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16/10/2012, 12:42

Ma io credo che questo intervento del FMI sia collegato a quanto riportato da Wolframio qui http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=250389 riguardo al fatto che Coca Cola Hellenic ha dovuto chiudere i battenti.

Credo che Il CEO di Coca Cola abbia fatto una telefonata cortese alla Lagarde... Perchè?!

Ecco perchè (per capire quanto possa pesare "Coca Cola"):

http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... ine-e.html

E chi c'è dietro la compagine azionaria di coca cola? Giusto... Un private equity! [;)]

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12224

Insomma... niente di nuovo sul fronte occidentale! [:o)]
Ultima modifica di Atlanticus81 il 16/10/2012, 12:42, modificato 1 volta in totale.

16/10/2012, 12:48

Portogallo, finanziaria dura: via alle proteste

Il governo difende il salasso fiscale: «Non abbiamo margini».

.
Parlamento blindato il 15 ottobre a Lisbona, dove la polizia è entrata in azione di fronte alla protesta popolare innescata dal nuovo salasso fiscale previsto dalla finanziaria 'lacrime e sangue' presentata per il 2013 dal governo portoghese. Giustificata con la necessità di mantenere gli impegni con l'Ue di fronte alla pesantissima crisi che investe il Paese, la manovra è stata difesa a spada tratta dal primo ministro, Pedro Passos Coelho, che si è detto deciso ad andare avanti sulla strada dell' austerità anche a costo di far pagare un prezzo al suo partito (sconfitto giusto il 15 ottobre nelle elezioni regionali delle Isole Azzorre dall'opposizione socialista).
ONDATA DI PROTESTE. La finanziaria 2013 rischia tuttavia di scatenare una nuova ondata di proteste di piazza fin nel cuore della capitale.
Si tratta d'altronde della manovra più restrittiva della storia democratica del Portogallo, fondata all'80% sull'imposizione fiscale.
Tre dei cinque miliardi di euro previsti dovranno essere infatti incamerati attraverso aumenti di imposte dirette sui contribuenti, a quanto stima il quotidiano Negocios.
OBIETTIVI IMPOSTI DALLA TROIKA. Il provvedimento include inoltre un taglio sulle pensioni, una tassa sulle transazioni finanziarie, una falcidie su esenzioni e sussidi e un aumento delle imposte sulla casa: per centrare gli obiettivi di stabilizzazione del rapporto deficit/Pil imposti dalla Troika pur in presenza d'una profonda recessione.
Il premier conservatore Pedro Passos Coelho, che nelle scorse settimane, sull'onda di una prima mobilitazione delle piazze, era stato costretto a ritirare una ricetta a colpi di riduzione degli stipendi, ha affermato che questa volta non ci potranno essere passi indietro sul fronte di tagli e risparmi.
LINEA DURA DEI MINISTRI PER LA RISALITA DEL PAESE. Mentre il ministro delle Finanze, Vito Gaspar ha avvertito il parlamento che il testo presentato non può essere modificato nei punti fondamentali, pena la perdita da parte del Portogallo di tutta la credibilità finora recuperata.
«Il nostro margine di manovra è inesistente», ha rimarcato Gaspar, citato dall'agenzia Lusa, facendo riferimento agli impegni assunti di recente con la Troika in cambio della 'ciambella di salvataggio' da 78 miliardi ottenuta dal Portogallo.
Spiegazioni che in ogni modo non sembrano poter spegnere l'ira dei manifestanti.
E che del resto anche alcuni economisti respingono, giudicando «suicida» per il Paese una strategia che porta il carico fiscale complessivo - imposte indirette e contributi previdenziali inclusi - a un nuovo record: oltre la soglia del 36% del Pil.

Martedì, 16 Ottobre 201

http://www.lettera43.it/economia/macro/ ... 568278.htm

il progetto europa e'alquanto delineato,inginocchiare in tutti i modi i paesi di una determinata zona,a tutto vantaggio dei paesi nordici,e l'euro doveva portarci vantaggi,chissa' xke'al tempo della lira pure le grandi crisi erano avvertite relativamente......[;)]

16/10/2012, 14:14

Atlanticus81 ha scritto:

Ma io credo che questo intervento del FMI sia collegato a quanto riportato da Wolframio qui http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=250389 riguardo al fatto che Coca Cola Hellenic ha dovuto chiudere i battenti.

