Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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MessaggioInviato: 26/04/2010, 17:26 
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Thethirdeye ha scritto:

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bleffort ha scritto:
ma non è compito dello Stato o del Governo centrale attuare tutte
le misure di prevenzione? o già siamo divisi in Italia. [:0]


Assolutamente sì.... è compito dello Stato o del Governo centrale. Tuttavia abbiamo così tanti problemi strutturali, problemi di messa in sicurezza e messa a norma delle strutture recettive (oltre a non avere più soldi a livello regionale e comunale) che pensare ad una "misura preventiva" in grado di salvaguardare e tutelare i cittadini, per me, è e rimane una pura illusione.

Un esempio? Si parla tanto del Vesuvio ma....... a che punto siamo con il "piano di evacuazione" delle zone limitrofe al vulcano? Sono stati stanziati fondi? Sono state fatte delle prove? No...... in Italia, purtroppo, PRIMA devono accadere le tragedie.... e solo DOPO vengono messe in campo le risorse per "riparare".

Non è forse come dico? [V]

Che in Italia le cose si sono fatte dopo le tragedie questo è assodato,però la situazione è un pò differente tra un presunto pericolo del Vesuvio e di una improvvisa onda di marea,in quanto per evacuare milioni di persone da quelle zone è un pò complicato perchè bisogna vedere dove poterli collocare con le abitazioni...e con il loro lavoro.
Inoltre nessun vulcano è esploso senza dare segni premonitori e riguardo alla tragedia di Pompei ed Ercolano se leggi la storia vedrai che i segni ci sono stati ma non furono capiti dagli abitanti di allora.
Con un grande Tsunami le cose cambiano radicalmente,se un vulcano sottomarino comincia a brontolare,non è detto che se eruttasse o esplodesse all'improvviso crea l'onda anomala,per capirlo ci vogliono altri strumenti e Boe di Livello messi adiacenti al vulcano per non dare tempo all'onda di arrivare prima che avessimo messo in sicurezza le persone, e messo al riparo i natanti.


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MessaggioInviato: 26/04/2010, 20:19 
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Non ho capito Thetrhirdeye!,ma non è compito dello Stato o del Governo centrale attuare tutte le misure di prevenzione? o già siamo divisi in Italia.


Io non è che mi fidi molto di piani di evacuazione e quanto altro. Nella maggior parte delle regioni basta un'alluvione per far succedere il finimondo...



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MessaggioInviato: 26/04/2010, 21:30 
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Hannah ha scritto:

Cita:
Non ho capito Thetrhirdeye!,ma non è compito dello Stato o del Governo centrale attuare tutte le misure di prevenzione? o già siamo divisi in Italia.


Io non è che mi fidi molto di piani di evacuazione e quanto altro. Nella maggior parte delle regioni basta un'alluvione per far succedere il finimondo...


mio consiglio..
se qualcosa non ti torna,
non aspettare gli annunci ufficiali,
quelli li fanno solo post mortem..
se hai parenti lì vicino,
trasferisciti..
per un pò..almeno



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 27/04/2010, 10:26 
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Ufologo 555 ha scritto:

Ciao Ubatuba! Il fatto è che come fai a fare prevenzione? Sono quelle cose che si aspettano e non si sa come far fronte ...[8)]

ciao ufologo555 suppongo che esistano sensori o similari che possano controllare ed indicare segnali di evntuali eruzioni o smottamenti sottomarini e' supponibile che chi e'delegato alla sicurrezza dovrebbe tenerne conto,anziche'magari sperperare euro in faccende futili,magari investendone x la sicurezza in quanto come gia' detto da qualcuno sarebbe una calamita' senza precedenti nella zona


Ultima modifica di ubatuba il 27/04/2010, 10:27, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 27/04/2010, 11:27 
(Io non intendevo parlare di sensori, ma di gente attaccata a quei posti (come in altre parti d'Italia, del resto) che non se ne andrebbero; poi immaginerei la confusione!



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MessaggioInviato: 27/04/2010, 12:26 
ragazzi un modo per monitorare c'è ed è stato lanciato nello spazio dalla agenzia spaziale europea.non ricordo il nome mo vado a cercarlo.
vi dico che ero rimasto basito dallo stanziamento di miliardi di euro voluto dal governo prodi per questi rilevatori che avrebbero avvisato l'italia di alzamento delle maree scioglimenti di ghiacci terremoti e maremoti...

credo sia questo scusate ma sono di fretta...


