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MessaggioInviato: 15/07/2010, 16:24 
LE NAZIONI UNITE DICHIARANO GUERRA AL DOLLARO USA
E CHIEDONO PUBBLICAMENTE L’ISTITUZIONE DI UNA NUOVA
VALUTA MONDIALE.


lug 14th, 2010

Immagine

DA THE END OF THE AMERICAN DREAM

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -mondiale/

Siete pronti per una valuta mondiale? Se le Nazioni Unite hanno voce in capitolo a riguardo, questo è il boccone amaro che dovremo ingoiare. Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato lo scorso martedì in sostanza dichiara guerra al dollaro USA e chiede pubblicamente alle nazioni del mondo di non utilizzarlo come valuta di riserva. Il nuovo rapporto intitolato "The U.N. World Economic and Social Survey 2010" è uno dei più palesi tentativi che abbiamo mai visto da parte di una grande organizzazione internazionale a sostegno di una valuta mondiale. Per anni si sono susseguiti rifiuti dopo rifiuti riguardo all’idea di una valuta globale. Certo, abbiamo sempre saputo che lo scopo dei globalisti, invece, era quello di introdurla. Infine, solo lo scorso anno, i Diritti speciali di prelievo (DSP) del Fondo Monetario Internazionale hanno ottenuto il sostegno del G20 come "risorsa di riserva internazionale" che potrebbe essere usata come unità di pagamento per i prestiti del FMI. I DSP sono costituiti, attualmente, da una serie di varie valute mondiali, ma ci sono grandi piani per i DSP. Secondo il nuovo rapporto ONU, il dollaro USA dovrebbe essere abbandonato in favore di una nuova valuta mondiale basata su questi DSP. "Si potrebbe creare un nuovo sistema di riserva globale, uno che non faccia più affidamento sul dollaro degli Stati Uniti come unica valuta di riserva."

Dunque, perché abbandonare il dollaro USA? Allora, il rapporto ONU dice che dobbiamo abbandonarlo perché non è stato abbastanza "stabile"… "Il dollaro non si è dimostrato un mezzo si tesaurizzazione stabile, che è un requisito per una valuta di riserva stabile." Ma certo che non è stato stabile! Sono proprio i globalisti che spingono per questa nuova valuta mondiale gli architetti della distruzione non solo del dollaro USA, ma di tutte le valute cartacee del mondo. Infatti, molti ipotizzano che la recessione nella quale l’economia mondiale è stata "spinta" ora, sarebbe in realtà una crisi artificiosa finalizzata ad aprire la strada alla fantastica soluzione che i globalisti hanno sempre voluto. E quale sarebbe esattamente questa fantastica soluzione? Durante un discorso lo scorso maggio, il direttore del FMI Dominique Strauss-Kahn chiese l’istituzione di una valuta globale sostenuta da una banca centrale globale che avrebbe agito come "mutuante di ultima istanza" nel caso di una grave crisi economica.

Questo è ciò che hanno sempre voluto i globalisti – una valuta mondiale e una banca centrale globale alla quale tutti noi pagheremmo le tasse.
In questo momento il mondo non è favorevole all’idea, ma se l’imminente recessione (o depressione) sarà grave abbastanza, allora potremmo anche essere disposti ad accettare una valuta globale e una banca centrale globale. Vedete, è proprio lo stesso paradigma problema/reazione/soluzione che i globalisti hanno usato volta dopo volta per farsi strada. Persino ora, le organizzazioni globaliste stanno preparando le loro proposte per delle tasse globali che vogliono imporre a tutti noi, come riportato recentemente su uno dei nostri siti affiliati.
* L’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato recentemente che è pronta a imporre a tutti noi delle tasse globali. L’Organizzazione mondiale della sanità dice che è necessario molto più denaro e ha alcune idee creative per procurarselo. Due delle loro idee principali per "aumentare le entrate" sono una tassa globale sull’uso di Internet e una tassa globale sui pagamenti on-line. Queste due tasse andrebbero direttamente all’Organizzazione mondiale della sanità.

* Il FMI in realtà chiede due nuove tasse. Una sarebbe una tassa di assicurazione dei depositi, e l’altra sarebbe una tassa sui profitti delle istituzioni finanziarie in tutto il mondo. Il FMI dice che i fondi verrebbero usati da loro per prevenire altre grandi crisi finanziarie.
Allora siete pronti per una valuta mondiale e una banca centrale mondiale alla quale paghereste le vostre tasse mondiali?

L’economista malese Jomo Kwame Sundaram, assistente al segretario generale ONU per lo sviluppo economico, ha ammesso durante una conferenza stampa che "ci sarà resistenza" all’idea di una valuta mondiale. Ma cosa pensavate? Oh, si aspettavano che avremmo consegnato la nostra sovranità nazionale a loro senza alcuna resistenza? E’ già abbastanza dannoso avere la Federal Reserve (una banca centrale di privati controllata da banchieri internazionali) che controlla le nostre valute ora. Se permettiamo ai globalisti di istituire una valuta globale, una banca centrale globale e tasse globali allora potremo dare il bacio d’addio alla nostra libertà e alla nostra sovranità nazionale.
Per caso avete visto qualche servizio su questo argomento nei canali televisivi principali?

Certo che no. La gran parte della popolazione statunitense non ha idea di quello che sta succedendo. Sono troppo impegnati a seguire i più recenti gossip sulle celebrità e a mettersi in coda per vedere il nuovo film "Twilight". I nostri padri fondatori non sono qui a difendere la nostra libertà, tocca a noi. Dobbiamo diffondere la notizia del piano per una nuova valuta globale e una banca centrale globale prima che sia troppo tardi.

Titolo originale: "The United Nations Declares War On The U.S. Dollar And Publicly Calls For The Establishment Of A New World Currency "
Fonte: http://endoftheamericandream.com
Link
01.07.2010
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di GIADA GHIRINGHELLI



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 15/07/2010, 17:14 
è pazzesco.. è davvero la nascita del NWO .. ma la notizia è attendibile?


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MessaggioInviato: 15/07/2010, 17:43 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:
La gran parte della popolazione statunitense non ha idea di quello che sta succedendo. Sono troppo impegnati a seguire i più recenti gossip sulle celebrità e a mettersi in coda per vedere il nuovo film "Twilight".


mmm ... sta parlando di americani oppure di itaGliani? ... mmm



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MessaggioInviato: 15/07/2010, 17:57 
America Stands On The Precipice
Of Total Collapse


Paul Joseph Watson & Alex Jones
Prison Planet.com

Wednesday, July 14, 2010

Immagine

Fonte:
http://www.infowars.com/america-stands- ... -collapse/

There can be little doubt that America, along with the west as a whole, is being set up for a total collapse in which life as we know it will be fundamentally altered and rebuilt around a collectivist model managed and controlled by the same criminals who engineered the crisis in the first place.

America has been targeted for an economic, military, and social coup d’état by globalists who know that to get people to accept a new way of life under the heel of the new world order requires that the pillars of everything they knew before are completely pulverized. Freedom, prosperity, and community have no place in a “post-industrial revolution,” and every assault on the living standards of American citizens is designed to infect and wither these ideals.

We are looking at a road warrior style collapse of society within two years if the entities that orchestrated the crisis are allowed to pose as saviors and institute their austerity fascism, carbon taxes, “green economy,” post-industrial revolution, and the evisceration of America’s first world status that will inevitably follow if such measures are allowed to pass.

The plan for America is to sink the country into chaos so that it can be swallowed whole and consumed as part of the march towards global government. The globalists want to do to America what they have done to the third world, by creating an underclass of impoverished and deprived citizens who are dependent on government for their every need.

Millions of Americans have been dumbed-down to the point where, as major newspapers announce that the country is heading into a third great depression, as unemployment soars, as police departments announce they will no longer be responding to crimes, and as infrastructure crumbles, the top story this afternoon on Yahoo.com, the most heavily trafficked website in the country, was about how Brad Pitt had shaved off his beard.

A d v e r t i s e m e n t
Likewise, as society and the economy collapses around them, Americans are more concerned about protesting the decision of a basketball player to move to another team.

However, a growing number of grass-roots movements are now bringing people together under the banner of resentment against big government. This has led to political victories for anti-incumbent candidates who now seriously threaten to dilute the two-party power monopoly in Washington this November. This has led individuals close to Obama to openly invoke the need for a domestic terror attack as the only way to rescue his presidency and the wider collectivist agenda.

Globalists are in a race against time to completely destroy everything America stood for so that they can rebuild the country in their likeness. This is why central banks are now abandoning the U.S. dollar as part of the move towards a global union currency backed by a global central bank that will become the world reserve currency for the new world order.

This is why police departments are now announcing they they will no longer respond to a whole list of crimes including burglary. A certain level of lawlessness has to exist in order to justify the total police state lockdown that will inevitably ensue after widespread rioting begins to break out.

This is why crippling austerity measures are being rammed through even as income drops and jobs are lost. Basic services will skyrocket in price or be cut off completely as America is subjected to the “shock therapy” that has been inflicted on lesser nations as a way of gelding the people to accept sub-standard lives of squalor and dependence. Energy prices will soar after the disastrous “green economy” initiatives are implemented, while toll roads, Obamacare, and all manner of new consumption taxes will dry up whatever disposable income they have left.

The world government will be built from the ashes of the worldwide depression engineered by the financial terrorists who have set in motion a chain of events that only has one conclusion unless we are able to properly identify these globalists for who they are.

Anyone in a position of power who is a member of the Council on Foreign Relations, the Bilderberg Group or the Trilateral Commission is an enemy of America and needs to be stripped of their office, shorn of their influence and identified as a criminal working behind the scenes to bring about the end of the United States as a first world nation.