Credo che Il CEO di Coca Cola abbia fatto una telefonata cortese alla Lagarde... Perchè?!

Ecco perchè (per capire quanto possa pesare "Coca Cola"):

http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... ine-e.html

E chi c'è dietro la compagine azionaria di coca cola? Giusto... Un private equity! [;)]

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12224

Insomma... niente di nuovo sul fronte occidentale! [:o)]


L'articolo che parla della guerra tra le due cristine e che evidenzia il ruolo delle VBC (very big companies) è disponibile anche sul mio blog

[;)]

http://www.progettoatlanticus.net/2012/ ... stine.html

[;)]

17/10/2012, 16:40

Aiuti alle zone colpite dai terremoti La Ue mette sotto inchiesta l'Italia
L'indagine si riferisce alle leggi che hanno consentito gli aiuti per i terremoti dal 1990 ad oggi
BRUXELLES PRESUME CHE «LE AGEVOLAZIONI NON SI LIMITINO A COMPENSARE IL DANNO SUBITO»

La Commissione europea ha avviato «un'indagine approfondita» sulle agevolazione fiscali e previdenziali concesse dall'Italia a imprese basate in zone colpite da calamità naturali con il sospetto che «le agevolazioni non si limitino a compensare il danno realmente subito,» secondo quanto si legge in una nota distribuita dall'Esecutivo europeo. L'indagine si riferisce alle leggi che hanno consentito aiuti generosi a seguito delle calamità naturali che hanno colpito l'Italia dal 1990 fino al 2011, dal terremoto in Sicilia del 1990 fino al terremoto in Abruzzo nel 2009.

L'INDAGINE - «La Commissione teme che non tutti i beneficiari degli aiuti siano imprese che hanno subito realmente un danno causato da una calamità naturale, che in alcuni casi il danno non sia stato causato unicamente da una calamità naturale e che gli aiuti non si limitino sempre a compensare questo danno,» precisa la nota. La Commissione tiene in considerazione il fatto che nel 2002-2003 «l'Italia ha introdotto misure che riducono del 90% il debito fiscale e contributivo delle società interessate». Inoltre, tra il 2007 e il 2011 l'Italia ha adottato altre leggi simili che prevedono agevolazioni del 60% a favore delle società situate nelle zone colpite da altri terremoti, come quelli dell'Umbria e delle Marche nel 1997, di Molise e Puglia nel 2002, e dell'Abruzzo nel 2009.

http://www.corriere.it/economia/12_otto ... afde.shtml

Non c'è che dire... meritatissimo il premio nobel per la pace...

[:(!]
Ultima modifica di Atlanticus81 il 17/10/2012, 16:41, modificato 1 volta in totale.

17/10/2012, 18:30

Prima di dover leggere versioni tradotte , distorte e reinterpretate, ecco un diario della crisi delle ultime 24h visto dalla Germania.
E il protagonista è sempre lui..il 'cattivo' Schäuble..


http://www.faz.net/aktuell/politik/inland/zum-70-geburtstag-wolfgang-schaeubles-der-unvollendete-11893324.html

[color=blue]Der Unvollendete

17.09.2012 · Wolfgang Schäubles Bedeutung in der deutschen Politik ist kaum zu überschätzen, doch die höchsten Staatsämter blieben ihm verwehrt. Das lag auch an den Umständen. Doch mag ihm in den entscheidenden Momenten der letzte Wille zur Macht gefehlt haben.
[/color]


http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/europas-schuldenkrise/eurokrise-berlin-unzufrieden-mit-debatte-ueber-euro-reform-11928195.html

