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MessaggioInviato: 04/03/2013, 19:55 
2013, fuga dall'euro. Non è un film di fantascienza, o almeno non lo stanno girando soltanto nell'Europa del Sud, tra Lisbona e Atene passando per Roma. La novità è che un partito anti-moneta unica ora è nato anche nella ricca, eurocentrica Berlino: si chiama "Alternativa per la Germania" ed è un po' il Fare per fermare il declino (sì, suona paradossale) teutonico. Riunisce economisti e imprenditori di spicco, primo fra tutti l'ex capo di Confindustria Hans-Olaf Helkel, oltre a politici centristi come l'ex Cdu Alexander Gauland. La loro idea è chiara: l'euro è già morto, si tratta di capire quando si celebrerà il funerale. Colpa, naturalmente, di Grecia, Spagna, Portogallo e pure Italia, oltre che della Francia che sta premendo per misure molto più blande sul rigore e sul deficit. "Bisogna salvarsi fin che si può", è il messaggio degli anti-euro tedeschi, preoccupati anche dalla possibile "invasione" di bulgari e romeni.

Gli anti-euro in Europa - Tema, questo, assai caro anche agli inglesi dell'Uk Independence Party di Nigel Farage, gli euroscettici d'Albione. Tendenza, quella contro l'euro e in generale l'Unione europea, diffusa naturalmente in tutti i paesi a rischio: in Grecia la sinistra radicale di Syriza sta facendo opposizione selvaggia al governo di Samaras, rigorista per non far uscire Atene dalla moneta unica. In Portogallo si scende in piazza contro l'austerity accettata dal governo di centrodestra di Pedro Passos Coelho, e lo si fa al grido Que se lixe a Troika (letteralmente, "che la Troika si fotta"...). E in Francia, come detto, è lo presidente socialista François Hollande a sottrarsi all'obbligo di ridurre il deficit al 3% del Pil. Posizione forte, superata solo da quella anti-euro spinta del Front National di Marine Le

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... -puo-.html

speriamo che proprio l'implosione dell'euro avvenga dal suo interno....[;)]


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MessaggioInviato: 04/03/2013, 22:16 
ELEZIONI, L'EUROPA RISCHIA LA DISGREGAZIONE?
di Alberto Bagnai - 4 marzo 2013
http://www.cadoinpiedi.it/2013/03/04/el ... zione.html


L'esito delle elezioni permette ai tedeschi di insistere sulla strada del discorso orientato che hanno fatto sinora, attribuendo la crisi all'inaffidabilità degli italiani. Risultato? La Germania potrebbe prendere in considerazione l'opzione "sganciamento" dall'Europa

"La sostenibilità del debito pubblico italiano è in pericolo. Non si può pretendere che i partner europei dell'Italia e la Bce stabilizzino l'economia italiana, quando gli italiani non sono pronti ad attuare le riforme". Queste le dichiarazioni, dure, che il consigliere economico della cancelliera Merkel Lars Feld, ha rilasciato all'indomani dell'esito del voto in Italia, che ha consegnato l'immagine di un Paese spaccato, instabile, su cui grava il rischio ingovernabilità. Rischio evidentemente temuto dai partner dell'eurozona, e in particolare dalla Germania, anche per i riflessi, negativi, sui mercati finanziari.
Abbiamo chiesto ad Alberto Bagnai, Professore associato di politica economica presso l'Università di Pescara, di tracciare per noi il quadro della situazione.

Professore, la Germania sembra non aver gradito l'esito del voto in Italia. Che significato hanno, in questo senso, le dichiarazioni di Feld?


