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MessaggioInviato: 25/08/2010, 16:06 
Te li ho aggiunti dove ne parlavi.


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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:


LA CINA PRECURSORE DEL DISCLOSURE SUGLI UFO?
Fonte: http://www.allnewsweb.com


Immagine

Gli avvenimenti ufologici verificatisi negli ultimi tempi in Cina, hanno innescato una vera e propria inversione di tendenza, tra la classe dirigente e la comunità scientifica cinese, nel modo di affrontare pubblicamente argomenti complessi come quello della presenza extraterrestre sul nostro pianeta. Una vera e propria breccia si è aperta nel muro di gomma che tradizionalmente ha sempre caratterizzato il paese, ponendolo nella paradossale condizione di essere addirittura annoverato tra quelli che, negli ultimi anni, hanno incominciato o si apprestano a varcare il sentiero del tanto sospirato disclosure.
A conferma di tutto ciò, basti registrare le dichiarazioni di uno dei più celebri esponenti della comunità scientifica cinese, il Prof. Whang Sichao, responsabile del celebre osservatorio astronomico di Purple Mountain (situato nella provincia di Nanjing), il quale avrebbe pubblicamente ammesso, in una conferenza ufficiale tenutasi in questi giorni ed ampiamente riportata dai media cinesi, che gli UFO sono ormai una realtà innegabile e che il suo osservatorio li ha più volte studiati in questi anni.
In particolare, nel suo discorso, il Prof. Sichao avrebbe affermato che:


alcune razze aliene visitano da tempo il nostro pianeta;
le navicelle spaziali sarebbero guidate da intelligenze artificiali (veri e propri robot);
gli UFO possono viaggiare ad una velocità molto prossima a quella della luce;
gli UFO sono stati osservati dall’osservatorio astronomico cinese moltissime volte e stazionano ad altezze comprese tra i 150 ed i 1500 chilometri di distanza dalla Terra;
per la loro propulsione utilizzano probabilmente la fusione nucleare;
dopo 39 anni di lavoro nell’osservatorio astronomico di Purple Mountain egli crede che questi velivoli possano vincere la gravità terrestre per rimanere sospesi nel cielo.
Il Prof. Whang Sichao si è inoltre dissociato ampiamente dalle ormai famose dichiarazioni rese non molto tempo fa dall’astrofisico Steven Hawking in tema di alieni, ed ha affermato che queste razze, almeno fino ad oggi, si sono rivelate totalmente pacifiche ed in grado di creare il loro fabbisogno grazie all’avanzata tecnologia di cui dispongono. Quanto alla loro eventuale pericolosità non ci sono indicazioni o prove concrete che lo confermino, ed anche nell’ipotesi in cui, in futuro, qualcuna di esse dovesse rivelarsi ostile dovremo sempre ricordare di aver a che fare con degli esseri viventi (e non con dei immortali) e come tali in grado di essere contrastati.

http://danilo1966.splinder.com/post/231 ... -sugli-ufo


Buongiorno...mi sono un poco annoiato di sentire in senso figurato queste esternazioni prodotte da professori, accademici vari in merito ad U.F.O ed al sottoinsieme di questi di origine/natura non terrestre.
Il Prof. Whang Sichao come al solito ha la mente totalmente piena e ricolma di stereotipi...
L`ultima frase circa il fatto che "anche loro sono mortali" e quindi "contrastabili" mi fa particolarmente ridere e cadere le braccia.
Se avessero avuto "intenzioni" ostili verso la "loro creatura" e cioe` l`essere Homo Sapiens Sapiens non ci sarebbe stato niente da fare...non ci avrebbero nemmeno fatti arrivare a questo punto mio caro professore.
Forse il professore di cui sopra ha visto troppa letteratura cinematografica in stile "Indipende Day" o "La guerra dei mondi" in cui alla fine la razza umana la spunta sempre e comunque neanche fosse la razza eletta.
Altra affermazione ridicola (ripetizioni, ripetizioni...offresi gratis) e` quella riguardante l`altro grande stereotipo e cioe` la velocita` non della luce ma in senso lato della radiazione elettromagnetica nel vuoto...
Mi sa tanto che civilta` di livello 1,2,3,4 ed anche 5 come un altro Professore che invece stimo moltissimo per la sua apertura mentale, se ne infischiano di seguire le geodetiche all`interno di "questo Universo" per spostarsi...
Insomma e` un cadere di braccia...
Spero che prima di morire possa godere di una bella messa alla gogna dei miei consimili (la maggioranza) che hanno sempre riso, deriso, sogghignato e via di seguito...
Grazie Ufologo per le segnalazioni....
Devi mettere "su" un telegiornale in merito...
A proposito, tuoi colleghi ti hanno mai suggerito quando eri militare di non parlare troppo di questi temi ?
Io penso che qualche occhiata come minimo te la abbiano gettata.

Marco1971.



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MessaggioInviato: 25/08/2010, 16:34 
Con divido parola per parola quello che hai scritto; non c'è che dire. [:)]
Sembra davvero che questio professori si godano la visione di films fantascientifici (e per niente costruttivi, anzi) e poi fanno il loro commento! [:246] Roba da ... vergognarsi!
Riguardo ai miei coleghi, no, non mi hanno mai detto nulla. Chi sapeva di cosa mi occupavo o mi guardava con "compatimento" o mi raccontava cosda fosse loro successo ed altri rimanevano incuriositi.
Per comto mio, il Problema, è poco ... sentito! Veramente troppi films e telfilms idioti, per cui, poi, nessuno ha il coraggio di prendere la cosa sul serio! (Salvo chi contrariamente, ha visto qualcosa ...). Lo stesso fra i piloti.



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MessaggioInviato: 25/08/2010, 16:58 
Quoto firmo e sottoscrivo...
Qui serve un incontro ravvicinato del quinto tipo...
Vale a dire una manifestazione globale sul pianeta...
Speriamo bene...

Marco1971.



