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https://gerograssi.it/category/sezione- ... caso-moro/ARCHIVIO GERO GRASSIZimbra
Doc. N.
Zimbra
https://webmailxamera.it/zimbra/r^printmessage?id=72064&xim=l
tabacchi_s@camera.itDEPOSIZIONE IN COMMISSIONE
Da : On. Gero Grassi <grassi_g@camera.it>
Oggetto : DEPOSIZIONE IN COMMISSIONE
A : Stefano Tabacchi <tabacchi_s@camera.it>
mer, 11 mag 2016, 09:13
ALL'ON. GIUSEPPE FIORONI
PRESIDENTE COMMISSIONE DI INCHIESTA MORO-2
Trasmetto alcune ricostruzioni sulla dinamica dell'eccidio di via Fani e del rapimento di Aldo Moro e chiedo che ladocumentazione trasmessa sia soggetto di verifica e di indagine.
Chiedo, inoltre, che sia allegata integralmente al verbale della riunione della Commissione in cui è annunciata.
Anticipatamente ringrazio e saluto cordialmente.
Gero Grassi
ROMA 11 MAGGIO 2016
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FIAT 128 FAMILIARE BIANCA CON TARGA CORPO DIPLOMATICO:
UN'AUTO ANOMALA
La storia dell'auto e della targa CD
Sia l'auto che la targa utilizzate sono state rubate.
La Fiat 128 familiare bianca, la cui vera targa è in realtà Roma R71888, è stata sottratta verso le ore 19-19.30 dell'8 marzol978 al sig.
Nando Miconi che l'ha momentaneamente lasciata in sosta in doppia fila, con le chiavi inserite, davanti al suo negozio "di carta da
involgere "sito in via degli Scipioni n.48 a Roma.
La targa CD 19707 è stata asportata l ' i l aprile 1973 dalla Opel Kadett, di proprietà di Arquimedes Alcalà Guevara, addetto militare
dell'Ambasciata del Venezuela a Roma.
Dopo tre anni, in data 3 maggio 1976, il Ministero dei Trasporti, a seguito di un'attività di riordino ed ammodernamento delle targhe, ha
riemesso la stessa targa (CD 19707) però di nuovo tipo, in plastica e formato rettangolare, non più quadrato e consegnato la stessa al
personale dell'ambasciata del Venezuela. La nuova targa è quindi associata ad una FIAT 124 Berlina intestata al dr. Heliodoro Claverie
Rodriguez, addetto agricolo dell'ambasciata.
Nella comunicazione inviata il giorno stesso alla Questura, al Ministero dell'Interno, al Ministero della Difesa e a quello degli Affari Esteri,
il Ministero dei Trasporti segnala che "...la targa CD19707 di vecchio tipo in metallo dovrà ritenersi abusiva".
Dopo quasi due anni, in data 26 gennaio 1978, l'ambasciata del Venezuela, restituisce le targhe CD19707 (modello nuovo rettangolare in
plastica) e la carta di circolazione dell'autovettura al Ministero dei Trasporti che pertanto provvede "ad annullare detto numero di
targa"e a darne comunicazione, in pari data, al Ministero degli Affari Esteri, della Difesa e dell'Interno.
Le targhe (modello nuovo rettangolare in plastica) sono ritirate e riposte in un armadio presso il Ministero dei Trasporti e dopo l'agguato
sono esibite agli inquirenti e tenute a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Alcune domande sorgono spontanee.
Per quale motivo i terroristi hanno deciso di utilizzare una targa così inusuale, come quella corpo diplomatico? Una targa che da certamente
nell'occhio rispetto ad una targa normale?
Come fanno i terroristi a girare tranquillamente, per giorni e giorni per tutta Italia, compiere manovre azzardate e pure parcheggiare in
divieto (vedi paragrafo successivo), senza essere fermati o intercettati, considerato il fatto che la targa di vecchio tipo è rubata e da
ritenersi abusiva, mentre quella di nuovo tipo è stata annullata. Godono per caso di qualche immunità o lasciapassare?