Sono dichiarazioni che in realtà non giungono del tutto inattese perché aderenti alla linea che gli opinionisti tedeschi stanno tenendo dallo scoppio della crisi: una linea che, nell'ottica del "gioco politico" interno alla Germania, cerca di presentare questa crisi come dovuta esclusivamente al comportamento incauto o comunque poco consono alla razionalità economica degli altri paesi dell'eurozona.
Purtroppo, però, questo tipo di linea, sia pure comprensibile dal punto di vista del discorso politico interno alla Germania, paese leader dell'eurozona, non è esattamente razionale in termini economici.
Dobbiamo sempre ricordare che in un rapporto emesso nel settembre dell'anno scorso, gli uffici tecnici della Commissione europea hanno stabilito chiaramente che l'Italia non presentava problemi di sostenibilità del debito a breve termine, quindi non corrisponde esattamente al vero quello che si sente continuamente ripetere, come la fandonia che prima dell'arrivo del Presidente Monti l'Italia fosse sul punto di non pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici. Sempre quello stesso rapporto mostra che l'Italia è praticamente l'unico paese di un certo spessore in termini economici ad avere prospettive di debito pubblico sostenibile anche a lungo termine.
Quindi non è chiaro che cosa intenda Lars Feld, il consigliere economico della Merkel, quando dice che i tedeschi non sono disposti a pagare per noi, credo che non ce ne sarebbe bisogno sulla base dei dati di cui disponiamo. Viceversa, ricordiamoci sempre che l'Italia è un contribuente netto al bilancio dell'Unione europea: nel 2011 abbiamo dato 16 miliardi per riceverne 6 in cambio, quindi siamo stati contribuenti netti per 10 miliardi; per quello che riguarda, poi, i meccanismi di stabilità finanziaria messi in atto per gestire la crisi sappiamo benissimo che dal bilancio pubblico italiano sono partiti i soldi verso il Mes, che di fatto sono serviti a permettere alle banche spagnole e greche di ripagare i loro debiti verso la Germania. Quindi siamo più noi in questo momento che stiamo salvando le banche private tedesche di quanto non sia lo Stato tedesco a salvare lo Stato italiano, e questo è nella contabilità.

Quali prospettive, sotto l'aspetto economico, si aprono dunque a seguito del voto?

Io parto da un principio che può essere condiviso o meno, ma che desumo dai miei studi: una moneta unica tra paesi così diversi non è sostenibile e non sto qui a citare tutti quelli che lo hanno detto, perché ci riporterebbe indietro addirittura agli anni '50.
Detto questo, è chiaro che ci sono delle tensioni e che un possibile esito di queste tensioni è che la moneta unica si disgreghi, cosa di cui potrebbe anche essere opportuno parlare.
Nella mia attività di ricerca in giro per l'Europa vedo che dai nostri partner europei è abbastanza preso in considerazione e ritenuto plausibile uno scenario in cui i paesi del nord prendano l'iniziativa separandosi da quelli del sud.
Ora, in questo quadro si inserisce un elemento di novità, in ragione del fatto che il risultato di queste elezioni permette a opinionisti, politici, rappresentanti delle istituzioni economiche tedesche, di insistere sulla strada del discorso molto orientato che hanno fatto sinora, cioè la crisi è colpa degli italiani, che sono inaffidabili e hanno addirittura portato al potere due clown, come si è espresso molto infelicemente il candidato premier della Spd Peer Steinbrueck, suscitando la giusta reazione del Presidente della Repubblica italiana. Questo però in qualche modo predispone in modo secondo me quasi subliminale l'elettorato tedesco ad accettare l'idea che la Germania dovrebbe sganciarsi, e questo è uno scenario che ha una sua razionalità, anche se molti la contestano, perché sussiste l'idea (peraltro già affermata da personaggi di grande spessore politico e scientifico, tra cui Visco o Prodi) che l'Euro abbia fondamentalmente avvantaggiato la Germania.
Non voglio addentrarmi troppo in questo ragionamento, però in questa fase storica credo che le rigidità in cui siamo costretti dal sistema monetario che ci siamo dati stiano danneggiando un po' tutti: basta pensare al fatto che la Germania ci si aspettava avesse l'anno scorso una crescita sopra l'uno per cento, mentre invece ha avuto una crescita intorno allo 0,7 per cento e nell'ultimo trimestre dell'anno scorso è andata in rosso.
Questo significa che la sofferenza delle nostre economie sta iniziando a incidere pesantemente anche sulla performance del tessuto produttivo tedesco, perché noi essendo vicini e anche abbastanza grandi siamo uno dei mercati di sbocco più importanti delle economie del nord e in particolare della Germania.
Quindi, a questo punto forse l'opzione di uno sganciamento potrebbe essere considerata del tutto favorevole e il fatto che in Italia si affermi un quadro politico difficilmente decifrabile rende questa opzione politicamente proponibile agli elettori del nord.

Nota della Redazione: Ieri sera (dopo che questa intervista era già stata registrata) la trasmissione Presadiretta ha dato l'annuncio che ad aprile nascerà in Germania un nuovo partito, "Alternativa per la Germania". La nuova formazione politica, guidata dall'ex presidente della Confindustra tedesca Hans-Olaf Henkel, propone la dissoluzione dell'euro e il ritorno alle monete nazionali. Un fronte anti euro che sembra dunque confermare i timori espressi dal prof. Bagnai da tempo sul suo blog e anche a Cado in piedi.