[color=blue]Berlin unzufrieden mit Debatte über Euro-Reform

16.10.2012 · Finanzminister Wolfgang Schäuble will die Rechte des Währungskommissars stärken. Zugleich übt die Bundesregierung deutliche Kritik am Papier des Ratspräsidenten Herman Van Rompuys.[/color]



http://www.faz.net/aktuell/politik/europaeische-union/kritik-an-reformbericht-van-rompuys-eu-vor-gipfelbeginn-tief-gespalten-11929394.html
[color=blue]EU vor Gipfelbeginn tief gespalten

17.10.2012 · Die Staats- und Regierungschefs der EU sind sich uneins über die künftige Entwicklung des Euroraums, über die sie am Donnerstag und Freitag beraten wollen. Für Verwirrung sorgte zudem die Forderung von Finanzminister Schäuble, die Rolle des EU-Währungskommissars zu stärken. Schäuble habe „Chaos“ angerichtet, hieß es.[/color]



http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/veto-recht-fuer-waehrungskommissar-asmussen-unterstuetzt-schaeubles-eu-vorstoss-11928402.html

[color=blue]Asmussen unterstützt Schäubles EU-Vorstoß

16.10.2012 · Unterstützung für den Schäuble-Vorschlag zur Kompetenzabgabe an die EU: EZB-Experte Asmussen sieht darin ein Mittel in der Euro-Krise. Beim Brüsseler Gipfel werden neue Weichenstellungen erwartet.[/color]


Una sintesi in italiano qui:

http://www.repubblica.it/economia/2012/10/16/news/schaeuble_euro-44632941/

Il piano tedesco per salvare l'euro
[color=blue]un "commissario", più poteri a Strasburgo

Il ministro delle finanze Schaeuble anticipa le proposte che Merkel avanzerà al vertice europeo per un nuovo Trattato. Tra i punti principali, l'istituzione di un "superministro" che vigili sulla stabilità della moneta limitando lo spazio di intervento dei governi su spese e tagli. E per restituire legittimità democratica all'Unione, un riequilibrio dei rapporti di forza con l'Europarlamento[/color]

18/10/2012, 13:08

Merkel: «Atene nell'Ue, ma aspettiamo la Troika»

La cancelliera: «Fondo anti-crisi da Tobin tax e supercommissario».

.



(© Ansa) La cancelliera tedesca Angela Merkel.
.
Sul futuro della Grecia Berlino ha intenzione di aspettare la Troika, parola di Angela Merkel: «Non voglio anticipare il rapporto, ma ripeto quello che ho detto ad Atene. Io mi auguro che la Grecia resti nell'Eurozona».
La cancelliera ha parlato al Bundestag prima del vertice del 18 ottobre a Bruxelles. In questo spirito, ha spiegato, «aspettiamo il rapporto della triade Bce-Fmi-Ue».
La situazione in Grecia è «tutt'altro che facile, ma c'è una forte voglia di cambiamento», ha aggiunto.
«NUOVO FONDO DALLA TOBIN TAX». Per affrontare la crisi, la cancelliera ha lanciato l'idea di un nuovo fondo, «ricavato per esempio dalla Tobin tax», per investire in specifici progetti nei Paesi membri.
Potrebbe essere questo un nuovo strumento di solidarietà, ha detto la Merkel.
«SÌ AL DIRITTO DI INGERENZA SUI BILANCI NAZIONALI». Poi il sostegno alla proposta sul supercommissario di Wolfgang Schaeuble: la Germania è favorevole a che si faccia un passo avanti nell'Europa - ha detto Merkel - e si accordi «un effettivo diritto di ingerenza sui bilanci nazionali» al commissario europeo della moneta.
«Crediamo che ci possa essere a livello europeo un vero diritto di interferenza nei confronti dei bilanci nazionali se non si mantengono gli impegni fissati nel patto di stabilità e crescita», ha spiegato la cancelliera, «so che molti Stati membri non danno la loro disponibilità a riguardo ed è un peccato».

Giovedì, 18 Ottobre 2012

http://www.lettera43.it/economia/macro/ ... 568629.htm

se questa e' l'europa,non doveva essere un consesso di stati con pari dignita'?questa piu'che altro e' un europa del binomio franco tedesco......sarebbe opportuno riprendersi la propria sovranita' attualmente violata o altamente limitata..... [:(!] [:(!] [:(!]

