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Grigio
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MessaggioInviato: 22/08/2010, 00:54 
chi invece stipula una polizza assicurativa per i danni causati dal nucleo familiare, cane, casa, a terzi deve essere proprio un emerito ******** in questa italia.
il problema e' che se sei italiano paghi i danni e ti becchi la denuncia se tuo figlio combina qualcosa, e rischi che te lo danno in affido, agli zingari che li addestrano da piccoli a scalare palazzi e a rubarti in casa, gli danno anche l'area attrezzata di luce, gas, acqua, ufficio postale...... boh??
io non sono razzista , e non mi piace il razzismo alla rovescia.



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Se a ciascun l'interno affanno si vedesse in fronte scritto quanti che invidia fanno ci farebbero pietà
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MessaggioInviato: 22/08/2010, 11:18 
Cita:
dark side ha scritto:

chi invece stipula una polizza assicurativa per i danni causati dal nucleo familiare, cane, casa, a terzi deve essere proprio un emerito ******** in questa italia.
il problema e' che se sei italiano paghi i danni e ti becchi la denuncia se tuo figlio combina qualcosa, e rischi che te lo danno in affido, agli zingari che li addestrano da piccoli a scalare palazzi e a rubarti in casa, gli danno anche l'area attrezzata di luce, gas, acqua, ufficio postale...... boh??
io non sono razzista , e non mi piace il razzismo alla rovescia.

Le colpe devono essere soggettive,anche per i ragazzini,queste sono leggi che mirano solo a spolpare economicamente con la scusa del figlioletto discolo,soldi dai cittadini.
Povera Italia!.[V]


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Grigio
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MessaggioInviato: 22/08/2010, 12:07 
e' gia' , basta pagare.... tutor? se ti beccano oltre il limite ti mandano la multa, se non dichiari chi guidava con 300 euri in piu' non ti levano i punti, la solita legge contro i poveracci, anche nel limite di velocita' c'e' disuguaglianza sociale, cosa sono 300 euri per chi guida un'auto da 80000 euro, e cosa sono per uno che lavora in un cantiere, morale i richhi possono correre in auto , anche i poveri possono farlo , ma poi l'auto la devono vendere [:D]



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MessaggioInviato: 22/08/2010, 17:37 
Le frottole del governo italiano sulla manovra

Se fossi un disoccupato, dinanzi agli ultimi dati sulla disoccupazione mi verrebbe da fare alcune domande. La prima: come potete voi, ministri e parlamentari, dirigenti ed esperti di economia, venirci a dire per mesi «l’economia va meglio, la ripresa è in corso, ma la disoccupazione è in aumento»? Da che mondo è mondo, i miei compagni ed io abbiamo imparato a scuola, e re-imparato lavorando - quando il lavoro ce l´avevamo - che l´economia ha una funzione vitale da svolgere: deve produrre ricchezza per il maggior numero di individui, offrire condizioni di impiego decenti, moltiplicare i posti di lavoro. Deve, in sostanza, creare occupazione. Se invece di creare occupazione la distrugge, perché la vostra stupefacente frase significa in fondo questo, l´economia non va meglio. Va decisamente peggio. E voi dovreste smetterla di raccontarci il contrario.

Un'altra domanda che mi verrebbe da fare, nel caso in cui oltre a essere disoccupato avessi pure una figlia o un figlio nella medesima condizione, è se voi tutti, politici ecc., vi rendete conto di che cosa significa per un giovane non riuscire, per anni di seguito, a non trovare nemmeno il primo lavoro dopo la scuola, quello che non si scorda mai, la porta di ingresso nella vita. Magari pagato poco, ma ragionevolmente interessante, passabilmente stabile. Non riuscire a trovare per tempi lunghissimi il primo lavoro non è soltanto una umiliazione. È un logoramento del carattere, un lento sprofondare nella convinzione che nella società non c'è più spazio per i nuovi arrivati, che per qualche oscura ragione si è venuti al mondo essendo già etichettati come esuberi. Sappiamo che nel Mezzogiorno i giovani che escono dalle superiori si trovano troppo spesso dinanzi a un bivio semplice e netto: o si arruolano nella malavita organizzata, quale che sia la sua denominazione locale, o imboccano la strada della disoccupazione permanente. I pochi che non accettano di prendere nessuna delle due strade emigrano, al Nord o all'estero. Vi rendete conto, tutti voi - è sempre il disoccupato che parla - che l´Italia intera sta diventando un paese che ai suoi giovani non sa offrire niente di meglio di quel bivio, o l'emigrazione come alternativa?

