TheApologist ha scritto:
Io veramente faccio fatica a capire perché si continuano a mescolare gli aspetti clinici con gli aspetti epidemiologici.
E questo un medico dovrebbe saperlo.
Certo i servizi territoriali stanno svolgendo un ruolo molto importante nella cura dei malati covid.
Come esperienza personale posso raccontare di un collega di 53 anni, risultato positivo circa tre settimane fa e curato a casa dai servizi territoriali che bisogna ammettere almeno nella nostra zona fanno veramente un gran lavoro. Comunque, il collega si è fatto circa 15 giorni di febbre a 39/40 con difficoltà respiratorie importanti ma non gravi. Il servizio territoriale ha fornito il casco ad ossigeno e ogni giorno una visita a domicilio per il controllo e le iniezioni di eparina. Fortunatamente ora è in via di miglioramento, anche se risulta ancora positivo dopo il terzo tampone.
E fin qui stiamo parlando degli aspetti clinici.
Ma che dire di quelli epidemiologici?
Tanto per cominciare, perché il collega si è ammalato? Semplice, perché ha sottovalutato il rischio e, convinto dell'inefficacia delle misure preventive, se ne è bellamente fregato (ovviamente era un no-mask convinto) e chissà quanti altri ne avrà contagiato (nella sua catena di contatti già ne hanno individuati altri tre).
Purtroppo bisogna rendersi conto che non tutti gli individui recepiscono i messaggi nello stesso modo e quindi bisogna stare molto attenti a quello che si fa andare sui media.
Messaggi come quello che viene dato nel video che hai postato sono si veri dal punto di vista clinico ma sono catastrofici da un punto di vista epidemiologico perché contribuiscono a diffondere un falso senso di sicurezza in chi non è in grado di distinguere i due aspetti.
I servizi territoriali svolgono un grande lavoro ma lo possono fare solo se i numeri rimangono contenuti.
Non mi sembra una cosa così difficile da capire.