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MessaggioInviato: 04/03/2013, 23:13 
La Francia chiede un Referendum per uscire dall'Euro.
04 Marzo 2013
http://www.mentereale.com/articoli/la-f ... -dall-euro
di Corrado Belli

Anche i cugini francesi hanno capito in quale truffa sono caduti dal giorno in cui quel "qualcuno" decise di far entrare la Francia a far parte della grande famiglia "Europa".

C'era da aspettarselo che nessun giornale e nessuna trasmissione televisiva ne riportasse la notizia, la notizia è di ieri, solo la AFP l'ha riportata dopo aver ottenuto una intervista da Marine Le Pen che in poche parole ha specificato quello che i cittadini francesi vogliono:

“Je demande solennellement au président de la République d’organiser en janvier 2014 (…) un référendum sur la sortie de la France de l’Union européenne”

In fin dei conti la signora Le Pen chiede al Presidente le seguenti:

- Chiudere con ordine l'uscita dall'Euro;
- L'annullamento del Trattato di Schengen;
- Patriottismo economico, riordinare l'industria, protezione dei confini;
- Riportare la Costituzione Nazionale prima di quella scritta a Brussel nel Trattato di Lisbona;

A quanto sembra il Tsunami provocato da Cameron e Grillo comincia a farsi sentire

http://actu.orange.fr/politique/marine- ... 85726.html

http://www.huffingtonpost.fr/2013/03/02 ... 98083.html

http://www.dailymotion.com/video/xxx2dv ... 03-03_news

Augurando alla Signora Le Pen che abbia successo con la sua iniziativa e aspettando qualche segno positivo anche da qualche politico Italiano.

Buon ascolto e buona lettura.

Belli corrado



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MessaggioInviato: 05/03/2013, 00:32 
So che potrei essere linciato ma...
Berlusconi non aveva proposto qualcosa del genere?

Io penso che se lui e Grillo si accordano su questo... si farà.



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MessaggioInviato: 05/03/2013, 02:02 
Sud Europa al bivio. "Fuori dall'Euro
o svalutazioni di almeno il 30%"


Secondo l'economista Hans-Werner Sinn Grecia,
Spagna e Portogallo si trovano davanti a queste
due opzioni: altrimenti sarà il collasso. E la crisi
durerà almeno altri dieci anni. Atene declassata
a paese emergente


http://www.wallstreetitalia.com/article ... il-30.aspx


SULL'ARGOMENTO LEGGI ANCHE IL FOCUS GROUP
DI WALL STREET ITALIA ECONOMISTI: SVALUTARE
EURO DEL 30% [b]PER ISOLARE FRAU MERKEL
[/b]

http://www.wallstreetitalia.com/article ... erkel.aspx



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 05/03/2013, 03:40 
Ops Ho sbagliato discussione ...


Ultima modifica di gippo il 05/03/2013, 03:41, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/03/2013, 09:24 
Cita:
Semeru ha scritto:

So che potrei essere linciato ma...
Berlusconi non aveva proposto qualcosa del genere?

Io penso che se lui e Grillo si accordano su questo... si farà.

...vabbe'ora lo hanno chiesto i francesi.......e'un'altra storia............ [:246] [:253] [:255]


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MessaggioInviato: 05/03/2013, 15:10 
Si, berlusconi, si giocò la carta "usciamo dall'euro" quando le cose nel suo governo cominciarono a mettersi male.
E fu prontamente sostituito da Monti. Quello che accadde dopo, Tremonti lo ha definito "colpo di stato gentile". Ma bisogna guardare i fatti per capire bene la situazione. Monti ha governato con l'appoggio incondizionato di destra e sinistra. Berlusconi, bla bla a parte, lo ha appoggiato. La prima alzata di testa antieuropeista di Berlusconi è stato solo un modo per tentate di usare il peso del potere contrattuale dell'italia sull'Europa (che, ci crediate o meno è di una certa rilevanza) per reagire all'"attacco spread" che lo stava rovinando politicamente. Il tentativo non gli è riuscito e lui ha ripreso a seguire la corrente appoggiando il governo tecnico. Dopo di che, da buon venditore, ha fiutato l'andazzo dei desideri degli elettori, e in tempi di elezioni ha usato nuovamente l'uscita dall'euro come mezzo per attirarsi i voti. Ma nessuno pensa seriamente che a Berlusconi interessi un granché uscire dall'euro.
Non che a questo punto abbia più rilevanza che l'Italia voglia o meno abbandonare la moneta unica. Sarà la Germania a segare il ramo anche se poi metterà la sega nelle mani di qualcun altro, Italia Grecia Spagna Portogallo...i presunti colpevoli papabili sono tanti.



