06/05/2013, 19:59
mik.300 ha scritto:bleffort ha scritto:
Sentite cosa ha detto Obama oggi:In Siria sono state usate armi chimiche ,però non siamo ancora certi chi le ha usate,però una cosa è sicura:se è stato il Regime di Assad,agiremo con determinazione.
Avete capito?,non ha citato minimamente se sono stati I RIBELLI,solo contro Assad e...sicuramente troveranno le prove che sia stato il Regime.
![]()
SI MA...... INVENTATE!! -
peggio...
http://www.repubblica.it/esteri/2013/04 ... -57787059/
Poi, il tema più caldo, il fattore in grado di mutare la situazione in modo radicale: "Ci sono prove che siano state usate armi chimiche in Siria, ma non sappiamo dove, come, quando e chi le abbia usate".
cioè..
e se sono stati i ribelli..
obama li bombarda ??
roba da pazzi.................................................
bleffort ha scritto:Ufologo 555 ha scritto:
No, sa che è sato il Governo (è anche logico).
No! ....se ragioni con la logica,non può essere stato il Governo Siriano,tu credi che sono così stupidi???.,io non credo.
08/05/2013, 10:58
La Siria non ha più Internet
Da ieri sera tutto il traffico online da e verso il paese si è interrotto, dice Google
Diverse società che si occupano di fornire servizi su Internet e di monitorare i flussi di dati, tra cui Google, hanno detto che da martedì sera tutti collegamenti Internet tra la Siria e il resto del mondo sono stati interrotti.
Il servizio di Google Rapporto sulla trasparenza ha registrato che, a partire dalle 21.45 (ora locale) di martedì 7 maggio, il traffico diretto ai suoi servizi proveniente dalla Siria si è interrotto e da allora non è più ripreso. Un dirigente di Google ha detto che una cosa simile è già successa solo due volte in passato: in Siria lo scorso novembre, quando il blocco durò tre giorni, e in Egitto durante la Primavera araba. Diversi paesi – attualmente cinque, oltre alla Siria – bloccano del tutto singoli servizi di Google, come YouTube (bloccato da Pakistan, Bangladesh, Cina e Iran) ma la Siria è l’unica che ha in questo momento un blocco totale: il che significa, secondo gli esperti, che nel paese non è possibile accedere a Internet. Allo stesso tempo, molti siti con base in Siria (dominio .sy) sembrano essere al momento irraggiungibili.
Un’altra società che raccoglie dati sul traffico Internet, Umbrella Security Labs, ha pubblicato alcune informazioni tecniche sul blocco. Dato che i paesi confinanti non sembrano aver registrato interruzioni o difficoltà rilevanti, non sembra possibile che le difficoltà di connessione vengano da un guasto a uno dei diversi cavi che connettono fisicamente la Siria al resto del mondo.
Nel paese è in corso una violenta guerra civile che prosegue ormai da due anni. Le autorità siriane hanno già isolato in passato i servizi Internet e telefonici in alcune aree del paese per impedire le comunicazioni dei ribelli, spesso in occasione di operazioni militari.
http://www.ilpost.it/2013/05/08/la-siri ... -internet/
08/05/2013, 11:03
GIANLUCA1989 ha scritto:
LA SIRIA E' SENZA INTERNET COME DA google transparency report
08/05/2013, 19:08
Angel_ ha scritto:GIANLUCA1989 ha scritto:
LA SIRIA E' SENZA INTERNET COME DA google transparency report
Bruttissimo segnale...
08/05/2013, 23:17
GIANLUCA1989 ha scritto:
Vanno capite le cause comunque il fatto che un intera nazione venga tagliata fuori da internet è inquietante.
09/05/2013, 00:04
zakmck ha scritto:GIANLUCA1989 ha scritto:
Vanno capite le cause comunque il fatto che un intera nazione venga tagliata fuori da internet è inquietante.
Forse un test di distacco controllato. La rete si e' rivelata un formidabile strumento di coordinamento e in quanto tale e' pericolosa.
