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Thethirdeye ha scritto:


L'Europa ha regalato la propria anima ai banchieri

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http://www.ecplanet.com/node/3344

Siamo prigionieri di politici che hanno rinunziato al loro ruolo per permettere ai banchieri di distruggerci come «Nazione», come «Stato», come «Popolo» attraverso un unico strumento, quello finanziario.

[i]Sono convinta che della nostra civiltà, italiana, francese, tedesca, di quella di tutti i Popoli d’Europa, non rimarrà nulla, sopraffatta dalle invasioni africane, musulmane, cinesi, ma soprattutto dalla volontà di ucciderci che anima i nostri governanti. I banchieri ne sono lo strumento più rapido e più spietato.

Non è catastrofismo. Il libro Dopo l’Occidente , che ho presentato ieri alla Libreria Feltrinelli di via Orlando a Roma, con gli amici Barbara Palombelli e Giordano Bruni Guerri, è stato scritto anche con una segreta, disperata speranza: che ciò che affermo non avvenga; che parlandone, discutendone, mettendo il quadro davanti agli occhi di tutti, qualcuno sia spinto ad agire per impedirlo. Saremmo ancora in tempo, infatti, se domani, non più tardi di domani, l’Italia desse il segnale della ribellione al suicidio, della volontà di riappropriarsi di se stessa, della propria identità, della propria cultura, della propria storia, quella storia attraverso la quale siamo riusciti con tanta fatica e tanto coraggio a diventare liberi, liberi del dominio papale, del dominio austriaco.


Liberi, liberi, liberi, ma vi rendete conto?

Come si è potuto pensare di far ritornare gli italiani ad obbedire agli stranieri?


Chi ha potuto credere che gli italiani, e non soltanto gli italiani, ma tutti i popoli d’Europa non sarebbero morti, morti nell’anima, prima ancora che nelle proprietà e negli affari, così come appaiono oggi, nel trovarsi prigionieri e fustigati di volta in volta da un tal ignoto belga, da un talaltro ignoto tedesco, sudditi di un impero surreale, creato a tavolino da quei pochi potenti che aspirano al governo mondiale e che debbono necessariamente perciò distruggere le nazioni, i singoli popoli.

L’Europa unita non esiste e non può esistere salvo che inducendo i popoli alla morte politica e civile; facendoli guidare, dominare da banchieri nel nome del denaro, della moneta. Oggi ne abbiamo avuto l’ennesima prova. La Borsa va male, come al solito, o perfino peggio del solito. Tutti quelli che credevano e speravano che in base ai risultati delle elezioni in Grecia, interpretati come una risposta «pro euro», finalmente la Borsa avrebbe cominciato a dare qualche segnale positivo, esprimono il proprio disappunto come se davvero la catastrofe provocata dall’unificazione europea potesse essere annullata con il grido di sottomissione emesso dalla vittima all'ultimo respiro nel momento in cui il carnefice sta per stringerle definitivamente il cappio al collo. I greci hanno appunto detto di sì perché avevano il cappio al collo. I governanti, politici e banchieri, che esultano per questo risultato, si rivelano per quello che sono: ripugnanti usurai che la penna di Balzac non sarebbe sufficiente a descrivere.

La cosa più tragica, poi, è che non sono soltanto avidi usurai: tutti i banchieri, salvo le rare eccezioni di coloro che hanno accumulato grandissime ricchezze riducendo sul lastrico milioni di persone, sono di mediocrissima intelligenza e commettono enormi errori nella loro cupidigia come dimostrato dalle crisi di cui stiamo pagando il conto dal 2008 a oggi. Non sono stati forse i banchieri a scrivere il trattato di Maastricht, capolavoro d’ignoranza e di falsità, a progettare la moneta che ci ha portato al disastro?

Non c’è nulla di più vergognoso e stupido che mettere a capo delle istituzioni dei banchieri. Dobbiamo trovare il modo per liberarcene.[/i]

Autrice: Ida Magli / Fonte: ilgiornale.it


CROLLA IL TITOLO MONTE PASCHI: MONTI REGALA
4 MILIARDI E GLI ITALIANI FANNO LA FAME


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Antonio Ingroia definisce un "vero scandalo, il regalo di 3,9 miliardi di euro che Monti ha fatto alla Monte dei Paschi di Siena, prelevandoli dalle tasche degli italiani".

http://www.osservatorelaziale.it/index. ... g=26&red=6

Redazione

Bufera politica sullo scandalo derivati della Monte Paschi di Siena, istituto bancario vicino al Pd il cui titolo crolla drasticamente dopo le dimissioni dell'ex numero uno Giuseppe Mussari dalla carica di presidente dell'Abi. Troppa tensione sul caso Mps e intorno al dossier 'Alexandria'. Mussari rivendica di aver operato nel rispetto della legge, ma di fatto si dimette per non danneggiare l'immagine dell'Abi. Intanto in una nota la Monte Paschi di Siena asserisce che alcuna delle operazioni in oggetto è stata sottoposta all'approvazione del Cda della Banca, “in quanto ciascuna rientrava nei poteri delle strutture preposte alla gestione operativa''. In particolare, le analisi in corso relative ad alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e presenti nel portafoglio della Banca riguarderebbero, a oggi, soltanto le operazioni denominate 'Alexandria', 'Santorini' e 'Nota Italia'''. ''Anche in virtù della richiesta di incremento dei 'Nuovi Strumenti Finanziari' – si legge nella nota - per 500 milioni', si ritiene che 'la Banca sia in condizioni di assorbire, dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze delle scelte finanziarie, contabili e gestionali relative alle operazioni' Alexandria, Santorini e Nota Italia”.

Di fatto le operazioni, rileva Banca d'Italia, sono ora all'attenzione sia della Vigilanza sia dell'Autorità giudiziaria.

''Nella misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale della banca certamente noi ci muoveremo - ha detto al Tg1 il presidente di Mps, Alessandro Profumo, sull'ipotesi di un'azione di responsabilità contro i precedenti vertici - Ad oggi stiamo facendo tutte le analisi che sono necessarie per capire chi ha fatto che cosa''. ''Sono certo che con il lavoro che stiamo facendo torneremo ad avere la reputazione che ci meritiamo'', ha sottolineato Profumo.

Intanto Pier Luigi Bersani respinge ogni ruolo del Pd nella vicenda: "Nessuna responsabilità, per l'amor di Dio. Il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche".

Antonio Ingroia definisce un "vero scandalo, il regalo di 3,9 miliardi di euro che il governo Monti ha fatto alla Monte dei Paschi di Siena, prelevandoli direttamente dalle tasche degli italiani". Uno schiaffo ai cittadini per Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, perché, dice, "si tratta di soldi pubblici, presi dalle casse dello Stato e dalle tasche dei cittadini, e versati a Mps da questo governo di banchieri". Dal caso dei derivati, sottoscritti da Mps, fa notare il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ''si può trarre l'idea che quelle frasi che abbiamo sentito tante volte dal ministro dell'Economia del governo Berlusconi, che nelle banche andava tutto bene e che ci avrebbe pensato lui, non corrispondevano all'effettiva vigilanza sul sistema''. Il vero scandalo, attacca il segretario nazionale di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, è che "il governo ha regalato alla Monte dei Paschi di Siena 3,9 miliardi, cioè che ha usato i soldi degli italiani che pagano le tasse per coprire i buchi di una banca privata".

Si tratta di un "grave" scandalo anche per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. La cosa peggiore, precisa Gasparri, è che "tutto ciò accada mentre il governo Monti accorda 3,9 miliardi al Mps, più dell'Imu pagata sulla prima casa dagli italiani". "Le banche hanno badato troppo alla finanza e poco all'economia reale, alle famiglie e alle imprese - ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano - Monti ha coccolato le banche e dato schiaffi al ceto medio". "Noi abbiamo due richieste precise per le banche - prosegue Alfano - la prima è restituire all'economia reale, alle famiglie e alle imprese, i soldi avuti a basso tasso di interesse dalla Bce; il secondo riaprire i rubinetti del credito".

Su Twitter Roberto Maroni chiede a "Monti e Bersani" di spiegare "subito in Parlamento i favori a Mps e le responsabilità del Pd nella disastrosa gestione della banca". "Monti ed il Partito democratico hanno l'obbligo di fare chiarezza sulla vicenda del Monte dei Paschi - rincara la dose il senatore del Popolo della Libertà Altero Matteoli - Spieghino quali ruoli hanno esercitato e Bersani non se ne lavi le mani".


(Fonte: Adnkronos)



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 24/01/2013, 14:31 
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perchè le banche
non prestano più ?

perch il credito
è ormai un'attività sussidiaria..
concesso controvoglia..
se potessero le banche lo eviterebbero..

l'unico interesse
sono gli investimenti in borsa
coi soldi dei corrntisti
che sono anche ostaggio
dei loro fallimenti..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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Grigio
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MessaggioInviato: 24/01/2013, 23:00 
Sta arrivando l’inferno, ma i candidati non lo vedono

Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice chiaro e tondo: sia i politici che i grandi media non hanno ancora spiegato cosa significano, in concreto, il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Tagli sanguinosi: 40 miliardi di euro all’anno, per vent’anni. Traduce Luciano Gallino: vuol dire ridurre in miseria due o tre generazioni di italiani, e retrocedere la nostra economia in sedie D. E tutto questo, aggiunge Giorgio Cremaschi, sulla base di miseri calcoli tragicamente errati: la Merkel, Draghi e Monti hanno inaugurato le micidiali politiche di rigore credendo che un punto di taglio del deficit pubblico avrebbe ridotto la crescita di mezzo punto. Tutto sbagliato: un punto di tagli produce un punto e mezzo di danno economico, cioè tre volte le previsioni. A dirlo non è Cremaschi, ma il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, come riporta il “Sole 24 Ore”.

Tecnocrati incapaci, oltre che spietati: «Hanno sbagliato i conti – dice Cremaschi – e la politica di austerità che hanno consapevolmente deciso ha povertàprodotto disoccupazione e povertà tre volte di più di quanto avevano pensato di farci pagare». Ecco spiegata la dismisura della spirale recessiva, sempre più pesante e senza soluzioni, che sta dilagando in Europa. «In concreto – scrive Cremaschi su “Micromega” – questo vuol dire che il pareggio di bilancio come obbligo costituzionale, votato anche da Lega e Idv», comporta un’austerity «non più economicamente e socialmente sostenibile», perché il patto fiscale europeo ci obbliga a dimezzare il debito pubblico in appena vent’anni. E’ l’orrore sociale del Fiscal Compact, di cui i media preferiscono parlare il meno possibile, «con buona pace della politica di unità nazionale che ha deliberato queste scelte e dello stesso Presidente della Repubblica che le ha auspicate e benedette».

Scelte sciagurate, che secondo Cremaschi «vanno concretamente e rapidamente messe in discussione, cioè revocate», perché per rimediare a danni epocali «sarà necessaria una politica economica di segno opposto a quella sinora attuata». Una nuova politica democratica, «che come prima misura decida di rompere il tabù liberista che domina il nostro continente». E’ il tabù del debito e del pareggio di bilancio, spauracchio «che invece viene messo in discussione nel resto del mondo, dagli Stati Uniti al Giappone alla Cina all’America latina», dove peraltro le economie si basano su moneta sovrana, senza cioè il ricatto di una valuta “straniera” come l’euro. Parliamoci chiaro, insiste Cremaschi: «Per affrontare la crisi e il suo primo effetto, la disoccupazione di massa, bisogna spendere soldi pubblici», come Monti, Bersani e Berlusconifa Obama, «senza timore di avere un bilancio in deficit». E dunque: «In Italia e in Europa deve saltare tutto il sistema di patti, accordi e regole che promuovono e disciplinano l’austerità».

