Giovedì 24 giugno 2010 Marea nera: Bp, come se niente fosse, prepara le trivelle in Alaska di Teresa Scherillo
“Drill baby, drill”. La società inglese rimette il tappo nel Golfo del Messico e mentre la fuoriuscita di greggio continua ad avvelenare i mari del sud, nel profondo nord, scalda i motori per nuove perforazioni. La novità è che le nuove trivelle non saranno più posizionate in profondità in mezzo al mare, ma così vicino alle coste e così in superficie da essere considerate ‘on shore’, trivellazioni sulla terraferma. È questo il progetto, denominato Liberty, al quale il gruppo petrolifero britannico sta lavorando. Dovrebbe diventare operativo nel prossimo autunno e il gruppo ha già ottenuto tutti i permessi necessari. A rivelarlo è stato oggi il New York Times, che ha offerto nel dettaglio il quadro del progetto.
ON SHORE - Liberty prevede trivellazioni ad appena 5 km dalle coste dell’Alaska, nel mare di Beaufort. Collocata su un’isola artificiale realizzata dalla stessa Bp, una trivella dovrebbe perforare il fondo del mare in verticale per circa 3 km, quindi proseguire orizzontalmente per una decina di chilometri fino a raggiungere un pozzo, chiamato appunto ‘Liberty’. E proprio per il tipo particolare di trivellazione, tecnicamente tanto difficile quanto possibile, il pozzo è stato classificato ‘on shore’, sulla terraferma. Una terraferma che però non esisteva in natura. L’ha realizzata la stessa Bp in acque non più profonde di una decina di metri. Un getto di ghiaia che è stato trasformato in un’isola di oltre 12 ettari, in acque non più alte di 7 metri.
AGGIRARE LA MORATORIA - Questo ha consentito alle autorità dell’Alaska di considerare ‘on shore’ il pozzo, e come tale non soggetto alle regole delle trivellazioni ‘off shore’, per le quali la Casa Bianca ha chiesto una moratoria. I tecnici della Bp hanno assicurato che non esistono rischi, ma scienziati ed esperti esprimono più di una perplessità. Interpellati dal Nyt, ricercatori legati a gruppi ambientalisti sottolineano che perforare ‘in orizzontale’ rappresenta un rischio enorme, e non è affatto giusto che quel pozzo sia stato classificato ‘on shore’. Si profila dunque un’altra battaglia legale, come quella che, sull’emergenza marea nera, la Casa Bianca sta combattendo con il giudice federale Martin Feldman, del distretto di New Orleans.
SECONDO NO AD OBAMA - Feldman martedì scorso aveva detto no alla moratoria chiesta dall’amministrazione Obama. Ieri la Casa Bianca ha presentato ricorso, chiedendo il congelamento delle trivellazioni fino a che non si conoscerà l’esito dell’appello. Oggi Feldman ha ribadito il suo secondo no, negando la richiesta di congelamento presentata dai legali dell’amministrazione Obama. Tutto ciò mentre, nella notte, Bp ha annunciato di aver rimesso il tappo sul fondo del Golfo del Messico, che era stata costretta a rimuovere in seguito ad un incidente con uno dei robot sottomarini.
_________________ « Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)
« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata » (Margaret Mead)
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Inviato: 25/06/2010, 12:53
Facciamo un po' di calcoli...
...dal giorno del disastro (20 aprile 2010) ad oggi (25 giugno 2010) sono passati 66 giorni. La perdita di greggio stimata dall'amministrazione USA è di 60.000 barili al giorno. Quindi, fino ad oggi, 3.960.000 barili di petrolio persi in mare. Se contiamo che un barile è 42 galloni USA (158,987294928 litri) la perdita di greggio è stata di 629.589.687,91488 litri
Se ora diamo credito alle stime non ufficiali che stimano una perdita media di 100.000 barili di petrolio al giorno arriviamo a 6.600.000 barili e, quindi, 1.049.316.146,5248 litri di greggio dispersi in mare
Personalmente credo che la stima reale sia in mezzo e si aggiri tra i 70 e 80 mila barili al giorno ma anche quella data dall'amministrazione USA fa paura.
Ora, se contiamo anche i gas dispersi dalla falla oltre al petrolio arriviamo ad un disastro senza precedenti.
Sinceramente mi sto' preoccupando seriamente specialmente per il mondo che lascio ai miei figli
Ps. Sembra assurdo ma il problema piu' grave non è il petrolio ma gli elementi volatili che vanno nell'atmosfera e ricadono (dove gli pare a loro) sotto forma di pioggia
_________________ <h5>Il possibile lo abbiamo già fatto, l'impossibile lo stiamo facendo, per i miracoli ci stiamo attrezzando</h5>
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Inviato: 25/06/2010, 13:18
MA QUALI CONSEGUENZE CI SARANNO PER LA CORRENTE DEL GOLFO E IL PETROLIO FUORIUSCITO SARà UN PROBLEMA GROSSO ANCHE PER IL NOSTRO CLIMA?