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MessaggioInviato: 05/03/2013, 19:50 
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[size=150]Germania, nasce il partito anti-euro[/size]

Si chiama "Alternativa per la Germania" e sta preoccupando la stessa Merkel

BERLINO - Si chiama "Alternativa per la Germania" ed è un nuovo partito che correrà alle elezioni di settembre in Germania. Lo ha fondato l'economista Bernd Lucke con un programma radicale: "la dissoluzione dell'euro a favore delle monete nazionali o di unioni monetarie più piccole". Il partito ha posizione piuttosto critiche, ultra-liberiste, contrarie alla burocrazia di Bruxelles e ai "salvataggi" dei Paesi del sud. "Ci impegneremo - ha detto Lucke - a favore della restituzione di determinate competenze agli Stati nazionali". Con l'economista, anche il giornalista Konrad Adam (ex redattore della Frankfurter Allgemeine Zeitung) e Walter Wallmann (ex Cdu). Quest'utima è la candidatura, appunto, più fastidiosa per Angela Merkel, che si trova contro, nelle schiere del partito, anche l'ex presidente di Confindustria tedesca, Hans-Olaf Henkel, fautore di un euro del Nord e un euro del Sud, e numerosi altri ex della Cdu. Il partito ha il suo centro di forza in Baviera, ma si vuole espandere: la prossima settimana si terrà un mini-congresso a Oberursel, vicino a Francoforte.

5.03.2013 - 15:03

Red. Online | Aggiornamento: 5 mar 2013 16:35

Source: CdT.ch - Mondo - Germania, nasce il partito anti-euro


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Ultima modifica di Wolframio il 05/03/2013, 19:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/03/2013, 19:57 
[:D]




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.
Scoraggera' qualsiasi forma di spesa elettronica (le operazioni in contante sono gia' proibite) e portera' a un collasso delle transazioni finanziarie. La crisi peggiorera' e l'Europa dovra' intervenire ancora in soccorso. Intanto via a nuovo rimpasto del governo

Il premier Antonis Samaras discute con il ministro dell'Economia Evangelos Venizelos.


ATENE (WSI) - Il segretario generale greco per i sistemi di informazione ha messo il timbro su un documento che dara' allo stato il permesso di monitorare a piacimento il sistema bancario del paese, mettendo sotto stretta osservazione tutti i conti corrente e di riflesso violando la privacy dei cittadini.

Attraverso un meccanismo di doppio controllo online, mettendo i conti corrente in collegamento con spese e dichiarazione dei redditi. Questo tendera' inevitabilmente a scoraggiare lo svolgimento di qualsiasi operazione finanziaria elettronica. La crisi economica peggiorera' e l'Europa sara' costretta ancora una volta a intervenire in soccorso.

Il Ministero delle Finanze potra' analizzare con la lente di ingrandimento tutti i conti corrente dei presunti evasori fiscali: gli ispettori online potranno consultare prestiti, depositi, carte di credito e qualunque altro dato bancario anche senza avere il permesso del diretto interessato.

Intanto la crisi di governo ha toccato un nuovo apice. Il premier Antonis Samaras dovrebbe decidere nei prossimi giorni se fare un rimpasto del suo governo di coalizione (con il suo partito, Nea Dimokratia, appoggiato dal socialista Pasok e da Sinistra Democratica) dopo che il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, uscito rafforzato dal recente Congresso del partito, ha manifestato la propria disponibilita' a fornire all'esecutivo ministri socialisti.

Quando, dopo le elezioni dello scorso giugno, venne formato l'attuale governo, Venizelos si limito' a contribuire fornendo tecnici vicini al Pasok ma non membri del partito. Ieri sera, pero', parlando alla Tv privata Mega, il leader socialista ha affermato che il suo partito adesso e' pronto a partecipare al governo di coalizione con uomini politici, innescano cosi' di nuovo le voci circa un imminente rimpasto governativo.

La questione, secondo quanto riferiscono alcuni giornali, sara' affrontata in un prossimo, imminente incontro dei leader dei tre partiti che sostengono il governo.
.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... sione.aspx

..e questa sarebbe l'europa..........................[:(!]