19/10/2012, 10:04

NIENTE DI PIU' SIGNIFICATIVO...!



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(by AlessandroCacciatore) [:D]
Ultima modifica di Ufologo 555 il 19/10/2012, 10:04, modificato 1 volta in totale.

19/10/2012, 10:39

Ufologo 555 ha scritto:

NIENTE DI PIU' SIGNIFICATIVO...!



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(by AlessandroCacciatore) [:D]


beh..
anche ai tempi,
quando le cose andavano bene,
occupazione francia, ecc.
hitler era celebrato come il "pacificatore d`europa"..
probabilmente avra` preso un premio del genere
dal comitato vattelapesca..

sul diritto di ingerenza..
questo vale anche per la germania, penso..
o no ?

ricordo nel passato,
ai tempi della prima crisi,
che germania e francia hannosforato
la regola del 3% deficit debito pubblico,
e nessuno disse niente..

c vuole un po` di elasticita` mentale..


non capsico tutta questa fissazione
sul debito pubblico..

va riformato tutto il sistema..
a partire dalla bce..

19/10/2012, 10:49

Sottoscrivo ...

19/10/2012, 12:02

ma anzike'un super ministro,non eletto,tanto vale fare un unione politica,con un governo (magari federale) regolarmente eletto..................non con personaggi ke decidono e pure al di sopra di ogni controllo......................[:(!]

20/10/2012, 20:29

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http://www.relay-of-life.org/nazi-roots/chapter.html

http://www.relay-of-life.org/nazi-roots ... index.html

21/10/2012, 23:12

Noi in pensione a 67 anni La casta europea 12 anni prima

I dipendenti dell'Unione possono ritirarsi a vita privata già a 55 anni. E con il 70% dell'ultima retribuzione

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... prima.html


ma prima di ingerirsi sulle pensioni di altrui stati,sarebbe opportuno controllassero le proprie.....[;)]

24/10/2012, 17:58

TUTTE LE STRADE PORTANO A “WASHINGTON” (ALTRO CHE MERKOZY)

Sicuramente, il dibattito sull’attuale stato in cui si versa l’Europa è basato principalmente sulle tematiche economiche che sembrano affliggerla: la crisi dell’euro, il ruolo della Bce, il commissariamento de facto di alcuni governi ecc. Per molti, però, queste altro non sono che le classiche tesi “economiciste”, che tralasciano, volontariamente o no, le reali questioni di potere che determinano gli assetti attuali dell’intera zona europea. Per arrivare a comprendere le reali questioni in essere è d’obbligo conoscere le reali motivazioni e gli interessi strategici che posero le basi dell’Europa unita alla fine della seconda guerra mondiale.

Genesi di un progetto a stelle e strisce

Documenti declassificati americani dimostrano come tra gli anni ’50 e ’60 l’intelligence e il governo americano spingessero per una rapida unificazione europea. Un memorandum datato 26 luglio 1950, redatto dal Gen. William Donovan – capo dell’OSS (organismo precursore della Cia) – prescriveva tutte le istruzioni necessarie atte alla creazione di un Parlamento europeo con pieni poteri. L’organizzazione con la quale Washington intendeva plasmare l’agenda europea era la “American Committee for a United Europe” (Acue), creata nel 1948, che vedeva nel suo board Donovan alla presidenze, Allen Dulles (direttore della Cia negli anni ’50) alla vicepresidenza ed altri membri dell’Oss – Cia in importanti ruoli dirigenziali. I documenti dimostrano, inoltre, che l’ACUE fu uno dei più grandi finanziatori del Movimento Federalista Europeo, una delle organizzazioni “europeiste” più importanti dell’immediato dopoguerra. I leader del Movimento Europeo erano Joseph Retinger, Robert Schuman e Paul Henri Spaak, i quali erano considerati perfettamente manovrabili dai loro sponsor americani. I finanziamenti all’ACUE provenivano in larga parte da due fondazioni private americane e precisamente la Ford e la Rockefeller Foundation. Il capo della Ford Foundation, l’ex ufficiale dell’Oss Paul Hoffman, divenne a sua volta, alla fine degli anni ’50, presidente dell’Acue. Anche il Dipartimento di Stato americano rivestì un ruolo importante in questi anni; infatti, in un documento dell’11 giugno 1965 della sezione europea si suggeriva al vicepresidente della Comunità Economica Europea (Cee), Robert Marjolin, di perseguire il progetto dell’unità monetaria furtivamente. Infine, nel documento si raccomandava di soffocare qualsiasi dibattito sulla questione fino a quando “l’adozione di tale proposta non fosse divenuta praticamente inevitabile”.[1]

