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MessaggioInviato: 07/06/2010, 12:08 
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xkjes ha scritto:

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rmnd ha scritto:

Datevi da fare invece di piangere.


Bravo! Inizia tu a fare lo schiavo dei tuoi padroni a risollevare il paese e come ricompensa mensile ti daranno pane e acqua! [:D] [:D] [:D]



Siamo inconsapevolmente tutti schiavi di qualche padrone.



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Allora se proprio devo spero che il mio sia donna,gnocca,alta, bionda e con 2 meloni che non finiscono più!!!!


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MessaggioInviato: 07/06/2010, 13:02 
PRECIPITATI NEL CAOS: L’EUROPA ALLA VIGILIA
DELLA CONFERENZA DEL BILDERBERG


giu 7th, 2010

DI OLGA CHETVERIKOVA
en.fondsk.ru

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Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... ilderberg/

Il gruppo Bilderberg si riunisce dal 4 al 7 giugno a Sitges (nella foto), una località turistica a 30 km da Barcellona. Come al solito, le informazioni al riguardo ci vengono fornite da James Tucker e Daniel Estulin i quali hanno rivelato che in cima all’agenda del meeting di quest’anno c’è la recessione globale e le proposte per l’elaborazione di collassi economici che possano giustificare l’istituzione di una governance economica di portata mondiale.

Con l’intenzione di prolungare la crisi economica per almeno un altro anno, il gruppo Bilderberg spera di poter trarre vantaggio dalla situazione per poter formare un “ministero della finanza globale” all’interno dell’ONU. Sebbene la decisione fosse in realtà stata presa l’anno scorso nel meeting tenuto in Grecia, Tucker sostiene che il piano è stato affondato dai “nazionalisti statunitensi ed europei (il gruppo Bilderberg indica genericamente come “nazionalisti” tutte le forze con orientamenti nazionali che abbracciano l’idea di sovranità e indipendenza nazionale)
Per un anno intero, fin dall’ultimo incontro, i rappresentanti dell’esecutivo globale hanno cercato di convincere il pubblico del mondo ad accettare un “nuovo ordine finanziario”. L’idea è comparsa in dichiarazioni fatte da N.Sarkozy, G.Brown e dall’appena eletto Presidente del Consiglio europeo H. Van Rompuy, ma – sullo sfondo di una fase relativamente indolore della crisi – quest’attività è rimasta limitata a condizionamenti psicologici senza risvolti pratici. Come Jacques Attali ha, piuttosto ragionevolmente, descritto nel suo After the Crisis l’Europa non può pretendere di riformare l’architettura della finanza globale finché non si sarà fornita delle istituzioni necessarie per soddisfare i propri bisogni.
La crisi del debito greco che sta mettendo a repentaglio il sistema finanziario europeo fornisce un pretesto per misure drastiche, e sia la crisi che le misure illustrano chiaramente la strategia che ricorre al caos per riordinare gli accordi esistenti. Il caos generato in maniera deliberata è rigorosamente controllato da istituzioni finanziarie, le grandi banche e hedge funds e funziona come un efficiente meccanismo di governance e di ristrutturazione sociale.
L’attacco finanziaro alla Grecia si è prontamente trasformato in offensiva contro l’euro e, come è diventato via via più chiaro, gli sviluppi sono solo parzialmente correlati ai difetti dell’economia greca. L’intensità della crisi che ha momentaneamente costituito una minaccia per l’integrità economica e perfino politica della UE, non può essere spiegata esclusivamente dagli appetiti di sfacciati giocatori finanziari. Ci dovevano essere cause più serie dietro la situazione e in un certo qual modo gli obiettivi perseguiti da coloro che l’hanno creata possono essere capiti dalle dichiarazioni di G. Soros. In altre parole gli europei sono costretti a scegliere tra il collasso dell’eurozona e la centralizzazione della governance.
Jacques Attali ha delineato uno specifico piano di centralizzazione. In esso si suggerisce ai paesi della UE di creare istituzioni proprie per monitorare le attività degli operatori finanziari. Vi si propone anche l’istituzione di un ente di credito europeo di nuova formazione che non essendo legato alle banche centrali e di investimento europee né ai governi, garantirebbe assistenza a credibili istituzioni finanziarie locali, investirebbe nei loro fondi ed estendere i prestiti dietro specifiche condizioni. Attali inoltre invoca la formazione di un ministero di finanza europeo che dovrebbe avere fin da subito il potere di elargire prestiti a nome della UE e la creazione di un Fondo di Bilancio Europeo con il mandato di supervisionare i bilanci dei paesi il cui indebitamento progressivo costituisce l’85% del PIL. In altro modo, avverte Attali, ci si dovrebbe attendere una crisi più severa.
Sotto pressioni statunitensi, A. Merkel ha finalmente acconsentito a misure drastiche ( pare che Sarkozy abbia perfino minacciato di far tornare la Francia alla sua moneta nazionale in caso lei facesse lo stesso) e agli inizi di maggio i ministri della finanza ed economia della UE hanno firmato un accordo sui meccanismi di stabilizzazione dei bilanci nella Eurozona, che prevede l’istituzione di un cuscino di sicurezza di 60 miliardi di euro per riscattare con urgenza i paesi che lottano con le loro finanze pubbliche e l’allocazione di 400 miliardi di euro in prestiti garantiti. Il FMI ha inoltre promesso altri 250 miliardi in caso di necessità. Questo denaro deve servire come cauzione sul debito sovrano della Eurozona, una missione che per la prima volta nella sua storia, la Banca Centrale Europea si avvia a intraprendere. Misure atte a facilitare le transazioni finanziarie erano state annunciate dalle banche centrali di diverse parti del globo inclusa la Federal Reserve che sta per iniettare con urgenza dollari americani nella BCE così come nelle banche britanniche e svizzere.
Tutto questo può essere considerato come la prima fase verso l’amministrazione monetaria europea centralizzata. Non è chiaro ancora come i “grandi architetti” vedono la governance finanziaria globale e quale ruolo intendono assegnare alle istituzioni finanziarie esistenti come l’FMI. Le opzioni vanno dalla costituzione di istituzioni completamente nuove alla possibilità di usare l’FMI come centro di regolamento sovranazionale diretto da un consiglio di 24 grandi, un G-24.
Il piano imposto all’Europa dai circoli dell’élite finanziaria implica l’affrontare il problema dell’indebitamento con l’aiuto di nuovi presititi che potranno solo esacerbare anziché risolvere il problema dei bilanci. Secondo i dati di Eurostat, il debito sovrano dell’Eurozona crescerà dal 77,7% all’ 83,6% del PIL. Inoltre, la comunità di esperti ha ampiamente riconosciuto che i dati del debito per la Grecia, Portogallo e altri paesi della UE sono inverosimilmente bassi e non riflettono le reali proporzioni del problema.
Gli esperti della Lombard Odier, una banca svizzera, stimano che l’ammontare del credito inesigibile della Grecia costituisce l’875% del suo PIL, il che significa che per onorarlo il paese dovrebbe investire – senza alcun utile immediato – una cifra che supera il proprio PIL di un 8.75. La media corrispondente nella Eurozona è di 4.34. e negli Stati Uniti di 5.
Senza risolvere i problemi strutturali, le misure lenitive stanno spianando la strada alle istituzioni sovranazionali invocate da Attali. Il 21 maggio scorso, i ministri della finanza della UE, in un meeting presieduto dal presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet e dal presidente del Consiglio Europeo H. Von Rompuy, hanno adottato il piano tedesco per un coordinamento del bilancio molto più ampio che comprende penalità per gli stati che infrangono le regole di bilancio della UE. Le sanzioni comprendono la sospensione del diritto di voto per i recidivi, sospensione dei fondi per lo sviluppo strutturale, ecc. Era stato anche proposto di sottoporre i bilanci nazionali al vaglio della UE prima del loro dibattimento nelle legislature nazionali. Una relazione sarà preparata entro il 17 Giugno – data del summit della UE – con la bozza di una politica comune dell’Eurozona. Un altro – ancor più ambizioso – progetto come il controllo sui bilanci nazionali dell’Eurozona da parte di un triumvirato composto dalla Commissione europea, la BCE e l’Euro Group, verrà ugualmente discusso.
Gli svantaggi dei pacchetti per il salvataggio sono la peggior parte del problema. Nell’evocare la minaccia di collasso finanziario, i paesi della UE hanno introdotto una serie di misure di austerità estremamente impopolari come i congelamenti di salari e pensionamenti per gli impiegati pubblici, tagli nel welfare, aumento dell’età pensionabile, ecc. La Grecia è stato il primo ma non l’unico paese a essere colpito.
Il governo tedesco progetta di tagliare le spese di 10 miliardi annui tra il 2011 e 2016. La Francia ha abolito la pensione annuale per le famiglia a basso reddito. Sotto la pressione dell’FMI, la Spagna sta avviando una riforma complessiva che include congelamento dell’indice pensionistico, riduzione dei salari e licenziamenti nel settore pubblico, abolizione dei pagamenti di sostegno alle famiglie con bambini appena nati, ecc. Gran Bretagna, Italia e altri stanno percorrendo la stessa strada.
Le conseguenze delle suddette misure sono difficili da calcolare considerato che l’Europa sta già affrontando un notevole tasso di povertà e problemi di disoccupazione (quest’ultima ha raggiunto il 10% della popolazione economicamente attiva e continua a crescere e almeno 80 milioni di persone si trovano attualmente sotto la soglia di povertà).
Molto probabilmente, il governo ombra mondiale – il gruppo Bilderberg – somministrerà al pubblico l’oblio attentamente calcolato dei problemi sociali per permettere alle èlite di scaricare gli asset in crisi, conservare il controllo della situazione e deviare le proteste dalle vere cause dei problemi.
Dalla prospettiva della Russia, la conclusione è ovvia: l’intensificazione della sua integrazione nell’Europa “libera” rafforza il controllo finanziario e informativo sulla Russia esercitato da parte delle èlite globali che cercano di strapparle il ruolo di giocatore indipendente nel quadro geopolitico.