Only through exposure and a political drive to squeeze the influence and power of these individuals can we hope to lessen the impact of their nightmarish plans for America.





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MessaggioInviato: 15/07/2010, 19:13 
Torniamo subito, nei limiti del possibile, agli scambi in natura.
Usiamo il meno possibile i circuiti finanziari tradizionali.

Domanda:

Quanti utenti presenti in questo forum investono in borsa? sarebbe utile saperlo per verificare quanta volontà ci sia da parte della gente di combattere il sistema.



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MessaggioInviato: 15/07/2010, 19:58 
Buona domanda, Green ... buonissima domanda.

Io non sono tra quelli, ma temo che sia tardi. Il segnale definitivo, imho. è venuto dalla corte suprema (ma suprema de che ...) degli states nella decisione sulla moratoria delle trivellazioni in mare: bocciata ... lol ... la corte suprema americana è l'organo che ha deciso i destini del mondo ... rotlf ... ma tu hai mai conosciuti dei ******** più ******** di questi?



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MessaggioInviato: 15/07/2010, 20:34 
Cita:
eSQueL ha scritto:

Buona domanda, Green ... buonissima domanda.

Io non sono tra quelli, ma temo che sia tardi. Il segnale definitivo, imho. è venuto dalla corte suprema (ma suprema de che ...) degli states nella decisione sulla moratoria delle trivellazioni in mare: bocciata ... lol ... la corte suprema americana è l'organo che ha deciso i destini del mondo ... rotlf ... ma tu hai mai conosciuti dei ******** più ******** di questi?


A questo punto mi metterò a piangere.[B)]

Noi !!!!!!!!!! lo siamo più di loro.

Mi viene voglia di infilare loro la pompa di benzina dello sngnaps. Tuuti in bici !!!!!!!! facciamoli fallire.



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MessaggioInviato: 18/07/2010, 19:40 
risi economica 2009 - 2010 - 2011 - 2012 ...2020 - di Roberto Franzè

Salve a tutti
Prima di scrivere questo articolo, ho aspettato lo svolgimento del G20 di Londra, dal cui orientamento delle decisioni, a mio avviso, si può ricavare l'andamento futuro della crisi economica attuale.

Quello che leggerete (nella 2° parte) è una teoria diversa, dalle tre più sostenute in questo momento, che con alcune di loro non è discordante ma aggiunge altre possibili cause, importanti e significative, che sono alla base di una possibile crisi economica-sistemica dei paesi occidentali nel prossimo futuro.

Inizio con il riassumere brevemente le altre teorie:

1° teoria - Crisi economica difficile ma superabile

E' quella dell'informazione ufficiale, dei governi e degli economisti vicini alla finanza mondiale che, dopo aver cercato di negare per anni (quanti anni? risponderò alla fine) l'arrivo della crisi economica, dal 2008 ne ammettono l'esistenza.
A loro avviso, la colpa è di una finanza speculativa che ha portato alla creazione di prodotti finanziari di dubbio valore in misura di 4.000 miliardi di dollari (nel 2008 il PIL mondiale è stato di circa 56.000 miliardi di dollari) i quali rischiano di bloccare l'intero sistema bancario e finanziario e di conseguenza l'intero sistema economico.

Soluzione uscita dal G20 e USA (nazione che più ha contribuito al crescere di tipo di speculazione):
1) per evitare il blocco del sistema, gli asset passivi (definiti tossici) devono essere acquistati dagli stati o dai privati (con finanziamenti statali) al fine di liberare il sistema bancario e finanziario, che una volta liberato da questi titoli passivi sui bilanci, potrà a sua volta rifinanziare l'economia.
2) le banche centrali abbassano i tassi di interesse ed immettono nel circuito bancario molto denaro a basso costo che, a loro avviso, sarà assorbito dal circuito economico con conseguente ripresa dei consumi e dell'economia.
Secondo loro, questa manovra non comporterà a breve rischi di inflazione (aumento dei prezzi), perché loro ritengono che ora ci troviamo in piena deflazione (diminuzione dei prezzi).
3) Investimenti importanti di lungo corso da parte degli stati, per rilanciare l'occupazione e l'economia.

Epilogo (secondo il G20): una ripresa lenta inizierà già nel 2010 per poi accelerare nel 2011.
(in sostanza questa attuale, sarà una crisi economica più dura di quella degli ultimi decenni, ma la ripresa è assicurata).

2° teoria - Crisi economica e sistemica di lunga durata

E' quella della maggior parte dell'informazione alternativa (definita anche: libera, controinformazione, ecc.. ) che ha, in moltissimi casi, anticipato l'arrivo della crisi (già dal 2005 alcuni economisti liberi, sono stati in grado di prevedere eventi della crisi che dal 2007 si sono puntualmente verificati).
Qui si parte da un visione sicuramente più pessimistica dove si ritiene che la così detta "economia di carta di dubbio valore" possa arrivare a 150.000 miliardi di dollari (2,6 volte il PIL mondiale) ad una visione catastrofica, dove si ritiene che questa arrivi a 700.000 miliardi di dollari (12,5 volte il PIL mondiale).
Vorrei chiarire che i "titoli tossici" non sono la stessa cosa della "carta di dubbio valore" nel quale vengono compresi altri asset determinati da sofisticati strumenti finanziari, che per i più pessimisti rappresentano una economia che non ha una copertura reale.

Soluzioni proposte:

Le soluzioni proposte non sono molte (perché per molti è difficile agire su un problema così grande), ne cito una che per me è tra le più interessanti.

1) Nazionalizzazione delle sole banche commerciali al fine di assicurare la copertura dei conti correnti e i finanziamenti alle imprese strategiche, produttive e di interesse sociale, congelamento di tutti i gli asset tossici e lasciare la sorte di tutto il resto al mercato; nel frattempo investire in opere a lungo termine per riavviare gradualmente la ripresa economica. http://www.movisol.org
(In sostanza, assicurarci che le strutture vitali rimangano in piedi nazionalizzandole, pagare tutti con una profonda e lunga recessione tutti gli eccessi del sistema, cercando di fare in modo che questa colpisca di più coloro che hanno speculato).

Epilogo: Visto che questo non si sta facendo, secondo coloro che affermano questa teoria, si andrà verso una crisi economica e sistemica che potrà durare da 5 a 10 anni per i più ottimisti ed a conseguenze molto peggiori (crisi geopolitica, guerre, carestie, ecc...) per i più pessimisti.

3° teoria - complotto per nuovo ordine mondiale

E' quella dei così detti "complottisti", che affermano che questa crisi è pilotata da poteri occulti al di sopra della politica.
Questi poteri starebbero causando una crisi economica globale per poter intervenire, quando la crisi diventerà sistemica, fornendo come soluzione un governo mondiale.
Secondo questa teoria questo governo non sarà espressione dei popoli ma, sarà controllato da pochi potenti (che per molti che sostengono questa teoria, coincidono con le persone ai vertici della piramide massonica e delle banche).

Soluzione: Combattere contro il sistema bancario, finanziario e le multinazionali che, secondo questa teoria, controllando la politica degli stati, tengono i popoli in una sorta di dittatura-schiavitù mascherata da false forme di governo democratiche.

Epilogo: se non si riuscirà a fermare questo progetto di governo mondiale, si arriverà ad una dittatura mondiale attraverso il controllo totale del denaro e del potere da parte di poche strutture sovranazionali governate da pochi potenti.

Prima di formulare la mia teoria, commento quanto scritto sopra:

Dopo anni che seguo sia l'informazione "ufficiale" che l'informazione "alternativa", devo dire che la seconda, se viene con intelligenza filtrata da alcuni eccessi (cercando la conferma delle notizie su più fonti, che nel tempo si dimostrano attendibili), si è dimostrata più attendibile della prima.

Forse l'informazione ufficiale, visto che si rivolge al grande pubblico, deve rispondere maggiormente a problemi di cautela o come dicono coloro che la combattono è asservita al potere, sta di fatto che sempre più spesso si dimostra in ritardo ed incompleta su temi importanti, per poi essere omni presente ed ossessionante fin nei minimi particolari quando si parla di fatti di poca rilevanza.
Un esempio: Siamo stati informati della crisi economica solo quando oramai era evidente a tutti ed ancora oggi l'informazione ufficiale se ne occupa superficialmente, ma sappiamo tutto sul delitto di Cogne fin nei minimi particolari.
Sembra quasi che sistematicamente si amplifichino alcune informazioni meno importanti per nasconderne altre di interesse vitale per i cittadini.

Questo mi porta a pensare che quello che ora l'informazione ufficiale, in simbiosi con i governi, sta affermando su questa crisi economica non corrisponda a verità; è possibile che questa informazione venga controllata e ridimensionata anche nell'interesse dei cittadini (magari per evitare panico che poi potrebbe a sua volta innescare processi che destabilizzano dell'economia) ma, a mio avviso, per le ragioni sopra espresse si configura poco attendibile.

Quindi io ritengo che la 1° teoria, potrebbe essere in qualche modo non completa e che le soluzioni messe in campo riusciranno solo a rimandare la crisi, ma non ad innescare una reale nuova ripresa economica.

A mio avviso la 2° teoria, si configura come più attendibile e coerente ma (come cercherò di dimostrare di seguito) non è ancora completa, anche se già da sole le problematiche che mette in evidenza, potrebbero innescare un crollo economico-sistemico nel mondo o quanto meno nei paesi occidentali.
Trovo le soluzioni coerenti con quanto affermato nella teoria, ma proprio perché ritengo l'ipotesi incompleta anche le soluzioni proposte, potrebbero essere non efficaci.

