LA SOCIETA’ DEI MALATI
Oggi è raro trovare una persona che non sia affetta da qualche patologia diagnosticata da qualche laboratorio di ricerca medica. L’invecchiamento è considerato una malattia da combattere ad ogni costo; anche la menopausa e l’andropausa rientrano nella patologie da curare. Per non parlare di malattie psichiche, una vera e propria epidemia.
Se vai dal medico e gli confessi di essere di natura ottimistica, ti dice che soffri di turbe generalizzate della gaiezza, cioè della sindrome della gioia che si manifesta nella non curanza o nella perdita della realtà. Se poi rifiuti di sottoporti alle terapie convenzionali, vuol dire che soffri di una psicosi detta fobia del medico e del sangue. Se sei di natura timida, soffri di fobia sociale, che va trattata con antidepressivi. Il numero globale delle patologie psichiatriche è passato, dopo la seconda guerra mondiale, da 26 a 395.
I laboratori hanno appurato che basta moltiplicare il numero delle analisi per scoprire gli ammalati latenti. Ad ogni test il 5% della popolazione è considerata a rischio; ogni nuova analisi permette di aumentare il numero dei malati; dopo 20 misurazioni differenti non resta che un 36% di persone che possono dire di essere in perfetta salute. Dopo 100 analisi ne rimane solo l’1%.
Se uno non va abbastanza dal medico, bisogna che sia il medico ad andare da lui; così sono stati inventati i laboratori mobili per l’analisi estemporanea del diabete, osteoporosi, salute dei denti, malattie cardiache ecc., in cui sono offerti test gratuiti d’ogni genere. Lo scopo ufficiale è quello della prevenzione nell’interesse della popolazione; lo scopo recondito è, invece, la caccia a malati ignari di esserlo, per aumentare così la clientela.
Ogni laboratorio “sponsor” elargisce informazioni inerenti lo stato generale della salute del cittadino. Questa manipolazione aumenta la pressione sui medici che prescrivono le ricette, per far fronte non solo ad una folta schiera di informatori sanitari, ma anche ai pazienti che reclamano farmaci, di cui hanno sentito vantare le meraviglie, per combattere la malattia che è stata loro diagnosticata.
La medicina non si è mai interessata alla salute umana, ma ha concentrato la sua attenzione sui fatti patologici e morbosi, per giocarci e lucrarci sopra, nessuno meglio di Herbert Shelton ha messo in evidenza questa realtà; la medicina sintomatica, con la scusa di curarli, ha ucciso milioni di uomini. La scienza della preservazione e del ripristino della salute è l’igienismo naturale, il quale è in grado di garantire la salute psichica e fisica all’uomo, contro il decotto bastione della medicina pasteuriana.
La cura delle malattie si è sempre accanita contro fantasmi, sindromi, maledizioni, da esorcizzare con preghiere, scongiuri, pratiche magiche e soluzioni chimiche, i tumori maligni sono definiti così in omaggio degli stregoni; la medicina contrasta i batteri con gli antibiotici ed i virus, cioè i detriti cellulari, con i farmaci antivirali. Il cancro è la spauracchio, malgrado le somme spese, la lotta contro di esso non è mai cessata; l’Aids è una malattia inventata; purtroppo le allergie, le malattie croniche e le malattie autoimmuni, sono causate anche dalle cure mediche.
I medici hanno sempre millantato di poter guarire le malattie, continuano indisturbati con la loro arte teatrale e simulatoria capace solo di eliminare in via temporanea determinati sintomi, creandone altri peggiori con gli effetti collaterali delle medicine e degli interventi chirurgici. I medici sono abituati alle sofferenze ed alle ecatombe di esseri umani nei loro ospedali; fortunatamente oggi la scienza igienistica, anche se minoritaria, pervade le coscienze di molti medici, messi in crisi dalle realtà della loro professione, si sono accorti che, seguendo università, corsi d’aggiornamento e protocolli medici, non riescono curare nemmeno se stessi ed i loro familiari.