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MessaggioInviato: 25/08/2010, 17:21 
Ehm, non per fare il pignolo, ma per dovere di cronaca... l'incontro del 5 tipo non è ciò che dici tu, ma bensi :

Incontro ravvicinato del V tipo
Incontri bilaterali posti in essere tramite iniziative umane coscienti, volontarie ed attive, o tramite la comunicazione cooperativa con intelligenze extraterrestri.
Il "quinto tipo" non è incluso nell'originale scala degli incontri ravvicinati di Hynek, tuttavia gli ufologi del gruppo CSETI del dott. Steven M. Greer hanno definito i CE5; si tratta di una teoria simile a quella dei "contattati" degli anni 1950, o del sottotipo F di Bloecher per gli incontri ravvicinati del Terzo tipo.


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MessaggioInviato: 25/08/2010, 17:38 
In effetti è già tutto racchiuso nel IV Tipo ...[:D]



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MessaggioInviato: 26/08/2010, 10:46 
Giusto, il mio ricordo e` stato alterato mentre scrivevo...
Forse pero` la tassonomia classica andrebbe rivista...
Comunque a meno di eventi "di portata globale" dubito fortemente che "il ghiaccio si sciogliera` mai"...sigh.
Grazie.

Marco1971.



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MessaggioInviato: 26/08/2010, 11:11 
Come "eventi di portata globale", forse giusto la distruzione della Terra potrebbe far intervenire Qualcuno (e non ne sarei nemmeno così sicuro!).



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MessaggioInviato: 26/08/2010, 16:58 
Intanto ....



LA COMMISSIONE SIGMA/3AF AMMETTE LA REALE ESISTENZA DEGLI UFO E LA POSSIBILITà DELL'IPOTESI EXTRATERRESTRE



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Giovedì 26 Agosto 2010

Il 31 maggio 2010 segna la data di uscita dell'ultima commisione Francese sulla ricerca e lo studio dei Fenomeni Aerei Anomali. Pur non essendo ufficiale governativa , lo studio deriva da un fonte molto credibile , la 3AF ossia l' Associazione Aeronautica e Astronomica Francese che aveva cominciato ad elaborare questa ricerca a partire dal maggio 2008. A capo della commissione d'inchiesta c'è Alain Boudier un ex addetto alla Difesa Francese. Si tiene a precisare che il Sigma/3AF non è un rapporto finale ma piuttosto uno studio tutt'ora in corso , pur avendo gia sollevato parecchio marasma mediatico per le affermazioni in esso contenute. In effetti dal rapporto si evince che il Fenomeno UFO è reale ed è di probabile origine Extraterrestre, conclusioni piuttosto forti ma conseguite a seguito dello studio dei casi più interessanti avvenuti in Francia. Per arrivare a ciò la Commissione di inchiesta ha avuti numerosi contatti con alcuni rappresentati delle Forze Armate Francesi nonchè con alcuni membri dell'Intelligence che hanno avuto un coinvolgimento piu o meno diretto con il fenomeno UFO, tra questi citiamo la Gendarmeria Nazionale che ha raccolto i rapporti UFO dal 1960; Il Segretario Generale della Difesa Nazionale e un membro dei servizi di Intelligence che grazie ad una "Fonte autorizzata" ha ammesso l'interesse del fenomeno da parte dell'Agenzia a partire dagli anni '60.

Particolarmente interessante a riguardo è la sezione Commenti del 3AF che ammette chiaramente e senza possibilità di dubbio, che ;

"Nessun fenomeno naturale può spiegare la maggior parte delle relazioni di osservazioni accompagnate da rilevazioni elettromagnetiche effettuate da uno o piu radar. Rilevazioni fatte in tutto il mondo. " e prosegue piu avanti affermando che "Il comportamento di questi dispositivi durante gli incontri con aerei da combattimento o intercettori, (...) suggerisce che sono controllati, guidati o pilotati con automazioni particolarmente sofisticate.

La Commissione 3AF concorda con i risultati della Commissione COMETA affermando; "...l'ipotesi centrale proposta dalla Commissione COMETA, ad oggi non può essere respinta ma rimane perfettamente credibile" (...) "abbiamo quindi mantenuto , ma solo come ipotesi di lavoro, la possibilità che la maggior parte degli ordigni osservati possono essere di origine non terrestre".

fonte:

RAPPORTO 3AF
http://www.openminds.tv/wp-content/uplo ... in2010.pdf

SITO:
http://www.openminds.tv/french-ufo-report-081610/

COMETA
http://www.bibliotecapleyades.net/socio ... port01.htm

http://www.ufoskywatching.com/index.php ... &Itemid=63


Ultima modifica di Bastion il 26/08/2010, 18:18, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/08/2010, 18:19 
Ufologo, i link perchè funzionino devi postarli per intero e non copiarli e basta quando sono incompleti. Se sono incompleti, apri il link, e copialo dalla barra degli indirizzi. Perchè se no è come se fossero inesistenti. Sta volta te li ho gia messi a posto io. Ciau!


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[8)] !



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MessaggioInviato: 26/08/2010, 18:40 
Un altro caso interessante che merita attenzione.



Il caso Kelly-Hopkinsville


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Kentucky 1955: un’indimenticabile avventura sotto la Luna.


