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MessaggioInviato: 17/09/2010, 10:19 
Si...e la nuova legge elettorale, rendendo fumoso e imprevedibile i meccanismi di assegnazione dei seggi, li favorisce enormemente.



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MessaggioInviato: 17/09/2010, 10:20 
Schiaffo all'Italia. Nomine degli ambasciatori Ue, Roma penalizzata
Ambasciatori Ue, è stato varato il servizio diplomatico, Roma penalizzata: Albania e Uganda all’Italia. In Cina un tedesco. Quattro sedi alla Spagna.

di Luigi Offeddu



Sono «le persone migliori per gli incarichi giusti», assicura il loro capo Catherine Ashton. E in ogni caso, i 23 uomini e le 6 donne di 15 diversi Paesi elencati nella lista saranno i primi ambasciatori nel mondo dell`Unione europea (capi delle delegazioni Ue è il termine ufficiale). La baronessa Ashton, britannica, alto rappresentante della Ue per gli affari esteri, ha fatto le sue scelte dopo mesi di consultazioni e polemiche, spulciando fra oltre mille candidati. E solo una prima tornata di nomine, altre ne seguiranno:ma ieri, non appena la Ashton ha reso nota la lista, è stata bufera. Est contro Ovest, Sud contro Nord: i Paesi più piccoli, e ultimi iscritti al club dell`Europa, accusano quelli più grandi di essersi spartiti i posti dominanti. Peggio: li accusano di aver lasciato a loro, «figli di un dio minore», le aree più disagiate o politicamente meno significative, come certe sedi africane.Pochi esempi al volo: la Germania rappresenterà l’Europa in Cina, il motore dell’Asia; la Spagna sarà al timone di 4 delegazioni, fra cui Argentina e Namibia, e avrà il posto numero 2 sempre in Cina. Il piccolo Lussemburgo conquista la sede altrettanto piccola ma economicamente importante di Singapore (oltre a quella di Haiti); la Polonia ottiene la Giordania e la Corea del Sud, pure economicamente importante. All’Italia vengono affidati due Paesi: l’Albania e l’Uganda. Nella prima sede andrà Ettore Sequi, già ambasciatore italiano e rappresentante dell’Ue in Afghanistan; nella seconda, Roberto Ridolfi, già funzionario della Commissione europea. Commenti trasversali dall’Europarlamento: «Sconcertante, siamo bocciati su tutta la linea» (Gabriele Albertini, Pdl); «logica neocoloniale» (Mario Mauro, Pdl); «una brutta figura» (Gianni Pittella, Pd); «questo governo umilia l’Italia» (David Sassoli, Pd).Sulla scacchiera degli incarichi ha contato anche la storia, almeno quella degli ultimi tre secoli. Sarà per esempio olandese il capo della delegazione Ue in Sudafrica: cioè della nazione colonizzata dai boeri, partiti dall`Olanda.Mentre nel Ciad, ex colonia francese che anche oggi è presidiata dalla Legione Straniera, il rappresentante Ue sarà appunto francese.Ma è intorno alle poltrone «pesanti» che si è svolto il vero grande gioco. In Estremo Orien- te, per esempio, ‘`Europa diplomatica parlerà quasi soltanto in tedesco: mentre il capo-delegazione di Pechino sarà il berlinese Markus Ederer, affiancato da una signora spagnola, il Giappone sarà affidato a un ambasciatore austriaco. Ancora in sospeso le nomine ambitissime per gli Stati Uniti e il Brasile. La Francia, oltre al Ciad, ha avuto la guida delle ambasciate Ue nelle Filippine e in Zambia. La Polonia, nonostante i due «premi» ottenuti ad Amman e Seul, si ritiene sotto-rappresentata.Peggio è andata alla Slovenia, che si dice «profondamente delusa» per non aver avuto alcuna poltrona. Così l’Estonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, e altri di seguito.Nell’Europa del grande scontento, c’è sempre posto per tutti.

Fonte: Il Corriere della Sera, http://rassegna.governo.it/
16 settembre 2010

http://www.perlapace.it/index.php?id_ar ... ebaeb00337



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MessaggioInviato: 17/09/2010, 14:01 
http://elezioni.myblog.it/archive/2010/09/16/l-11-settembre-della-lega.html

e poi c'è qlcn che parla di roma ladrona ahahaha
che schifo sta gente! imparano presto però ehhh!! [:o)]


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MessaggioInviato: 17/09/2010, 16:46 
Questo è il 3d giusto, ma mi spiace perché ne avrebbe meritato uno tutto suo.