In Italia invece il confronto elettorale parla d’altro, aggiunge Cremaschi, anche se la campagna elettorale si fonda sulle promesse più varie. «Monti evidentemente non può certo smentire sé stesso, Berlusconi è sicuramente capace di farlo ma proprio per questo non ha alcuna credibilità». E Bersani? «Nel proprio programma elettorale ha scritto che si impegna a rispettare tutti gli impegni assunti e lo ribadisce in continuazione per rassicurare l’Europa e lo spread». Ma se si allarga l’orizzonte, il risultato non cambia: «Anche chi si oppone a questi tre leader e ai loro schieramenti non affronta davvero questi temi, e in ogni caso non li mette al centro della propria propaganda». Grillo, per esempio: «A volte ne parla, ma poi al centro di tutto mette la lotta al sistema dei partiti». E Ingroia? Lui pure ne fa accenno, «ma ben dopo i temi della legalità che gli sono più cari». Così, nel confronto sulla politica economica «trionfano i “ma anche” di veltroniana memoria». Ingroia e GrilloConiugare austerità e crescita, rigore con equità? «Sono formulette abusate, che non vogliono dire un bel nulla».

La crisi economica mondiale, aggiunge Cremaschi, si è alimentata pochi anni fa dalla esplosione della bolla finanziaria. In Italia, la crisi politica è letteralmente assorbita in una bolla mediatica, che sta gonfiando queste elezioni presentando uno scontro tanto più aspro quanto più si allontana dalle decisioni vere da assumere. «Prima o poi la bolla mediatica scoppierà come è successo per quella dei derivati», dice Cremaschi. E allora, «il peso delle decisioni non prese e nemmeno discusse davvero si abbatterà su di noi con il perdurare della crisi». Ci sono le elezioni a febbraio? Bene. Non resta che «pretendere da chi si candida» di chiarire un punto fondamentale: «Dica con chiarezza se vuol mantenere o mettere in discussione pareggio di bilancio e Fiscal Compact: è su questo che ci si divide in Europa alle elezioni e sarebbe ora che accadesse anche da noi, nonostante la bolla mediatica».

http://www.libreidee.org/2013/01/sta-ar ... lo-vedono/


[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Thethirdeye/201312611350_povertà.jpg[/img]


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Thethirdeye ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:


L'Europa ha regalato la propria anima ai banchieri

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http://www.ecplanet.com/node/3344

Siamo prigionieri di politici che hanno rinunziato al loro ruolo per permettere ai banchieri di distruggerci come «Nazione», come «Stato», come «Popolo» attraverso un unico strumento, quello finanziario.

[i]Sono convinta che della nostra civiltà, italiana, francese, tedesca, di quella di tutti i Popoli d’Europa, non rimarrà nulla, sopraffatta dalle invasioni africane, musulmane, cinesi, ma soprattutto dalla volontà di ucciderci che anima i nostri governanti. I banchieri ne sono lo strumento più rapido e più spietato.

Non è catastrofismo. Il libro Dopo l’Occidente , che ho presentato ieri alla Libreria Feltrinelli di via Orlando a Roma, con gli amici Barbara Palombelli e Giordano Bruni Guerri, è stato scritto anche con una segreta, disperata speranza: che ciò che affermo non avvenga; che parlandone, discutendone, mettendo il quadro davanti agli occhi di tutti, qualcuno sia spinto ad agire per impedirlo. Saremmo ancora in tempo, infatti, se domani, non più tardi di domani, l’Italia desse il segnale della ribellione al suicidio, della volontà di riappropriarsi di se stessa, della propria identità, della propria cultura, della propria storia, quella storia attraverso la quale siamo riusciti con tanta fatica e tanto coraggio a diventare liberi, liberi del dominio papale, del dominio austriaco.


Liberi, liberi, liberi, ma vi rendete conto?

Come si è potuto pensare di far ritornare gli italiani ad obbedire agli stranieri?


Chi ha potuto credere che gli italiani, e non soltanto gli italiani, ma tutti i popoli d’Europa non sarebbero morti, morti nell’anima, prima ancora che nelle proprietà e negli affari, così come appaiono oggi, nel trovarsi prigionieri e fustigati di volta in volta da un tal ignoto belga, da un talaltro ignoto tedesco, sudditi di un impero surreale, creato a tavolino da quei pochi potenti che aspirano al governo mondiale e che debbono necessariamente perciò distruggere le nazioni, i singoli popoli.

L’Europa unita non esiste e non può esistere salvo che inducendo i popoli alla morte politica e civile; facendoli guidare, dominare da banchieri nel nome del denaro, della moneta. Oggi ne abbiamo avuto l’ennesima prova. La Borsa va male, come al solito, o perfino peggio del solito. Tutti quelli che credevano e speravano che in base ai risultati delle elezioni in Grecia, interpretati come una risposta «pro euro», finalmente la Borsa avrebbe cominciato a dare qualche segnale positivo, esprimono il proprio disappunto come se davvero la catastrofe provocata dall’unificazione europea potesse essere annullata con il grido di sottomissione emesso dalla vittima all'ultimo respiro nel momento in cui il carnefice sta per stringerle definitivamente il cappio al collo. I greci hanno appunto detto di sì perché avevano il cappio al collo. I governanti, politici e banchieri, che esultano per questo risultato, si rivelano per quello che sono: ripugnanti usurai che la penna di Balzac non sarebbe sufficiente a descrivere.

La cosa più tragica, poi, è che non sono soltanto avidi usurai: tutti i banchieri, salvo le rare eccezioni di coloro che hanno accumulato grandissime ricchezze riducendo sul lastrico milioni di persone, sono di mediocrissima intelligenza e commettono enormi errori nella loro cupidigia come dimostrato dalle crisi di cui stiamo pagando il conto dal 2008 a oggi. Non sono stati forse i banchieri a scrivere il trattato di Maastricht, capolavoro d’ignoranza e di falsità, a progettare la moneta che ci ha portato al disastro?

Non c’è nulla di più vergognoso e stupido che mettere a capo delle istituzioni dei banchieri. Dobbiamo trovare il modo per liberarcene.[/i]

Autrice: Ida Magli / Fonte: ilgiornale.it


CROLLA IL TITOLO MONTE PASCHI: MONTI REGALA
4 MILIARDI E GLI ITALIANI FANNO LA FAME


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Antonio Ingroia definisce un "vero scandalo, il regalo di 3,9 miliardi di euro che Monti ha fatto alla Monte dei Paschi di Siena, prelevandoli dalle tasche degli italiani".

http://www.osservatorelaziale.it/index. ... g=26&red=6

Redazione

Bufera politica sullo scandalo derivati della Monte Paschi di Siena, istituto bancario vicino al Pd il cui titolo crolla drasticamente dopo le dimissioni dell'ex numero uno Giuseppe Mussari dalla carica di presidente dell'Abi. Troppa tensione sul caso Mps e intorno al dossier 'Alexandria'. Mussari rivendica di aver operato nel rispetto della legge, ma di fatto si dimette per non danneggiare l'immagine dell'Abi. Intanto in una nota la Monte Paschi di Siena asserisce che alcuna delle operazioni in oggetto è stata sottoposta all'approvazione del Cda della Banca, “in quanto ciascuna rientrava nei poteri delle strutture preposte alla gestione operativa''. In particolare, le analisi in corso relative ad alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e presenti nel portafoglio della Banca riguarderebbero, a oggi, soltanto le operazioni denominate 'Alexandria', 'Santorini' e 'Nota Italia'''. ''Anche in virtù della richiesta di incremento dei 'Nuovi Strumenti Finanziari' – si legge nella nota - per 500 milioni', si ritiene che 'la Banca sia in condizioni di assorbire, dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze delle scelte finanziarie, contabili e gestionali relative alle operazioni' Alexandria, Santorini e Nota Italia”.

Di fatto le operazioni, rileva Banca d'Italia, sono ora all'attenzione sia della Vigilanza sia dell'Autorità giudiziaria.

''Nella misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale della banca certamente noi ci muoveremo - ha detto al Tg1 il presidente di Mps, Alessandro Profumo, sull'ipotesi di un'azione di responsabilità contro i precedenti vertici - Ad oggi stiamo facendo tutte le analisi che sono necessarie per capire chi ha fatto che cosa''. ''Sono certo che con il lavoro che stiamo facendo torneremo ad avere la reputazione che ci meritiamo'', ha sottolineato Profumo.

Intanto Pier Luigi Bersani respinge ogni ruolo del Pd nella vicenda: "Nessuna responsabilità, per l'amor di Dio. Il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche".

Antonio Ingroia definisce un "vero scandalo, il regalo di 3,9 miliardi di euro che il governo Monti ha fatto alla Monte dei Paschi di Siena, prelevandoli direttamente dalle tasche degli italiani". Uno schiaffo ai cittadini per Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, perché, dice, "si tratta di soldi pubblici, presi dalle casse dello Stato e dalle tasche dei cittadini, e versati a Mps da questo governo di banchieri". Dal caso dei derivati, sottoscritti da Mps, fa notare il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ''si può trarre l'idea che quelle frasi che abbiamo sentito tante volte dal ministro dell'Economia del governo Berlusconi, che nelle banche andava tutto bene e che ci avrebbe pensato lui, non corrispondevano all'effettiva vigilanza sul sistema''. Il vero scandalo, attacca il segretario nazionale di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, è che "il governo ha regalato alla Monte dei Paschi di Siena 3,9 miliardi, cioè che ha usato i soldi degli italiani che pagano le tasse per coprire i buchi di una banca privata".

Si tratta di un "grave" scandalo anche per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. La cosa peggiore, precisa Gasparri, è che "tutto ciò accada mentre il governo Monti accorda 3,9 miliardi al Mps, più dell'Imu pagata sulla prima casa dagli italiani". "Le banche hanno badato troppo alla finanza e poco all'economia reale, alle famiglie e alle imprese - ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano - Monti ha coccolato le banche e dato schiaffi al ceto medio". "Noi abbiamo due richieste precise per le banche - prosegue Alfano - la prima è restituire all'economia reale, alle famiglie e alle imprese, i soldi avuti a basso tasso di interesse dalla Bce; il secondo riaprire i rubinetti del credito".

Su Twitter Roberto Maroni chiede a "Monti e Bersani" di spiegare "subito in Parlamento i favori a Mps e le responsabilità del Pd nella disastrosa gestione della banca". "Monti ed il Partito democratico hanno l'obbligo di fare chiarezza sulla vicenda del Monte dei Paschi - rincara la dose il senatore del Popolo della Libertà Altero Matteoli - Spieghino quali ruoli hanno esercitato e Bersani non se ne lavi le mani".