Infine, se fossi un disoccupato chiederei come possa mai essere venuto in mente a tutti voi di elaborare una manovra finanziaria che non solo vale zero quanto a stimolo per l´economia, ma produrrà in breve altre centinaia di migliaia di miei simili, cioè di disoccupati. È evidente che i massicci tagli alla scuola, alla sanità, alla pubblica amministrazione centrale e locale butteranno fuori dal mercato del lavoro moltissime persone. Molte altre perderanno il lavoro poco dopo perché, come sta scritto nei manuali di economia delle medie, uno stipendio o un salario che gira ne crea uno o più in altri settori. Perciò uno stipendio in meno non è un risparmio benefico, come ci raccontate, bensì una contrazione di attività che si ripercuote negativamente su altri stipendi. Se, come avverrà, i comuni riducono il numero delle maestre d'asilo a causa dei tagli inflitti ai loro bilanci, un certo numero di mamme che un lavoro ce l'ha dovrà lasciarlo per poter badare ai figli. Se province e regioni costruiscono meno scuole, strade e ponti non si risparmiano affatto soldi: si creano altri disoccupati. Se nelle scuole ci saranno centomila insegnanti in meno, e meno ore di istruzione per tutti, questo non vuol dire risparmiare. Vuol dire costruire per il futuro un altro reparto della grande fabbrica di lavoratori disoccupati, sotto-occupati e malpagati in cui state trasformando l´Italia. E per concludere: qualcuno vi ha mai informato che il piano di stimolo all'economia varato un anno fa dal governo Obama, comprendente discutibili salvataggi di istituti finanziari, ma anche notevoli investimenti, ha fatto sì crescere il debito pubblico, ma ha tenuto il tasso di disoccupazione 1,5-2 punti più in basso di quello che sarebbe stato senza di essi, evitando quasi sicuramente una catastrofe sociale?

Buttate lì le domande di cui sopra, se fossi un disoccupato chiederei una cortesia. Non venite a dirci, voi tutti politici e imprenditori, megaconsulenti e top manager, cose tipo «ce lo chiede l´Europa», «altri paesi hanno più disoccupati di noi», oppure «lo esige la globalizzazione». Altri paesi avranno magari qualche decimo di punto di disoccupazione in più, ma hanno sussidi più alti e di maggior durata - il che permette al disoccupato di continuare a spendere. Hanno servizi alle famiglie tali da permettere alle donne di lavorare senza problemi. E di certo non è l´Europa che ci chiede di pagare i salari più bassi di tutta la Ue a 15. Quanto alla globalizzazione, siete stati voi e i vostri colleghi europei a mettere in concorrenza i nostri salari e i nostri posti di lavoro con quelli della Cina e dell'India, del Messico e del Sud Africa. Il peggioramento delle condizioni di lavoro che ne è seguito, di cui la disoccupazione è l´aspetto peggiore ma non il solo, gravano già sulle nostre vite. Risparmiateci per favore le spiegazioni che ritorcono su di noi, disoccupati presenti e futuri, la responsabilità dell'accaduto.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1667#comments


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MessaggioInviato: 22/08/2010, 17:39 
Tangenti, truffe, poco lavoro
La formazione è una fabbrica di precari
Ci sono 2,3 milioni di persone in cerca di un posto, un mercato enorme per i professionisti dei corsi. Gli unici a godere dei fondi stanziati sono gli organizzatori e negli ultimi anni i casi di raggiro si sono quintuplicati. Centinaia di iniziative ma senza reali sbocchi
di DAVIDE CARLUCCI e ANTONIO FRASCHILLA