Alcuni medici hanno dato prova d’autocritica, ribellandosi agli abusi del sistema sanitario, però raramente si spingono fino al punto di sconfessare l’insegnamento medico alla radice, perché hanno paura di restare isolati e di perdere la fonte delle loro entrare. Oggi il mondo ha urgente bisogno di salute e non di medicalizzazione, di salute e non di farmaci, di salute e non di vaccini, di salute e non di chirurgia.
Centinaia di grandi medici sono diventati igienisti e fautori di una medicina molto più naturale e molto più rivolta alla salute, come Isaac Jennings (1788-1874), Russell Thacker Trall (1812-1877), Thomas Low Nichols (1815-1901), James C. Jackson (1815-1895), Harriet Austin (1826-1891), Charles E. Page (1840-1925), Robert Walter (1841-1921), Felix Oswald (1845-1906), John Tilden (1851-1940), Arnold Ehret (1866-1922), Max Bircher-Benner (1867-1939), Alec Burton, Shelton, Frank Sabatino e Ralph Cinque.
I DANNI DELLA CARNE
Ogni bistecca in più consumata causa la distruzione di almeno 5 mq di foresta; ignorando questi fatti, a tempo perso, gli esponenti sociali o politici, si prestano a campagne di tutela dell’ambiente. Malgrado il fatto che i pesci dei mari siano in pauroso declino, la televisione invita la gente a consumare pesce, per le sue presunte proprietà nutrizionali; però queste proprietà sono facilmente reperibili nel mondo vegetale, senza incorrere ai sicuri effetti collaterali delle carni.
Le terre delle popolazioni più povere sono utilizzate dalle multinazionali per monoculture di alimenti per gli allevamenti d’animali, sottraendole ai contadini locali. Ogni kg di carne di manzo genera 7,5 kg di Co2, ogni mucca produce annualmente gas serra quanto un’automobile che fa 70.000 km; il metano e l’ammoniaca, derivanti dagli escrementi di animali, causano le piogge acide; gli escrementi degli animali d’allevamento producono inquinamento dei terreni, dei mari, dei laghi, dei fiumi e delle falde acquifere.
DIETA MEDITERRANEA E DIETA PIRAMIDE
La storia della dieta piramide inizia immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, quando negli Usa si andava divulgando un modello alimentare ricco, fondato su basi considerate scientifiche, in contrapposizione al modello povero che aveva dominato fino ad allora, quale quello adottato dalla generalità della popolazione italiana contadina e meridionale. In tale dieta si privilegiavano le proteine d’origine animale, ritenute ricche di aminoacidi essenziali.
Il modello alimentare povero era costituito prevalentemente da frutta, verdura, cereali e legumi, mentre quello ricco era costituito in prevalenza da grassi, zuccheri industriali e proteine animali, definite nobili, da inserire nella dieta anche dei bambini appena svezzati. Tale modello, sotto pressioni delle lobby alimentari, fu esportato dagli Usa in Europa e fu accettato, senza alcuna obiezione, da parte dei rappresentanti della scienza dell’alimentazione.
Ma, dopo poco tempo, tale modello cominciò a provocare sempre più danni alla salute umana, fino a provocare le cosiddette patologie della civilizzazione. Così iniziarono a diffondersi patologie fino ad allora rare o sconosciute come: obesità, diverticolosi, stipsi, appendiciti, emorroidi, epatiti, colecisti, calcolosi, vasculopatie varie, disturbi metabolici e incremento dei casi di cancro.
Tale inquietante quadro patologico allarmò la popolazione europea e quella degli Usa da dove era partita la proposta della dieta “ricca”. La classe medica americana si convinse che la causa dovesse ricercarsi nell’alimentazione, anche perché il prof. Doll aveva nei suoi studi evidenziato il fatto che le popolazioni più povere, che avevano conservato la loro tradizionale alimentazione, erano rimaste indenni a tali patologie.
Così la scienza americana dovette fare marcia indietro e riconoscere che i fattori scatenanti stavano proprio nella dieta ricca; sotto accusa furono messi ipernutrizione, eccessivo consumo di proteine e grassi animali, eccessivo consumo di sale e zucchero industriale e carenza di fibre. Quindi maturò la necessità di stabilire un modello alimentare correttivo; per scongiurare i malanni provocati dalla dieta ricca e, su iniziativa del prof. Ancel Keys, fu proposto un modello alimentare Italian Style.
