che non usano latte vaccino e in cui la base alimentare è costituita dai cereali e non dalla carne.

A questi elementi di biochimica è possibile affiancare diverse statistiche comparative che osservano un aumento direttamente proporzionale tra consumo di carne e incremento della criminalità, specialmente nei paesi più sviluppati.

Tra l'altro, anche a livello intuitivo, mangiare carne assume connotati di violenza ancor prima delle implicazioni biochimiche: l'uomo che mangia la carne di un essere vivente ucciso a tradimento si nutre inevitabilmente del terrore, della paura, dell'adrenalina, del risentimento e l'odio che si producono nella creatura in prossimità di una fine violenta e prematura.

RELAZIONE TRA LO ZUCCHERO ED IL COMPORTAMENTO

Si, sempre lui... Oltre a tutti gli impatti negativi sulla salute di questo 'non alimento' (che potete approfondire nella sezione dedicata allo Zucchero del Sentiero), il consumo di zucchero è anche fonte di aggressività e irritabilità. Alla base c'è la sottrazione di calcio, come nel caso della carne, e delle vitamine B, essenziali per il funzionamento del cervello.

Questo impatto è particolarmente evidente e preoccupante nei bambini che manifestano:
- intolleranza nel comportamento ed assuefazione alla sostanza,
- ansia,
- livelli elevati di competitività ed difficoltà ad accettare le sconfitte,
- deconcentrazione,
- sbalzi d'umore.

DIMMI COSA MANGI E TI DIRO' COSA PROVI!

Una recentissima ricerca in ambito di neuroscienze, svolta da un'equipe italiana di ricercatori dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo (Istituto di Neurologia Sperimentale) del San Raffaele di Milano e pubblicata sull'autorevole rivista scientifica internazionale PLoS One, dimostra come individui vegetariani e vegani per motivi etici siano maggiormente sensibili verso la sofferenza umana e animale rispetto ad individui onnivori e come tale aspetto si associ ad un differente pattern di attivazioni encefaliche in risonanza magnetica funzionale.
E' anche vero il contrario: che individui tendenzialmente molto sensibili ed empatici sono buoni 'candidati' a condurre una vita vegana. In linea generale comunque, osservando il comporamento dei vegetariani, la loro alimentazione risulta fattore pricipale del loro temperamento tendenzialmente più pacato.

Fonte:http://www.ilsentiero.net/2010/06/alimentazione-comportamento-ed-emozioni.html


Per un approfondimento vi invito alla lettura del comunicato stampa dell' Istituto Scientifico Universitario San Raffaele [:)]


Comunicato stampa

DIMMI COSA MANGI E TI DIRO’ COSA PROVI
UNO STUDIO DEI RICERCATORI DEL SAN RAFFAELE DI MILANO DIMOSTRA COME INDIVIDUI VEGETARIANI E VEGANI PER MOTIVI ETICI SIANO MAGGIORMENTE EMPATICI VERSO LA SOFFERENZA UMANA E ANIMALE RISPETTO AD INDIVIDUI ONNIVORI E COME TALE ASPETTO SI ASSOCI AD UN DIFFERENTE PATTERN DI ATTIVAZIONI ENCEFALICHE IN RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE.



Milano, 7 giugno 2010 – I ricercatori dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo (Istituto di Neurologia Sperimentale – INSPE – Direttore: Prof. Giancarlo Comi) del San Raffaele di Milano in collaborazione con la Divisione di Neuroradiologia dello stesso Istituto e le Università di Ginevra e Maastricht, hanno scoperto che i vegetariani, coloro che non si cibano di carne e pesce, ma fanno uso di latte, uova e derivati e i vegani, coloro che non utilizzano alcun prodotto di origine animale, provano una diversa empatia verso la sofferenza umana ed animale rispetto ad individui onnivori.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PLoS One, condotto e coordinato dal Dott. Massimo Filippi e dalla Dott.ssa Mara Rocca, ha dimostrato che l’attività encefalica degli individui che hanno deciso di escludere dalla loro dieta – in parte o completamente – l’utilizzo di derivati animali per ragioni etiche, coinvolge differenti circuiti neurali in seguito all’osservazione di scene di sofferenza umana o animale rispetto a quanto accade in chi non ha compiuto tale scelta.

