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Grigio
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MessaggioInviato: 05/06/2010, 09:11 
dove andremo a finire? Certe volte penso a questo cataclisma economico e poi alla profezia maya del 2012! Se seconodo i maya effettivamente abbiamo vissuto la quinta era, quella dell oro, che finirà tra due anni, secondo me il parallelismo calza a pennello:

fine dell'era dell'oro = fine dell'economia mondiale cosí come la conosciamo


La domanda non é se capiterà, ma piuttosto ... Quando toccherà all'Italia?


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Marziano
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MessaggioInviato: 05/06/2010, 12:00 
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Sirius ha scritto:

dove andremo a finire? Certe volte penso a questo cataclisma economico e poi alla profezia maya del 2012! Se seconodo i maya effettivamente abbiamo vissuto la quinta era, quella dell oro, che finirà tra due anni, secondo me il parallelismo calza a pennello:

fine dell'era dell'oro = fine dell'economia mondiale cosí come la conosciamo


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Ma ancora non hai capito che l italia è già crollata! Noi stiamo camminando sopra le macerie e grazie a questi ZOMBI di politici!!!


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MessaggioInviato: 05/06/2010, 12:33 
Oltre ai disonesti , chi contribuisce a far crollare l'Italia sono i disfattisti pessimisti.
Aziendalmente parlando sono coloro incapaci di essere "Proactive".



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MessaggioInviato: 05/06/2010, 13:28 
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rmnd ha scritto:

Oltre ai disonesti , chi contribuisce a far crollare l'Italia sono i disfattisti pessimisti.
Aziendalmente parlando sono coloro incapaci di essere "Proactive".


e certo ora è colpa dei pessimisti disfattisti.



questo paese è bello che fallito,quando verrano fuori gli improgli di questo governo ,brucerai pure tu quella bella fotina dell'avatar te l' assicuro.



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MessaggioInviato: 05/06/2010, 14:17 
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Werther ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Oltre ai disonesti , chi contribuisce a far crollare l'Italia sono i disfattisti pessimisti.
Aziendalmente parlando sono coloro incapaci di essere "Proactive".


e certo ora è colpa dei pessimisti disfattisti.



questo paese è bello che fallito,quando verrano fuori gli improgli di questo governo ,brucerai pure tu quella bella fotina dell'avatar te l' assicuro.


Certamente a questa Italia nessuno aiuto potrà mai giungere da coloro che come un mantra ripetono che questo paese è bello che fallito e si affidono ai vari grillo-santoni.

Datevi da fare invece di piangere.



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MessaggioInviato: 05/06/2010, 14:30 
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xkjes ha scritto:

Cita:
Sirius ha scritto:

dove andremo a finire? Certe volte penso a questo cataclisma economico e poi alla profezia maya del 2012! Se seconodo i maya effettivamente abbiamo vissuto la quinta era, quella dell oro, che finirà tra due anni, secondo me il parallelismo calza a pennello:

fine dell'era dell'oro = fine dell'economia mondiale cosí come la conosciamo


La domanda non é se capiterà, ma piuttosto ... Quando toccherà all'Italia?


Ma ancora non hai capito che l italia è già crollata! Noi stiamo camminando sopra le macerie e grazie a questi ZOMBI di politici!!!


mi dispiace sai, ma non penso proprio che l'italia sia già crollata.. anzi temo purtroppo che il peggio debba ancora venire, e che questo che stiamo vivendo qui in Italia in questo frangente sia solo l'antipasto.


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MessaggioInviato: 05/06/2010, 15:06 
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rmnd ha scritto:

Datevi da fare invece di piangere.


Bravo! Inizia tu a fare lo schiavo dei tuoi padroni a risollevare il paese e come ricompensa mensile ti daranno pane e acqua! [:D] [:D] [:D]


Ultima modifica di xkjes il 05/06/2010, 15:10, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/06/2010, 16:27 
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xkjes ha scritto:

Bravo! Inizia tu a fare lo schiavo dei tuoi padroni a risollevare il paese e come ricompensa mensile ti daranno pane e acqua! [:D] [:D] [:D]



Tu inizia a lavorare invece di fare il mantenuto.


