Ciao ROBERTOS82 e atutti...
...allora, sto facenso vari spettri suule luci artificiali conosciute, tipo lampadine o fari.
Da quello che ho dedotto, se la fonte luminosa è statica (per esempio un lampione), usando il diffarttore (con almeno 200linne/mm per avere una buona definzione) si ottiene uno spettro lineare, con tutte le righe in evidenza e l'effeeto doppler della fonte stessa, che ti sta ad indicare appunto che la luce è statica. Analizzando gli spettri (parlo ottenuti di notte), le righe son ben marcate e si può ottimizzare l'analisi, ricavando una elevata percentuale di similitudine delle frequenze di emissioni degli elementi con quelle fornite dalle tabelle standard di riferimento.
Per esempio, se vai ad analizzare lo spettro di una lampada al sodio (tipo quelle delle illuminazioni stradali), sapendo che il sodio emette una frequenza sui 5890Ang., processando con dei software appositi lo spettro ottenuto, si può ricavare le righe di emissione del sodio con una percentuale molto vicina al valore reale(dipende poi da che software viene anche usato, ovviamente si possono usare più software per verificare se i dati ricavati tendono ad essere simili e quindi ad avvalorare l'analisi stessa...)
Ovvio che bisogna tenere conto del fattore inquinamento, della composizione dell'atmosfera, dell'ottica stessa dove è applicato il diffrattore (ricordo che nell'applicare la tecnica del diffrattore applicato a uno zoom per fotocamera, si deve tener conto della composizione delle lenti stesse dello zoom, se poi presentano anche difetti minimi di aberrazioni, coma, ecc...)...tanti sono i fattori che concorrono ad inquinare un'analisi strettamente mirata, e BISOGNA tenerne conto.
I problemi aumentano poi se la fonte luminosa comincia a muoversi (o se si muove la fotocamera): in riprese notturne occorrono fotocamere ad elevata risoluzione, dotate di zoom il più possibile luminosi (e qui il costo si eleva, oppure bisogna optare per un rapporto qualità/prezzo o conoscere le caratteristiche e i difetti della propria attrezzatura per poterci lavorare al meglio), usare modalità di ripresa dove il connubbio tempo di scatto/valore ISO/apertura diafframma sia al meglio possibile per poter riprendere tanto la fonte luminosa quanto ottenerne uno spettro il più chiaro possibile.
E' MOLTO difficile ottenere tutto ciò in breve tempo, di notte, se magari si presenta un fenomeno luminoso in cui si vuole fotografarlo ad alta definizione e in tempi stretti, visto che non si può sapere quanto tempo può durare il fenomeno.
Se si ottiene uno spettro di un fenomeno in movimento, il discorso divento più complicato, perchè si può subito notare che le righe di emissione tendono a dare la caratteristica "impastata", cioè tendono a sovrapporsi, inquinandosi a loro volta e da cui si farà più fatica ad applicare delle analisi valutative.
Però, (personalmente) parto da un presuposto: se si ha un database proprio, di spettri luminosi di luci artificiali e naturali conosciute, e si sta monitorando una zona dove i fenomeni DA TEMPO vengono avvistati, segnalati e in prima persona OSSERVATI, allora si potrebbe monitorare tale zona per un periodo a tempo indetermninato, cercando di effetuare della spettrometria a tali fenomeni, con varie strumentazioni (sia fotografiche che telescopiche, tipo apocromatici o rifrattori...) ricavandone così un database appropriato.
Se poi tale metodologia viene ripresa su altri siti nel territorio Italiano, soggetti a fenomenologia, si potrebbe negli anni arrivare ad unire gli eventuali database creati da altri ricercatori (o gruppi di ricerca) e ricercarne dei punti comuni, in modo tale che si venga a realizzare un database comune a cui potersi riferire nell'eventualità di nuove fenomenologie.
N.B: uso il termine fenomeno, non ho ancora usato la parola O.V.N.I. o U.F.O. (perchè personalmente, prima di arrivare ad usarle nel contesto della ricerca tecnico/strumentale...la vedo lunga...è un mio personale pensiero eh.
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
)
Tornando al filtro diffrattore, ce nes ono a portata di tasca dai 110euro ai 300euro, ma si viaggia dalle 100linee/mm alle 225linee/mm. Se si vuole salire di definizione, bisogna ricerca filtri diffrattori più accurati, da 900linee/mm in su...ma qui i costi triplicano.
Fare spettrometria è validissimo, ma se si vuole aumentarne la precisione delle proprie ricerche, allora questo richiama in più altri campi di ricerca, come per esempio partire da un'analisi spettrografica per incappare nella possibilità se il fenomeno è soggetto a campi elettromagnetici e quindi ad emissioni di onde radio, che a sua volta implica studiare le anomalie delle onde radio lunghe/corte (ELF,ULF,VLF,HF,SHF...), e quindi studiarne il metodo per come tracciarli...ecc...ecc...
![Caldo [8D]](./images/smilies/UF/icon_smile_cool.gif)
Comunque tornando all'inizio di questa mia risposta, si può creare un database delle righe di emissione delle luci conosciute, includendo ogni tipo di lampada conosciuta, dal tungsteno a quelle al Xenon usate anche su particolari elicotteri intercettori, possibilmente sia ferme che in movimento...lavoro LUNGHISSIMO ma VALIDISSIMO!
Cordiali e felici saluti...
![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)