Quando ho pensato di verificare in loco questo straordinario caso, m’era parso subito logico che i testimoni originali non fossero più in vita e che i loro eredi fossero troppo piccoli all’epoca dei fatti per saperne qualcosa. Ero sicuro però che sarei riuscito a trovare comunque qualcuno che ancora ricorda oppure anche in grado di esprimere un giudizio imparziale alla luce del tempo trascorso su quella vicenda che ebbe luogo nel cuore degli anni cinquanta.
Carl Sutton, detto Lucky, agricoltore di poche parole e per nulla incline allo scherzo, viveva a Kelly, un paese agricolo nel sud del Kentucky, che all’epoca dipendeva in tutto e per tutto da Hopkinsville, una ridente e verde cittadina che è confinante.
Aveva una bella fattoria giusto sulla strada che unisce i due agglomerati urbani che fanno parte della Christian Conty. Tutto cominciò dopo le 7 di sera del lontano 21 Agosto 1955 e l’avvenimento passò alla storia dell’ufologia come “il caso Kelly-Hopkinsville”, proprio perché il distretto di polizia che svolse le prime indagini fu quello di Hopkinsville, dal quale comunque dipendeva quel paese.
Billy Ray Taylor, un uomo della Pennsylvania, ospite della famiglia Sutton ed amico del capofamiglia, aveva una gra sete poiché il caldo e l’afa della sera lo attanagliavano. In cerca di un po’ di refrigerio, su invito della stessa famiglia Sutton, decise di uscire a bere un po’ d’acqua, raccogliendola dal pozzo nell’aia della fattoria. Lucky gli aveva detto che l’acqua del suo pozzo era la più fresca e dissetante della zona. Era ancora chiaro e mentre si incamminava col secchio, appena fuori di casa, vide un grosso oggetto brillante che, sibilando e passando sopra la fattoria, sembrò atterrare sul retro, in una piccola gola ad un isolato.
Billy rimase un po’ sorpreso, sembrava come se fosse venuto giù un grande missile senza fare alcun rumore… Si guardò un attimo intorno ma tutto pareva normale nei boschi attigui alla fattoria. Quella cosa passata sopra la sua testa però lo aveva messo in agitazione, era troppo strana e anomala per non preoccuparlo, al punto che non si ricordò neppure di avere sete e dunque, raccolta l’acqua, tornò subito sui suoi passi, quasi a rifugiarsi dentro casa.
Raccontò subito il fatto agli altri e non venne naturalmente preso sul serio. Lucky gli chiese se stesse scherzando o se voleva solo impaurire i bambini che stavano ad ascoltare. Tutto sembrava tranquillo fuori e quindi, di sicuro, Billy aveva visto un semplice aereo o si era davvero inventato quella storia per ravvivare la serata.
Improvvisamente però, il cane dei Sutton cominciò ad abbaiare e latrare in modo inconsueto. Qualcuno corse a dare un’occhiata alla finestra e avvisò Lucky di aver visto l’animale andare a nascondersi nella cuccia con la coda fra le zampe. Non si vedeva anima viva là fuori e non si capiva il perché di tutti quei lamenti. C’erano sette adulti in casa, ma c’erano anche quattro bambini, dunque Lucky e Billy Ray preferirono uscire a controllare cosa stesse succedendo e decisero anche di prendere le loro armi.
Fatti pochi passi fuori dalla porta, videro venire verso di loro uno stranissimo essere di un metro e venti circa di altezza, con una testa enorme, che teneva le braccia alzate, come per arrendersi.
La creatura era luminosa, e quando fu abbastanza vicina, i due testimoni poterono osservarla nei minimi particolari: aveva occhi giallastri dalle orbite molto grandi, una bocca lunga e sottile, orecchie elefantesche, la testa grossa, petto all’apparenza metallizzato, gambe esili come le braccia, che toccavano quasi terra se distese in giù, e le mani che finivano con degli artigli. Incredibile!
Negli anni cinquanta, da quelle parti, se si sentiva minacciata, la gente usava prima sparare e poi fare domande; era praticamente ancora la legge del Far West. Billy Ray dunque non ci pensò sopra due volte, e fece fuoco con la sua calibro 22. Lucky sparò col suo fucile.
Era impossibile mancare il bersaglio da quella distanza, ma quello strano essere balzò indietro velocissimo e corse al riparo nel bosco. Sembrava incolume.
I due tornarono dunque dentro casa ma prima che potessero raccontare l’accaduto agli altri, quella creatura, oppure un’altra simile, fece capolino alla finestra schiacciandovi contro il suo muso, quasi per testare il materiale di cui era fatta, e allora gli uomini spararono di nuovo forando materialmente il vetro, come constateranno più tardi gli investigatori. Lucky e Billy Ray corsero quindi fuori, convinti di trovare per terra un corpo quanto meno ferito, ma niente, neanche l’ombra.
Mentre erano fermi un attimo sulla soglia, successe una cosa inaudita: un essere si calò dal tetto e tentò di toccare i capelli di Billy. Lucky prontamente sparò anche a quest’altro intruso, ma quello fece ne più ne meno quello che aveva fatto il primo, fluttuò nell’aria e si allungò sopra il tetto, sparendo alla vista.
Lucky dichiarerò poi che i proiettili sembravano colpire qualche cosa di metallico, come se avessero tutta la pelle corazzata.
Appena riparati ancora in casa, i nostri amici si accorsero che tutta la fattoria era assediata da quelle creature. Apparivano ad ogni finestra o apertura della casa e davano l’idea di essere lì per curiosare e spiare all’interno. I Sutton ed il loro ospite non sapevano più che fare, anche perché le armi si erano rivelate inefficaci, e cominciarono a temere il peggio.
Sulle prime cercarono di capire le intenzioni di quegli strani esseri, ma poi la paura cominciò ad avere il sopravvento ed i nervi stavano saltando un po’ a tutti.