09/05/2013, 08:44
Thethirdeye ha scritto:zakmck ha scritto:GIANLUCA1989 ha scritto:
Vanno capite le cause comunque il fatto che un intera nazione venga tagliata fuori da internet è inquietante.
Forse un test di distacco controllato. La rete si e' rivelata un formidabile strumento di coordinamento e in quanto tale e' pericolosa.
Solo di coordinamento? Diciamo che attraverso la rete arrivano informazioni
circa le vere anomalie e i veri responsabili di quanto sta accadendo.......
GAS IN SIRIA ? E’ DEGLI OBAMA’S BOYS
http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... amas-boys/
09/05/2013, 09:05
09/05/2013, 10:37
Thethirdeye ha scritto:zakmck ha scritto:GIANLUCA1989 ha scritto:
Vanno capite le cause comunque il fatto che un intera nazione venga tagliata fuori da internet è inquietante.
Forse un test di distacco controllato. La rete si e' rivelata un formidabile strumento di coordinamento e in quanto tale e' pericolosa.
Solo di coordinamento? Diciamo che attraverso la rete arrivano informazioni
circa le vere anomalie e i veri responsabili di quanto sta accadendo.......
GAS IN SIRIA ? E’ DEGLI OBAMA’S BOYS
http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... amas-boys/
09/05/2013, 11:15
Ufologo 555 ha scritto:
Vedi, caro, ognuno scrivele proprie ... "informazioni"; chi non le ha mi giuste, siamo ... noi!
13/05/2013, 15:55
17/05/2013, 10:19
Erdogan chiede agli Usa una no fly zone sulla Siria
Le dichiarazioni di Obama ed Erdogan a Washington vanno all'unisono: «Vogliamo una Siria libera dalla tirannia di Assad, siamo in pieno accordo. Bisogna porre fine a questa sanguinosa crisi ed istituire un nuovo Governo». Ma il vertice tra il presidente americano e il premier turco sulla Siria, anzi sarebbe meglio dire sulla "ex Siria", ha dato risultati più ambigui di quanto emerga dall'ufficialità perché questa nazione disintegrata difficilmente verrà ricomposta, come è già accaduto all'Iraq dopo l'invasione del 2003 quando i turchi si opposero strenuamente all'attacco Usa contro Saddam.
Erdogan, che portava le prove dell'uso di armi chimiche da parte del regime, ha tentato di convincere l'America a intervenire nel cuore del Levante arabo, magari istituendo una "no fly zone" con la Nato. Una sorta di paradosso, accompagnato dalle memorie dell'occupazione dell'Iraq e dai timori americani che in Siria si costituisca una sorta di emirato islamico guidato dalla guerriglia jihadista.
Barack Obama, prima di fare il gran passo, intende esaurire le labili chance affidate al vertice di Ginevra concordato, a fatica, con la Russia. Aumenteremo le pressioni su Assad ha promesso il presidente, ma «non abbiamo formule magiche».
È questo un incontro che trova due protagonisti al bivio di una scelta, in mezzo a un guado. Erdogan è alle strette dopo l'attentato nella città di confine di Reyhanli che ha ucciso oltre 50 persone: Ankara ha accusato il regime di Damasco mentre la popolazione turca ha protestato contro il Governo che ha accolto 200mila profughi (non ufficiali sono 400mila) e ora si sente un bersaglio della guerra. Erdogan ha puntato gran parte del suo prestigio appoggiando le primavere arabe e la caduta di Bashar Assad. In questa chiave si è giocato la carta dell'accordo di pace con il Pkk curdo di Abdullah Ocalan, raggiunto grazie a un'intesa con il Kurdistan iracheno di Massud Barzani, in una partita da cui spera di uscire vincitore con l'obiettivo di insediarsi nel 2015 sulla poltrona presidenziale.
L'amministrazione Obama, a sua volta, è costretta a decidere se la tattica americana di contenimento dell'instabilità regionale sia sostenibile. In realtà gli americani hanno delegato questo conflitto ai loro alleati mediorientali come la Turchia che insieme agli arabi qatarini e sauditi ha alimentato una guerriglia sfuggente, al punto che il gruppo dominante sul campo è quello islamico di Jabat al Nusra, affiliata di al-Qaida. È stato il risultato di un clamoroso errore di calcolo: dopo l'inizio della rivolta nel marzo 2011 si pensava che il regime, con qualche spallata, sarebbe crollato in pochi mesi. Non è andata così: e ora non si sa né come fermare il massacro né come avviare una transizione che eviti un crollo disastroso ai confini di Israele, del Libano, dell'Iraq e della Giordania.