Ogni uomo che perde il lavoro per loro è una straordinaria opportunità. Ogni donna che non riesce a trovarlo per loro è una risorsa. I precari sono il loro target, gli operai in esubero il loro pane quotidiano. Sono i professionisti della disoccupazione. Organizzano corsi di formazione, a volte finti, spesso inutili. E mai come ora fanno affari: con la crisi, secondo le ultime rilevazioni Istat, il numero degli italiani in cerca di lavoro è salito alla cifra record di 2,3 milioni, e altri 230mila posti si bruceranno, secondo Confindustria, entro il 2010: per loro è una manna dal cielo. Quanti sono gli enti che utilizzano i fondi per la ricollocazione dei lavoratori solo per giustificare la loro esistenza? Quali risultati hanno prodotto finora, quante persone hanno reinserito? Per rispondere a queste domande bisogna prima descrivere un sistema che attira ogni anno - oltre agli investimenti privati delle famiglie per corsi di avviamento al lavoro - finanziamenti pubblici per quasi 20 miliardi di euro.

LA TORTA

Alla cifra si arriva sommando la metà dei "32 miliardi di euro nel biennio" che secondo il ministro del Welfare Maurizio Sacconi sono a disposizione, tra fondi nazionali e comunitari, per gli ammortizzatori sociali e i 2,5 miliardi destinati alla formazione professionale. Di quest'ultima somma, una parte consistente viene destinata ai corsi per disoccupati, apprendisti, giovani alla prima esperienza o lavoratori a rischio di esclusione: a tutte queste attività, secondo l'ultimo rapporto Isfol, hanno partecipato 360mila persone. La Lombardia, tra le regioni più colpite dalla crisi, ha stanziato nel 2009 112 milioni di euro per le "doti formative". Sicilia e Campania, afflitte da disoccupazione cronica, spendono 500 milioni di euro all'anno. Tutto questo fiume di denaro alimenta gli appetiti degli speculatori?

LE INCHIESTE

"Development enterprise tourism", "cooperazione internazionale", "business administration & finance": leggendo l'elenco delle materie che s'insegnavano ai corsi formativi organizzati a Padova da alcune cooperative della Compagnia delle Opere sembrava di essere ad Harvard. Ma per la procura era una gigantesca montatura, così come erano gonfiate le ore di lezione e di lavoro svolte e il numero dei docenti impegnati: tutto per arrivare a rendicontare 561mila euro, la cifra intascata dal ministero, dall'Unione europea e dalla Regione Veneto. Pensava in grande anche Tonino Tidu, un tempo assessore Dc sardo e presidente dell'Enaip, tuttora nel consiglio nazionale delle Acli, imputato in un processo a Cagliari: avrebbe gestito, secondo l'accusa, 358mila euro di finanziamenti regionali per corsi per "operatore su pc", "addetto alle piante aromatiche e officinali" e "orticoltore" senza produrre un posto.

Di inchieste così se ne trovano in tutti i palazzi di giustizia italiani. A novembre si apre a Roma il processo al deputato Pdl Giorgio Simeoni, accusato di aver ricevuto, da assessore regionale alla Scuola, nel 2005, una tangente da 100mila euro dai titolari di una società per chiudere un occhio sui corsi di formazione inesistenti, ma regolarmente finanziati con contributi comunitari, da loro organizzati. In Liguria ogni partito aveva il suo consorzio da spingere, come sta dimostrando un'inchiesta della procura di Genova che vede coinvolti, tra gli altri, l'assessore regionale alla Pesca Giancarlo Cassini e il consigliere Vito Vattuone, del Pd, e Nicola Abbundo, del Pdl, teorico, nei tempi in cui era assessore, del "modello ligure dell'eccellenza formativa". E se in Campania gli stage dei mille partecipanti al progetto "Isola" avvenivano solo sulla carta, in Puglia, ai tempi del centrodestra, i fondi per l'inserimento dei disabili finivano in tasca ad assessori, funzionari regionali e imprenditori: così sono spariti cinque milioni di euro, assicurano i magistrati nel processo tuttora in corso. Dopo gli scandali, le giunte di Vendola hanno cercato di far pulizia tra i cosiddetti enti storici della formazione. Tra ottobre e dicembre del 2009 sono stati sospesi gli accreditamenti per quattro agenzie. Come il Cefop, il centro europeo per la formazione ed orientamento professionale, che era stato ammesso a finanziamenti per 4,2 milioni di euro per corsi come "operatore audiovisivo" e "animatore di villaggi turistici". "Ora - spiega l'assessore regionale Alba Sasso - rivedremo tutti i criteri per l'accreditamento e cercheremo di recuperare i debiti, per decine di milioni di euro, che gli enti hanno accumulato verso la Regione". Molto rigoroso nel valutare i risultati della formazione professionale attraverso monitoraggi periodici è il Friuli-Venezia Giulia. La percentuale di inserimento dei cassintegrati e dei disoccupati friulani è molto alta. Ma è così in tutt'Italia?