(Fonte: Adnkronos)


IL CASO MONTE DEI PASCHI DI SIENA E IL RUOLO DELL’EUROPA

SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero

http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... elleuropa/

“Coloro che non possono ricordare il passato, sono condannati a ripeterlo”
George Santayana. 1930


A proposito di Monte dei Paschi di Siena.
Sono sempre stato un europeista convinto.
Mi sento europeo e sono orgoglioso di esserlo.
Sono un profondo sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, perché considero l’Europa un continente che ha prodotto nei secoli una immensa tradizione evolutiva in campo economico, culturale, artistico, scientifico, che ha dato un enorme contributo al miglioramento delle condizioni esistenziali delle persone.
Non questa Europa, si intende.
La grande truffa degli oligarchi reazionari consiste nell’aver inventato uno scontro tra europeisti e non europeisti, spingendo la gente –in maniera perversa e subliminale- a pensare che la BCE e il sistema bancario attuale “sia l’Europa”.
Non è così.
C’è anche un’altra Europa.
Ed è quella per la quale mi batto.
Caduti nella trappola dell’Alzheimer sociale, ben rappresentato dalle trovate mediatiche di Silvio Berlusconi, gli italiani, oggi, sbigottiti, sono testimoni del terremoto finanziario prodotto dalle scelte amministrative del Monte dei Paschi di Siena, come se fosse una sorpresa, uno scandalo, qualcosa di cui stupirsi.
Considero questo “scandalo” uno splendido simbolo della enorme possibilità che tutti noi europei abbiamo in questo momento per poter ritrovare il Senso di una nuova identità europea, che prima di tutto deve essere esistenziale e culturale, economica e politica e poi, di conseguenza, anche finanziaria.
Perché l’Europa, cioè la prima costituzione degli Stati Uniti d’Europa, è nata dalla finanza, e con il suo fallimento, si spera che gli europei ritrovino la ragione. E’ nata così l’Europa.
E fu proprio il Monte dei Paschi di Siena a inventare tutto ciò, molto ma molto tempo fa.
Perché le speculazioni finanziarie sui derivati non sono affatto una invenzione tecnologica, ingegnosamente scoperta dagli analisti finanziari americani, bensì sono un’idea finanziaria del Monte dei Paschi di Siena, che si è espressa 375 anni fa e che allora portò l’Europa alla catastrofe, seminando miseria, povertà e fame.
Se chiedete “quando è nata l’Europa?” vi sentirete dare risposte molto diverse. C’è chi sostiene con il Trattato di Lisbona, chi con quello di Maastricht, chi nel 2001 con il varo dell’euro, chi con il Trattato di Roma del 1957, chi con il manifesto di Ventotene del 1943 a firma Altiero Spinelli, chi con Napoleone Bonaparte, chi con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1789,.
Forse hanno ragione tutti, sono stati piccoli tasselli intersecantesi l’uno con l’altro.
Ma il punto dolente rimane quello della “mancanza di memoria storica” a dimostrazione dell’autentica tragedia che noi tutti stiamo vivendo oggi in conseguenza dell’assassinio della Cultura e dell’Informazione.
Perché se fosse rimasta alta la bandiera della memoria storica collettiva, allora, i popoli avrebbero impedito a questi burocrati oligarchi criminali di fondare gli Stati Uniti d’Europa sulla finanza, dato che era stato già fatto quasi 400 anni fa portando il continente alla catastrofe.
C’era, quindi, un precedente storico poderoso, fulminante, sul quale interrogarsi, da analizzare, sondare, elaborare, per trarne una lezione utile.
Tutto è avvenuto grazie al Monte dei Paschi di Siena, nel cuore dell’Europa mercantile, nei primissimi anni del secolo XVII, quando la banca senese “inventa” i derivati e provoca, guida, determina, la più grande catastrofe economica che si sia mai realizzata nella Storia della Civiltà: il crollo della borsa di Amsterdam il 9 febbraio del 1637.
Ecco come andò.
Nei primi decenni del ‘600, grazie all’eccitazione mercantile dovuta alla scoperta dell’America e all’introduzione sui mercati europei di ingenti quantitativi di oro, argento e derrate alimentari, provenienti dal nuovo continente in via di espoliazione, gli europei creano “la borsa valori delle merci e dei preziosi” di cui Amsterdam diventa il centro propulsore. Il Monte dei Paschi di Siena, la più solida e antica banca europea (fondata nel 1472) diventa il più forte istituto di credito finanziario dell’epoca, luogo di incontro della finanza vaticana e delle rendite finanziarie delle oligarchie aristocratiche europee che lì si incontrano per scambiarsi i loro titoli e creare le grandi rendite patrimoniali europee. Nel 1593, il Monte dei Paschi di Siena finanzia Johannes Van Bommel, un grande mercante dell’epoca, il quale importa dalla Turchia i bulbi di tulipano, investendo nella loro coltivazione. Qualcosa di inspiegabile però accade. Anche se da allora sono trascorsi 400 anni, seguita a rimanere un mistero della mente umana. I tulipani diventano ben presto una specie di feticcio della neo-nata classe borghese mercantile, dando vita a una gigantesca febbre collettiva che invade tutta l’Europa. Gli storici e gli antropologi inglesi hanno addirittura coniato il termine “tulipomania” parola che, da qualche anno, indica una specie di malattia dello spirito che porta gli individui a speculare in borsa su “qualcosa di evanescente che non esiste”. Poco a poco, in tutto il continente si diffonde la mania dei tulipani che diventano ben presto un vero e proprio social status. Dovunque, da Lisbona fino a Roma, da Glasgow fino alla lontana Varsavia, gli europei si gettano nell’investimento di azioni dei bulbi di tulipano e in tutto il continente si aprono agenzie di cambio locale, gestite in appalto dal Monte dei Paschi di Siena. Al mattino si apre la contrattazione ad Amsterdam e alle 15 partono a cavallo i corrieri con i risultati del giorno, attraversando tutta l’Europa per andare a negoziare i titoli nelle diverse capitali. Ben presto, l’Europa comincia a diventare piccola e le capitali entrano in veloce contatto tra di loro, dando vita alle prime società di trasporto continentali. Nel 1605 la domanda di bulbo di tulipano raggiunge livelli vertiginosi di costo. Vengono attribuiti nomi curiosi e strani ai bulbi e le famiglie di possidenti investono ingenti quantità di denaro su questo fiore. Nel 1623, un certo bulbo di tulipano, di un colore magari raro, arriva a costare il corrispondente di oggi di circa 50/70 mila euro. Il record viene toccato dal “semper Augustus” che viene contraccambiato nel 1630 per la cifra vertiginosa di 100.000 fiorini, pari a 250.000 euro odierni. In quell’anno, un certo Messer Cucinotti, ragioniere plenipotenziario di Monte dei Paschi di Siena nella sede di Amsterdam ha un’idea che seduce l’intera Europa: “la speculazione sui derivati finanziari” che lui inventa e codifica, in uno splendido testo di follia delirante finanziaria (si trovano i testi dell’epoca nella “Biblioteca pelagia di parte guelfa” a Firenze) con il termine “commercio del vento” o altrimenti detto “commercio finanziario delle nuvole”. Il Monte dei Paschi di Siena stampa dei contratti di assicurazione sul titolo dei bulbi e poi li assicura presso una loro filiale a Londra, la quale ne rivende –a prezzo maggiorato- il potenziale profitto di lì a sei mesi. Chi acquista quel titolo, lo rivende a un altro prezzo maggiorato e così via dicendo, per cui uno stesso titolo di possesso di un bulbo tocca il record nel 1632 di 186 proprietari della stessa azione a prezzi completamente diversi: la stessa azione vale 1 oppure 8 oppure 75 a seconda di quando è stata acquistata e da chi. La banca senese dà prestiti per acquistare bulbi di tulipano e raccoglie in garanzia proprietà immobiliari e terre coltivate, creando una massa finanziaria speculativa che nel dicembre del 1635 raggiunge una cifra pari a 15 volte l’intera ricchezza reale europea. Finchè alla fine del 1636 alcuni aristocratici, bisognosi di danaro in contanti per finanziare spedizioni navali o costruirsi un castello cominciano a vendere e si arriva al 9 febbraio del 1637 quando l’ondata di vendite si abbatte sul mercato provocando la più gigantesca catastrofe finanziaria che sia mai stata registrata nella storia. Il tutto avviene a una velocità inusitata per quei tempi, in pochissime settimane. E il mercato dei tulipani crolla. Migliaia e migliaia di famiglie si trovano sul lastrico perché il Monte dei Paschi di Siena attraverso le guardie reali olandesi requisisce le loro proprietà immobiliari date in garanzia per titoli di bulbi di tulipano che sulla carta valgono milioni ma che in realtà si rivelano semplice carta straccia. Nel solo mese di giugno del 1637, nella città di Amsterdam 15.000 persone travolte dal dissesto. La città di Arnheim diventa un enorme cimitero e così la città di Hannover, di Besancon, la lontanissima L’vov al confine tra la Polonia e l’Ucraina. L’Europa è travolta dal crollo della finanza sui derivati. Le famiglie rovinate abbandonano le loro terre che rimangono incolte provocando penuria e carestia nella popolazione. Nasce così la immensa ricchezza patrimoniale del Monte dei Paschi di Siena, che riesce a non fallire grazie all’intervento del Vaticano che accordandosi con il re d’Inghilterra dichiara “diabolici” i contratti stipulati dagli aristocratici di mezza Europa e confisca i beni dati in garanzia, identificati come “oggetti del diavolo”, di cui la banca diventa legittima proprietaria.
L’Europa finisce in miseria.
Nasce allora quella che con parole di oggi potremmo definire “la decrescita felice” e che gli storici chiamano “genesi dei movimenti pauperistici europei”, una miriade di movimenti autonomi dei cittadini che si contrappongono all’idea della finanza, del concetto di investimento di danaro, al consumo, agli status symbol ed esaltano l’austerità identificando nella povertà una scelta. Il Monte dei Paschi di Siena chiude tutte le sue filiali in Europa e rientra in Italia con un guadagno complessivo netto in 30 anni corrispondente alla cifra di oggi di circa 100 miliardi di euro che viene suddiviso tra le grandi famiglie aristocratiche delle signorie toscane e il Vaticano.
Il movimento pauperistico e la denuncia del lusso e del consumo viene capeggiato dal filosofo Baruch Spinoza, il quale aveva soltanto 5 anni quando c’era stato il crollo ma che era cresciuto in Olanda vivendo nell’atmosfera tragica del baratro finanziario nel quale era precipitata tutta l’Europa. Gli studiosi, i filosofi, gli intellettuali dell’epoca si confrontano e dibattono sulla follia collettiva che ha provocato la più grande tragedia sociale mai registrata nel nostro continente, e da questo humus intellettuale nasce l’Etica di Spinoza, colonna portante del pensiero libertario europeo, testo fondamentale che diventerà, di lì a breve, il pane quotidiano di Voltaire e dei grandi pensatori illuministi. Quando esplode “la più grande bolla finanziaria dell’ultimo millennio” viene travolta anche il Regno di Gran Bretagna, perché a Londra falliscono decine e decine di piccole società di assicurazioni (che stavano allora nascendo) gestite da famiglie aristocratiche in vista e sostenute da un parlamento corrotto. Per far fronte ai giganteschi ammanchi, il governo inglese aumentò la tassazione ai produttori agricoli del 30% provocando malumori e rivolte, che cominciarono a crescere e dilagare fino alla rivoluzione condotta da Oliver Cromwell nel 1648: la prima rivoluzione popolare europea.
Ecco che cosa ha prodotto 375 anni fa l’Europa Unita della Finanza.
Fine della storia.
C’era quindi un precedente.
Noto a tutti coloro che hanno studiato la Storia d’Europa. Noto a tutti gli studiosi di Storia Economica. Noto a tutti coloro che hanno costruito, recentemente, l’Europa. La prima fondazione degli Stati Uniti d’Europa, quella realizzata attraverso la borsa valori delle merci di Amsterdam nei primi decenni del 1600 è fallita. E’ esplosa, perché fondata sulla finanza, sulle banche, sulla speculazione, sui derivati, sul monopolio delle grandi famiglie aristocratiche e del Vaticano.
La Storia ci insegnava, quindi, che era l’ultima cosa da fare, l’ultima strada da seguire.
Possiamo dunque meravigliarci e stupirci che la stessa banca che ha provocato tale catastrofe nel 1637 provocando il suicidio (secondo gli storici) di circa 150 mila persone –una cifra allora immensa- il crollo di intere città e una depauperizzazione del territorio, che ha affamato l’Europa per circa 50 anni, abbia oggi fatto la stessa cosa? No.
Non mi stupisce.
Perché lo statuto della Banca del Monte dei Paschi di Siena il 9 febbraio del 1637 è lo stesso del 25 gennaio 2013. Non è cambiato.
Questa è la lezione che va appresa, oggi, e che serve (e ci serve) per interrogarci sulla necessità di ritornare a leggere la Storia, a praticare la Cultura ma, soprattutto, a riannodare le fila della memoria storica collettiva, sottraendosi all’Alzheimer sociale voluto, imposto, e ottenuto da Berlusconi e dal berlusconismo.
Lo statuto è lo stesso.
Una fondazione detiene il 39% delle azioni dell’istituto.
Anche grazie a Mario Monti, tale fondazione non paga le tasse. Il suo governo ha scelto di esentarla “perché dedita alla beneficenza riconosciuta”.(decreto ministeriale del 29 maggio 2012).
La fondazione ha un consiglio di amministrazione.
I membri del consiglio vengono scelti non sulla base di una competenza tecnica bancaria rigorosa bensì secondo i seguenti canoni, noti, conosciuti e accettati da tutti, compresi tutti gli impiegati che ci lavorano (e che adesso non si lamentino): 16 persone vengono elette dal sindaco di Siena, attualmente un burocrate funzionario del PD, nei 25 anni precedenti un burocrate del PDS e del PCI; 10 membri vengono scelti da un “consorzio locale di imprenditori” che altro non è che il gruppo di tre logge massoniche senesi, una delle quali molto nota per essere stata molto vicina a quella del grossetano Licio Gelli; infine 2 consiglieri che operano anche come arbitri interni, scelti ed eletti dal Vaticano, uno di provenienza Ior e l’altro di provenienza territoriale cattolica confessionale, cosiddetti “azionisti curiali”.
Questo non è uno scoop, magari lo fosse!
Questo è il segreto di Pulcinella.
Ed è necessario, quindi, porsi delle domande.
Perché mai una banca deve avere un consiglio di amministrazione dove i consiglieri sono eletti da un sindaco? Che cosa ne sa un sindaco di tecnica bancaria? Quali sono le responsabilità del consiglio comunale? La scelta dei candidati è pubblica? E’ votata dall’intero consiglio comunale? Perché la curia vaticana deve fornire dei consiglieri di amministrazione? Non è forse l’Italia uno stato laico? Perché mai viene dato per scontato –come se fossero stati eletti- che a Siena, nel cuore della regione Toscana, le logge massoniche locali hanno addirittura la posizione ufficiale e riconosciuta di veri e propri committenti che forniscono i nomi dei consiglieri per andare a occupare dei posti nell’amministrazione di una banca accanto a dei nominati dal sindaco? Quali sono i rapporti tra i consiglieri eletti e il territorio? Come è possibile che una fondazione di tal fatta non paghi tasse ma nel suo bilancio ufficiale, nella sezione relativa alla cosiddetta “beneficenza nel territorio” (da cui l’esenzione dalle tasse) si trovano sponsorizzazioni annuali a pioggia dell’ordine di centinaia di milioni di euro a favore di onlus, cooperative, piccole società editoriali e mediatiche che in teoria si sarebbero dovute occupare della diffusione della cultura e che non hanno mai fornito uno straccio di fattura? Com’è possibile che una banca partitico-massonica-curiale (per statuto) abbia goduto, in extremis, lo scorso dicembre, di un ennesimo finanziamento da parte dello Stato dell’ordine di 3,9 miliardi di euro senza che sia stata richiesta nessuna garanzia?
Queste sono le domande che i cittadini elettori dovrebbero porsi pretendendo delle risposte adeguate.
E la stessa cosa per ciò che riguarda le fondazioni bancarie controllate dai leghisti e dai pidiellini nelle valli lombarde
E’ su questo che si gioca la partita della campagna elettorale, non sui programmi. Per loro, per il PD PDL Udc FLI Lega Nord, ciò che conta è garantirsi un numero di deputati e senatori eletti che garantiranno la prosecuzione di un simile stato di cose.
Le forze politiche che dichiarano di rappresentare i cittadini (e non gli interessi di bassa clientela omertosa) devono impegnarsi a chiedere IMMEDIATAMENTE al nuovo governo l’abolizione delle fondazioni bancarie, la trasparenza dei bilanci e il divieto di investire i soldi dei correntisti in derivati finanziari senza prima averli informati per avere il loro consenso.
La impietosa logica dei mercati li sta smascherando.
Siamo ormai alla guerra per bande.
I banditi ci hanno rubato il territorio impedendoci di fare impresa.
Riprendiamocelo.
Nessuno è in grado di fornire inoppugnabile documentazione bancaria relativa alla reale quota di investimenti delle prime 100 banche italiane. Tradotto in termini sintetici vuol dire che in Italia le banche private non sono tenute a spiegare a nessuno come e dove e quando operano sul mercato e il loro management è composto da esponenti della politica e non da esperti tecnici in meccanismi finanziari bancari. Quando hanno bisogno di soldi in contanti li chiedono allo stato che paga passivamente.
E così, Monte dei Paschi di Siena si è presa a Natale i soldi dell’Imu.
Per investirli in bulbi di tulipani.
E infine la domanda di tutte le domande: perché mai bisogna salvare la banca?
Hanno un ammanco? Che falliscano.
Come la stessa banca ha spinto a fare alle migliaia e migliaia di piccole e medie imprese alle quali ha negato credito per seguitare a ballare il consueto minuetto che va avanti dal 1472.
Sono contro la nazionalizzazione di Monte dei Paschi di Siena, perché questa non è una nazione normale e non c’è quindi alcuna garanzia al riguardo. Basta con il medioevo in Italia.
Il crollo finanziario dell’Europa nel 1637 provocò una nuova coscienza collettiva che ispirò il grande Spinoza a fondare la necessità dell’Etica come elemento unificante della cultura europea.
Il comportamento del Monte dei Paschi di Siena è indice di una idea a-etica dell’esistenza, basata sul principio tale per cui se qualcosa riesce e va in porto (oppure funziona) allora è giusto. E’ la base strutturale della mancanza dello Stato di Diritto e della mancanza di valori e di principi ideali. L’atteggiamento etico, invece, comporta l’idea di muoversi per eventi, idee, azioni che si sa dentro di sé, con certezza, che sono giuste. E ci si batte per quelle. E’ su questa base che è stato abolito lo schiavismo: perché era giusto farlo. Queste sono le due europe.
Il Monte dei paschi di Siena appartiene a un’Europa degradata che sta crollando.
“Ce lo chiede l’Europa” è un mantra che va strappato dalla bocca di Mario Monti e noi abbiamo il dovere di riappropriarci di questo termine, coniugandolo con l’idea Etica che ha fatto grande questo continente
L’Europa delle nazioni e degli uomini liberi. Quella vera. Quella che funziona in modo equo, che si occupa delle esistenze e dei diritti civili, del lavoro e dell’istruzione, della diffusione di cultura e dell’investimento produttivo.
La parte vera dell’Europa che nell’attuale parlamento italiano non ha voce.
Dipende da tutti noi fare in modo che la Storia svolti da una parte o dall’altra.

Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... -e-il.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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nemesis-gt ha scritto:

Sta arrivando l’inferno, ma i candidati non lo vedono

Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice chiaro e tondo: sia i politici che i grandi media non hanno ancora spiegato cosa significano, in concreto, il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Tagli sanguinosi: 40 miliardi di euro all’anno, per vent’anni. Traduce Luciano Gallino: vuol dire ridurre in miseria due o tre generazioni di italiani, e retrocedere la nostra economia in sedie D. E tutto questo, aggiunge Giorgio Cremaschi, sulla base di miseri calcoli tragicamente errati: la Merkel, Draghi e Monti hanno inaugurato le micidiali politiche di rigore credendo che un punto di taglio del deficit pubblico avrebbe ridotto la crescita di mezzo punto. Tutto sbagliato: un punto di tagli produce un punto e mezzo di danno economico, cioè tre volte le previsioni. A dirlo non è Cremaschi, ma il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, come riporta il “Sole 24 Ore”.


http://www.libreidee.org/2013/01/sta-ar ... lo-vedono/


[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Thethirdeye/201312611350_povertà.jpg[/img]


oltretutto anche mettendo 40 mld
di euro x anno
poi è impossibile
risanare il debito pubblico
con un'economia in recessione..

abbiamo visto quest'anno..
2000 mild di euro di debito..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 04/02/2013, 11:59 
E il cerchio si chiude.....

Antonveneta – l’affare sporco di Rotschild Italia
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=266777



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MessaggioInviato: 04/02/2013, 21:28 
ECCO COME I "POTERI FORTI" STANNO DEMOLENDO L'ITALIA

Postato il Domenica, 03 febbraio @ 17:10:00

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11431

DI GIOVANNI PASSALI
sussidiario.net

La catastrofe economica si avvicina a grandi passi, e a noi verrà dato un governo tecnico per impedire che la si possa sfuggire, riprendendoci la sovranità monetaria. Una catastrofe che, chi ha il triste privilegio di vedere i mercati finanziari speculativi, vede arrivare con un certo anticipo; è come avere una visione panoramica del mare, perché ci si trova al piano alto di un albergo, e lo stesso albergo si trova in una zona rialzata seppur vicino al mare, e vedere arrivare da lontano l’onda devastatrice dello tsunami. Di questa visione anticipata ora voglio rendere partecipi voi lettori.

Dall’estate dello scorso anno il clima sul mercato del Forex, cioè il mercato dei cambi valutari, è radicalmente cambiato. L’euro ha iniziato ad apprezzarsi verso tutte le maggiori valute mondiali, con una spinta verso l’alto che nelle ultime settimane è divenuta impetuosa. Vediamo qualche grafico. Il primo indica il cambio euro-dollaro. Il secondo il cambio euro-franco svizzero.

Questo grafico merita un commento particolare, poiché la prima parte del grafico risente della decisione della banca centrale svizzera di non permettere che il cambio scendesse oltre la soglia di 1,20 per difendere la propria economia reale. Questo è quello che dovrebbe fare ogni banca centrale, difendere la propria economia reale. Quando la banca centrale svizzera annunciò questo intervento, parlò chiaramente di interventi monetari “senza limiti”. Ovviamente, un franco svizzero troppo caro avrebbe reso cari i prezzi in Svizzera per i turisti. Quindi la banca centrale ha fronteggiato la speculazione con la forza del suo potere di stampare moneta dal nulla. Ora invece, nonostante i diversi paesi in crisi, l’euro inizia a rivalutarsi pure sul franco svizzero. Stavolta banca centrale e speculazione sono d’accordo. Ma andiamo avanti.

Il terzo grafico riporta il cambio dell’euro con una moneta vicina, la sterlina. Qui, la salita dell’ultimo mese è impressionante. Ed è cosa nota che in Gran Bretagna, per fronteggiare la durissima crisi che attanaglia pure lo Stato e il sistema bancario, la banca centrale ha offerto fiumi di moneta fresca. Infine, nel quarto grafico, il cambio euro-yen. Come noto, il Giappone ha un debito pari al 220% del Pil e ha sostenuto il suo debito stampando moneta, non con la crescita. Infatti, in Giappone si sono arresi all’evidenza che la crescita non c’è, la crescita non se la possono dare da soli. Qui in Europa invece noi siamo sotto quei potentati economici, evidentemente molto interessati, che sostengono quell’ideologia che professa la sostenibilità del debito tramite una crescita impossibile (in questa struttura finanziaria, in questa struttura monetaria).



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Non avremo la crescita, ma avremo la nostra Grande Depressione, iniziata e accentuata dal comportamento delle banche centrali, la cui moneta finisce regolarmente nei mercati finanziari (i soli a crescere in questo periodo di crisi profonda) e non verso l’economia reale. Questo è il risultato di una politica monetaria secondo la quale, usando le parole di Draghi, “faremo di tutto per sostenere l’euro e, credetemi, è abbastanza”.

Capito l’obiettivo? Vogliono sostenere l’euro, non i popoli. Vogliono rendere l’euro forte, sempre più forte, lasciando intendere che questa forza dell’euro è una benedizione, invece di essere la distruzione delle esportazioni, la distruzione di quei paesi pieni di inventiva, capacità imprenditoriale e qualità produttiva, come il nostro, che puntano tanto sull’esportazione. La distruzione di quei paesi che, come il nostro, possono puntare tanto sul turismo e sull’afflusso di capitali stranieri. Invece, certi poteri, soprattutto tedeschi, vogliono distruggere la nostra economia reale per poter esportare qui da noi senza una concorrenza fastidiosa. E per fare questo ci caleranno nell’inferno di una Grande Depressione, che ormai è alle porte (in Grecia ha già iniziato a bussare).

No, in questa architettura monetaria, questa moneta non potrà mai sostenere la nostra economia, non è stata concepita per questo. Dobbiamo puntare necessariamente su un’altra moneta. Dobbiamo riprenderci la sovranità monetaria e imporre, almeno a casa nostra, un modello completamente diverso di sistema monetario, non basato su un sistema di banche centrali. E dobbiamo farlo istituendo sistemi di Moneta Complementare, come non mi stanco di ripetere da diversi anni.