Per quel che riguarda la 3° teoria; in questi anni ho trovato moltissime informazioni interessanti a suo sostegno è ritengo che debba essere presa in seria considerazione.
Mi soffermerò su questa teoria, perché la ritengo probabile e la più difficile da risolvere. Mi preoccupa anche la soluzione che molti prospettano cioè, combattere il sistema esistente, perché io non penso possa portare a buoni risultati.

Mi spiego: Se solo una piccola parte della società si solleverà contro questa oligarchia mondiale (che si crede controlli nazioni potenti) non si farà che il loro gioco; piccole rivolte o sabotaggi al sistema (che i governi presenteranno al pubblico come manifestazioni violente di minoranze), verranno trasformate in una delle ragioni, per instaurare un forte sistema di controllo da parte degli stati, (così come stanno sfruttando il "terrorismo" per limitare la nostra libertà con leggi speciali).

Calcoliamo che la maggior parte delle persone, non hanno nessuna informazione se non dai canali ufficiali, milioni di persone (specialmente in Italia) vivono in modo parassitario di questo sistema, altri milioni di persone ritengono questo sistema frutto di un costante sviluppo della crescita umana e quindi anche se non perfetto, lo ritengono il migliore a disposizione ed altri milioni di persone vivono alla giornata, senza nessuna voglia di impegnarsi in qualcosa che migliori la società.

Saranno proprio questi cittadini, oramai impauriti dalla recente crisi economica, che quando inizieranno i primi disagi e le prime violenze (da parte dei nuovi poveri) che chiederanno allo stato di imporre regole più dure contro coloro che minacciano il sistema.
La dittatura, per milioni di persone (specialmente per i parassiti del sistema) è preferibile alla instabilità sociale.
Il fascismo è stata una dittatura ben accettata dagli Italiani ed ha anche prodotto cose positive nella nostra società, come si può far capire alle persone che una dittatura delle oligarchie non assomiglierà al fascismo, ma più ad una forma di schiavitù.

Basta vedere le elezioni italiane del 2008, i tre principali candidati: Berlusconi (l'uomo forte, il decisionista, il concentratore di potere) - Veltroni (il progressista, che non cambia nulla) - Casini (va bene come va) - Di Pietro (colui che vuole cambiare il sistema).
Risultati a spanne, 45%, 30%, 5%, 5%, conclusione il 80% degli Italiani vuole un uomo forte, decisionista, che concentri il potere e non cambi nulla del sistema e chiaramente tutti vogliono stare meglio. Solo un 5% ritiene che questo sistema sia fortemente da rivedere e modificare.
In queste condizioni se il 5% - 10% della popolazione, anche se con sentimenti nobili, volesse combattere una battaglia contro il sistema non potrebbero farlo.

Purtroppo non siamo pronti, non tutto il mondo è la Francia, l'unico popolo che si dimostra coeso e sempre presente quando ci sono da difendere diritti che i loro antenati hanno conquistato in dure battaglie di decine di anni; forse la Germania e altri stati del nord Europa hanno popolazioni capaci di capire ed intervenire come i Francesi, ma il resto del mondo è in una condizione pietosa.
Le oligarchie, nascoste dietro governi democratici e non, oramai controllano da decenni decine di nazioni.

La speranza di tutti era che, il nuovo presidente USA combattesse nel suo paese queste oligarchie, visto che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, la NATO, il FMI e la banca mondiale, sono il mezzo con il quale l'oligarchia mondiale ha conquistato il mondo, tramite le banche, le multinazionali e gli eserciti (dove le prime due hanno fallito).
Le oligarchie hanno distrutto e saccheggiato decine di nazioni, condannandone i popoli alla miseria, un colonialismo mai finito che distrugge da secoli, la possibilità di miliardi di uomini di uscire dalla povertà.
Purtroppo è bastato poco tempo per verificare come anche Obama sia un burattino in mano a questi poteri che controllano il mondo.

Ho aspettato il G20 proprio per verificare questo, ma a le soluzioni proposte non lasciano dubbi; il finanziamento con i soldi pubblici del sistema bancario e finanziario, senza la completa nazionalizzazione dello stesso e la punizione esemplare dei responsabili della crisi, dimostra quando oramai i governi mondiali, non siano espressione dei popoli, ma dell'oligarchia proprietaria del sistema bancario e finanziario.

Non fatevi incantare dalla sirena della lotta ai paradisi fiscali, questa battaglia non rappresenta di certo un ripristino della legalità.
In effetti serve per far rientrare attraverso un condono fiscale, le migliaia di miliardi di dollari ed euro, che le associazioni mafiose, le banche e la grande finanza, hanno nascosto nei paradisi fiscali.
In un paese onesto, gli unici soldi che potrebbero rientrare con il condono sono quelli di cui si può dimostrare la provenienza (onesta), ed allora se queste somme, sono sfuggite alla tassazione, prima ci si pagano le tasse e poi il condono.
Ma se questi soldi non hanno una provenienza legale, questi dovrebbero essere sequestrati, non ripuliti attraverso un condono, questo a casa mia si chiama riciclaggio è lo stato lo dovrebbe combattere e non favorire.
Ma questi soldi hanno una funzione strategica, in tutta questa crisi economica. Questi soldi serviranno, a chi gestisce l'economia mondiale, a comprasi le proprietà degli stati e dei cittadini, che verranno svendute durante questa grave crisi economica.

Chi vuole scommettere che mentre, ci fanno parlare di terremoto, loro stanno facendo una legge condono per il rientro dei capitali; e non faranno nessuna legge per il sequestro dei soldi di provenienza illecita, depositati nelle banche dei paradisi fiscali.


Continuiamo con il G20, riporto un articolo che parla delle decisioni del G20 che rafforza questa 3° teoria.
Difatti chi sostiene la teoria di un Nuovo Ordine Mondiale, afferma che il mezzo che verrà usato dalle corporazioni mondiali per arrivare ad una dittatura globale, sarà quello di creare un'unica moneta mondiale in mano ad un organo sovranazionale tipo FMI http://it.wikipedia.org/wiki/Fondo_Mone ... rnazionale .

Articolo da http://www.movisol.org/09news063.htm

10 aprile 2009 (MoviSol) - Il vertice del G20 a Londra, che il politico francese Jacques Attali ha giustamente paragonato ad "un incontro di alcolisti anonimi in un’enoteca", ha superato perfino le aspettative più negative. In una dichiarazione rilasciata durante una delle conferenze stampa finali, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha dichiarato che: "di solito in questi vertici lavorano molto gli Sherpa (consiglieri dei leader), moltissimo i ministri, e quasi nulla i capi di governo. Qui a Londra è stato il contrario, noi ministri non abbiamo fatto nulla e hanno fatto tutto i capi di governo, lavoravano e si applaudivano anche da soli, fra loro".

Come afferma il comunicato finale, i 20 capi di stato e di governo hanno deciso di "triplicare fino a 750 miliardi di dollari le risorse disponibili del Fondo Monetario Internazionale, stanziare altri 250 miliardi di dollari in Diritti Speciali di Prelievo (DSP), ed altri 100 miliardi di dollari alle Banche di Sviluppo multilaterali, garantire 250 miliardi per finanziare il commercio, e di utilizzare le risorse addizionali risultanti dalla vendita dell’oro del FMI per finanziare i paesi più poveri". In totale, un programma di 1.100 miliardi di dollari.

Inoltre, il comunicato annuncia che "questa espansione fiscale senza precedenti" arriverà a 5.000 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.

L'aspetto peggiore di questa "espansione fiscale senza precedenti" è la decisione di stampare 250 miliardi di dollari di Diritti Speciali di Prelievo, che indica l’intenzione di andare verso un sistema valutario soprannazionale come quello invocato da George Soros, Gordon Brown ed altri fantocci dell’Impero britannico. I DSP sono “pezzi di carta stampati in cantina dai funzionari del FMI” come ha scritto sarcasticamente il Wall Street Journal il 1 aprile. Tuttavia, se un paese fa richiesta di DSP, il credito sarà denominato in una valuta nazionale. Ad esempio, se un paese vuole dollari, essi vengono addebitati sul suo conto in DSP, e quindi accreditati in quello in DSP americano. Lo stesso vale per altre valute nazionali o regionali quali l’Euro. In questo modo, il FMI diventa l’istituzione determinante di un sistema monetario soprannazionale, che di fatto batte moneta nazionale sopra la quale le nazioni non detengono alcun potere.

--------
Chi volesse approfondire il tema di come e perché l'emissione del denaro possa essere usata per instaurare una dittatura, rimando a questo video http://www.ecolcity.it/cms/eco-moneta

Al problema della 3° teoria, proverò a dare risposta nella 2° parte di questo articolo, ma vi anticipo che io sto già provando una soluzione e mi sono reso conto che per questo cambiamento non siamo pronti.

Come abbiamo visto, le 3 teorie dominanti sulla crisi economica 2008 - 2009 - 2010, spiegano tutte che gli eccessi nel nostro sistema capitalistico, hanno rischiato (per alcuni) o rischiano (per altri) di far crollare l'economia mondiale, mentre per altri ancora, esiste un complotto per arrivare ad una dittatura globale.

Quindi in questo momento storico, per i più, il problema maggiore sono gli eccessi introdotti nel sistema, e non le distorsioni del sistema stesso.
Si cerca a tutti i costi, di spostare l'attenzione sugli eccessi prodotti da uomini, società finanziarie, banche, politica ecc..; mi domando, perché non si mette in dubbio il sistema, come è stato fatto quando il comunismo è crollato in Russia?