Ultima modifica di rmnd il 05/06/2010, 16:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/06/2010, 16:46 
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rmnd ha scritto:

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xkjes ha scritto:

Bravo! Inizia tu a fare lo schiavo dei tuoi padroni a risollevare il paese e come ricompensa mensile ti daranno pane e acqua! [:D] [:D] [:D]



Tu inizia a lavorare invece di fare il mantenuto.



[B)]sono più di 20 anni che li mantengo questi zombi
assetati di sangue è ora di dire basta!


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MessaggioInviato: 05/06/2010, 18:21 
XKJES ti avrà preso per un terrone, tanto senza offesa Rmnd ma ragioni con lo stampino .

Di proposte per poter salvare il salvabile se ne sono fatte a migliaia, la prima è di mandare a casa La casta e tutti i loro leccapiedi con le pezze al sedere.









Si studia condono edilizio per mini-abusi
L'ipotesi di alcuni senatori Pdl che mettono a punto l'emendamento


Un condono edilizio, ma solo per i mini-abusi quelli commessi per necessità. Lo stanno mettendo a punto alcuni senatori del Pdl in vista dell'avvio dell'esame della manovra in commissione Bilancio.

Il testo che arriverà in commissione Bilancio - spiegano alcuni senatori del Pdl - è lo stesso già presentato assieme ad altri provvedimenti da Carlo Sarro, anche se va "un po' aggiustato". Questo perché "bisogna trovare una soluzione agli abusi commessi per necessità. Tipo: allargo la casa di 50 metri per avere una stanza in più per i figli. Certo non per chi fa abusi speculativi e si costruisce un palazzo di 60 piani". Secondo i senatori sarebbero anche esclusi gli abusi, sia pur piccoli, commessi in zone 'protette' da vincoli ambientali o paesaggistici. Il testo è comunque "già avviato e stiamo lavorando per metterlo a punto".

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 15183.html



e già qui si lavora !! [:244]


Ultima modifica di Werther il 05/06/2010, 19:10, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/06/2010, 19:44 
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Thethirdeye ha scritto:


BILDERBERG: LA COSPIRAZIONE PUBBLICA

giu 2nd, 2010

Immagine

DI PAUL JOSEPH WATSON
Prison Planet

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -pubblica/

Adesso l’agenda per un governo globale e’ pubblica.
L’importanza del Gruppo Bilderberger si basa sui politici controllati.


Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderger è quali siano le personalita’ politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilita di un attacco militare contro l’Iran e il futuro crollo dell’euro.

I membri della Commisione Trilaterale, abituali partecipanti a tali riumioni, hanno fatto sapere che si parlera’ seriamente di una Guerra contro l’Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere piu stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie.

Nella foto: Ben Bernanke si reca a una riunione del gruppo Bilderberg
Le conseguenze di una eventuale guerra contro l’Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberger come e’ gia successo nel caso della guerra all’Iraq.

Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberger, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si e’ lasciato sfuggire:

“Stiamo cambiando il mondo… Abbiamo bisogno di un governo
mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”.


Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l’opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunita’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’. Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti.

Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perche l’economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza. Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale.

Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche pubblicamente discusso i tempi tecnici a proposito se e quando l’euro come moneta unica collassera’ e se tale collasso dell’euro sara’ seguito dal collasso del dollaro americano.

David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi como risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa.
Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberger, fa notare nel suo ultimo articolo che, gia’ da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberger.

“I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terra’ a Sitges, Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l’Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderger e’ di sviluppare i contatti con le personalita’ politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo.

Una delle cose piu interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberger che si terra’ a Sitges, Spagna, e’ chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si e’ opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, pero’ si e’ dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E’ interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, cos^ come sara interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all’opposizione.
Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown e’ certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband.