Gli autori della ricerca hanno studiato 20 soggetti onnivori, 19 vegetariani e 21 vegani durante la visione di immagini di esseri umani o animali in situazioni di sofferenza. Gli scienziati hanno evidenziato, tramite risonanza magnetica funzionale, che rispetto a soggetti onnivori, i vegetariani e i vegani presentano una maggiore attivazione di aree del lobo frontale del cervello associate allo sviluppo e alla percezione di sentimenti empatici, indipendentemente dal fatto che le scene di sofferenza prevedessero il coinvolgimento di umani o di animali.

Lo studio ha inoltre evidenziato alcune differenze fondamentali tra vegetariani e vegani. Durante l’esperimento, i vegetariani presentavano una maggiore attivazione del cingolo anteriore. Il cingolo anteriore è connesso con strutture del sistema limbico e prefrontali. La sua aumentata attivazione nei vegetariani potrebbe riflettere una maggiore attenzione verso gli stimoli presentati nel tentativo di controllarne l’impatto emotivo. I vegani attivavano invece maggiormente il giro frontale inferiore, bilateralmente. Quest’area cerebrale si ritiene essere coinvolta non solo in processi inibitori durante stimolazioni cognitive ed emotive, ma anche in fenomeni di condivisione delle emozioni. Tale pattern di attivazione potrebbe indicare comunque una tendenza da parte di individui vegani ad identificarsi non solo con gli esseri umani, ma anche con gli animali, al fine di comprenderne le emozioni e di condividerle.

Questi risultati dimostrano la presenza di una maggiore risposta empatica alla sofferenza intra- e inter-specifica in soggetti vegetariani e vegani rispetto a individui onnivori e suggeriscono che alle loro preferenze alimentari e alle loro attitudini morali corrispondano differenti livelli di attività di reti neurali encefaliche connesse con il processamento delle emozioni e dei sentimenti.

Afferma la Dott.ssa Mara Rocca, ricercatrice dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo (Istituto di Neurologia Sperimentale – INSPE), Istituto Scientifico Universitario San Raffaele: “Globalmente, questi risultati rinforzano quelle visioni che considerano l’empatia come un mezzo di condivisione delle emozioni e delle sensazioni tra individui diversi, condizione che sta alla base del comportamento sociale. Una delle caratteristiche principali della vita di comunità è infatti la capacità di identificarsi con i propri con-specifici e di attribuire loro particolari stati d’animo.”

Conclude il Dott. Massimo Filippi responsabile dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo (Istituto di Neurologia Sperimentale – INSPE), Istituto Scientifico Universitario San Raffaele:“Il presente studio dimostra inoltre che negli umani esistono circuiti neurali che si attivano nel momento in cui sentimenti empatici vengono estesi anche ad individui di altre specie che condividono con noi la capacità di soffrire.”


Per informazioni:
Ufficio stampa Istituto Scientifico Universitario San Raffaele
tel. 02.2643.4465, fax 02 26417386, e-mail: ufficio.stampa@hsr.it

****************************************************************************

Studio pubblicato su PLoS ONE, Public Library of Science (USA) – 26 Maggio 2010

The Brain Functional Networks Associated to Human and Animal Suffering Differ among Omnivores, Vegetarians and Vegans.

Massimo Filippi1,2*, Gianna Riccitelli1, Andrea Falini3, Francesco Di Salle4, Patrik Vuilleumier5, Giancarlo Comi2, Maria A. Rocca1,2.

1. Neuroimaging Research Unit, Institute of Experimental Neurology, Division of Neuroscience, Scientific Institute and University Hospital San Raffaele, Milan, Italy,
2. Department of Neurology, Scientific Institute and University Hospital San Raffaele, Milan, Italy,
3. Department of Neuroradiology, Scientific Institute and University Hospital San Raffaele, Milan, Italy,
4. Maastricht Brain Imaging Center, Department of Cognitive Neuroscience, University of Maastricht, Maastricht, The Netherlands,
5. University Medical Center of Geneva, University of Geneva, Geneva, Switzerland.



http://www.hsr.it/marketing-comunicazio ... osa-provi/

23/04/2014, 21:59

caro Robs,
se dovessi scegliere tra la sopravvivenza cibandomi del gatto e la morte....mi potrai capire.