In un secondo tempo, l’indagine fu estesa anche alle diete tradizionali della Grecia e della Juogoslavia e fu così che la dieta fu chiamata mediterranea. Più tardi tale indagine incluse anche il Giappone, la Finlandia e il Sud Africa, perché in tali aree erano stati riscontrati livelli più bassi di colesterolo e di pressione arteriosa, un minor numero di obesi e una minore quantità di mortalità per malattie cardio-vascolari.
Conseguenza di tali fatti fu il varo della dieta piramide, presentata nell’aprile del 1992 in Usa dall’allora ministro all’agricoltura Milligan, in cui carne, pesce e uova sono considerati cibi sostituibili; questa dieta poi approdò in Italia per opera dei prof. Ticca, Strata e Peri. Successivamente, fu adottata in Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca e fu divulgata nelle scuole di queste nazioni.
A tale rivoluzionaria innovazione alimentare reagirono le grandi consorterie dell’alimentazione, coltivatori di mangimi e allevatori di bestiame, con il tacito supporto di gran parte della classe medica, ostile alla dieta vegetariana; si paventava il danno che avrebbe causato una tale dieta all’industria alimentare, all’industria chimica, all’industria farmaceutica ed ai medici.
Alcune lobby proposero di sostituire la carne con la soia, di cui gli Usa sono i maggiori produttori ed esportatori mondiali, il cui contenuto proteico è più elevato di quello della carne; perciò oggi ci troviamo la soia in un gran numero di prodotti alimentari, si fanno pane e pasta di soia, bistecche di soia, latte di soia e gelati di soia.
Il vero regista dell’operazione “Dieta mediterranea” fu il ministro dell’agricoltura americano, e per lui l’USDA (United States Department Agriculture), l’organismo che ancora oggi destina gran l’88% di mais e soia agli allevamenti d’animali, contribuendo a causare la fame nel Terzo Mondo, la distruzione delle foreste e l’inquinamento della terra, dell’aria e dell’acqua.
Molti esperti nutrizionisti americani dovettero poi ammettere che la dieta mediterranea non era in grado di debellare le patologie degenerative causate dalla cosiddetta civilizzazione e che tale dieta aveva un’efficacia limitata. Infatti, la sola riduzione del quantitativo proteico, di grassi saturi e prodotti di derivazione animale non sono sufficienti a scongiurare le molte patologie ad esse correlate.
In sostanza, fu persa un’occasione storica per indicare la dieta vegetariana come la sola adatta, giusta e salutare nell’alimentazione umana. Ma era troppo passare da uno stato di carnivorismo ad uno vegetariano; però lo stesso prof. Strata, dopo aver criticato i vegetariani, riconobbe che carne, pesce e uova erano da considerare cibi superflui.
VEGETARISMO: EVOLUZIONE SOCIALE
La cultura del carnivorismo preclude all’uomo lo sviluppo di quei valori morali e spirituali necessari a realizzare un mondo migliore, perché abitua l’essere umano a convivere con l’idea della sopraffazione del più debole a vantaggio del più forte; legittima la logica razzista e la legge del più forte. Il carnivorismo reprime non solo il sentimento di compassione verso gli animali, ma induce alla durezza del cuore e all’insensibilità verso i suoi stessi simili.
Quando il proprio piacere è considerato più importante della sofferenza e della vita di un altro essere vivente, l’uomo tende a giustificare un’azione delittuosa in vista di un presunto vantaggio personale. L’appagamento di un piacere, che va a danno di terzi, inclina l’individuo a soddisfare ad ogni costo le proprie esigenze personali, e questo gli preclude la possibilità di doversi uniformare a ciò che è giusto piuttosto che a ciò che gli piace.
Le false immagini di animali sereni al pascolo, nascondono volutamente la tremenda realtà cui sono condannati gli animali d’allevamento; questo occultamento della verità, questo presentare una realtà distorta, induce alla sonnolenza morale ed allo spegnimento del suo senso critico, piedistallo di tutte le tirannie.