SMOS and Proba-2 liftoff
Due nuovi satelliti ESA messi in orbita con successo


2 Novembre 2009
ESA PR 28-2009. Il secondo satellite della serie Earth Explorer dell’ESA, la missione Soil Moisture and Ocean Salinity (SMOS), e il secondo satellite dimostrativo dell'ESA Proba-2 (Project for Onboard Autonomy) sono stati lanciati in orbita la scorsa notte dalla Russia settentrionale.

SMOS svolgerà un ruolo importante nel controllo del cambiamento climatico su scala globale. È infatti il primo satellite in assoluto progettato per produrre una mappatura su scala globale della salinità della superficie marina e dell’umidità del suolo. È dotato di un radiometro interferometrico esclusivo che consentirà l’osservazione passiva del ciclo dell’acqua tra gli oceani, l’atmosfera e la terra.
In viaggio con SMOS, Proba 2 è il seguito del satellite di grande successo Proba 1 lanciato nel 2001. Proba 2 eseguirà test di 17 tecnologie satellitari avanzate, come i sensori miniaturizzati per le future sonde spaziali dell’ESA ed una videocamera CCD altamente sofisticata con vista a grandangolo di circa 120 gradi; inoltre porterà a bordo una serie di quattro strumenti scientifici per l’osservazione del Sole e per lo studio dell'ambiente del plasma in orbita.

Due satelliti in due orbite

I satelliti sono stati lanciati a bordo del razzo vettore Rockot fornito da Eurockot GmbH. Il lancio dal Cosmodromo di Plesetsk nel nord della Russia è avvenuto alle 01:50 UTC (02:50 CET) di lunedì 2 novembre. Circa 70 minuti dopo il lancio, è avvenuto con successo il distacco di SMOS dallo stadio superiore Breeze-KM del Rockot. Poco dopo è stata acquisita la telemetria iniziale del satellite dalla stazione di terra Hartebeesthoek, nei pressi di Johannesburg, in Sudafrica Lo stadio superiore ha eseguito altre manovre per giungere ad un’orbita leggermente più bassa e dopo circa 3 ore di volo ha rilasciato anche Proba-2 .


SMOS separation from Breeze
Entrambi i satelliti stanno girando intorno alla Terra nelle loro rispettive orbite eliosincrone, ad una altitudine di circa 760 km nel caso di SMOS e di 725 km in quello di Proba-2. Il centro di controllo di missione Proteus operato dal Centre National d’Etudes Spatiales (CNES) di Tolosa, in Francia, controlla SMOS per conto dell’ESA, mentre il centro di controllo del Proba, presso la tracking station dell’ESA di Redu, in Belgio, si occupa ora di Proba-2.

Le operazioni preliminari di collaudo in orbita dei satelliti, necessarie prima dell’avviamento delle operazioni, sono già cominciate. Proba-2 dovrebbe raggiungere lo stato operativo in un periodo di due mesi. Il carico utile altamente innovativo a bordo di SMOS richiederà invece un tempo più lungo di verifica e calibrazione e il veicolo spaziale sarà completamente operativo entro circa sei mesi.


“Siamo estremamente soddisfatti del doppio colpo fortunato che assicurerà all’Europa nuovi mezzi per comprendere meglio il nostro pianeta e il cambiamento climatico, nonchè dei nuovi progressi tecnologici che incrementeranno la competitività dell’industria europea sul mercato mondiale, contribuendo con successo all’economia globale” ha dichiarato Jean-Jacques Dordain, Direttore generale dell’ESA, assistendo al lancio da Plesetsk.



SMOS measurement principle
Alla ricerca degli scambi di acqua

SMOS è un satellite di circa 658 kg sviluppato dall’ESA in collaborazione con il centro francese CNES e lo spagnolo CDTI (Centro para el Desarrollo Tecnológico Industrial). È basato sulla piccola piattaforma Proteus progettata e costruita dalla Thales Alenia Space e il suo carico utile è composto da un unico strumento, il MIRAS (Microwave Imaging Radiometer using Aperture Synthesis), sviluppato dalla EADS CASA Espacio.

Il MIRAS è un interferometro dotato di 69 ricevitori tra logo collegati e montati sui tre bracci dispiegabli, che misurano la temperatura del riflesso della superficie terrestre nella gamma di frequenza delle microonde. Questa temperatura è collegata sia alla temperatura effettiva della superficie che alle sue caratteristiche conduttive, che riportano a loro volta all’umidità del suolo per la superficie di terra, e alla salinità dell’acqua per la superficie marina.