Fonte: http://en.fondsk.ru
Link: http://http://en.fondsk.ru/article.php?id=3069
3.06.2010
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.orga cura di RENATO MONTINI



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MessaggioInviato: 07/06/2010, 14:23 
La situazione è da paura cominciate a fare scorte di cibo che scadano da qui a un anno.
La sensazione è che non ce la stanno raccontando giusta allego questo articolo.

DI EUGENIO BENETAZZO
eugeniobenetazzo.com

Alla fine hanno gettato la maschera, le chiacchiere stanno a zero: l'Unione Europea e la moneta unica sono un progetto fallimentare, ancora non fallito solo per adesso. Da Novembre 2009 a Maggio 2010 la posta sul tavolo è passata dai ridicoli 10 miliardi di euro per aiutare la Grecia ai 750 miliardi per salvare il salvabile. E lo stillicidio continua: adesso tocca alla Spagna che perde la tripla A. Per chi non avesse ancora capito sta per arrivare un conto salatissimo, altro che politica di austerity dei conti pubblici stile lacrime e sangue ! Direi molto, ma molto peggio.

Cominciamo con lo svegliare il risparmiatore italiano che confida eternamente sulla sicurezza dei titoli di stato, al momento se c'è un paese al mondo che ha la possibilità di bissare il default dell’Argentina a distanza di dieci anni, lo troviamo proprio dentro ai confini europei. Eh sì, perché ormai tutta l’attenzione mediatica è incentrata sulla inquietante architettura debitoria che hanno tutti gli stati europei, nella fattispecie preoccupano gli intrecci debitori sulle detenzioni dei titoli di stato che i paesi virtuosi hanno nei confronti dei paesi periferici.

Sostanzialmente il debito dei paesi strutturalmente deficitari è in mano ai paesi virtuosi: quindi la vita di questi ultimi è strettamente collegata a quella dei paesi al momento in difficoltà. Il destino del debito dei PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna: preferisco l’Italia all’Irlanda) rappresenta il destino dell’Euro e dell’Europa.

Quello che sta accadendo il tutto il mondo è proprio una perdita di credibilità dell’euro in considerazione delle incapacità che avranno i paesi europei nel futuro per onorare questi debiti. E questa incapacità è dettata oltre che da evidenti deficienze strutturali (forse insuperabili) anche da oggettive problematiche legate allo sviluppo dei trend demografici della popolazione europea: è un po’ come avere una trave nel culo e voler andare a fare un giro in bicicletta. Direi che è abbastanza arduo oppure molto doloroso. Giorno dopo giorno la verità viene centellinata goccia a goccia per evitare fenomeni tipo le bank runs o la fuga dai titoli di stato, qualunque essi siano. Il debito infatti, prima o poi, qualcuno lo dovrà rimborsare. Quelli che scrivono che non vi è da preoccuparsi o che attraverso finanziarie che non avranno impatto sulle tasche dei contribuenti mi sembrano opinionisti improvvisati che filosofeggiano in un campo di letame.