infatti! in casi estremi potrebbe essere necessario nutrirsi anche di "carne umana", come fecero quelli dell'aereo caduto sulle Ande,
appunto "per sopravvivere"

Dopo oltre 40 anni in cui ho seguito la questione, ho potuto costatare, come è emerso anche qui, che chi è vegetariano, per non uccidere gli animal non è propriamente nel giusto perchè anche le piante...ecc

Per la salute , ho potuto costatare anche di carnivori longevi e vegetariani morti giovani, ma non è la regola [;)]
Allora come facciamo? [8D]
Secondo me ,tutto sta nell'equilibrio, seguendo la Macribiotica,che non è propriamente vegetariana, delle due forze yin e yang.
Premesso che esistono carni velenose per l'uomo, così come piante velenose, o avvelenate con mangimi e pesticidi,occorrerebbe per quanto possibile evitare ciò, ma non è detto, non è comunque facile e ogniuno dovrà trovare la sua strada.

ciao
mauro

23/04/2014, 23:25

Dieta e comportamento umano
Di: Franco Libero Manco

I precursori di molti neurotrasmettitori cerebrali, che controllano l'attività nervosa e mentale, provengono da aminoacidi essenziali; la dieta vegetariana influenza le modifiche apportate dai neurotrasmettitori allo stesso modo di come errori dietetici producono conseguenze negative sugli equilibri cerebrali e contribuiscono all'insorgenza di disturbi comportamentali, come confermano gli studi della più recente ricerca biomedica effettuati dal dr. Giuseppe Jerace il quale dice che il nostro comportamento sarebbe significativamente influenzato dal tipo e dalla qualità della nutrizione e che una dieta vegetariana favorirebbe forme comportamentali più armonicamente socializzanti come risultato di un migliore equilibrio degli aminoacidi e delle vitamine apportate dal regime vegetariano.

La malattia viene a generarsi a causa di intossicazione dell'organismo, avvelenamento progressivo che diviene cronico. Quando le tossine accumulate superano le capacità dell'organismo di smaltirle e neutralizzare i loro effetti negativi, la parte geneticamente più debole viene colpita e insorge la malattia: uno stato di intossicazione cronica che avvelena non solo il corpo ma compromette anche i suoi organi e le sue funzioni vitali. Se si ingerisce della droga, fumo, caffè, alimenti denaturati o incompatibili con la natura umana ecc. viene ad instaurarsi una sorta di intossicazione organica che si ripercuote non solo sul piano fisico ma mentale: i pensieri diventano labili. Il cervello, se nutrito con sangue impuro genera idee pericolose.

Le proteine causano aumento di cortisolo nel sangue con conseguente calo della memoria. Il celebre studioso Tennis J. Selkoe a tal proposito afferma: "Quando nell'encefalo si accumulano quantità eccessive di proteina amiloide, può insorgere la malattia di Alzheimer..In regime ipoproteico la situazione migliora".

La mente ed il pensiero hanno un enorme effetto sulla chimica del corpo e sul funzionamento degli organi e delle ghiandole fino ad alterare la struttura chimica. I pensieri hanno effetti positivi o negativi sul DNA e possono far ammalare o guarire. In un esperimento fu posto del DNA in un contenitore, questo cambiava forma a seconda dei pensieri e delle emozioni del donatore.

Un professore della Harvard University ha dimostrato l'effettivo potere terapeutico del placebo. Un esperimento fatto su pazienti positivi all'HIV rivelò che la resistenza ai virus e ai batteri era 300 volte superiore nei pazienti che sperimentavano sentimenti di amore, gratitudine e apprezzamento. L'acqua risulta strutturalmente cambiata dall'azione del pensiero; anche le piante reagiscono in modo positivo o negativo all'azione della mente.

Il glucosio è carburante essenziale per il nostro cervello che ne consuma circa 200 gr al giorno per dare l'energia necessaria alla circa 200 miliardi di cellule cui è formato. Questo combustibile è ricavato solo, ed esclusivamente dagli alimenti di origine vegetale (eccetto per il latte). Tra i più importanti neurotrasmettitori che agiscono sulla cellula nervosa vi è il triptofano, la dopamina, la serotonina e altri. Il triptofano, per mezzo di un enzima si converte in serotonina. Il triptofano si trova non solo nei semi in genere e nei legumi in particolare ma anche nella verdura e nella frutta.