Dopo quasi tre ore di preoccupazione, pensarono che l’unica soluzione fosse quella di abbandonare la casa al “nemico”. Scapparono dal retro della fattoria salendo a bordo di due automezzi e raggiunsero la stazione di polizia verso le 23. Era scontato che gli agenti in servizio non credessero una sola delle loro parole. Appena udirono la storia, si misero a ridere, naturalmente. Poi, dopo lunga insistenza e leggendo sui loro volti una seria preoccupazione, considerarono l’avvenimento sotto una luce diversa e decisero di fare un sopralluogo. Sulla scorta dei dettagli riferiti e data la vastità dell’area interessata da questo stranissimo caso, ci andarono almeno 15 agenti. Arrivati sul posto, tuttavia, non poterono riscontrare nulla di strano: tutto era tranquillo sia in casa che nei dintorni. C’era solo una specie di chiazza luminescente nel punto dove, secondo i testimoni, era caduto un essere che si era appollaiato su una pianta, in seguito alle fucilate.
Ritrovarono comunque anche i segni ed i buchi dei colpi di arma da fuoco, come avevano raccontato Lucky e Billy Ray, e un fotografo li immortalò per la cronaca. Secondo lo sceriffo Russel Greenwell, che fu uno degli agenti che sentirono la storia e ispezionarono il luogo, venne stabilito che i testimoni ed il resto della famiglia, ospiti compresi, erano sani di mente e per niente sotto l’effetto di alcolici o altro. Aggiunse poi che lo stato in cui si presentarono al distretto, ed il comportamento tenuto anche durante l’ispezione, fugarono ogni dubbio sulla veridicità del racconto. Erano letteralmente terrorizzati.
L’indagine sul posto portò inoltre ad accertare che parecchi vicini avevano udito gli spari e che una persona aveva visto alcune luci nel cielo in prima serata. Steso il relativo verbale, le forze dell’ordine lasciarono la fattoria verso le 2.30 del mattino. I Sutton e gli ospiti si erano dunque tranquillizzati e, forti delle rassicurazioni degli agenti, finalmente si prepararono a coricarsi.
L’avventura però non era ancora conclusa, e stava per avere inizio il secondo tempo.
Dopo aver commentato tutti insieme l’insolita serata e, nonostante tutto, sempre increduli di ciò che era accaduto, Lucky, Billy Ray e gli altri decisero che non valeva più neppure la pena di continuare a pensarci e che forse era meglio dormirci sopra e chi s’è visto s’è visto.
I bambini erano già coricati e gli altri stavano per farlo quando, verso le 3 del mattino, ecco di nuovo le creature fare capolino alle finestre: guardavano curiose quel che stava accadendo all’interno e se ne stavano lì, silenziose e inespressive, apparentemente senza alcuna ostilità, appiccicando il loro muso al vetro.
Lucky e Billy, di nuovo allarmati, ripresero le armi e spararono a iosa, colpendo addirittura le finestre di una abitazione vicina, ma anche stavolta le pallottole sembrarono inefficaci. Era diventato quasi un gioco: gli esseri comparivano alla finestra e loro tiravano al bersaglio. La notte fu estremamente travagliata e nessuno chiuse occhio anche perché tutto il trambusto andò avanti per altre 2 ore, fino alle 5 circa, mezz’ora prima dell’alba del 22 Agosto.
La mattina dopo la polizia venne di nuovo a ispezionare il luogo, stavolta con alcuni incaricati dell’U.S. Air Force. Lucky e Billy Ray non c’erano poiché dovevano sbrigare alcuni affari ed erano andati in auto ad Evansville, nell’Indiana. Non venne trovato niente di strano e di insolito, salvo che tutta la casa era piena di buchi di pallottole.
Il Kentucky New Era, gionale di Hopkinsville, riportò tutta la storia nell’edizione del mattino del 22 Agosto 1955. Molta gente non volle credere al racconto e circolò subito la convinzione che fosse una colossale truffa, ma i Sutton dovettero spendere un sacco di soldi per riparare tutto quello che le fucilate avevano distrutto: i canali, i vetri delle finestre, le imposte, le porte ed anche l’intonaco esterno, oltre ai danni provocati ai vicini. Non ricavarono un dollaro da quella storia e dunque non avrebbero avuto alcun interesse a trarne una tale burla, senza contare che ebbero veramente anche tanti guai imprevisti: visitatori dai luoghi vicini, curiosi piuttosto che interessati alla verità, giornalisti da tutti gli States e violazione comprata di quella che oggi chiamiamo “privacy”. Lo stesso J. Allen Hynek prestò fede alla storia dopo aver sentito due investigatori di fiducia: Bud Ledwith, ingegnere presso una stazione radio di Hopkinsille, e Isabel Davis, che giunse fin qui da New York City l’anno successivo agli avvenimento, e studiò a fondo il caso.
Oggi, della famiglia Sutton, sono rimasti solo quelli che all’epoca erano dei bambini. Lucky Sutton e gli altri adulti sono scomparsi e non hanno mai ritrattato la loro storia, neppure in punto di morte. Cosa accadde dunque esattamente quella notte?
Cora Kemp Haddick, anziana signora di 83 anni, ricorda ancora l’episodio. All’epoca abitava a Kelly, poi si trasferì a Hopkinsiville, dove tuttora risiede. Suo figlio Bo conosceva i figli dei Sutton di vista e qualche volta li aveva incrociati a scuola. Mi riferisce che nella comunità di quella zona era addirittura diventato proverbiale dire: “Sei alienato come quelli di Kelly”. Secondo ciò che si ricorda, oltre a Carl Sutton e Billy Ray Taylor, era presente anche un certo Eugene Fletcher, amico della signora Johnson, che dovrebbe essere il cognome da nubile della moglie di Lucky. Enrambi sono ormai deceduto, però. Narra di quando viveva laggiù, sulla Johnson Mill Road, 41 North, nei pressi della Iron Hill School, di come fosse informata degli eventi in quanto praticamente vicina di casa dei Sutton. Devo però ammettere che poi si è potuto accertare che la sua abitazione di allora non era proprio così vicina al sito, ma a qualche chilometro e senza dubbio potrebbe quindi aver conservato e riferito le sensazioni della comunità più che le sue, come del resto conferma il nostro breve colloquio.