I testimoni nei giorni precedenti l'agguato
Mi metto nei panni di un gruppo di terroristi. Sto preparando il colpo del secolo. Ho l'auto rubata pronta per l'attentato con una targa
rubata (dal 3 maggio 1976 da ritenersi abusiva e dal 26 gennaio 1978 pure tolta dagli archivi delle auto regolarmente circolanti). Con
quell'auto potrei essere fermato per un controllo ed arrestato subito, oppure circolando potrei fare un semplice incidente e mandare a rotoli
tutto il piano. Logica direbbe di tenere pronta l'auto in un garage e di utilizzarla solo il giorno dell'attentato. Ed invece...
23 febbraio 1978- Coniugi Candido Fortuni e Giuseppa Bentivoglio: "Mentre percorrevamo Via Mario Fani, una macchina 128
Fiat targata CD, fece una manovra spericolata di frenata ponendosi per traverso a poca distanza dalla nostra macchina,
tanto che mio marito per poco riuscì ad evitare l'impatto. Mio marito si adirò per questo fatto e malgrado le mie esortazioni a
lasciar perdere insegufquella macchina, la quale ripetè la'stessa manovra qualche centinaio di metri dopo. L'auto aveva a
bordo un uomo ed una donna. Quando, attraverso la stampa e la televisione, venni a sapere dell'attentato di via Mario Fani
e della macchina 128 Fiat, collegai subito tale macchina con quella da noi vista e commentai con mio marito: stavano
facendo le prove già da un mese prima"Ti sig. Candido precisa inoltre "la targa iniziava con CD19... , aveva sull'occhiello del
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numero 9 una scrostatura, tanto che vidi il fondo metallico della stessa".
In un giorno di marzo prima dell'eccidio di via Mario Fani - Roberto Tersigni: "Per recarmi al Policlinico, ove lavoro quale
medico, verso le ore 8, percorrevo a bordo della mia macchina Corso Italia proveniente da Piazza del Popolo. All'altezza di
Porta Pia, nel tratto scoperto del sottopassaggio, sorpassai un'autovettura di media cilindrata la cui targa era CD. La vettura
in questione poteva essere una Fiat 128 ovvero una Fiat 130. Il colore era chiaro. In detta autovettura ci erano 4-5 persone
di cui una era donna. Due o tre di queste erano vestite in bleu e pensai che fossero dei piloti dell'Aeronautica civile... "
Tra il 6 e l'8 marzo 1978- Pasquale Cippone, avvocato: "Roma... verso le ore 12 due individui uscivano dall'ingresso di una sede
diplomatica dell'Ambasciata che poi in seguito ho appreso essere quella del/Iraq, e salivano su una Fiat 128 bianca familiare
targa CDL... Ciò che mi colpì fu l'aspetto poco diplomatico dei due individui... "
Nota: Le tre testimonianze sopra riportate sono relative a date che appaiono precedenti il furto dell'auto poi utilizzata nell'agguato di
via Mario Fani (furto avvenuto alle ore 19 / 19.30 dell'8.3.1978). Potrebbe trattasi di un errore dei testimoni nel ricordare la data
dell 'avvistamento oppure la targa CD potrebbe essere stata applicata su altra Fiat 128 bianca.
9 o 10 marzo 1978 - Roberto Farsetti: "Verso le ore 17 ha notato in Siena un'auto Fiat 128 bianca tipo familiare targata
CD19707.... Non avendo mai visto una targa simile l'avevo annotata su una scatola di fiammiferi Minerva... A bordo del
mezzo c'era un giovane sui trentanni".
11 marzo 1978 - Vincenzo Mannino, amico del Farsetti: "Siena ...ricordo che allorquando il Farsetti me ne parlò la prima volta, io
dissi a costui che anche a me era parso di vedere una Fiat 128 Familiare, di colore bianco sporco, con targa Corpo
Diplomatico.... verso le ore 19 in via Fiorentina. L'auto marciava in direzione Siena centro... "
13 marzo 1978 - Luigi Botticelli e Lorenzo Ferragamo (militari in servizio di leva presso il 10° Battaglione Trasmissione Lanciano sito Via Trionfale): "Roma - verso le ore 17... ci stavamo recando verso il centro provenienti da Monte Mario quando giunti
all'altezza di Via Mario Fani con incrocio di Via Stresa abbiamo notato una Fiat 128 bianca modello familiare con due giovani a
bordo che ci precedeva di poco e che rallentando la marcia si accostava sulla sua destra in cerca di qualcosa come uno che
non è del luogo e quindi ha difficoltà ad orientarsi. Ci ha colpito inizialmente la targa che era applicata sul lato posteriore di
detta automobile cioè una targa del Corpo Diplomatico, in latta, con fondo sul nero opaco e con le scritte in argento".
