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La Grecia e l'Unione europea: l’inferno dietro l’angolo - di Alain de Benoist

E’ stato sufficiente un quarto d’ora, al Parlamento francese, per approvare il piano di “salvataggio della Grecia” per 3,9 miliardi di euro proposto da Nicolas Sarkozy e dal suo ministro dell’Economia, Christine Lagarde. Su 577 deputati, una cinquantina (dal “sovranista” Nicolas Dupont-Aignan al comunista Jean-Pierre Brard) ha sfidato il governo che comunque si è assicurato il sostegno unanime del partito “socialista” - il “socialista” Jérôme Cahuzac, presidente della Commissione alle Finanze si è addirittura così espresso: “Proteggere la Grecia è proteggere l’euro e dunque il nostro denaro!”.
Nessun parlamentare pare si sia chiesto chi si andasse ad aiutare in realtà
Fra gli economisti, qualche voce discordante si è intesa. Benché minoritaria, unanime: invece di cercare di riformare l’insieme del sistema finanziari, l’aiuto alla Grecia si è apparentato, così, alla nota “strategia delle Danaidi”: si è cercato di riempire un secchio senza fondo.
Il piano di salvataggio della Grecia, messo a punto nel fine settimana tra l’8 e il 9 maggio per placare la febbre speculativa dei mercati, si sa, è pari a 750 miliardi di euro, dei quali 250 promessi dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi).
Una somma, in parte virtuale, che rappresenta un assetto monetario favoloso, oltre ogni precdente (il New Deal di Roosevelt costò l’equivalente di 50 miliardi di dollari odierni, il Piano Marshall l’equivalente di 100 miliardi), ma che rappresenta appena il 10 per cento del debito della zona euro, pari a 7000 miliardi.
Quel che si omette di dire, rimarcano gli economisti, è che la crisi attuale non è tanto la crisi di bilancio ellenica, ma una crisi bancaria (tra il 2005 e il 2010 il debito bancario greco è stato sottoscritto al 43 per cento dalle banche, al 22 per cento da fondi sociali e per il 15 per cento da fondi pensione). L’operazione di salvataggio non è dunque destinata alla Grecia ma, come all’indomani della crisi del 2008, alle banche che si vogliono salvare per impedire che il sistema bancario si avviti nella crescita dei tassi di interesse fermando mutui, agevolazioni, finanziamenti e investimenti.
In altri termini non si cerca di salvare gli Stati deboli della zona euro, ma chi li ha resi tali.
E poiché nulla è stato fatto per fermare l’usura, le banche potranno così continuare a manipolare i corsi delle loro speculazioni finanziarie come d’uso, sapendo che in ogni caso il “paracadute graziosamente offerto dall’Uem” provvederà a rimborsarle.
C’è chi nota come il 9 maggio sia una data storica: da quel giorno un ente soprannazionale non europeo, il Fmi, ha conquistato il diritto di ingerirsi negli affari dei Paesi europei in crisi per il debito.
Secondo l’economista Elie Cohen, il piano europeo non servirà altro che a calmierare temporaneamente la crisi: i “profitti speculativi” torneranno a battere cassa presto. Yves Marie Laulan, nel sottolineare che bisogna attendersi una crescita della protesta anti-Ue, dichiara: “questo piano non è regolato in profondità. Non si è mai visto guarire un eccesso di debito con un maggiore indebitamento… La scelta è tra la peste e il colera, il fallimento finanziario o il crollo economico”. L’ex ministro Jean-Pierre Chevènement prevede l’adozione di una serie di piani di austerità dei quali la Germania, che esporta più del 60% del suo prodotto nell’Unione, sarà la prima a dover subire. “Il risultato sarà una recessione generalizzata, accelerata da una crisi sociale e politica senza precedenti e senza vie d’uscita”.
Emmanuel Todd osserva che non esiste alcun modello serio europeo per uscire dalla crisi e si pronuncia in favore di un “ragionevole protezionismo europeo”. Paragonando la crisi attuale a quella del 1929, Philippe Dessertine, docente a Nanterre, giunge a dire: “I tempi sono stretti se non si vuole evitare una vera e propria guerra”.
Conclusione generale: si è voluto guadagnare del tempo. Ma non si sfuggirà alla discesa all’inferno.
Gli Stati si garantiscono reciprocamente nel momento in cui la loro solvibilità viene messa in discussione, ma il piano di salvataggio della Grecia diventa il garantire dei debiti sospetti con delle finanze pubbliche parimenti sospette. E’ il metodo del “bootstrapping” descritto dall’economista eterodosso Frédéric Lordon, che evoca il modo con cui il barone di Münchhausen tentava di alzarsi in aria a cavalcioni delle palle di cannone. I Paesi europei vogliono continuare a offrire denaro che non hanno e così il sistema proseguirà la sua fuga in avanti. E si vede già profilarsi lo spettro di un “governo mondiale” che metterebbe sotto tutela i bilanci nazionali di tutti i Paesi membri dell’Unione europea, con un ulteriore attacco alla loro sovranità
Nel prendere la guida del movimento per “salvare la Grecia”, Nicolas Sarkozy cerca evidentemente di reindossare il vestito da leader che si era fatto cucire al tempo della presidenza francese dell’Ue, nonché, all’indomani della sconfitta elettorale amministrativa interna, a ripristinare in qualche modo un po’ della sua popolarità, ormai in caduta libera.
Quanto ai francesi, per i quali la Grecia è lontana, hanno per la gran parte rinunciato a comprendere cosa accada. Ma sanno che, dopo la sua elezione nel 2007, Sarkozy ha fatto lievitare il debito pubblico dal 2,7 all’8,2 per cento e che l’indebitamento della Francia, che rappresentava il 20 per cento del pil negli anni Sessanta, arriva oggi all’81. Ancora qualche mese e si dirà che non c’è più denaro per pagare le pensioni o per garantire il potere d’acquisto. Oggi vedono decine di miliardi di euro uscire virtualmente da un cassetto vuoto. E si annuncia loro che lo Stato andrà a farsi prestare dalle banche il denaro che Parigi… presterà alla Grecia, per permettere ad Atene di rimborsare… le banche.
Surreale. Incredibile.