Ogni crimine, di cui l’uomo è capace di macchiarsi, scaturisce dall’insensibilità del suo cuore verso la sofferenza altrui e soprattutto dal disprezzo del valore della vita in senso lato. Questo fatto tende a sviluppare l’istinto della violenza e preclude lo sviluppo del sentimento di pietà, condizione imprescindibile per la realizzazione di un mondo migliore.
Oggi i bambini sono indotti a mangiare gli animali che amano, eppure nessun genitore farebbe assistere i propri figli a ciò che accade nei mattatoi; pochi mangerebbero la carne se dovessero uccidere con le proprie mani l’animale di cui poi si nutrono. Vi è un legame profondo tra il causare sofferenza agli animali ed essere inclini alla violenza verso gli esseri umani; difficilmente l’uomo nocerebbe al suo simile se fosse educato alla gentilezza verso ogni essere vivente.
Non essere vegetariani significa agire da irresponsabili, dal momento che chi mangia la carne, oltre a predisporre il proprio organismo alla malattia, oltre a causare l’uccisione d’animali innocenti per il proprio piacere, oltre a contribuire ad affamare qualcuno nel Terzo Mondo, inquina l’ambiente e distrugge la natura. Occorre mettere al bando ogni attività incompatibile con lo sviluppo della coscienza morale dell’essere umano.
L’indifferenza verso il valore della vita genera una mentalità di predominio del più forte sul più debole, di disprezzo nei confronti delle differenze della vita e preclude lo sviluppo di una mentalità di pace, di non violenza, di rispetto, di condivisione, di benevolenza nei confronti degli stessi esseri umani. Come può l’uomo sviluppare in se stesso valori di giustizia, sensibilità e d’altruismo, se è abituato a convivere con i campi di concentramento e di sterminio dei mattatoi alle porte d’ogni agglomerato urbano?
Come l’obbligo di non nuocere e di non fare apologia di reato, essere vegetariani deve essere considerato, non più una scelta personale, ma un preciso obbligo morale per tutti; più l’essere umano è ignorante e violento, più può essere manipolato dai centri di potere e usato per la guerra e la repressione sociale; in tal modo se ne impedisce l’evoluzione morale, come la realizzazione dell’umanesimo integrale.
FRUTTA, IL CIBO DEGLI DEI
La frutta, per i suoi principi nutritivi, completi, armonici e bilanciati, risulta essere il cibo elettivo per l’essere umano, il più puro e il più adatto al sostentamento della mente e del corpo dell’uomo; il cibo che, secondo la legge del minimo dispendio energetico e digestivo, risulta essere il più appropriato alla specie umana, strutturata morfologicamente, anatomicamente e biologicamente per raccogliere e mangiare la frutta.
L’anatomia comparata conferma che la dentatura umana, lo stomaco, i succhi gastrici digestivi, il canale intestinale ecc. dimostrano, senza ombra di dubbio, che l’essere umano è stato strutturato per nutrirsi quasi esclusivamente di frutta; anticamente la frutta era ritenuta un cibo quasi sacro, l’uomo era destinato ad essere giardiniere, coltivatore e non allevatore e, quando dimenticò la sua vocazione, si svilupparono in lui le malattie e la morte precoce.
Tutte le piante producono frutti di qualche tipo; sul pianeta vi sono circa 300 mila differenti tipi di frutta, anche se solo una piccola parte di questa è commestibile per l’uomo, lo è quella dolce, succosa, profumata e attraente alla vista. La frutta è la parte commestibile delle piante, come risultato dei fiori impollinati, mentre i legumi e i semi in genere non posseggono un involucro commestibile.
La dolce e succosa polpa prodotta dalla pianta è una riserva di cibo per il seme, finché questo non trova le condizioni per germinare. Nutrendosi di frutta, l’uomo non nuoce alla pianta, infatti, anche la pianta soffre se strappata; gettando il seme contenuto nella frutta, l’uomo contribuisce alla propagazione della specie vegetale. La frutta può essere suddivisa in 4 gruppi fondamentali: A (frutta sugosa, cioè la parte carnosa che avvolge il seme), B (semi di frutta, come noci, mandorle ecc.), C (cereali) e D (legumi).