Altro che manovre lacrime e sangue: in Europa è ormai in atto un progressivo impoverimento, il quale ha già raggiunto e superato in alcuni stati il punto di non ritorno. Quanto stiamo vivendo è il frutto della convergenza molto spiacevole di due gradienti evolutive: da una parte il processo di apertura ad Oriente senza alcun tipo di controllo o limite (che ha portato a regalare posti di lavoro una volta europei agli orientali) e dall’altra, il progressivo invecchiamento della popolazione europea, con l’Italia e la Spagna che fanno da apripista. Un modello economico (il nostro), basato su un protezionismo sociale sfrenato, purtroppo non ha futuro: il ridimensionamento del gettito fiscale dovuto ad una mutazione del tessuto produttivo e della disoccupazione giovanile sta diventando una bomba con la miccia accesa.

Vi è di più: le attuali generazioni di pensionati, a cominciare da quelli italiani, non si rendono conto di quello che sta accadendo, hanno visto in passato la giostra della cuccagna che ha sempre elargito regali a tutti e ora borbottano spazientiti perché non riescono più a conseguire le rendite finanziarie di un tempo o perché non riescono ad affittare l’appartamento che hanno ai prezzi di cinque anni fa. Purtroppo nella maggior parte dei casi abbiamo a che fare con persone stupide, ignoranti ed avide. Di certo la loro generazione al momento non può essere chiamata in causa per risolvere proprio quello che ha creato. I ragazzi di oggi che sono interinali a singhiozzo devono beffardamente ringraziare i loro nonni o i loro genitori per quello che sta accadendo o per il lavoro che non hanno. Purtroppo non può avere futuro un paese in cui sono (per adesso) i nonni a prendersi cura dei nipoti, e non il contrario. Il peggio deve ancora arrivare: l’unica incertezza è il quando.

Eugenio Benetazzo
Fonte: http://www.eugeniobenetazzo.com
Link: http://www.eugeniobenetazzo.com/vendi_tutto.htm
5.06.2010



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MessaggioInviato: 08/06/2010, 00:44 
Uk, debito enorme e il quasi default ungherese
giu 7th, 2010

di Felice Capretta

http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... ungherese/



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notizia di ieri sera:

(ANSA) - NEW YORK, 7 GIU - Chiusura in territorio negativo per Wall Street.

Il Dow Jones perde l'1,16% a 9.816,12 punti, il Nasdaq cede il 2,04% a 2.173,90 punti mentre lo S&P 500 arretra dell'1,36% a 1.050,42 punti