D – Signora Haddick, lei è molto scettica in merito, vero?
R – Guardi, non posso dire se fu uno scherzo o meno, ma già fin dal giorno dopo, quando la gente aveva letto la notizia sul giornale, s’era sparsa la voce che in quella casa erano tutti brilli.
D – Le autorità hanno escluso però che i testimoni avessero bevuto o altro.
R – Le ripeto, questo è quello che ha sempre pensato la gente… anche perché quei tipi non disdegnavano certo le bottiglie di whiskey! Non avevano una grande reputazione. Poi sa, quello di Kelly sono sempre stati ritenuti di serie B, nel senso che hanno sempre dipeso da Hopkinsville in tutto e per tutto. Fosse successo ad altra gente o in un altro posto, l’avrebbero presa tutti più seriamente, ma così… Con ciò non voglio dire male di nessuno, per carità!
D – Ma lei è mai stata sul posto a curiosare?
R – Chi non c’è stato in quella fattoria? C’è andato mezzo mondo laggiù! I piedi di mezza America l’hanno calpestata, poi si sono accorti che non c’era proprio niente da vedere. Era tutto normale. Andavano tutti a farsi fotografare con i Sutton… ridicolo! La notizia era circolata il mattino dopo, quando l’abbiamo letta sul giornale. Ma a Kelly, verso le 11 del mattino c’erano già i curiosi. Passato il clamore iniziale poi tutti se ne sono dimenticati. Credo che se adesso chiede a qualcuno in giro, nessuno si ricorda più niente.
E questo è vero. Ho dovuto sudare le fatidiche sette camice per trovare qualche buon’anima che sapesse ciò che era accaduto. Il che è tutto dire.
M’è parso subito chiaro che avrei dovuto sentire altra gente e che le persone che avrebbero potuto ricordare o conoscere qualche cosa le avrei dovute cercare tra coloro che hanno ormai superato gli “anta” (intesi come 60). La fattoria dei Sutton è dislocata sulla Old Madisonville Road, a Kelly. Proprio davanti all’abitazione passa la ferrovia che sinceramente non so se fosse o meno già esistente all’epoca, ma credo proprio di si. Ad una prima occhiata direi che chiamarla fattoria risulta un po’ difficile adesso, è più una villa immersa nel verde!. Ovviamente il paesaggio non è più quello di allora. La gente del posto è molto ruvida, schiva e poco propensa ad aprirsi al dialogo. Contadini riservati e chiusi più che timidi, di pochissime parole e dalla mentalità tipica americana. Siamo nel cuore degli States.
Un’annotazione importante: da queste parti è nato il genere musicale detto “bluegrass”, con la famiglia Monroe.
Non a caso, è stata proprio un’amica di famiglia di Billy Monroe a darmi una mano nelle ricerche sul posto. Devo dunque un ringraziamento speciale alla Sig.ra Tammy Worth, nota scrittrice locale di poemi e di qualche ballata country, che mi ha introdotto nella terra tutta particolare del Kentucky.
I figli di Carl Sutton non abitano più qui da un po’, la casa infatti è ora dei Sig.ri McCord, una coppia sui 43 anni circa, ed i nuovi proprietari non sanno, o non vogliono dirmi, il nuovo domicilio degli ex proprietari. Era comunque d’obbligo una breve intervista.
D – Signor McCord, quando avete acquistato questo posto, lo sapevate quello che vi era accaduto?
R – Certo, certo! Ma non c’è mai importato nulla!
D – Cosa pensa della vicenda? Vera o no?
R – Per me è tutto vero! Non ho dubbi.
Arriva nel frattempo il vicino di casa, parente dei McCord, che si stupisce a sua volta del motivo della visita. E’ un uomo sugli 80 e passa, proprio quello che ci voleva! La sua abitazione è a circa 80 metri dal luogo degli avvenimenti, nascosta dalla vegetazione. Saluta calorosamente sua nuora, la Sig.ra Doris McCord, e risponde volentieri a qualche domanda, anche se non vuole che si metta il suo nome (lo chiameremo dunque Neil):
D – Signor Neil, lei c’era già all’epoca?
R – Sicuro che c’ero! Quella notte ho sentito sparare, ma non pensavo ad una cosa del genere. Sa, qui in campagna ogni tanto si festeggia e dunque era lungi da me immaginare una cosa simile.
D – Qualcuno aveva detto che i Sutton erano un po’ alticci. Forse c’era stata davvero una festa?
R – Beh, io so solo che quella sera è successo qualcosa di strano, perché c’è stato un gran trambusto e non era loro costume fare baldoria. Avevo immaginato anch’io che fossero dei fuochi d’artificio quella notte, e invece… magari avessi controllato!
D – La gente aveva pensato anche ad una burla ben architettata.
R – La gente tende sempre a sdrammatizzare. So solo che è accaduto certamente qualcosa di anomalo in questo posto. Non posso confermare che ci fossero gli alieni o dei mostri venuti da chissà dove, ma so solo che la polizia non s’è mossa per gioco! E’ venuta qui, ha steso il verbale e ha annotato le testimonianze… e non c’è scritto da nessuna parte “caso archiviato perché erano tutti ubriachi!”. Chiaro?
D – Della storia di una burla l’hanno scritto i giornali o sbaglio? (Il Sig. Neil sorride e vuole anche precisare qualche cosa in merito).
R – Hanno scritto un sacco di immondizia e poi dicono che sono corretti!
Credo che questo tipo l’abbia mandato la provvidenza! Sono costretto a subire le sue angherie sul giornalismo in genere e sulla carta stampata. Poi però lui stesso ammette che l’articolo inerente questo caso era effettivamente congruente con i fatti. Finito il suo sfogo, comincia col precisare alcune cose essenziali in merito all’inchiesta. L’aspetto e l’ubicazione della fattoria all’epoca erano completamente diverse, quindi l’odierna villa non ha nulla a che vedere con la costruzione del 1955 teatro della vicenda, anche se erano stati gli stessi Sutton a modificarne l’assetto. Innanzitutto quello che c’era allora era un caseggiato in legno prefabbricato ed era situato sul fianco sinistro della attuale casa. Era anche più vicino al pozzo ed alla strada, a circa 30 metri da essa, mentre ora la villa è a 40 metri. Neil, orgoglioso di parlare della “sua” terra, vuole che lo seguiamo per andare a vedere il luogo dove, secondo la ricostruzione delle autorità e l’opinione degli inquirenti, sarebbe atterrato l’ordigno che aveva a bordo quegli esseri. Si trova proprio sul retro della odierna villa. Ci spiga che la gola, un tempo molto fonda e scavata, con l’andare del tempo e l’opera di bonifica, si è riempita fino a raggiungere l’altezza dell’attuale casa. Ci accompagnano anche i coniugi McCord. La distanza del luogo rispetto alla fattoria di allora doveva essere di circa 50 metri. Il retro dell’attuale caseggiato dà su un immenso e stupendo paesaggio boschivo, ancora intatto. Alberi, prati e distese di verde! L’ingresso principale dell’attuale villa guarda sontuosamente quello che una volta era solo un misero pozzo e che ora si è trasformato in un’elegante fontana artistica, orgoglio dei nuovi proprietari, i McCord naturalmente.
I Sutton e gli ospiti scapparono dalla parte della fattoria che guardava verso la strada, uscendo da una porticina di legno aperta sulla sinistra. Imboccarono una stradina di campagna, ora allargata a una corsia, che si immette sulla Old Madisonville Road. Gli esseri invece erano probabilmente impegnati sul fianco destro della fattoria, dove c’era (e c’è ancora) un capannone che faceva da ripostiglio. L’ingresso principale della fattoria all’epoca era sul retro, dove c’era anche il pozzo, e quindi dava quali le spalle alla Old Madisonville Road. La vita familiare si svolgeva sempre nel cortile antistante il pozzo, che ora si trova sulla sinistra, guardando l’attuale facciata della villa. In pratica la costruzione di allora aveva la gola, dove si ipotizza fossero atterrati gli esseri, obliquamente sul suo fianco destro. I Sutton non parcheggiavano le auto nell’aia davanti al pozzo, ma le tenevano dietro casa, sul bordo della stradina pronte per l’uso. La copia di un libro di recente pubblicazione (settembre 2001), che la mia amica Tammy Worth ha scovato presso la biblioteca comunale di Hopkinsille, riporta un articolo a perenne ricordo e testimonianza. C’è anche l’articolo originale apparso all’epoca sul Kentucky New Era, proprio il giorno dopo l’avvenimento. Vengo quindi a sapere che in effetti il nome di battesimo di Lucky Sutton era Cecil, mentre Carl era presumibilmente il secondo nome. Quella notte Lucky telefonò preventivamente e più volte alla polizia, per avvisare di mandare qualcuno con armi pesanti per difenderli da quegli esseri, ma l’agente R. N. Ferguson, che rispose alla chiamata, pensò ad uno scherzo di cattivo gusto e appese subito. Ferguson è tutt’ora vivo e racconta: “Taylor disse che aveva esaurito 4 caricatori della calibro 22 sparando a quelle cose”. Taylor dichiarò inoltre alla polizia che non era nuovo ad esperienze del genere. Ammise infatti che, qualche tempo prima, aveva già visto un altro strano oggetto sfrecciare nel cielo della Pennsylvania. Quella notte, ricorda ancora Ferguson, quando le 2 auto dei testimoni arrivarono al posto di polizia, gli agenti in servizio rimasero tutti increduli, poi però, dietro insistenza del loro capitano e dei due uomini coinvolti, si decisero ad un sopralluogo.
Inizialmente ci andarono lo sceriffo Russell Greenwell con gli agenti T.C. Gross, Dorris Francis e Gray Salter. In un secondo tempo arrivò anche Ferguson con un altro gruppo. Alla fattoria c’erano quindi almeno 25 persone, testimoni compresi, e comunque anche lui conferma che non venne trovato niente di anomalo. Questo si legge anche nell’intero rapporto di polizia che venne steso dallo sceriffo Batts. “Rimanemmo più di 3 ore alla fattoria”, ricorda Ferguson, “Non c’era nulla di strano, né in casa né fuori. Lo sceriffo aveva accertato che i testimoni avevano avuto a che fare con 12 o 15 intrusi quella notte. Personalmente non ho creduto allora, e non l’ho mai creduto neanche dopo, che a Kelly fosse atterrata un’astronave. Ad esser sinceri non trovammo neppure niente che provasse il contrario, però. E’ sempre stato un msitero!”.
E il mistero di quel che succede rimane ancora tale. Mentre il cielo si fa già scuro le nuvole vanno a nascondere la luna sbiadita del tardo pomeriggio di primavera. Mi rimane in testa il commento finale di Neil: “Io so solo che Lucky e Billy Ray se ne sono andati per sempre e non hanno mai detto d’aver mentito…”.