Fonte
http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... e-Benoist/


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MessaggioInviato: 30/05/2010, 17:17 
Cosa si cela dietro la crisi greca e che minaccia di contagiare altri paesi europei?

Dietro l'attuale crisi del debito che ha colpito la Grecia (e che sta contagiando anche Portogallo, Spagna, Irlanda e, molti temono, anche l'Italia) non c'è solo la nota frode di bilancio commessa dai governanti ateniesi in combutta con le principali banche americane, in particolare la Goldman Sachs di Lloyd Blankfein e la JP Morgan Chase di Jamie Dimon.

Su tutto incombe infatti il sospetto, o meglio, la certezza di una spregiudicata operazione speculativa orchestrata dalla cupola finanziaria di Wall Street per lucrare sull'indebolimento dell'euro. Questo è lo scenario su cui sta timidamente indagando il dipartimento della Giustizia Usa.

Sotto scrutinio ci sono le colossali e contemporanee movimentazioni di fondi speculativi Usa (che scommettono sul futuro deprezzamento della valuta europea) registrati subito dopo la famosa cena tenutasi l'8 febbraio a Manhattan tra i finanzieri che quei fondi amministrano: George Soros (Soros Fund), John Paulson (Paulson & Co.), Steven Cohen (Sac), David Einhorn (Greenlight), Donald Morgan (Brigade) e Andy Monness (Monness Crespi Hardt & Co.).

A garantire il successo di questa operazione speculativa ci ha pensato il loro potente socio Harold 'Terry' McGraw III, che - attraverso il braccio armato della sua McGraw-Hill, ovvero l'agenzia di rating Standard & Poor's - ha declassato i titoli di Stato greci, portoghesi e spagnoli innescando la “necessaria” crisi dell'euro.

Ma forse c'è di più, e di peggio. Sono sempre di più gli economisti e i politici europei che in questo attacco all'euro vedono non un semplice mezzo speculativo, ma un fine politico.

Il sospetto è che le lobby finanziarie d'oltreoceano mirino ad abbattere il valore della moneta unica europea fino a portarla alla parità con il dollaro, allo scopo di salvaguardare la sempre più traballante egemonia globale della valuta statunitense. Affossare l'euro, o quantomeno ridimensionarlo, per tenere a galla il malandato biglietto verde, altrimenti destinato a tramontare come valuta di riferimento mondiale.

