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lunedì 4 marzo 2013
I militari greci si preparano alla repressione di massa


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L’ex alto diplomatico greco Leonidas Chrysanthopoulos ha dichiarato al New Statesman inglese, la scorsa settimana, che discussioni hanno avuto luogo tra esponenti politici e delle forze armate greci sulla risposta dei militari a ciò che Chrysanthopoulos ha descritto come “esplosione di disordini sociali” che dovrebbero avvenire “molto presto”. Chrysanthopoulos ha detto che nei prossimi mesi, “ci saranno ulteriori azioni armate. Ci saranno dimostrazioni sanguinose.” Senza entrare nei dettagli, ha detto che “Vi sono contatti di certi politici con elementi delle forze armate per garantire che, in caso di gravi disordini sociali, l’esercito non intervenga“. Questa affermazione è stata l’ultima, probabilmente, fatta per il pubblico. Anche se tale richiesta fosse stata fatta, nessuna garanzia dei militari greci sarebbe utile, data la storia recente del Paese, quando il “regime dei colonnelli” prese il potere con un colpo di stato militare nel 1967, e che durò fino al 1974. Dall’inizio dell’austerità di massa in Grecia, nel 2010, vi sono continue voci su discussioni tra i vertici militari su un colpo di stato.
L’aspetto più significativo dell’intervista di Chrysanthopoulos è la rivelazione delle discussioni tra politici e militari su come rispondere alla minaccia della rivoluzione sociale. I circoli dominanti greci lavorano sul presupposto che le lotte insurrezionali siano inevitabili per via del disagio intollerabile che hanno imposto alla classe operaia. In meno di quattro anni, la posizione sociale della classe lavoratrice greca è stata ridotta a livelli che non si vedevano dall’occupazione nazista, durante la seconda guerra mondiale. Una povertà brutale ha colpito la vita di milioni persone.

