un altro personaggio che della coerenza ne fa una virtu'e' "trottola"fini sempre molto coerente con le proprie visioni,la parola giusta tale padre tael figlio
"di Giovanni Alvaro - In risposta a chi lo accusa di cambiare continuamente posizione Fini ha replicato che è suo diritto farlo e se ne assume per intero tutte le responsabilità. Nessuno gli contesta il diritto a modificare posizione, ma sarebbe corretto e giusto argomentarne il ‘perché’, facendo capire quali siano le argomentazioni a sostegno della nuova scelta. In mancanza non può lamentarsi dei giudizi negativi che gli piovono addosso, nè può nascondersi dietro l’affermazione che se ne assume tutta intera la responsabilità se detta affermazione rimane senza concrete conseguenze. Certo la presa di posizione del Corriere della Sera, per il tramite di Ernesto Galli della Loggia, è abbastanza dura ed esplicita, e di sicuro ha impaurito il Presidente della Camera ben più di quanto abbiano potuto fare quanti lo hanno abbandonato e quanti si dilettano a sbeffeggiarlo su facebook. Galli Della Loggia senza giri di parole dice: “Mi sembra assai difficile che lo sdoganamento ideologico-politico della destra italiana, la creazione finalmente di un vero partito, possano avvenire per opera di chi è stato l’ultimo segretario del partito neofascista, di chi per anni si è nutrito di quegli ideali, lo ha diretto con quei metodi, con quello stile”.
La perdita di tutta la prima fila del suo ex partito è la dimostrazione palpabile che quei metodi da caserma, e quello stile da caporale arrogante, avevano disseminato il campo di macerie che era impossibile ricomporre, ma dimostra anche che contemporaneamente all’emergere dell’atteggiamento di controcanto e di guastatore, assunto da un capo lontano dal sentire comune delle sue ‘truppe’, emergeva e si affermava una nuova classe dirigente che aveva vissuto e vive la confluenza nel PdL come sbocco naturale e non come scelta posticcia e provvisoria.
Fini, bisogna ricordarlo, è un personaggio che sosteneva che Mussolini era “il più grande statista del Novecento” e successivamente, come a dimostrazione che credeva alle sue affermazioni, è arrivato a dichiarare che “il fascismo era stato il male assoluto”. Affermazione che sconvolgeva buona parte dei suoi seguaci, che si sono sentiti colpiti come da un poderoso pugno in pancia, mentre l’altra parte, o ne era già convinta e aveva trovato l’uscita di Fini come convalida del proprio percorso e corretta la confluenza nel PdL, oppure aveva assunto l’affermazione come strumentale, tattica, atta solo a farsi accreditare come democratici in un’opinione pubblica che aborriva, come aborrisce, qualsiasi dittatura.
Ma quelle di Fini sono affermazioni che somigliano a dispositivi di sentenza senza, quindi, il deposito delle motivazioni. Ipse dixit. Sempre Galli della Loggia sosteneva, alcuni mesi fa, che “Fini è un politico senza idee, né carisma, né intuizioni politiche. Uno che ci mette 50 anni per capire cosa sia stato il fascismo, e 15 per capire come funziona Berlusconi, non può essere definito un politico di grandi vedute”, e oggi completa la sua analisi con il giudizio sui proclami finiani che considera “ammonimenti di inamidato buonismo e precetti politicamente corretti” che “lo stanno rendendo degno del miglior Scalfaro d’annata”. Incluso il ‘non ci sto’ riferito alla vergognosa vicenda della casa a Montecarlo. Non ci sta, infatti, a dimettersi da Presidente della Camera malgrado lo avesse dichiarato nel corso del videomessaggio agli Italiani.
Giravolte, piroette, salti tripli carpiati, nuove alleanze, e quant’altro lo sta portando ad apparire una banderuola esposta ad ogni vento. Si illude a credere che ogni alleanza sia possibile. Tecnicamente si, ma con Di Pietro, Grillo, Vendola, Santoro, Travaglio, Fo, Floris, Gabanelli, popolo viola, e il resto dell’armata Brancaleone ha un solo possibile comun denominatore: l’antiberlusconismo. Il resto è poesia. Ammesso e non concesso che possa essere realizzata l’operazione anti premier, la sua storia non esisterà più, sarà emarginato e rifiutato. Alcuni dei suoi finiranno con l’IDV, altri con Rutelli, altri chissà, ma lui, con la sua smisurata arroganza, dovrà prendere atto di quanto Galli della Loggia gli sta anticipato, e trarne le dovute conseguenze.
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