29/07/2010, 10:45
rmnd ha scritto:
Un punto obsoleto...repubblica parlamentare. ecco un punto obsoleto.
La figura del presidente della repubblica..obsoleta.
Il bicameralismo perfetto..obsoleto.
Sul simbolino del partito poi, ricordati che nella 'prima repubblica' è sempre stato così.
E al governo precedente, il Prodino, è andata bene così. E' stato eletto con la crocetta sul simbolo del partito. Quello però era democratico o no?
Se il 'popolo' ha diritto di ribellarsi si accomodi. Vada, anzi, andate e ribellatevi . Andate al parlamento, assediatelo , date fuoco a tutto.
Esprimete il vostro alto concetto di democrazia.
29/07/2010, 10:47
robs79 ha scritto:bleffort ha scritto:
Allora vuoi ritornare ad essere Longobardo!,bravo!.... ad ognuno il suo Popolo di origine.
No vorrei semplicemente che la mia regione si tenesse il PIL che ogni mese tira su',al posto di fare beneficenza per gente che non ha voglia di fare nulla.
29/07/2010, 10:50
robs79 ha scritto:rmnd ha scritto:
Tu parli di democrazia, ma ti ricordo che nella seconda repubblica in piedi da 16 anni, ben nove sono stati in mano al centro sinistra e di cui solo 4 anni di questi nove come espressione della volontà popolare.
Il Governo Prodi ha vinto le elezioni 2 volte governando per un totale di 4 anni. I restanti 5 sono stati governi tecnici espressione della sinistra, o governi politici di sinistra.
Tutto secondo le regole costituzionali e quindi democratiche ma lontante dal tuo concetto di democrazia inteso nel senso più 'puro' del termine.
5 anni su 9 in cui il centro sinistra ha governato democraticamente de jure ma non de facto.
Tu ti rifai invece alla democrazia de facto.
Ma infatti la democrazia che vorrebbero loro sarebbe gulag per chi non la pensa come il segretario di partito,tutti guadagnino la stessa cifra e tutto sia in mano allo stato centrale comandato dal segretario di partito.
29/07/2010, 12:19
29/07/2010, 13:01
superpippo ha scritto:
..... e che evada le tasse su quel pil, non su quello destinato al resto d'italia... OK! sono d'accordo anch'io!
29/07/2010, 13:04
dark side ha scritto:
he he , e' arrivato l'abbaiatore.......
bau bau.... i comunisti, i gulag, bau bau, e' stato democraticamente eletto (e ha instaurato una dittatura con annessa lotta di classe SPACCANDO IN 2 L'ITALIA) bau, bau, della serie argomenti ZERO.
E' FINITA ! Tutti a casa.... e in prigione!
ha ha ha .... adesso rido io, che bello.
il vostro concetto di democrazia e' quantomeno ridicolo, la vostra democrazia e' la secessione, e' telecrazia, e' ruberia legalizzata.
fatevi la secessione e verra' il giorno che il commercialista vi dira' che purtroppo dovete pagare le tasse.
da questi ultimi interventi si denota chi ha il paraocchi , ma non per imposizione, per scelta dietro ad un'interesse personale, altro che democrazia, i berluscones si dovrebbero sciacquare le fauci prima di nominarla.
altra bella notizia, gli ultimi sondaggi danno il PDL al 30 % , la fiducia al nano e' scesa tra i suoi elettori di 22 punti , questi non sono numeri da governo , quindi .... A CASAAAAA !
29/07/2010, 13:17
29/07/2010, 14:16
superpippo ha scritto:rmnd ha scritto:superpippo ha scritto:
[quote]rmnd ha scritto:
Non è la crisi . ma libero mercato
NO! LIBERI MERCATI forse
In alcuni vi sono regole, in altri NO!!!... per favore non prendiamoci per il...
In Serbia e in Polonia puoi mettere un operaio davanti alla macchina a raggiX senza protezione, e nessuno ti rompe i maroni, in italia E' VIETATO! Se vuoi possiamo levare questa tutela così siamo uguali agli altri
Domanda: dove spende di più l'imprenditore??
E sei ancora alla "falce e martello"????
