Benissimo indignarsi per lo stato del patrimonio storico italiano, ma assolutamente pretestuoso prendersela con Bondi e con questo governo.
è solo malafede di certa stampa e di certa politica che non aiuta a risolvere il problema del degrado artistico.
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UNA PROFEZIA DI CEMENTO NELL' ANTRO DELLA SIBILLA
Repubblica — 14 agosto 1988
...Il monte di Cuma dove sorge l' acropoli è quasi deserto. All' ingresso parliamo con il custode, dice che Cuma meriterebbe più di Pompei, perchè più antica: è stata greca e poi anche romana. Invece a Pompei passano due milioni di visitatori l' anno e qui, in questa stagione, non più di trenta o quaranta persone al giorno. D' inverno il numero dei visitatori cresce: ma sono i ragazzini delle scolaresche, che scassano tutte cose. Il custode sospira: i ragazzini corrono sui muretti, si tirano i sassi. Sono una maledizione. All' ingresso dell' antro della Sibilla cumana sono murate due lapidi con versi di Virgilio, in latino, ricoperte dalle solite scritte con la spray nero: la scuola dell' obbligo è servita a qualche cosa. Non c' è un solo pannello che traduca, spieghi, illustri. L' antro mantiene un certo suo fascino, con la galleria tagliata nel tufo e attraversata da lame di luce..
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CACCIA AI TESORI DA SALVARE
Repubblica — 11 dicembre 1987
...Ma andiamo oltre: nell' elenco dei vecchi problemi vediamo scorrere immagini e dizioni che ci parlano di impoverimento per furti, esportazioni e scavi abusivi, di deterioramento per incuria, vandalismo, mancanza di tempestività: un esempio per tutti, Pompei che muore improtetta sotto il cielo e le sue intemperie....
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MA SE I MONUMENTI CADONO A PEZZI LA COLPA E' ANCHE DEI MASS MEDIA...'
Repubblica — 24 marzo 1989
...A che serve andare avanti negli scavi di Pompei se poi quell' esercito di turisti si porta via le tessere dei mosaici come souvenir (ma ci pensate che bastano 10.000 persone per rubare 1 metro quadro di putti e lesene del 79 dopo Cristo e che i visitatori degli scavi sono ogni anno più di 1 milione)?..
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'SONO PIU' DI MILLE I MONUMENTI A RISCHIO'
Repubblica — 27 febbraio 1991
...Si sgretola il barocco di Noto e il duomo di Pienza, le razzie svuotano Pompei ed Ercolano, vacilla Santa Maria del Fiore, scivola a valle il santuario de La Verna, muore lentamente l' Italia dell' arte disegnata nei secoli, le mura, gli archi, le architetture perfette...
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SCAVA SCAVA TROVI POMPEI
Repubblica — 07 febbraio 1993
...La classifica dei musei più visitati ripropone fatalmente la vecchia questione del degrado in cui versano gli scavi pompeiani. Dopo le critiche nel novembre scorso del Sunday Times (con successive scuse dell' autrice dell' articolo e del redattore capo al soprintendente agli scavi pompeiani, Baldassarre Conticello), è tornato un mese fa all' attacco un altro giornale inglese, The Guardian. "Italy' shame" (Vergogna d' Italia) è il titolo di un ampio articolo di David Mellor sulla "seconda distruzione di Pompei". Il resoconto della sua visita agli scavi non è tra i più lusinghieri: cani che abbaiano, turisti frastornati, Ciceroni improvvisati e distruzione ovunque. "Benvenuti a uno dei grandi tesori culturali di uno dei paesi più sviluppati nel mondo", recita il sommario di presentazione. Poi la condanna senza appello: "L' Italia dovrebbe vergognarsi"...
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POMPEI MUORE UN' ALTRA VOLTA
Repubblica — 19 settembre 1995 pagina 29 sezione: CULTURA
...Pompei - La città morta più famosa del mondo muore di nuovo, seppellita non dalla lava ma dall' incuria. Che sprecoé Con oltre due milioni di visitatori - tanti saranno i turisti approdati agli scavi in questo 1995 - Pompei si conferma il monumento più visitato d' Italia e uno dei più frequentati in assoluto. La città della memoria è insomma una risorsa in ogni senso - economico, scientifico, ' di immagine' -, una ricchezza, come usa dire, che tutti ci invidiano. Ma le erbacce crescono tra le famose rovine e i muri cedono corrosi dalla cattiva gestione, più che dal tempo. Negli anni della direzione Sisinni al ministero e di Conticello alla locale soprintendenza (che comprende anche Ercolano, Stabia e Oplonti) i problemi si sono trascinati senza soluzione e ora l' effetto accumulo minaccia il complesso. Un declino senza speranza?...
...Venendo qui ho trovato una situazione di diffusa ingovernabilità, incoraggiata dalla prassi del ' lasciar correre' ", dice Guzzo nella palazzina degli uffici accanto al tumultuoso ingresso dell' area archeologica. ...
