Cita:
BlitzKrieg ha scritto:
Chi fa disinformazione da quattro soldi? Forse chi parla tanto
di scie chimiche, senza uno straccio di prova (praticamente tutti)
La disinformazione la fanno quelli che negano ad oltranza, caro mio....
Tratto da:
http://www.scribd.com/doc/4028570/Chemt ... particelleTutte le informazioni che rimbalzavano da una parte all’altra del mondo aggiunte alle proteste sempre più numerose della gente, spinse alcuni politici a chiedere interrogazioni parlamentari sulle Chemtrails (Scie Chimiche) sia a livello europeo che nazionale ma non solo; anche negli stati uniti ci sono stati membri del congresso che hanno chiesto spiegazioni. In Italia dopo due interrogazioni che hanno ricevuto una risposta tardiva e per nulla esauriente dall’ex ministro della difesa Martino si è tornati alla carica con nuove interrogazioni.
Questa risposta di un Tenente Colonnello dell’USAF ad una delle suddette interrogazioni, contiene alcuni elementi interessanti:
ammette ad esempio che per svariati anni le compagnie commerciali sono state coinvolte nella semina delle nuvole (ne parleremo tra poco) con il rilascio di agenti chimici nell’atmosfera; afferma che l’unica attivita dell’Air Force di spray aereo riguarda la disinfestazione con insetticidi e afferma anche che l’Air Force non possiede gli apparati per la semina delle nuvole (e questo come vedremo non risponde al vero). Nega decisamente l’esistenza delle Chemtrails dicendo ciò che ripetono tutti gli organismi ufficiali interrogati: e cioè che attualmente ci sono soltanto normalissime scie di condensazione. Nega inoltre che l’Air Force sia coinvolta in esperimenti per la modifica del clima asserendo che si limita alla sola osservazione; Ma anche questo non risponde al vero;
esiste infatti uno studio realizzato da un gruppo di alti ufficiali proprio dell’Air Force nel 1996 e reso pubblico di recente, che si intitola:
“Owning The Weather in 2025” (Ottenere il controllo climatico entro il 2025) che analizza con dovizia di particolari; tecniche, sistemi, possibilità e motivazioni per ottenere un pieno controllo climatico a
scopi militari. E’ interessante notare che tra le motivazioni che giustificano questo studio, viene evidenziato come fin dalla fine degli anni 50 si era capito che il controllo climatico sarebbe stato un’arma molto più importante della bomba atomica.
Nel documento, la modificazione climatica viene divisa in due categorie primarie: Le tecniche per la soppressione dei fenomeni atmosferici in un caso, e quelle per l’intensificazione degli stessi nell’altro. In casi estremi lo studio analizzerà la possibilità di
“Creare dal nulla il tempo desiderato”.
Ecco alcune illustrazioni tratte da questo studio dell’Air Force:


Lo studio cita inoltre un programma conosciuto con il nome di
“Progetto Popeye” che smentisce le parole del Tenente Colonnello dell’Air Force; questo progetto fu condotto nel 1966 nel tentativo di “estendere la stagione dei monsoni” nel teatro bellico vietnamita per ridurre l’efficenza e la manovrabilità delle truppe nemiche. Nuclei di “Ioduro d’Argento” vennero dispersi nelle nuvole da aerei appositamente predisposti alla semina e appartenenti ai seguenti modelli: WC-130, F4, e A-1E, attraverso il Laos e la Cambogia venendo trasportati fino al Vietnam del Sud. I risultati positivi ottenuti all’inizio del programma hanno permesso di proseguire le operazioni fino al 1972.
