03/08/2010, 21:11
03/08/2010, 21:12
AgenteSegreto000 ha scritto:greenwarrior ha scritto:AgenteSegreto000 ha scritto:
Se non voti fai solo un favore a quelli che voteranno Berlusconi e Lega Nord perchè loro voteranno sempre e comunque, e anzi forse non votando,
Berlusconi potrebbe avere una maggioranza ancora più schiacciante. Anche io ero dell'idea di non votare, ma ci ho ragionato su e non voglio fare favori a Berlusca.
Se proprio non vuoi votare dei politici collusi, almeno andiamo a votare IDV (chiaramente fuori dal coro e a difesa della legalità) oppure Beppe Grillo...
O forse volete lasciare tutto il parlamento a PDL e Lega???
Vai a votare IDV, non andiamo !!!!! Come uscire dalla gabbia del leone per entrare in quella della tigre.
Di Pietro doveva andare avanti a fare il giudice, forse avrebbe ottenuto risultati migliori e poi per non dimenticare, ricordate che il buon Tonino, nella sua guerra alla corruzione, stranamente si è fermato prima di andare a prendere il PCI/DS/PD, e come d' incanto appena entrato in politica gli hanno regalato un seggio blindato come quello del Mugello.
A buon intenditore poche parole.
Ok allora non votare così vince di nuovo Berlusconi, che problema c'è?
L'ho detto e lo ripeto: gli italiani hanno il governo che si meritano.
Non si ribellano? bene allora tenetevi questo schifo...
03/08/2010, 21:15
Lawliet ha scritto:
Una società dal valore attuale di più di 700 milioni di euro.. "rubata" (poi chiaramente ci sono i riscontri del processo Mondadori che tutti conosciamo).
Beati loro.. si sentono "italiani" e difensori della patria per aver eletto e difeso da una giusta galera un tizio del genere, facendosi scudo delle nefandezze della parte opposta.
In proposito il memoriale presentato ai giudici da Carlo De Benedetti, presidente della Olivetti, è perentorio: la Olivetti ha pagato una decina di miliardi per ottenere commesse dalle Poste (e non dall' Asst) dopo una trattativa "assai dura" con Parrella. Il quale ebbe modo di chiarire, sempre secondo il documento De Benedetti, "che tutti i fornitori delle Poste dovevano pagare e pagavano una quota ai partiti". Sul fronte dell' informatica le società meglio piazzate nella classifica dei fornitori delle Poste sono due: la Siemens (che sul versante delle forniture all' Asst ha già reso confessioni ampie alla magistratura) e l' Ibm. Da tempo, inoltre, un ruolo dominante tra i fornitori del ministero è svolto dalla Elsag (gruppo Finmeccanica), che ha avuto la regia delle commesse per i grandi investimenti nei centri di meccanizzazione del servizio postale. Una quindicina d' impianti di cui la Elsag cura anche il funzionamento e la manutenzione
De Benedetti non è una vittima ma un corruttore, il suo nome entra nei computer della Procura con le accuse di concorso in corruzione continuata e di violazione alle legge sul finanziamento dei partiti. Il pool va avanti a scavare.
L'ing. Carlo De Benedetti, patron de La Repubblica e Olivetti, confessa al Pool di aver versato ai partiti di governo 10 miliardi di 'tangenti' per avere venduto alle PPTT migliaia di obsolete telescriventi e computer.
All'inizio degli anni ottanta entrò nell'azionariato del Banco Ambrosiano guidato allora dall'enigmatico presidente Roberto Calvi. Con l'acquisto del 2% del capitale, De Benedetti ricevette la carica di vicepresidente del Banco. Dopo appena due mesi, De Benedetti lasciò il Banco, già alle soglie del clamoroso fallimento, cedendo la sua quota azionaria con una plusvalenza di 40 miliardi. Fu per questo accusato di concorso in bancarotta fraudolenta e condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi di reclusione, ma assolto in Appello.
Di Pietro: «Craxi aveva ragione, strapazzai Prodi sull' affare Sme»
Quel giorno del ' 93, nel mio ufficio di pubblico ministero, strapazzai Romano Prodi sulla storia della mancata vendita della Sme a De Benedetti. Gli dissi in faccia: "Non ho ancora capito se l' hanno fatto fesso o se lei sta facendo il fesso"...». Antonio Di Pietro torna indietro con la mente, a quando era Tonino Il Giustiziere. Quella mattina di giugno l' uomo-simbolo di Mani Pulite tentava di orientarsi tra gli intricatissimi fili dell' affare Sme: il pre-accordo nell' 85 tra Prodi, allora presidente dell' Iri, e De Benedetti; il no di Craxi; la successiva cordata con Barilla e Berlusconi; gli strascichi giudiziari e i veleni. Quel giorno, appostati nei corridoi semideserti della Procura milanese, i cronisti udirono e riportarono brandelli della burrascosa conversazione: Tonino che gridava «e allora, professore, i soldi alla Dc chi li ha dati?» e Prodi sulla difensiva, tra «non so» e «non ricordo». Solo tre anni dopo, nel ' 96, l' inquisitore e l' interrogato divennero una delle coppie fisse della politica italiana. Di Pietro ministro dei Lavori Pubblici nel governo presieduto da Prodi.