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MessaggioInviato: 06/03/2013, 18:26 
Che tristezza...gente ridotta alla fame, il terzo mondo europeo. E Alba Dorata avanza...



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"Alba d'orata"; mmmmmm ... mi ricorda qualcuno: il Movimento 5 Stelle! [^]



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MessaggioInviato: 06/03/2013, 21:21 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

"Alba d'orata"; mmmmmm ... mi ricorda qualcuno: il Movimento 5 Stelle! [^]


Ehmmm....Ufologo ti stai confondendo, ti ricordano i tuoi amici leghisti. Se Alba dorata fosse un partito importante in Italia, tu la voteresti.



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MessaggioInviato: 06/03/2013, 21:33 
Mr. Full Monty, ovvero i salvataggi che han salvato gli altri
http://goofynomics.blogspot.it/2013/03/ ... i-che.html



“It's the same old story”


La prima parte della fola si smonta da sola: la stessa Commissione Europea ha certificato che il debito pubblico italiano è sempre (e ribadisco sempre) stato sostenibile e del resto lo affermava pure il Sen. Monti nei suoi ripetuti complimenti espressi su importanti organi di stampa nei riguardi del suo predecessore. Leggiamolo assieme: “Il ministro dell'Economia, di cui molti tendono oggi a dimenticare il merito di aver saputo mantenere un certo rigore di bilancio con un governo e una maggioranza poco inclini a tale virtù... ha deciso, con lucidità e rapidità, di imboccare una strada di redenzione o, in termini più asettici, di modifica di alcuni connotati di fondo che avevano caratterizzato, fin dall'inizio, l' impostazione di politica economica del governo.”

Quindi sinceramente non si capisce come il rigore di bilancio, così sapientemente applicato da Tremonti a detta dello stesso Monti, ci avrebbe portato nel giro di pochi mesi a correre il rischio di essere come la Grecia e di non poter pagare pensioni e stipendi pubblici. O meglio si capisce benissimo: è una balla che gli stessi dati di Bruxelles confermano.

Per comprendere cosa realmente è successo bisogna ricordarsi il “romanzo di centro e periferia”: nei paesi periferici arrivano i capitali, l'inflazione aumenta, la competitività cala, la bilancia dei pagamenti peggiora e alla fine non si hanno più i soldi per ripagare i capitali importati e gli interessi sugli stessi: si entra insomma nella spirale del debito estero.

Questa dinamica era ben presente ai nostri finanziatori, che, ricordiamoci, finanziano innanzitutto il debito privato, sì, la tua BMW (comprata con il convenientissimo prestito a tasso zero) e sì, pure la tua casa, che hai preso col mutuo.

Appena visto quello che era successo negli USA (vi ricordate vero il crack Lehmann ecc?) ecco che le banche estere, che prima prestavano con tranquillità sull'interbancario dell'Eurozona, all'improvviso rientrano dai loro finanziamenti e serrano i rubinetti. Avendo l'Eurozona un sistema di pagamenti interbancari unificato, che si chiama Target2, entrò in funzione immediatamente, in modo automatico, l'assistenza della BCE e del SEBC (Sistema Europeo Banche Centrali).

In pratica, quando una banca non riesce ad ottenere dei finanziamenti da altre banche per poter pagare i trasferimenti ordinati dai suoi clienti, i soldi glieli fornisce la Banca Centrale del suo paese tramite operazioni che si chiamano “rifinanziamento”. Ovviamente le Banche Centrali dei vari paesi non stampano euro, per loro l'euro è una valuta estera, come ha ripetuto mai abbastanza De Grauwe, e per averla si devono quindi indebitare con la BCE. Per gli anglofoni qui una dettagliata ed ottima spiegazione di come funziona il meccanismo.

Il risultato è l'esplosione dei saldi di Target2 dei vari paesi: quelli in debito ovviamente si indebitavano sempre di più con la BCE, e quelli in credito avevano sempre più depositi presso le loro Banche Centrali in quanto non “riciclavano” i soldi in entrata, prestandoli sul mercato interbancario, come invece succedeva prima del 2008.

Il risultato fu questo:


Immagine


Come vedete, quello che cambia nell'estate del 2011 (a giugno per la precisione) non è il deficit o il debito pubblico, ma il saldo dell'Italia sul sistema Target2, che inizia ad inabissarsi.