13 o 14 marzo 1978 - Luigi Vitali: "Verso le ore 8.40/ 8.45 si trovava alla guida della sua autovettura sulla strada che
daTrezzano porta a Milano e 200 metri circa, prima di giungere alla tangenziale ovest, notava una autovettura Fiat 128
familiare bianca targata CD19707 con due uomini a bordo, diretta verso Milano".
14 marzo 1978 - Mauro Tornei: "Roma...verso le ore 17.15, alla guida della mia macchina, percorrevo via Cassia Antica e stavo
per imboccare piazza Dei Giochi Delfici, diedi la precedenza ad una Fiat 128 di colore bianco con a bordo tre individui di
giovane età. Notai che la targa della macchina era CD. Non feci caso al numero di targa. La Fiat 128 bianca, non ho fatto
caso se era tipo familiare, continuando il percorso imboccò Via Cassia Antica, direzione vivai Sgaravatti".
15 marzo 1978 - Celeste Perlini, sacerdote: "Mi trovavo in Piazza del Popolo di Roma. Verso le ore 11.00 circa notavo
parcheggiare fuori dallo spazio riservato alla sosta, un'autovettura Fiat 128 familiare di colore bianco con applicata
posteriormente la targa Corpo Diplomatico, con due persone a bordo, di cui una di sesso femminile, che dopo aver
parcheggiato detta autovettura scendevano ed il conducente riferiva all'accompagnatrice frase in lingua italiana. Non ho
sentito cosa si dicevano ma ebbi l'impressione che l'uomo rivolgendosi alla donna, la sollecitasse a far presto, parlando in
lingua italiana. Istantaneamente sopraggiungeva sul posto un'autovettura di colore scuro di grossa cilindrata, di cui non sono
in gradi di precisare il tipo, con a bordo 4 individui, che scesi senza scambiarsi frase alcuna con gli occupanti della Fiat 128, si
allontanavano (a piedi) in opposte direzioni. L'uomo e la donna (scesi dalla 128) si allontanarono verso la Via del Babuino. I
4 uomini scesi dall'auto scura si allontanarono a piedi verso Porta Flaminia passando vicino all'Obelisco. Preciso che il
parcheggio in questione è quello antistante alla Chiesa di S.Maria dei Miracoli di Piazza del Popolo. Contemporaneamente a
questa seconda autovettura ne giungeva una terza di colore amaranto di tipo Renault che si arrestava a tergo delle due
vetture affiancate, già dette e precisamente dietro alla Fiat 128 familiare con targa CD. Quando fu scoperto il corpo
dell'onorevole Moro all'interno di una Renault di colore amaranto io ricollegai subito l'avvistamento. Rimasi sul posto fino alle
11.27 e poi mi allontanai".
15 marzo 1978 - Antonio Albuzzi, Carabiniere: "Roma: alle 18.10 circa, ero fermo a bordo della mia vettura sul Lungotevere
delle Navi al semaforo che segnava rosso di Ponte Risorgimento. Venivo affiancato da una Fiat 128 famigliare color bianco
con due persone a bordo. Allo scattare del segnale verde venivo sorpassato dalla predetta autovettura che era targata
CDL... Vi era anche un 7. Non ricordo le altre cifre. Pensai che il conducente abusava della targa Corpo Diplomatico
Esamino le fotografie n.16 e 17 dei rilievi tecnici di Polizia Scientifica concernenti il sopralluogo effettuato in via Mario Fani. La
vettura è uguale a quella che io ho visto e la targa corrisponde a quella che la Fiat 128 familiare, da me notata, recava
posteriormente ".