IL CASO SICILIA

La risposta della procura della Corte dei conti siciliana è no: per ogni corso di formazione solo un disoccupato e mezzo trova effettivamente lavoro. I costi della collettività per ogni occupato, secondo i calcoli dei magistrati contabili, ammontano a 72mila euro. Soldi che in Sicilia vanno a 400 enti privati i quali danno lavoro a 7300 persone, ai quali andrebbero aggiunti i 1800 impiegati agli sportelli multifunzionali affidati ai privati dalla Regione, che nel frattempo spende altri 60 milioni di euro per finanziare i centri per l'impiego pubblici. L'isola è tra la regioni con il più alto tasso di disoccupazione, il doppio rispetto alla media italiana. E così l'Europa attraverso il Fondo sociale dal 2003 al 2010 ha fatto piovere in Sicilia 1,5 miliardi di euro per finanziare i corsi. Il risultato? Un boom di enti che fanno capo a politici targati Mpa, Pdl, Pd e Udc, sindacati (Cisl e Uil ricevono la gran parte dei finanziamenti) e associazioni cattoliche (dai salesiani alle Acli). Tutti enti accreditati dalla Regione per far diventare i disoccupati siciliani marinai, artigiani, parrucchieri, esperti informatici, colf o badanti.

La maggior parte dei formatori sono stati assunti tra il 2006 e il 2008, a ridosso delle grandi tornate elettorali che hanno portato sul trono della Regione prima Salvatore Cuffaro e poi Raffaele Lombardo. Un ginepraio che garantisce un sussidio che va dai 400 ai 1.000 euro al mese per oltre quarantamila corsisti che ogni anno si siedono sui banchi d'oro pagati dalla Regione. Gli assessori che hanno guidato la Formazione, da Francesco Scoma a Santi Formica entrambi del Pdl, sono diventati i re dei consensi. Nella formazione la politica la fa da padrone: i nomi di Francantonio Genovese e Gaspare Vitrano del Pd, oppure quelli di Lino Leanza, numero due dell'Mpa di Lombardo, o Nino Dina dell'Udc sono a dir poco conosciuti in decine di enti di formazione. Ma anche i sindacati la fanno da padrone, in questo settore, dove si trovano a difendere i lavoratori ma anche i padroni, che sono loro stessi. Lo Ial della Cisl e l'Enfa della Uil ricevono ogni anno oltre 30 milioni di euro. Poi ci sono le associazioni cattoliche: i salesiani gestiscono ad esempio il Cnos Fap, mentre tra gli enti finanziati c'è l'Efal, che fa capo al Movimento cristiano lavoratori finito nell'occhio del ciclone per l'arresto di uno dei suoi dirigenti, l'architetto Giuseppe Liga, accusato dai pm di Palermo di essere l'erede dei boss Lo Piccolo.

I magistrati hanno scoperto che nel 2010 l'Efal, l'ente di formazione del movimento, ha ricevuto dalla Regione un sostegno di sei milioni e 336 mila euro. Fino a pochi giorni fa l'architetto era un insospettabile, ma è stata un'anticipazione dell'inchiesta finita sui giornali che aveva indotto l'Mcl a sospendere il professionista. Anche la Corte dei conti e la Guardia di finanza da tempo indagano sul business della formazione siciliana. I magistrati contabili hanno contestato a diversi enti corsi fantasma e somme non rendicontate. E ci sino stati i primi arresti, come quello di un insospettabile professore di Palermo, condannato in primo grado a 8 anni per aver intascato, attraverso conti all'estero, 9 milioni di euro dai 20 milioni ricevuti per corsi di formazione con i fondi europei.