Assumendo questi alimenti il neurotrasmettitore serotonina favorisce il sonno, il superamento degli stati d'ansia e depressione ecc. Questo è stato confermato dal dr. Pier Luigi Rossi, medico specialista in scienza dell'alimentazione, primario di Unità Operativa di medicina e terapia di base: "Il triptofano la cui presenza nel cervello è legata al tipo di dieta seguita, genera la serotonina, il neurotrasmettitore della gioia, della serenità del gioco. Gli alimenti vegetali, essendo ricchi di amido e fibra, influenzano la concentrazione di triptofano nel cervello aumentandone la disponibilità ad essere trasformato in serotonina. Mentre un pasto proteico di origine animale riduce la presenza di triptofano nel cervello perché con il triptofano, presente negli alimenti di origine animale, aumentano nel contempo altri due aminoacidi, la leucina e la tirosina, in misura maggiore rispetto al triptofano il quale giunge nel cervello in dose più basse provocando una diminuzione della serotonina". Per contro i vegetali per il loro alto contenuto di amidi e fibra favoriscono la concentrazione di triptofano nel cervello consentendone la trasformazione in serotonina, neurotrasmettitore che favorisce uno stato di calma, di serenità, di socievolezza.

Uno studio pubblicato sulla rivista "La clinica dietologica" ha messo in evidenza la relazione esistente tra adrenalina e noradrenalina (sostanze predisponenti l'aggressività) e un'alimentazione ricca di proteine. La carne, i formaggi ed i legumi ricchi di fenilalanina e tirosina, aminoacidi precursori di due principi ormonali, sono tra i maggiori imputati. Anche un eccesso di zuccheri e di colesterolo nel sangue sono stati ritenuti predisponenti la lite e la violenza.

Seneca faceva notare che tra i mangiatori di carne si trovano i tiranni, gli organizzatori di eccidi, di faide e di guerre fratricide, i mandanti di assassinii, gli schiavisti, mentre coloro che si nutrono dei frutti della terra sono caratterizzati da comportamenti miti e socievoli. Già gli antichi Sufi sostenevano che l'uomo è ciò che mangia ed in base a questo è ciò che pensa, concetto ripreso da Giovenale "Mens sana in corpore sano", cioè la mente non può essere sana se il corpo è inquinato, ribadito poi dal filosofo Feuerbach e nel 1728 dal dr. Bartolomeo Beccari. Questo aspetto è confermato anche oggi scientificamente dalla biochimica dei neurotrasmettitori che spiega le radici alimentari dell'aggressività umana.

I vegetali inducono il ritmo di base "alfa" che caratterizza un cervello cosciente e vigile accompagnato da un senso di benessere generale analogo allo stato di meditazione che permette all'individuo di entrare in contatto con le realtà più profonde della sua vera natura favorendo immaginazione e creatività. Inoltre, sotto l'aspetto bio-energetico l'alimentazione carnea abbassa le frequenze energetiche dei chakra, l'energia diventa più densa e scorre più lentamente, le persone tendono ad essere più aggressive e tese, perché vengono sollecitati i chakra istintuali. L'alimentazione vegetariana invece consente la depurazione dell'organismo che si ripercuote sui chakra che alimentano l'aspetto mentale e spirituale: l'energia della persona diventa più armonica ed equilibrata, aumenta la vibrazione complessiva e ci si avvicina al piano delle percezioni superiori.

Ogni aminoacido dei circuiti cerebrali viene sintetizzato nel cervello a partire da un aminoacido precursore. E' possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali, introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore degli altri. Molto importante è l'aceticolina, da cui dipenderebbero lucidità di pensiero e memoria il cui precursore, la colina, si trova nel lievito di birra, nei legumi, specie nella soia, nel germe di grano e in tutti i semi oleosi.

http://www.apasrsm.org/index.php?option ... ento-umano

24/04/2014, 20:13

cara Shighella,
troppo complicato, [8D]
fondamentalmente :
eccesso di yang> crudele e violento (troppa carne e derivati)
eccesso di yin> crudele e violento (troppe verdure non adatte)(Hitler?)