Altri ancora pensano che portare sull'orlo della bancarotta gli Stati europei più deboli (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna: i cosiddetti Pigs, o Piigs, se si comprende anche l'Italia) potrebbe dare impulso al mai tramontato progetto franco-tedesco di un'Europa a due velocità, con le “zavorre” relegate a un ruolo marginale.

C'è infine chi, soprattutto nel variegato mondo “no-global”, va anche oltre queste interpretazioni, giudicando l'aggressione all'euro non come una sciovinistica manovra statunitense per sabotare la concorrenza economica del Vecchio Continente, bensì come una macchinazione dell'élite politica ed economica transnazionale (quindi anche europea) tesa a giustificare il potenziamento delle istituzioni globali, a partire dal Fondo Monetario Internazionale. Creare panico per poi invocare, come unica soluzione, come ancora di salvezza, un nuovo ordine economico mondiale dominato da organismi sovranazionali tecnocratici.

Scenari che, secondo i sostenitori di questa tesi, saranno al centro delle prossime riunioni annuali a porte chiuse delle più potenti lobby globaliste: dalla Commissione Trilaterale (che si è riunita lo scorso 7-9 maggio a Dublino) al Bilderberg Group (3-6 giugno a Sitges, Barcellona).

A prescindere dalle diverse interpretazioni di quanto sta accadendo, una cosa è certa: a pagare il conto degli imbrogli dei politici europei e delle speculazioni dei predatori finanziari americani saranno le masse popolari. Per ora quelle greche, domani si vedrà.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1497


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MessaggioInviato: 31/05/2010, 18:58 
INGANNO E DEPRESSIONE INDOTTA

mag 31st, 2010

DI MARCO DELLA LUNA
nuke.lia-online.org

Immagine

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... e-indotta/

La crisi è alle spalle – Non ci saranno nuovi sacrifici – Qualcuno ha pagato il mio appartamento a mia insaputa – Al Salaria Sport Village mi curavano l’ernia del disco.