Tra intromissioni sostanziali e libertà formali

Certamente, la costruzione di un’Europa unita, almeno negli anni post-bellici e pre-caduta Muro di Berlino, era in chiave strategica per gli esiti e le compromissioni derivanti dalla Guerra Fredda. E’ indubbio che il Governo americano abbia influenzato la vita “democratica” dei Paesi europei per assoggettarli alle loro direttive, ed in questo le vicende italiane di quegli anni sono senz’altro l’emblema di questo sistema. Parallelamente alla costruzione europea dettata da trattati di indubbia matrice liberista, – basta vedere il Trattato di Roma del 1957, che istituiva la “libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali” sul territorio europeo – ai singoli Stati europei viene lasciata, almeno apparentemente, mano libera sulle questioni economiche interne. Questi sono gli anni del massiccio intervento statale nell’economia, che portò alla nascita del cosiddetto “Stato sociale” o, per meglio dire, assistenziale. A differenza degli Usa, dove l’intervento statale nell’economia aveva ben poco a che fare con il sociale, l’Europa, che era uscita dalla guerra distrutta e con immensi problemi sociali, aveva bisogno di tenere a bada le masse popolari, essendo essa in pieno confronto con il campo “socialista” dell’Urss. Per questo, la chiave “assistenziale” altro non fu che una scelta strategica di contenimento di eventuali spinte popolari contro il regime capitalistico europeo. Infine, è da notare che i massimi relatori del Trattato di Roma furono Paul-Henri Spaak (Movimento Federalista Europeo) e Jean Monnet, uomo politico formatosi oltre Atlantico sotto la guida del finanziere Paul Warburg (uno dei fondatori del Council on Foreign Relations), che già nel 1943, in una lettera inviata a Roosevelt, sognava un’Europa dove “gli Stati non si ricostituiscano sulla base di sovranità nazionali, ma in forma di federazione che ne faccia un’unità economica comune”.[2]