(Notiziario UFO n° 33 – Giugno 2002)
By Cagliari79



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MessaggioInviato: 27/08/2010, 13:21 
Una segnalazione da parte di cagliari79 ... Una divagazione a carattere aeronautico credo faccia bene ogni tanto.[;)]

Un bel giretto con il "Macchino", con dialoghi di bordo.
(Più o meno, una piccola parte dei voli quotidiani da addestramento per tutti piloti; poi ci sono le missioni molto più impegnative ...)




Ecco, per due anni ho lavorato con piloti e navigatori ricopiando e tracciando rotte (come si vede all'inizio del filmato), ma con il "Tornado" ...[:D] Una bella "pausa" dal lavoro dei radars ...[:D]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 27/08/2010, 13:26, modificato 1 volta in totale.


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LA BATTAGLIA DI LOS ANGELES

Nuove analisi delle foto rivelano la forma discoidale dell’oggetto che il 25 Febbraio 1942, dopo 20 minuti di fuoco antiareo, si allontanò indenne.



Immagine


In prima pagina, sul “Los Angeles Times” del 26 febbraio 1942, il titolo a caratteri cubitali dice: “L’esercito dichiara che l’allarme è reale”.

25 FEBBRAIO 1942 PRIME ORE DEL MATTINO

Dozzine di riflettori della 37° Brigata di Artiglieria Costiera intercettarono immediatamente quella nave, apparsa come una magica e surreale lanterna nel buio e limpido cielo invernale sopra la città degli angeli. Pochi in città riuscirono a dormire dopo che i cannonieri della difesa costiera aprirono il fuoco scaricando centinaia e centinaia di raffiche di proiettili verso l’oggetto luminoso, avvistato inizialmente mentre fluttuava sopra gli studios Metro Goldwin Mayer di Culver City.
Il fragore delle artiglierie e il sibilio dei traccianti vennero avvertiti ovunque a Los Angeles, mentre i militari erano certi di essere riusciti a centrare il bersaglio… senza alcun risultato.