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IL PROBLEMA NON È NÉ LA GRECIA NÉ LA SPAGNA,
BENSÌ LA GERMANIA


giu 8th, 2010 DI VICENÇ NAVARRO

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -germania/

In questi giorni stiamo assistendo alla grande pressione che lo establishment europeo – il Consiglio Europeo, La Commissione Europea , la Banca Centrale Europea- e la maggior parte dei mass media stano esercitando sui Paesi periferici – Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda – per farli adottare politiche di austerità, riduzioni del disavanzo e del debito pubblico, abbassamento dei salari, col fine di uscire dalla Grande Recessione che l’eurozona sta attraversando. Il grande errore di questa strategia di tensione è credere in modo sbagliato che i problemi che sta attraversando l’Europa li abbiano creati questi Paesi con i loro sprechi e la loro mancanza di disciplina fiscale, cosa facilmente dimostrabile come falsa. Né vi è uno spreco nella spesa pubblica in quei Paesi (tutti loro hanno spese e impieghi pubblici più bassi della UE) né i loro redditi sono esuberanti (sono anzi, molto al di sotto della media UE indipendentemente dal loro livello produttivo ).
Il grande segreto, nascosto o ignorato dai grandi mass media d’informazione e persuasione, è che il problema della Eurozona non è da cercare in periferia ma al centro, ovvero, in Germania. L’economia tedesca è stata per diversi anni in pessime condizioni. Negli ultimi quindici anni non ci è stato un aumento dei salari, come conseguenza delle misure antisindacali attuate dai governi di Gerhard Schroeder – tra cui la celebre riforma 2010- e di Angela Merkel, agevolate anche dalla grande disponibilità di mano d’opera proveniente dalla ex Germania dell’Est e dagli immigrati dell’Est europeo.
Nella foto: manifestanti greci con una bandiera UE.
Negli ultimi quindici anni i suoi investimenti sono stati pochi (di meno conto che nei Paesi periferici), la sua crescita economica molto lenta (molto di più che nei Paesi periferici) e la sua disoccupazione è in crescita. In effetti, la crescita della produttività è stata inferiore rispetto alla maggior parte dei Paesi periferici ad eccezione della Spagna (vedi il mio articolo “Il problema non è nella periferia della zona euro ma nel centro”, Sistema Digitale, 27.05.10, oppure nel mio blog http://www.vnavarro.org, sezione Economia Politica).
La diminuzione dei proventi del lavoro in Germania ha dato luogo a un problema più grande in confronto alla mancanza di offerte di lavoro; la mancata crescita dei salari, che è diminuita come percentuale nell’insieme del reddito nazionale, ed ha avuto come risultato che i salari sono cresciuti meno della produttività. Così, la crescita economica tedesca non si è basata sulla crescita della domanda interna bensì sulla crescita delle esportazioni, con conseguente accumulo di euro nelle banche tedesche, visto che due terzi delle loro esportazioni vanno verso Paesi europei che pagano in euro.
Cosa ha fatto la banca tedesca con così tanta disponibilità di liquidi? Diverse cose. Una è stata quella di prestarli ai paesi mediterranei. Il flusso di euro (dalle banche tedesche verso le banche spagnole, ad esempio) è stato immenso. Questo flusso aiutò la banca spagnola ad impostare un eterogeneo sodalizio bancario – immobiliare –costruttori edili, un team altamente speculativo che insediò la bolla immobiliare e che fu il motore rombante dell’economia spagnola. Un’altra cosa che fece la banca tedesca fu comprare il debito estero dei Paesi del Mediterraneo ad alto interesse. La maggior parte del debito estero di questi Paesi è proprietà della banca tedesca (e di quella francese). E, se non bastasse ciò, ingenti somme di capitale tedesco sono state investite direttamente in attività speculative di tipo immobiliare nei sudetti Paesi periferici. Buona parte della distruzione della costa spagnola è stata finanziata dagli investimenti tedeschi.
Ma tutto questo finì. Il collassare delle bolle immobiliari e la crisi delle banche statunitensi e britanniche, direttamente collegate alla banca tedesca, crearono un enorme problema per quest’ultima. Ed ecco qua il nocciolo della questione. Le politiche di austerità che l’establishment europeo pretende punta, in realtà, a conservare integri i tornaconti delle banche (compresa quella tedesca) . Come ben disse il premio nobel per l’economia Joseph Stiglitz, il presunto riscatto da parte del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea verso i Paesi periferici non è che il salvataggio delle banche del centro (tedesche e francesi). Si prestano soldi agli Stati periferici perche possano pagare le banche dei paesi centrali. Questo è il grande segreto che i mezzi di persuasione ignorano o nascondono. In realtà tutto poteva svolgersi in altro modo se il conflitto tra Gerhard Schroeder, Cancelliere tedesco, e Oskar Lafontaine, Ministro delle finanze, fosse stato vinto da quest’ultimo. Fu Schroeder, più vicino al settore bancario e al mondo delle esportazioni, che vinse (causando l’uscita di Lafontaine dal governo e dal partito socialdemocratico). Se in Germania avesse vinto la sinistra, il paese sarebbe cresciuto economicamente sulla base della domanda interna, aiutando così non solo la classe operaia tedesca ma anche tutta la UE. Questa misura inoltre, avrebbe anche corretto l’eccesivo disavanzo negativo sulla bilancia dei pagamenti dei Paesi periferici, in gran parte causa dei loro problemi. Come disse la Ministra dell’economia del governo francese Sig.ra Christine Lagarde, “l’odierno problema della Germania è la paralisi della domanda interna dovuta alla immobilità degli stipendi. E’ necessario che questi crescano e anche rapidamente”. Non si poteva esprimere meglio.
La banca tedesca, tuttavia, si oppone a tutto ciò, non solo in Germania ma in tutta la UE. La BCE (Banca Centrale Europea), il FMI (Fondo Monetario Internazionale) e la Banca di Spagna sono le voci neoliberali di più forte opposizione. Il loro desiderio è che la banca non sia colpita negativamente, visto che è stata capace di produrre lauti profitti a suon di abnormi debiti, sia pubblici che privati, che inaspettatamente però, potrebbero rivelarsi il loro tallone d’Achille. Nientemeno che il segretario al Tesoro del governo Obama, il Sig. Timothy Geithner, ha chiesto di sottoporre la banca europea (in modo speciale nei paesi del centro della eurozona) a una prova di stress simile a quella nordamericana. Ecco perché i banchieri tedeschi (anche la BCE) vorrebbero, soprattutto, essere pagati per poter diminuire la spesa pubblica e i salari degli Stati, non solo nei periferici questa volta, ma anche in quelli centrali, compreso il loro.
L’alternativa sarebbe un notevole aumento della produzione interna (aumentando la massa salariale e il debito pubblico), consentendo una moderata inflazione per stimolare la crescita economica e saldare il debito e la creazione di banche pubbliche statali che garantiscano il credito. Le attuali banche, naturalmente, non ci stanno e tutti i grandi mass media d’informazione e persuasione soprassiedono. Le cinque testate più importanti del Paese hanno appoggiato nei loro editoriali le proposte del Fondo Monetario Internazionale che assieme alla BCE sono il perno dell’ortodossia neoliberale del mondo odierno. E così andiamo……

Articolo pubblicato col permesso del autore, tramite licenza della Creative Commons, rispettando il desiderio che altre fonti possano fare altrettanto.
Titolo originale: "No son Grecia ni España el problema; es Alemania"
Fonte: http://www.elplural.com
Link
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MARISA CRUZCA



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MessaggioInviato: 09/06/2010, 11:52 
L’ EURO “SARA’ MORTO ENTRO CINQUE ANNI”

giu 9th, 2010

DI EDMUND CONWAY
telegraph.co.uk

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Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... nque-anni/

Secondo la gran parte degli economisti che hanno preso parte ad una vasta indagine economica per il Sunday Telegraph, l’euro andrà in pezzi prima del termine di questo mandato parlamentare