Titolo originale: "Bilderberg: The Open Conspiracy "
Fonte: http://www.prisonplanet.com
Link
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO CRESPI



..che qualcuno voglia bombardare l'iran (i sionisti in primis)
siamo d'accordo..
ma non siamo ancora alle sanzioni,
semmai c saranno, soprattutto dopo quello che è successo a gaza,
mi sembra prematuro dare per scontato
qualunque atto militare ostile..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 05/06/2010, 22:01 
Se questo analista vede giusto, gli scenari futuri sono apocalittici...






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MessaggioInviato: 06/06/2010, 20:43 
Ho visto quel video è sto iniziando a spaventarmi sul serio [xx(] [8)] [B)]
ORA ANCHE L'INGHILTERRA [:(] [xx(]
Cita:
Crisi: Cameron, ora tagli dolorosi
Ma Clegg rassicura: nessun ritorno a tempi Thatcher
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 03563.html
Cita:
LE DICHIARAZIONI DEL PRIMO MINISTRO DEL REGNO UNITO AL SUNDAY TIMES
Cameron: «Per la Gran Bretagna
in vista anni di sacrifici»
L'appello ai cittadini «Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte, o il debito pubblico ci schiaccerà»
http://www.corriere.it/esteri/10_giugno ... aabe.shtml
Cita:
CRISI: CAMERON, PER LA GRAN BRETAGNA ANNI DI SACRIFICI IN VISTA
http://www.agi.it/cronaca-2010/notizie/ ... i_in_vista


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 06/06/2010, 20:57, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/06/2010, 22:20 
Le proporzioni della crisi greca sono modeste in rapporto all'economia europea

Ma i tempi della finanza non coincidono con quelli della politica: in attesa delle elezioni tedesche, si è aperta una finestra speculativa “perfetta” per rovinare un paese e contagiare gli altri. Mentre l'Europa non riesce a liberarsi dall'ideologia che ha portato alla grande recessione.

Si può guardare alla crisi finanziaria che investe in questi giorni la Grecia da almeno tre punti di vista diversi.

1. Un’evidente ignoranza delle (modeste) dimensioni del problema

La Grecia ha un Prodotto interno lordo (Pil) di 235 miliardi di euro nel 2009, che vale meno del 2% del totale dell’Unione europea e il 2,5% dell’area euro. Ha meno dell’1 per cento della produzione manifatturiera dell’Unione e un Pil procapite di 21 mila euro l’anno, contro 29 mila in Germania. Il debito pubblico totale è intorno ai 250 miliardi di euro, che lo porta al 115% del Pil, la stessa quota dell’Italia nel 2009. Il deficit pubblico si è impennato e nel 2010 potrebbe arrivare al 15% del Pil. Atene (e Roma) sono però in buona compagnia: l’ultimo World economic outlook del Fondo monetario mostra che l’insieme dei paesi avanzati (Usa inclusi) ha nel 2010 un rapporto deficit/Pil del 9% (contro poco più dell’1% prima della crisi del 2008) e un rapporto debito/Pil che è salito rapidamente al 100%. Gli effetti della crisi hanno fatto saltare ovunque i conti pubblici.

Il problema specifico della Grecia sta nell’assenza di risparmio privato interno che possa finanziare il debito pubblico. Quasi tutto il debito pubblico è detenuto dall’estero, circa 200 miliardi di euro, nelle mani soprattutto di investitori di Germania, Francia, Svizzera, Austria. Gli operatori privati hanno invece un sostanziale pareggio tra attività e passività con l’estero (intorno ai 112 miliardi di euro). Viceversa, l’Italia ha un debito pubblico verso l’estero di 800 miliardi di euro (quattro volte la Grecia), che rappresenta però circa la metà del debito pubblico totale, il resto è detenuto da italiani.