Nella foto riprodotta e analizzata in queste pagine, si vede il cielo di Los Angeles come appariva all’altezza del fuoco incrociato.

Facendo attenzione alla convergenza delle luci dei riflettori si noterà chiaramente la forma della nave visitatrice all’interno dell’area illuminata.

E’ un Grande corpo volante, apparentemente del tutto incurante delle centinaia di proiettili contraerei esplosi di cui è fatto bersaglio, senza alcun effetto.

Comunque le perdite si contarono, ma a terra. Almeno sei persone morirono come risultato diretto dell’attacco dell’esercito sull’UFO, che lentamente e pigramente si fece strada verso Long Beach prima di dileguarsi definitivamente.
Il giorno dopo, solo sul quotidiano Los Angeles Times, in un articolo di spalla a firma di un redattore, apparve una descrizione dell’UFO. Se ne evince un senso dell’energia e dell’emozione di quella notte.

Il titolo recita: ” Una folla infreddolita guarda il cielo illuminato dai colpi dell’artiglieria. Le esplosioni forarono l’oscurità come piccole stelle fiammeggianti… le luci dei riflettori sembrano dita protese a scrutare il cielo notturno… Urlano le sirene antiaeree… “Prendete quegli sporchi invasori! ” e ovunque echeggiano le grida dei militari e della polizia. Ma l’oggetto nel cielo si muoveva lentamente, catturato al centro delle luci come il mozzo della ruota di una bicicletta circondato dai raggi splendenti.

Il fuoco sembrava esplodere in cerchio tutto attorno al bersaglio.

Gli astanti, tremanti al gelo del primo mattino, comunque non hanno avuto la possibilità di vedere un solo velivolo precipitare o bombe sganciate. “Forse è solo un’esercitazione”, ha rimarcato qualcuno.

“Test un accidente! ” è stata la risposta. “Non spari in aria tutto quel metallo a meno che non stai cercando di tirare giu’ qualcosa. ”

“L’oggetto bersagliato continuava a muoversi fiancheggiato dalle esplosioni vermiglie, mentre le casalinghe, avvolte dalle loro vestaglie, rabbrividivano e guardavano quella scena terrificante.”

In prima pagina, sul Los Angeles Times del 26 febbraio 1942, il titolo a caratteri cubitali dice: “L’Esercito dichiara che l’allarme è reale”, eppure nelle molte colonne dedicate all’evento, non appare la benchè minima descrizione dell’oggetto, per quanto fosse stato per oltre mezz’ora chiaramente inquadrato dall’occhio dei riflettori e visibile da centinaia di migliaia di cittadini.

Se non si era trattato di un falso allarme, cosa aveva penetrato lo spazio aereo di Los Angeles?

Su conferma della presenza sulla costa Sud di aeromobili non identificati da parte del comando a San Francisco, due le dichiarazioni ufficiali della Marina di Washington: la prima liquida la faccenda, per bocca del Segretario Frank Knox, con i “nervi scossi” della popolazione;

la seconda dichiara: “L’aereo che ha causato il blackout nell’area di Los Angeles per diverse ore questo mattino non è stato identificato”.

Il comando della Army’s Western Defense ha affermato che il blackout e le azioni contraeree sono state il risultato di un velivolo non identificato avvistato sull’area della baia.

La città è stata oscurata - conseguentemente all’ordine di sbarramento antiaereo emesso dal 14° Comando Intercettore - dalle 2:25 alle 7:21 del mattino dopo che un precedente allarme giallo delle 19:18 era rientrato alle 22:23.

Il blackout si estendeva effettivamente fino al confine messicano e oltre, nella San Joaquin Valley. Non sono state sganciate bombe e non sono stati abbattuti aerei e miracolosamente, viste le tonnellate di proiettili lanciati in aria, solo due persone sono state ferite dalla caduta dei frammenti. (Quest’ultima affermazione del L.A. Times verrà successivamente smentita, portando il bilancio delle vittime a sei, N.d.R).

[ via mistic.it ]



http://www.edicolaweb.net/st000620.htm



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68° anniversario della "Battaglia di Los Angeles". Parla un testimone oculare.

1° Parte

Parla uno dei testimoni che quella famosa notte vide la contraerea americana sparare migliaia di colpi contro un UFO.


Immagine

Scott Littleton nel 1942 aveva 9 anni, visse a Los Angeles e si ricorda molto bene della notte del 25 Febbraio. Questo è il risultato del lavoro di ricerca fatto da l'ufologo Frank Warren e il ricercatore Bruce Maccabee che 60 anni dopo rendono noti pubblicamente i ricordi di un testimone oculare. Si cerca di determinare la traiettoria dell'UFO che apparse nel cielo di Hermosa Beach.

Professore emerito di Antropologia a Los Angeles, Scott Littleton non è un ufologo: "Sono molto interessato al tema universale della "War of Gods" - la guerra degli dei - che potrebbe generare "danni collaterali" causati da un guerra coloniale tra due civiltà aliene tecnologicamente avanzate per l'egemonia del nostro pianeta fra 8 o 9.000 anni.

"Meno di tre mesi dopo Pearl Harbour, la minaccia d'invasione si fece sentire, bombardamenti di rappresaglia erano attesi dai militari. Pertanto, la regione Californiana era impegnata in esercitazioni di difesa aerea. In molte occasioni i militari fecero fuoco su bersagli inviati appositamente in aria sopra l'oceano. Gli obiettivi venivano illuminati da fari molto potenti. Lo spettacolo durava mezz'ora e si concludeva attorno alle 22.

