Chi vive in città non se ne può accorgere, ha altri problemi, altra vita, ma noi di campagna ormai sono quasi 5 anni che dobbiamo confrontarci anche con questa vitaccia, quanti amici e conoscenti hanno subito questa violenza, ora , visto che un amico ha scritto in modo notevole la sua esperienza, ho pensato di proporvela come lettura e quindi come punto di vista diverso della ormai vitaccia che ci circonda, dalla campagna alla città. L'ultimo sgozzamento con asportazione di una coscia è avvenuto a 7 km. da casa mia (era un bellissimo asinello da compagnia).
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Da
http://www.raglio.com PREDATORI VECCHI E NUOVI di Cannonau.
Mai fu più azzeccata scenografia ai giorni tristi di inizio novembre. La pioggia fitta e ininterrotta, e la nebbia solida grigio topo, da tante ore rendevano la vallata degna di un paesaggio della rumena Transilvania. L’insofferenza mi dava inquietudine.
Decidiamo di raggiungere il rifugio alpino di Cavarzano, a Poggio di Petto, dove si mangia divinamente al caldo del focolare.
Poche ore, a metà della giornata, plumbea giornata di festa.
Al rientro, passando davanti agli asini, sempre sotto la pioggia fitta, noto qualcosa di diverso (in effetti è tutta la mattina che sento un’uggia stana). Il cancelletto della veranda è aperto. Penso siano stati gli asini anche loro uggiosi per via del tempo. Comunque, fermo la macchina e vado a vedere. Non erano stati gli asini, qualcuno era entrato ed aveva forzato la porta in ferro. Si sono portati via selle, attrezzi, elettroutensili. Gli asini ci sono tutti, spaventati ma ci sono. Manca qualcun'altro: l’agnello, la capretta tibetana Bebyna, un bellissimo montone di razza Garfagnina (in via di estinzione). Cerco in giro e trovo la pelle, solo la pelle e le zampe, dell’agnello e di Bebyna, proprio li, dove giocava con i bambini. Del montone nessuna traccia.
Tra pochi giorni è il giorno del rito musulmano del sacrificio del montone. E’ tutto spiegato.
Che strano, forse per cacciare via il pensiero, ed il malessere, per quegli esseri sgozzati e scuoiati li, a casa loro, e mia, per quel bellissimo montone rapito, che vivrà solo qualche giorno prima di fare la stessa fine, senza poter nemmeno rivolgere uno sguardo implorante d’aiuto agli amici del suo branco, forse, per rimuovere tutto l’orrore che ho davanti agli occhi, che mi lascia inebetito, come tutti gli altri miei animali che hanno visto, il mio pensiero corre all’orso Dino (che ho letto è stato abbattuto). Penso, con un lampo istintivo, allora sarà giusta per queste persone, la stessa giustizia toccata all’orso Dino. Un lampo e ritorno col pensiero alla mia realtà. Sono preoccupato, anzi angosciato, per gli asini che restano. Come li difenderò? voglio sperare che anche questi nuovi predatori siano riconoscenti ad un animale che ha fatto la loro civiltà, e che per questo lo rispettino, quanto meno non gli facciano del male.