Dei 200 miliardi di euro di debito estero della Grecia, a breve (il 19 maggio prossimo) vengono a scadenza 9 miliardi di euro. Le dimensioni assolute della crisi risultano quindi modeste; rapportato all’economia italiana, è come se un comune come Torino non potesse pagare i debiti. Rapportato alle dimensioni dei mercati finanziari, i 9 miliardi di euro di debito in scadenza per Atene sono equivalenti a quanto le borse europee finanziano le imprese per emissioni di nuovi titoli in dieci giorni (considerando la media del febbraio 2010), e rappresentano poco più dell’1% dei movimenti di capitale in entrata nell’area euro del 2008 (dati dal Global financial stability report del Fondo monetario, aprile 2010). In ogni caso, l’Unione europea e il Fondo monetario hanno preparato un piano di finanziamenti agevolati di 45 miliardi di euro che potrebbe risolvere le difficoltà di Atene.

2. Una spettacolare asimmetria tra ciclo politico e ciclo economico

Il problema è che i tempi della finanza non coincidono con quelli della politica. L’Unione europea e l’eurozona non si sono date strutture per affrontare crisi di questo tipo e, senza un rapido sistema di decisione politica, la crisi greca è montata progressivamente nella distrazione dei politici: quando precipita, ci si trova alla vigilia delle elezioni regionali tedesche, che impongono al governo di Berlino una certa rigidità (più nella forma che nella sostanza) e – soprattutto – il rinvio della decisione sul finanziamento europeo al 10 maggio, dopo le elezioni. Si apre così una finestra speculativa “perfetta”, alimentata da un susseguirsi di dichiarazioni allarmiste e di vendite dei titoli greci sui mercati che alimentano in un circolo vizioso le aspettative di crisi finanziaria per Atene e per l’euro. Le voci discordi, i silenzi e i rinvii delle autorità politiche aggravano la spirale e martedi scorso Standard&Poor classifica i titoli di debito pubblico greco come “spazzatura”. Soltanto Paul Krugman, dalle colonne del New York Times, risponde con una durissima critica alla mancanza di credibilità delle agenzie di rating.

Proprio mentre Goldman Sachs è sotto inchiesta negli Stati uniti per la speculazione al ribasso sui mutui immobiliari che ha contribuito al crollo della finanza Usa, speculare contro i paesi “fragili” sul piano finanziario diventa una ghiotta occasione per nuovi profitti speculativi che possano risollevare un po’ i bilanci delle banche provate dalla crisi. La finanza inizia a guadagnare chiedendo tassi d’interesse più alti - per comprare i titoli di stato decennali di Atene si chiede ora un rendimento di 7 punti percentuali più alto dei Bot tedeschi (due mesi fa era di quattro punti) -, scommette sul deprezzamento del valore dei titoli pubblici e addirittura sull’insolvibilità del governo di Atene, una replica della crisi argentina di qualche anno fa. A farne le spese – se non ci sarà un risveglio della politica - sono la Grecia oggi, domani Portogallo, Spagna e Irlanda, dopodomani l’Italia.

3. Uno strano braccio di ferro tra mercati finanziari e potere politico

Tutto questo si può leggere come un braccio di ferro tra i mercati finanziari e un potere politico frammentato tra Bruxelles, Francoforte, Washington, Berlino e poche altre capitali europee – non può non colpire l’assoluto silenzio di Roma. Mentre negli Usa il presidente Obama lancia la sua campagna per regolare e ridimensionare la finanza, l’Unione europea e l’eurozona – a un anno e mezzo dallo scoppio della crisi finanziaria – non parlano ancora di riforme per controllare il sistema finanziario. Colpita dalla crisi, ma salvata dai governi – ricordiamoci le nazionalizzazioni massicce delle banche di Gran Bretagna, Germania, Irlanda, Islanda e molti altri paesi, che sono alla radice dell’aumento dei deficit pubblici – la finanza ora addenta la mano pubblica che l’aveva sottratta al fallimento.