Vi scandalizzate per ogni cosa.. e per la p2 e per il libero mercato, .
Questo è il mondo.
Che poi le regole siano sbagliate siamo d'accordo. Che la tutela dei lavoratori non è la stessa ovunque , siamo perfettamente d'accordo.
Ma è libero mercato, senza o con poche regole e anche truccate.
Ma non capisco perchè scandalizzarsi per ogni cosa invece di affrontarle.
La falce martello invece che azz c'entra..la storia l'ha gettata nella pattumiera e noi ancora con questi simboli.
29/07/2010, 15:10
NON SOLO FIAT
di Davide Giacalone
C’era una volta l’Italia in cui il contratto dei metalmeccanici, la sua discussione e il suo rinnovo, in un contorno di riflessioni operaiste e lotte di classe, era rivelatore dello stato di salute politico e sociale dell’intero Paese, intonando una melodia cui s’accodava il resto delle relazioni industriali.
C’è, ora, l’Italia in cui la più grande impresa del settore metalmeccanico manda a fondo l’idea stessa del contratto, e manda a spasso i colleghi confindustriali, senza che la cosa lasci traccia profonda in un mondo politico tutto preso a perdersi in sé medesimo.
Che questo fosse l’andazzo, del resto, lo avevamo segnalato nel mentre si svolgeva il surreale referendum di Pomigliano d’Arco, quando gli operai di quella fabbrica furono chiamati a esprimersi sugli effetti della globalizzazione.
Come se a qualcosa serva la loro opinione. Come se possa essere rilevante in uno stabilimento e non anche in tutti gli altri, di quella e delle altre aziende. Si dice che tutto questo sia opera di Sergio Marchionne, con il suo girocollo (a proposito, va bene volere avere un’immagine originale, ma fa caldo, l’uomo non sembra gracile e denutrito, perché si ostina a volere essere “quello del maglioncino”?).
Va di moda dire che un manager globalizzato deve navigare i mercati, senza inutili patriottismi.
A questo si aggiunge un ulteriore concetto: la Fiat di una volta la pagavamo noi italiani, rendendo convenienti (per la proprietà) investimenti da cui la collettività ricavava un utile sociale, in termini di occupazione, se si vuole continuare a pagare si può mettere alla porta Marchionne, dopo aver tirato fuori i dobloni, ma se lo si vuole evitare, come pare saggio, allora si deve tacere quando è Marchionne a chiudere la porta in faccia alla politica e ai sindacati.
E’ vero. In fondo ha ragione l’antico adagio partenopeo: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce o passato.
Il fatto è che continuiamo a parlare del caso Fiat, più in generale del settore auto, come se si trattasse di una eccezione, quando, al contrario, sarà la regola.
Oggi è Fiat a poter dire che uno stabilimento resta in piedi solo se si licenziano tutti gli operai e li si riassume a condizioni nuove, più utili all’impresa, oppure che un intero contratto di categoria è carta straccia, ma questa sarà la musica sempre più suonata e ascoltata.
Una musica, ed è questo il problema, che la politica non riesce a governare, forse neanche s’accorge che dovrebbe farlo.
O, almeno, provarci. Ancora oggi ci raccontiamo di avere resistito meglio di altri Paesi alla grave crisi finanziaria che ha scosso il mondo.
Ed è vero, ma ci siamo riusciti grazie a istituti (come la cassa integrazione) non necessariamente compatibili con un mondo in cui la Serbia ci fa concorrenza fiscale e sociale, creando condizioni vantaggiose per l’impresa e, quindi, attirando investimenti su di sé.
Possiamo proteggere alcuni lavoratori, e per qualche tempo, dagli effetti di questo modo di procedere, ma mai e poi mai potremo proteggere tutti e per sempre.
A spese di chi? Né, del resto, possiamo abbandonare i lavoratori alla concorrenza che li contrappone, spiegando ai napoletani di vedersela con i polacchi e ai torinesi di vedersela con i serbi. Se così fosse verrebbe meno la ragion d’essere della coesione sociale e della sopravvivenza istituzionale.