“I dati raccolti da SMOS completeranno le misurazioni già eseguite a terra e in mare per controllare su scala globale lo scambio acqueo. Considerato che questi scambi, molti dei quali avvengono in aree remote, influiscono direttamente sul tempo atmosferico, essi sono molto importanti per i meteorologi” ha dichiarato Volker Liebig, Direttore dei Programmi di osservazione della terra dell’ESA . “Inoltre, la salinità è uno degli elementi responsabili della Thermohaline Circulation, l’ampia rete di correnti che governano gli scambi termici oceanici su scala globale e la sua osservazione è attesa da lungo tempo dai climatologi, per la previsione degli effetti a lungo termine dell’attuale cambio climatico,” ha aggiunto Liebig, che ha assistito al lancio dal Cosmodromo di Plesetsk.


SMOS è il secondo satellite lanciato con il programma Earth Explorer condotto dall’ESA per promuovere l’acquisizione di nuovi dati ambientali per la comunità scientifica. Segue il satellite GOCE (Gravity and steady-state Ocean Circulation Explorer) lanciato anch’esso da un Rockot nel mese di marzo 2009. Altri Earth Explorer sono già in fase di preparazione. Cryosat-2, il cui lancio è previsto per il mese di febbraio 2010, misurerà lo spessore dei ghiacci. Sarà seguito nel 2011 dall’ADM-Aeolus, che studierà la dinamica atmosferica, e dalla missione Swarm che controllerà l’indebolimento del campo magnetico terrestre, nonché dalla missione EarthCARE, nel 2013, che studierà nubi e aerosol.



Proba-2
Tecnologie per il domani

Con una massa di lancio di 135 kg, Proba 2 è un satellite molto più piccolo, “ma come il suo predecessore Proba 1, avrà il compito di dimostrare una gamma molto ampia di tecnologie destinate sia a sistemi satellitari futuri sia a strumentazioni spaziali scientifiche. Tra queste, un modello dimostrativo di startracker miniaturizzato sviluppato per la missione BepiColombo dell’ESA su Mercurio e la futura sonda Solar Orbiter,” ha dichiarato da Plesetsk Michel Courtois, Direttore del Technology and Quality Management dell’ESA.

Tra le altre tecnologie che saranno dimostrate sono inclusi un sensore solare digitale, una videocamera miniaturizzata a grandangolo, sensori in fibra, un magnetometro di alta precisione, un ricevitore spaziale GPS a doppia frequenza, un propulsore resistogetto alimentato a xenon, un generatore a gas freddo e molto altro.

Proba 2 ha inoltre a bordo due strumenti di fisica solare di progettazione belga e due esperimenti di fisica del plasma della Repubblica Ceca.

Altre due missioni Proba sono già in fase di progettazione e di sviluppo: Proba V che trasporterà un sensore multispettrale per monitorare la copertura della vegetazione e Proba 3 che studierà il volo in formazione.


Ultima modifica di estraterrestre il 27/04/2010, 12:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/04/2010, 12:57 
E' l'eventuale sgombero e immediatezza che conta ...



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MessaggioInviato: 27/04/2010, 14:41 
ma sciamo certi che queste nuove tecnologie spaziali possano dare un immediato allarme nel caso d improvviso maremoto ed eventula sgombero?ultimamente gli tsunami sono giunti improvvisi senza che nessuno ne avesse la minima conoscenza


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MessaggioInviato: 27/04/2010, 16:33 
Anche questo è vero (come è anche vero che poi non si da molto credito agli ... strumenti!).[8)]



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MessaggioInviato: 27/04/2010, 18:43 
Non vi fate ingannare non sono i Satelliti che possono monitorare bene (relativamente) un Vulcano sottomarino,sono altri gli strumenti scientifici da utilizzare,primi fra tutti le boe di livello che tra l'atro non costano tanto e i sismografi da immersione piazzati attorno al vulcano con relativi trasmettitori,ci vuole la volontà per attuarli.

http://webcache.googleusercontent.com/s ... =firefox-a


Ultima modifica di bleffort il 27/04/2010, 19:11, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 27/04/2010, 21:14 
eh..
per fortuna
tra un massaggio e l'altro qualcosa fanno..