I gruppi A e B costituiscono il nostro vero nutrimento, perché possono essere consumati direttamente, allo stato naturale, cioè crudi, mentre gli alimenti che costituiscono il gruppo C e D devono essere in qualche modo preparati o cotti. Questi ultimi due gruppi sono stati utilizzati dall’uomo quando la frutta fresca, per fattori climatici, non era disponibile. Oggi, più per un bisogno di varietà che di vere necessità nutrizionali, gli umani ricorrono al consumo anche dei gruppi C e D.
Nella frutta del gruppo A è contenuto tutto ciò di cui ha bisogno il nostro organismo per riparare e mantenere in ottimo stato i propri tessuti e le funzioni vitali; questa frutta fornisce all’organismo energia sotto forma di zuccheri e nel contempo lo ripulisce dai rifiuti accumulati. I frutti del gruppo B sono utili perché aiutano il corpo ad incamerare energia sotto forma di grassi. Gli enzimi sono nella frutta fresca e matura; ogni alimento allo stato crudo contiene enzimi che si associano a quelli già presenti nel nostro apparato digerente, hanno lo scopo di scomporre gli alimenti per favorirne l’assimilazione dei nutrienti.
La frutta contiene: acqua biologica distillata, enzimi, sali minerali organici, ferro non-eme bilanciato e assimilabile, auxoni o fattori di crescita, proteine in quantità bilanciata e commisurata alle esigenze umane, Omega3 contenenti prostaglandine tipo I e III positive; contiene ormoni capaci di regolarizzare e rallentare l’assorbimento del glucosio da parte dell’intestino.
La frutta contiene antiossidanti, che riducono i radicali liberi e le malattie, contiene prodotti alcalinizzanti che sono una barriera contro l’osteoporosi, fibre, bioflavonoidi, molecole che svolgono potenti azioni protettive sui vari organi interni del nostro corpo, inoltre vitamine A, B1, B2, C, PP. La frutta è altamente purificante, anti-costipante e dimagrante, è priva di grassi saturi, è tanto più ricca di nutrienti quanto più proviene da terreni e climi non contaminati.
La frutta e la verdura coltivata ai margini delle strade ha un maggiore contenuto di piombo rispetto a quella coltivata in piena campagna. Molti frutti della nostra area geografica non richiedono trattamenti chimici e sono naturalmente biologici, come: fico, fico d’india, cachi, nespola, melograno, corbezzolo, frutti di bosco, sorba, fragolina di bosco, azzeruolo, carruba, lampone, giuggiola, gelso, mora, mandarino, clementina, mirtillo.
Le mele hanno il vantaggio di essere tra la frutta più immune allo smog, però tutta la frutta ha potere disintossicante; alla fine del 1800 Metchnikoff dimostrò che, attraverso certi enzimi disintossicanti del fegato e di altri organi, si può ottenere un ringiovanimento ed un allungamento della vita; mentre Kempner suggeriva agli ipertesi di consumare mele e riso, capaci di assorbire il sodio dalle pareti delle arterie.
Le mele sono le più ricche dello zucchero meno pericoloso, il fruttosio, che non determina diabete, né riduzione ormonale. Infatti, le mele hanno 6 parti di fruttosio e una parte di glucosio e saccarosio, mentre l’altra frutta ha per lo più uguali quantità di fruttosio, glucosio e saccarosio; uva e ciliegie hanno il 6% di fruttosio, ma anche un’alta carica di glucosio e saccarosio.
Le mele hanno il più alto contenuto di pectine rispetto a tutti gli altri frutti, sostanze capaci di ridurre il contenuto batterico intestinale, svolgendo un’azione profilattica e curativa contro le artriti. Il vantaggio di contenere un’alta quantità di fruttosio e una scarsa quantità degli altri zuccheri è notevole perché gli altri zuccheri favoriscono la formazione di trigliceridi che, insieme al colesterolo, provocano l’arteriosclerosi.