carne e formaggi (yang)
+
verdura e frutta (yin)
= equilibrio [;)]
un esempio banale ma significativo:

cloro(gas tossico) yin
+
sodio(veleno se puro) yang
= cloruro di sodio(sale da cucina) indispensabile x la vita [;)]
ciao
mauro

24/04/2014, 22:47

mauro ha scritto:

cara Shighella,
troppo complicato, [8D]
fondamentalmente :
eccesso di yang> crudele e violento (troppa carne e derivati)
eccesso di yin> crudele e violento (troppe verdure non adatte)(Hitler?)

carne e formaggi (yang)
+
verdura e frutta (yin)
= equilibrio [;)]
un esempio banale ma significativo:

cloro(gas tossico) yin
+
sodio(veleno se puro) yang
= cloruro di sodio(sale da cucina) indispensabile x la vita [;)]
ciao
mauro


Mauro, quello che dici rende benissimo l'idea, tuttavia conservo i miei dubbi sui benefici della carne se associata alle verdure.. sicuramente le verdure aiutano a depurare l'organismo dai cataboliti tossici della carne..
Il "troppo", credo, che faccia male in tutto, anche l'H2O può uccidere una persona se supera un certo quantitativo ingerito..
Ma vorrei porre l'accento un attimino sulla compassione per gli animali che la maggior parte di voi reputa "ipocrita".
Io non ho la certezza che i vegetali sentano il dolore come lo percepiamo noi in quanto le reti neurali, sono strutturate in maniera totalmente differente rispetto a quelle del regno animale, ma so per certo che gli animali provano dolore e comprendono anche la sorte che gli tocca. La sofferenza e il dolore degli animali dovuto al trattamento disumano durante il periodo di accrescimento per infine trovare la morte, che molto spesso non avviene cosi velocemente come crediamo, scaturisce energie negative.
Il punto a cui voglio arrivare è:
Dal dolore e dalla sofferenza degli animali vengono a crearsi delle energie, energie di cui noi tutti non abbiamo bisogno, le stesse energie negative che scaturiscono dalla sofferenza umana.
Io nn so con precisione chi sia o chi siano quelli che si nutrono di tale energia, ma so che l'energia non si distrugge, produce lavoro, in questo caso lavoro negativo. [:(]
Ultima modifica di shighella il 24/04/2014, 22:53, modificato 1 volta in totale.

24/04/2014, 23:40

shighella ha scritto:
Io non ho la certezza che i vegetali sentano il dolore come lo percepiamo noi in quanto le reti neurali, sono strutturate in maniera totalmente differente rispetto a quelle del regno animale, ma so per certo che gli animali provano dolore e comprendono anche la sorte che gli tocca.


Anche a mio parere fare dei paralleli tra consumo di animali e consumo di vegetali e' veramente come arrampicarsi sui vetri.

Inoltre si aggiunga che molti vegetali hanno sviluppato una strategia riproduttiva che prevede proprio un intervento animale. Si tratta quindi di un comportamento opportunistico che sfrutta gli erbivori per la riproduzione. Quindi siamo noi a sfruttare loro o viceversa?

Se invece la guardiamo dal punto di vista etico, mangiare vegetali non comporta la morte della pianta (basta ovviamente non mangiarla tutta!!!) mentre mangiare animali se ne causa la morte certa.

25/04/2014, 03:47

zakmck ha scritto:

shighella ha scritto:
Io non ho la certezza che i vegetali sentano il dolore come lo percepiamo noi in quanto le reti neurali, sono strutturate in maniera totalmente differente rispetto a quelle del regno animale, ma so per certo che gli animali provano dolore e comprendono anche la sorte che gli tocca.


Anche a mio parere fare dei paralleli tra consumo di animali e consumo di vegetali e' veramente come arrampicarsi sui vetri.

Inoltre si aggiunga che molti vegetali hanno sviluppato una strategia riproduttiva che prevede proprio un intervento animale. Si tratta quindi di un comportamento opportunistico che sfrutta gli erbivori per la riproduzione. Quindi siamo noi a sfruttare loro o viceversa?

Se invece la guardiamo dal punto di vista etico, mangiare vegetali non comporta la morte della pianta (basta ovviamente non mangiarla tutta!!!) mentre mangiare animali se ne causa la morte certa.