La quantità e in molti casi la qualità dei particolari riportati dalla maggioranza dei testimoni è tale che appare quindi confermato che la Fiat
128 bianca familiare targa CD è stata ripetutamente utilizzata nei giorni precedenti la strage. Per quale motivo? A che scopo? Per fare dei
sopralluoghi e/o eseguire delle prove si poteva benissimo utilizzare un'altra auto ed un'altra targa. Che senso ha utilizzare l'auto che si è
deciso di utilizzare per l'attentato? A meno che l'auto non appartenga a terroristi, ma bensì ad altre forze... Magari forze in possesso di
lasciapassare (Servizi Segreti, Gladio, Corpi di polizia in borghese, ecc.)?
Testimoni vicino all'abitazione di Aldo Moro
Nel mese di marzo, prima dell'eccidio di via Mario Fani - Pietrina Martini:
"Sono infermiera caposala presso la casa di cura Villa
Maria Pia sita in Via del Forte Trionfale 36. In epoca precedente al sequestro Moro, ebbi modo di notare, per diversi giorni,
una macchina piccola, bianca, targa CD, in via del Forte Trionfale, in sosta sulla destra rispetto a chi esce dalla clinica. L'ho
vista ferma sempre in punti diversi della stessa Via Forte Trionfale ed una volta a circa 10-15 metri dalla casa dell'On. Moro.
Non ho mai visto nessuna persona a bordo o nei pressi della macchina stessa. Già prima del tragico agguato di Via Mario
Fani ebbi modo di manifestare la mia meraviglia che una macchina così poco appariscente fosse del Corpo Diplomatico e di
ciò parlai con qualcuna delle infermiere. Quella volta che ho visto la macchina CD nei pressi della casa di Moro, erano circa le
9.30 del mattino, di un giorno tra il 12 ed il 14 marzo 1978. Le altre volte che ho visto la macchina CD bianca era sempre di mattina
e nel mese di marzo. Non ho più visto la macchina dopo l'agguato di via Mario Fani. Non ho fatto caso alla targa della macchina. Non
sono in grado di dire di che tipo fosse perché non mi intendo di macchine ".
Dal 12 al 14 marzo 1978 - Mario D'Achille: "Sono conducente di ambulanza presso l'ospedale San Filippo Neri sito in via
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Zimbra
https://webmailxamera.it/zimbra/h/print ... 2064&xim=lTrionfale. Molto spesso, in conseguenza di alcuni esami clinici che vengono effettuati esclusivamente presso il policlinico,
percorro via Trionfale, via Cortina d'Ampezzo, via Cassia per recarmi al suddetto nosocomio. Verso il giorno 12.3.78, nel
ritornare dal policlinico percorrendo lo stesso itinerario sopra descritto, alle ore 11.30/12.00 circa. Transitando in via Cortina
d'Ampezzo, ho incrociato una Fiat 128 bianca di tipo familiare che procedeva verso Via Cassia. La predetta autovettura era
condotta da un uomo.... Accanto all'uomo sedeva una donna Un paio di giorni dopo, credo il 14.3.78, ho rivisto la stessa
128 bianca, familiare, ferma d'innanzi un edificio sito in via Cortina d'Ampezzo (in effetti si tratta di Via del Forte Trionfale),
ad una distanza di circa 50 metri da quella che ho in seguito saputo essere l'abitazione de/l'On. Moro. Preciso che la suddetta
autovettura si è fermata davanti al cancello di un edificio che credevo che fosse un istituto scolastico, ha fatto scendere la
donna che si è diretta con passo sicuro al/Interno dell'edificio stesso ed è ripartita subito, cercando di fare inversione di
marcia. Io sono stato quindi costretto a spostarmi tutto sul lato sinistro della strada per evitare la collisione. In questo
frangente ho notato che l'auto era targata CD e che alla guida si trovava la stessa persona che avevo visto qualche giorno
prima nella medesima Via Cortina d'Ampezzo. In particolare, in questa circostanza ho pensato che invece di essere targata
CD era meglio che fosse targata "che disgraziato".... Nel ripercorrere la Via Cortina d'Ampezzo.... ho notato che nel punto
dove credevo esistesse istituto scolastico c'era invece una cartello "Casa di Cura"(que\\a che descrive il teste è la Casa di Cura
Villa Maria Pia sita in via del Forte Trionfale 36 - ubicata quasi di fronte all'abitazione dell'On. Moro).