Un aspetto importante dell’assalto alle condizioni di vita è la rimozione della sanità pubblica. Più di 50 conglomerati farmaceutici hanno interrotto o ridotto selvaggiamente le forniture alla Grecia, citando le preoccupazioni per i loro profitti. La pericolosa carenza di centinaia di medicinali di base si traduce in scene caotiche di pazienti che corrono da una farmacia all’altra alla ricerca di farmaci vitali, mentre gli ospedali pubblici sono privi di adeguate forniture di farmaci da dispensare. Tale comportamento non si limita alle grandi aziende farmaceutiche. Il 27 febbraio è emerso che la Croce Rossa Svizzera, agenzia di soccorso senza scopo di lucro, ha imposto una drastica riduzione delle forniture alla Grecia delle sacche dei donatori di sangue, citando il problema di che le forniture precedenti non erano state completamente pagate, ed annunciando che a partire dal 2015 il numero di sacche di sangue dei donatori inviati alla Grecia sarà dimezzato, rispetto al livello attuale annuale di 28.000 unità.
Come risultato delle politiche di austerità richieste dalla “troika” (Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea e Unione Europea), l’incredibile cifra di 4.650.000 di persone è ora disoccupata o economicamente non attiva. Vi sono 450mila famiglie in cui nessuno si occupa. Delle 2,6 milioni di persone occupate nel settore privato nel 2010, 900.000 sono state licenziate. Poiché la durata delle prestazioni è stata ridotta, appena 225.000 dei disoccupati ora hanno una retribuzione per la disoccupazione. Nel settore privato, 600.000 lavoratori (su un totale 1,6 milioni) ora vengono regolarmente pagati per una giornata lavorativa di otto ore. Il professore Savas Robolis dell’università Panteion di Atene ha detto di recente, “Il resto dei lavoratori ha avuto l’orario ridotto o sono stati pagati in ritardo, quattro o cinque mesi di ritardo. Sono in uno stato di disperazione.”
La relazione annuale, questa settimana, della Banca di Grecia ha rilevato che il 23 per cento della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà nel 2012, rispetto al 16 per cento nel 2011. Inoltre, nota l’aumento esponenziale della povertà infantile, con un tasso di famiglie a rischio che raggiunge il 31 per cento in un solo anno (2010-2011). Nel periodo 2010-2012, il salario medio lordo del paese è stato ridotto del 20,6 per cento e il costo del lavoro per i datori di lavoro è diminuito del 18,5 per cento. Date le misure di austerità già in vigore, ci sarà una riduzione complessiva del costo del lavoro in Grecia per il periodo 2012-2014, pari al 17,6 per cento. Queste misure così selvagge vengono imposte per arrivare a ridurre del 15 per cento la spesa complessiva, come richiesto dalla troika. Presentando la relazione, il presidente della banca George Provopoulos ha affermato che la ripresa economica si avrà mediante l’austerità e ha chiesto misure ancora più dure da imporre. “Ora che il traguardo è finalmente visibile”, ha detto, “dobbiamo intensificare gli sforzi, accelerare il nostro ritmo per coprire il tratto finale e garantirci che i sacrifici dei cittadini non siano stati vani…” Parlando delle vittime di queste politiche, ha dichiarato, “richieste critiche e irragionevoli da parte di gruppi sociali non contribuiscono a questo obiettivo.”
La relazione della banca è stata emessa mentre i rappresentanti della troika, ancora una volta convergevano su Atene per controllare l’attuazione del programma concordato con il governo Nuova Democrazia/PASOK/Sinistra democratica. Tra le questioni da regolare vi è il modo più reciso per ridurre il bilancio farmaceutico di quest’anno. In seguito alle richieste precedenti della troika, il bilancio è stato ridotto da 3,7 a 2,4 miliardi di euro lo scorso anno. I rapporti suggeriscono che potrebbe essere ridotto a 2 miliardi quest’anno. Con aziende farmaceutiche che già trattengono molti farmaci, questa è la ricetta per una catastrofe sanitaria e parecchi morti inutili. La troika prevede anche di chiedere di aumentare la rapidità del licenziamento di 25.000 lavoratori del settore pubblico quest’anno (entro metà giugno), al fine di soddisfare i concordati 150.000 licenziamenti entro il 2015. Se Atene non dovesse imporre i tagli per soddisfare la troika, due tranche di prestiti per marzo e aprile, per un totale di 8,8 miliardi di euro, verrebbero bloccate o assai ridotte. La mancata ricezione di tali finanziamenti, renderebbe la Grecia inadempiente sul suo debito.
Con la promessa, se eletto, di invertire il programma di austerità, SYRIZA (Coalizione della sinistra radicale) ha avuto quasi il 30 per cento dei voti nelle elezioni dello scorso anno. Si è presentata come gruppo di organizzazioni di pseudo-sinistra in alternativa progressiva ai partiti di governo pro-austerità e mezzo per contrastare l’avanzata del movimento fascista Golden Dawn. In realtà, SYRIZA non è meno una creatura della classe dirigente del partito di destra Nuova Democrazia, e non è meno legata al programma di austerità. Questa settimana, il portavoce di SYRIZA Panos Skourletis ha dichiarato: “Noi non abbiamo la bacchetta magica in grado di migliorare e cambiare la situazione da un giorno all’altro… Dobbiamo renderci conto che ogni giorno in cui questa politica viene applicata, le cose peggiorano. Questa devastazione è incalcolabile e, quindi, riprendersi dalle ripercussioni di questa politica diventa sempre più difficile.” Il significato di tali osservazioni, che non è possibile invertire l’austerità programma, è inconfondibile. SYRIZA prepara i suoi argomenti per quello che sarà chiamata a svolgere, se raggiunge il suo obiettivo di entrare in un futuro governo contrario alla classe operaia.

Source: nocensura.com: I militari grec...rano alla repressione di massa



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MessaggioInviato: 04/03/2013, 19:55 
2013, fuga dall'euro. Non è un film di fantascienza, o almeno non lo stanno girando soltanto nell'Europa del Sud, tra Lisbona e Atene passando per Roma. La novità è che un partito anti-moneta unica ora è nato anche nella ricca, eurocentrica Berlino: si chiama "Alternativa per la Germania" ed è un po' il Fare per fermare il declino (sì, suona paradossale) teutonico. Riunisce economisti e imprenditori di spicco, primo fra tutti l'ex capo di Confindustria Hans-Olaf Helkel, oltre a politici centristi come l'ex Cdu Alexander Gauland. La loro idea è chiara: l'euro è già morto, si tratta di capire quando si celebrerà il funerale. Colpa, naturalmente, di Grecia, Spagna, Portogallo e pure Italia, oltre che della Francia che sta premendo per misure molto più blande sul rigore e sul deficit. "Bisogna salvarsi fin che si può", è il messaggio degli anti-euro tedeschi, preoccupati anche dalla possibile "invasione" di bulgari e romeni.