Se mangi spinaci e insalata la pianta te la mangi tutta (escluse le radici).

Se la mangi carote non ti mangi la pianta ma devi sottrarre la radice.

In entrambi i casi sacrifichi la vita del vegetale. E stiamo parlando dei cibi più sani. [:)]

In natura si ammazza per nutrirsi se la guardiamo da un certo punto di vista. Forse l'uomo è l'unico essere che alleva esemplari di altre speci per mangiarseli o per mangiare ciò che producono (latte e uova).

L'essere umano si stacca dalla natura per modificare i cicli già esistenti deformando, in molti casi, il corso naturale degli eventi. [:(]

C'è un moralismo profondo, insito ormai in tutta la nostra cultura contemporanea, che non perdona tutto ciò. Naturale è bello. Artificiale è diabolico. [}:)]

Eppure anche la natura, come sottolineava Giacomo Leopardi, ha un nonsoche di di perverso: "o natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?" [8]

Uno dei più grossi limiti della mente umana è il tentativo perverso di dividere il mondo in buoni e cattivi. I vegetariani buoni, i carnivori cattivi.

La realtà è che il bene è il male sono, da sempre, profondamente intrecciati.

Ci sono santi carnivori e mascalzoni vegetariani. Ma non esiste purtroppo, o per fortuna, una regola assoluta. [^]

25/04/2014, 09:58

BOBBY ha scritto:

zakmck ha scritto:

shighella ha scritto:
Io non ho la certezza che i vegetali sentano il dolore come lo percepiamo noi in quanto le reti neurali, sono strutturate in maniera totalmente differente rispetto a quelle del regno animale, ma so per certo che gli animali provano dolore e comprendono anche la sorte che gli tocca.


Anche a mio parere fare dei paralleli tra consumo di animali e consumo di vegetali e' veramente come arrampicarsi sui vetri.

Inoltre si aggiunga che molti vegetali hanno sviluppato una strategia riproduttiva che prevede proprio un intervento animale. Si tratta quindi di un comportamento opportunistico che sfrutta gli erbivori per la riproduzione. Quindi siamo noi a sfruttare loro o viceversa?

Se invece la guardiamo dal punto di vista etico, mangiare vegetali non comporta la morte della pianta (basta ovviamente non mangiarla tutta!!!) mentre mangiare animali se ne causa la morte certa.




Se mangi spinaci e insalata la pianta te la mangi tutta (escluse le radici).

Se la mangi carote non ti mangi la pianta ma devi sottrarre la radice.

In entrambi i casi sacrifichi la vita del vegetale. E stiamo parlando dei cibi più sani. [:)]

In natura si ammazza per nutrirsi se la guardiamo da un certo punto di vista. Forse l'uomo è l'unico essere che alleva esemplari di altre speci per mangiarseli o per mangiare ciò che producono (latte e uova).

L'essere umano si stacca dalla natura per modificare i cicli già esistenti deformando, in molti casi, il corso naturale degli eventi. [:(]

C'è un moralismo profondo, insito ormai in tutta la nostra cultura contemporanea, che non perdona tutto ciò. Naturale è bello. Artificiale è diabolico. [}:)]

Eppure anche la natura, come sottolineava Giacomo Leopardi, ha un nonsoche di di perverso: "o natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?" [8]

Uno dei più grossi limiti della mente umana è il tentativo perverso di dividere il mondo in buoni e cattivi. I vegetariani buoni, i carnivori cattivi.

La realtà è che il bene è il male sono, da sempre, profondamente intrecciati.

Ci sono santi carnivori e mascalzoni vegetariani. Ma non esiste purtroppo, o per fortuna, una regola assoluta. [^]


Bobby, vivo in campagna e nel periodo che va dalla primavera ad ottobre curiamo un piccolo orticello. A volte capita che piantiamo un numero maggiore di piantine di insalata rispetto di quelle che effettivamente consumiamo. Non immagini che brutta fine fa la pianta, riarsa sotto al sole. Iniziano prima le foglie esterne ad accartocciarsi e bruciarsi fino a diventare di color marrone. Poi questa tortura prosegue concentricamente fino al cuore della piantina, finche' non la si vede spiaccicata ed essiccata a terra.
Sradicarla prima che faccia sta brutta fine, sarebbe un sollievo per la piantina non credi? [:)]
Ps:prima che la piantina si secchi al sole la regalo agli amici.