In Germania (Regiongeld) già lo fanno da decenni, in Svizzera il più famoso (Wir) è in piedi da ormai 80 anni; pure in Spagna, causa la crisi, stanno avendo una grande diffusione: in Italia siamo appena agli inizi. Cosa aspettiamo a rendere a larga diffusione territoriale questi sistemi monetari? Pure in questo campo, come in tanti altri, possiamo e sappiamo fare le cose come e meglio degli altri. Non ci vogliono appoggi politici o sostegni di qualche tipo, occorre solo partire dalla propria comunità locale. Cosa stiamo aspettando?


Giovanni Passali
Fonte: http://www.ilsussidiario.net
Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Econo ... ia/360058/
3.02.2012



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MessaggioInviato: 08/02/2013, 14:29 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

ECCO COME I "POTERI FORTI" STANNO DEMOLENDO L'ITALIA

Postato il Domenica, 03 febbraio @ 17:10:00

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11431

DI GIOVANNI PASSALI
sussidiario.net


Volevo far notare che l'ENI, oggetto di indagine OGGI, con il suo amministratore delegato Paolo Scaroni, fa parte del famoso pacchetto di "gioielli di famiglia" che la Finanza Internazionale ha deciso di acquisire, nel lontano 1992 (a bordo del Panfilo Britannia).

Eni, indagato Paolo Scaroni
«Mazzette a politici algerini»


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È indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale Paolo Scaroni, a.d. dell'Eni in relazione alle tangenti pagate da società del gruppo a politici algerini. Una commessa di 11 miliardi di dollari e una maxi tangente da 197 milioni di euro. Una vicenda che coinvolge la Saipem, la holding Eni e il suo amministratore delegato, Paolo Scaroni.

Continua>>> http://www.unita.it/italia/eni-indagato ... i-1.482451


C'è anche da aggiungere, come se non bastasse, che lo stesso Paolo Scaroni fa parte di quel famoso gruppo di (automod) italiani che partecipò alle riunioni segrete del Gruppo Bilderberg in date non sospette.

Tratto da: I massoni e la sinistra italiana
http://www.disinformazione.it/massoniesinistra.htm

(Cliccare per ingrandire)

Immagine

Ah.... dimenticavo.... nell'elenco c'è anche Alessandro Profumo...
il nuovo liquid... emhm... il nuovo Presidente di MPS...... [;)]

Tutte CONCIDENZE... siori e siore... tutte COINCIDENZE.... [8D]



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L’ITALIA SOTTO L’EUROPA (4/2/2013)

Di Nunzio Miccoli

http://www.viruslibertario.it/Politica. ... /2/2013%29

[i] Nella vicenda MPS, probabilmente, per acquisire Antonveneta dal Banco Santander, sono state pagate plusvalenze o mazzette o mediazioni o provvigioni o tangenti; è da ricordare che, nelle acquisizioni internazionali, si sono fatte operazioni del genere con Montedison, Enimont, Telecom, lo fanno anche le squadre di calcio quando acquistano calciatori all’estero, con le plusvalenze rimpinguano i bilanci e poi evadono le tasse o chiedono la detassazione.

Per le sue acquisizioni, MPS, a seguito delle operazioni in perdita sui derivati, ha fatto bonifici internazionali per 17 miliardi di euro, invece dei 10 dichiarati per l’acquisto di Antonveneta, inoltre il prezzo congruo per l’acquisto della banca era di circa 7 miliardi di euro, la differenza è una plusvalenza di cui ha beneficiato i dirigenti, premiati dalla politica, di Santander e MPS. I derivati, inventati in Usa, per coprire i suoi debiti, erano collocati in cambio di laute provvigioni per le banche, anche perché i banchieri sapevano che erano investimenti a rischio, poi sono stati rifilati a ignari risparmiatori italiani; Mario Draghi e Mario Monti erano consulenti della banca Goldman Sachs che faceva queste operazioni.

Davanti al congresso Usa, i dirigenti di Goldman Sachs hanno ammesso che i derivati erano titoli spazzatura, perciò Draghi e Monti non potevano non sapere come si muoveva la finanza; Draghi, da governatore della Banca d’Italia, ha autorizzato le manovre sui derivati del Monte dei Paschi e Monti, a capo del governo, ha soccorso MPS con 3,9 miliardi di euro; non si sa se questi soldi saranno sufficienti per risanarlo, intanto sembra che Unicredit ha in portafoglio derivati per un valore molto superiore a quelli di MPS.

Controllava MPS il consiglio di amministrazione di una Fondazione partecipata da comune e provincia di Siena, dalla curia di Siena e da privati; a causa delle perdite da speculazioni finanziarie, derivati e acquisizioni sospette, la partecipazione degli enti pubblici si sta riducendo a favore dei privati e sparirà se, per salvare la banca, si dovesse arrivare all’azionariato statale. La Fondazione faceva investimenti pubblici nella provincia e finanziava i partiti, soprattutto il PD, il MPS è la terza banca del paese; per quanto riguarda la partecipazione della curia, i vescovi sono sempre dentro le banche popolari, anche nelle cessate Banca Antoniana e Banca Cattolica del Veneto.

Bisogna ricordare che le banche sono state vicine al PRI e poi al Pd, in Banca d’Italia, in rappresentanza dei lavoratori è esistito solo il sindacato della CGIL e i dirigenti sindacali fanno carriera in banca. Il partito Democratico, per difendersi dalle accuse di aver coperto la gestione del MPS, ha rivelato di aver fatto interrogazioni e proposto leggi in tema di derivati al tempo del governo Berlusconi; rimprovera al ministro del Tesoro Tremonti di aver bocciato gli emendamenti del PD alle finanziarie del 2010 e del 2011, che chiedevano di mettere fuori legge i derivati della finanza creativa, al ministro Grilli rimprovera di aver rigettato gli emendamenti da esso proposi per la Tobin Tax, che prevedevano la tassazione di derivati.

Il MPS, come altre banche, ha tanti crediti in sofferenza, perché concedeva prestiti senza garanzie a dirigenti e quadri del PD e a imprese amiche, anche su sollecitazione sindacale; le stesse cose accaddero alcuni decenni dopo l’unità alla Banca di Roma, che fu seppellita dagli scandali e provocò una crisi di governo. Ancora oggi nei consigli di amministrazione delle banche vi sono imprenditori che utilizzano credito facile e rappresentanti dei partiti e della chiesa che sollecitano assunzioni, promozioni e credito facile con poche garanzie.

Politica e informazione erano al corrente della situazione del Monte dei Paschi, ma nessuno parlava, a volte i giornalisti rischiano la vita al fronte, però, in generale, i giornali sono controllati con il denaro; Napolitano non vuole che informino compiutamente, perché con le loro indiscrezioni, che ignorano l’omertà, potrebbero creare turbative al mercato, alla sicurezza nazionale, all’immagine del paese o potrebbero ricattare i poteri; ma così l’informazione diventa un muro di difesa di questi poteri. In Italia la libertà di stampa è minata dalla legge fascista sulla stampa, dal reato di diffamazione e dai reati d'opinione; per la ragion di stato, gli stati hanno preteso il controllo dell’informazione, in forma subdola o violenta.

Da un’indagine del Financial Service Authority inglese, risulta che il 90% dei derivati fatti dalle banche alle imprese, per ridurre i loro interessi passivi, è irregolare e ora queste imprese, a causa delle perdite, potrebbero chiedere dei risarcimenti; i derivati sono truffe e andrebbero distrutti e proibiti. La proposta di dividere le banche, non solo in banche commerciali e banche d’affari, ma, per non farle fallire, in banche normali e bed banche, cioè banche cattive, alle quali andrebbero assegnati gli asset marci in derivati, significa caricare le perdite speculative delle banche sulla collettività, togliendole dalle spalle delle banche.

La finanza internazionale ha regole che hanno favorito le speculazioni, però i suoi dirigenti si sono riempite le tasche violando la legge; il falso in bilancio è illegale e esiste anche senza reato, perché serve a raggirare creditori e azionisti; abbellendo i bilanci, i dirigenti d’impresa e di banca, consigliati dai fiscalisti, evadono tasse, gabbano i piccoli soci, gabbano i creditori e ricevono maggiori bonus.

Con i contratti derivati, si spostano al futuro debiti attuali, questi debiti aumentano e alla fine i nodi della finanza arrivano al pettine, anche gli enti locali, consigliati dalle banche che ricevevano provvigioni di collocamento, sono stati presi da questo vortice, però il comune di Milano ha reagito è ha attenuto dalla procura la condanna di quattro grandi banche che li avevano consigliati. Per entrare in Europa la Grecia, aiutata da Goldman Sachs, aveva abbellito, sempre con il sistema dei derivati, i dati del suo bilancio; le banche lo fanno anche per abbellire i loro bilanci semestrali.

L’Ecofin ha autorizzato la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF), hanno aderito 11 paesi europei e non la Gran Bretagna, lo scopo ufficiale è anche combattere la speculazione finanziaria, il gettito annuo dovrebbe essere di 37 miliardi di euro, ma potrebbe aumentare in futuro; il ricavato dovrebbe servire soprattutto ad alleviare la crisi sociale ed economica; una tassa del genere già esiste in Italia e naturalmente andrà modificata.

Costruzioni navali e noli sono molto importanti in Europa, in Germania e Danimarca con i portacontainers, in Grecia per i trasporti di petrolio e gas e in Italia per le navi da crociera; gli armatori greci evadono le tasse ed esportano capitali in Olanda. A causa della crisi le banche tedesche sono esposte per 130 miliardi di euro con imprese del settore, che non rimborsano i debiti; questa situazione ha favorito eccesso di offerta, crollo dei noli, blocco dei cantieri e svalutazione delle navi.

Le imprese amburghesi acquistavano le navi e poi le noleggiavano, però oggi hanno i costi che superano di molto i ricavi, perciò i greci, con cinque miliardi di euro ricevuti in prestito dalla Cina, si stanno comprando le navi in svendita; la Cina ha messo gli occhi anche sulla cantieristica turistica italiana. Le navi portacontainers appartengono a venti compagnie marittime, la prima è danese, la seconda è la MSC è svizzera, ma il patron è l’italiano Gianluigi Aponte, che potrebbe essere un prestanome; gli americani dicono che la Svizzera, dal punto di vista finanziario, è Italia, cioè soprattutto Vaticano. L’Italia, ignorando questa crisi di settore, per ospitare navi portacontainers, vuole potenziare 15 porti, alzando i relativi fondali, però Olanda, Belgio e Germania hanno solo due di questi porti.

Alla fine del 2012 la crescita dell’economia Usa è scesa dal 2,5% annuo allo 0%, bisogna dire che, visti gli altri parametri, come l’incremento della disoccupazione e la crisi immobiliare, forse le precedenti statistiche erano taroccate; lo stato si mantiene anche falsificando storia e statistiche, l’informazione prezzolata o ignorante avalla gli arcani. Il Congresso ha evitato l’aumento delle tasse per le classi medie e la riduzione delle spese sociali, però le aziende, in previsione del calo della domanda, con il calo dell’export e della spesa pubblica, hanno ridotto le scorte.

Le imposte su reddito, consumi e patrimonio, anche se calcolate su reddito, consumo e patrimonio, si pagano sempre con il reddito, però esistono anche imposte che si pagano senza reddito, come l’imposta di registro quando si costituisce una società; per ridurre la pressione tributaria e il numero delle imposte, occorre combattere evasione, sprechi, privilegi e introdurre un’imposta patrimoniale, che, con una franchigia adeguata, andrebbe a colpire i grandi patrimoni finanziari e immobiliari.