Il crollo degli equilibri…

Dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino, gli assetti che avevano retto gli equilibri mondiali crollano rapidamente. Il progetto di globalizzazione dei mercati, tanto voluto dai centri di potere americani, finalmente prende corpo: nel febbraio 1992 viene firmato il Trattato di Maastricht che porta alla nascita dell’Unione Europea e della moneta unica; nel dicembre dello stesso anno viene firmato l’accordo del NAFTA, che dà vita all’area di libero scambio tra Usa, Canada e Messico; infine, nell’aprile del ’94 viene firmato l’Accordo di Marrakech, il quale sancisce la nascita dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Sempre in questi anni, e sempre prendendo ad esempio l’Italia, è possibile vedere l’incessante zampino statunitense nei processi di trasformazione dei vari Paesi europei. Ad esempio, in Italia, sembra esserci la “manina d’oltreoceano” nella vicenda giudiziaria di mani pulite, che portò al crollo di un’intera classe politica oramai non più funzionale per i nuovi assetti mondiali. La stessa manina sembrerebbe esserci anche nei processi di privatizzazione dell’industria pubblica italiana, letteralmente cannibalizzata dai centri finanziari angloamericani. Non c’è da stupirsi, poi, del fatto che i cosiddetti tecnocrati europei siano personaggi legati a doppio filo con centri di potere politici e finanziari statunitensi. Sempre prendendo come esempio l’Italia o, in questo caso, gli italiani: Romano Prodi, ex presidente del Consiglio italiano ed ex presidente della Commissione Europea, in passato membro della Goldman Sachs, della General Electric e della Unilever; Mario Draghi, attuale presidente della Bce ed ex governatore della Banca d’Italia, che è stato vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs e membro della Banca Mondiale; Mario Monti, odierno presidente del Consiglio italiano ed ex commissario europeo, affiliato anch’egli alla Goldman Sachs ed ex advisor della Coca-Cola Company e di Moody’s, oltre che ex componente dell’Atlantic Council. Per queste ragioni, non deve stupire l’interessamento ossessivo degli Stati Uniti nelle vicende europee, soprattutto oggi a causa della crisi dell’euro; infatti, gli americani chiedono insistentemente un rafforzamento del fondo Salva-Stati, passo essenziale per rendere, almeno temporaneamente, l’Europa e l’euro più solidi, in modo tale da far divenire il dollaro più competitivo. In conclusione, è bene tenere a mente alcune delle ultime affermazioni di Mario Draghi e di Mario Monti. Il primo ha affermato in un’intervista al Wall Street Journal che “il modello sociale europeo è morto”. Questa affermazione non deve affatto stupire perché oramai, nell’attuale mondo globalizzato, non ci sono più le condizioni politiche, economiche e soprattutto strategiche, affinché l’Europa mantenga ancora il suo sistema di welfare. Le affermazioni di Mario Monti, invece, fatte nel suo ultimo viaggio a Washington, non fanno che avvalorare la tesi della forte subalternità europea nei confronti degli Stati Uniti. Infatti, il tecnocrate ha spudoratamente affermato: “le imprese americane, soprattutto le grandi, sono state sempre tra i fattori di spinta dell’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale”.[3]


Tratto da: TUTTE LE STRADE PORTANO A “WASHINGTON” (ALTRO CHE MERKOZY) | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z2AETl31wZ

http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z2AET6ZTlm

..e' un progetto che proviene da lontano,ma ha digia' causato tanti guai..

26/10/2012, 14:20

ubatuba ha scritto:

TUTTE LE STRADE PORTANO A “WASHINGTON” (ALTRO CHE MERKOZY)


Meno male che ci stiamo svegliando tutti quanti......

26/10/2012, 14:26

Paolo Barnard: "L'euro e la Ue? Un grande inganno
per mettere gli Stati nazionali in mano alle Banche"


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http://notizie.tiscali.it/articoli/inte ... .html?news

Le sue affermazioni sono tassative, taglienti: condizionate dalla necessità di rendere comprensibili ai più, con poche frasi, concetti complessi e spesso mistificati dal mainstream. Ma le sue conferenze richiamano migliaia di persone e le sue partecipazioni ai talk show televisivi colpiscono gli spettatori, lasciano il segno. Paolo Barnard, saggista e giornalista d’inchiesta, co-fondatore di Report ed autore di un saggio (“Il più grande crimine”) assurto ai successi di Internet, è uno di quegli uomini contro corrente, capaci di rischiare di persona per difendere le sue idee e perciò rari nel panorama dell’Italia contemporanea. L’abbiamo raggiunto telefonicamente, anche in previsione della sua tappa di Cagliari del 27 ottobre, e non ha deluso le attese, illustrando con passione le sue tesi sul grande inganno perpetrato dai poteri finanziari ai danni dei cittadini.

Dottor Barnard, nel suo saggio lei parla di un grande crimine compiuto nei confronti delle popolazioni, aggiungendo che la democrazia sotto taluni punti di vista è in pericolo. Può essere più chiaro?