Il Viminale vieta alla polizia di telefonare all’estero. Non ci sono più soldi

I sindacati denunciano: a prefetture e uffici della Stradale è arrivata una circolare dal ministero dell'Interno che impone di disabilitare le chiamate internazionali
Se una telefonata allunga la vita, la sicurezza dei cittadini italiani ha i giorni contati. La disposizione arriva direttamente dal ministero dell’Interno, e impedirà alla polizia italiana di effettuare telefonate verso l’estero. “Operatività compromessa”, denunciano i sindacati. Ecco l’ennesimo taglio del governo alla voce Ordine pubblico e sicurezza. Ed è solo l’inizio: limitazioni potrebbero arrivare anche per le chiamate interurbane. Tutto perfettamente in linea con la politica dell’esecutivo. Nel 2009 aveva sforbiciato più di un miliardo alle Forze di Polizia, mentre quest’anno il budget complessivo è stato ridotto di altri 270 milioni, mentre ‘Immigrazione e accoglienza’ perde altri 380 milioni.

“È l’evoluzione naturale dell’ormai nota mancanza di benzina”, spiega Franco Maccari, da ventisette anni in polizia e segretario generale del Coisp, il sindacato indipendente di polizia, che ha lanciato l’allarme in un comunicato. “Nelle questure, negli uffici di frontiera e in tutti gli uffici di polizia stradale – spiega Maccari – stanno disabilitando le telefonate internazionali”.

Le disposizioni sono contenute in una circolare del Viminale, diramata attraverso un file criptato che non può uscire dagli uffici. Ma nella Prefettura e negli uffici della Stradale di Milano è già operativa. E se la prima segnalazione è giunta da una delle macroaree in cui è divisa la competenza territoriale per le telecomunicazioni delle forze di polizia, altre ne arrivano da uffici di Vicenza e Bologna.

Il danno è presto detto. La polizia stradale non potrà comunicare alle ditte di trasporti estere i fermi di veicoli pesanti che avvengono quotidianamente. E dagli uffici immigrazione nessuno sarà più in grado di contattare le ambasciate. Ilfattoquotidiano.it ha interpellato più volte l’ufficio stampa del ministero dell’Interno, senza però ricevere alcun chiarimento sulla vicenda.

L’8 settembre scorso, il comunicato del Coisp è stato ripreso anche da una interrogazione parlamentare al ministro Roberto Maroni. Un’iniziativa di Maurizio Turco, uno dei radicali eletti alla Camera con il Pd. L’interrogazione ad oggi attende risposta. Un ulteriore commento arriva da Gianmario Morello, segretario nazionale per il nord Italia della Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap): “Si tratta di un colpo durissimo, che avrà ripercussioni sociali sulla sicurezza dei cittadini”.

Nell’Italia del ministro Maroni e dei successi nella lotta alla criminalità organizzata, a certe cose si fatica a credere. Eppure i casi si moltiplicano, anche a livello locale. In una comunicazione del commissariato di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) si legge: “Per l’anno in corso non verranno più forniti blocchi verbalizzatori”. Dopodiché la raccomdazione “a un utilizzo più accorto di quelli in dotazione”. La disposizione, rivolta a tutto il personale in servizio, prevede la compilazione dei verbali “solo ed esclusivamente” in caso di “fattispecie contravvenzionali pericolose”. Insomma, meno multe perché da Roma non mandano nemmeno la carta per i verbali.

“Nonostante le promesse, il governo non ha fatto niente per noi”, accusa Maccari. E rilancia: “Anzi, rivendica risultati che non gli appartengono. Dovrebbero vergognarsi”. Poi continua: “Le ditte private evitano i nostri appalti perché il ministero paga le fatture dopo tre o quattro anni”. E prosegue: “Addirittura il negoziante che fornisce il cibo per i cani poliziotto aspetta più di due anni”. Come fate allora? “Ci costringono a chiedere favori a contare sui rapporti di fiducia. Ma così si sfrutta la gente”. Lo stesso vale per la remunerazione delle missioni o degli straordinari agli agenti, che negli uffici si arrangiano come possono. “Ho dovuto metterli io i ventisei euro per il nuovo Codice della strada, quello in vigore da agosto”, ricorda sconsolato un agente della Stradale che però ci chiede di rimanere anonimo. Dopodiché confessa: “Ci mandano in giro con vetture che hanno più di duecentomila chilometri e in piena estate molti di noi indossano la divisa invernale”.