Insomma: se il lavoratore contratta in un mercato troppo grande, sul quale non ha influenza, e se l’impresa compete in quel mercato, alle cui leggi non può sfuggire, di grazia, a che servono sindacati, partiti e istituzioni?
A mantenere quelli che ci lavorano e riescono a farsi eleggere? Non è così, perché la partita non si limita al costo del lavoro e ai vantaggi fiscali, è più ampia e complessa, investendo il confronto non solo fra diversi sistemi-Paese, ma anche fra diverse aree nel mondo.
Quindi non solo la politica e le istituzioni servono, ma ne servono di più e di maggiore forza, capaci d’intessere alleanze internazionali (all’expo di Shangai si sta facendo un lavoro eccellente nei rapporti con la Cina, nel delicato e vitale settore dell’innovazione, ma di questo si parla poco e niente, come fossero dettagli per cultori della materia).
Solo che, per servire, la politica e il sindacalismo devono essere capaci di parlare la lingua del mondo reale, facendo i conti con i problemi di tutti. Se oggi si ha la netta sensazione di una collettiva inutilità è perché i sindacati parlano di sé stessi e la politica parla delle stesse identiche cose da sedici anni, senza essere riuscita a cavare un ragno dal buco. Non si chiedano, poi, di chi è la colpa se diventano numerosi i cittadini che li considerano mangiapane a tradimento.
29/07/2010, 15:37
rmnd ha scritto:bleffort ha scritto:
La Democrazia sarebbe la partecipazione di tutto il popolo e il governo eletto deve governare facendo leggi non di parte,cosa che in questo Paese delle Banane non stà succedendo,sembra che l'attuale governo si stia vendicando di qualcosa,scagliandosi contro la classe lavoratrice( in quando proprio in questa a veder loro si annidano i Comunisti),facendo in modo di togliere tutti i diritti conquistati negli ultimi 150 anni!,tra poco Berlusconi toglierà il diritto di voto alle Donne quando scoprirà che non lo amano più.
Tu parli di democrazia, ma ti ricordo che nella seconda repubblica in piedi da 16 anni, ben nove sono stati in mano al centro sinistra e di cui solo 4 anni di questi nove come espressione della volontà popolare.
Il Governo Prodi ha vinto le elezioni 2 volte governando per un totale di 4 anni. I restanti 5 sono stati governi tecnici espressione della sinistra, o governi politici di sinistra.
Tutto secondo le regole costituzionali e quindi democratiche ma lontante dal tuo concetto di democrazia inteso nel senso più 'puro' del termine.
5 anni su 9 in cui il centro sinistra ha governato democraticamente de jure ma non de facto.
Tu ti rifai invece alla democrazia de facto.
29/07/2010, 16:50
bleffort ha scritto:rmnd ha scritto:bleffort ha scritto:
La Democrazia sarebbe la partecipazione di tutto il popolo e il governo eletto deve governare facendo leggi non di parte,cosa che in questo Paese delle Banane non stà succedendo,sembra che l'attuale governo si stia vendicando di qualcosa,scagliandosi contro la classe lavoratrice( in quando proprio in questa a veder loro si annidano i Comunisti),facendo in modo di togliere tutti i diritti conquistati negli ultimi 150 anni!,tra poco Berlusconi toglierà il diritto di voto alle Donne quando scoprirà che non lo amano più.
Tu parli di democrazia, ma ti ricordo che nella seconda repubblica in piedi da 16 anni, ben nove sono stati in mano al centro sinistra e di cui solo 4 anni di questi nove come espressione della volontà popolare.
Il Governo Prodi ha vinto le elezioni 2 volte governando per un totale di 4 anni. I restanti 5 sono stati governi tecnici espressione della sinistra, o governi politici di sinistra.
Tutto secondo le regole costituzionali e quindi democratiche ma lontante dal tuo concetto di democrazia inteso nel senso più 'puro' del termine.
5 anni su 9 in cui il centro sinistra ha governato democraticamente de jure ma non de facto.
Tu ti rifai invece alla democrazia de facto.