Gli anti-euro in Europa - Tema, questo, assai caro anche agli inglesi dell'Uk Independence Party di Nigel Farage, gli euroscettici d'Albione. Tendenza, quella contro l'euro e in generale l'Unione europea, diffusa naturalmente in tutti i paesi a rischio: in Grecia la sinistra radicale di Syriza sta facendo opposizione selvaggia al governo di Samaras, rigorista per non far uscire Atene dalla moneta unica. In Portogallo si scende in piazza contro l'austerity accettata dal governo di centrodestra di Pedro Passos Coelho, e lo si fa al grido Que se lixe a Troika (letteralmente, "che la Troika si fotta"...). E in Francia, come detto, è lo presidente socialista François Hollande a sottrarsi all'obbligo di ridurre il deficit al 3% del Pil. Posizione forte, superata solo da quella anti-euro spinta del Front National di Marine Le

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... -puo-.html

speriamo che proprio l'implosione dell'euro avvenga dal suo interno....[;)]


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MessaggioInviato: 04/03/2013, 22:16 
ELEZIONI, L'EUROPA RISCHIA LA DISGREGAZIONE?
di Alberto Bagnai - 4 marzo 2013
http://www.cadoinpiedi.it/2013/03/04/el ... zione.html


L'esito delle elezioni permette ai tedeschi di insistere sulla strada del discorso orientato che hanno fatto sinora, attribuendo la crisi all'inaffidabilità degli italiani. Risultato? La Germania potrebbe prendere in considerazione l'opzione "sganciamento" dall'Europa

"La sostenibilità del debito pubblico italiano è in pericolo. Non si può pretendere che i partner europei dell'Italia e la Bce stabilizzino l'economia italiana, quando gli italiani non sono pronti ad attuare le riforme". Queste le dichiarazioni, dure, che il consigliere economico della cancelliera Merkel Lars Feld, ha rilasciato all'indomani dell'esito del voto in Italia, che ha consegnato l'immagine di un Paese spaccato, instabile, su cui grava il rischio ingovernabilità. Rischio evidentemente temuto dai partner dell'eurozona, e in particolare dalla Germania, anche per i riflessi, negativi, sui mercati finanziari.
Abbiamo chiesto ad Alberto Bagnai, Professore associato di politica economica presso l'Università di Pescara, di tracciare per noi il quadro della situazione.

Professore, la Germania sembra non aver gradito l'esito del voto in Italia. Che significato hanno, in questo senso, le dichiarazioni di Feld?


Sono dichiarazioni che in realtà non giungono del tutto inattese perché aderenti alla linea che gli opinionisti tedeschi stanno tenendo dallo scoppio della crisi: una linea che, nell'ottica del "gioco politico" interno alla Germania, cerca di presentare questa crisi come dovuta esclusivamente al comportamento incauto o comunque poco consono alla razionalità economica degli altri paesi dell'eurozona.
Purtroppo, però, questo tipo di linea, sia pure comprensibile dal punto di vista del discorso politico interno alla Germania, paese leader dell'eurozona, non è esattamente razionale in termini economici.
Dobbiamo sempre ricordare che in un rapporto emesso nel settembre dell'anno scorso, gli uffici tecnici della Commissione europea hanno stabilito chiaramente che l'Italia non presentava problemi di sostenibilità del debito a breve termine, quindi non corrisponde esattamente al vero quello che si sente continuamente ripetere, come la fandonia che prima dell'arrivo del Presidente Monti l'Italia fosse sul punto di non pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici. Sempre quello stesso rapporto mostra che l'Italia è praticamente l'unico paese di un certo spessore in termini economici ad avere prospettive di debito pubblico sostenibile anche a lungo termine.
Quindi non è chiaro che cosa intenda Lars Feld, il consigliere economico della Merkel, quando dice che i tedeschi non sono disposti a pagare per noi, credo che non ce ne sarebbe bisogno sulla base dei dati di cui disponiamo. Viceversa, ricordiamoci sempre che l'Italia è un contribuente netto al bilancio dell'Unione europea: nel 2011 abbiamo dato 16 miliardi per riceverne 6 in cambio, quindi siamo stati contribuenti netti per 10 miliardi; per quello che riguarda, poi, i meccanismi di stabilità finanziaria messi in atto per gestire la crisi sappiamo benissimo che dal bilancio pubblico italiano sono partiti i soldi verso il Mes, che di fatto sono serviti a permettere alle banche spagnole e greche di ripagare i loro debiti verso la Germania. Quindi siamo più noi in questo momento che stiamo salvando le banche private tedesche di quanto non sia lo Stato tedesco a salvare lo Stato italiano, e questo è nella contabilità.