Hanno mentito e mentono ancora. Hanno Mentito quando dichiararono che l’Euro avrebbe protetto il potere d’acquisto, e all’opposto lo ridusse del 40%. Era così sicuro e conveniente – dicevano – che non solo era superflua una consultazione popolare, ma anzi la gente doveva assolutamente pagare tasse aggiuntive per meritare il privilegio di entrare nell’Euro, nella Moneta Unica.
Mentirono sulla quantità di tasse da pagare per entrare nell’Euro: prima erano 5.000 miliardi di Lire, poi 10.000, poi 20.000. A un certo punto ci dissero che finalmente eravamo nell’Euro, nella Moneta Unica. Ma anche qui mentivano, e ora ce ne stiamo accorgendo: l’Euro non è una moneta unica. E’ una cosa molto diversa: è un insieme di parità fisse di cambio tra le varie monete partecipanti. E’ come il vecchio Sistema Monetario Europeo, saltato nei primi anni ’90, solo che ha introdotto banconote e spiccioli comuni, per corroborare l’illusione che sia una moneta unica.
Non è una moneta unica perché l’Euro viene prodotto dalla BCE e “venduto” ai singoli paesi contro titoli del debito pubblico dei singoli paesi. Ogni paese emette e vende i suoi propri titoli. Ogni paese, ogni debito pubblico, ha il suo rating e paga il suo tasso di interesse: più i suoi conti sono affidabili, meno paga. E le differenze possono essere elevate. Inoltre, le agenzie di rating possono giocare, e hanno giocato, a dividere l’Eurozona ribassando artatamente il rating di questo o quel paese finanziariamente in difficoltà. Si può arrivare a una situazione in cui la BCE dichiari che i titoli di un dato paese dell’Eurozona non siano più utilizzabili per acquistare Euro.
Affinché più paesi facciano una moneta unica, comune, è necessario che emettano titoli del debito pubblico comuni, ossia che unifichino i loro rispettivi debiti pubblici. Che paghino un unico tasso di interesse. Il che ovviamente non è avvenuto e non può avvenire: Germania e Francia non unificheranno mai i loro debiti pubblici con quelli di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia.
Quello che è avvenuto e che era prevedibile e inevitabile, e da alcuni è stato voluto, è che costringere sistemi economici poco efficienti a servirsi della medesima moneta dei sistemi economici più efficienti con cui avevano rapporti di concorrenza e/o di scambio commerciale, ha causato il declino e lo smantellamento dei sistemi economici inefficienti: Grecia, Meridione, Portogallo… Tanto più che, al contempo, arrivava l’attacco competitivo nei nuovi paesi comunitari est-europei nonché della Cina, dell’India, del Pakistan, del Marocco… Tra aree economiche aventi livelli di efficienza e di indebitamento molto distanti tra loro, non ci può essere una moneta comune. Ma non può nemmeno sopravvivere una parità comune, senza ammazzare le aree deboli. A meno che queste non prendano il potere politico sull’Unione e non sfruttino colonialmente quelle forti. Quindi l’Euro salterà, in un modo o nell’altro.
Intanto i banchieri portano avanti la loro politica e i loro affari. Ricordate quando le banche, la BCE, erogavano prestiti facili e a minimi tassi? E poi, quando famiglie e imprese si furono indebitate, strinsero i cordoni con Basilea I e Basilea II, mandando a rotoli l’economia? Causando una marea di insolvenze? E, quando i costi maggiori finanziari prodotti da questa stretta creditizia, cioè monetaria, e le insolvente, pure da essa prodotte, si tradussero in un generale rincaro dei prezzi, gridarono all’inflazione monetaria, e strinsero ancora di più i cordoni della liquidità, e alzarono ripetutamente i tassi, fino a ottenere il crollo dei mercati finanziari e dell’economia reale nel 2008? Vi ricordate che, allora, diciamo a fine luglio, dall’oggi al domani, contraddicendosi spudoratamente, “scoprirono” che c’era un drammatico bisogno di liquidità, e buttarono i tassi a zero? E usarono i governi per far rifinanziare banche e simili coi denari pubblici, cioè con pubblico indebitamento, togliendo i soldi all’economia reale e ai redditi e alla spesa pubblica? E avete notato come, con quei rifinanziamenti, le banche hanno imbastito tra loro un frenetico scambio di titoli finanziari per far risalire artificiosamente i mercati, inducendo risparmiatori fondi previdenziali e di investimento a metterci i loro soldi per rifarsi delle perdite del 2007-2008? E come hanno riportato i bonus dei loro CEO a livelli superiori al crollo delle borse?
Adesso la cosa si ripete: nuovo sacco dei redditi e dei risparmi per trasferire ricchezza al sistema bancario, anziché far pagare le banche autrici e beneficiarie di truffe e speculazioni distruttive.