Ma se ora, anche il capitalismo si rilevasse un fallimento, con cosa si potrebbe sostituire? Non sarà questo è il vero problema; per cui si preferisce pensare che togliendo gli eccessi il capitalismo funzioni e che le cose ritorneranno a posto.
Anche se esistono molte nuove idee, è utopico pensare che possano essere accettate dalle masse in breve tempo.

Io voglio dimostrare come il vero problema, non sono stati gli eccessi (se non come accelerazione del processo), ma che il problema è insito nel sistema, quindi se la crisi è del sistema, anche ipoteticamente togliendo gli eccessi, il risultato nel medio o lungo termine non cambierebbe; c'è anche da dire che gli eccessi in un sistema umano, dipendono dalla variabile uomo, quindi nessun sistema può esserne immune.

Vorrei anche sottolineare che, i sistemi economici e di governo non nascono come risultati di calcoli scientifici matematici che cercano di prevedere che il sistema si sviluppi nel tempo in modo di ottenere la migliore efficienza e giustizia possibile.
La maggior parte dei sistemi umani nascono spesso dagli interessi di forze dominanti, da compromessi storici, dalla esigenza di risolvere problemi sociali attuali (senza possibilità o volontà di occuparsi dei problemi futuri); quindi difficilmente questi hanno una coerenza a lungo termine, è molto più facile che riescano ad essere coerenti nel breve termine, ed in spazi ridotti.
Per esempio per quanto riguarda le società umane, gli interessi delle generazioni di un determinato momento storico, potrebbero non coincidere con quelli delle generazioni future.

In effetti, a mio avviso, esiste nel sistema capitalistico una mancanza di base il quale dimostra che esso non è un sistema coerente.
Se il capitalismo fa della competizione e dell'egoismo umano, il suo motore ed ammette che l'uomo possa impegnarsi solo per se stesso, come mai non mette un limite al principale eccesso (ricchezza) che egli, per definizione e di fatto, può procurare.

Ora vi illustrerò la mia teoria esprimendola con una formula matematica.
La formula: La capacità del capitalismo di distribuire ricchezza è inversamente proporzionale allo sviluppo tecnologico ed alla diversità dei mercati (diversità della ricchezza dei popoli e dei diritti dei lavoratori).

Faccio una importante premessa, valuterò la situazione più positiva possibile, cioè non considererò le variabili e gli eccessi, che incidono negativamente sul sistema (es. speculazione finanziaria, corruzione, riduzione delle risorse energetiche e delle materie prime , costi da inquinamento ecc..); quindi se il capitalismo non funziona cosi, ovvero depurato da tutte le variabili negative, vuol dire che è un sistema sbagliato.

Se una persona esprime una formula, sta a lui dimostrare che funzioni, quindi procedo:

Ci sono tre attori principali nel libero mercato: i proprietari delle attività produttive, i dipendenti che vi lavorano, i consumatori (tutti).

Il mercato funziona quando un impresa produce una merce che viene acquistata da un consumatore, l'imprenditore paga i suoi dipendenti e ha un suo personale guadagno, quindi dipendente ed imprenditore si trasformano in consumatori.
In una condizione ideale tutte le figure si devono bilanciare, in effetti se l'imprenditore non paga i suoi dipendenti questi non possono essere consumatori e l'impresa, non potendo vendere le merci prodotte, fallisce.
Il capitalismo (libero mercato) mette il consumo, alla base del suo sviluppo.
Uno dei principi base del capitalismo è che se non lavori, non puoi consumare; da questo ne consegue che affinché il sistema produca ricchezza generalizzata, occorre una larga base di lavoratori e di consumatori.
Il fatto che il lavoratore ed il consumatore coincidono e si possono muovere in libertà sono la forza del capitalismo, ed in effetti questo ha prodotto enorme ricchezza ed ha contribuito ad un benessere diffuso (magari a scapito dell'ambiente, ma questa è un'altra storia).

Ora vediamo, in che modo la tecnologia contribuisce nel lungo termine ad indebolire il capitalismo:

Gli imprenditori in concorrenza tra di loro, utilizzano la tecnologia per essere più competitivi e la tecnologia aumenta la quantità di produzione a parità di lavoratori; ora le scelte sono 2:

1) Si riducono i dipendenti

Soluzione non proponibile, visto che i dipendenti sono anche i consumatori; se questi non possono più comprare si dovrà ridurre la produzione, con la conseguenza di riduzione dei dipendenti, innescando una spirale negativa.

2) Si aumenta la produzione.

In effetti questa è una strada auspicabile (inquinamento a parte) perché aumentano i beni prodotti, ed anche perché questo comporta che vi deve essere anche un aumento degli stipendi, altrimenti, i consumatori, non possono comprare i maggior prodotti disponibili.

Fin qui abbiamo visto come il capitalismo (perfetto), possa generare ricchezza.

Ora vediamo cosa succede se la tecnologia aumentando la capacità di produzione satura il mercato, a quel punto la capacità di consumare diventa costante (praticamente ai due lavori 8 ore le passi a produrre, e 8 ore a consumare), mentre la produzione aumenta, anche in questo caso le scelte sono:

1) Si riduce la produzione.

Questa soluzione non è proponibile perché in questo modo si riducono i dipendenti - consumatori, innescando una spirale negativa.

2) Si fanno durare le merci di meno (obsolescenza programmata, esempio con la moda) e/o si riducono i costi utilizzando materiali meno buoni (durata minore).

In questo modo, si può guadagnare tempo, ma la fine si arriva comunque a saturare il mercato. (lasciamo perdere il maggiore inquinamento che si produce).
Se poi i prodotti si comprano e non si usano, per cui si fanno lavorare persone non per produrre beni ma rifiuti, si crea inefficienza nel sistema.

3) Si spostano i lavoratori dalla produzione di beni ai servizi o allo svago per creare nuovi consumatori.

Questo però non risolve il problema perché anche questi, producono un bene (anche se non fisico) che deve essere consumato, altrimenti questi lavoratori non possono essere consumatori dei beni prodotti.

4) Si spostano i lavoratori dalla produzione di beni ai servizi gestiti dallo stato (si ricorre alle assunzioni pubbliche).

Questo comporta che a fronte di minor lavoratori che producono, aumentano coloro che forniscono servizi pubblici; fino ad una certa misura questo concorre positivamente alla creazione della ricchezza e del benessere, ma oltre una certa soglia determina una inefficienza del sistema che porta lo stato ad indebitarsi.

5) Si importano nuovi consumatori (attraverso l'immigrazione).

L'inserimento di stranieri più poveri, determina una nuova richiesta di beni, ma anche di posti di lavoro, se si prende anche in considerazione che molti stranieri inviano parte di quello che guadagnano verso le loro nazioni di origine, si può ritenere che questo apporto sia sostanzialmente irrilevante.
Mentre si innesca il fenomeno di lavoro nero a basso costo che tende ad abbassare anche gli stipendi dei lavoratori nazionali, riducendo la capacità dei lavoratori di consumare.

6) Si cercano altri consumatori in altre nazioni (globalizzazione).

Se nella globalizzazione, ci si rivolge a paesi avanzati con mercati già saturi, si avrà uno scambio di merci, ma la situazione generale non cambia.

Allora si deve accedere a mercati non saturi dove esistono milioni di persone in uno stato di povertà; questi però non possono consumare, perché non hanno reddito; quindi li devi trasformare prima in lavoratori, affinché avendo reddito possano comprare le merci che l'impresa produce.
A questo punto le imprese multinazionali, dei paesi sviluppati, aprono loro sedi produttive nei paesi dove i mercati non sono saturi.

In questo caso però il costo della mano d'opera in quei paesi è molto più basso dei paesi più sviluppati, e quindi le imprese producono, in quei paesi, merci ad un costo più basso di quello che hanno nei paesi sviluppati.

In effetti, almeno inizialmente, le imprese non possono vendere nei paesi poveri i loro prodotti (più evoluti) costruiti nei paesi sviluppati, ma sono costretti a rivendergli i prodotti a basso costo costruiti in loco.
Quindi in questa fase, i problemi di sovrapproduzione nei paesi sviluppati rimangono, mentre nei paesi poveri inizia il processo di sviluppo.

A questo punto cominciamo a vedere come la globalizzazione, influisce negativamente sul capitalismo nei paesi sviluppati.

In un mercato libero, non si può impedire che l'impresa (multinazionale) cerchi il massimo profitto, quindi l'impresa riporta i prodotti che produce (a basso costo) nei paesi poveri e li rivende nei mercati sviluppati a costi (almeno inizialmente) simili a quelli presenti in quel mercato.

Questo costituisce una fonte di arricchimento enorme per le aziende multinazionali, che possono produrre a 10 e rivendere a 100, cosa impossibile se si produce in paesi sviluppati.
Inizia quindi una fase di aumento dell'importazione nei paesi ricchi di prodotti costruiti nei paesi meno sviluppati, mentre le esportazioni dei paesi ricchi rimangono costanti (perché ancora non si è ancora creata nei paesi poveri una massa di consumatori benestanti, in grado di acquistare merce ad alto costo).

Vediamo ora cosa succede nei paesi più avanzati:

La concorrenza di merci prodotte a basso costo importate dalle multinazionali, colpisce per prime le aziende in loco che costruiscono il tipo di prodotti importati, queste ultime per difendersi, iniziano anche loro ad importare semilavorati o prodotti finiti, che rivendono come se fossero i propri.

A questo punto (nei paesi sviluppati) si riduce la forza lavoro nel settore della produzione (un problema ora dovuto alla globalizzazione, ma che si somma a quello creato già dalla tecnologia), a questo punto per evitare la riduzione dei lavoratori consumatori si possono mettere in campo 2 soluzioni:

1) Sfruttare il vantaggio tecnologico dei paesi più evoluti, per creare merci più competitive ed evolute.