Il paragone si può fare a pari condizioni in quanto il governo Prodi non ha avuto la maggioranza assoluta,poi in merito all'attuale governo "Democratico":disattendere il risultato di un Referendum Popolare sul Nucleare,secondo te cosè?,se non un atto da regime dittatoriale!.
(Scusate se sono andato fuori OT,non ribatterò più.)
Lunedi' 2 Marzo 2009
REFERENDUM SUL NUCLEARE UNA DECISIONE SCADUTA
Cari lettori, Non c'è peggiore dibattito di quello che muove da premesse sbagliate e costruisce su di esse il castello delle sue argomentazioni.
Con il referendum del 1987 gli italiani non poterono dire no al nucleare.
Non era quella, infatti, la domanda che trovarono sulla loro scheda. I quesiti erano tre.
Volevano abrogare la legge che attribuiva al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il potere di determinare le aree dove insediare le centrali elettronucleari, nel caso non lo facessero le Regioni?
Volevano abrogare la legge che autorizzava l'Enel a versare contributi a Regioni e Comuni in proporzione all'energia prodotta sul loro territorio con centrali nucleari o a carbone?
Volevano abrogare la legge che consentiva all'Enel di "promuovere la costruzione" di impianti elettronucleari "con società o enti stranieri" o anche "assumere partecipazioni che abbiano come oggetto la realizzazione e l'esercizio di impianti elettronucleari" all'estero?
Gli elettori dissero sì, a grande maggioranza, e la loro risposta ebbe l'effetto di cancellare quelle norme.
Ma il governo avrebbe potuto costruire centrali con altre regole, diverse da quelle abrogate, e avrebbe dovuto, a giudizio di molti osservatori, completare la costruzione degli impianti in corso d'opera.
Avevamo investito molto denaro e creato le condizioni per la nascita di imprese che avrebbero dato un notevole contributo al nostro progresso tecnologico.
Ma la classe politica preferì cavalcare pigramente e pavidamente le paure di Cernobyl, smantellare il lavoro già fatto, e buttare via spensieratamente, insieme a parecchio denaro, una somma difficilmente quantificabile di esperienze scientifiche.
Naturalmente il prezzo di quella sconsiderata decisione venne pagato dai contribuenti soprattutto con le bollette dell'Enel.
L'8 novembre 1987 fu il giorno in cui un'alleanza tra la demagogia e la paura mise in ginocchio contemporaneamente l'economia, la scienza e la politica del Paese.
Quanto dura la validità legale di un referendum? Per quanto tempo siamo tenuti a rispettarne le conclusioni? Mi sembra di comprendere che giuristi e costituzionalisti hanno su questa materia pareri diversi.
Mi limito a osservare che ogni consultazione referendaria riflette le tendenze e le condizioni prevalenti in una precisa circostanza storica.
Nel 1987 votammo dopo la caduta del prezzo del petrolio e all'ombra del disastro di Cernobyl.
La situazione oggi è alquanto diversa. Conosciamo meglio le potenzialità e i limiti delle energie alternative. Sappiamo quanto sia pericoloso dipendere da fornitori stranieri.
Siamo circondati da centrali nucleari, spesso costruite con nuove tecnologie.
Importiamo energia nucleare a buon prezzo dai Paesi vicini per una quantità pari al 20% del consumo nazionale.
Viviamo in un mondo in cui il nucleare è all'ordine del giorno anche per coloro che, come la Gran Bretagna, se n'erano allontanati (i laburisti hanno recentemente varato un programma per la costruzione di nuove centrali).
E infine, come è stato ricordato da un altro lettore (Mauro Lauro) in una lettera molto documentata, l'Enel non è più una industria pubblica. È una società per azioni a cui non possiamo legare le ali impedendole di muoversi sui mercati internazionali con la stessa libertà con cui si muovono i suoi concorrenti.
Sino a quando dovremmo continuare a rispettare le ambigue decisioni del 1987?
Se gli oppositori del nucleare lo vorranno potranno sempre, in futuro, proporre altri referendum. Ma non possono trincerarsi dietro quello di 22 anni fa.
29/07/2010, 18:52
29/07/2010, 19:23
dark side ha scritto:Forse sarebbe più corretto dire cosa c' entrano le ideologie con i governi degli ultimi 50 anni.