_________________ "Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare." Albert Einstein
Giovedì 24 giugno 2010 Marea nera: Bp, come se niente fosse, prepara le trivelle in Alaska di Teresa Scherillo
“Drill baby, drill”. La società inglese rimette il tappo nel Golfo del Messico e mentre la fuoriuscita di greggio continua ad avvelenare i mari del sud, nel profondo nord, scalda i motori per nuove perforazioni. La novità è che le nuove trivelle non saranno più posizionate in profondità in mezzo al mare, ma così vicino alle coste e così in superficie da essere considerate ‘on shore’, trivellazioni sulla terraferma. È questo il progetto, denominato Liberty, al quale il gruppo petrolifero britannico sta lavorando. Dovrebbe diventare operativo nel prossimo autunno e il gruppo ha già ottenuto tutti i permessi necessari. A rivelarlo è stato oggi il New York Times, che ha offerto nel dettaglio il quadro del progetto.
Sembra oramai chiaro e palese che i "signori del greggio" fanno esattamente quello che vogliono..... senza nessun timore e/o ostacolo di sorta. Perchè hanno persone nelle Istituzioni Governative, nelle lobby, nelle organizzazioni sindacali, nel Congresso americano, negli enti di controllo etc etc.
L'unico modo per fermarli è smettere di comprare auto a benzina/gasolio e, nel frattempo, utilizzare l'automobile solamente per le cose più impellenti.
Purtroppo, quando capiremo questo, ahimè, sarà davvero troppo tardi....
_________________ "…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)
"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo
MA QUALI CONSEGUENZE CI SARANNO PER LA CORRENTE DEL GOLFO E IL PETROLIO FUORIUSCITO SARà UN PROBLEMA GROSSO ANCHE PER IL NOSTRO CLIMA?
Una morte lenta e atroce per l'intero pianeta?
Ormai è più che evidente che da quel buco il petrolio continuerà ad uscire. Per loro è solo un problema di costi/benefici (a termini di bilancio, ovvio). Perciò, quando il costo arriverà oltre un certo limite (se non è già accaduto), si limiteranno a 'chiudere' l'area (come già hanno preso a fare) confidando che, con il tempo, la gente dimentichi l'intera vicenda ... basta un altro campinato del mondo di calcio ... o il superbike ... o wimbledon ... o stikazzi.
Messaggi: 113 Iscritto il: 03/12/2008, 12:13 Località: Roma
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Inviato: 25/06/2010, 14:16
Cita:
estraterrestre ha scritto:
MA QUALI CONSEGUENZE CI SARANNO PER LA CORRENTE DEL GOLFO E IL PETROLIO FUORIUSCITO SARà UN PROBLEMA GROSSO ANCHE PER IL NOSTRO CLIMA?
Vabbe' vediamone alcune...
1) Il petrolio "pesante" provoca sacche senza ossigeno con conseguente moria di tutto quello che c'e' nella zona 2) Se il petrolio dovesse continuare ad uscire rallenterebbe la corrente del golfo dato che è pesantino con conseguente decremento delle temperature marie e, ovviamente, del globo (notare che è già nella corrente del golfo) 3) L'economia basata sulla pesca e sull'agricoltura nelle zone colpite dall'ondata nera fallirebbe con conseguente formazione di nuovi poveri e tutto quello che comporta 4) I gas volatili che invadono l'atmosfera formerebbero nubi piu' spesse con abbassamento delle temperature e piogge acide o velenose
Insomma una bella prospettiva per il futuro no?
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Ok e fino a settembre??? il petroliero continuerà a sgorgare ed ad inquinare???? E se poi dovesse fallire??O peggio se aprissero una nuova falla???Quella zona è instabile non so quanto sia prudente...
Cita:
"Più di un anno fa, geologi espresso allarme per quanto riguarda la BP e Transocean mettendo il loro impianto di perforazione esplorativa direttamente su questo enorme serbatoio sotterraneo di metano. Avvertimenti sono state sollevate prima della catastrofe Deepwater Horizon che l'area di fondale marino scelto potrebbe essere instabile e intrinsecamente pericolose ", scrive Matai.
ummm.... l'importante comunque è che chiudono quel dannato buco il prima possibile senza fare ulteriori DANNI!!!
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A questa ennesima notizia, mi sembra inutile aggiungere altro
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Golfo del Messico: scenario degno dei nostri peggiori incubi
La preziosa testimonianza del coraggioso giornalista e documentarista James Fox dalla Lousiana tratteggia uno scenario degno dei nostri peggiori incubi: è in corso una vasta operazione, apparentemente (e illegalmente, aggiungerei) gestita dalla stessa BP insieme, pare, alla Chevron, attorno alla quale è stata stesa una cortina di protezione quasi impenetrabile. È impossibile avvicinarsi alle zone del disastro, o parlare con qualcuno degli addetti alle operazioni, vincolati al segreto più totale. Nessuno può filmare o fotografare nulla (pena la confisca degli apparecchi), lo spazio aereo sopra la chiazza è stato virtualmente chiuso (quindi non è possibile effettuare riprese dall'alto che aiutino a capire la situazione) e sono state segnalate truppe in pieno assetto da combattimento nonché l'arrivo presso l'aeroporto militare di Jacksonville di un gran numero di veicoli bianchi delle Nazioni Unite. Tutto lascia ipotizzare che stia per essere dichiarato lo stato di emergenza con conseguente Legge Marziale. In altre parole, un altro insano passo avanti verso la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale.