IL NORD "EFFICIENTE"

La montagna ha partorito un topolino anche nell'efficiente Lombardia, dove 64mila persone hanno beneficiato, nel 2010, della "dote lavoro", per un totale di 45,8 milioni di euro impegnati. La metà dei fondi tuttavia, sono stati gestiti da dieci operatori. Chi sono? I soliti noti, enti di area Cl - o più in generale cattolica - come l'Enaip, lo Ial-Cisl, Obiettivo Lavoro. La maggior parte dei servizi svolti riguarda il colloquio di accoglienza di primo livello, il bilancio di competenze, il coaching e i corsi di formazione: le cifre dei destinatari, per queste voci, oscillano tra i 34mila e i 62mila. Ma se poi si passa dall'orientamento all'accompagnamento concreto al lavoro i numeri si abbassano penosamente: solo 168 allievi hanno avuto un supporto per l'autoimprenditorialità, in 94 sono stati accompagnati agli stage, 22 al tirocinio e appena 5 al "training on the job". Ma lo storico paradosso dei formatori - che non riescono a lenire la disoccupazione altrui, ma intanto trovano un posto a sé stessi - non regge più come una volta. Gigi Rossi, della Cgil, segnala il fenomeno del "precariato nei sistemi regionali della formazione professionale. E soprattutto al Nord, con la crisi - aggiunge - è diffuso l'uso, da parte degli enti, di invitare caldamente i collaboratori a trasformarsi in finti imprenditori con partita Iva".

MONTAGNE DI CARTA

Gli enti di formazione servono davvero a qualcosa o hanno finito per creare una "sovrastruttura" - come scrive l'Isfol nel suo ultimo rapporto - sganciata dalle esigenze reali del mercato del lavoro? Armando Rinaldi, dell'Atdal over 40, un'associazione che cerca di tutelare i diritti di chi perde il lavoro in età matura, assicura che "se ci fossero dati disponibili si scoprirebbe che la media dei disoccupati ha un bagaglio di ore di formazione triplo rispetto a quello di un lavoratore. Invece di un'occupazione ha trovato sulla sua strada decine di proposte formative". La Regione Lombardia ha commissionato un'indagine a un istituto di ricerca. Trenta disoccupati ultraquarantenni hanno tenuto un diario nel quale raccontavano le loro esperienze. È emerso che nelle rare occasioni in cui riuscivano a trovare lavoro i corsi di formazione non c'entravano nulla: era tutto merito delle loro conoscenze personali. Lo studio non è stato mai pubblicato.

Secondo Rinaldi per ogni corso organizzato in Lombardia 3000 euro vanno (nell'arco di sei-nove mesi) al candidato, mentre gli altri 7000 vanno agli organizzatori. "Si comincino a ribaltare le modalità di distribuzione dei fondi, erogando ai destinatari il 60-70 per cento dei finanziamenti sotto forma di reddito di sostegno". Si potrebbe trovare un utilizzo diverso dei capitali in modo da sostenere direttamente il reddito delle persone in difficoltà?

Per ottenere i contributi oggi basta - oltre a una buona capacità di lobby - compilare un formulario in cui, tra l'altro, si dimostra il fabbisogno nel territorio di competenza della figura professionale che s'intende formare. "Per esempio - scrive l'Atdal - se si propone di formare addetti al check-in aeroportuale si ricercano i dati sul traffico aereo della regione e si dice che data la crescita del traffico aereo occorre formare nuovi operatori". Angela, diplomata, ha 47 anni e da dodici frequenta corsi di formazione professionale in Lombardia. Non è mai riuscita a ottenere altro che qualche lavoretto di poche settimane all'anno in fabbrica. "Nell'ultimo corso che ho seguito, per lavorare in un asilo privato, il colloquio orientativo si è svolto tre giorni prima della fine dei corsi. Un'altra volta mi hanno costretto a scrivere un sacco di bugie sulla relazione finale. Ad esempio che avevo trovato lavoro in una fabbrica. In realtà era la mia vecchia azienda che mi richiamava". L'importante, insomma, è giustificare le spese. I risultati non contano.