Il problema è che i governi – spesso nelle varianti sia di centro-destra che di centro-sinistra -, i politici, i responsabili delle autorità di controllo sono in molti casi gli stessi che avevano cavalcato la liberalizzazione della finanza e consentito la speculazione. Continuano a credere che sia bene lasciare i mercati di finanza e monete senza vincoli e tasse, sanno che i consigli di amministrazione accolgono volentieri ex ministri e banchieri centrali e, in molti casi, provengono essi stessi da esperienze nelle banche d’investimento internazionali. La politica, insomma - nonostante il conto pesantissimo pagato alla crisi – sembra incapace di pensare ad assetti diversi dei rapporti tra bene comune e interessi privati, finanza ed economia reale, capitale e lavoro. Sembra ancora prigioniera della visione del mondo neoliberista e, a quanto pare, non se ne sono liberati nemmeno gli elettori dei paesi europei: il 6 maggio in Gran Bretagna a raccogliere più voti potrebbero essere i conservatori di David Cameron che promettono di ridurre subito l’intervento dello stato nell’economia.

Altri aspetti della crisi greca erano già stati analizzati mesi fa su sbilanciamoci.info in un articolo di Laura Bisio (Crisi del debito: oggi Atene, domani Roma?) e di Alberto Bagnai (Anche l'Europa ha i suoi stati subprime). Lezioni ulteriori di grande importanza riguardano i rapporti tra dinamiche dell’economia reale e squilibri finanziari, e l’ovvia questione di chi pagherà i costi della crisi. Per Atene, prima ci sono state le perdite di capacità produttiva, competitività e posti di lavoro, fino ad arrivare a essere il paese Ue che ha la quota più bassa di occupazione industriale. Ora arrivano i tagli per i dipendenti pubblici, i salari, i servizi, nell’impossibile tentativo di pareggiare i conti pubblici e di placare la speculazione creando povertà nel paese. Dall’esito della crisi di Atene si vedrà molto del futuro dell’Europa, e di quello che aspetta l’Italia.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1502


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La Grecia e l'Ue: Quel che si omette di dire

È stato sufficiente un quarto d’ora, al Parlamento francese, per approvare il piano di “salvataggio della Grecia” per 3,9 miliardi di euro proposto da Nicolas Sarkozy e dal suo ministro dell’Economia, Christine Lagarde. Su 577 deputati, una cinquantina (dal “sovranista” Nicolas Dupont-Aignan al comunista Jean-Pierre Brard) ha sfidato il governo che comunque si è assicurato il sostegno unanime del partito “socialista” - il “socialista” Jérôme Cahuzac, presidente della Commissione alle Finanze si è addirittura così espresso: “Proteggere la Grecia è proteggere l’euro e dunque il nostro denaro!”.

Nessun parlamentare pare si sia chiesto chi si andasse ad aiutare in realtà.

Fra gli economisti, qualche voce discordante si è intesa. Benché minoritaria, unanime: invece di cercare di riformare l’insieme del sistema finanziari, l’aiuto alla Grecia si è apparentato, così, alla nota “strategia delle Danaidi”: si è cercato di riempire un secchio senza fondo.

Il piano di salvataggio della Grecia, messo a punto nel fine settimana tra l’8 e il 9 maggio per placare la febbre speculativa dei mercati, si sa, è pari a 750 miliardi di euro, dei quali 250 promessi dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

Una somma, in parte virtuale, che rappresenta un assetto monetario favoloso, oltre ogni precedente (il New Deal di Roosevelt costò l’equivalente di 50 miliardi di dollari odierni, il Piano Marshall l’equivalente di 100 miliardi), ma che rappresenta appena il 10 per cento del debito della zona euro, pari a 7000 miliardi.

Quel che si omette di dire, rimarcano gli economisti, è che la crisi attuale non è tanto la crisi di bilancio ellenica, ma una crisi bancaria (tra il 2005 e il 2010 il debito bancario greco è stato sottoscritto al 43 per cento dalle banche, al 22 per cento da fondi sociali e per il 15 per cento da fondi pensione). L’operazione di salvataggio non è dunque destinata alla Grecia ma, come all’indomani della crisi del 2008, alle banche che si vogliono salvare per impedire che il sistema bancario si avviti nella crescita dei tassi di interesse fermando mutui, agevolazioni, finanziamenti e investimenti.