03/08/2010, 21:16
eSQueL ha scritto:
rotfl!
03/08/2010, 21:18
03/08/2010, 21:22
rmnd ha scritto:
A chi danno dunque il voto gli italiani?
Se votano Berlusconi sono complici di un delinquente? E se votano Prodi o Di Pietro o difendono De Benedetti e il suo giornale (la repubblica) cosa sono..anche loro complici di delinquenti e/o fessi?
03/08/2010, 21:26
03/08/2010, 21:27
03/08/2010, 21:32
03/08/2010, 21:59
Ufologo 555 ha scritto:
Ma ti rendi conto che in Parlamento ci furono e ci sono anche dei Brigatisti?
Susanna Ronconi
Fece parte, assieme a Roberto Ognibene, Fabrizio Pelli, Giorgio Semeria, Martino Serafini, del commando delle Brigate Rosse autore dell'assalto avvenuto nella sede del MSI di Padova del 17 giugno 1974; il commando assassinò due persone, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. A sparare materialmente fu Pelli, l'unico "autorizzato" dalle BR, mentre Susanna Ronconi ebbe funzione di palo e raccolse i documenti sottratti dalla sede MSI.
Fu arrestata a Firenze nel 1980 dopo sei anni di latitanza. Nel 1982, Sergio Segio, altro terrorista, che la Ronconi sposerà poi in carcere, fece saltare un muro di cinta del penitenziario di Rovigo uccidendo un passante
Condannata a 22 anni di reclusione, si dissocia, ottenendo nel 1989 il primo permesso premio e nel 1991 prima il lavoro all'esterno e poi la semilibertà. Nel 1998 finisce di scontare la pena, ridotta dai benefici di legge.
Lavora per il gruppo Abele di don Ciotti e per Asl e Comuni, soprattutto in Toscana e Lombardia, occupandosi di droghe.
L'ex ministro Livia Turco aveva in precedenza desiderato inserirla in un ruolo di consulente ministeriale per la lotta alla droga, rinunciò per le proteste.
Il 5 dicembre 2006 il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero del Partito della Rifondazione Comunista (PRC), nomina Susanna Ronconi membro della Consulta Nazionale delle tossicodipendenze. Il 2 marzo 2007 si apprende che il ministro è indagato. Il reato ipotizzato dalla Procura di Roma, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, sarebbe quello di abuso d'ufficio. Il primo marzo Susanna Ronconi si dimette e il ministro le revoca la nomina.
Sergio D'Elia
Il 20 gennaio del 1978 alcuni appartenenti alla sua formazione, durante un tentativo di evasione dal carcere delle Murate di Firenze, uccidono l'agente Fausto Dionisi. In seguito a ciò viene arrestato ed infine condannato in primo grado a 30 anni, per banda armata e concorso in omicidio.
Nel 1986, aderisce al Partito Radicale durante la campagna per i diecimila iscritti, abbracciando così le posizioni nonviolente del partito.
Nelle elezioni politiche di aprile 2006 è stato eletto alla Camera dei deputati per la Rosa nel Pugno ed è in seguito stato nominato segretario alla Presidenza della Camera, suscitando accese proteste sia da parte dei familiari dell'agente Fausto Dionisi, sia da parte di alcuni sindacati delle forze di pubblica sicurezza. Inoltre, fa parte della III Commissione - Affari esteri e comunitari (dal 6 giugno 2006) e al Comitato di vigilanza sulle attività di documentazione (dal 29 giugno 2006).
In occasione delle elezioni politiche del 2008, in seguito all'inserimento dei candidati radicali nelle liste democratiche, D'Elia non è stato candidato perché condannato in via definitiva. In realtà però il codice etico del PD stabilisce, al punto 5.3, che "le condizioni ostative alla candidatura vengono meno in caso (...) di intervenuta riabilitazione"[10], cosa che non giustificherebbe l'esclusione sulla base della condanna, essendo stato Sergio D'Elia riabilitato nel 2000.
Roberto Del Bello è il segretario particolare di Francesco Bonato, attuale sottosegretario al Ministero dell’Interno in quota Rifondazione Comunista.
Inoltre Roberto Del Bello nel 2004 è stato anche eletto consigliere alla Provincia di Venezia per Rifondazione Comunista (di cui è stato anche segretario provinciale).
Ma Roberto Del Bello, da quanto si apprende da un articolo apparso su Libero a firma Fausto Carioti e Roberta Catania, è soprattutto un ex Brigatista Rosso. Con una sentenza di condanna della Corte d’Assise di Venezia (poi confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Venezia e dalla Cassazione) per:
“Associazione con finalità di terrorismo o eversione e partecipazione a banda armata”.