Questo comporta che i paesi più avanti con ricerca, alta tecnologia ed alta qualità dei materiali, tendono a migrare le produzioni su prodotti più evoluti e rallentano il processo di deindustrializzazione, che comunque prosegue perché se anche la ricerca, lo sviluppo e la produzione vengono fatte nei propri paesi, gran parte della produzione di semi lavorati viene fatta nei paesi a basso costo di mano d'opera.

2) Spostare le persone che lavorano nella produzione nei servizi e nella pubblica amministrazione.

Questa soluzione è stata attuata da molte nazioni prima della globalizzazione, per risolvere il problema degli esuberi dovuti alla tecnologia; e come abbiamo visto, oltre un certo limite, produce inefficienza di sistema che costringe gli stati ad indebitarsi.

Come abbiamo visto la tecnologia (macchine che prendono il posto dell'uomo) riduce in assoluto il numero di lavoratori, e la globalizzazione (lavoro e produzione a basso costo), riduce la produzione ed il numero dei lavoratori nei paesi sviluppati.

La riduzione della forza lavoro in sistema capitalistico significa riduzione dei consumatori, questo significa che fasce di popolazione senza lavoro, rischiano di non avere più accesso ai beni di consumo.

Conclusioni:

Da quello finora esposto si capisce che la globalizzazione, comporta uno spostamento di prodotti di consumo dai paesi poveri a quelli ricchi ed uno spostamento della ricchezza monetaria inverso.
Calcolando l'obsolescenza veloce delle merci di consumo, questo processo si ripete di continuo, fino a comportare che nei paesi sviluppati (a parità di consumi), le ricchezze in eccesso (risparmio accumulato negli anni dello sviluppo economico) tendono ad esaurirsi, e di conseguenza si assisterà ad un aumento del ricorso al debito pubblico e/o privato. Non dimentichiamoci che anche il debito pubblico è comunque un debito privato dei singoli cittadini.

Questo trasferimento di ricchezze, continua finché i sistemi non tendono ad equilibrarsi; il che significa che i paesi ricchi cederanno prima ricchezza in cambio di beni di consumo e poi dovranno competere con quelle economie, che hanno condizioni di lavoro e salari molto più bassi.

Se nelle economie dei paesi in via di sviluppo, le conquiste sociali saranno simili a quelle dei paesi sviluppati, la migliore condizione che si potrà avere, è che nei paesi sviluppati i lavoratori vedranno ridotta alla meta la loro capacità di acquisto ed i loro diritti, che saranno invece in aumento nei paesi in via di sviluppo.

Questo significa che a livello mondiale le economie occidentali devono prepararsi a diventare molto più povere di quanto sono adesso.

Dopo questo livellamento di ricchezza (di durata media 25 -30 anni), il sistema globale dovrebbe nel suo insieme ricominciare a crescere cosi come è stato inizialmente per i paesi sviluppati, alla sua massima espansione si avrà una alta produzione di beni diffusa a livello mondiale; questo potrebbe essere un aspetto positivo, se non fosse che noi viviamo in un mondo in cui le risorse sono finite, e dove purtroppo l'uso della tecnologia comporta inquinamento.

Riepilogo:

L'analisi sopra esposta, evidenzia che il capitalismo (anche se depurato da tutti gli eccessi) ha un limite ed una potenzialità negativa.

- Il limite è nella capacità di distribuire equamente la ricchezza, visto che a come spinta principale il profitto personale e non vi pone alcun limite.

- La potenzialità negativa e che l'eccesso di produzione di beni, non rispetta la capacità limitata del pianeta di rigenerarsi dall'inquinamento che questo eccesso produce; un problema difficilmente risolvibile dal capitalismo visto che il suo fine è il profitto personale e non il bene comune.

Ho cercato di fare l'analisi del capitalismo depurato da qualsiasi distorsione, e se ne dovessi dare un giudizio direi che è un sistema sbagliato, perché se in una prima fase, anche se in modo discutibile crea ricchezza, a lungo termine è un sistema autodistruttivo , perché non ha in se le basi per auto correggersi.
E come se, per far correre di più un treno lo si alleggerisse non installando i sistemi di controllo, di sicurezza ed i freni, sperando che non si abbia mai bisogno di frenare.

Vediamo come lo sviluppo del capitalismo si è attuato in Italia e come la situazione si potrebbe evolvere in base alla teoria sopra espressa ( sviluppo simile ad altri paesi occidentali):

Consideriamo la fine della 2° guerra mondiale come un punto di inizio della storia moderna del nostro paese.

(vedi anche grafici allegati)
1950: inizio sviluppo economico
1970: l'industrializzazione fa perdere lavori nella produzione
1970: Si spostano i lavoratori nella pubblica amministrazione ed in imprese ed enti statali
1973: Inizia l'inefficienza del sistema, ed inizia l'aumento del debito pubblico
1990: Inizia la globalizzazione
1997: Inizia il controllo della spesa pubblica (per poter entrare in Europa)
1998: inizia ad aumentare il debito privato
2000: Aumenta la globalizzazione
2001: Il debito pubblico è legato al PIL dai parametri Europei
2001: Cresce il debito privato
2002: Riduzione del potere di acquisto
2003: Inizia la bolla immobiliare
2007: Inizia la crisi della borsa
2008: Inizia la crisi economica, primi lavoratori in cassa integrazione o licenziati
2008: Aumenta il debito pubblico e privato
2008-2009: Calo della produzione industriale
2009: Aumentano i lavoratori in cassa integrazione o licenziati
2009: Aumento del debito pubblico e riduzione del PIL e delle entrate fiscali
2010: Probabile crollo economia USA o inizio guerre, falsi attentati, ecc.. per tentare di evitarlo
2010: Aumento della disoccupazione e scoppio della bolla immobiliare in Italia
2010: Continua l'aumento del debito pubblico e la riduzione del PIL e delle entrate fiscali
2011: Riduzione di stipendi e pensioni
2012: Disoccupazione diffusa, riduzione dello stato sociale
2013: Rivolte sociali diffuse, aumento immigrazione
2014: Povertà diffusa, immigrazione di massa dai paesi africani
2015: Ristrutturazione sociale
2016: Stabilizzazione sociale
2017: Lenta ripresa industriale
2018: Inizio ripresa economica
2019: Livellamento dell'economia mondiale
2020: Mondo altamente competitivo governato da una oligarchia finanziaria
2021-2030: Distribuzione della ricchezza iniqua con pochi ricchi e molti poveri

Questo dovrebbe essere il trend, l'unica cosa che può cambiare è che le politiche monetarie, possono anticipare o posticipare gli eventi.
Si potrebbe anche evitare questo declino, se il capitalismo fosse contestato dai popoli mondiali e coloro che hanno accumulato enormi ricchezze, fossero costretti a ridistribuirle.
Ma quest'ultima cosa i governi e le oligarchie la faranno solo se costretti da popoli coesi ed uniti, cosa a mio avviso difficilmente realizzabile.

Dobbiamo stare anche attenti, perché ultimamente vengono fatte sempre più leggi che limitano la libertà individuale; non è da escludere che in caso di gravissima crisi economica, chi gestisce il potere possa operare scelte o agire con operazioni illegali in difesa dei propri interessi.
Si potranno avere guerre, falsi attentati terroristici, eliminazioni fisiche di massa utilizzando pandemie, ecc... qualcuno potrebbe già sapere che il Titanic (economia) affonda e senza dire nulla è già pronto sulle scialuppe (che non bastano per tutti).
Per chi gestisce il potere è più facile mantenerlo, se si agisce in uno stato di emergenza ( terroristica o sanitaria ecc..) che permetterebbe loro di agire attraverso leggi speciali in deroga alle leggi ordinarie.

Vedi: Rapporto NATO operazioni urbane anno 2020

Alcune azioni che a mio avviso, dovrebbero essere intraprese nei paesi sviluppati:

1) Limitare l'importazione di merci (max 20%) dai paesi a basso costo di mano d'opera, per rallentare il deflusso della ricchezza e rilanciare la produzione interna.
2) Non licenziare i lavoratori produttivi, ma quelli improduttivi (statali e parastatali in esubero), in modo di abbassare le tasse alle imprese ed ai lavoratori.
3) Informare i cittadini di quello che sta succedendo ed invitarli a contrastare la crisi.
4) Abolire la parte di debito pubblico derivante dall'interesse sull'emissione del denaro.
5) Smettere di disinformare ed inebetire le persone (abbiamo bisogno di persone capaci di produrre e consumare beni con intelligenza).
6) Ridistribuire la ricchezza.
7) Ridurre gli sprechi ed investire nelle tecnologie ecologiche.
8) Evitare opere faraoniche che non servono a niente (ponte di Messina e centrali nucleari).
9) Emettere una moneta non gravata da interesse.
10) Avviare la costruzioni di villaggi, comuni e piccole città autosufficienti.

In poche parole EFFICIENZA al massimo.

Visto che non possiamo impedire che le ricchezze a nostra disposizione si riducano, possiamo pero utilizzarle per costruire sistemi efficienti che ci costino meno e compensino la riduzione della nostra capacità di acquisto.

Non vi voglio deprimere e vi lascio con un progetto-sogno.