L’aliquota dell’imposta, se il pagamento dovesse essere annuale, dovrebbe essere bassa e perciò l’imposta si tradurrebbe praticamente in un aumento dell’imposta progressiva sul reddito; se l’imposta dovesse essere una tantum, l’aliquota dovrebbe essere molto più alta, in questo caso l’imposta, si pagherebbe liquidando parte del patrimonio o con il reddito, il suo gettito potrebbe essere utilizzata per ridurre il debito pubblico.

Alcune imposte patrimoniali già esistono in Italia, come l’Imu e il bollo auto, in Italia il patrimonio privato è pari a quattro volte il debito pubblico, però grandi patrimoni italiani sono allocati anche all’estero, soprattutto in banche estere dei paradisi fiscali; questo patrimonio dovrebbe essere una garanzia ma la finanza internazionale infierisce sull’Italia per il suo debito pubblico. In Italia il patrimonio privato è maggiore che negli altri paesi occidentali, però, secondo alcune stime, il 40% di esso è in mano al 10% di italiani più ricchi.

Una patrimoniale una tantum, con aliquota elevata, potrebbe far fuggire all’estero i capitali finanziari che non sono già fuggiti; la riduzione del debito non si può raggiungere con l’aumento della pressione tributaria che deprime l’economia, ma aumentando reddito nazionale, con un bilancio dello stato in pareggio e con la riduzione degli sprechi; l’inflazione correrebbe in aiuto, già in passato, governi italiani si sono trovati in questi frangenti e, per periodi limitati, risanarono il bilancio dello stato. Malauguratamente, il governo Monti, senza tagliare le pensioni d’oro, pare che progetti un altro intervento sulle pensioni dei lavoratori dipendenti, così arricchirà il Tesoro dello stato ma, bloccando il turnover, farà aumentare ancora la disoccupazione, i partiti che lo sostengono fanno polemiche, ma non hanno non niente da dire al riguardo.

Oggi anche il Fondo Monetario Internazionale sostiene che il rigore genera depressione, per non tagliare le spese sociali, anche Obama ha chiesto al Congresso l’aumento dell’indebitamento pubblico, già considerevole; per superare la crisi, il Giappone, che ha un debito pubblico molto maggiore dell’Italia, ha deciso di espandere la spesa pubblica. Però in Europa, per seguire questa strada, occorre riformare Unione Europea, ruolo della BCE e rimettere in discussione il fiscal compact o pareggio di bilancio dello stato; però la BCE alla fine dell’anno scorso, per aiutare le banche, ha fortemente aumentato la liquidità interna della zona euro, mantenendo gli obblighi di bilancio degli stati.

I servizi segreti algerini erano compromessi con i terroristi salafiti e di Al Qaeda, arroccatisi nel Mali del nord, a dominanza tuareg; gli jihadisti del Mali sono salafiti algerini fuoriusciti, dediti al nord del Mali al traffico di armi e droga, in collusione con i vertici militari algerini. A causa di queste collusioni, come ce ne sono state in Pakistan, l’Algeria ha accantonato il tema dell’indipendenza per i tuareg e ora, poiché i tuareg sono stati costretti ad accettare la causa islamica, si vuole estendere la Sharia all’intero Mali.

La Francia è intervenuta militarmente, ma anche in questo teatro gli affari dominano sulla politica e sulla religione, il discorso vale anche per i salafiti; è accaduta per gli stati religiosi, liberali o marxisti, si veda la Cina, che allunga le sue spire anche in Africa. L’ideologia serve solo a favorire il sacrificio dei soldati e dei lavoratori, l’interesse economico di pochi è sempre prevalente, l’informazione, con le sue omissioni, serve ad assopire il popolo.

Oggi non profit, solidarietà, carità, ONLUS e Ong costituiscono delle grosse multinazionali, cattoliche, protestanti, musulmane e laiche e in Italia pesano per 4,3% del pil; si sviluppano in settori sociali in cui lo stato si è ritirato e la chiesa si è abituata a operare con i soldi dello stato e dei donatori; filantropia e beneficienza si sviluppano quando lo stato è assente e non svolge servizi sociali.

Però sono tanti quelli che si sfamano con la fame nel mondo e le società non profit fanno profitto, le Ong italiane generalmente non pubblicano bilanci e non hanno gestioni trasparenti, i loro fondi derivano da donazioni e da enti pubblici; sfruttano le varie emergenze e usano il marketing televisivo; lo stato non controlla il business privato della carità e della solidarietà, nel quale sono immerse la chiesa, cooperative laiche e organizzazioni di sinistra.

L’Europa, con 500 milioni di euro l’anno, finanzia indirettamente il terrorismo palestinese, naturalmente, ufficialmente il denaro serve ad altri fini, poi ci sono i finanziamenti ai palestinesi dei singoli stati europei, quelli Usa, ONU e dei paesi arabi; le Ong delle chiese protestanti, cattoliche e quelle di sinistra maneggiano milioni di euro a tale scopo; il filone della solidarietà ai palestinesi è aiutato dalla propaganda televisiva, dei giornali e delle scuole, favorisce gli intermediari di questo business e perciò il problema palestinese non si risolverà mai. Gran parte dei fondi amministrati, copre le spese di esercizio e va a beneficio dei mediatori, per le emergenze rimane ben poco.

A causa della finanza impazzita e speculativa, in Italia sta nascendo una banca popolare etica, in forma societaria e su modello svedese che, come teoricamente chiedono gli ebrei e l’Islam ortodossi, non applicherebbe interessi, né sui depositi, né sui prestiti; è in attesa di autorizzazione della Banca d’Italia, però non è ancora chiaro come sarebbero coperte le relative spese di gestione.

La procura di Milano sta indagando su corruzione e appalti truccati, che coinvolgono 16 persone, tra cui sono uomini della compagnia delle Opere e di Comunione e Liberazione; c’è da dire che la magistratura non è stata sempre zelante nel perseguire reati di questo tipo e reati bancari; al tempo di mani pulite pare che alcuni magistrati abbiano diretto la loro attenzione soprattutto su alcuni partiti.

Le inchieste della magistratura e quelle di stampa a volte sembrano modi di fare politica, però politici, magistrati e poliziotti non sono tutti uguali, alcuni di loro sacrificano anche la loro vita; le vicende della P2 ci hanno insegnato che alcuni sono collusi, altri chiudono un occhio, altri si fanno comprare e altri si fanno ammazzare. Se polizia e magistratura fossero sempre state attente, l’Italia non sarebbe arrivata a questo punto, purtroppo sono state bloccate dal collateralismo politico-mafioso.


Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.[/i]



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MessaggioInviato: 10/02/2013, 11:06 
Saipem sotto attacco. Il mondialismo finanziario di rapina ha sguinzagliato il suo Ordine Giudiziario?



Era nell’aria. Ci siamo, i vertici di Saipem – Eni sono inquisiti.

Cacciata dalla Libia e dall’Iran, l’Eni, con la controllata Saipem, conservava i piedi dentro all’Algeria. Il mercato del gas è per noi strategico e non potevamo certo esserne messi fuori. Oggi noi non abbiamo più alcuna sovranità energetica da quando la nostra più grossa centrale termoelettrica quella di Porto Tolle è stata chiusa con la allucinante motivazione di ridotta convenienza. Come se la sicurezza di una nazione si possa misurare con il parametro della convenienza.

La realtà è che siamo depredati dalla finanza anglosassone e incaprettati dalla Francia, una nazione nuovamente ostile e guerrafondaia con mire egemoniche, guidata da un filoisraeliano, invasore, che detiene la maggior parte del nostro debito pubblico e dalla quale compriamo l’energia elettrica.

E’ una questione strategica di sopravvivenza nazionale anche lo stoccaggio di gas algerino in Emilia, nei giacimenti di metano dismessi. Questo stoccaggio aveva la funzione di renderci autonomi energeticamente per almeno sei mesi in caso di emergenza, ma, ahimè siamo stati come abbiamo visto dolosamente o magicamente terremotati e poi i soliti poteri giudiziari italiani hanno decretato che lo stoccaggio nei giacimenti dismessi non s’ha da fare! Risultato: oggi per far chiudere l’Azienda Italia basta abbassare un interrutore su un elettrodotto e tac per magia l’Italia si bloccherebbe ed in poco tempo diventeremmo una folla immensa di disoccupati e di accattoni.

Poi per un altro miracolo è arrivato un tornado proprio giusto giusto sull’Ilva di Taranto, la più grande azienda siderurgica italiana ed europea, che i soliti noti del solito Potere Giudiziario non erano ancora riusciti a far chiudere con motivazioni di carattere salutistico ambientale. La cosa incredibile è che lo stabilimento è stato in parte fatto saltare o è magicamente saltato per aria da solo con una grande esplosione, proprio come successo con le Torri gemelle del WTC e la terza torre di cui nessuno parla, come Fukushima… Accidenti che coincidenze, e che s**** vero!?

Bene adesso siamo proprio conciati male, messi all’angolo dal potere giudiziario che ci vuole perdenti nelle partite internazionali per l’energia, mentre Sorgenia di De Benedetti gongola con nil suo mercato in esclusiva delle forniture di energia da presunte energie rinnovabili, senza scorte di combustibili fossili, senza industra siderurgica, imbrigliati dalla libera mafia del commercio cinese. Ci rimane solo la soddisfazione di andare a venderci l’oro di famiglia in un Compro Oro, per poi andare a prostitute nei casini della mafia albanese o nei locali di lap dance dei rumeni, o nei barazzi zeppi di slot machine gestiti dai cinesi. Costoro hanno il monopolio dell’intrattenimento degli italiani che non si sollazzano più o solo su You Porn la multinazionale del sesso a pagamento o giù di lì. Milano e Roma detengono il record mondiale delle masturbazioni on line! http://www.pivari.com/video/litalia-al- ... orn-23230/

Mentre i polli di Renzo della politica italiana starnazzano nel pollaio elettorale contendendosi le briciole del banchetto dei nostri dominanti (i voti) le volpi UE ed Usraeliane ci stanno divorando vivi. La stupidità ride grassa fra le unte frittelle di carnevale di tanti utili idioti di sinistra, centro e anche di destra, compreso un numero enorme di blogger con il puzzo al naso, che non ha capito un ca… di nulla. Non hanno capito che solo di una cosa abbiamo bisogno, ovvero del Partito Unito d’Italia che difenda i diritti di libertà e sovranità di una nazione ormai allo sbando contro gli avvoltoi atlantici.

Ma poveri illusi non ci ricordiamo più di avere uno Stato senza nemmeno uno straccio di banca che possa agire finanziariamente e a sostegno della nostra patria economia. (Si può ancora dire patria senza essere accusato di essere fascista, nazista o antisemita?)

Germania e Francia se la ridono, loro le banche di Stato ce l’hanno e quante ne hanno! Mentre da noi il perfido Draghi e tutti gli uomini di Goldman Sachs con il contributo in primis di Monti, del traditore guerrafondaio D’Alema e di Prodi sono riusciti a vendere i nostri Istituti bancari di eccellenza per una pipata di tabacco. Sono riusciti a distruggere la nostra sovranità economica e quindi la nostra libertà di un futuro di benessere.

Fingiamo di non ricordarci che tutti i traffici finanziari e bancari, tutte le movimentazioni su titoli di borsa, tutti i telefoni, sono controllati dagli Angli. Echelon ascolta poi tutti anche con il grande orecchio dallo spazio. Non ci rendiamo conto che tutte le politiche economiche intraprese dagli Usa e dall’UE sono contro l’Italia. Non ci rendiamo conto che solo parlare di nazione o sovranità veniamo accusati di essere fascisti, nazionalisti, da una cricca di finti cretini, veri criminali al servizio di potenze straniere? Berlusconi ha osato dire che Mussolini ha fatto anche qualcosa di buono ed è diventato un antisemita! C’è un esposto a Roma nei suoi confronti in seguito a questa frase. Una frase che si sente in ogni Bar Sport d’Italia. Allora proporrei un campo di concentramento per tutti gli esseri pensanti, con un muro alto 5 metri lungo 700 Km, proprio come hanno fatto gli israeliani a Gaza. Per guardiani ci mettiamo gli stessi che gestivano i gulag russi. Sono gli stessi che si stracciano le vesti se qualcuno osa non essere omologato al potere mondialista.