http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... a-3664684/
Il capo della Protezione civile, comunque, non sottovaluta i rischi legati al Vesuvio e ha sottolineato che è necessario allargare la zona rossa del vulcano di Napoli, di conseguenza, andranno rivisti i piani di evacuazione, che non riguarderanno più 500-600mila persone ma oltre un milione di cittadini. "Il Vesuvio - ha affermato Bertolaso - è il più grande problema di protezione civile che c'è in Italia, perché ci sono interi paesi costruiti nella zona del vulcano che sarebbe invasa da un'eruzione. Al momento il vulcano è tranquillo ma sappiamo bene che la situazione, il giorno in cui il Vesuvio si risveglierà, sarebbe assolutamente drammatica". Tanto per far capire quello che potrebbe succedere, Bertolaso ha illustrato alcuni scenari prefigurati dagli scienziati, ricordando che l'eruzione sarebbe preceduta da terremoti con conseguenze "paragonabili a quello che è accaduto a L'Aquila il 6 aprile dell'anno scorso" e sottolineando che per l'evacuazione dei cittadini ci sarebbe al massimo una settimana di tempo, molto più probabilmente tre-quattro giorni.



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
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MessaggioInviato: 28/04/2010, 01:18 
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bleffort ha scritto:

Non vi fate ingannare non sono i Satelliti che possono monitorare bene (relativamente) un Vulcano sottomarino,sono altri gli strumenti scientifici da utilizzare,primi fra tutti le boe di livello che tra l'atro non costano tanto e i sismografi da immersione piazzati attorno al vulcano con relativi trasmettitori,ci vuole la volontà per attuarli.

http://webcache.googleusercontent.com/s ... =firefox-a

in effetti come detto ci sono possibilita' di controllo del marsili magari anke con spese relative il problema purtroppo e'quello non di prevenire(magari a costi basi)ma aspettare gli eventi sperando nella buona stella nel migliore dei casi


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MessaggioInviato: 01/05/2010, 00:51 
oltre al marsili nel tirreno esistono altri vulcani attivi sottomarini che possono creare allarme
"parlando e noi stiamo cercando di capire cosa vuol dirci. L'eruzione dell'Etna, quella dello Stromboli, il fenomeno delle fumarole sottomarine di Panarea, i terremoti nel Tirreno, sono tutti eventi in sincronia, simultanei, dal punto di vista geologico. Dunque la causa potrebbe essere comune: quanto sta accadendo in Sicilia e nel Tirreno è probabilmente sintomo dello stato generale della crosta terrestre in quella zona". Roberto Scandone, presidente della commissione nazionale Grandi Rischi è cauto. Spiega che la comunità scientifica dispone di tesi non provate e sottolinea che, per il momento, si parla per ipotesi. "I vulcani - dice riferendosi anche all'Etna e allo Stromboli - sono indicatori di stress estremamente sensibili e reagiscono ad un aumento del distribuirsi del campo di sforzo. Etna e Stromboli si trovano in aree della litosfera vicine. E ciò che sta avvenendo è da ricondurre alla stessa causa. A Panarea - continua ancora Scandone - c'era e permane un campo geotermico con una notevole emissione di fluidi caldi. Probabilmente anche questa è una variazione dei campi di sforzo. I terremoti nel Tirreno, infine, potrebbero essere il quarto elemento da inserire nello stesso quadro".


Sull'isola di Stromboli c'è ancora il rischio che si ripetano i crolli che hanno provocato effetti simili a quelli degli tsunami vulcanici, enormi onde anomale innescate da eruzioni esplosive che si verificano in prossimità del mare o di vulcani sottomarini o a causa di terremoti, come accade in Giappone e Indonesia. Collassi di materiale vulcanico come quelli di cui sono state trovate evidenti tracce nei vulcani sottomarini che si ergono al centro del Mar Tirreno.

Il Marsili è il più grande di tutti e, se non fosse sommerso, concorrerebbe per il primato di più grande vulcano d'Europa. Si trova a soli 70 chilometri dalle Eolie, è alto 3000 metri, lungo 65 chilometri e la sua cima è 500 metri sotto il pelo dell'acqua. Un gigante addormentato che però potrebbe svegliarsi da un momento all'altro. "I fenomeni vulcanici sul Marsili - dice uno studio del Cnr che ha realizzato una vera e propria mappa geologica del Mar Tirreno - sono tuttora attivi e sui fianchi del vulcano si stanno sviluppando numerosi apparati satellite, molti dei quali hanno dimensioni comparabili con il cratere dell'isola di Vulcano, nelle Eolie".

Tre anni di rilevazione, 100 giorni di navigazione, 36.000 chilometri percorsi per mare. Gli studiosi dell'Istituto di Geologia Marina, con speciali sonar hanno realizzato una sorta di radiografia del Tirreno e della catena di vulcani sottomarini che rende queste acque, tra due continenti in "rotta di collisione", un mare più agitato di quanto si potesse pensare solo alcune decine di anni fa.