Siamo una nazione senza fonti energetiche fossili, uranio e senza materie prime e questo ci rende poco competitivi per la produttività di molti prodotti a livello globale; ma abbiamo il sole, un clima stupendo, il mare, la campagna fertile, l'acqua e la storia.
Noi siamo un paese da sogno, che può vincere facilmente la sfida dell'autosufficienza, ora che le attività produttive (inquinanti) si sposteranno in altri paesi, non dobbiamo aver paura, ma sfruttare questa occasione per fare in modo che Italia possa diventare un enorme museo della storia ed una grande fiera della scienza ecologica.
Dobbiamo specializzarci, in quelle attività del quale abbiamo le materie prime e scambiare i nostri prodotti e servizi, con i paesi che hanno prodotti di altre materie prime (un modo di vivere più efficiente, sano ed ecologico).

Consiglio anche questa lettura: Costruiamo insieme una alternativa al capitalismo malato

Saluti
Roberto Franzè

Fonte
http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... to-Franze/


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MessaggioInviato: 18/07/2010, 21:43 
Economia: il mondo sommerso da
un debito di 1 quadrilione di dollari


E' un neologismo che coniamo qui su WSI per dare l'idea di quale sia l'ammontare di carta a buffo che ci sommerge: $1.000.000.000.000.000. I colpevoli: stati, banche centrali, banche. Ma in Italia, terzo debito del mondo, in prima linea in questa guerra da capitalismo degenerato, si parla d'altro. E l'unico ministro della Repubblica in grado di gestire il potenziale crash deflazionistico, Giulio Tremonti...

Opinione di Luca Ciarrocca (direttore e fondatore di Wall Street Italia).

Pubblicato il 18 luglio 2010

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... age=974102

WSI) – Il sistema economico-finanziario mondiale e' ormai inondato dal debito. E' un fenomeno storico di cui noi, in questa generazione, siamo testimoni, qui ed ora. E' la piu' grande bolla debitoria di sempre, pari in totale a un quadrilione di dollari. Esatto, questo neologismo lo coniamo in Italia qui su WSI per dare l'idea di quale sia l'ammontare di carta a buffo che ci sommerge. In cifre $1.000.000.000.000.000, cioe' 10 alla 15esima. Fate finta che un secondo sia come un dollaro. Un milione di secondi equivale a dodici giorni. Un miliardo di secondi sono 32 anni e cinque trilioni di secondi oltre 158 mila anni. A quanti anni luce corrisponde un quadrilione? Rigiriamo la domanda ai nostri lettori matematici o ingegneri.

Come faremo a ripagare questa enorme massa di carta stampata dalle banche centrali, che davvero non ha precedenti nella storia economica dell'umanita'? Una soluzione radicale sarebbe fare un colossale default planetario, azzerare tutto, e ripartire dal "via". Ovviamente non e' possibile (a meno di ipotesi intermedie di ristrutturazione) pena il crack di sistemi politici basati quasi tutti su ordinamenti "law & order" e sul rispetto di leggi e contratti; torneremmo a scambiarci conchiglie, ossa di tibia e per gli amanti dell'economia jurassica, lingotti d'oro (e' una provocazione: aspettiamo le reazioni dei molti fan del metallo giallo).

Invece, l'enorme massa di debito puo' essere solo "servita" da ulteriore crescita dell'economia mondiale. E questo e' il punto. Perche' sembra proprio che il motore dello sviluppo economico nel mondo si sia imballato in conseguenza della devastante crisi finanziaria del 2008-2009 esplosa in America e diffusasi come in virus aggressivo in ogni angolo della Terra. Il capitalismo sta vivendo una di quelle crisi devastanti di cui nemmeno Carl Marx nel piu' idilliaco dei suoi sogni si sarebbe immaginato. Il risultato e' che vediamo in atto enormi pressioni deflazionistiche nel mondo occidentale sviluppato. L'ulteriore conseguenza potrebbe essere una depressione deflazionaria globale con successive dislocazioni geopolitiche molto pesanti (lasciamo alla fantasia di ciascun lettore immaginarle per varie zone geografiche).

La maggior parte dei titoli sui media piu' seri e non al servizio delle propagande politiche locali, negli ultimi mesi si e' incentrata nella descrizione della questione "debito" parlando dei problemi concreti di Grecia, Portogallo e Italia (il nostro paese ha il record rapporto debito/pil in Europa al 118%, con 1.827 trilioni di euro, ed il terzo del mondo). Eppure gli Stati Uniti quest'anno hanno un debito pari a $8 trilioni di dollari e il debito sovrano in Giappone e' a livello di rischio ancora piu' alto (n.1 nel mondo) con un rapporto debito/pil del 219%. Il Giappone in questi mesi sta onorando il debito a un tasso dell'1.50%. Se i tassi dovessero per qualche motivo risalire al 3.50%, Tokyo non sarebbe nemmeno in grado di pagare gli interessi.

Il problema vero delle degenerazioni del capitalismo sono le banche e le banche centrali. Quelle italiane (di cui 2 o 3 hanno seri problemi di liquidita' dovuti alla forte crescita di crediti "tossici" per i quali dovranno essere ricapitalizzate) sono tutto considerato abbastanza solide, in raffronto per esempio alle banche inglesi. Gli istituti del Regno Unito hanno ammassato $4.4 trilioni di passivita' all'estero, cioe' due volte il pil UK. Eppure l'Inghilterra non ha mai fatto default dai tempi del Medio Evo. La verita' e' che questo capitalismo e' degenerato e Robin Hood sarebbe oggi un eroe se fosse vivo, non perche' l'altro sistema e' migliore (leggete bene, lettori che votate a sinistra: l'altro sistema e' morto e ha fallito) ma solo perche' il capitalismo ormai ha smesso di essere fondato sul free market mentre si tiene solo grazie ad un approccio che e' una miscela mista orrenda, pericolosa, poco etica e soprattutto non funzionante. Investimenti "tossici" che non dovevano mai essere fatti in primo luogo e che dovrebbero essere adesso liquidati, rimangono occultati nei bilanci taroccati del sistema bancario e coperti da politiche monetarie colluse.

La lezione che abbiamo imparato - dopo la recente gravissima crisi finanziaria, la peggiore dalla Grande Depressione del 1929 - e' che i banchieri, la maggior parte dei quali non sono ne' lungimiranti ne' colti, ancora guidano i destini del mondo. In Italia si parla di cricche, caste e P3: si tratta di realta' inconfutabili e non di "montature" o "polveroni", come afferma il nostro premier Silvio Berlusconi. Eppure cricche, caste e P3 fanno tutte ineluttabilmente capo a una super-lobby: quella dei banchieri.

Gli sforzi per riformare il sistema finanziario e il sistema bancario globale, come l'idea di inserire una tassa sulle transazioni dei prodottti derivati piu' a rischio - la vera droga di questo capitalismo - non hanno fatto grandi passi avanti, come ci si sarebbe aspettati secondo buon senso. Perfino la riforma finanziaria che l'ottimo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, firmera' tra pochi giorni a Washington come legge, e' un patetico cerotto per coprire le ferite di Wall Street e non la seria operazione chirurgica che era urgente per estirpare un cancro maligno (del resto, se per far vincere la corsa alla Casa Bianca a un presidente in America serve mezzo miliardo di dollari, capirete bene di che spiccioli si tratta rispetto al quadrilione di dollari di cui sopra).

I banchieri oggi hanno perfino piu' voce in capitolo di prima sulle regole disegnate nell'ambito di Basilea dalla BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali. Le banche di tutto il mondo hanno vinto questa mano al tavolo, rispetto a quelle che erano le richieste iniziali sulla necessita' di capitalizzazione e sul taglio delle assunzioni di rischio. Gli enti di controllo e le banche centrali si sono orientati con sicumera verso regole meno stringenti prendendo le distanze dalle prime proposte (purtroppo l'ex presidente della Fed Paul Volcker, consulente finanziario dell'amministrazione Obama, e' stato messo in posizione di non nuocere). Cosi' sappiamo fin d'ora che banche centrali, banchieri e stati continueranno a trattare il mercato finanziario come un tossicodipendente, agendo da spacciatori. Dite voi, qual e' il disegno di chi sa che l'esito e' la morte per overdose?

Nel frattempo la Federal Reserve americana ha passivita' in bilancio che si avvicinano a $5 trilioni di dollari e il rapporto debito/pil degli Stati Uniti sta raggiungendo rapidamente il livello del 100%, non come quello italiano, ma insomma sulla pessima strada dei paesi gestiti male. Quello di Obama e' un disperato tentativo keynesiano di stimolare un'economia portata sull'orlo del collasso apocalittico (stava per succedere: il 10 ottobre 2008) dopo gli 8 anni di irresponsabile presidenza di George W. Bush, coadiuvato sul fronte monetario dal super-colpevole ex presidente della Federal Reserve Alan Greespan (quello passato alla storia per la sua definizione di "esuberanza irrazionale", che s'e' visto dove ci ha portato).

Dunque stiamo descrivendo qui l'enorme massa di indebitamento degli Stati Uniti, la prima economia del mondo, del Giappone, la seconda economia mondiale, della Gran Bretagna, la sesta economia, e dell'Italia, la quinta economia.

E venendo a casa nostra, quanto sarebbe piu' opportuno se il ministro Giulio Tremonti invece di parlarci per metafore tra cultura pop e pseudo-filosofia ("siamo in parete" "l'economia mondiale e' come un video-gioco" "poliarchia e democrazia" "illuminati") ci parlasse con onesta' e coraggio trattando gli italiani da adulti e non da ragazzini da educare (leggere intervista su "Repubblica").

Tremonti, uno dei pochi membri dell'esecutivo che meriti i pieni voti (e per questo inviso al premier) potrebbe certamente spiegarci, senza finto ottimismo, i rischi sottostanti l'enorme pressione deflazionistica in atto nelle economie dei paesi sviluppati. Lui e' certamente consapevole del fatto che la deflazione potrebbe portare - il condizionale e' d'obbligo perche' in verita' nessuno sa cosa puo' davvero accadere - al giorno del giudizio, a punizioni non religiose ma a batoste di portafoglio globali (e per fortuna il papa o gli imam non hanno voce in capitolo almeno sulle politiche monetarie ed economiche del mondo) insomma ad un clamoroso crash deflazionario con tutto cio' che questo comporterebbe su occupazione, consumi, produzione, prezzi delle case, prezzi in Borsa.