L’indagine conferma i sospetti che il nuovo cancelliere George Osborne dovrà scontrarsi con la piena crisi dei partner commerciali della Gran Bretagna durante i suoi primi anni in carica.
La moneta unica è agonizzante e potrebbe non sopravvivere con i suoi attuali membri per una settimana, per non parlare dei prossimi cinque anni, secondo un campione di risposte dell’indagine – la prima vera ampia “cartina al tornasole” dell’opinione economica nella City dopo le elezioni. Quanto emerge conferma i sospetti che il nuovo cancelliere George Osborne dovrà scontrarsi con la piena crisi dei partner commerciali della Gran Bretagna durante i suoi primi anni in carica.
Dei 25 principali economisti della City che hanno preso parte all’indagine del Telegraph, 12 hanno previsto che l’euro non sarebbe arrivato alla fine del mandato parlamentare nella sua forma attuale, contro gli otto che hanno sostenuto il contrario. Cinque si sono detti incerti. Questa è solo una delle straordinarie conclusioni [che sono state tratte], compreso che:
• l’economia crescerà di oltre un punto percentuale in meno il prossimo anno rispetto a quanto previsto nel bilancio di marzo;
• il governo prenderà in prestito quasi £10 bilioni di sterline in meno l’anno prossimo di quanto precedentemente previsto dal tesoro, nonostante questa crescita più lenta.
• altrettanti economisti credono che la Banca d’Inghilterra non aumenterà i tassi fino al 2012 o oltre, perché pensano che farà alzare i costi del credito quest’anno.
Ma la conclusione sull’euro è forse quella più straordinaria. Un anno fa o meno, in pochi nella City avrebbero previsto con sicurezza la fine della moneta. Ma gli eventi drammatici della Grecia, della Spagna e del Portogallo nelle scorse settimane, oltre all’affermazione del cancelliere tedesco Angela Merkel che l’euro è di fronte ad una “crisi esistenziale”, hanno modificato radicalmente le opinioni.
Due degli otto esperti che hanno previsto che la moneta avrebbe resistito, hanno detto che ciò sarebbe stato possibile solo al prezzo di vedere l’inadempienza di almeno uno degli stati membri per il suo debito sovrano. Andrew Lilico, capo economista del “think tank” Policy Exchange, ha detto che c’era “quasi possibilità zero” che l’euro sopravvivesse con i suoi attuali membri, aggiungendo: “la Grecia sicuramente sarà inadempiente sui suoi debiti, e rimane aperta la domanda se la Grecia subirà una qualche forma di rivoluzione o un colpo di stato – direi che questo possa accadere nei prossimi cinque anni con circa una probabilità su quattro”.
Douglas McWilliams del Centre for Economics and Business Research ha detto che la moneta unica “potrebbe non reggere neanche fino alla settimana prossima”, mentre David Blanchflower, professore del Dartmouth College ed ex stratega della Banca d’Inghilterra, ha aggiunto: “le implicazioni politiche [della disintegrazione dell’euro] saranno probabilmente profonde – i tedeschi sono contrari a pagare per gli altri e potrebbero bene ritirarsi”.
Quattro degli economisti hanno detto che, nonostante i più diffusi sospetti che la Grecia o altre economie più deboli possano essere costrette ad uscire dall’eurozona, lo stato che potrebbe ritirarsi con maggiore probabilità è la Germania.
Peter Warburton, della società di consulenza Economic Perspectives, ha detto: “possibilmente se ne andrà la Germania. Possibilmente altri paesi dell’Europa centrale ed orientale – più la Danimarca – si saranno aggiunti. Possibilmente, ci saranno più livelli di appartenza all’UE e ci sarà un meccanismo per entrare e uscire dalla moneta unica. Credo che il progetto sopravviverà, ma non nella sua forma attuale”.
Tim Congdon dell’International Monetary Research ha affermato: “l’eurozona perderà tre o quattro membri, la Grecia, il Portogallo, forse l’Irlanda e potrebbe disgregarsi del tutto a causa del crescente attrito tra Francia e Germania”.
Le recenti preoccupazioni per le sorti dell’euro fanno seguito alla creazione nel mese scorso di un fondo di salvataggio di $ 1 trilione di dollari (£691 bilioni di sterline) per evitare futuri crolli. Sebbene il fondo avesse inizialmente aumentato la sicurezza, gli investitori hanno abbandonato l’euro dopo che i politici si sono dimostrati riluttanti a sostenerlo senza riserve.

Fonte: http://www.telegraph.co.uk
Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/econ ... years.html
5.06.2010
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI



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Bilderberg 2010:
Il Cospiratorio Bilderberg Group stà correndo impaurito


giu 9th, 2010 Alex Jones & Aaron Dykes

Immagine

Fonte: Infowars.com
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... impaurito/

Alex Jones analizza gli sviluppi significativi che sono emersi da fonti interne alla riunione del Bilderberg 2010 in Spagna. C’è un clima litigioso e urgente dietro le quinte del meeting segreto.
I partecipanti hanno riferito preoccupazioni circa il potenziale collasso dell’Euro, la guerra con l’Iran e l’aumento del dissenso politico contro il governo mondiale.
La maggiore urgenza all’interno del Bilderberg 2010 è l’instabilità che circonda l’Euro, che minaccia di dipanarsi, e far perdere lo slancio per una maggiore integrazione regionale e una conseguente valuta globale.
Più seriamente, il veterano Jim Tucker ha detto all’Alex Jones Show, che molti partecipanti all’interno del Bilderberg sono stati molto favorevoli all’avvio della guerra da lungo in ebollizione con l’Iran. Secondo fonti interne, anche un attacco nucleare non è stato messo fuori dai loro piani. Inoltre, è stato rilevato che molti membri hanno rifiutato di partecipare quest’anno perchè la consapevolezza pubblica ha raggiunto un livello significativo cosicchè la pressione politica è stata posta sui personaggi che vi partecipavano, forse per la prima volta in assoluto. Molti funzionari avevano "paura" di potenziali scrutini.
L’atmosfera di panico generale sulle questioni economiche dell’anno precedente – dimostrata più drammaticamente dalle rivolte al Fondo Monetario Internazionale in Grecia – ha segnalato una perdita di controllo, mentre la rabbia del pubblico si è diffusa a livello globale. Quest’anno il Bilderberg è anche preoccupato per le significative proteste al di fuori della riunione stessa, nonche dell’aumento della copertura mediatica del Bilderberg. I media mainstream hanno iniziato a darne notizia: il Drudge Report è in collegamento per la copertura; Charlie Skelton ha avviato il secondo anno di copertura per il Guardian di Londra; Russia Today ha fatto una copertura estesa; gli speakers stanno chiedendo risposte sul Bilderberg all’interno del Parlamento Europeo.
Questo atteggiamento ci porta inoltre alle testimonianze di conversazioni all’interno dell’hotel. Un membro degli organizzatori della conferenza – gli impiegati della segreteria che lavorano per conto del potente gruppo – è stato udito dal reporter del Guardian di Londra Charlie Skelton, discutere la "paurosa" presenza di un Alex Jones che incornava come un toro i meeting sia del 2006 che del 2008.
Queste persone erano unite nel lamentarsi del crescente numenro di manifestanti che avevano iniziato a circondare gli hotel attraverso il mondo durante gli ultimi anni della conferenza.
La rivolta popolare e il dissenso politico attraverso i tea parties, i "Ricercatori di Verità" e critici del Bilderberg hanno, se non altro, contribuito alla crescente ondata di votanti che fanno fuori i titolari di cariche e alle dimostrazioni di rabbia furiosa, sia a Wall Street che a Washington. Parte integrante di ciò è il fallimento quasi totale dell’agenda dei globalisti per il governo mondiale a Copenhagen, il fallimento del passaggio degli schemi di tassazione sul Cambiamento del Clima e un diffuso rigetto della falsa retorica del "riscaldamento globale" e la rabbia del pubblico verso i dati scottanti dello scandalo Climagate lo scorso autunno.
Questo irretisce con toni malinconici l’ex consigliere della sicurezza nazionale e co-fondatore della Commissione Trilaterale Zbigniew Brzeziski, che recentemente si è lamentato davanti all’uditorio del Council on Foreign Relations che, per la prima volta nella storia "L’umanità per la prima volta nella storia è politicamente risvegliata e eccitata". Egli ha inoltre avvertito che la crescita della Cina e di altre potenze ha compromesso per sempre ogni speranza di un’egemonia mondiale unipolare dettata unicamente dall’elite anglo-americana.