Altro che default dello Stato: qui stava andando in default tutto il sistema bancario incapace di finanziarsi senza il supporto della BCE. Di fronte al disastro che sarebbe seguito ad un crollo del sistema finanziario italiano, ovvio che la rischiosità paese e la scommessa che sarebbe dovuto uscire dall'Euro salissero alle stelle e si ribaltassero sullo spread: se hai la moneta bloccata si muovono i tassi.

In pratica una classica crisi da DEBITO ESTERO, as usual.



“Lo Stato andrebbe gestito come un'azienda”


Quante volte ve lo siete sentiti ripetere? È il mantra preferito di tutti gli pseudo esperti di economia che affollano i vari Ballarò, Servizi Pubblici, Piazze Pulite, Otto e Mezzi, eccetera.

Nove volte su dieci è detta a sproposito, ma quando si tratta di debito estero purtroppo è vero. Cosa fa quindi il direttore di banca quando una azienda affidata non solo sconfina dai fidi, ma ha il saldo passivo che aumenta ogni giorno? Tira su il telefono, chiama il Napolitano di turno e dice “Carissimo, la prima cosa che facciamo è che non passo più un addebito, blocchiamo il saldo, poi ci incontriamo ma è meglio che vi presentiate con un nuovo direttore finanziario che dobbiamo fare un piano di rientro.”

Ed infatti ecco la lettera della BCE, il governo Berlusconi che dà le dimissioni e il nuovo direttore finanziario, cioè "Pres del Cons", Monti, che entra in carica

Ed ecco i famosi salvataggi, altro che debito pubblico! Tassando e ritassando gli italiani questi si ritrovano meno soldi in tasca e sono ancora meno propensi a spendere quelli che gli restano. Tecnicamente si dice che si riduce il reddito disponibile, ed essendo le importazioni una funzione del reddito disponibile (in base alla propensione marginale all'import) ecco che queste appunto crollano (assieme però a tutti gli altri consumi del paese ed il PIL di conseguenza) ed il debito verso l'estero si stabilizza.

Per chi si diletta di formule macroeconomiche:

Yd = Y -T
M = m x Yd

Lo potete vedere benissimo nel grafico sopra: dopo le varie IMU, tasse sui depositi titoli, ecc, da marzo 2012 il saldo Target2 italiano diventa una bella linea retta.

In pratica la classica ricetta del manuale IMF per ogni crisi di debito estero, nella variante però che avendo una moneta unica, e quindi che non si può sganciare dal peg e fare svalutare sui mercati, il riequilibrio si può svolgere solo sul lato del reddito disponibile, venendo a mancare i positivi effetti della svalutazione sia sulle esportazioni che sulle importazioni. Eccolo il “dividendo dell'Euro”: ogni crisi si ripercuote sul vostro reddito in maniera automatica ed il PIL si inabissa.



I salvataggi degli altri


Se mi avete seguito fin qui immagino che la prima domanda che avrete sarà “ma se abbiamo aumentato la tassazione quei soldi in più saranno andati a diminuire il debito pubblico, quindi, anche se il vero obiettivo era un altro, comunque un poco di verità c'è nelle parole di Monti”

Purtroppo i fatti e i dati smentiscono anche la seconda fola. Nonostante l'aumento del gettito fiscale il nostro debito pubblico sale, non solo in termini percentuali sul PIL (e qui poca meraviglia, visto che il PIL è crollato) ma anche in termini assoluti.

Ma com'è possibile direte voi?

È possibile se il “piano di rientro” di cui parlavo sopra è nello stile Geronzi-Parmalat. Avete presente quando per dare altri finanziamenti Geronzi “chiese gentilmente” a Tanzi di acquistare una azienda decotta che doveva dare un pacco di soldi a Capitalia? Bene, noi invece per avere il famoso “ombrello antispread” siamo stati “gentilmente invitati” a contribuire al fondo ESM per la percentuale che ha l'Italia nella BCE, oltre a quanto già previsto per il “vecchio” EFSF e a salvataggi vari ed assortiti: un conto da 20 miliardi, poco meno dell'intera IMU. In pratica, abbiamo dovuto contribuire con le nostre tasse a rimborsare parte dei debiti che i paesi messi peggio di noi avevano verso i loro creditori esteri, fra cui noi c'eravamo (se pure c'eravamo) in piccolissima parte.

Ed ecco che diventano sinistramente profetiche le parole di Handelsblatt quando invocava la patrimoniale sulle ricche cicale del Sud. Altro che "la Germania non vuole pagare i nostri debiti"! Siamo noi che stiamo pagando per i loro debitori: i salvataggi di Monti che salvano gli altri.



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