L’inflazione rialza la testa e la BCE assicura che non tollererà che ciò avvenga. Ossia preannuncia e pregiustifica rialzi dei tassi. Ma sa benissimo che, oggi come prima del 2008, non c’è alcuna inflazione monetaria, proprio perché, al contrario di quanto assume (in ovvia mala fede) la BCE, l’economia reale sta morendo di scarsità di denaro disponibile. Quella falsamente presentata come inflazione da eccesso di moneta, in realtà è l’aumento dei costi finanziari (e conseguentemente dei prezzi di beni e servizi) dovuto appunto alla stretta creditizia di Basilea I, II e III , alla pratica sistematica dell’usura da parte delle banche di credito col tacito consenso delle banche centrali, all’aumento dei costi unitari industriali dovuto a diseconomie di scala (a loro volta dovute alla minor produzione e alla concorrenza cinese). Ma anche al fatto che banchieri e governanti hanno dirottato le risorse monetarie dai consumi, dai redditi, dagli investimenti al sostegno delle banche e della speculazione finanziaria, demonetizzando l’economia produttiva a favore di quella speculativa, e diffondendo insolvenze, fallimenti, licenziamenti.
Ora, con le manovre di aggiustamento dei conti, con nuove tasse, con ulteriori tagli dei redditi e della spesa pubblica, e insieme col rialzo dei tassi, è chiaro che puntano deliberatamente a produrre una depressione economica di prim’ordine e di lunga durata (una manovra che io interpreto, nel mio recente Oligarchia per Popoli Superflui, come finalizzata a salvare la Terra dall’inquinamento industriale e civile, dall’esaurimento delle materie prime, dalla sovrappopolazione). Ci sono precedenti: come provato dal prof. Richard Werner nei suoi saggi Princes of the Yen e New Paradigm in Macroeconomics, una cosa analoga il sistema bancario internazionale ha già fatto nel 1991 al Giappone, per tagliare le gambe alla sua economia mediante una brusca ed economicamente ingiustificabile stretta monetaria, che bloccò l’espansione industriale e commerciale di quel paese, e ancora oggi lo mantiene nella stagnazione. E così facendo consentì l’ascesa dell’astro cinese, designato a comperare l’incessante emissione di t-bonds degli USA – USA che erano all’inizio di una lunga e costosissima serie di campagne belliche.
Quale che sia il fine reale della manovra bancaria per mandare l’Occidente in depressione economica, la realtà di tale manovra è tangibile, comprovata. E i politici, i governi, i parlamenti assecondano tale disegno depressivo. Se si volessero realmente opporre, i governi potrebbero facilmente farlo con operazioni sotto copertura nei confronti della grande finanza e delle sue agenzie di rating, analoghe a quelle che conducono nei confronti del terrorismo non finanziario.
In Italia e in altri paesi ci stupiamo che la classe dirigente (politici, grand commis), rubano, o mangiano, o arraffino, in modo non accidentale, non isolato, ma sistemico. Ma che altro potrebbe fare, se non questo, una classe dirigente che, nel sistema effettivo dei poteri, è sottoposta al potere finanziario, che è il braccio esecutivo e la maschera sporca di questi interessi, e che in questo ruolo saccheggia e boicotta i popoli che sulla carta dovrebbe rappresentare e amministrare? E’ inevitabile che arraffi in proprio, oltre a saccheggiare per essi. In Italia, con la tangentopoli bis, stanno sviando l’opinione pubblica dal male grande al male piccolo ma più accettabile all’opinione pubblica, che quindi viene condizionata a vedere il problema come di una classe dirigente diffusamente corrotta: un problema da risolvere con indagini e sanzioni e più richiami a valori etici.
I popoli, le masse, non sono, proprio perché numerosi, in grado di imparare, di capire, di evitare. Agiscono secondo emozioni, abitudini, imitazione. Altrimenti non sarebbero caduti nella trappola dei prestiti facili né in quella della crisi alle spalle. E non sono nemmeno in grado di coordinarsi, altrimenti avremmo già avuto una rivoluzione violenta negli USA come in Grecia, in Italia etc., contro questi parlamenti e questi governi che depredano le loro popolazioni su mandato dei banchieri, mentendo e ingannando sistematicamente in materia economica. Ma queste rivoluzioni sarebbero del tutto inutili, perché non vi è alternativa, nei nostri tempi, al governare i popoli attraverso lo strumento monetario e bancario, e agli strumenti più specificamente manipolatori. Quindi, se non scoppia la rivoluzione, non perdiamo nulla, tranne il sanguinoso spettacolo del popolo che sfoga la sua indignazione sulle piazze, facendo in pezzi ministri, onorevoli e senatori, boiardi di Stato e tutti gli altri da cui crede di essere stata ridotta in miseria.