Fonte
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... i-6385604/


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MessaggioInviato: 22/08/2010, 17:40 
Finlandia il paese dove si vive meglio
E in Israele si sta meglio che in Italia
Il Belpaese al 20mo posto per la qualità della vita
ma al terzo sul fronte della tutela della salute

WASHINGTON (18 agosto) - Poco dinamica economicamente, dall'istruzione scadente e inaspettatamente male anche sul fronte della qualità della vita. Così la rivista americana Newsweek «boccia» l'Italia nell'ambito di una classifica che si propone nientemeno di stabilire qual è il «miglior Paese al mondo», che vede in testa Finlandia, seguita da Svizzera e Svezia, e nella quale il Belpaese scivola 23/o posto. Fa eccezione, invece, il nostro sistema sanitario, addirittura considerato tra i migliori al mondo. Ogni nazione è stata esaminata secondo quattro categorie, basandosi su statistiche ufficiali: il livello dell'offerta educativa, quello dell'assistenza medica, della qualità della vita, del dinamismo economico e della politica.

Secondo questi criteri, il nostro Paese si trova in 44/a posizione sul fronte dell'economia, 34/a su quello della scuola, 22/a sul versante della qualità della politica. Sin qui tutto sommato poche sorprese. Impressiona positivamente invece il terzo posto sul fronte della tutela della salute, dietro solo a Giappone e Svizzera, a pari merito con Spagna e addirittura Svezia. Tuttavia ciò non basta: l'Italia si piazza addirittura in 20/a posizione per quanto riguarda la qualità della vita. Qui la medaglia d'oro va alla Norvegia, segue la Svizzera, il Lussemburgo, l'Australia. Meglio di noi perfino gli Emirati Arabi e la Nuova Zelanda. Per la cronaca, secondo la rivista, il miglior Paese al mondo è la Finlandia, seguita dalla Svizzera e dalla Svezia.

Al quarto posto l'Australia, al quinto il Lussemburgo, sesto Norvegia, settimo Canada, ottavo Olanda, nono Giappone. Gli Stati Uniti sono all'11/o posto, Germania al 12/o, Francia al 16/o, Spagna 21/o. Davanti all'Italia, Israele al 22/o. Ultimo, in centesima posizione il Burkina Faso, prima di Nigeria e Camerun.

Fonte
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... ONDO&ssez=


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MessaggioInviato: 22/08/2010, 18:24 
Torna libero Felice Maniero,
boss della mala del Brenta
Scade il soggiorno obbligato, vive in luogo segreto e ha un nome nuovo


http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_22/libero-boss-mala-brenta_314cc258-adf6-11df-8e8b-00144f02aabe.shtml


Cita:
L'ombra di Maniero e dei suoi uomini, ora vittime degli omicidi, ora protagonisti, spuntava sempre dietro la lunga catena dei 17 omicidi registrati in Veneto negli anni Ottanta,..

...Poi la collaborazione con la giustizia, la fine della banda, e una pena ridotta a 11 anni in appello, più altri 14 per una decina di omicidi.

http://qn.quotidiano.net/2006/02/23/5404677-LA-SCHEDA.shtml


[?]



_________________
[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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Italia, prima in Europa per le tasse

Su ciascun italiano grava un peso tributario annuo, fatto di sole tasse, imposte e tributi, pari 7.359 euro, mentre in Germania la quota pro capite tocca i 6.919 euro. Nonostante cio', servizi sociali inadeguati.