Il corexit, solvente usato in quantità industriali per dissolvere le chiazze di petrolio (e occultare in tal modo la magnitudine della catastrofe in corso) sta provocando danni enormi, non solo all'ambiente marino ma anche all'atmosfera, in numerose aree letteralmente velenosa. Qualcuno ritiene possa ricadere sotto forma di piogge tossiche, addirittura per anni! (1) Senza dimenticare il benzene:
Il petrolio ormai sembra fuoriuscire direttamente da alcune crepe sul fondo marino:
Questo video sembrerebbe confermare i timori espressi più di un anno fa da numerosi geologi, secondo i quali il fondo marino oggetto delle trivellazioni della BP è marcatamente instabile se non decisamente pericoloso a causa della presenza di un'enorme sacca sotterranea di gas metano, in pressione a 100.000 libbre per pollice quadrato (PSI), e date le premesse che l'incidente alla piattaforma Deep Horizon era un evento praticamente scontato, il quale ora ha messo in moto una catena di conseguenze irreversibili. Due membri del Congresso, in un rapporto inviato all'amministratore delegato della BP, Tony Hayward, hanno affermato: "Sembra che la BP abbia continuato a prendere, una dopo l'altra, decisioni per risparmiare tempo e denaro che hanno aumentato il rischio di un'esplosione." Fatto sta che ora esiste il rischio concreto che dalle fessure sul fondo si formino enormi bolle di gas metano in pressione che risalendo alla superficie potrebbero devastare navi e piattaforme di trivellazione nella zona e uccidere un gran numero di persone.
Ma questo è ancora niente: lo scenario peggiore prevede che se queste bolle dovessero fratturare ulteriormente il fondo marino, si verificherebbe un'esplosione di una potenza assimilabile alla devastante eruzione di Mt Saint Helens, nel Pacifico nord-occidentale, avvenuta nel 1980. Un enorme flusso di gas si farebbe strada attraverso chilometri di roccia sedimentaria, strato dopo strato, esplodendo con una pressione stimata di 50 tonnellate per pollice quadrato che squarcerebbe varie miglia di fondo marino con una detonazione gigantesca, uccidendo tutto ciò con cui entra in contatto e innescando un'ondata di tsunami quasi supersonica con velocità fra i 650 e 950 chilometri orari e alta oltre trenta metri. (2) Florida, Lousiana, Texas... devastazione totale, con decine, forse centinaia di migliaia di vittime. Come ciliegina sulla torta, sembra che il petrolio che continua a fuoriuscire sia anche moderatamente radioattivo! (3) Apparentemente questo fattore è legato, guarda caso, proprio alla forte presenza di metano. (4)
Ho molto apprezzato una mail speditami appena rientrato dal Giappone dal mio amico e collaboratore Andrea Rampado, che occupandosi tramite la sua azienda Biokavitus di tecnologie di cavitazione e nanobolle mi ha segnalato una brillante soluzione per il recupero del petrolio nel Golfo del Messico proposta da una loro concorrente statunitense. Sono d'accordo con lui che la massima divulgazione dell'esistenza di queste soluzioni è vitale in situazioni come questa.
Vi aggiornerò quanto prima sulla situazione, condendo il tutto con interessanti notizie su quanto sta accadendo al Sole...
24ORE Invia Stampa (AGI) MAREA NERA: GUARDIAN, BP BRUCIA VIVE TARTARUGHE MARINE 21:01 MAREA NERA: GUARDIAN, BP BRUCIA VIVE TARTARUGHE MARINE Londra - Bp brucia le tartarughe marine bloccate nelle barriere usate per contenere le chiazze di greggio dato alle fiamme. E' quanto riporta il britannico Guardian citado l'amministrazione Obama e le organizzazioni ambientaliste che hanno chiesto al governo Usa di far sospendere gli incendi controllati e di perseguire Bp e i suoi contractor per l'uccisione di animali a rischio di estinzione .
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"I don’t think there is anything to this story. I just did a Google search for it, and I can’t find any reference to this except for a few kook websites.
The story this post is referencing seems to be the original story, and all he is doing is looking at institutional selling on morningstar.com :
There are 5 other institutions selling a bigger percentage of their shares than Goldman Sachs.
If you look at the institutions buying, there are just as many increasing their shares by more than 50%.
These guys buy and sell positions for themselves and their funds. That is what they do. And this was in the first quarter, not days before the disaster.
Pick any stock and you can see lots of big institutions selling large percentages of their positions.
Take the link above, and replace BP with any other stock symbol. My first try was with Intel:
rmnd, non scusarti, hai fatto benissimo a postare, se una notizia è una bufala è sempre bene precisarlo .
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