In altri termini non si cerca di salvare gli Stati deboli della zona euro, ma chi li ha resi tali.

E poiché nulla è stato fatto per fermare l’usura, le banche potranno così continuare a manipolare i corsi delle loro speculazioni finanziarie come d’uso, sapendo che in ogni caso il “paracadute graziosamente offerto dall’Uem” provvederà a rimborsarle.

C’è chi nota come il 9 maggio sia una data storica: da quel giorno un ente soprannazionale non europeo, il Fmi, ha conquistato il diritto di ingerirsi negli affari dei Paesi europei in crisi per il debito.

Secondo l’economista Elie Cohen, il piano europeo non servirà altro che a calmierare temporaneamente la crisi: i “profitti speculativi” torneranno a battere cassa presto. Yves Marie Laulan, nel sottolineare che bisogna attendersi una crescita della protesta anti-Ue, dichiara: “questo piano non è regolato in profondità. Non si è mai visto guarire un eccesso di debito con un maggiore indebitamento… La scelta è tra la peste e il colera, il fallimento finanziario o il crollo economico”. L’ex ministro Jean-Pierre Chevènement prevede l’adozione di una serie di piani di austerità dei quali la Germania, che esporta più del 60% del suo prodotto nell’Unione, sarà la prima a dover subire. “Il risultato sarà una recessione generalizzata, accelerata da una crisi sociale e politica senza precedenti e senza vie d’uscita”.

Emmanuel Todd osserva che non esiste alcun modello serio europeo per uscire dalla crisi e si pronuncia in favore di un “ragionevole protezionismo europeo”. Paragonando la crisi attuale a quella del 1929, Philippe Dessertine, docente a Nanterre, giunge a dire: “I tempi sono stretti se non si vuole evitare una vera e propria guerra”.

Conclusione generale: si è voluto guadagnare del tempo. Ma non si sfuggirà alla discesa all’inferno.

Gli Stati si garantiscono reciprocamente nel momento in cui la loro solvibilità viene messa in discussione, ma il piano di salvataggio della Grecia diventa il garantire dei debiti sospetti con delle finanze pubbliche parimenti sospette. E’ il metodo del “bootstrapping” descritto dall’economista eterodosso Frédéric Lordon, che evoca il modo con cui il barone di Münchhausen tentava di alzarsi in aria a cavalcioni delle palle di cannone. I Paesi europei vogliono continuare a offrire denaro che non hanno e così il sistema proseguirà la sua fuga in avanti. E si vede già profilarsi lo spettro di un “governo mondiale” che metterebbe sotto tutela i bilanci nazionali di tutti i Paesi membri dell’Unione europea, con un ulteriore attacco alla loro sovranità.

Nel prendere la guida del movimento per “salvare la Grecia”, Nicolas Sarkozy cerca evidentemente di reindossare il vestito da leader che si era fatto cucire al tempo della presidenza francese dell’Ue, nonché, all’indomani della sconfitta elettorale amministrativa interna, a ripristinare in qualche modo un po’ della sua popolarità, ormai in caduta libera.

Quanto ai francesi, per i quali la Grecia è lontana, hanno per la gran parte rinunciato a comprendere cosa accada. Ma sanno che, dopo la sua elezione nel 2007, Sarkozy ha fatto lievitare il debito pubblico dal 2,7 all’8,2 per cento e che l’indebitamento della Francia, che rappresentava il 20 per cento del pil negli anni Sessanta, arriva oggi all’81. Ancora qualche mese e si dirà che non c’è più denaro per pagare le pensioni o per garantire il potere d’acquisto. Oggi vedono decine di miliardi di euro uscire virtualmente da un cassetto vuoto. E si annuncia loro che lo Stato andrà a farsi prestare dalle banche il denaro che Parigi… presterà alla Grecia, per permettere ad Atene di rimborsare… le banche.

Surreale. Incredibile.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1510


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