Franco Maccari conferma, e cita la recente consegna di una divisa datata 1989 (“c’era la targhetta”), ma anche una circolare dello scorso febbraio, in cui era disposto il blocco di qualunque riparazione alle autovetture perché i fondi, per quest’anno, sono già finiti.

Come si fa a lavorare così? “Spirito di servizio e disponibilità della gente nei confronti delle forze dell’ordine”, spiega Maccari. Che assicura: “Dovessimo eliminare tutto ciò che non è espressamente autorizzato e marchiato dal ministero dell’Interno, quasi tutti gli uffici sarebbero vuoti e inefficienti”.

E i risultati sbandierati da Maroni? “Non gli appartengono – ribatte seccato il sindacalista – . I politici non passano le notti insonni e senza mangiare, non fanno scorte, non fanno appostamenti, né ascoltano telefonate per ore”. Di più: “L’eccellenza di un arresto – garantisce Maccari – soprattutto nella lotta alla criminalità organizzata, è il frutto di anni di lavoro, decenni a volte”. E chiude: “Si vergognino delle frasi ad effetto, dei loro slogan. Non hanno fatto nulla per chi il crimine lo combatte davvero”.

Inevitabile il confronto con il mondo della scuola. Con i presidi e le famiglie che in questi giorni hanno denunciato le condizioni di aule, banchi, sedie. “Guardi che sono anche un padre – interrompe Maccari – . Quest’anno, nella scuola di mio figlio abbiamo comprato le cattedre e ogni famiglia ha versato settanta euro”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09 ... ero/61074/


Ultima modifica di eSQueL il 17/09/2010, 16:47, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/09/2010, 16:52 
Berlusconi nega la compravendita ma ha offerto di tutto a Razzi dell’Idv

Dal consiglio dei ministri di stamani doveva uscire il nome del nuovo ministro dello sviluppo economico, come promesso dal premier. Invece si è parlato di altro. Dei numeri della maggioranza. E Silvio Berlusconi ha garantito che “non è in corso nessuna compravendita di parlamentari” perché i “voti in più che avrò verranno per la maggior parte da chi è stato eletto nel centrodestra”. E’ uno dei passaggi del ragionamento fatto dal cavaliere parlando del discorso programmatico che terrà a Montecitorio e in Senato. Il nodo rimangono i numeri. Anche perché l’opposizione intende presentare una mozione di sfiducia a Berlusconi come ministro dello sviluppo economico ad interim. Servono 316 uomini.

Il gruppo di responsabilità nazionale lanciato da Francesco Nucara è miseramente fallito. In appena 24 ore si è svuotato come un sufflè tra le smentite dei presunti aderenti e l’epitaffio scritto di suo pugno: “Non si è iscritto nessuno”. I finiani continuano a garantire la fiducia al Governo ma ovviamente il premier non si fida. E così cerca ancora di avvicinare e far avvicinare possibili. Ma non di compravendita si tratta, dice Berlusconi. Eppure il deputato dell’Italia dei Valori, Antonio Razzi, racconta di aver ricevuto una vera e propria offerta in cambio del suo voto: “Si è parlato di pagarmi il muto e darmi un posto nel Governo, ma la proposta più concreta è stata la rielezione sicura”. Razzi è uno dei quattro eletti con l’Idv indicati come possibili stampelle all’attuale esecutivo.

Incassato un diniego, stamani Berlusconi ha ricevuto l’aperto sostegno del movimento di Raffaele Lombardo che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha chiarito la posizione del suo gruppo garantendo la piena fiducia al Governo. “La mia è una fiducia molto esigente, non gratuita. Non faccio parte dell’area della responsabilità e non darò nessuna fiducia cieca”, ha detto. “Voglio leggere il programma, vedere cosa succede sulla giustizia ed accertarmi che, per il Sud, non ci siano solo miraggi e un po’ di fumo. Farò di tutto per scongiurare che Berlusconi vada in crisi. Ma se succede sono pronto ad aderire a qualunque governo che riformi la legge elettorale. Con gli uomini di Fini abbiamo avviato un leale percorso di condivisione”. I contatti sono dunque ancora in corso. Ma dal Pdl negano categoricamente che siano in corso compravendite.

