http://www.repubblica.it/2009/02/sezion ... sione.htmlSpazio, Fermi fotografa
la supercatastrofe del cosmo
Il telescopio spaziale della Nasa ha registrato l'esplosione più violenta mai osservata, il collasso di una stella lontana 12 miliardi di anni luce. Che ora mette in dubbio uno dei pilastri della scienza moderna
ROMA - Un'esplosione potentissima, la più violenta mai
osservata finora nello spazio, è stata registrata da Fermi, il telescopio spaziale della Nasa. La scoperta, descritta questa settimana sulla rivista Science, mette in dubbio uno dei pilastri della fisica moderna, ossia che la velocità della luce è costante nel vuoto.
E' un record, quello registrato dal satellite lanciato nel 2008, al quale l'Italia partecipa con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Gli strumenti italiani Gamma-Ray Burst Monitor (Gbm) e Large Area Telescope (Lat) hanno osservato il 16 settembre 2008 un lampo gamma di altissima energia, battezzato Grb 080916C, una catastrofe cosmica frutto del collasso di una stella distante 12 miliardi di anni luce dalla Terra, seguito dalla nascita di un buco nero.
"Un getto di materia altamente ionizzato si è propagato nel cosmo a una velocità prossima a quella della luce" spiega Ronaldo Bellazzini, responsabile dell'esperimento Fermi per l'Infn. I rilevatori hanno registrato l'arrivo di particelle di luce (fotoni) gamma ad alta e a bassa energia. Ossia, partendo contemporaneamente dalla stessa sorgente, entrambi i tipi di fotoni hanno percorso 12 miliardi di anni luce ma, contrariamente a quanto prevede la relatività ristretta (secondo cui la velocità della luce nel vuoto è costante), sono arrivati in tempi diversi, con uno scarto fino a 16 secondi.
Secondo la responsabile di Fermi per l'Inaf, Patrizia Caraveo, è "un dato importante, che si sta rivelando una caratteristica comune dei lampi gamma". "Ritardi di questo tipo sono stati già osservati, ma mai in modo così evidente", dice Bellazzini.
Questo ritardo potrà trovare spiegazione appellandosi a fenomeni astrofisici conosciuti oppure, forse, occorrerà rivolgersi a teorie molto più rivoluzionarie come la Gravità Quantistica. E' probabile che sia necessario attendere che altri lampi con caratteristiche analoghe a questo siano misurati per poter portare la discussione su di un terreno solido e condiviso. Per questo, rileva il responsabile dell'Asi Science Data Center, Paolo Giommi, "sono attive, 24 ore su 24, squadre di ricercatori internazionali che hanno il compito di cogliere e analizzare in tempo quasi reale questi eventi".

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... aabc.shtmlIl raggio gamma fotografato dall’ "occhio” italiano del satellite “Fermi” della Nasa
La più grande catastrofe dello spazio
È accaduta 12 miliardi di anni fa: distrutto un astro grande cinque volte il nostro Sole
Una catastrofe cosmica gigantesca, la più grande e violenta che mai strumenti umani siano riusciti a fotografare fino ad oggi. E la prova dell’accaduto è un potente raggio gamma che l’ "occhio” italiano del satellite “Fermi” della Nasa è riuscito a cogliere e fotografare. I dettagli sono raccontati sulla rivista americana Science ed è la cronaca di un fatto accaduto 12 miliardi di anni fa, ma che il satellite ha visto soltanto ora perché il raggio tanto ha impiegato a percorrere lo spazio che ci separa dal luogo d’origine; una galassia distante 12 miliardi di anni luce. Il lampo battezzato “GRB 080916C” era stato raccolto il 16 settembre scorso «e nel giro di due settimane la scoperta era chiara e definita – nota Patrizia Caraveo responsabile dell’esperimento per l’Inaf, l’Istituto italiano di astrofisica – ma per arrivare alla sua pubblicazione sono stati necessari tutti questi mesi perché sono oltre duecento gli astrofisici coinvolti nell’operazione: numerosi erano i particolari su cui essere d’accordo». La cronaca della catastrofe è raccontata soprattutto dal lampo di radiazione gamma . «Per un paio di minuti, il lampo è stato più luminoso non solo di qualsiasi altra sorgente, ma anche dello stesso universo nella banda dei raggi gamma – precisa Ronaldo Bellazzini, altro responsabile dell’esperimento per l’Infn, Istituto nazionale di fisica nucleare – E nasceva da un getto di materia altamente ionizzato che si è propagato nel cosmo a una velocità prossima a quella della luce, paragonabile a quanto si otterrà nel nuovo acceleratore Lhc di Ginevra». La catastrofe è stata registrata da due strumenti: il GMB, Gamma Ray Burst Monitor americano, ha raccolto prima i fotoni di radiazione X; poi il LAT, Large Area Telescope italiano, i fotoni di radiazione gamma. «Ma fra i due – precisa Caraveo – c’è stato un ritardo di cinque secondi, un tempo significativo per descrivere i processi riguardanti la morte di una stella».
DISTRUTTO UN ASTRO GRANDE CINQUE VOLTE IL SOLE - Il fiume delle radiazioni è scaturito infatti dalla distruzione di un astro la cui massa calcolata era di cinque volte superiore a quella del Sole. Proprio dal violento collasso è zampillata l’energia mentre la stella si trasformava in un buco nero. Ora gli astrofisici dovranno decifrare nei dettagli il significato dei fatidici cinque secondi e quando ci saranno riusciti avranno conquistato un altro tassello nella storia della vita di un astro. Importante in questi casi è intervenire tempestivamente anche con i telescopi a terra per cogliere nella radiazione luminosa ulteriori elementi importanti. «A tal fine sono attive squadre di ricercatori internazionali, 24 ore su 24, per puntare i loro strumenti”, aggiunge Paolo Giommi, responsabile del Science Data Center dell’Asi, l’agenzia spaziale italiana, che ha coordinato la partecipazione al progetto del satellite Fermi della Nasa mentre lo strumento LAT è nato dal coinvolgimento dell’Infn (nei cui laboratori pisani è stato progettato e assemblato) e dell’Inaf. I lampi gamma erano stai scoperti per caso dai satelliti militari americani Vela nella seconda metà degli anni Sessanta mandati in orbita per controllare le eventuali esplosioni atomiche dei sovietici. Tenuti nascosti sino al 1973, da allora è iniziata la corsa a spiegarne l’origine. Il problema non era da poco perché questi Gamma Ray Burst sono i fenomeni più violenti che il cielo offra: nel giro di pochi secondi liberano tanta energia quanta il Sole nell’arco della sua intera vita. Soltanto alla metà degli anni Novanta il satellite italiano BeppoSax dell’Asi, fornisce il primo indizio importante per arrivare alla spiegazione del fenomeno. E le ricerche continuano in una partita USA-Italia che propone grandi sorprese.