Qualche giorno prima del 16 marzo 1978 - Alverino Taraddei: "Sono gestore dei negozio di generi alimentari sito ina via del
Forte Trionfale 4/B. Qualche giorno prima del 16 marzo, non sono in grado di stabilire esattamente la data, nella mattinata, notai in
sosta ali 'altezza del civico UH della stessa via, una autovettura Fiat 128 tipo familiare di colore bianco latte, targata CD. In quella
occasione non detti importanza al particolare, per cui non rilevai i numeri di targa, né feci caso se in essa si trovassero o meno delle
persone... "
Dalle testimonianze sopra raccolte appare dimostrato che la 128 CD ha stazionato ripetutamente e frequentemente nelle vicinanze
dell'abitazione dell'On. Moro nei giorni precedenti l'agguato. La Fiat 128 targa CD sembra sempre più un'auto di vigilanza o di
scorta di Aldo Moro più che un'auto di terroristi.
A mio avviso appare veramente difficile pensare che l'auto in questione non sia mai stata notata dalla scorta di Aldo Moro ed in particolare
dall'uomo più esperto: il maresciallo Oreste Leonardi. Anche l'uso della targa CD sembra più una specie di distintivo per farsi riconoscere
dalla scorta più che un'auto di terroristi in perlustrazione per organizzare un attentato.
Il Maresciallo Leonardi è un professionista serio e preparato. Certamente è al corrente che proprio nelle settimane precedenti l'agguato, la
polizia ha aperto un'inchiesta, in quanto nel mese di febbraio sono state notate, proprio da uomini della scorta, delle persone sospette vicino
allo studio dell'On. Moro in Via Savoia.
Come riportato in un articolo del 19.5.1979 pubblicato sul Corriere della Sera, i giornalisti Roberto Martinelli ed Antonio Padellare
scrivevano: "... proprio il 15 marzol978 si erano chiuse, senza esito, le indagini su una ipotesi di attentato contro il leader DC... Due
giovani erano slati visti aggirarsi con fare sospetto in via Savoia, vicino allo studio di Aldo Moro. La Digos aveva segnalato l'episodio
alla Procura della Repubblica. Il giorno prima dell 'agguato la Polizia rassicurava Moro".
E' certo che dopo quell'episodio è stato chiesto un rafforzamento della scorta. In data 15 marzo 1978, su disposizione dell'allora Capo
della Polizia Parlato, il capo della Digos Domenico Spinella si è recato presso lo studio dell'On. Moro, al fine di concordare delle iniziative
per il rafforzamento delle misure di sicurezza.
La Fiat 128 targa CD potrebbe pertanto essere stata un rinforzo delle misure di sicurezza. Una scorta aggiuntiva. Al riguardo il
manuale delle scorte prevedeva: "La scorta per particolari motivi di sicurezza può essere raddoppiata e, in tal caso, l'auto dèlia
personalità è preceduta e seguita da un'auto di scorta... ".
Ora sentiamo una testimonianza relativa a poche ora prima dell'agguato, sempre vicinissimo l'abitazione dell'On. Moro.
16 marzo 1978 - Riccardo Iorio: "Sono una guardia giurata e presto servizio ogni notte presso il Ministero delle Poste in Europa all'Eur. Stamattina, come di consueto, verso le ore 6,00 sono smontato e con la vespa sono andato a casa, in Via
Casa/piombino 8. Per giungervi devo percorrere via del Forte Trionfale e verso le ore 6,25 superato l'autosalone Rosati, sulla
destra, quasi accostato al vecchio cinema, chiuso da tempo, ho notato una Fiat 128 bianca di tipo familiare, con 4 persone bordo. L'auto era ferma con il muso rivolto verso la mia stessa direzione di marcia, in un piccolo spiazzo formato da una lieve
rientranza del marciapiede. Pertanto detta macchina non dava alcun fastidio alla circolazione. Poiché, per lo meno, era
strana, la presenza di una tale auto con 4 persone a bordo, ho dato un'occhiata alla targa e a colpo d'occhio sono certo che
fosse targata CD. Non ricordo il numero di targa. Non ho fatto molto caso, invece, ai 4 che si trovavano a bordo. Ricordo
solo che l'uomo seduto al volante, indossava una giacca di panno, del tipo militare, di colore verde.... Più tardi ho saputo
dell'eccidio di via Mario Fani e andato sul posto ho rivisto la stessa autovettura, cioè una Fiat 128 del tipo familiare, bianca,
già sistemata sul carro attrezzi, priva della targa. Credo si tratti della stessa autovettura, poiché a prescindere dalla targa,
sullo sportello anteriore sinistro questa macchina presentava una lieve strisciatura che io avevo già notato in quella di cui fatto menzione e targata CD. Credo pertanto che la macchina di stamattina, ferma 200 metri prima dell'abitazione
dell'on. Moro con la parte anteriore diretta verso l'abitazione dell'on. Moro, sia la stessa".