Quali prospettive, sotto l'aspetto economico, si aprono dunque a seguito del voto?

Io parto da un principio che può essere condiviso o meno, ma che desumo dai miei studi: una moneta unica tra paesi così diversi non è sostenibile e non sto qui a citare tutti quelli che lo hanno detto, perché ci riporterebbe indietro addirittura agli anni '50.
Detto questo, è chiaro che ci sono delle tensioni e che un possibile esito di queste tensioni è che la moneta unica si disgreghi, cosa di cui potrebbe anche essere opportuno parlare.
Nella mia attività di ricerca in giro per l'Europa vedo che dai nostri partner europei è abbastanza preso in considerazione e ritenuto plausibile uno scenario in cui i paesi del nord prendano l'iniziativa separandosi da quelli del sud.
Ora, in questo quadro si inserisce un elemento di novità, in ragione del fatto che il risultato di queste elezioni permette a opinionisti, politici, rappresentanti delle istituzioni economiche tedesche, di insistere sulla strada del discorso molto orientato che hanno fatto sinora, cioè la crisi è colpa degli italiani, che sono inaffidabili e hanno addirittura portato al potere due clown, come si è espresso molto infelicemente il candidato premier della Spd Peer Steinbrueck, suscitando la giusta reazione del Presidente della Repubblica italiana. Questo però in qualche modo predispone in modo secondo me quasi subliminale l'elettorato tedesco ad accettare l'idea che la Germania dovrebbe sganciarsi, e questo è uno scenario che ha una sua razionalità, anche se molti la contestano, perché sussiste l'idea (peraltro già affermata da personaggi di grande spessore politico e scientifico, tra cui Visco o Prodi) che l'Euro abbia fondamentalmente avvantaggiato la Germania.
Non voglio addentrarmi troppo in questo ragionamento, però in questa fase storica credo che le rigidità in cui siamo costretti dal sistema monetario che ci siamo dati stiano danneggiando un po' tutti: basta pensare al fatto che la Germania ci si aspettava avesse l'anno scorso una crescita sopra l'uno per cento, mentre invece ha avuto una crescita intorno allo 0,7 per cento e nell'ultimo trimestre dell'anno scorso è andata in rosso.
Questo significa che la sofferenza delle nostre economie sta iniziando a incidere pesantemente anche sulla performance del tessuto produttivo tedesco, perché noi essendo vicini e anche abbastanza grandi siamo uno dei mercati di sbocco più importanti delle economie del nord e in particolare della Germania.
Quindi, a questo punto forse l'opzione di uno sganciamento potrebbe essere considerata del tutto favorevole e il fatto che in Italia si affermi un quadro politico difficilmente decifrabile rende questa opzione politicamente proponibile agli elettori del nord.

Nota della Redazione: Ieri sera (dopo che questa intervista era già stata registrata) la trasmissione Presadiretta ha dato l'annuncio che ad aprile nascerà in Germania un nuovo partito, "Alternativa per la Germania". La nuova formazione politica, guidata dall'ex presidente della Confindustra tedesca Hans-Olaf Henkel, propone la dissoluzione dell'euro e il ritorno alle monete nazionali. Un fronte anti euro che sembra dunque confermare i timori espressi dal prof. Bagnai da tempo sul suo blog e anche a Cado in piedi.



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MessaggioInviato: 04/03/2013, 23:13 
La Francia chiede un Referendum per uscire dall'Euro.
04 Marzo 2013
http://www.mentereale.com/articoli/la-f ... -dall-euro
di Corrado Belli

Anche i cugini francesi hanno capito in quale truffa sono caduti dal giorno in cui quel "qualcuno" decise di far entrare la Francia a far parte della grande famiglia "Europa".

