Quando l'idiozia diventa virtù (almeno per certi esilaranti individui!)Cita:
Cecco ha scritto:
L’illuminato sulla via di Damasco;
Prendendo alcuni report del bravissimo David Donnini, “Paulus II°(alias Veritas) estrae solo la parola Nazzareno per costruire il suo vangelo, (vangelo secondo Veritas) su Gesù di Nazareth da Lidda.
**7 - le evidenze archeologiche mostrano che quel luogo era abitato molti secoli prima di Cristo, ma poi era stato completamente distrutto; non esistono resti evidenti di sinagoghe del I sec. d.C., solo in epoca bizantina la città si sviluppò perché la chiesa vi aveva localizzato arbitrariamente la presunta città di Gesù all'incirca ai tempi dell'imperatore Costantino;
8 - il Vangelo di Filippo, un testo gnostico dichiarato apocrifo dalla chiesa, dissocia il titolo "nazareno" dalla città di Nazaret e afferma che ha tutt'altro significato…………….**
“la città si sviluppò perché la chiesa e Veritas vi ha localizzato arbitrariamente la presunta città di Gesù. La cosa più importante è la !?!VASCA!?!, prova essenziale in questo suo vangelo.
Cecco
Talmente preso dai suoi insulsi attacchi 'ad-hominem' contro Veritas e contro il buonsenso (cosa infinitamente più grave), l'Angioliero da Roccacannuccia non ha ancora realizzato, malgrado l'infinito numero di posts al riguardo che vado pubblicando da anni, che NON FURONO i nazareni a derivare il loro appellativo dal villaggio di Nazareth (perchè di ciò si trattava ai tempi di Gesù e NON di una città!), ma, al contrario, fu Nazareth a derivare il suo nome dalle famiglie nazarene che lo abitavano.
Si trattava di nuclei famigliari composti esclusivamente da donne e dai loro figli più piccoli. I mariti delle donne, infatti, soggiornavano nel villaggio per il tempo strettamente necessario per procreare, dopodichè essi si separavano dalle rispettive mogli.
Costoro, infatti, non furono altro che gli esseni (esseno-nazareni) che secondo Giuseppe Flavio praticavano l'unione matrimoniale a fine di procreazione, al contrario degli esseni di Qumran (esseno-ossim), i quali rigettavano in toto il matrimonio, per conservare la loro purezza materiale e spirituale, minacciata dall'eventuale contatto con la donna.
Gli esseno-nazareni di Nazareth (e del Monte Carmelo), tuttavia, per testimoniare che essi si sposavano unicamente per procreare e non per fini 'lussuriosi', lasciavano le loro donne dopo che queste erano rimaste incinte (ovviamente continuando a lavorare per il loro sostentamento e per quello dei loro figli). In virtù delle loro conoscenze guaritrici (esseni), costoro si guadagnavano da vivere operando l'arte del guaritore in modo 'itinerante': caratteristica che 'marcherà' anche la vita di Gesù.
Questa caratteristica di Gesù, tipicamente essena, farà scrivere al pagano Celso che Gesù e la sua 'cricca' di discepoli solevano andare in giro per 'questuare' vergognosamente (elemosinare) ciò di cui avevano bisogno per vivere. In realtà, grazie alle sue buone cognizioni di guaritore, mutuate dai maestri nazareni, Gesù si guadagnava da vivere attraverso le sue capacità guaritrici.
Dal momento che i Nazareni facevano strettissimo riferimento alla figura di Mosè, è altamente probabile che le conoscenze mediche degli esseno-nazareni (in Egitto 'therapeutes', a prescindere dall'attributo 'nazareni') abbiano avuto radici lontanissime, vale a dire nell'arte medica degli antichi egizi, nota ed apprezzata in tutto il mondo occidentale di allora.
Proprio per il fatto che il villaggio di Nazareth era abitato per gran parte dell'anno da sole donne (testimonianza che si rinviene anche nella letteratura patristica), i galilei del luogo, esterni alla comunità dei 'notzrim' (nazareni), chiamarono inizialmente tale villaggio (o lo indicavano semplicemente) con l'appellativo 'NOTZOROTH' (o 'Natzaroth', a seconda se veniva pronunciato secondo il dialetto galileo o quello giudaico), il quale altro non fu che il plurale femminile di 'notzrim'. Tutto questo per indicare che quello era il villaggio delle 'notzoroth', vale a dire delle donne NAZARENE!