25/04/2014, 10:45

shighella ha scritto:

Aggiungo questo link:
http://www.pet-angels.it/shop/contents/ ... ofano.html




Shighella,
ti vedo motivata, ecc.

ma secondo te
quale dovrebbe essere il rapporto
proteine-grassi-carboidrati?

ex. nella dieta a zona è 40-30-30


o le proteine sono il male assoluto?

per me dipende da cosa si fa..
se fai il murtore
devi mangiare bistecche
o sennò vai incontro ad infortuni muscolari..

25/04/2014, 10:59

cara Shighella,
Io non ho la certezza che i vegetali sentano il dolore come lo percepiamo noi in quanto le reti neurali, sono strutturate in maniera totalmente differente rispetto a quelle del regno animale


ci sono alcuni studi qui
http://www.valeriosanfo.it/Valerio_Sanf ... messe.html

Comunque, a mio parere, il fatto che , "uccidere"un animale dia più disagio che "uccidere" un vegetale deriva dalla maggior somiglianza nostra con gli animali e dalla loro caratteristica di poter "lamentarsi
come noi.
Cosa faresti ,se nel tentativo di strappare una carota la sentissi urlare...
...ahia,ahia, ahia ? [8D]

Al'inizio la pensavo come te ma ora concordo con la frase di BOBBY
Uno dei più grossi limiti della mente umana è il tentativo perverso di dividere il mondo in buoni e cattivi. I vegetariani buoni, i carnivori cattivi.

La realtà è che il bene è il male sono, da sempre, profondamente intrecciati.

Ci sono santi carnivori e mascalzoni vegetariani. Ma non esiste purtroppo, o per fortuna, una regola assoluta


Anche dal punto di vista della salute ho potuto constatare che "non c'è
una regola"(conosco gente che mangia schifezze e fuma come una ciminiera ,che sta andando verso i 100 anni o li ha superati [;)]saranno eccezioni?)

Con questo ,naturalmente, non voglio dire che NON bisogna ricercare uno stile di vita salutare [;)]

ciao
mauro

25/04/2014, 12:54

Fondamentalmente il pensiero dei vegetariani / vegani / salutisti è riassumibile in quanto segue:

Su base statistica esistono le doverose eccezioni che confermano la regola. Ossia c'è gente che si strafoga un bue alla settimana, fuma 30 sigarette al giorno, beve alcolici dalla mattina alla sera ma... arriva a superare tranquillamente a superare i 90 anni! Ma si tratta di eccezioni. Perché la statistica individua una tendenza che identifica una maggioranza relativa. Mai assoluta. [^]

Non so se esistono prove schiaccianti perché le statistiche spesso seguono il pensiero di chi le realizza. Troverete studi che dimostrano tutto e il contrario di tutto. In tutti i settori, purtroppo! [:(]

Secondo me c'è nel pensiero vegetariano / vengano / salutista una fortissima componente ideologica che vede in molte cose fondamentalmente piacevoli,come mangiare carne, qualcosa di deplorevole e condannabile a priori. Un pensiero diffusissimo che ha base nelle religioni, nel buonismo tout-court, nel moralismo strisciante, nella critica sistematica della civiltà umana che si evolve sganciandosi dalla natura. Pensiero che fa leva nel sensi di colpa che ognuno di noi si porta dietro dalla nascita e che caratterizza qualunque società evoluta.

Per cui mangiare carne diventa pericoloso perché si rischia di incorrere in una sorta di castigo divino. [}:)]

Perdonatemi l'irriverenza, è un po' come farsi le pippe, se te le fai rischi di diventare cieco... [:D]

( è un esempio estremo, non bannatemi, per favore... [:)] )

25/04/2014, 13:30

BOBBY ha scritto:

Fondamentalmente il pensiero dei vegetariani / vegani / salutisti è riassumibile in quanto segue:

Su base statistica esistono le doverose eccezioni che confermano la regola. Ossia c'è gente che si strafoga un bue alla settimana, fuma 30 sigarette al giorno, beve alcolici dalla mattina alla sera ma... arriva a superare tranquillamente a superare i 90 anni! Ma si tratta di eccezioni. Perché la statistica individua una tendenza che identifica una maggioranza relativa. Mai assoluta. [^]