Mentre la Finocchiaro con l’aiuto di Furio Colombo obrobriosamente invoca il delitto di libertà di pensiero. Vedi La Finocchiaro ci infinocchia http://www.stampalibera.com/wp-admin/po ... ction=edit , un branco di criminali dell’informazione si è appropriato dei media italiani a partire dall’Ansa che foraggia di notizie tutti i giornali e dalla Rai, della quale invito i lettori a leggerne la provenienza del presidente!

La verità ci sarà negata per sempre. Emergeranno solo le informazioni che alimenteranno la logica perfida di un sistema che ci vuole servi, divisi litigiosi e dominati. Divisi e in solitudine fin dentro alle nostre case, negli ospedali di morte certa, nelle scuole dove si uccidono i cervelli, dentro alle nostre famiglie, nelle comunità paesane, fra generazioni, razze obbligate ad odiarsi ed a competere sul teritorio, categorie professionali, appartenenze geografiche diverse. Questa è la dimensione allucinante di questa squallida guerra di divisione che fa da contraltare alla guerra economica, facciamocene una ragione.

Il sangue e le grida che si levano terrifiche dalla Siria antica dignitosa e colta, dal Medio Oriente devastato ed occupato, dalla martoriata Africa, non ci toccano. Checcefrega a noi, noi c’abbiamo Ingroia che vuole fare una rivoluzione con gli “americani” di sinistra e Monti che ha la sua pubblicità infestante su You Tube pagata da chi? Cavolo ma quanti soldi gli ha dato Goldman, l’Uomo d’Oro?

Lo sterminio di quei popoli che hanno costruito la civiltà dell’uomo non ci interessa, siamo presi solo dalle nostre miserie. Mentre l’arte e la cultura scompaiono inesorabilmente, l’abbruttimento di un popolo analfabeta di ritorno è salutato con gioia da papponi, prostitute, segaioli e checche da Gay Pride, tutti presi dal loro deviato delirio alla ricerca di una diversa uguaglianza di diritti. Eh si, la giustizia deve imperare e ad un fotografo, Corona, che ha venduto delle foto non autorizzate siano dati 8 anni di carcere. Agli assassini ed ai bombardatori di popoli diamo medaglie e cerimonie di Stato. Tutto accade nel silenzio terrifico di istituzioni come la Chiesa ed il nostro povero Capo dello Stato che soffia sul fuoco della guerra ed ignora volutamente il dolore e la morte dei nostri vicini in Africa e medio oriente.

Poveri noi, obesi, conflittuati, smarriti, indaffarati, ignoranti, disinformati, venduti, gabbati, obnubilati, disperati.

Povera Italia.

Se non si leverà alta una voce comune di protesta che raggruppi tutti i patrioti italiani in un solo schieramento contro i globalisti miserevoli che ci hanno azzannato, allora sarà per noi la fine e la sofferenza sarà grande e lunga.

Condividiamo il messagggio e poi via dalle tastiere, torniamo in strada e uniamoci nelle piazze per far conoscere a tutti la verità.

Qualcuno disse che chi cerca la verità cerca Dio e qualcun altro ha ribadito che la verità è sempre rivoluzionaria. Bene, allora sosteniamola questa Verità con impegno, con forza e senza timore! Domani potrebbe essere troppo tardi.

Lino Bottaro

Qui un articolo del 10 dicembre 2012 di ETLEBORO, che con grande anticipo sui giornalacci di regime aveva pubblicato la notizia di Saipem e altro.

Gasdotto del Baltico-Adriatico: Qatar conferma interesse. Saipem nell’occhio del ciclone


Fonte: http://etleboro.blogspot.it/





Zagabria – Mentre la Croazia ha appena annunciato il progetto del terminale GNL sull’isola Krk, del valore di circa 600 milioni di euro, aspettando la risposta dal Qatar, se sarà solo un fornitore o un investitore, i lavori sulla costruzione del terminale per il gas liquefatto naturale in Polonia sono già in stato avanzato. Come è stato annunciato, questo terminale ha la stessa capacità di quello previsto in Croazia, e dovrà essere messo in funzione nel 2014. I funzionari degli Operatori del sistema di trasmissione del gas croato e polacco, le società Plinacro e Gaz System, nel mese di settembre hanno firmato una dichiarazione che mostra l’intenzione di stabilire un corridoio di trasporto del gas tra il Baltico e l’Adriatico, quindi il collegamento del terminale GNL polacco e il futuro terminale GNL sull’isola di Krk. Il terminal GNL di Swinoujscie è il primo progetto infrastrutturale nell’Europa centrale e orientale, al quale cerca di far parte anche la Croazia.Il Presidente del Consiglio di amministrazione della società Polskie GNL, Rafal Wardzinski, ha informato che appoggiano il progetto per la costruzione del terminal Adria GNL, per il quale si auspica che contribuisca alla sicurezza energetica europea. “Crediamo che c’è ancora spazio per i nuovi terminali GNL nel mercato europeo”, ha affermato Wardzinski. Con la costruzione di detto terminale, la Polonia diventa un nuovo attore nel mercato globale GNL, mentre il Qatar garantirà le forniture al terminal, sulle quali conta anche la Croazia. L’accordo sulla fornitura del gas dal Qatar in Polonia è stato concordato dalla società polacca PGNiG (Polish Oil and Gas Company) e dalla Qatargas, per un ventennio, cioè dal 2014 al 2034.

Progetto di matrice italiana

Il terminal sarà realizzato da un consorzio multinazionale, guidato dalla italiana Saipem (Gruppo ENI) e composto anche da Techint, Snamprogetti Canada, e le polacche PBG e PBG Export. Il consorzio si è aggiudicato la gara nel 2008 per costruire il primo terminale di rigassificazione in Polonia con un contratto da 720 milioni di euro, assegnato dalla Polskie LNG. Il terminal offshore avrà una capacità iniziale di 5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, un terzo della domanda nazionale polacca, che potrà salire fino a 7,5 miliardi di euro. L’avvio dell’impianto è previsto per il giugno del 2014. La Polonia al momento consuma 14 miliardi di metri cubi di gas, in maggioranza proveniente dalla Russia. Nell’aggiudicarsi la gara internazionale le aziende italiane hanno superato le offerte di Daewoo Engineering e di Construction di Daewoo International, mentre la società di ingegneria canadese specializzata in tecnologia LNG, la SNC-Lavalin, è stata scelto per effettuare il piano di ingegneria e progettazione (FEED), preferito alla Suez-Tractebel.

La crisi e le rassicurazioni di Saipem

Stando alle ultime notizie fatte trapelare dai media locali, la costruzione è in ritardo di alcuni mesi a causa delle difficoltà finanziarie che stanno affrontando i contractor del progetto tra cui proprio l’italiana Saipem insieme alla polacca PBG SA, la quale a giugno ha chiesto e ottenuto dal tribunale la protezione dalle richieste di bancarotta. Saipem è oggi oggetto di un controverso scandalo, che la vedono indagata presso la procura di Milano presunti reati di corruzione relativi ad alcuni contratti stipulati in Algeria. Al riguardo Saipem ritiene che la propria attività sia stata svolta nel rispetto delle leggi applicabili, delle procedure interne, del codice etico e del modello 231 e offre massima collaborazione alla Procura di Milano.

Delegazione del Qatar ad aprile in Croazia

Ai canali diplomatici il Qatar ha inviato una lettera con la quale conferma il suo interesse per il progetto GNL. Il neo eletto Ministro dell’Economia, Ivan Vrdoljak, ha rifiutato di commentare le informazioni, secondo le quali gli sceicchi del Qatar hanno presentato i progetti di accordo sulla cooperazione economica, nonché un promemoria del terminale GNL sulla Krk. La delegazione del Qatar sarà in visita in Croazia nell’aprile dell’anno prossimo. Secondo notizie informali, oltre al terminale GNL, il Qatar è interessato anche ad altri sei progetti, nel settore dell’energia, dell’agricoltura e dell’industria.


http://www.stampalibera.com/?p=59718


Tratto da: L’ITALIA AZZANNATA ALLA GOLA | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2KUNAt8P8
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oramai lo spezzatino italia e' pronto x essere pappato dalla concorrenza,lasciandoci virtualmente in braghe di tela [:(!]


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MessaggioInviato: 10/02/2013, 12:11 
Cita:
ubatuba ha scritto:
La realtà è che siamo depredati dalla finanza anglosassone e incaprettati dalla Francia, una nazione nuovamente ostile e guerrafondaia con mire egemoniche, guidata da un filoisraeliano, invasore, che detiene la maggior parte del nostro debito pubblico e dalla quale compriamo l’energia elettrica.

E’ una questione strategica di sopravvivenza nazionale anche lo stoccaggio di gas algerino in Emilia, nei giacimenti di metano dismessi. Questo stoccaggio aveva la funzione di renderci autonomi energeticamente per almeno sei mesi in caso di emergenza, ma, ahimè siamo stati come abbiamo visto dolosamente o magicamente terremotati e poi i soliti poteri giudiziari italiani hanno decretato che lo stoccaggio nei giacimenti dismessi non s’ha da fare! Risultato: oggi per far chiudere l’Azienda Italia basta abbassare un interrutore su un elettrodotto e tac per magia l’Italia si bloccherebbe ed in poco tempo diventeremmo una folla immensa di disoccupati e di accattoni.


Che triste spettacolo ragazzi.............

Ah... 'sti complottisti..... Immagine



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 11/02/2013, 20:47 
Scrivevamo un anno fa che le politiche impostate per salvare l’euro avrebbero lentamente avviato l’Italia a diventare un paese del Terzo Mondo (M.Badiale, F. Tringali, “L’euro non è un dogma”, Alfabeta2, dicembre 2011). Gli eventi di quest’ultimo periodo confermano quel giudizio: la crisi economica prosegue, così come la distruzione dei diritti dei lavoratori e l’attacco ai redditi dei ceti subalterni, mentre l’adozione di misure come il Fiscal Compact determina, in sostanza, la cessione della sovranità degli Stati nazionali a lontane strutture oligarchiche e la conseguente cancellazione di quel poco di democrazia ancora rimasta in questo Paese. Non intendiamo qui dilungarci su questi temi, né su quelli relativi alla irriformabilità dell’Unione Europea in senso democratico e alla necessità di uscire da essa e dalla moneta unica, perché li abbiamo trattati dettagliatamente in un libro uscito da poco (M.Badiale, F. Tringali, “La trappola dell’euro”, Asterios editore), al quale rimandiamo per approfondimenti.

Ci sembra utile, invece, ripercorrere in questa sede alcune delle discussioni che hanno accompagnato il passaggio dell’Italia a un sistema monetario europeo a cambi fissi e poi all’euro. È importante infatti sapere che l’esistenza di un rapporto consequenziale fra la rinuncia alla flessibilità del cambio valutario e la realizzazione di una vera e propria macelleria sociale in termini di aggressione ai diritti e ai redditi dei ceti medi e popolari, era stata chiaramente prevista già tre decenni fa.

Agganciare la valuta della Germania a quella di Paesi economicamente più deboli e con inflazione più alta, senza prevedere meccanismi certi ed automatici di riequilibrio fra i Paesi in surplus e quelli in deficit, non poteva non determinare la costruzione di un rapporto asimmetrico: da una parte la Germania e i Paesi forti nel ruolo di leaders, dall’altra i Paesi più deboli nel ruolo di followers, impossibilitati a recuperare competitività e sostanzialmente costretti a riprodurre le politiche economiche e sociali tedesche, con le conseguenze che vediamo oggi, dopo dieci anni di moneta unica (la quale rappresenta il caso “estremo” di sistema valutario a cambi fissi): deflazione, spinta al ribasso dei diritti e dei salari dei ceti medi e popolari, innalzamento della disoccupazione, politiche di rigore destinate a portare il Paese ad avvitarsi in spirali recessive.