Fonte: http://nuke.lia-online.org/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Prossimamente l' EURO a due velocità, uno per il nord Europa e uno per il sud.[:D]



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Purtroppo non è più possibile tornare indietro, si inventeranno qualcosa per tenere in piedi quella carta straccia che è l' EURO.[xx(]



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Allarme disoccupazione. In Italia 8,9%, in Ue 10%

Diminuito di 307 mila unità in un anno il numero
di occupati ma forte ripresa della produzione


01 giugno, 11:53


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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 57643.html

ROMA - Il tasso di disoccupazione ad aprile è fissato all'8,9%, dall'8,8% di marzo. Lo rileva l'Istat, precisando che si tratta del dato peggiore dal quarto trimestre del 2001.

Il tasso di disoccupazione è così più elevato di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti percentuali rispetto ad aprile 2009. Il numero di inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni - spiega sempre l'Istat - è pari a 14 milioni 810 mila unità, con una riduzione dello 0,5% (-76 mila unità) rispetto a marzo 2010 e un leggero aumento dello 0,1% (+9 mila unità) rispetto ad aprile 2009. Il tasso di inattività è, quindi, pari al 37,5% (-0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile 2009).

AD APRILE 307 MILA OCCUPATI IN MENO IN UN ANNO - In un anno, ovvero da aprile 2009 allo stesso mese del 2010, il numero di occupati in Italia è diminuito di 307 mila unità. Lo comunica l'Istat nella stima mensile provvisoria, sottolineando che ad aprile 2010 il numero di occupati è pari a 22 milioni 831 mila unità (dati destagionalizzati), in aumento dello 0,2% rispetto a marzo, ma inferiore all'1,3% rispetto ad aprile 2009. Il tasso di occupazione è quindi pari al 56,9%, in aumento rispetto a marzo di 0,1 punti percentuali, ma inferiore di 0,9 punti percentuali rispetto ad aprile dell'anno precedente.

"Il moderato recupero del numero occupati su base congiunturale ad aprile è dovuto alla componente femminile, anche come effetto dei processi di regolarizzazione di collaboratrici domestiche e badanti avviate nel 2009". Così l'Istat spiega il risultato lievemente positivo su base mensile del tasso di occupazione, che segna una moderata risalita dopo tre mesi di successive flessioni.

2,20 MLN DISOCCUPATI AD APRILE, AUMENTO UOMINI - Il numero di persone in cerca di occupazione ad aprile risulta pari a 2 milioni 220 mila unità, in crescita dell'1% (+21 mila unità) rispetto al mese precedente e del 20,1% (+372 mila unità) rispetto ad aprile 2009. Lo rende noto l'Istat nella stima mensile provvisoria, sottolineando che tra le persone in cerca di occupazione a crescere è, in particolare, la componente maschile. La disoccupazione maschile, infatti, ad aprile ha raggiunto un livello pari a 1 milione 190 mila unità, in aumento del 2,7% (+31 mila unità) rispetto al mese precedente, e del 27,6% (+257 mila unità) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

DISOCCUPAZIONE GIOVANI A 29,5%, MASSIMO DA 2004 - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ad aprile è salito al 29,5% con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,5 punti percentuali rispetto ad aprile 2009. Lo comunica l'Istat nella stima mensile provvisoria, sottolineando che si tratta del dato più elevato da quando esistono le serie storiche mensili, ovvero dal 2004.

CONFINDUSTRIA: PRODUZIONE SPRINT A MAGGIO (+2,4%) - Ripresa sprint della produzione industriale che a maggio, secondo le prime anticipazioni del centro studi di Confindustria, è cresciuta del 2,4% su aprile, quando si era avuta una variazione di +0,8% su marzo. Il recupero dai minimi toccati nel marzo 2009 sale al 10,0%, mentre resta ancora del 18,3% la caduta dal picco del ciclo precedente (aprile 2008). L'attività è aumentata in maggio del 9,0% su maggio 2009 (dati al netto del diverso numero di giornate lavorative). In aprile la variazione tendenziale era stata di +6,6%.



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Iran, 45 mld euro in cambio di dollari
Tv Stato, piano dettato dall'indebolimento della divisa europea
02 giugno, 15:00

(ANSA) - TEHERAN, 2 GIU - La banca centrale dell'Iran ha messo a punto un piano per vendere 45 miliardi di euro e acquistare in cambio dollari e lingotti d'oro. Lo riferisce oggi la tv iraniana. Nessun annuncio ufficiale dalla Banca centrale. Negli ultimi 2 anni, per la forte svalutazione del dollaro, l'Iran aveva sostituito la moneta Usa con quella europea nelle transazioni internazionali. La marcia indietro sarebbe dovuta all'indebolimento dell'euro. Anche Paesi arabi del Golfo preparerebbero analoghi piani.


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 04702.html



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BILDERBERG: LA COSPIRAZIONE PUBBLICA

giu 2nd, 2010

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DI PAUL JOSEPH WATSON
Prison Planet

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -pubblica/

Adesso l’agenda per un governo globale e’ pubblica.
L’importanza del Gruppo Bilderberger si basa sui politici controllati.


Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderger è quali siano le personalita’ politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilita di un attacco militare contro l’Iran e il futuro crollo dell’euro.