La testimonianza del sig. Iorio è importantissima, sia perché relativa a poche ore prima l'agguato sia per la certezza dell'identificazione
dell'auto utilizzata dai terroristi.
A questo punto emergono delle ulteriori domande:
Cosa ci fa la Fiat 128 CD due ore e mezza prima dell'uscita di casa di Moro? Perché quattro persone a bordo? Perché rischiare in 4,
quando ne bastava uno? Al rischio di mandare all'aria tutto il piano. Perché usare la stessa auto che poi è utilizzata nell'agguato in Via
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3 di 5 11/05/2016 10:05
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https://webmail.camera.it/zimbra/h/prin ... 2064&xim=lMario Fani?
E poi: Il testimone vede l'auto ferma e parcheggiata. Quindi non un passaggio veloce, ma ferma e parcheggiata. Parcheggiata da quanto
tempo e per quanto tempo?
Il brigatista Mario Moretti dichiara di essersi recato da solo con la 128 CD in via del Forte Trionfale, di aver verificato la presenza della
scorta di fronte a casa Moro, di aver dedotto che di li a poco Moro sarebbe uscito; quindi di essersi portato in Via Mario Fani ad aspettarli.
Come ormai è ampiamente dimostrato e documentato la versione brigatista è falsa. Trattasi di versione di comodo per nascondere
verità inconfessabili, verosimilmente legate alla collaborazione con forze estranee alle Brigate Rosse.
Viene in mente l'articolo del giornalista Pecorelli che dimostra, attraverso i suoi scritti, di sapere da chi era composto il commando
dell'agguato di via Mario Fani (e probabilmente per questo è ucciso il 20 marzo 1979), infatti, durante il sequestro del Presidente DC, sul
giornale OP scrive:
" Aspettiamoci il peggio, gli autori della strage di via Mario Fani e del sequestro di Aldo Moro sono dei professionisti addestrati
in scuole di guerra del massimo livello. I killer mandati all'assalto dell'auto del presidente potrebbero invece essere
manovalanza reclutata su piazza. È un particolare da tenere a mente'.
Eccolo il particolare da tenere a mente: In via Mario Fani vi erano manovalanza di piazza e professionisti. Ovvero: brigatisti e... chi altro?
Altre testimonianze il giorno dell'agguato (16.3.1978)
16 marzo 1978 - Luciano Pasquali: "Verso le ore 7.55, mentre a bordo della mia autovettura percorrevo la Via Prenestina,
diretto a Porta Maggiore, poco dopo l'incrocio con Via Alberto da Giusmano, sono stato affiancato e poi superato sulla sinistra
da un'autovettura Fiat 128 familiare di colore bianco con targa CD. L'andatura della suddetta autovettura ha attirato la
mia attenzione in quanto era molto frettolosa. Cercava di superarmi sulla sinistra passando sul marciapiede, ecco perché ha
destato la mia attenzione. Disolito, una macchina targa CD non fa queste cose. Poi l'ho raggiunta e ho detto: Lei ha una
macchina del Corpo Diplomatico e fa il pirata? C'era un ingorgo.... E questo ha superato tutti sulla sinistra con un ruota sul
marciapiede e l'altra sulla strada ".