Ma vediamo allora alcune delle discussioni svoltesi negli anni Settanta. Dopo la fine del sistema di Bretton Woods, i Paesi forti dell’Europa, come la Francia e soprattutto la Germania Ovest, iniziano a spingere per la creazione di un sistema a cambi fissi tra i Paesi del vecchio continente. Il primo esperimento, il cosiddetto “serpente monetario” non ottiene grande successo. Agli inizi del 1978 inizia ad essere progettato il Sistema Monetario Europeo. A gestire i confronti fra i Paesi europei, e l’eventuale ingresso dell’Italia nel nuovo sistema, è il governo Andreotti IV, un monocolore DC tenuto in vita dall’appoggio esterno del PCI. In quella fase, il partito di Berlinguer è quindi un interlocutore importante per i ministri che partecipano alle fasi di preparazione dei vertici europei che porteranno alla nascita dello SME.
All’interno del PCI vi sono posizioni diverse, ma in sostanza il partito esprime ben presto la propria netta adesione ad un sistema europeo che porti a cambi fissi tra le valute. Lo stesso fa la CGIL di Lama, nonostante siano chiare le conseguenze per i lavoratori che tale scelta comporta.
Il PCI tenta di mitigare i prevedibilissimi effetti nefasti del “vincolo esterno” costituito dall’appartenenza allo SME, ponendo alcune condizioni, che inizialmente lo stesso governo democristiano assume come proprie. Esse sono riassunte nel discorso tenuto alla Camera dal ministro Pandolfi il 10 ottobre 1978. In sintesi la richiesta è quella di far precedere l’instaurazione della fissità dei cambi da un periodo di transizione meno rigido, e poi accompagnare il regime a cambi bloccati con misure a favore delle economie meno prospere e, soprattutto, con regole capaci di “stabilire, nel caso di deviazione degli andamenti di cambio, una equilibrata distribuzione degli oneri di aggiustamento tra paesi in disavanzo esterno e paesi in avanzo” [virgolettato tratto dal discorso del ministro Pandolfi alla Camera, 10/10/1978].

La ragione di queste richieste è semplice: se un gruppo di Stati rinuncia alla flessibilità del cambio valutario, e quindi alla possibilità di operare svalutazioni/rivalutazioni, senza introdurre meccanismi di riequilibrio fra le economie in surplus e quelle in deficit strutturale, gli oneri dei necessari “aggiustamenti” ricadono tutti sui lavoratori degli Stati più deboli, chiamati ad accettare minori diritti, maggiore fatica e diminuzione del salario, al fine di tentare il recupero della competitività perduta in favore degli Stati più forti (si noti che la “virtù” degli Stati forti consiste molto spesso nella loro maggior capacità, rispetto ai partner più deboli, di mantenere bassa l’inflazione contenendo i salari e comprimendo la domanda interna, esattamente come fa ora la Germania).
Tutto ciò era già perfettamente chiaro a tutti i principali attori politici che discutevano l’eventuale adesione dell’Italia allo SME.
Ma il vertice di Bruxelles del dicembre 1978 vede la sconfitta della posizione italiana. Francia e Germania spingono per dar vita immediatamente al sistema a cambi fissi, e non accettano le proposte della delegazione italiana, limitandosi ad accordare al nostro Paese una banda di oscillazione maggiore rispetto a quella prevista per gli altri (6% invece che 2,5%).
Poco dopo il suddetto vertice, nell’aula della Camera dei deputati si svolge la discussione sulla proposta di adesione immediata dell’Italia allo SME.
La linea che il PCI aveva tenuto era stata completamente sconfitta, le condizioni poste non erano state accolte, e il partito non può non trarne delle conseguenze. Infatti, nella discussione parlamentare gli esponenti del PCI espongono in modo chiaro i rischi che l’Italia stava correndo. L’intervento più autorevole, quello del membro della segreteria nazionale, si spinge a sostenere che dal vertice di Bruxelles arrivava la “conferma di una sostanziale resistenza dei paesi a moneta più forte, della Repubblica federale di Germania, e in modo particolare della banca centrale tedesca, ad assumere impegni effettivi ed a sostenere oneri adeguati per un maggiore equilibrio tra gli andamenti delle monete e delle economie di paesi della Comunità”, aggiungendo che “è così venuto alla luce un equivoco di fondo, di cui le enunciazioni del consiglio di Brema sembravano promettere lo scioglimento in senso positivo e di cui, invece, l’accordo di Bruxelles ha ribadito la gravità: se cioè il nuovo sistema monetario debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, delle economie europee e dell’economia mondiale, o debba servire a garantire il paese a moneta più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania federale e spingendo un paese come l’Italia alla deflazione”.

È facile notare come i problemi indicati in quel lontano dibattito parlamentare siano esattamente gli stessi con cui ci confrontiamo oggi: infatti il punto è che in regime di cambi fissi, la politica non espansiva della Germania costringe le economie più deboli alla deflazione, cioè all’attacco ai salari. Ed è interessante sottolineare che l’esponente della segreteria nazionale del PCI che dimostrò di aver così chiari i problemi legati all’adozione di un sistema di cambi fissi, rispondeva al nome di Giorgio Napolitano. Non si tratta di un caso di omonimia: è proprio la stessa persona che oggi, dall’alto del Colle, difende a spada tratta l’euro.
La diversità di questi comportamenti, seppur a distanza di oltre trent’anni l’uno dall’altro, potrebbe stupire. Tuttavia uno sguardo più attento alle vicende del 1978 può farci comprendere che la diversità non è poi così ampia. Infatti, va detto che è sbagliato sostenere, come fanno in molti, che il PCI votò contro lo SME. Il comportamento del partito fu molto meno netto, e ciò rappresentò un chiaro messaggio ai ceti dominanti.
Il gruppo comunista, infatti, chiese, ed ottenne, lo spezzettamento in tre parti della mozione in votazione, e votò contro solo sulla seconda parte (quella che conteneva l’impegno per l’adesione immediata dell’Italia allo SME). Sulla prima e sulla terza parte il PCI si astenne. Non solo: il PCI non aprì immediatamente una crisi di governo (anche se l’esecutivo cadde comunque il mese successivo).
Era chiaro che né il PCI, né la CGIL intendevano fare le barricate contro lo SME, così come iniziava ad apparire evidente che tentare di “mitigarne” gli effetti era impossibile: i Paesi più forti non avevano nessuna intenzione di concedere meccanismi di riequilibrio fra gli Stati in surplus e quelli in disavanzo (esattamente come oggi), ed i ceti dirigenti dei Paesi più deboli non avevano nessuna intenzione di insistere, perché sapevano che la rigidità del sistema avrebbe aperto loro la possibilità di distruggere i diritti del lavoro, abbassare i salari, privatizzare ogni cosa (appunto quello che succede oggi).

Tutto divenne ancora più nitido nel periodo successivo: in primo luogo, il PCI fu allontanato dall’area di governo. In secondo luogo nel 1981 avvenne il “divorzio” fra Tesoro e Banca d’Italia, che privò il nostro Paese dell’effetto calmierante sui tassi di interesse sul debito costituito dall’acquisto dei titoli stessi da parte della Banca Centrale, con l’ovvio effetto di imbrigliare ancora di più la nostra economia e di obbligare il nostro Paese ad affidarsi totalmente al mercato per finanziarsi, costringendolo a seguire le scelte dei Paesi più forti dell’area SME, cosa che porterà alla crisi del 1992. In terzo luogo venne attaccata con successo la “scala mobile” al fine di abbattere le barriere alla moderazione salariale.
Il risultato del referendum sulla “scala mobile” del 1985 sancì la totale sconfitta della linea del PCI e della maggiore confederazione sindacale: non era più possibile realizzare forme di opposizione “collaborativa” con i ceti dominanti, come quelle realizzate nel “trentennio dorato”, che temperassero le scelte del governo in modo da ottenere risultati positivi per i ceti subalterni.
I ceti dirigenti italiani ed europei si avviavano sulla strada dell’attacco totale ai lavoratori, ai diritti conquistati, allo stato sociale, al settore pubblico dell’economia.
Il PCI e la CGIL si trovarono quindi di fronte ad un bivio storico: difendere gli interessi dei ceti medi e popolari assumendo posizioni nettamente contrarie al processo di unificazione europeo (che vedeva proprio nello SME il suo fulcro), e avviare così uno scontro molto duro (e dagli esiti imprevedibili) con i ceti dominanti, oppure accettare supinamente le scelte dei ceti dominanti stessi, accantonando le condizioni poste al tempo della discussione sull’ingresso dell’Italia nello SME e proponendosi come forze di governo “responsabili” ed “europeiste”. Sappiamo bene quale strada hanno scelto.

http://il-main-stream.blogspot.it/2013/ ... .html#more

Tratto da: Euro: un disastro annunciato | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2KcbJmvP5


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Thethirdeye ha scritto:


Eni, indagato Paolo Scaroni
«Mazzette a politici algerini»


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È indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale Paolo Scaroni, a.d. dell'Eni in relazione alle tangenti pagate da società del gruppo a politici algerini. Una commessa di 11 miliardi di dollari e una maxi tangente da 197 milioni di euro. Una vicenda che coinvolge la Saipem, la holding Eni e il suo amministratore delegato, Paolo Scaroni.

Continua>>> http://www.unita.it/italia/eni-indagato ... i-1.482451





Non conosco la vicenda in questione.
Ma in linea di principio (e quindi non necessariamente in questo caso, che ripeto non conosco), occorre essere estremamente pragmatici.

Una commessa da 11 miliardi in cambio di una tangente di 197 milioni?

Cosa c'è di scandaloso? Farsi soffiare l'affare dai Francesi per esempio potrebbe essere scandaloso in nome di una presunta moralità che a questi livelli non esiste. A questi livelli vince chi sa giocare più sporco.

Mi domando se i magistrati francesi indagherebbero mai su qualche società francese che pur difendere la francesità nel mondo sarebbe disposto a giocare molto sporco.

Fa schifo questo modo di fare? si fa schifo. Ma solo chi gioca sporco vince. Se vogliamo che tutto si faccia secondo le regole poi non lamentiamoci se gli altri paesi riescono soffiare all'Italia affari colossali.

Perchè giocano sporco tutti i partecipanti alla gara, ma noi come sempre ci vogliamo distinguere autoflagellandoci in pubblico.

[:o)]



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MessaggioInviato: 12/02/2013, 10:34 
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Thethirdeye ha scritto:

Eni, indagato Paolo Scaroni
«Mazzette a politici algerini»




eddaje..ecco la magistratura ancora in azione

http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_11/arrestato-giuseppe-orsi-sospette-tangenti_133b70a4-7494-11e2-b945-c75ed2830f7b.shtml

Cita:
LA VENDITA DI 12 ELICOTTERI ALL'INDIA
Decapitato il vertice di Finmeccanica
[color=blue]Arrestato l'amministratore delegato Giuseppe Orsi.

L'ipotesi di accusa è corruzione internazionale[/color]


Modifichiamo il titolo del thread da 1992-2012 - "Guerra Finanziaria" all'Italia in [color=blue]1992-2012 - La magistratura italiana dichiara la "Guerra Finanziaria" all'Italia. [/color]

o spostiamo gli ultimi due interventi in "La situazione della giustizia in Italia" [:o)]


e i nostri competitors ringraziano la magistratura, a partire dal sequestro dell'acciaio dell'ILVA, a dir loro prova del reato, bloccando commesse miliardarie e rischiando la chiusura non solo dell'Ilva ma delle piccole aziende che con quell'acciaio ci lavorano per produrre i loro prodotti.



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MessaggioInviato: 12/02/2013, 10:40 
Ieri, con la storia del Papa, mi sono distratto...

Avrei voluto dire in questo topic (che come sapete si occupa della SVENDITA
dei coseddetti "gioielli di famiglia" a beneficio dei grandi della Finanza Internazionale),
che il prossimo target, dopo ENI e dopo MPS, sarebbe stato il colosso FINMECCANICA.

Prevedibile no?

E infatti.....




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http://www.wallstreetitalia.com/article ... pezzi.aspx



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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