...Ma i veri nemici di Pompei non sono alle porte bensì all' interno del recinto e si chiamano leggi arcaiche, favoritismi, arbitrii corporativi. La scarsa manutenzione sta causando un degrado che risulta evidente a chiunque visiti la città dissepolta. Parte degli àmbiti rimane chiusa al pubblico perché inagibile. Ma se volete il custode vi fa entrare, in via eccezionale e previa corresponsione di una mancia. All' occorrenza e sempre per arrotondare lo stipendio, vi fa anche da cicerone, attività vietata dal regolamento. Ma il regolamento, si sa, va interpretato con partenopea tolleranza. Non parliamo poi dei turni di lavoro, che seguono usanze particolari, degli assenti cronici e delle visite fiscali pro forma, del servizio notturno e degli ingegnosi escamotage per evitarlo né di tutto l' apparato di furberie e abusi che il contratto di impiego pubblico consente. Come già le gallerie di Brera, anche gli scavi di Pompei sono un ostaggio nelle mani dei custodi, cioè di una consorteria sempre pronta, per difendere la preda, a brandire l' arma dello sciopero, ben sapendo che uno sciopero a Pompei finisce sulle prime pagine dei giornali. ...
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POMPEI? MEGLIO SEPPELLIRLA DI NUOVO
Repubblica — 26 agosto 1997 pagina 24 sezione: CRONACA
NAPOLI - Suddividere le rovine di Pompei in varie sezioni ed assegnarle a diverse Università per tutelarle, completare gli scavi e classificare i ritrovamenti già effettuati. Oppure, come propone qualche studioso, riseppellire addirittura alcune parti della città. Sono alcune delle 'soluzioni' delineate dalla rivista 'Newsweek' per frenare il deterioramento ed il degrado di una delle meraviglie dell' archeologia mondiale rovinata, afferma la rivista, dai turisti e dall' incuria....
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'IMPRENDITORI ADOTTATE POMPEI'
Repubblica — 21 settembre 1997 pagina 28 sezione: CRONACA
TORINO - Incuria e popolo dei turisti possono riuscire là dove persino il Vesuvio ha fallito: distruggere Pompei per sempre. A evocare questa immagine doppiamente apocalittica è il vicepresidente del consiglio, Walter Veltroni, che ieri a Torino ha lanciato l' allarme per la città sepolta. Un primo segnale era venuto nelle settimane scorse dalla denuncia del settimanale "Newsweek", che aveva sottolineato il degrado di Pompei, chiamando in causa turisti, vandali e corruzione politica. Ora Veltroni, che ha parlato ieri a Torino al convegno "Politica dei beni culturali e cultura d' impresa", ribadisce l' urgenza del problema. "C' è una nuova emergenza in Italia - dice - ed è l' emergenza Pompei. Se non si interviene potremmo decretare la sua seconda morte". Il vicepresidente del Consiglio, che ha la delega per i Beni culturali, rileva che "tra il '56 e il '97 si è dimezzata la superficie visitabile degli scavi, anzi si è passati dal 36 per cento al 12 per cento di aree visitabili di questo grande patrimonio artistico. ...
Cita:
Lo scempio del secondo sito archeologico del mondo 'Chiediamo una commissione con un delegato Unesco'
Repubblica — 12 settembre 2000 pagina 10 sezione: NAPOLI
La telenovela Pompei sembra non dover finire mai. Dopo Baglioni e i diserbanti nocivi, ieri è nata l'ultimissima polemica sul secondo sito monumentale per numero di visitatori al mondo dopo la Valle dei Re. Tocca questa volta alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici sepolti dall'eruzione vesuviana. «Ecco lo scempio di Pompei, ecco la verità sugli Scavi». È enfatico il tono di Raffaele Bruno, segretario regionale del MsiFiamma tricolore, di fronte alle foto affisse a due grandi tabelloni sulle pareti della sede missina dentro lo splendido e cadente Palazzo Maddaloni. «Questo non è un fotomontaggio~», spiega. Un anonimo cittadino ha spedito al Msi le immagini a colori di alcune case di Pompei chiuse al pubblico, le cui didascalie adesso recitano: «Solai crollati» nella Casa dei Quattro Stili; «affreschi caduti a pezzi» nella Casa delle Nozze d'argento, «intonaci staccati, puntelli precari e muffe ed erbacce ovunque» nella Casa di Cecilio Giocondo, «impalcature crollate» nella casa del Vicolo dei Vettii al numero 36 ed «affreschi protetti in modo sbagliato e prossimi alla rovina» nella Casa dell'Efebo. Le fotografie, ingrandite da Bruno, mostrano che neanche i più celebri «must» degli Scavi sono esenti dall'incuria: l'affresco del peristilio della Casa dei Vettii, per esempio, è in cattive condizioni, in via Vesuvio l'accesso è impedito ai visitatori da topi e insetti, mentre le erbacce ricoprono il suolo della Casa degli Amorini Dorati e i rifiuti giacciono abbandonati nei pressi della Casa degli Epigrammi greci...