Certo in altre parti del globo la prospettiva e' meno grama, e infatti la Cina ha appena messo a segno una crescita superiore al 10% nei primi 6 mesi del 2010. Solo che Pechino non potra' continuare a tirare l'economia mondiale all'infinito. La Cina - che ha un pil ancora relativamente piccolo per gli 1,3 miliardi di abitanti dell'immenso territorio cinese - dipende in massima parte dagli Stati Uniti, dall'Europa e dagli altri mercati occidentali per l'esportazione dei propri prodotti, manufatti con un costo del lavoro tuttora infimo rispetto a quello dell'Occidente. Le sue fabbriche potrebbero trovarsi con una colossale sovraccapacita' produttiva e i magazzini ricolmi di merce che il resto del mondo non compra piu'.

L'Italia e' in prima linea in questa guerra economica. Ma gli italiani non lo sanno, non gli viene detto, per cui non capiscono e diciamolo... non gliene frega niente, tra un Grande Fratello, un mondiale di calcio e un Emilio Fede. Anche perche' siamo coperti dall'ombrello dell'Europa e dell'euro, altrimenti Roma parrebbe adesso Buenos Aires nel 2002, altro che Atene in questi giorni. Per cui si parla di tutt'altro e fintantoche' il cavallo - il popolo italiano - continua a bere la pozione mediatica a base di melassa e finti problemi, i banchieri, i politici, le caste e le cricche continueranno a prosperare indisturbati, senza distinzione tra destra e sinistra. Ogni tanto qualche magistrato richiamera' l'attenzione su reati gravi e appropriazioni indebite a danno della collettivita', compiute da qualche ascaro del potere piu' stupido perche' accecato dal senso di impunita'; ma nulla cambiera'. E probabilmente capiremo proprio da Giulio Tremonti un bel giorno, quando presentera' le proprie dimissioni, che saremo al "game over" nel video-gioco dell'economia, almeno nella versione in lingua italiana.



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 20/07/2010, 18:53 
Preso da "Nexus", e quindi da considerare con le dovute molle [|)]
ma mi sembra abbastanza interessante:
http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Economia/Crisi-economica-2009---2010---2011---2012-2020---di-Roberto-Franze/

Buona e buia lettura!



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Marziano
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MessaggioInviato: 20/07/2010, 19:03 
OOOPSSSS!!!! [:o)]
Lo aveva già postato VIMANA...... chiedo venia!



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MessaggioInviato: 26/07/2010, 13:31 
USA: tracollo delle vendite di auto ai clienti tra i 16 e i 19 anni

Negli Stati Uniti, le vendite di auto nuove destinate ad automobilisti in erba, appartenenti alla fascia di età compresa tra i 16 ed i 19 anni, sono in fortissimo calo. Il motivo? I teenagers americani di oggi non trovano più lavoro quanto qualche anno fa e questo fattore influisce indirettamente anche sul volume di auto comprate dai genitori per i figli.

Secondo una recente ricerca condotta negli USA, nel 2005, le auto nuove acquistate da o per ragazzi con età tra i 16 ed i 19 anni, furono 7.500.000. A fine 2010, il valore si attesterà non oltre i 4.200.000 esemplari. Poco più della metà di cinque anni fa, dunque.

Come evidenzia la medesima indagine, il mercato del lavoro ha cambiato faccia nel corso degli ultimi anni in America, e ciò è successo anche a scapito dei più giovani. A metà 2010, addirittura il 27% dei teenagers USA non aveva svolto neanche un lavoro part-time nel corso degli ultimi sei mesi. Una percentuale altissima per gli standard di Oltreoceano.

Alla luce di questo dato, non sorprende dunque scoprire che solo il 16% dei giovani tra i 16 ed i 19 anni riesce a coprire autonomamente le spese per la propria auto, laddove nel 2005 era il 21%.

Questa dinamica ha anche avuto una conseguenza indiretta: oggi il 57% delle auto usate comprate da o per teenagers americani è di un marchio americano, dal momento che negli USA le auto di seconda mano dei costruttori nazionali costano mediamente di meno rispetto alle estere.

Fonte
http://www.autoblog.it/post/28336/usa-t ... -i-19-anni


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MessaggioInviato: 28/07/2010, 17:59 
Usa,sondaggi: "Basta immigrati"
Quasi 45% non vuole altri stranieri

Quasi la metà degli americani, il 45%, vuole meno immigrati negli Stati Uniti; per il 34% le cose dovrebbero restare così, mentre solo il 17% e' disposto ad accogliere altri stranieri nell'Unione. Questo il risultato di un sondaggio Gallup a due giorni dall'entrata in vigore dell'intransigente legge dell'Arizona, che renderà la vita impossibile aglli irregolari. Normativa che l'amministrazione Obama ha già impugnato.

Fonte
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/arti ... 7363.shtml


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MessaggioInviato: 28/07/2010, 18:42 
La solidarietà e l' accoglienza sono doveri per qualsiasi nazione, ma facciamo attenzione..........
Che una popolazione voglia mantenere le sue peculiarità è legittimo ed il controllo dei flussi ne è una conseguenza. serve per evitare guerre tra poveri, l' accoglienza deve essere mirata, in modo da offrire agli immigrati gli stessi diritti degli autoctoni e poter pretendere gli stessi doveri. Queste situazioni si sono create per l' ingordigia del sistema produttivo dei paesi capitalisti, ma non per questo dobbiamo sopportare flussi incontrollati e senza regole.
Le differenze se gestite bene sono una ricchezza, ma certe leggi sconsiderate, del tipo "dento tutti", creano situazioni che rischiano di degenerare.



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MessaggioInviato: 28/07/2010, 20:52 
MITOLOGIA GRECA: LA VERA STORIA
DELLA CRISI DEL DEBITO EUROPEO


lug 28th, 2010

WALDEN BELLO
Yes! Magazine

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Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... o-europeo/

I caffè di Atene sono pieni, frotte di turisti visitano ancora il Partenone e saltano da un’isola all’altra nel favoloso Egeo. Ma sotto la facciata estiva, c’è confusione, rabbia e disperazione mentre il paese precipita nella sua peggiore crisi degli ultimi decenni. I media mondiali hanno presentato la Grecia, la piccola Grecia, come l’epicentro della seconda fase della crisi finanziaria internazionale, allo stesso modo in cui ha ritratto Wall Street come il ground zero della sua prima fase.
Tuttavia, si riscontra un’interessante differenza nelle storie che girano attorno a questi due episodi.


Storie in conflitto

Le attività sregolate delle istituzioni finanziarie, che hanno creato strumenti ancora più complessi per moltiplicare magicamente il denaro, hanno portato al crollo di Wall Street che si è trasformato nella crisi finanziaria globale. Con la Grecia, tuttavia, la narrazione popolare recita così: questo paese ha raggiunto un insostenibile livello di indebitamento per costruire uno stato di welfare che non poteva permettersi, ed ora è visto come lo spendaccione che deve stringere al cinghia. Bruxelles, Berlino e le banche sono gli austeri puritani che esigono una penitenza dagli edonisti del Mediterraneo per aver vissuto al di là delle loro possibilità e per aver peccato d’orgoglio ospitando le costose Olimpiadi del 2004.

Questa penitenza arriva sotto forma di un programma dell’UE e del FMI che prevederà l’aumento del tasso nazionale dell’IVA al 23%, l’estensione dell’età di pensionamento a 65 anni, sia per gli uomini che per le donne, dei tagli profondi alle pensioni ed ai salari del settore pubblico e l’eliminazione delle pratiche che promuovono la sicurezza di lavoro. Lo scopo apparente di questa mossa è di snellire lo stato di welfare e lasciare che i greci vivano nell’ambito delle loro possibilità.
Sebbene la storia dello stato di welfare presenti degli sprazzi di verità, è fondamentalmente scorretta. La crisi greca ha essenzialmente origine dallo stesso impulso frenetico del capitale finanziario di trarre profitto dalla massiccia ed indiscriminata estensione del credito che ha portato all’implosione di Wall Street. La crisi greca rientra nel modello disegnato da Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff nel loro libro This Time Is Different: Eight Centuries of Financial Folly [“Stavolta è Diverso: Otto Secoli di Follia Finanziaria”, ndt] – periodi di prestiti sfrenati e speculativi seguiti inesorabilmente da default dei debiti pubblici, o quasi default. Come la crisi del debito del Terzo Mondo negli anni ’80 e quella finanziaria in Asia negli ultimi anni ’90, il cosiddetto problema del debito pubblico di paesi come la Grecia, la Spagna ed il Portogallo è principalmente una crisi determinata dall’offerta, non dalla domanda.
Nel loro impeto di aumentare sempre più i profitti facendo prestiti, le banche europee hanno versato circa 2.5 trilioni di dollari alle economie europee che ora si trovano nei guai: Irlanda, Grecia, Belgio, Portogallo e Spagna. Le banche tedesche e francesi trattengono il 70% del debito di 400 miliardi di dollari della Grecia. Le banche tedesche sono state grandi compratrici di patrimoni di subprime dalle istituzioni finanziarie americane ed hanno applicato la stessa mancanza di discriminazione nel comprare i bond del governo greco. Da parte loro, le banche francesi, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, hanno aumentato i loro prestiti alla Grecia del 23%, alla Spagna dell’11%, al Portogallo del 26%.