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... age=991756

Su ciascun italiano grava un peso tributario annuo, fatto di sole tasse, imposte e tributi, pari 7.359 euro, mentre in Germania la quota pro capite tocca i 6.919 euro. Tra i principali Paesi dell'area euro, solo la Francia sta peggio di noi. Ma si tratta di una situazione relativa, perché i transalpini versano una media di 7.438 euro di tasse allo Stato, ma vengono 'ricompensatì con una spesa sociale pro capite pari a 10.776 euro. E' quanto sostiene il Centro studi della Cgia di Mestre, sulla base delle tasse pagate nel 2009.

Sempre in termini di spesa sociale i tedeschi ricevono, invece, 9.171 euro pro capite l'anno, mentre agli italiani tra spese per la sanità, l'istruzione e la protezione sociale vanno appena 8.023 euro: vale a dire 2.753 euro in meno della Francia e 1.148 euro in meno della Germania. Se si analizza invece il saldo, vale a dire la differenza pro capite tra quanto ricevuto in termini di spesa e quanto versato in termini di tasse, quello francese è positivo e pari a 3.339 euro. Anche il differenziale tedesco registra una valore positivo, pari a 2.251 euro. In Italia, invece, si segna un saldo di 664 euro pro capite.

«La situazione è fortemente sconfortante - commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - perché dimostra ancora una volta come, pur in presenza di un peso tributario tanto elevato, in Italia non vengano destinate risorse adeguate per la casa, per aiutare le famiglie indigenti, i giovani, i disabili e chi vive ai margini della società. È evidente a tutti che le tasse così elevate nel nostro Paese sono la conseguenza di una spesa pubblica eccessiva».

A chi poi sostiene che probabilmente le tasse sono alte per colpa degli evasori fiscali, Bortolussi replica in modo secco: «E' innegabile che il problema dell'evasione fiscale pesi sull'Italia. Ma allora sarebbe anche opportuno studiare una strategia efficace affinché venga fatta emergere l'economica sommersa e si faccia pagare chi è completamente sconosciuto al fisco». Dagli Artigiani di Mestre arriva infine la sollecitazione «ad abbassare le imposte, combattere l'evasione fiscale e tagliare le intollerabili inefficienze presenti nella Pubblica amministrazione così come stanno facendo in tutti gli altri Paesi europei».



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Thethirdeye ha scritto:


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Italia, prima in Europa per le tasse


Beh, cerchiamo di essere obbiettivi...se Berlusconi da una parte toglie l'Ici e i comuni dall'altra aumentano a dismisura i canoni di spazzatura, acqua e 1000 altre imposte locali...certamente le tasse non diminuiscono eh! [V]



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Angeldark ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:


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Italia, prima in Europa per le tasse


Beh, cerchiamo di essere obbiettivi...se Berlusconi da una parte toglie l'Ici e i comuni dall'altra aumentano a dismisura i canoni di spazzatura, acqua e 1000 altre imposte locali...certamente le tasse non diminuiscono eh! [V]


Angel, non voglio entrare in polemica con te su questa cosa, ma una precisazione mi sembra necessaria.

In Italia, la finanza locale (comuni, province, regioni, asl, etc.) è derivata,

Questo significa un a cosa semplice (anche se sempre meno vera): gli enti locali per campare prendono anzitutto soldi dallo stato centrale (il quale ha imposizione diretta sui contribuenti con irpeg, iva, etc.).

Ok, negli utlimi vent'anni i c.d. trasferimenti statali (ai comuni, ad es.) si sono andati assottigliando sempre più, tanto che all'interno di alcune leggi delega è stata prevista una limitata capacità impositiva per gli enti locali stessi. Per i comuni, quindi, parliamo di ICI, TARSU (ora TIA) e altre voci minori.

Ora, le cose stanno in modo tale che abolire l'ICI sulla prima casa è costato ad un comune di 3000 ab e con un gettito medio di 500.000 euro, un mancato introito di circa 100/150.000 euro (somma rifusa dallo stato in misura della metà ... non per legge, no ... perché te ne danno metà e basta).

Ecco, il problema è che il SIndaco di quel comune ha dei servizi che DEVE in ogni caso garantire (scuola, strade, assistenza, etc.). Domanda: come può quel sindaco continuare a mantenere lo stesso livello di servizi con 75.000 euro in meno a bilancio ogni anno?

