07/08/2010, 18:39
superpippo ha scritto:
I nostri beneamati governanti prima o poi se ne andranno (anche per anagrafici motivi)....
Dopo?
Se dovessimo fare una previsione da quì a 10 anni?
07/08/2010, 18:46
Rubina71 ha scritto:superpippo ha scritto:
I nostri beneamati governanti prima o poi se ne andranno (anche per anagrafici motivi)....
Dopo?
Se dovessimo fare una previsione da quì a 10 anni?
Boh, in politica ormai i giovani scarseggiano, non so proprio dire cosa succederà visto che non c'è un ricambio generazionale! L'Italia sta diventando un paese di vecchi!
07/08/2010, 19:01
07/08/2010, 19:02
08/08/2010, 15:14
La regione con la quota più alta di falsi invalidi? La Basilicata, stando ai campioni delle verifiche Inps: al 29%, quasi uno su tre degli invalidi da Potenza a Matera passati sotto i controlli dell'istituto nel 2009, è stata revocata la prestazione.
La quota vale quasi quattro volte tanto, in termini percentuali, l'8% della Toscana.
Al secondo posto la Campania con il 25% e al terzo la Sardegna con il 18%.
..... la media nazionale è del 17%: un invalido su sei, in altre parole, non aveva le carte in regola. In un anno e mezzo vuol dire oltre 40 mila falsi assegni cancellati grazie ai controlli.
Alle 200 mila verifiche del 2009 si aggiungono le 100 mila di quest'anno più le altre 500 mila complessive previste dalla nuova manovra finanziaria per 2011 e 2012: in totale sono 800 mila in quattro anni, quasi un terzo di tutti gli invalidi civili da Bolzano a Ragusa.
Se la Basilicata ha vinto la «palma d'oro» (si fa per dire) dei falsi invalidi, non è tuttavia la regione con il più alto numero di prestazioni erogate a riguardo dall'Inps.
In testa, ragionando in termini percentuali, c'è l'Umbria (dati 2010): da Perugia a Terni il numero delle prestazioni vale il 6,8% del totale dei residenti nella regione: il 5,3% in indennità e l'1,5% in pensioni.
Attenzione, però, questo non vuol dire che gli invalidi siano il 6,8% del totale: c'è chi può essere titolare contemporaneamente di tutte e due le prestazioni, indennità e pensione.
All'Umbria seguono la Sardegna (6,6%), la Calabria (6,5%), la Campania (5,9%) e l'Abruzzo (5,8%).
Fanalini di coda, più «in salute», sono Lombardia e Veneto con il 3,5%: quasi la metà dell'Umbria.
La media nazionale? Il 4,7%, contro il 3,3% di sette anni prima.
Se in questi sette anni le percentuali sono cresciute, l'ordine in classifica è invece cambiato poco: in testa Sardegna, Umbria, Abruzzo, Calabria e Sicilia.
E in coda, solitaria, la Lombardia, con una quota di prestazioni erogate pari al 3,5% della popolazione residente.
Mentre la percentuale delle revoche degli assegni di invalidità falsi è meno dell metà, pari al 12% sul totale delle verifiche effettuate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale.
Giovanni Stringa
08 agosto 2010
08/08/2010, 15:27
08/08/2010, 16:24
08/08/2010, 17:30
08/08/2010, 17:33
11/08/2010, 17:42
11/08/2010, 18:14
vimana131 ha scritto:
Giovani senza lavoro e senza pensione, ecco chi dovete ringraziare.
Questo post è dedicato a chiunque debba ancora iniziare un'attività lavorativa o a chi ha iniziato da poco e ha più di ventinove anni.
Con la legge 122/2010, l'attuale Esecutivo ha deciso che, praticamente, chiunque inizi o abbia iniziato a lavorare intorno a 30 anni di età, la pensione di anzianità non la conseguirà mai. Contenti? Questa domanda è ovviamente destinata a chi ha votato questa gente o pensi di farlo in futuro. Se siete masochisti, continuate pure.
Un'eccezione a dire il vero c'è: le lavoratrici del settore privato che raggiungono tale diritto a 60 anni e a 61 possono lasciare il lavoro.
A parte complessi calcoli tra contribuzione e finestre, altra novità rilevante è l'introduzione della comparazione con le speranze di vita. Se campi di più, muori sul lavoro, in sintesi. Se sei disoccupato, fai bene a suicidarti prima perché un lavoro non lo troverai mai, a meno che non sei in grado di inventartelo di sana pianta: sostituire un lavoratore di oggi è praticamente impossibile dato che è destinato a incanutire sul posto di lavoro.
Questa follia, per essere precisi, non è certo solo italiana. Il Capitale europeo pretende questa sorta di guerra generazionale, senza troppa logicità neanche per gente abituata a farsi gli affari propri a scapito degli altri. Intere generazioni rischiano la disoccupazione o comunque un'occupazione precaria e saltuaria, tale da non procurare una pensione non prima dei 70 anni (pensione sociale).
Comunque, vecchietti di oggi, se volete vedere i nipoti lavorare, cercate di non campare troppo: nel 2015 primo calcolo delle cosiddette speranze di vita: i vostri figli rischiano di dover trascorrere tutta la vita a lavorare, con la conseguenza che i loro figli emigreranno o torneranno a coltivarsi la cicoria e le cipolle per sopravvivere. Questo il meccanismo infernale e balordo che il Capitale ha ordito contro i giovani (quando sono ancora giovani: qui aumentano pure i disoccupati quarantenni dato che i signori industriali preferiscono delocalizzare all'Estero)
Cari vecchietti, siete la base elettorale standard di questi nostri governanti di Destra. Neanche più la dentiera vi promettono, ma di far marcire di noia e disoccupazione i vostri nipotini, sì, eccome, e con il beneplacito dell'Europa dei finanzieri. Dato che tra un po', forse, voteremo, vedete un po' voi...
Fonte
http://misteritalia.myblog.it/
11/08/2010, 18:45
Hannah ha scritto:
Praticamente è stato rubato il futuro alla generazione
attuale e a quelle future.
12/08/2010, 12:45
12/08/2010, 13:19
12/08/2010, 13:36