Link articolo originale:
http://www.prisonplanet.com/alex-jones- ... cared.html

Link
http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2 ... torio.html



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Molto, ma molto interessante, TTE.

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MessaggioInviato: 10/06/2010, 13:32 
VISTE ASSIEME TUTTE LE PREVISIONI DICIAMO PURE CHE SIAMO NELLA M....A FINO A QUA'!


LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI ECONOMICI PER IL RESTO DEL 2010
Postato il Martedì, 08 giugno @ 17:10:00 CDT di davide

FONTE: RENSE.COM

Bob Chapman

Nei primi sei mesi del 2010, gli americani continueranno a vivere nel “mondo irreale”. Il periodo che intercorre tra luglio e ottobre sarà quello dove scoppieranno i fuochi d’artificio della finanza. La Fed agirà unilateralmente per la propria sopravvivenza, senza curarsi delle implicazioni politiche (la fonte è un addetto ai lavori nel corso delle riunioni della Fed). Nell’ultimo trimestre dell’anno potremo assistere persino alla legge marziale, anche se questa è più probabile nel primo semestre del 2011. Il FDIC crollerà nel settembre 2010. Il settore immobiliare commerciale è previsto che imploda nel 2010. Wall Street crede che esiste una possibilità di tracollo del 100% nel mercato obbligazionario, soprattutto per le obbligazioni degli enti locali. Il dollaro sarà svalutato entro la fine del 2010.

Gerald Celente

Attacchi terroristici e il “crollo del 2010”. Una svalutazione iniziale del 40% = la più forte depressione, peggiore della Grande Depressione.



George Ure

Mercati in rialzo fino a metà-fine estate. Poi “tutto a rotoli” per il resto dell’anno.

Igor Panarin

Nell’estate del 1998, sulla base di dati riservati sullo stato dell’economia e della società americana fornitigli da un amico analista del FAPSI, Panarin predisse per il 2010 la probabile disintegrazione gli Stati Uniti in sei zone geografiche (alla fine di giugno-inizio di luglio 2010, come specificò meglio il 10 dicembre 2000).

Neithercorps

Hanno previsto che la terza e ultima fase del crollo economico inizierà in qualche periodo del 2010. Salvo qualche miracolo finanziario, o la completa dissoluzione della Federal Reserve, un’implosione simile ad una valanga dovrebbe essere visibile entro la fine di quest’anno. Il comportamento della Fed, oltre a quello del FMI, pare suggerire che si stiano preparando per un crollo mirato, che toccherà il picco nel giro di poche settimane o mesi, non di anni, e la fine quasi certa del dollaro.

Webbots

Da luglio in avanti le cose sembreranno molto strane. Rivoluzione. Fine del dollaro a novembre 2010.

LEAP 20/20

Le prospettive per il 2010 viste da un gruppo di 25 economisti europei con un livello di precisione del 90% - Anticipiamo un’improvvisa intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010, causata dal doppio effetto di bloccare eventi che erano stati temporaneamente “congelati” nella seconda parte del 2009 e l’impossibilità di mantenere le cure palliative degli anni scorsi. E’ in arrivo la tempesta (economica) perfetta all’interno dei mercati finanziari globali e un’inevitabile pressione sui tassi di interesse negli Stati Uniti. L’iniezione di denaro a costo zero nel sistema bancario occidentale non è riuscita a far ripartire l’economia. Nonostante il denaro a costo zero, il sistema è in stallo e si sta lentamente ribaltando verso la prossima grande ondata di ribassi che, nella terminologia dell’Elliott Wave, sarà l’Ondata Tre del Super Ciclo, o in parole più comprensibili, “Quella grossa, dove si andrà tutti assieme a gambe all’aria”.

Joseph Meyer

Previsioni sull’economia. Vede il continuo calo del mercato immobiliare e ha consigliato alla gente di investire in metalli preziosi e materie prime, oltre a tenere contanti in casa in un luogo sicuro nell’eventualità della chiusura degli sportelli bancari. Il mercato azionario, dopo aver raggiunto il picco a marzo o aprile (intorno a 10.850) diminuirà fortemente tra i 2.450 e 4.125 punti nel corso della prossima flessione.

Harry Dent (investitore)

Un secondo crollo molto probabile entro la fine del 2010. L’imminente depressione inizierà intorno all’estate. Dent vede che il mercato azionario, che al momento sta godendo un momento di rialzi e un’entusiasmante attività economica, sta portando in scioltezza il Dow verso i 10.700 – 11.500 punti rispetto ai livelli attuali di circa 10.090 punti. Ma poi vede una pesante battuta d’arresto, seguita da una forte discesa (dall’inizio di marzo fino a fine aprile) che potrebbe portare il Dow, alla fine di quest’anno, a 3.000-5.000 punti, ipoteticamente intorno ai 3.800.

Richard Russell (esperto di mercati)

A partire dal 3 febbraio 2010, vede che il mercato al rialzo è sul punto di spezzarsi e sta arrivando il panico. Prevede un aggiustamento della salita dai minimi del 2002 di 7.286 fino ai massimi del mercato in rialzo di 14.164,53 registrati il 9 ottobre 2007. Il punto mediano del rintracciamento era 10.725. Il rintracciamento totale era 6.547,05 il 9 marzo 2009. Russell ora prevede che il Down scenda a 7.286 e se quel livello non viene mantenuto, “prevedo che che sprofondi fino ai minimi di 1.000 punti del periodo 1980-82”. Le azioni attuali sono le peggiori che abbia mai visto (Bob Chapman sostiene che è insolito per Russell uscirsene con queste sconcertanti dichiarazioni perché non si fa mai prendere dall’allarmismo e quasi mai sbaglia).

Niño Becerra (docente di economia)

Previsto nel luglio 2007, quello che stava per accadere era che alla metà del 2010 ci sarebbe stata una crisi paragonabile solo a quella del 1929. Dall’ottobre 2009 al maggio 2010, la gente inizierà a vedere che le cose non stanno andando nella direzione che credeva il governo. Nel maggio 2010, la crisi inizierà con tutta la sua forza e continuerà ad intensificarsi per tutto il corso del 2011. Becerra aveva previsto con esattezza l’attuale recessione e il crollo dei mercati.