Ma esiste un altro passaggio dello studio che si presenta assai inquietante per via di ciò che sta accadendo a livello meteorologico negli ultimi anni, ma anche per le notizie sulle nuove nanotecnologie sperimentate in Iraq; Si parla infatti di un controllo totale delle informazioni metereologiche dato da un network simile a
quello illustrato nello schema (figura 3-2) che porterebbe a parlare di
“meteorologia virtuale”. Il documento afferma: “Sebbene la maggior parte degli sforzi di modificazione climatica si basano sull’esistenza di certe condizioni preesistenti, può essere possibile produrre alcuni effetti atmosferici artificialmente, indipendentemente
dalle condizioni preesistenti. Per esempio un clima virtuale può essere creato influenzando le informazioni metereologiche ricevute dall’utente finale. La percezione dei valori, dei parametri, o delle immagini ricevute dai sistemi di informazione metereologica locali o globali differirebbe dalla realtà. Questa differenza nella percezione poterebbe l’utente finale ad effettuare operazioni decisionali differenti.” Ma non solo; si prosegue dicendo: “Anche la nanotecnologia offre possibilità per creare un clima simulato. Una o più nuvole, composte da microscopiche particelle computerizzate, tutte in comunicazione una con l’altra e con un più grande sistema di controllo permetterebbe capacità incredibili.
Interconnesse, galleggiando nell’atmosfera, e con capacità di spostamento nelle tre dimensioni, queste nuvole potrebbero essere progettate per avere una vasta gamma di proprietà. Potrebbero bloccare esclusivamente sensori ottici o potrebbero configurarsi per diventare impermeabili ad altre modalità di sorveglianza. Potrebbero anche fornire una differenza di potenziale atmosferica altrimenti inesistente per permettere fulmini mirati in modo preciso e con un timing ben definito. Anche se l’energia necessaria per una vera arma che usa il fulmine fosse insufficiente, il potenziale per una operazione psicologica in molte situazioni potrebbe essere enorme.”
E si conclude con dichiarazioni agghiaccianti come questa: “
Uno dei vantaggi principali dell’usare il clima simulato per raggiungere un effetto desiderato, a differenza di altri approcci, è che renderebbe un’azione
deliberata simile alla conseguenza di un fenomeno atmosferico naturale. Inoltre è relativamente economica da impiegare. Secondo J. Storrs Hall, uno scienziato dell’università di Rutgers che conduce ricerche sulla nanotecnologia, il costo di produzione di queste nanoparticelle si aggira sul prezzo di un chilo di patate. Questo rende economici i costi per ricerca e sviluppo, che saranno principalmente sopportati dal settore privato e considerati ammortizzati per il 2025 ma probabilmente anche prima.”
Forse a questo punto siete un po’ disorientati; siamo partiti da anomale scie nel cielo e strani movimenti di aerei per trovarci improvvisamente proiettati in un incubo in cui la realtà ha superato tutte le fantasie che sono state attribuite inizialmente a chi denunciava queste operazioni.
Ma come è successo? Facciamo un passo indietro: eravamo rimasti ad alcune notizie come l’inseminazione artificiale delle nuvole portata avanti con l’ausilio delle compagnie commerciali. Riguardo quest’ultimo punto, sappiamo, per ammissione stessa dei militari che la tecnica considerata più efficace per far piovere (utilizzata in Vietnam) è lo spargimento nelle nuvole di
ioduro d’argento. Tecnica in uso da molti anni come confermato dalla risposta del tenente dell’Air Force, ma che soltanto di recente,
dopo che si è tentato di negare anche la più remota possibilità di controllo climatico, inizia a fare capolino a livello mediatico venendo spacciata come una novità dell’ultima ora e come una conquista a beneficio dell’umanità.Leggiamo con attenzione questa notizia: Una notizia che parla di progresso viene dalla Spagna, dove specialmente in Catalogna ed in Aragona, si sta sperimentando un innovativo metodo per la prevenzione delle grandinate che tanti danni fanno ogni anno all’agricoltura spagnola. In alcune aree sono stati installati degli apparecchi che con un comando via radio, diffondono ioduro d’argento nell’aria. I venti trasportano le particelle in quota sino alle nubi. Andiamo nel dettaglio: lo ioduro d’argento viene utilizzato per destabilizzare i processi di crescita dei chicchi di grandine e far piovere anziché grandinare. Quindi nelle zone trattate con ioduro d’argento il rischio che il temporale sia grandinigeno diminuisce, così affermano gli scienziati spagnoli che seguono il progetto, anche se alcuni temporali possono rimanere grandinigeni, specie quelli con le dimensioni del chicco molto avanzato. La diffusione di ioduro d’argento: tutta la Spagna è sotto monitoraggio radar meteorologico da anni. Quando dai radar viene individuata una nube che può divenire potenzialmente temporalesca e quindi apportatrice di grandine, nell’area che sarà interessata dal passaggio della cella temporalesca viene diffuso ioduro d’argento nell’atmosfera, senza alcun impatto ambientale derivante dallo scoppio di cannoni antigrandine o razzi. La centrale meteorologica con un comando via radio apre i diffusori di ioduro d’argento che a questo punto vengono immessi nella circolazione atmosferica. Come si sa, la nube temporalesca aspira aria dal basso e quindi lo ioduro d’argento gli finisce all’interno, destabilizzando i processi di crescita dei chicchi di grandine.