Lo vedete che siete fissati con questo governo!!!!! in alcuni casi giustamente a parer mio, ma ricorda che la rabbia annebbia la mente.
ma chi se ne frega di ideologie che tra l'altro fanno a cavolotti con l'indole umana...... qui' il discorso e' diverso, prima di tutto sarebbe ora di smetterla di parlare dei governi passati e dei loro difetti, come a rendere meno pietoso questo del nano, e poi perche' li conosciamo gia' e sono gia' caduti , tanto nessun governo e' stato orrendo come questo, e' inutile fare paragoni improponibili.
adesso a governare non c'e' andreotti, c'e' lo psiconano, e la situazione e' quantomeno tragica allo stesso tempo grottesca e ridicola quanto macabra, tutti gli italiani, compresi quelli a cui fa comodo per i loro intrallazzi vedono cosa sta' succedendo, siamo quasi all'anarchia-totalitaristica, dove una parte, chi se lo puo' permettere o ha lungo pelo nello stomaco , vive infischiandosene di tutte le regole di una democrazia, e lo fa legittimato dal comportamento di chi governa , che consente a mezza nazione una sorta di grande abbuffata, l'altra meta' degli italiani pagano il conto di questo decamerone boccaccesco.
allora succede che ci si ride sopra per un po' poi cominciano a girare le scatole a velocita' warp , ci si accorge che hanno passato il limite e si comincia con le barricate.
la prerogativa del pedonano e' quella di avere diviso gli italiani, di avere riacceso i conflitti sociali, con il suo comportamento e quello dei suoi ormai , tanti, troppi amici ed emulatori. adesso se ne becca le conseguenze, lui e tutti quelli come lui. adesso gli obbiettivi sono chiari, si e' capito il gioco e chi lo porta avanti, il berlusconismo, ovvero la spocchia del potente, l'arroganza del ricco faccendiere, il velinismo, le greppie di omosessuali capitalisti , i salotti , i media rincoglionisci-masse, i lele mora, i suv pagati da lavoratori a nero dell'est, il sedere di Belen, le escort e la cocaina, gli appalti degli amici, la massoneria al potere, la mafia nello stato e nelle banche, la tratta delle escort, le buoneuscite dei falliti, la guerra alla magistratura, la guerra all'informazione, la guerra al web libero, il vulcano di villa certosa, le leggi per non fare andare il carbona i potenti, e tutto l'indotto di questo schifoso decadentismo .
tutta roba da contrastare duramente, come da contrastare sono coloro che la vogliono nascondere o far sembrare normale, e quelli che ci sguazzano.
dato che a pagare il conto e' l'altra meta' degli italiani tra cui molti di noi..... ci cominciano a girare come turbine, e siamo un po' stancucci anche di coloro che solo perche' odiano il rosso e la falce e il martello di cui a noi non ce ne po' frega' de meno , si mettono a gattonare sugli specchi .
l'italia ha un grosso cancro alla democrazia, poche balle, va estirpato !
29/07/2010, 19:27
bleffort ha scritto:rmnd ha scritto:
La democrazia molti non sanno neanche dove stia di casa.
Il governo è stato eletto democraticamente ed è giusto che governi se ha i numeri.
per buona pace di tutti anche di quelli che si rodono il fegato.
Se il governo è stato eletto Democraticamente,lo stesso Governo deve essere Democratico,se nò tradisce la fiducia dei suoi elettori e in questo caso il popolo ha tutto il diritto a ribellarsi e farlo cadere.
29/07/2010, 20:08
greenwarrior ha scritto:bleffort ha scritto:rmnd ha scritto:
La democrazia molti non sanno neanche dove stia di casa.
Il governo è stato eletto democraticamente ed è giusto che governi se ha i numeri.
per buona pace di tutti anche di quelli che si rodono il fegato.
Se il governo è stato eletto Democraticamente,lo stesso Governo deve essere Democratico,se nò tradisce la fiducia dei suoi elettori e in questo caso il popolo ha tutto il diritto a ribellarsi e farlo cadere.
Aspettando la fine del mandato o a fucilate?