Una precisazione riguardo questa testimonianza. Il luogo dell'avvistamento è lontano circa 16 /17 chilometri rispetto a via del Forte
Trionfale 79 (abitazione di Aldo Moro) e via Mario Mario Fani (luogo dell'agguato). Non si capisce cosa ci farebbe l'auto in questa zona,
che appare molto decentrata rispetto al percorso dell'auto di Moro. Considerato l'orario (manca circa un'ora all'agguato), è comunque
ancora in tempo per raggiungerli.
16 marzo 1978 - Lorenzo Cappuccio: "Sono proprietario di un'officina meccanica sita in via Trionfale, all'angolo con via Mario
Fani. Questa mattina, verso le ore 8.50, mi sono recato a piedi dall'altra parte di via Mario Mario Fani, e cioè quasi all'incrocio con
Via Stresa, per prendere in consegna la macchina di un cliente. Nel percorrere a piedi il suddetto tratto di strada ho notato
un 'autovettura BMW 302, di colore blu, con tre persone a bordo, che ha percorso per tre o quattro volte via Mario Fani, in entrambi i
sensi. Preciso che la predetta autovettura era targata CD. Non ho fatto caso al numero di targa. La targa era comunque quadrata. Ho
proseguito fino ad un bar sito a circa 150 metri dall 'incrocio con via Stresa. L'autovettura BMW, quasi ali 'altezza del bar effettuò
mentre proveniva dall 'incrocio con via Stresa una inversione ad U a velocità sostenuta, tanto da far sgommare le ruote, dirigendosi
verso l'incrocio con via Stresa. Ali 'interno del Bar, da alcune persone che conosco, ho saputo che c 'era stata una sparatoria e che era
stato rapilo l'On. Moro. Uscito dal locale notai per l'ultima volta l'autovettura BMW 302 a velocità sostenuta percorrere per Via Mario
Fani in direzione di Via Trionfale. L'autovettura in fondo a via Trionfale deviò a sinistra verso il centro di Roma".
La testimonianza evidenzia che quella mattina vi era almeno un'altra auto con targa CD, molto sospetta, con tre persone a bordo. Appare
evidente che la BMW fa parte del piano dell'agguato. Probabilmente l'uso della targa CD era una specie di segnale di riconoscimento.
L'auto in questione ha senz'altro una funzione di supporto / supervisione del territorio e di appoggio al piano terroristico. Là BMW 302 di
colore blu targa CD ed i suoi tre occupanti non sono mai stati individuati - identificati.
Come facevano i terroristi ad essere certi che l'auto di Moro sarebbe passata in Via Mario Fani
Moro e la sua scorta non percorrevano tutti i giorni la stessa strada: cambiavano il percorso in ragione dei vari impegni della giornata ...
Eppure, fin dalla sera del 15 marzo i brigatisti attuarono i preparativi: nottetempo vennero squarciate le gomme del pulmino appartenente
al fioraio Antonio Spiriticchio che ogni giorno sostava proprio nel luogo dell'agguato. L'audace imboscata terrorista venne preceduta da
una meticolosa preparazione logistica: dunque i terroristi fin dal giorno prima avevano l'assoluta certezza che la mattina dopo, verso le ore
9, l'auto di Moro sarebbe transitata in via Mario Fani.
Come potevano essere sicuri che Moro proprio quel giorno e a quell'ora sarebbe passato da via Mario Fani?
Questo è uno dei nodi centrali della vicenda, mai chiarito nonostante tutte le indagini svolte in questi 38 anni. Secondo la versione
brigatista fu solo una fortuna il fatto che al primo tentativo Moro transitasse per via Mario Fani e secondo le loro dichiarazioni se l'auto di
Moro quella mattina avesse utilizzato un altro percorso l'agguato sarebbe stato ripetuto nei giorni seguenti. Sempre in Via Mario Fani.
Sempre nello stesso punto. Sino a scopo raggiunto.
Anche questa versione è l'ennesima menzogna. 1 brigatisti avrebbero tagliato le gomme al furgone di Spiriticchio anche i giorni
successivi e si sarebbero appostati per diverse mattine con le divise dell'Alitalia con borse contenenti armi davanti al bar Olivetti?
Ovviamente nessuno avrebbe segnalato niente di sospetto? Una versione semplicemente ridicola.