Il colesterolo colpisce il cuore, il cervello e i reni, mentre i trigliceridi si localizzano principalmente nelle arterie delle gambe e della retina; il fruttosio passa direttamente dall’intestino al fegato senza produzione di trigliceridi. Le persone che soffrono di grampi notturni dovrebbero sostituire lo zucchero con il fruttosio. Le mele contengono 16 aminoacidi, tra questi due considerati essenziali, la lisina e la treonina, sufficienti alla sintesi proteica, cioè alla crescita dei tessuti e alla riparazione degli stessi.
L’eccesso proteico comporta un aumento di aminoacidi che riducono le prestazioni cerebrali, inducendo una specie di torpore intellettuale, con effetti negativi sulla memoria e sulle capacità creative dell’uomo; eccessi proteici, oltre ad abbassare il pH del sangue acidificandolo, favoriscono l’insorgenza di vari tipi di tumore. Un tempo si riteneva che fossero 8 gli aminoacidi essenziali, cioè quelli che non sono prodotti dall’organismo e che devono essere introdotti con le dieta, mentre le ultime ricerche dimostrano che sono solo 2 sono realmente essenziali, la treonina e la lisina, contenuti nella mela.
La mela è ricca di polifenoli protettivi, di peptine antisettiche, di potassio; i polifenoli attivano un complesso enzimatico presente in tutti i tessuti umani (il P-450) che ha poteri disintossicanti e anticancerogeni ed è un fattore antisenile. Le cavie cui sono somministrati polifenoli resistono meglio alla fatica; i polifenoli, considerati veicoli della vitamina C, favoriscono la diuresi, stimolano il cuore, inibiscono il glaucoma, captano il calcio e lo introducono nelle cellule.
Sotto l’influenza del sole, gli amidi della frutta si trasformano in zuccheri; gli zuccheri della frutta sono migliori degli amidi, forniscono energia, ma richiedono un lavoro digestivo molto minore e con dispendio energetico per la digestione prossimo allo zero. In sostanza, danno il maggior nutrimento con il minor sforzo digestivo; infatti, una considerevole energia è sperperata per convertire l’amido in zucchero e in generale con la digestione, soprattutto con quella difficile.
La migliore fonte di zucchero per il corpo è la frutta dolce: mele, kaki, fichi, pere, albicocche, pesche, ciliegie, prugne, nespole, meloni, cocomeri, banane, datteri ecc., i cui zuccheri arrivano predigeriti nel nostro intestino, ben bilanciati con le vitamine, i minerali e gli altri fattori nutritivi, in condizione ideali e secondo le esigenze dell’apparato digerente.
Anche se gli umani risultano strutturati per alimentarsi fondamentalmente di frutta, i nostri progenitori si nutrivano anche di bacche, semi e radici; anche oggi, è difficile vivere per lunghi periodi di sola frutta, a questa è necessario aggiungere un giusto quantitativo di semi oleaginosi, radici e verdura consumata cruda.
LA DIETA VEGETARIANA E VEGANA
Secondo l’Onu, a causa dei cambiamenti climatici e della povertà, per salvare il mondo e nutrire la popolazione terrestre in aumento, occorre seguire una dieta vegana. Secondo il relativo rapporto Onu, riportato dal Guardian, per salvare il mondo è necessario un minor consumo di prodotti animali, la cucina ricca di carne e latticini sarà nel prossimo futuro insostenibile, perché richiede più terra e alimenta meno persone.
Gli impatti sulla terra cresceranno con l'aumento del consumo di prodotti animali (rapporto United Nations Environment Programme delle Nazioni Unite -Unep); se i combustibili fossili si possono sostituire con le fonti energetiche pulite, l’impatto alimentare sulla terra si può ridurre con una dieta vegetariana; una dieta vegetariana è la migliore soluzione per la sopravvivenza del nostro pianeta.
Secondo gli autori del rapporto, i prodotti animali causano danni e inquinano più delle produzioni industriali; per la produzione di carne e latticini, si consuma il 70% dell’acqua dolce, di cui è carente anche la popolazione umana; l’allevamento sfrutta il 38% delle terre ed emette il 19% delle emissioni di gas serra, costituito da metano, la gente non sa che le automobili non inquinano di più.