I membri della Commisione Trilaterale, abituali partecipanti a tali riumioni, hanno fatto sapere che si parlera’ seriamente di una Guerra contro l’Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere piu stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie.

Nella foto: Ben Bernanke si reca a una riunione del gruppo Bilderberg
Le conseguenze di una eventuale guerra contro l’Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberger come e’ gia successo nel caso della guerra all’Iraq.

Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberger, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si e’ lasciato sfuggire:

“Stiamo cambiando il mondo… Abbiamo bisogno di un governo
mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”.


Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l’opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunita’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’. Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti.

Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perche l’economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza. Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale.

Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche pubblicamente discusso i tempi tecnici a proposito se e quando l’euro come moneta unica collassera’ e se tale collasso dell’euro sara’ seguito dal collasso del dollaro americano.

David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi como risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa.
Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberger, fa notare nel suo ultimo articolo che, gia’ da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberger.

“I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terra’ a Sitges, Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l’Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderger e’ di sviluppare i contatti con le personalita’ politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo.

Una delle cose piu interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberger che si terra’ a Sitges, Spagna, e’ chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si e’ opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, pero’ si e’ dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E’ interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, cos^ come sara interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all’opposizione.
Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown e’ certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband.

Titolo originale: "Bilderberg: The Open Conspiracy "
Fonte: http://www.prisonplanet.com
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Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO CRESPI



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Iran, vendita riserve in Euro

PECHINO (Reuters) – La banca centrale iraniana ha annunciato che venderà 45 miliardi di euro delle sue riserve per acquistare dollari e oro, riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua, citando notizie media iraniane.

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... i-teheran/

Xinhua ha detto che le vendite sarebbero state condotte in tre fasi e che sono già cominciate, citando fonti anonime. Altri paesi del Golfo hanno cominciato a ridurre le loro riserve di euro, secondo l’agenzia. Ed è forse in questa notizia che sta la chiave di lettura di buona parte dell’affaire speculativo al ribasso sull’euro. Fermo restando che non sappiamo qual è la ripartizione tra dollari e oro, resta il fatto che la caduta dell’euro innesca (ed è alimentata da) una fuga dall’euro sul mercato delle valute. Le nazioni che hanno riserve in euro le vedono impoverirsi sempre di più. Cosa sceglieranno? Cosa scegliereste, se in tasca avete monete che perdono valore ogni ora? Ve ne liberereste, e le convertireste in qualche altra moneta o bene che ha un valore più stabile.

Perfino un paese come l’Iran sceglie di disfarsi di Euro in favore di oro e, udite udite, dollari. Il che contribuisce a sostenere il dollaro come valuta di riserva mondiale e rimandare in là di qualche altra ora l’inevitabile caduta della divisa nordamericana.


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http://informazionescorretta.blogspot.c ... -euro.html



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MessaggioInviato: 04/06/2010, 14:49 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Iran, vendita riserve in Euro

PECHINO (Reuters) – La banca centrale iraniana ha annunciato che venderà 45 miliardi di euro delle sue riserve per acquistare dollari e oro, riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua, citando notizie media iraniane.

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... i-teheran/

Xinhua ha detto che le vendite sarebbero state condotte in tre fasi e che sono già cominciate, citando fonti anonime. Altri paesi del Golfo hanno cominciato a ridurre le loro riserve di euro, secondo l’agenzia. Ed è forse in questa notizia che sta la chiave di lettura di buona parte dell’affaire speculativo al ribasso sull’euro. Fermo restando che non sappiamo qual è la ripartizione tra dollari e oro, resta il fatto che la caduta dell’euro innesca (ed è alimentata da) una fuga dall’euro sul mercato delle valute. Le nazioni che hanno riserve in euro le vedono impoverirsi sempre di più. Cosa sceglieranno? Cosa scegliereste, se in tasca avete monete che perdono valore ogni ora? Ve ne liberereste, e le convertireste in qualche altra moneta o bene che ha un valore più stabile.