Ma sul tavolo dell'incontro di Washington c'è anche una posta economica strategica. Erdogan ha chiesto a Obama che la Turchia non resti fuori dalla Translatlantic Trade and Investment Partnership, il progetto di zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. La sua esclusione potrebbe portare a una contrazione del 2,5% del Pil turco. Ci sono due strade: un accordo parallelo con gli Usa o pressioni sull'Unione per includere la Turchia nei negoziati. Ma Bruxelles esita perché con Ankara si è aperto un duro contenzioso sugli accordi doganali del'96. Se la guerra siriana turba i sonni di Erdogan, un fiasco su questo dossier potrebbe essere in prospettiva ancora più fatale: le sue vittorie travolgenti e quelle del partito islamico conservatore Akp si sono fondate in questo decennio sui successi economici (una crescita media dal 2002 a oggi del 5,2% annuo), non sulla religione o sui progetti di ricostituire una sfera di influenza neo-ottomana. Anche per lui vale lo slogan clintoniano: It's the economy stupid!
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=Ab9XYdwH
17/05/2013, 10:50
19/05/2013, 16:10
Siria, missili schierati contro Tel Aviv
Lo scrive il Sunday Times: "I militari hanno l'ordine di colpire in caso di attacchi da Israele"
15:25 - Sale la tensione in Medioriente. Secondo quanto rivelato dal Sunday Times, Damasco avrebbe spostato le proprie batterie di missili Tishreen puntandole contro Tel Aviv. L'avvertimento a Israele è chiaro: colpiremo in caso di un nuovo raid in territorio siriano. L'esercito fedele ad Assad, intanto, è entrato nel centro di Qusayr, cittadina nella regione centrale di Homs, teatro nelle ultime settimane di violenti scontri con i ribelli.
Nella rappresaglia dei militari sarabbero stati uccisi oltre 40 terroristi. Altre decine si sarebbero arresi.
"Soldati hanno l'ordine di colpire" - L'esercito siriano ha iniziato a dispiegare i missili avanzati terra-terra Tishreen, capaci di trasportare una testata da mezza tonnellata, scrive il Times, precisando che queste informazioni derivano dal monitoraggio satellitare delle forze siriane. I militari, afferma il quotidiano, "hanno ricevuto ordine di colpire Israele in caso di altri attacchi in Siria".
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... aviv.shtml
Damasco: "Colpiremo in caso di un nuovo raid israeliano"
Sunday Times: missili siriani puntati verso Israele
L'esercito siriano ha iniziato a dispiegare i missili avanzati terra-terra Tishreen, capaci di trasportare una testata da mezza tonnellata, scrive il Times, precisando che queste informazioni derivano dal monitoraggio satellitare delle forze siriane
---
La Siria avrebbe spostato le proprie batterie di missili Tishreen puntandole verso Israele e avverte: colpiremo in caso di un nuovo raid israeliano in territorio siriano. Lo rivela il Sunday Times.
L'esercito siriano ha iniziato a dispiegare i missili avanzati terra-terra Tishreen, capaci di trasportare una testata da mezza tonnellata, scrive il Times, precisando che queste informazioni derivano dal monitoraggio satellitare delle forze siriane. I militari, afferma il quotidiano, "hanno ricevuto ordine di colpire Israele in caso di altri attacchi in Siria".
19/05/2013, 16:33
The S-300 is regarded as one of the most potent anti-aircraft missile systems currently fielded.[3] Its radars have the ability to simultaneously track up to 100 targets while engaging up to 12. S-300 deployment time is five minutes.[3] The S-300 missiles are sealed rounds and require no maintenance over their lifetime.
Fonte:http://en.wikipedia.org/wiki/S-300_%28missile%29