Lyndon Larouche

La crisi sta accelerando e peggiorerà settimana dopo settimana fino a che il sistema si sgretolerà fino a crollare, probabilmente quest’anno. E quando accadrà, sarà il crollo più imponente dalla caduta dell’Impero Romano.

Wall Street Journal (febbraio 2010)

“State assistendo ad un crollo epocale del sogno americano, un crollo sistemico della nostra democrazia e del nostro capitalismo, un crollo trainato dall’insaziabile e cieca avidità di Wall Street: un governo con molti problemi, mercati dissennati, un’economia sull’orlo del precipizio. Moltiplicate queste cose di tre, quattro, cinque volte e vedrete un mondo nello scompiglio più totale. Facciamo finta di niente o domani sarà troppo tardi”.

Eric deCarbonnel

Non c’è alcuna priorità per il panico e il caos che ci saranno nel 2010. Il quadro globale per l’offerta/domanda di generi alimentari non è MAI stato così sbilanciato. La crisi alimentare del 2010 ristabilirà l’ordine economico, finanziario e politico del mondo, e coloro che non saranno preparati soffriranno perdite terribili. Mentre il dollaro perderà buona parte del proprio valore, i risparmi americani saranno spazzati via. L’economia dei servizi degli Stati Uniti si disintegrerà mentre la spesa dei consumatori in termini reali (vale a dire, oro e altre monete stabili) colerà a picco, portando la disoccupazione a livelli superiori a quelli della Grande Depressione. I servizi e i programmi sanitari saranno tagliati poiché le persone non avranno più risparmi/credito/entrate per pagare le cure mediche. Il valore degli investimenti verrà azzerato. I mercati del debito degli Stati Uniti si congeleranno di nuovo, questa volta in modo permanente. Non ci saranno acquirenti se non ai prezzi più stracciati, e l’inflazione ne azzererà il valore prima ancora che i mercati del credito abbiano una qualche possibilità di ripresa. Il panico nel 2010 renderà senza più alcun valore la maggior parte dei derivati. Poiché il mercato dei derivati opera sull’assunzione della continua stabilità del dollaro e del debito americano nel breve termine, l’utilizzo dei derivati per scommettere contro il dollaro NON è una buona idea. Il crollo del dollaro priverà i consumatori americani di tutto il potere d’acquisto, e qualsiasi investimento che dipende dai consumi americani perderà buona parte del proprio valore.

Rapporto Alpha-Omega (previsione sugli andamenti)

Entrando nel 2010, gli andamenti sembravano non portare a nulla, se non all’oblio. Geopoliticamente il Medioriente era ed è diretto verso un qualche genere di conflitto militare, più probabile nella metà dell’anno, forse prima. Al momento, sembra che il 2010 si stia sviluppando come un anno di caos assoluto. Vediamo aria di guerra tra Israele e i suoi paesi vicini che destabilizzerà ogni aspetto delle attività umane. In caso di guerra, vedremo una forte disgregazione di tutti gli altri andamenti sociali. L’Iran molto probabilmente chiuderà i flussi di petrolio dal Golfo Persico e questo avrà conseguenze pesantissime per l’economia mondiale. Il prezzo del petrolio schizzerà alle stelle e sarà così caro che le economie del mondo andranno in rovina. Oltre alle linee economiche, ci sono anche degli indicatori di andamento che indicano un potenziale tracollo totale del sistema finanziario mondiale seguito dallo sviluppo di una grossa crisi in ogni trimestre dell’anno. Il 2010 potrebbe essere l’anno del tracollo per l’economia mondiale, indipendentemente da quello che accadrà in Medioriente.

Robin Laundry (esperto di mercati)

Credo che ci stiamo dirigendo verso nuovi massimi di mercato tra i 10.780-11.241 punti nei prossimi mesi. Il periodo più probabile per il massimo è aprile-maggio. Da tenere presente, secondo me, gli indizi secondo cui ci troviamo in un mercato in salita a cui seguirà una decisa diminuzione quando terminerà questo rialzo.

John P. Hussman

Secondo le mie stime, siamo ancora vicini all’80% di probabilità (regola di Bayes) che nel corso del 2010 avvenga un secondo crollo dei mercati e una flessione economica.

Robert Prechter

Fondator di Elliott Wave International, implora gli investitori “al dettaglio” di rimanere lontani dai mercati per il momento. Prechter, che era ottimista quando i mercati erano ai minimi nel marzo 2009, ora sostiene che il mercato azionario “si trova in una zona vicina ai massimi” e prevede ”un altro crollo nel 2010 che porterà le azioni sotto ai minimi del 2009”. A buon intenditor poche parole: “essere pazienti, non avere fretta”, conservare i propri soldi in contanti e in beni equivalenti ai contanti.

Richard Mogey

Attuale direttore di ricerca presso la Fondazione per lo Studio dei Cicli. A causa della convergenza contemporanea di numerosi cicli, il mercato azionario potrebbe salire per un po’ di tempo ma crollerà nel 2010 e raggiungerà i minimi di tutti i tempi alla fine del 2012. Mogey sostiene che il crollo del 2008 non è stato nulla in confronto al crollo imminente. L’oro potrebbe regolarsi nel 2009, risalire nel 2010 e toccare il picco nel 2011. L’argento seguirà l’andamento dell’oro.

James Howard Kunstler (gennaio 2010)

L’economia, per come la conosciamo, non può semplicemente più andare avanti così, e questo James Howard Kunstler lo sta dicendo fin dal principio. Buffonate come incentivi e salvataggi peggioreranno soltanto il problema cruciale aggiungendo altro debito. Non ci sarà da attendere molto prima che tutto crolli e vada in rovina. Per l’economia, intendo. Specialmente la parte che consiste nello scambiarsi certificati di carta. Sono queste le voci che ho percepito nelle prime due settimane del 2010.