Non so se esistono prove schiaccianti perché le statistiche spesso seguono il pensiero di chi le realizza. Troverete studi che dimostrano tutto e il contrario di tutto. In tutti i settori, purtroppo! [:(]

Secondo me c'è nel pensiero vegetariano / vengano / salutista una fortissima componente ideologica che vede in molte cose fondamentalmente piacevoli,come mangiare carne, qualcosa di deplorevole e condannabile a priori. Un pensiero diffusissimo che ha base nelle religioni, nel buonismo tout-court, nel moralismo strisciante, nella critica sistematica della civiltà umana che si evolve sganciandosi dalla natura. Pensiero che fa leva nel sensi di colpa che ognuno di noi si porta dietro dalla nascita e che caratterizza qualunque società evoluta.

Per cui mangiare carne diventa pericoloso perché si rischia di incorrere in una sorta di castigo divino. [}:)]

Perdonatemi l'irriverenza, è un po' come farsi le pippe, se te le fai rischi di diventare cieco... [:D]

( è un esempio estremo, non bannatemi, per favore... [:)] )




Il tuo, più semplicemente, è solo il tipico pensiero del qualunquista... [:)]

Ci sono evidenze scientifiche, al di là delle ideologie tanto sbandierate e demonizzate dai "carnivori", che dicono cose MOOOOOOLTO PRECISE in tal senso. La carne, è un gusto... niente di più. Cosa è successo nel frattempo? Che la "produzione di carne massiva" ha creato mostri. Cioè ha immesso nel mercato prodotti imbottiti di antibiotici, ormoni e pesticidi OGM (assunti dalle povere bestie nel loro ciclo di vita). Bene... anzi, malissimo. Perchè tutte quelle sostanze (che i nostri nonni certamente NON hanno ingerito) ce le ritroviamo, OGGI, tutte nel PIATTO. Con conseguente AUMENTO delle patologie tumorali in tutto il mondo.

Naturalmente, le farmaceutiche ringraziano...... [xx(]

25/04/2014, 13:33

mik.300 ha scritto:

o le proteine sono il male assoluto?

per me dipende da cosa si fa..
se fai il murtore
devi mangiare bistecche
o sennò vai incontro ad infortuni muscolari..



Queste sono balle amico mio...... [:)]

Le proteine vegetali, assunte da CAMPIONI dello sport in tutto il mondo,
restituiscono risultati che oserei definire clamorosi.

Anche qui, è la scienza a confermare quanto dico..... [;)]

25/04/2014, 14:11

BOBBY ha scritto:

Fondamentalmente il pensiero dei vegetariani / vegani / salutisti è riassumibile in quanto segue:

Su base statistica esistono le doverose eccezioni che confermano la regola. Ossia c'è gente che si strafoga un bue alla settimana, fuma 30 sigarette al giorno, beve alcolici dalla mattina alla sera ma... arriva a superare tranquillamente a superare i 90 anni! Ma si tratta di eccezioni. Perché la statistica individua una tendenza che identifica una maggioranza relativa. Mai assoluta.[^]





opinione personale..

se quello di 30 sigarette al giorno, ecc
è campato 100 anni,
senza sigarette, ecc.
arrivava inimo a 140 anni..

25/04/2014, 14:33

Thethirdeye ha scritto:

mik.300 ha scritto:

o le proteine sono il male assoluto?

per me dipende da cosa si fa..
se fai il murtore
devi mangiare bistecche
o sennò vai incontro ad infortuni muscolari..



Queste sono balle amico mio...... [:)]

Le proteine vegetali, assunte da CAMPIONI dello sport in tutto il mondo,
restituiscono risultati che oserei definire clamorosi.

Anche qui, è la scienza a confermare quanto dico..... [;)]


ma anche io sono attendista su questo..

i cavalli mangiano la biada,
eppure corrono come forsennati..

puòdarsi che l'uomo abbia enzimi silenti
in grado di digerire
le proteine vegetali..
certo è indubbio che quelle animali
essendo più affini
si assimilino prima..
o no?

ma tu a quali proteine vegetali
facevi riferimento?

la soia è veleno.
i fagioli sono tossici..
(shighella dixit)
ecc.

cosa rimane?
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