sottovento ha scritto:
@Argla, ognuno (come giusto che sia) ha le proprie opinioni. Io ritengo solo che in periodi di magra bisognerebbe abbassare l'asticella delle aspettative altrimenti si rischia di accumulare delusioni e fallimenti. Il punto è che oggi per molti giovani fare il portinaio o finanche la domestica oppure l'idraulico o il piastrellista per non dire il pizzaiolo, sono considerati mestieri denigranti, umili, vorrebbero starsene tutti in un ufficio ben climatizzato, ben vestiti e frequentare la cosiddetta società bene, insomma realizzarsi secondo i dettami e i cliché della cultura corrente.
Torniamo quindi ai migranti perché è a loro che è dedicata questa discussione. I migranti stanno scalando la classe media. Oggi una coppia di italiani, spesso precaria per non dire disoccupata, ha enormi difficoltà ad accedere un mutuo, a sposarsi e a mantenere dei figli. Di contro una coppia di immigrati lei badante, lui pizzaiolo o altri mestieri, insieme riescono se va bene a portare a casa a fine mese finanche un complessivo di oltre 2.000 euro quando un precario italiano se gli va bene non supera le 400/600 euro mese.
Ci dicono che gli italiani non vogliono più far taluni mestieri perché pagati poco ma ci si dimentica che tolto il caporalato e la raccolta di frutta e ortaggi rimangono una quantità di mestieri umili e faticosi si ma spesso con regolari contratti anche perché se oggi assumi una badante/domestica, portinaio, autista, magazziniere e via dicendo in nero (cioè senza contratto), dopo qualche anno questo se va da un giuslavorista è facile che questi faccia un cu.lo come una casa al datore disonesto facendogli scucire pure i contributi.
La verità è che in molti casi ci si è lanciati in una scalata sociale non tanto perché se ne possiedono le virtù ma solo ed esclusivamente per vantare una posizione socioeconomica di rilievo ma in molti casi mancano le basi per far carriera e chiunque di noi vada da un avvocato, medico o notaio desidera trovare dall'altra parte della scrivania un nome prestigioso, una garanzia, non un tal dei tali qualunque (col massimo rispetto per tutti i tal dei tali qualunque).
Sono d' accordo, ognuno ha le sue opinioni.
Più che un periodo di magra, che è innegabile, io vedo un momento epocale in cui occorre aprire gli occhi, svegliarsi dagli inganni e cercare di uscire dai vicoli ciechi dei luoghi comuni ( gli incompetenti esistono tanto fra chi fa lavori di concetto che lavori manuali ) di conseguenza non posso non pormi delle domande. Perché dovrei abbassare l' asticella ? Cui prodest ?
In psicanalisi c' è chi del fallimento fa un elogio quindi io aspetterei a demonizzarlo e ad agire solo per paura ( paura di non farcela, paura di non avere abbastanza, paura dei miei simili, paura che mi tolgano qualcosa, paura... paura... paura... non percepite anche voi che solo a dirlo ci si predispone in uno stato d' animo “inquinato” ? ).
Quando parlo di aspirazioni e desideri ovviamente mi riferisco a qualcosa di autentico, non indotto ( i colletti bianchi di cui parla @Theapologist ).
Mi parli di contratti regolari ma penso che sappia anche tu che esistono tanti settori in cui i diritti dei lavori sono a rischio perché non sono accettabili le condizioni in cui si lavora. In primis l' edilizia ( ma potrei tranquillamente farti altri esempi ) dove se sei un muratore e non ti sta bene lavorare senza protezioni ( non parlo di dispositivi antinfortunistici di poco dispendio economico come mascherine, guanti, scarpe e caschetti ma di sistemi di protezione sulle impalcature che costerebbero in materiali e giorni di lavoro di montaggio e smontaggio, con conseguente perdita di denaro... tutto ruota attorno a quello, non certo attorno al valore della vita umana ), se non ti sta bene – dicevo - puoi tranquillamente andartene a spasso perché tanto ci saranno altri disposti a prendere il tuo posto. E quando sei in condizione di bisogno come uno schiavo sottostai al ricatto e rischi la vita, altro che avvocato per fare causa.
Poi ci stupiamo che qualcuno non voglia più sottomettersi ? Ma la vera colpa di questo di chi è ? Di quelli disposti a prendere il tuo posto o del tuo italianissimo datore di lavoro, del tuo Stato ? Di un sistema a cui fa comodo fare di te ( e anche degli immigrati ) una merce fra le merci ? Forse sarebbe davvero il caso di farsi più domande.