“I cittadini devono capire che le élites che guidavano i destini dei popoli fino all’avvento delle democrazie non si sono mai rassegnate a perdere quello che avevano e che dominavano con potere assoluto, cercando nel corso degli ultimi decenni di mantenere o recuperare il controllo della ricchezza mondiale. Questo è stato fatto in particolare in Europa con un disegno venduto all’opinione pubblica e alle classi politiche come unità europea. Esso nascondeva invece solo un programma di dominio della ricchezza del Vecchio Continente. Noi abbiamo identificato tale disegno facendo una ricerca storica, dando nomi e cognomi ai protagonisti e individuando come ultima tranche di questa operazione la creazione dell’unione monetaria europea. Un programma di spoliazione dei beni comuni a favore delle élite con la sottomissione totale degli Stati attraverso la sottrazione della moneta”.

Dunque l’abolizione della moneta nazionale è stato nient’altro che uno stratagemma per favorire gli interessi colossali della finanza e delle banche?

“Esattamente, ma il discorso è ancora più semplice. Il cittadino deve capire che in una qualsiasi nazione moderna solo due entità possono creare il bene finanziario, la moneta: lo Stato e le banche. Se attraverso un disegno ideologico-economico tu arrivi a ottenere la cancellazione del potere dello Stato, e ad emettere e gestire il denaro, cosa rimane? Solo le banche. Ed esse diventano, di fatto, lo Stato. Questo è quanto è successo con l’Unione Europea, una cosa totalmente anticostituzionale. Il più grande attentato alle Costituzioni degli Stati mai fatto. Con l’eurozona i proprietari della moneta sono le banche internazionali, con a capo la Banca Centrale Europea (Bce). Esse sono di fatto ‘gli Stati’”.

Ma se la Bce emettesse moneta la situazione sarebbe diversa?

“La Bce non ha limiti tecnici nella creazione della moneta Euro, ma non lo vuole fare. E’ una scelta politica per favorire l’operazione di spoliazione e impoverimento di molti Stati europei e banchettare attraverso le speculazioni. Ciò è sotto gli occhi di tutti. Non si tratta di qualche teoria del complotto, basta aprire un giornale per rendersi conto di quanto sta succedendo”.

Una delle cose su cui si basano le teorie neoliberiste imperanti in Europa e in Italia è la necessità di debellare il debito. Ma lei sostiene nel suo saggio che il debito non è un problema, perché se un governo spende a "deficit positivo" i cittadini si arricchiscono e ciò consente ai Paesi di non avere problemi. Le sarei grato se spiegasse meglio questo concetto.

“E’ un concetto molto complesso di macroeconomia degli Stati che si può cercare di riassumere rapidamente in questo modo: se noi abbiamo uno Stato che possiede la propria moneta, quando spende per qualsiasi lavoro pubblico o per pagare stipendi, accredita conti correnti. Questo denaro esce dalle casse come debito e si accredita come positivo nei conti correnti che lo ricevono. Lo stesso accade quando lo Stato emette un titolo di Stato. Allorché il cittadino lo compra, il suo denaro passa dal suo conto al ministero del Tesoro, e il cittadino guadagna attraverso interessi superiori. Anche in questo caso per il cittadino c’è un attivo e non un passivo. Ora, siccome lo Stato spende unicamente in questi due modi, accreditando conti correnti o emettendo titoli di Stato, ecco che la sua spesa, ergo debito pubblico, si traduce automaticamente nell’attivo dei cittadini”.

Invece?

“Nel momento in cui allo Stato viene sottratto il potere di emettere la sua moneta, indebitando semplicemente se stesso con se stesso, deve andare a prenderla nei mercati dei capitali privati, nelle banche private come accade oggi con l’euro. E a questo punto il debito dello Stato diventa anche il debito dei cittadini. E quando lo Stato deve restituire questo debito alle banche private è costretto a prendere i soldi dai cittadini con le tasse”.

Dal punto di vista della tenuta democratica in Europa, qual è il vero rischio di quello che sta succedendo? Lei parla di una Europa della finanza e non dei popoli i cui organismi sono controllati da poteri fortissimi.