C'era da aspettarselo che nessun giornale e nessuna trasmissione televisiva ne riportasse la notizia, la notizia è di ieri, solo la AFP l'ha riportata dopo aver ottenuto una intervista da Marine Le Pen che in poche parole ha specificato quello che i cittadini francesi vogliono:

“Je demande solennellement au président de la République d’organiser en janvier 2014 (…) un référendum sur la sortie de la France de l’Union européenne”

In fin dei conti la signora Le Pen chiede al Presidente le seguenti:

- Chiudere con ordine l'uscita dall'Euro;
- L'annullamento del Trattato di Schengen;
- Patriottismo economico, riordinare l'industria, protezione dei confini;
- Riportare la Costituzione Nazionale prima di quella scritta a Brussel nel Trattato di Lisbona;

A quanto sembra il Tsunami provocato da Cameron e Grillo comincia a farsi sentire

http://actu.orange.fr/politique/marine- ... 85726.html

http://www.huffingtonpost.fr/2013/03/02 ... 98083.html

http://www.dailymotion.com/video/xxx2dv ... 03-03_news

Augurando alla Signora Le Pen che abbia successo con la sua iniziativa e aspettando qualche segno positivo anche da qualche politico Italiano.

Buon ascolto e buona lettura.

Belli corrado



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MessaggioInviato: 05/03/2013, 00:32 
So che potrei essere linciato ma...
Berlusconi non aveva proposto qualcosa del genere?

Io penso che se lui e Grillo si accordano su questo... si farà.



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MessaggioInviato: 05/03/2013, 02:02 
Sud Europa al bivio. "Fuori dall'Euro
o svalutazioni di almeno il 30%"


Secondo l'economista Hans-Werner Sinn Grecia,
Spagna e Portogallo si trovano davanti a queste
due opzioni: altrimenti sarà il collasso. E la crisi
durerà almeno altri dieci anni. Atene declassata
a paese emergente


http://www.wallstreetitalia.com/article ... il-30.aspx


SULL'ARGOMENTO LEGGI ANCHE IL FOCUS GROUP
DI WALL STREET ITALIA ECONOMISTI: SVALUTARE
EURO DEL 30% [b]PER ISOLARE FRAU MERKEL
[/b]

http://www.wallstreetitalia.com/article ... erkel.aspx



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 05/03/2013, 03:40 
Ops Ho sbagliato discussione ...


Ultima modifica di gippo il 05/03/2013, 03:41, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/03/2013, 09:24 
Cita:
Semeru ha scritto:

So che potrei essere linciato ma...
Berlusconi non aveva proposto qualcosa del genere?

Io penso che se lui e Grillo si accordano su questo... si farà.

...vabbe'ora lo hanno chiesto i francesi.......e'un'altra storia............ [:246] [:253] [:255]


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Si, berlusconi, si giocò la carta "usciamo dall'euro" quando le cose nel suo governo cominciarono a mettersi male.
E fu prontamente sostituito da Monti. Quello che accadde dopo, Tremonti lo ha definito "colpo di stato gentile". Ma bisogna guardare i fatti per capire bene la situazione. Monti ha governato con l'appoggio incondizionato di destra e sinistra. Berlusconi, bla bla a parte, lo ha appoggiato. La prima alzata di testa antieuropeista di Berlusconi è stato solo un modo per tentate di usare il peso del potere contrattuale dell'italia sull'Europa (che, ci crediate o meno è di una certa rilevanza) per reagire all'"attacco spread" che lo stava rovinando politicamente. Il tentativo non gli è riuscito e lui ha ripreso a seguire la corrente appoggiando il governo tecnico. Dopo di che, da buon venditore, ha fiutato l'andazzo dei desideri degli elettori, e in tempi di elezioni ha usato nuovamente l'uscita dall'euro come mezzo per attirarsi i voti. Ma nessuno pensa seriamente che a Berlusconi interessi un granché uscire dall'euro.
Non che a questo punto abbia più rilevanza che l'Italia voglia o meno abbandonare la moneta unica. Sarà la Germania a segare il ramo anche se poi metterà la sega nelle mani di qualcun altro, Italia Grecia Spagna Portogallo...i presunti colpevoli papabili sono tanti.



