Google: “Abbiamo rimosso un video che raccontava l’omicidio di Berlusconi”
27 giugno 2011
Il rapporto sulla trasparenza di Mountain View racconta gli interventi per violazione della policy in tutto il mondo. E si scopre che…
Su esplicita richiesta della polizia italiana, Google ha rimosso da YouTube, nel 2010, un video critico di Silvio Berlusconi in cui si simulava l’assassinio del presidente del Consiglio. Lo rivela un rapporto sulla trasparenza pubblicato oggi a Washington dal colosso di Mountain View, in cui si spiega che la segnalazione venuta dall’Italia è’ stata presa in considerazione in quanto il video violava le regole del sito e che per questo era stato ritirato.
SOSTIENE GOOGLE – Dice Google nel suo rapporto, testualmente:
We received a request from the Central Police in Italy for removal of a YouTube video that criticized Prime Minister Silvio Berlusconi and simulated his assassination with a gun at the end of the video. We removed the video for violating YouTube’s Community Guidelines.
Dal rapporto risulta che i paesi che piu’ sovente hanno chiesto di togliere una serie di link o di fornire informazioni sugli utilizzatori ci sono Gran Bretagna, Corea del Sud e Stati Uniti. Il rapporto sulla trasparenza appena pubblicato si riferisce al secondo semestre 2010. Per la prima volta e’ stato diviso per paese, per maggiore chiarezza, ha spiegato sul suo blog Matt Braitwaite, responsabile dell’unita’ incaricata di gestire al trasparenza in seno a Google. Intanto da Dublino il numero uno di Google, Eric Schmidt, ha detto temere che con la primavera araba aumenteranno le richieste di censura da parte dei paesi con regimi piu’ o meno autoritari.
LA SITUAZIONE IN ITALIA – Secondo Google, Mountain View ha ricevuto dal nostro paese 49 richieste di rimozioni di video da non meglio specificati esponenti (ovvero: istituzioni) del Paese. La Big G. dice esplicitamente di aver ricevuto la richiesta di rimozione dalla polizia postale, ma evidentemente ne sono arrivate altre. In totale i contenuti erano 131, ovvero qualcosa di meno di un contenuto al giorno; quasi una richiesta ogni tre giorni. Praticamente, numeri da emergenza sociale. Nel dettaglio, si tratta di una richiesta di rimozione per violazione della legge sul copyright e una per i risultati della ricerca, ben ventuno richieste per diffamazione, quattro per privacy e sicurezza, tre per pornografia, nessuna per violenza, nessuna per discorsi di incitamento all’odio, più altre due genericamente definite (una per Youtube, una per Gmail). Già da qui si potrebbe capire quali sono i reati maggiormente tutelati in questo paese, tanto da spingere un organo ufficiale a chiedere la rimozione ad un’azienda con sede negli Stati Uniti. Il 100% delle richieste è stato esaudito. Per dare un termine di paragone, dal Giappone, che ha più del doppio della nostra popolazione (e quindi il doppio delle persone da tutelare potenzialmente dal reato derivato dall’abuso della libertà di parola, un reato meno spregevole, di sicuro, della pornografia o della violenza) sono arrivate 26 richieste di rimozione, di cui dieci per diffamazione.
E UN ALTRO TERMINE DI PARAGONE – Gli Stati Uniti hanno ricevuto 54 richieste per un totale di 1421 contenuti. Ben 34 erano richieste di diffamazione. Una percentuale altissima. Tornando all’Italia, il grafico di Google ci dice che la maggior parte delle richieste di rimozione (ricordiamolo: tutte soddisfatte, mentre il Giappone era a 50% e gli Usa – paese d’origine di Google – intorno al 90%) arriva dai tribunali, le altre da quello che Mountain View chiama potere esecutivo (polizia, etc). Che bel paese, il nostro.
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