Questo è quanto recita il dispositivo della sentenza del 20 luglio 1985, che a Roberto Del Bello ha comminato una pena di quattro anni e 7 mesi di reclusione. A cui si sono anche aggiunti “5 anni di interdizione dai pubblici uffici”.
Uscito di prigione Roberto Del Bello riprende una vita grossomodo “normale”.
Nel 1991 cessa l’interdizione dai pubblici uffici. Diviene, quindi, maestro di scuola elementare. Occupazione che ricopre fino al 1997.
Anna Laura Braghetti (Roma, 3 agosto 1953) è una ex terrorista italiana. "La carceriera di Aldo Moro"
Componente della colonna romana delle Brigate Rosse, è intestataria dell'appartamento di via Montalcini che si ritiene essere stato la prigione di Aldo Moro. Durante il sequestro, ancora incensurata, funge da copertura per gli altri tre brigatisti che stazionano nell'appartamento, fingendo di essere la fidanzata del famigerato "ingegner Altobelli", il misterioso quarto uomo dell'operazione che solo molti anni dopo si rivelerà essere il brigatista Germano Maccari. Diventa clandestina nel 1978 subito dopo la tragica fine del sequestro Moro e partecipa attivamente ad alcune delle più cruente azioni della colonna romana delle BR. In particolare, il 3 maggio 1979 durante l'irruzione a piazza Nicosia a Roma alla sede della Democrazia Cristiana, apre il fuoco insieme a Francesco Piccioni (Francone, nome di battaglia "Michele") contro la Volante della polizia di Stato accorsa su allarme. Nella sparatoria, rimasero uccisi i due agenti Antonio Mea e Piero Ollanu.
Il 12 febbraio 1980, insieme a Bruno Seghetti, partecipa all'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet.
Viene arrestata lo stesso anno e condannata all'ergastolo. Non usufruisce di sconti di pena e viene ammessa alla liberazione condizionale nel 2002.
È dal 1994 che Anna Laura Braghetti lavora in cooperative nei settori immigrazione e reimpiego di lavoratori svantaggiati, collaboratrice dell' associazione «Ora d' Aria» (vicina al ex-DS)
http://archiviostorico.corriere.it/2007/ottobre/20/Braghetti_lavora_per_ministero_Proteste_co_9_071020005.shtml
L' ex br Braghetti lavora per il ministero Proteste da Forza Italia e dipietristi
Claudia Gioia
Condannata a 28 anni per l’omicidio del generale Giorgieri, cura le mostre d’arte per il comune
L’ex terrorista rossa, condannata a 28 anni e due mesi per l’omicidio dell’ufficiale del Costarmaereo, la struttura che sovrintendeva alla costruzione degli armamenti aeronautici e spaziali, e per il ferimento del giuslavorista Antonio Da Empoli...
Nelle sue note biografiche risulta anche «consulente per il ministero per i Beni culturali, esperta nella progettazione e gestione di interventi di formazione/riqualificazione professionale». Al dicastero di Rutelli risulta un contratto di e-learning fino al 2005, non rinnovato. Una consulenza «ministeriale» - stando sempre al sito dell’Istituto Don Sturzo - sarebbe stata affidata anche all’ex sodale della Gioia nelle Unioni comuniste combattenti, Fabrizio Melorio, pure lui condannato a 27 anni per l’omicidio Giorgieri e il ferimento di Da Empoli, e ora responsabile dell’area Formazione della fondazione.
Il duo Gioia-Melorio nel 1991 finì al centro di un’inchiesta sul tentativo di riorganizzare le Unioni comuniste combattenti per un rientro in clandestinità. Furono intercettati in carcere mentre trattavano la questione immediatamente prima della sentenza d’appello per l’agguato mortale al generale Giorgieri.Melorio, che era ai domiciliari, nel corso di una serie di incontri nella sala colloqui del carcere femminile di Rebibbia, raccontò alla Gioia che era lì detenuta che alcuni componenti dell’organizzazione intendevano darsi alla latitanza dagli arresti domiciliari per scampare a una probabile condanna.
03/08/2010, 22:31
03/08/2010, 22:45
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04/08/2010, 00:52
04/08/2010, 10:01
mik.300 ha scritto:mik.300 ha scritto:
berlusca ha licenziato i lavoratori dissidenti..
è palese che considera il partito la sua azienda..
e tratta i dipendenti infedeli di conseguenza..
comunque..
berlusca se perde finisce al gabbio,
fini no..
ergo qualunque cosa faccia berlusca, ha perso,
qualunque cosa faccia fini, ha vinto..
berlusca ha tutto da perdere,
fini tutto da guadagnare..
ecco appunto..
comunque berlusca non ragiona piu`..
e` come il toro dell`arena,
ottenebrato dalle ferite,
carica a testa bassa ma ad ogni carica
la situazione peggiora..
[/i]