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MessaggioInviato: 05/03/2013, 19:50 
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[size=150]Germania, nasce il partito anti-euro[/size]

Si chiama "Alternativa per la Germania" e sta preoccupando la stessa Merkel

BERLINO - Si chiama "Alternativa per la Germania" ed è un nuovo partito che correrà alle elezioni di settembre in Germania. Lo ha fondato l'economista Bernd Lucke con un programma radicale: "la dissoluzione dell'euro a favore delle monete nazionali o di unioni monetarie più piccole". Il partito ha posizione piuttosto critiche, ultra-liberiste, contrarie alla burocrazia di Bruxelles e ai "salvataggi" dei Paesi del sud. "Ci impegneremo - ha detto Lucke - a favore della restituzione di determinate competenze agli Stati nazionali". Con l'economista, anche il giornalista Konrad Adam (ex redattore della Frankfurter Allgemeine Zeitung) e Walter Wallmann (ex Cdu). Quest'utima è la candidatura, appunto, più fastidiosa per Angela Merkel, che si trova contro, nelle schiere del partito, anche l'ex presidente di Confindustria tedesca, Hans-Olaf Henkel, fautore di un euro del Nord e un euro del Sud, e numerosi altri ex della Cdu. Il partito ha il suo centro di forza in Baviera, ma si vuole espandere: la prossima settimana si terrà un mini-congresso a Oberursel, vicino a Francoforte.

5.03.2013 - 15:03

Red. Online | Aggiornamento: 5 mar 2013 16:35

Source: CdT.ch - Mondo - Germania, nasce il partito anti-euro


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Ultima modifica di Wolframio il 05/03/2013, 19:55, modificato 1 volta in totale.


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.
Scoraggera' qualsiasi forma di spesa elettronica (le operazioni in contante sono gia' proibite) e portera' a un collasso delle transazioni finanziarie. La crisi peggiorera' e l'Europa dovra' intervenire ancora in soccorso. Intanto via a nuovo rimpasto del governo

Il premier Antonis Samaras discute con il ministro dell'Economia Evangelos Venizelos.


ATENE (WSI) - Il segretario generale greco per i sistemi di informazione ha messo il timbro su un documento che dara' allo stato il permesso di monitorare a piacimento il sistema bancario del paese, mettendo sotto stretta osservazione tutti i conti corrente e di riflesso violando la privacy dei cittadini.

Attraverso un meccanismo di doppio controllo online, mettendo i conti corrente in collegamento con spese e dichiarazione dei redditi. Questo tendera' inevitabilmente a scoraggiare lo svolgimento di qualsiasi operazione finanziaria elettronica. La crisi economica peggiorera' e l'Europa sara' costretta ancora una volta a intervenire in soccorso.

Il Ministero delle Finanze potra' analizzare con la lente di ingrandimento tutti i conti corrente dei presunti evasori fiscali: gli ispettori online potranno consultare prestiti, depositi, carte di credito e qualunque altro dato bancario anche senza avere il permesso del diretto interessato.

Intanto la crisi di governo ha toccato un nuovo apice. Il premier Antonis Samaras dovrebbe decidere nei prossimi giorni se fare un rimpasto del suo governo di coalizione (con il suo partito, Nea Dimokratia, appoggiato dal socialista Pasok e da Sinistra Democratica) dopo che il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, uscito rafforzato dal recente Congresso del partito, ha manifestato la propria disponibilita' a fornire all'esecutivo ministri socialisti.

Quando, dopo le elezioni dello scorso giugno, venne formato l'attuale governo, Venizelos si limito' a contribuire fornendo tecnici vicini al Pasok ma non membri del partito. Ieri sera, pero', parlando alla Tv privata Mega, il leader socialista ha affermato che il suo partito adesso e' pronto a partecipare al governo di coalizione con uomini politici, innescano cosi' di nuovo le voci circa un imminente rimpasto governativo.

La questione, secondo quanto riferiscono alcuni giornali, sara' affrontata in un prossimo, imminente incontro dei leader dei tre partiti che sostengono il governo.
.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... sione.aspx

..e questa sarebbe l'europa..........................[:(!]


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Che tristezza...gente ridotta alla fame, il terzo mondo europeo. E Alba Dorata avanza...



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« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

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MessaggioInviato: 06/03/2013, 19:21 
"Alba d'orata"; mmmmmm ... mi ricorda qualcuno: il Movimento 5 Stelle! [^]



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MessaggioInviato: 06/03/2013, 21:21 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

"Alba d'orata"; mmmmmm ... mi ricorda qualcuno: il Movimento 5 Stelle! [^]


Ehmmm....Ufologo ti stai confondendo, ti ricordano i tuoi amici leghisti. Se Alba dorata fosse un partito importante in Italia, tu la voteresti.



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