Peter Schiff (13 marzo 2010)

“Secondo me il mercato si trova ora nella posizione migliore per un’enorme svendita di dollari. Nel 2010 i fondamentali per il dollaro sono ben peggiori di quanto lo erano nel 2008 ed è difficile immaginare un qualche motivo per cui la gente debba continuare a comprare una volta che verrà ristabilito un briciolo di stabilità politica e monetaria in Europa. In effetti, l’Euro recentemente si è stabilizzato. La mia sensazione è che la svendita del dollaro sarà rapida e improvvisa. Una volta che il dollaro sarà nettamente sotto ai minimi dello scorso anno, molti operatori che avevano abbandonato la nave nell’ultimo recupero cercheranno di ristabiliare le loro posizioni. E questo accelererà la diminuzione del dollaro e sposterà di nuovo l’attenzione di tutti sul disastro finanziario che si sta sviluppando negli Stati Uniti. Qualsiasi dubbio sul futuro del dollaro americano dovrebbe essere sepolto con l’annuncio di oggi da parte del presidente della Federal Reserve di San Francisco Janet Yellen che è stata nominata vicepresidente del consiglio di amministrazione della Fed, e quindi con poteri di voto nella Commissione sui Mercati Aperti che stabilisce i tassi di interesse. La Yellen si è guadagnata la fama di essere, tra le alte sfere della Fed, la più accanita nel sostenere che l’inflazione non è una cosa negativa e ha un impatto minimo sull’economia”. Schiff è noto per le sue puntuali previsioni degli eventi economici del 2008.

Lindsey Williams

Dollaro svalutato del 30-50% entro la fine dell’anno. Sarà molto difficile per l’americano medio potersi permettersi anche il cibo. Queste informazioni gli sono state fornite da un membro interno agli Illuminati.

Economista anonimo che lavora per il governo degli Stati Uniti

Quello a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni non è niente in confronto a quello a cui assisteremo quest’anno. Se adesso avete un lavoro, potrete non averlo più tra tre mesi o tra sei mesi (agosto 2010). Il mercato azionario diminuirà = grande depressione. Gli investitori stranieri cessano di finanziare il debito = crollo. 6,2 milioni di persone stanno per perdere il loro posto di lavoro.

Jimmy “Doomsday”

Il Dow scenderà sotto i 7.000 prima di metà estate 2010 – il dollaro supererà 95 nel dollar index prima di metà estate 2010 – l’oro scenderà sotto gli 800 dollari prima di metà estate 2010 – l’argento scenderà sotto i 10 dollari prima di metà estate 2010 – l’implosione del debito della California avrà una prima forte svolta entro metà estate ed entrerà in modalità crisi prima del quarto trimestre 2010 – il dollar index sprofonderà sotto 65 tra il terzo e quarto trimestre 2010 – l’immobiliare commerciale entrerà in modalità crisi nel quarto trimestre 2010 – più di 35 stati saranno salvati entro il quarto trimestre 2010 dai contribuenti americani – alla fine del quarto trimestre 2010 l’oro toccherà i 1.600 dollari e l’argento balzerà a 35 dollari l’oncia.

Fonte: http://www.rense.com
Link: http://www.rense.com/general90/predicts.htm
25.05.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di JJULES



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Cita:
estraterrestre ha scritto:

LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI ECONOMICI PER IL RESTO DEL 2010



Grazie caro... molto interessante [8D]



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MessaggioInviato: 11/06/2010, 13:40 

LaGrandeOpera — 08 giugno 2010 — Intervista di Russia Today al giornalista investigativo Daniel Estulin, presente alla recentissima riunione del gruppo Bilderberg.
Invitato da Borghezio, esponente della Lega Nord in Italia, D. Estulin espone gli intenti le opere e i partecipanti di questo privato gruppo eleitario.
Estulin: "Mi auguro che queste informazioni possano avere l'effetto di una bomba atomica metaforica al Parlamento Europeo" - Traduzione: Heimskringla
Daniel Estulin: Denuncia del Gruppo Bilderber al Parlamento Europeo.
Fonte:
http://www.danielestulin.com/2010/06/03 ... to-europeo
Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA


Il ricercatore Daniel Estulin ha pronunciato un discorso di fronte la classe politica a Bruxelles, rivelando l’intenzione dell’élite finanziaria di far collassare l’economia globale e trasformare il mondo in una corporazione, della quale loro ne sono i beneficiari.
Signori e Signore,
Siamo oggi nella condizione di cambiare la storia. Finalmente credo che l’umanità abbia un futuro. Una popolazione in un momento demoralizzata e senza scopi sta uscendo da un lungo sogno. In questo risveglio generale, le persone cominciano a fare le domande giuste. Non è più, "cosa otterrò con questo?" Ma “cosa è giusto?”. E’ un fenomeno internazionale di risposta e reazione ad una marcata percezione che il mondo intero è destinato alla catastrofe a meno che noi, le persone, facciamo qualcosa al riguardo.

Ho scritto un libro sull’argomento Bilderberg. Il libro, in certo modo, si è trasformato nel catalizzatore di un movimento in tutto il mondo. Adesso, non abbiamo molto tempo, quindi vorrei spiegarvi cos'è il Bilderberg e perché deve essere fermato ....
PUBBLICATO DA GIUDITTA IL 6/10/2010 10:45:00 PM
http://tuttouno.blogspot.com/2010/06/bi ... urlin.html



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MessaggioInviato: 11/06/2010, 14:52 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Invitato da Borghezio, esponente della Lega Nord in Italia, D. Estulin espone gli intenti le opere e i partecipanti di questo privato gruppo eleitario.

Estulin: "Mi auguro che queste informazioni possano avere l'effetto di una bomba atomica metaforica al Parlamento Europeo" - Traduzione: Heimskringla

Daniel Estulin: Denuncia del Gruppo Bilderber al Parlamento Europeo.

Fonte:
http://www.danielestulin.com/2010/06/03 ... to-europeo


Hai capito Borghezio.....zitto zitto.... [8D]



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Borghezio zitto zitto...[;)]


venerdì 11 giugno 2010
Giappone rischio default
http://informazionescorretta.blogspot.c ... fault.html

Allarme rosso nel mar Giallo, oggi tocca a Tokio che è senza soldi e rischia il default.
Parola del nuovo premier Naoto Kan, che ha messo l'accento sulla necessità di promuovere "subito" il risanamento.
Anche se il debito pubblico, proiettato verso il 200% del Pil, è posseduto al 94,8% da investitori istituzionali e retail domestici, "i nostri conti sono diventati i peggiori tra le economie dei Paesi sviluppati e non è possibile andare avanti con queste politiche fiscali, condizionate dal crescente bisogno di emettere nuovi titoli di Stato".
Come è accaduto in Europa per effetto della Grecia, "c'é il rischio di collasso se continuiamo a far crescere il debito pubblico e perdiamo la fiducia dei mercati", ha aggiunto Kan, nel corso del suo lungo intervento alla Dieta.



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