La frenetica scena del credito greco non ha avuto come protagonisti i soli attori finanziari europei. La squadra della Goldman Sachs di Wall Street ha mostrato alle autorità finanziarie greche come degli strumenti finanziari, conosciuti come derivati, potevano essere usati per far “scomparire” grosse parti del debito, quindi far risultare buoni i conti nazionali a bancari impazienti di concedere ancora più prestiti. Poi, la stessa azienda ha fatto marcia indietro e, tramite un tipo di strumenti derivati commerciali conosciuti come “credit default swap” [sorta di assicurazione che il possessore di una obbligazione può contrarre per mettere al riparo l’importo investito, ndt], hanno scommesso sulla possibilità che la Grecia sarebbe venuta meno al pagamento, aumentando il tasso di interesse del paese dalle banche, ma ricavandone un piccolo profitto per se stessa. Se c’è mai stata una crisi creata dalla finanza globale, la Grecia ne sta soffrendo proprio ora.


Dirottare la storia

Ci sono due motivi chiave per cui la storia della Grecia è diventata un racconto di ammonimento consumato dal tempo, che parla di persone che vivono al di là delle loro possibilità, piuttosto che un caso di irresponsabilità finanziaria da parte di investitori e bancari.
Prima di tutto, le istituzioni finanziarie hanno dirottato con successo la storia della crisi per il loro tornaconto personale. Le grandi banche ora sono davvero preoccupate delle terribili condizioni dei loro stati patrimoniali, indeboliti come sono dai patrimoni tossici di subprime che si sono accollati e rendendosi conto di aver sovraesteso gravemente le loro operazioni di prestito. Il modo principale con il quale cercano di ricostruire i loro stati patrimoniali è generare nuovi capitali usando i loro debitori come pedine. Come colonna portante di questa tragedia, le banche cercano di persuadere le autorità pubbliche a finanziarle ancora una volta, come fecero nella prima fase della crisi sotto forma di fondi di soccorso e tassi ufficiali di sconto ridotti.

Le banche erano fiduciose che i governi dominanti dell’Eurozona non avrebbero mai permesso il default alla Grecia ed agli altri paesi europei altamente indebitati, in quanto avrebbe portato al collasso dell’Euro. Con i mercati che scommettevano contro la Grecia ed il suo aumento del tasso di interesse, le banche sapevano che i governi dell’Eurozona sarebbero ricorsi a pacchetti di finanziamenti, la maggior parte dei quali sarebbero andanti incontro al pagamento degli interessi del debito greco. Promosso come un soccorso alla Grecia, il massiccio pacchetto di 100 miliardi di Euro, messo insieme dai governi dominanti dell’Eurozona e dal FMI, andrà per lo più in soccorso alle banche per la loro irresponsabile e sregolata smania dei prestiti. Le banche e le istituzioni finanziarie internazionali hanno giocato lo stesso vecchio gioco della fiducia con i debitori nei paesi in via di sviluppo durante la crisi del debito del Terzo Mondo negli anni ’80, come anche in Thailandia ed Indonesia durante la crisi finanziaria in Asia negli anni ’90. Le stesse misure di austerità – conosciute poi come regolazioni strutturali – sono state la conseguenza dell’esagerazione dei prestiti delle banche del nord e degli speculatori. E c’è stato lo stesso scenario: addossare la colpa sulle vittime facendole apparire come persone che vivono al di là delle loro possibilità, fare in modo che le agenzie pubbliche vengano in soccorso con pagamenti anticipati ed accollare alla gente il terribile compito di ripagare il prestito impegnando una massiccia parte dei loro flussi di credito presenti e futuri come pagamenti alle agenzie di credito.
Senza dubbio le autorità stanno preparando simili massici pacchetti di soccorso da miliardi di Euro per le banche che si sono sovraestese in Spagna, Portogallo e Irlanda.


Riversare la colpa

Il secondo motivo per promuovere la storia del “vivere al di là delle loro possibilità”, nel caso della Grecia a degli altri paesi gravemente indebitati, è quello di deviare la pressione da una regolamentazione finanziaria più rigida, proveniente dai cittadini ed i governi dall’inizio della crisi. Le banche vogliono la botte piena e la moglie ubriaca. Hanno assicurato fondi di finanziamento dai governi nella prima fase della crisi, ma non vogliono rispettare quello che i governi hanno presentato ai loro cittadini come parte essenziale dell’accordo: il rafforzamento della regolamentazione finanziaria. I governi, dagli USA alla Cina e la Grecia, sono ricorsi a massicci programmi di politiche fiscali per prevenire il collasso dell’economia reale durante la prima fase della sua crisi. Promuovendo una storia che sposta l’attenzione dalla mancanza di regolamentazione finanziaria alle ingenti spese statali come problema chiave dell’economia globale, le banche cercano di prevenire l’imposizione di un severo regime normativo.

Ma questo è giocare con il fuoco. Il vincitore del Premio Nobel Paul Krugman ed altri avevano avvertito che se questa versione dei fatti avesse avuto successo, la mancanza di nuovi programmi di politica fiscale e severe normative bancarie avrebbero provocato una profonda recessione, se non una vera e propria depressione. Sfortunatamente, come suggerito dal recente meeting del G20 a Toronto, i governi dell’Europa e degli USA stanno cedendo all’agenda poco lungimirante delle banche, che hanno l’appoggio di ideologi neo-liberali irriducibili che continuano a vedere lo stato interventista ed attivista come il problema di fondo. Questi ideologi credono che una profonda recessione – e persino una depressione – sia il processo naturale tramite il quale un’economia si stabilizza e che questo modo keynesiano di spendere per evitare il collasso servirà solo a rimandare l’inevitabile.


Resistenza: farà la differenza?

I greci non stanno di certo a guardare. Lo scorso 8 luglio, l’approvazione del pacchetto UE-FMI da parte del parlamento greco è stata accolta con enormi proteste. In una precedente protesta, molto più estesa, lo scorso 5 maggio, 400.000 persone si sono unite nella più grande dimostrazione dai tempi della caduta della dittatura militare del 1974. Eppure, le proteste in strada sembrano servire poco ad evitare la catastrofe sociale che il programma UE-FMI scatenerà. L’economia è tale da contrarsi del 4% nel 2010. Secondo Alexis Tsipras, presidente della coalizione di sinistra del parlamento (Synapsismos), è probabile che il tasso di disoccupazione aumenti dal 15% al 20% in due anni, con un tasso del 30% previsto tra i giovani. Come anche per la povertà, un recente sondaggio congiunto del Kapa Research e la London School of Economics ha rivelato che, anche prima della crisi attuale, quasi un terzo degli 11 milioni di greci vivevano sull’orlo della miseria. Questo processo di creare un “terzo mondo” all’interno della Grecia sarà accelerato dal programma di assestamento dell’UE e del FMI.
Ironicamente, questo assestamento è presieduto da un governo socialista, capeggiato da Georges Papandreou, eletto alla carica lo scorso ottobre per annullare la corruzione della precedente amministrazione conservatrice e gli effetti nocivi delle sue economie politiche. “All’interno del partito di Papandreou c’è resistenza nei confronti del piano dell’UE-FMI”, ammette Paulina Lampsa, il segretario internazionale del partito. Ma la sensazione schiacciante all’interno del contingente parlamentare del partito è, usando una famosa espressione di Margaret Thatcher, “TINA: There Is No Alternative” [Non ci sono alternative, ndt].


Le conseguenze dell’obbedienza

Di fronte alle conseguenze selvagge del programma, un numero sempre crescente di greci parla di adottare la strategia di minacciare il default o un radicale riduzione unilaterale del debito. Un tale approccio potrebbe essere coordinato, dice Tsipras, con gli altri paesi europei oppressi dai debiti, come il Portogallo e la Spagna. L’Argentina potrebbe fare da modello: ha dato un taglio alla percentuale dei suoi creditori nel 2003, pagando solo 25 cent per ogni dollaro che gli doveva. Non solo l’Argentina se l’è cavata così, ma le risorse che altrimenti avrebbero costituito interessi del debito che il paese doveva pagare sono state incanalate nell’economia domestica, dando il via ad una crescita economica media annuale del 10% tra il 2003 ed il 2008.
La “Soluzione Argentina” è di certo piena di rischi. Ma arrendersi ha delle conseguenze dolorosamente chiare, se si esaminano i registri dei paesi che hanno sottoscritto il programma di assestamento del FMI. Sganciando annualmente circa il 25-30% del bilancio statale per i creditori stranieri, le Filippine sono entrate in un decennio di inattività nella metà degli anni ’80, dalla quale non si sono mai riprese e che l’hanno condannate ad un tasso permanente di povertà di più del 30%. Spremuto da misure di assestamento draconiane, il Messico è stato risucchiato in vent’anni di continua crisi economica, con conseguenze come il dilagante narcotraffico che l’ha portato sul punto di essere uno stato fallito. L’attuale stato della guerra di classe virtuale in Thailandia può essere in parte fatto risalire alle ricadute politiche della sofferenza economica imposte dal programma di austerità del FMI dieci anni fa.
L’assestamento della Grecia da parte di Bruxelles e del FMI mostra che il capitalismo finanziario alle prese con la crisi non rispetta più la divisione tra Nord e Sud. I cinici direbbero: “Benvenuta nel Terzo Mondo, Grecia”.

Ma questo non è il momento per il cinismo. Piuttosto, è un momento chiave per la solidarietà globale. Ci siamo tutti dentro, adesso.



Titolo originale: "Greek Mythology: The Real Story of the European Debt Crisis"
Fonte: http://www.yesmagazine.org
Link

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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