Inizialmente, noi ragazzi guardavamo tutto completamente affascinati, ma dopo poche sere a partire da Gennaio, il suono degli spari delle esplosioni diventò di routine, come il fruscio delle onde del mare d'inverno. C'era la certezza che per la nostra sicurezza, i nostri bravi militari della difesa aerea avrebbero fatto di tutto per difenderci da un possibile attacco giapponese che sarebbe entrato nel nostro spazio aereo.

La sera del 24 Febbraio fu ordinaria, qualche esercitazione seguiva il silenzio fino alle 22.00. Come al solito andai a letto e lessi qualcosa alla luce della torcia che avevo nascosto sotto il cuscino, e poi mi addormentai.

Alle 3.15 circa, mi sveglia di soprassalto udendo quello che pareva essere un temporale in lontananza, poi pensai che le esercitazioni erano iniziate anche ad ora tarda, ma qualcosa nell'intensità e nella velocità dei bombardamenti mi fece capire che non era quello che sentivamo ogni sera. La mia stanza aveva la vista sull'oceano, ma la parte di cielo che riuscivo a vedere era colma di luce accecante generata dai proiettori e dai bagliori delle esplosioni,

Grazie alle mie osservazioni precedenti ero sicuro che si trattava di qualcosa di diverso. I fasci dei riflettori e delle esplosioni erano sempre stati ad una certa distanza sopra il cielo ed erano in gran parte visibili dalla mia finestra quando mi trovavo a letto. Questa volta, tutto sembrava molto più vicino. Sentii i miei genitori parlare nel corridoio ed uscii.

Mio padre grado preoccupato e disse che non aveva senso. Era l'incaricato della sorveglianza contro i raid aerei ed aveva cercato di contattare il quartier generale della difesa civile, ma non aveva ricevuto risposta. (Più tardi scoprimmo che l'allarme era stato dato alle 2,25, ma nessuno aveva pensato di avvertire le guardie locali). Si vestii e andò a vedere cosa stava succedendo.

Tornò abbastanza in fretta più preoccupato che mai e disse a mia madre di portare me e i miei tre nonni, che vivevano con noi, giù nel rifugio che aveva iniziato a costruire il 7 dicembre di tutta fretta. Mio nonno da parte di mia madre era lento nel prepararsi….

Ma quando mio padre disse esortò tutti ad affrettarci in quanto l'oggetto pare non poter essere colpito. Tutti eravamo nel rifugio in un minuto. Ero eccitato, avevo paura e volevo disperatamente sapere cosa stesse accadendo. Mio padre ritornò e noi sentimmo la sirena di allarme per i continui spari. Mia madre accompagnò i suoi genitori e l'altro nonno al riparo all'interno di due piccole stanze protette da pile di sacchi sabbia disposti in ogni lato del rifugio,.

Ero angustiato, volevo uscire e vedere tutta l'azione. Mia madre, anche lei era spaventata, come mi disse 10 minuti più tardi. Eravamo seduti su di alcune panchine che contenevano kit di pronto soccorso, una bottiglia d'acqua e cibo in scatola. Tutti, compresi gli anziani erano pronti ad un attacco giapponese.

La nostra prima idea fu quella di un attacco nemico, perché sentimmo il rombo dei motori di aerei, poi venimmo a sapere che in seguito che il rumore sentito era del nostro aereo.

Ad un certo punto mia madre uscii dal rifugio dalla porta che conduce alla spiaggia, io la seguii.

Ci siamo trovati fianco a fianco, ci siamo stretti l'uno contro l'altro per via del freddo della notte, alzando gli occhi al cielo. Sentivamo gli aerei, ma non erano visibili a causa della distanza, ma ciò che attirò la nostra attenzione fu un 'animale' d'argento a forma di diamante, come lo descrisse mia madre in seguito. L'oggetto stava immobile, quasi sopra le nostre teste. L'altitudine è difficile da stimare, soprattutto perché sono passati tanti anni, ma direi che poteva essere tra i 1200 e 2400 metri.

Questo potrebbe spiegare il perché non abbiamo visto la fosforescenza color arancio riportata da diversi testimoni a Santa Monica e da Cluver City, luoghi nel quale l'oggetto era più basso

Da tutte le parti sparavano i proiettili antiaerei che colpivano la misteriosa nave. Il rumore era assordante. Ogni volta che un nuovo lampo rosso si vedeva, l'odore acre della cordite si sentiva maggiormente.

Le schegge calde cadevano sulla spiaggia e le raccogliemmo (il giorno dopo noi ragazzi li abbiamo raccolti dalla sabbia per scambiarcele). Nonostante il fuoco la nave non emise nessun suono, e non si comportò in modo aggressivo.

Mentre l'attacco era in corso, e tutti eravamo con la bocca spalancata, l'oggetto pareva non curarsi dei colpi ricevuti ed a un certo punto iniziò a muoversi verso sud-est, fino a Redundo Beach e poi scomparve.

Nonostante i colpi l'oggetto pareva essere invulnerabile. Anni più tardi venni a sapre che gli furono sparati più di 1400 colpi. il rapporto dell'esercito disse che furono 1430 copli, ma sicuramente furono di più.

L'oggetto riapparve nella parte superiore di San Pedro e Long Beach prima di scomparire definitivamente attraverso l'oceano da qualche parte nelle contee di orango e San Diego.

Poco dopo averlo perso di vista, sentimmo il rumore degli aeromobili dell'aviazione, l'attacco era quasi cessato e molti velivoli delle forze armate, alcuni P-38 probabilmente di base a Mines Field (l'aeroporto di Los Angeles dei giorni d'oggi) provenivano da nord-est.

Si erano fatte le 4 del mattino, l'intero episodio era durato mezzora. Il fuoco era cessato, ma nessuno era andato a letto. L'edizione del Los Angeles Examiner, scrisse un titolo davvero accativanete "Air Battle Rage Over Los Angeles".

Fine prima parte

http://ufoplanet.ufoforum.it/headli...ID=8551#nogo


Ultima modifica di Ufologo 555 il 27/08/2010, 16:24, modificato 1 volta in totale.


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