Quanto abbiamo visto è un sistema integrato di monitoraggio meteorologico finalizzato alla prevenzione di eventi dannosi. L’argomento è delicato e non è questa la scena per discuterne nel dettaglio, ma mi chiedo cosa avviene in Italia per prevenire le grandinate? Non conosco molto dell’argomento prevenzione grandine
in Italia, ho solo sentito la versione dei cannoni, mentre mi risulta che possa essere assai più efficace quella dei razzi antigrandine con ioduro d’argento. Otterrebbero lo stesso scopo di quello spagnolo, anche se provocano inquinamento acustico e tuttavia non si possono sparare le nubi solo perché sembrano minacciare un temporale.
Il sistema di prevenzione spagnolo è curato nei minimi dettagli.
(Tratto da
http://www.meteogiornale.it a cura di Andrea Meloni 3/1/2008)
Ed ora che avete letto come ci è stata venduta questa notizia di pochi giorni fa, preparatevi ad una sorpresa. Diamo un’occhiata infatti ad un’interrogazione apparsa nella gazzetta ufficiale della Comunità Europea nel 2002, sei anni prima di questo articolo.
Si, avete capito bene; irrorazioni con ioduro d’argento che provocano danni alla salute delle persone, contaminazione delle falde acquifere, deficit di pioggie Etc. Ben conosciuti fin dal 2002.A livello di informazione c’è a questo punto qualcosa che non funziona. Il gran rumore provocato dalle proteste per le scie chimiche ha innescato un cambiamento nell’atteggiamento della stampa che è mutato da un silenzio/negazione totale per lungo tempo fino alla recente diffusione di
notizie dai toni rassicuranti e orgogliosi che spacciano tecniche in uso da anni come nuove vette nella conquista tecnologica umana. Prendiamo un altro esempio:
(Post di 2di7)
Il sito di Discovery Channel sembra proporre un'idea innovativa e (fresca fresca, aggiungerei!!!) di alcuni scienziati che, per combattere il riscladamento globale, suggeriscono di spruzzare sostanze chimiche nell'atmosfera per permettere alla Terra di rilasciare calore.
Gli scienziati sono preoccupati del fatto che la Terra sta diventando sempre più calda a causa dei cosiddetti gas serra che inibiscono la capacità del pianeta di irradiare calore verso lo spazio. Così alla American Geophysical Conference di San Francisco, gli scienziati propongono questa novità. David Keith, della University of Calgary's Energy and Environmental Systems Group, dice che potremo essere fortunati e l'innalzamento della temperatura potrebbe essere accettabile, oppure potrebbe essere tale da arrivare ad un punto di non ritorno. Noi ancora non conosciamo questo limite. Keith e i colleghi vogliono indagare, allora, sulla possibilità di effettuare un aerosol di sostanze amiche. Gli scienziati sembrano già aver ragionato sulle possibili strade per poter effettuare tale operazione: tra queste, è stata contemplata la possibilità di utilizzare gli aerei cisterna militari KC135, in genere usati per trasportare carburante. Richard Turco, Department of Atmospheric and Oceanic Sciences alla University of California in Los Angeles, dichiara che in realtà nessuno ha ancora esaminato attentamente cosa accadrebbe se si rilasciassero sostanze nella stratosfera, perciò, per il momento gli scienziati, di pareri discordanti, promettono ricerche.
Lascio a voi riflessioni e commenti.....::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Studio militare sul controllo del Clima:
http://csat.au.af.mil/2025/volume3/vol3ch15.pdf