Un gruppo di esperti ha inoltre classificato attività economiche e trasporto secondo il loro impatto sull'ambiente; dai risultati è stato evidenziato che l'agricoltura d’allevamento, in termini d’inquinamento, risulta essere al pari con il consumo dei carburanti fossili. I prodotti animali causano più danni che la produzione di minerali, di cemento, plastica e metalli - ha commentato Edgar Hertwich, capo autore del rapporto; la biomassa animale prodotta ed i raccolti per gli animali sono tanto inquinanti, quanto i combustibili fossili.
ANIMALI UCCISI NEL MONDO
Nel mondo sono uccisi, a scopo alimentare, 170 miliardi di animali ogni anno, oltre 14 miliardi di animali ogni mese, mezzo miliardo di animali ogni giorno, 19 milioni di animali ogni ora; oltre 300.000 animali ogni minuto, 5.390 animali al secondo. Il numero di animali uccisi ogni 3 ore nel mondo, per la nostra alimentazione, è pari al numero di abitanti dell'Italia; nella sola Italia sono uccisi 2 miliardi e mezzo di animali ogni anno, 225 milioni di animali ogni mese, 8 milioni di animali ogni giorno.
La castrazione dei suini maschi, destinati al consumo umano, è una pratica abituale nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea, in cui si castra praticamente il 100% di animali maschi da allevamento; il settore produttivo europeo, attraverso il COPA-COGECA, si è dichiarato favorevole al mantenimento della pratica della castrazione.
Gli stati hanno manifestato la volontà di mantenere le attuali tecniche di castrazione (progetto europeo ALCASDE (
http://www.alcasde.eu). Si dice che, determinati prodotti animali non possono essere ottenuti senza la castrazione degli animali; non si sono mai registrate pressioni dei consumatori contro la tecnica della castrazione. La legislazione attuale (direttiva 2008/120/CE1 del 18 dicembre 2008), permette le diverse tecniche di castrazione.
I polli, come le galline, dovrebbero vivere in media 20 anni, ma sono uccisi a 5-6 settimane di vita; le galline ovaiole sono soppresse ad un anno e mezzo di vita; i pulcini maschi sono macinati entro un’ora dalla nascita. Il maiale dovrebbe vivere almeno 20 anni, ma è abbattuto a 5 mesi di vita; le scrofe gravide sono uccise a 2-3 anni d’esistenza.
La mucca da latte dovrebbe vivere in media 30 anni, ma dopo 5-7 anni di vita è inviata al mattatoio; i vitelli sono uccisi a 4 mesi di vita; i tori vengono lasciati vivere per 18-20 mesi e poi abbattuti; il montone vive normalmente 20 anni; agli agnelli è concesso di vivere solo per 6 mesi. L’anatra può vivere fino a 15-20 anni, ma è sacrificata dopo 3-4 mesi; un’oca vive per 30-40 anni, ma il supplizio dell’ingrasso forzato la uccide dopo qualche mese di vita.
Nunzio Miccoli
http://www.viruslibertario.it; numicco@tin.itFonti:
Associazione Vegetariana Animalista – AVA Roma
Associazione di Volontariato Onlus affiliata all’EVU
via Cesena 14 Roma 00182 tel. 06 7022863 – 3339633050
c.c.p.n. 58343153; c.f.n. 97365030580
In collaborazione con ABIN (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale)
http://www.vegetariani-roma.it; http://www.universalismo.it; http://www.medicinanaturale.biza cura del dr. Franco Libero Manco tel. 06/7022863 – 333-9633050
francolibero.manco@fastwebnet.it VALDO VACCARO HK LTD
http://www.medicinanaturale.biz - Asia Region Representative -
http://www.drvaldovaccaro.hk.com 15F, Siu Ying Bldg -151 Queens Rd Central
http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/492 Hongkong
http://www.valdovaccaro.blogspot.com http://www.nonsoloanima.tv/index.php?co ... hor&author valdovaccaro@libero.it http://www.google.com (cerca parola chiave: valdovaccaro)
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Begamo
FREE AND INDEPENDENT SCHOOL OF BEHAVIOURAL AND NUTRITIONAL SCIENCES