I nazareni, per via della loro scelta religiosa(*), erano invisi alle autorità giudaiche del tempio di Gerusalemme, tanto che per sfuggire alle angherie ed alle persecuzioni scatenate dal re Giosia contro tutti coloro che si rifiutavano di accettare il nuovo corso religioso giudaico, furono costretti ad emigrare dalla loro area originaria, quella della cosiddetta 'tribù di Beniamino', verso il territorio su cui insiste la catena montuosa del Monte Carmelo (il VERO monte della 'trasfigurazione' di Gesù!), all'epoca sotto il dominio dei fenici, da cui i nazareni non avevano nulla da temere, essendo anche loro dei politeisti.
A causa di questa 'feroce' avversione da parte giudaica verso i nazareni(**), essi, i giudei, applicarono al nome Natzaroth (nazarene) un dispositvo letterario più che abusato dal popolino giudaico, teso ad infangare il concetto originario alla base di tale termine (un mero aggettivo o sostantivo femminile al plurale), sostituendo le ultime due vocali con quelle della parola ebraica 'BOSHET', significante cosa turpe, sporca, blasfema, ignobile ed altre 'delicatezze' del genere. Fu così che tale plurale femminile venne trasformato in 'NatzOrEth' (Nazoreth), il quale con il tempo verrà poi 'addolcito' in Nazareth, mascherando l'operazione dissacrante da parte di 'certi' giudei fondamentalisti.
Ricordo ancora una volta che il plurale maschile 'NOTZRIM' (o 'notzorim') aveva la comune accezione, ai tempi biblici, di guardiani, custodi, conservatori, osservatori ed altri significati simili, anche se alcune volte poteva essere impiegato, per un uso più esteso del termine, con riferimenti diversi, ma tutti comunque riconducibili, in un modo o nell'altro, al significato originario.
Il termine 'notzrim' (con il quale ancora oggi gli ebrei indicano i cristiani), è quanto rimane dell'originaria locuzione ebraica 'NOTZRIM HA-BERYTH', letteralmente 'Guardiani dell'Alleanza', vale a dire la Legge di origine 'divina' che Mosè avrebbe consegnato al suo popolo. Dal momento che i nazareni affermavano di custodire ed osservare la VERA Legge, quella cioè che realmente Mosè aveva consegnato al suo popolo(**), con il tempo l'attributo 'nazareni' finì con l'acquisire anche il concetto di 'quelli della verità'.
E' da tale aspetto che scaturì l'equivoco dell'autore del vangelo di Filippo, il quale ha scritto che 'nazareno' significa 'quello della verità', in quanto in ebraico-aramaico 'natzara', da cui natzareno, significa 'verità': cosa assolutamente errata, dal momento che per esprimere tale concetto gli ebrei usano il termine EMETH!..
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Note:
(*) - tesa a rimanere fedeli all'ebraismo delle origini, essenzialmente politeistico, a fronte della truffaldina riforma di Giosia-Helkya, la quale trasformò il politeismo delle origini in un rigido monoteismo (come lo conosciamo ancora oggi) e che prenderà il nome di 'giudaismo'.
(**) - la famigerata frase presente nel vangelo di Giovanni, vale a dire "...può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?" ha un'altissima probabilità di essere stata pronunciata davvero; tuttavia il protagonista ed il contesto storico in cui ciò avvenne, fu sicuramente diverso da quello esposto dall'autore del vangelo di Giovanni.
(***) - grazie ad Epifanio, infatti, sappiamo che i nazareni accusavano i sacerdoti del tempio di insegnare una falsa Legge, stravolgendo quella originaria di Mosè. Da qui l'odio mortale dei sacerdoti del tempio verso di loro, il quale porterà all'uccisione di Zaccaria e successivamente di Giacomo il Giusto, entrambi uccisi all'interno del tempio esseno di Gerusalemme: all'atto pratico, la celeberrima 'casa di Gerusalemme' in cui Gesù e i discepoli (quelli di Giovanni il Battista, visto che si trattava del tempio della sua setta) erano soliti riunirsi.
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