“E’ stata la costruzione stessa dei trattati europei a decretare ciò. La popolazione spesso non sa, perché queste cose le approfondiscono gli studiosi e i giornalisti onesti, che i trattati sono stati imposti senza referendum, ovvero senza che i cittadini avessero la possibilità di capirli ed approvarli. Tali trattati sanciscono l’esistenza di un potere europeo superiore a quello dei governi nazionali, alle Costituzioni e ai parlamenti nazionali. Trattati come il Fiscal Compact o il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) aboliscono del tutto la sovranità dei parlamenti in particolare in materia economica”.

Ma è possibile che la politica non riesca ad arginare certi poteri?

“I politici spiccioli sono ignoranti e non sanno nulla anche se firmano quei trattati, mentre altri tecnocrati come Scognamiglio, Amato, Ciampi, Prodi, D’Alema, Monti, Draghi sanno benissimo di cosa si tratta e dovrebbero rispondere per aver avvicinato l’Italia alla perdita della democrazia e della sovranità parlamentare e costituzionale”.

Il rischio è alla fine che gli Stati siano governati da persone non elette da nessuno?

“Non solo c’è un rischio: è già così. La commissione europea è composta da tecnocrati che nessun cittadino europeo ha eletto e crea direttive a cui tutti gli Stati devono sottoporsi. Il parlamento europeo che noi eleggiamo invece non può fare leggi”.

Però si fa opera di convincimento con l’opinione pubblica facendogli credere che le misure più pesanti sono necessarie per salvare l'economia arrivata sull'orlo del baratro. Si parla di deficit, di debito da sanare e così via. Ma è proprio vero che il mercato deve dettare le regole della nostra vita in maniera così sfrenata?

“Assolutamente no, la storia è ribaltabile. Ci hanno messo in questa situazione, non eravamo in uno stato talmente grave da giustificare quanto si sta facendo. L’Italia era, con la lira, uno dei sette Paesi più ricchi del mondo. Aveva il maggior risparmio privato del pianeta, oggi invece ci hanno ridotti a pigs d’Europa. Non eravamo in emergenza e ora lo siamo. Ci hanno raccontato la bugia del debito pubblico e il cittadino c’è cascato, e non può controbattere alle argomentazioni dei tecnocrati. Quelli tesi a convincerci che l’Italia è un Paese spendaccione, quando non è vero, che aveva un debito disastroso, quando non è vero perché era l’attivo dei cittadini”.

Ma come si può reagire e uscire da questa situazione?

“Informandosi e prendendo coscienza della verità. Per questo anche a Cagliari ci sarà una conferenza con due economisti americani e un francese di fama mondiale. Cercheremo di dare ai cittadini gli strumenti per reagire, illustrando un manifesto di Salvezza nazionale economica che ognuno potrà usare per chiedere alla politica di condurre il Paese fuori da questo disastro. La Sardegna, per esempio, è una regione vergognosamente abbandonata dall’Europa, e questa politica economica del governo affosserà sempre più simili territori. Questi hanno bisogno di essere aiutati a svilupparsi, non con politiche sbagliate e corrotte come negli anni passati, ma con teorie nuove come la Modern Money Theory capaci di indirizzare la spesa pubblica positiva e creare lavoro e piena occupazione”.

Ecco, la piena occupazione. Uno dei tasselli delle politiche keynesiane e quindi della sinistra di una volta. Non voglio chiederle qual è la sua simpatia per i partiti attuali, ma non crede che la sinistra oggi sia carente nel far valere suoi capisaldi ideologici come il diritto al lavoro, le garanzie per i più deboli, lo stato sociale?

“Il popolo di sinistra oggi è ingannato, anzi straingannato, da burocrati di partito e giornalisti cosiddetti di sinistra. Certa sinistra ha troppi interessi da tutelare e molti suoi rappresentanti sono cooptati nei giochi delle grandi banche”.

I cittadini possono sperare in un segnale di cambiamento in occasione delle elezioni del 2013?

“Purtroppo no. Non abbiamo ancora un’idea chiara di quanto dovrebbe fare l’Italia per tornare alla sua prosperità e ricchezza. Non abbiamo soprattutto all’orizzonte nessun politico in grado di portare avanti un piano di salvezza nazionale”.


25 ottobre 2012
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