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se guardavi appena sopra [:p]



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4 GIUGNO 2010


Borse giu', Euro ai minimi Balzo in avanti per Pil Italia


L'euro scende sotto la soglia 1,21 contro il dollaro e tocca il livello piu' basso da aprile 2006. In calo tutte le principali piazze europee su cui pesano i titoli bancari e i dati sull'occupazione Usa cresciuta meno del previsto : Milano perde il 3,4%, male anche Madrid e Parigi.
EUROPA DEBOLE CON WALL STREET, MILANO E MADRID -3% - Si confermano deboli le principali borse europee, penalizzate dall'andamento di Wall Street dopo i dati macoreconomici Usa sulle retribuzioni, dall'allarme sull'economia ungherese lanciato da un portavoce del governo di Budapest e dalle indiscrezioni sulla possibile recrudescenza delle perdite di Societe' Generale legate ai derivati, che il gruppo francese sta smentendo, secondo indiscrezioni dell'agenzia Bloomberg, direttamente con gli analisti. Sotto pressione il comparto bancario (-3,78% l'indice di settore), insieme ad auto (-2,49%), costruzioni (-2,45%) ed assicurativi (-2,63%). Caute energia (-0,53%) e telecomunicazioni (-0,58%). Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. - Londra -1,58% - Parigi -2,61% - Francoforte -1,61% - Madrid -3,57% - Milano -3,21% - Amsterdam -1,70% - Stoccolma -1,64% - Zurigo -1,44% - Atene -5,59% - Budapest -9,04%.

WALL STREET PROSEGUE NEGATIVA, DJ -1,70%,NADDAQ -1,37% - Wall Street prosegue negativa. Il Dow Jones, intorno alle ore 16.15, cede l'1,70% a 10.081,06 punti, il Nasdaq arretra dell'1,37% a 2.271,52 punti mentre lo S&P 500 perde l'1,60% a 1.085,20 punti.


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 73171.html



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Ungheria a rischio default, fiorino giu'
Portavoce governo: non e' esagerazione,entro 72 ore piano azione


(ANSA) - ROMA, 4 GIU - L'Ungheria e' in ''una grave situazione'' e parlare di un default ''non e' una esagerazione''. A lanciare l'allarme e' il governo ungherese. Il portavoce del premier Viktor Orban ha parlato di dati statistici del precedente governo 'manipolati' e che 'mentono' sullo stato reale dell'economia del Paese. La reazione dei mercati non si e' fatta attendere, e il fiorino ha perso il 5,5% in 24 ore. Il governo ha promesso entro lunedi' prossimo la diffusione di cifre concrete e un piano di riforme.



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MessaggioInviato: 05/06/2010, 08:37 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Iran, vendita riserve in Euro

PECHINO (Reuters) – La banca centrale iraniana ha annunciato che venderà 45 miliardi di euro delle sue riserve per acquistare dollari e oro, riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua, citando notizie media iraniane.

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Xinhua ha detto che le vendite sarebbero state condotte in tre fasi e che sono già cominciate, citando fonti anonime. Altri paesi del Golfo hanno cominciato a ridurre le loro riserve di euro, secondo l’agenzia. Ed è forse in questa notizia che sta la chiave di lettura di buona parte dell’affaire speculativo al ribasso sull’euro. Fermo restando che non sappiamo qual è la ripartizione tra dollari e oro, resta il fatto che la caduta dell’euro innesca (ed è alimentata da) una fuga dall’euro sul mercato delle valute. Le nazioni che hanno riserve in euro le vedono impoverirsi sempre di più. Cosa sceglieranno? Cosa scegliereste, se in tasca avete monete che perdono valore ogni ora? Ve ne liberereste, e le convertireste in qualche altra moneta o bene che ha un valore più stabile.

Perfino un paese come l’Iran sceglie di disfarsi di Euro in favore di oro e, udite udite, dollari. Il che contribuisce a sostenere il dollaro come valuta di riserva mondiale e rimandare in là di qualche altra ora l’inevitabile caduta della divisa nordamericana.


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qualche giorno fa lessi che la cina acquistava titoli di debito europei,
per tener su la moneta..

ora pare che vende (insieme all'iran) euro..

mi pare strano..
volessi rafforzare, comprerei euro..

moneta = merce

+ domanda -> + prezzo

tanto più che ciò comporta una diminuzione dell'export in eu..

inoltre + vendi -> - valore euro
le riserve che hai in cassa si deprezzano ancora di più
(un circolo vizioso..)

boh..

siamo sicuri al 100% della notizia?


Ultima modifica di mik.300 il 05/06/2010, 08:41, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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