Il Magnaghi, tre milioni di anni di età, il Vassilov, 6 milioni di anni, il Palinuro, i "piccoli" Alcione e Lametini, satelliti del Marsili. E' quest'ultimo ad attirare più degli altri l'attenzione anche a causa della mole, pari a quella dell'Etna, per l'eventualità che frane dei suoi apparati possano provocare onde anomale che potrebbero ripercuotersi lungo le coste dell'Italia meridionale o, ancora, per una improvvisa ripresa dell'attività vulcanica.

"Non ci sono rischi immediati per la popolazione - ripetono gli scienziati, e non è certo una novità che i vulcani siano pericolosi quanto imprevedibili. Il Marsili può esserlo come qualunque altro vulcano emerso". Pantelleria, l'isola Ferdinandea, Vulcano, Lipari, Stromboli. Il Tirreno, e più in generale il Mediterraneo, sono disseminati da vulcani attivi o in attività. E, sotto la superficie marina il paesaggio è, se possibile, ancora più affascinante, percorso da valli sommerse e lunghi canyon che solcano la piana tra la Sardegna, il golfo di Napoli e la Sicilia. Uno di quegli stretti canyon conduce proprio a Stromboli. "Sono sistemi di drenaggio sottomarino - spiega Gianni Frazzetta, ricercatore dell'Ingv di Catania - molto inclinati e a tratti ripidissimi lungo i quali si verificano grossi collassi e fenomeni di instabilità. Il Tirreno arriva fino a 4000 metri di profondità. Se la frana avviene a grandi profondità non si percepiscono effetti lungo la superficie marina. Se invece si verifica più in alto - spiega Frazzetta - questo può provocare ripercussioni a catena. Ma è un fenomeno che, visti i sofisticati sistemi di controllo di cui disponiamo, è sotto stretto e continuo monitoraggio".
da repubblica.it
art 02 01 003


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MessaggioInviato: 01/05/2010, 18:04 
la protezione civile dovrebbe a breve monitorare tutto il sistema vulcanico sottomarino italiano
"Il Marsili, il più grande vulcano d'Europa esteso per 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza, fa paura anche al di là dello Stretto.

Il "caso" Marsili è infatti scoppiato anche a Roma da dove è partita l'indagine disposta dal Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

A breve partirà il monitoraggio di tutti i vulcani sommersi nei mari italiani, con l'obiettivo di avere a disposizione una radiografia accurata della situazione e installare gli strumenti che consentano di rilevare possibili eruzioni.

Ad annunciarlo è stato il capo della Protezione Civile nel corso di un incontro nella sede della stampa estera in cui ha fatto il punto sulla situazione dei vulcani italiani.

L'ordinanza per fissare i termini della campagna di monitoraggio, ha spiegato Bertolaso, riguarderà 13 vulcani sommersi ed è stata firmata oggi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Si tratta di un'operazione che ci consentirà di intervenire con le più moderne tecnologie a disposizione. Dobbiamo fare una radiografia a tappeto e installare tutti gli strumenti che ci consentano di avere un monitoraggio costante dalla situazione".

Il capo della Protezione Civile ha anche annunciato che verrà costituita una commissione di esperti internazionali, per dare "il via ad una campagna d'indagine che non è mai stata fatta al mondo". Ma quanto costerà tutto ciò? "La prevenzione - risponde Bertolaso - costa molto meno degli interventi in emergenza. Con dieci milioni sarà possibile attivare la rete".

La necessità di monitorare il comportamento dei vulcani sommersi - quelli più problematici sono il Marsili e il Valillov, entrambi nel Tirreno tra la Campania e la Calabria - non è legata tanto ad una possibile eruzione, quanto agli tsunami che potrebbero essere provocati dal distacco di parte del vulcano, come accadde a Stromboli nel dicembre del 2002.

"A Stromboli, la quantità di rocce che finì in mare provocò onde alte quanto quelle che nel 2004 devastarono il sud est asiatico e non vi furono morti solo perchè era il 30 dicembre. Immaginatevi cosa accadrebbe - conclude Bertolaso - se a provocare uno tsunami fosse un distacco di parte del Marsili, un vulcano che è lungo 50 km e largo 20".
Wed at 4:30am. .Facebook
da:http://www.facebook.com/topic.php?uid=75923413274&topic=14057


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