In merito ai movimenti dell'auto di Moro e della scorta va precisato che:
1) Il 21 maggio 1981, nel corso dell'audizioni alla precedente Commissione Parlamentare, l'agente Rocco Gentiluomo, facente
parte della scorta di Aldo Moro ha precisato che "Prima di partire ogni mattina ci si collegava con la centrale operativa.
Avevamo l'obbligo di chiamare. Dovevo avvertire che uscivamo e quando si arrivava a destinazione. Via radio venivamo
informati, ad esempio, delle manifestazioni, cosicché potevamo evitare di finire in mezzo alla folla. In quei casi si
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Zimbra
https://webmail.camera.it/zimbra/h/prin ... 2064&xim=lcambiava itinerario. Tutti i movimenti si comunicavano via radio e c'era un apposito registro su tutti gli spostamenti
Sia le registrazioni audio che i registri cartacei però non si trovano. Furono ripetutamente chieste sin dal 1980, senza
esito. Certamente non si potrà dare la colpa anche di questo alle Brigate Rosse!
2) Quando nel maggio 1979 furono arrestati i brigatisti Morucci e Faranda, tra i vari reperti recuperati, vi era il recapito
telefonico del commissario di Pubblica Sicurezza Antonio Esposito, iscritto alla loggia massonica P2,
(TESSERA N 1841 ) che la mattina del 16
marzo 1978 prestava servizio proprio nella sala operativa della questura di Roma. Anche su questa circostanza, che apre scenari
inquietanti, si chiede di effettuare i doverosi approfondimenti.
Conclusioni
Quella di seguito riportata è una ipotesi, fondata però su tutta una serie di ragionamenti supportati dalle testimonianze, dai documenti e
dalla logica.
L'ipotesi che la Fiat 128 familiare bianca targa CD facesse parte del convoglio e quindi fosse di scorta ad Aldo Moro, mi rendo conto, apre
scenari inquietanti ed esplosivi, ma è l'unica argomentazione in grado di spiegare i seguenti interrogativi:
come facevano i terroristi ad essere così sicuri che quella mattina l'auto di Moro sarebbe passata in Via Mario Fani?
Erano sicuri perché godevano della complicità di forze che apparentemente dovevano proteggere Aldo Moro mentre in effetti parteciparono attivamente all'eccidio.
L'auto di Moro era preceduta da un'auto di scorta aggiuntiva (la 128 CD) che si posizionò sin dall'inizio davanti all'auto di Moro ed essendo davanti di fatto decise e condizionò l'itinerario, portando il convoglio all'appuntamento voluto in via Mario Fani;
perché l'autista Ricci ed il maresciallo Leonardi non reagirono alle prime avvisaglie dell'agguato?
Perché sia Ricci che Leonardi credevano di seguire un'auto di colleghi. In effetti sia Ricci che Leonardi nulla fecero quando la 128 CD si fermò inspiegabilmente all'incrocio di via Mario Fani con via Stresa.
Nulla fecero neppure quando videro scendere delle persone dalla 128 CD ed
avvicinarsi alla loro auto (quella con Moro a bordo).
Ricci e Leonardi vennero uccisi all'improvviso, probabilmente da persone identificate
come "amiche", con iniziali singoli e precisi colpi sparati in maniera inaspettata, effettuati con il duplice scopo della sorpresa e per evitare di colpire il passeggero Aldo Moro.
Ciò concorda con quanto riportato dai vari testimoni che inizialmente udirono spari isolati seguiti,
dopo alcuni secondi, dalle raffiche di mitra perché venne sparato un colpo ravvicinato (colpo di grazia) alla fine dell'agguato a 4 dei 5 componenti la scortaQ'unico a
non esser raggiunto da tale colpo fu Francesco Zizzi al suo primo giorno di servizio. Morirà in ospedale qualche ora dopo)? Perché non
dovevano sopravvivere all'agguato.
Non dovevano raccontare la dinamica di quanto era successo ed in particolare che la Fiat 128 CD era
un'auto ritenuta di "colleghi".5 di 5
5
11/05/2016 10:05
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In realtà la tesi del Generale Laporta
è stata formulata in primis da Gero Grassi .
assolutamente da leggere il suo libro https://www.gerograssi.it/cms2/file/Ger ... ampato.pdfzio ot