Tutto questo per dire che l'abolizione dell'ICI è stata una vera presa per i fondelli perché sia Tremorti, sia il nano sapevano benissimo come stavano le cose.

[Oh, certo ... la soluzione c'è: smantellamento di scuola e assistenza ... lol ... per la prima i lavori sono i corso, la seconda a breve)


Ultima modifica di eSQueL il 24/08/2010, 23:07, modificato 1 volta in totale.


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eSQueL ha scritto:

[Oh, certo ... la soluzione c'è: smantellamento di scuola e assistenza ... lol ... per la prima i lavori sono i corso, la seconda a breve)


Nessuna polemica esquel, sai che non mi piace parlare di politica nè voglio essere difensore di berlusconi...
Il fatto è che i comuni in italia da molto tempo oramai, hanno gonfiato le spese a dismisura ed ora è ovvio che non ce la fanno più.
Io abito in toscana in un comune di 20000 abitanti, ebbene, fino agli anni 80 i dipendenti pubblici erano un terzo degli attuali e non parlo solo del comune ma anche delle asl e compagnia bella...
Ovviamente la totalità di questi dipendenti deve avere in tasca una tessera di un colore "acceso"...[8D]
Quindi io proporrei non lo smantellamento di scuola o assistenza ma lo smantellamento di un sistema di clientelismo che ha portato molte regioni province e comuni allo sfascio finanziario, tanto poi c'erano i soliti bischeri che, proprietari della prima casa gli ripianavano i debiti...
La tassa sulla prima casa in un mondo normale doveva essere abolita dai partiti di sinistra e non da berlusconi...ma questo non è un paese normale.[V]



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Angeldark ha scritto:
La tassa sulla prima casa in un mondo normale doveva essere abolita dai partiti di sinistra e non da berlusconi...ma questo non è un paese normale.[V]


Assolutamente d'accordo.



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Angeldark ha scritto:

La tassa sulla prima casa in un mondo normale doveva essere abolita dai partiti di sinistra e non da berlusconi...ma questo non è un paese normale. [V]


Ed infatti così è stato.

L'ICI sulla prima casa (fino a 240mq), è stata tolta da Prodi poco prima che cadesse il governo.. senza fare alcun bordello mediatico.

Poi è venuto il Berlusca, ha tolto l'ICI su tutte le prime case (e dunque a quelle dei "signori", perché solo loro possono permettersele da 240+ mq) e tutti a pensare che l'opera di bene e carità fosse stata fatta da lui per via dei telegiornali messi lì a parlare del grande avvenimento giorno e notte. [:D]

http://www.legalefiscale.it/content/view/211/2/


Ultima modifica di Lawliet il 25/08/2010, 22:55, modificato 1 volta in totale.


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Lawliet ha scritto:

Cita:
Angeldark ha scritto:

La tassa sulla prima casa in un mondo normale doveva essere abolita dai partiti di sinistra e non da berlusconi...ma questo non è un paese normale. [V]


Ed infatti così è stato.

L'ICI sulla prima casa (fino a 240mq), è stata tolta da Prodi poco prima che cadesse il governo.. senza fare alcun bordello mediatico.

Poi è venuto il Berlusca, ha tolto l'ICI su tutte le prime case (e dunque a quelle dei "signori", perché solo loro possono permettersele da 240+ mq) e tutti a pensare che l'opera di bene e carità fosse stata fatta da lui per via dei telegiornali messi lì a parlare del grande avvenimento giorno e notte. [:D]


?

Perdona ma questa mi è nuova. Prodi, a quel che ne so, ha aumentato la detrazione per l'abitazione principale che, in ogni caso, era soggetta a tassazione. Il criterio della metratura da dove viene?


Ultima modifica di eSQueL il 25/08/2010, 22:56, modificato 1 volta in totale.


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Eccoti eSQueL, forse questo link è più chiaro:

http://www.fiscoetasse.com/approfondime ... -2008.html

Ma in effetti è ingiusto che i proprietari dei castelli non debbano avere le stesse agevolazioni dell'italiano medio.. [:D]



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