La dichiarazione ufficiale è stata affidata al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. “Diversamente da quanto riportato da alcuni organi di informazione, non esiste alcuna campagna acquisti in atto da parte di Berlusconi e degli esponenti del centrodestra”, ha assicurato. “Esiste invece – spiega – un confronto con alcuni parlamentari che non si riconoscono più in una opposizione estremista e che, per senso di responsabilità, sono disposti al dialogo. Spiace rilevare – osserva – il solito strabismo di chi plaude al passaggio di parlamentari dalla destra alla sinistra (considerandoli eroi della libertà di pensiero) e critica invece qualsiasi ipotesi di collaborazione tra eletti nelle file dell’opposizione e la maggioranza che sostiene il governo. E’ il solito gioco dei due pesi e due misure a cui una certa stampa e certi intellettuali – conclude il ministro – ci hanno abituato dal 1994”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09 ... idv/61629/


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MessaggioInviato: 18/09/2010, 10:23 
ALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!

L’ex senatore Pdl Di Girolamo concorda pena di 5 anni: restituirà 5 milioni di euro

E' accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, violazione della legge elettorale e scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso. Ma ha ottenuto i domiciliari.
L’ex senatore Nicola Di Girolamo del Pdl, coinvolto a Roma nell’inchiesta su un maxiriciclaggio da due miliardi di euro, ha concordato con la procura il patteggiamento di una pena di cinque anni e di restituire quattro milioni e 700 mila euro, provento dell’attività di riciclaggio a lui destinato. Nel pomeriggio, su richiesta del pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, Di Girolamo ha ottenuto gli arresti domiciliari.

La procura di Roma ha presentato un’istanza al gip con la richiesta di patteggiamento concordata con i difensori dell’indagato, Carlo Taormina e Pierpaolo Dell’Anno, ed ora il giudice dovrà pronunciarsi al riguardo. Nel contempo Capaldo ed i sostituti del suo gruppo hanno dato il via libera alla scarcerazione dell’ex parlamentare. Le parti hanno concordato che la restituzione dei quattro milioni e 700 mila euro avvenga attraverso fondi personali di Di Girolamo custoditi in Italia ed all’estero e beni immobili. Di Girolamo è accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, violazione della legge elettorale e scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09 ... uro/61764/


Così, a luglio, Cicchitto su alcune dichiarazioni di Capaldo:

E’ singolare e sorprendente che il magistrato titolare dell’inchiesta sulla fantomatica P3, che tra l’altro riveste pure incarichi direttivi essendo procuratore aggiunto di Roma, rilasci un’intervista con valutazioni assai esplicite e unidirezionali sulle indagini in corso condotte proprio dal suo ufficio. E’ ancor piu’ grave che egli, trincerandosi dietro le disposizioni di legge che gli vietano di parlare pubblicamente del fascicolo, esprima poi giudizi di merito e di metodo sul presunto comportamento degli indagati. Cio’ appare un tentativo di far emettere una preventiva condanna mediatica senza il benche’ minimo vaglio processuale. Taciamo gli ulteriori commenti del dottor Capaldo sul disegno di legge sulle intercettazioni

Si, Cicchitto, meglio tacere


Ultima modifica di eSQueL il 18/09/2010, 10:24, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/09/2010, 11:28 
Bello...il gioco si fa duro...


A proposito di gioco duro, ecco un'interessante mossa della lega:

Ministeri al Nord: ecco la mappa della Lega
pubblicata da BERLUSCONI chi è? il giorno sabato 18 settembre 2010 alle ore 9.13
Ministeri al Nord: ecco la mappa della Lega

di Dipocheparole


Tre al Sud, sei da Firenze in su: Interni a Palermo, Pari Opportunità a Bolzano, Sanità in Calabria. Dopo il via libera a Roma Capitale il partito di Bossi vuole dislocare le sedi dei dicasteri.

L’indiscrezione la pubblica il Corriere della Sera. Gli uomini di UmbertoBossi avrebbero già pronta la mappa dei ministeri da mettere sul tavolo delle trattative dopo l’approvazione di Roma Capitale: a Milano l’Economia e le Finanze, a Torino lo Sviluppo Economico, a Genova Trasporti e Infrastrutture, Pari Opportunità a Bolzano, Turismo a Venezia, Istruzione a Bologna, Beni Culturali a Firenze, Ambiente a Napoli, Difesa a Bari o Taranto, Interno a Palermo e Sanità in Calabria. Tre al Sud, sei da Firenze in su.

MINISTERI LONTANI DA ROMA – Il desiderio di vedere le sedi dei dicasteri dislocate su tutto il territorio nazionale, non a caso, è stata ribadita anche ieri sera, subito dopo il via libera all’ente territoriale speciale che prenderà il posto del Comune di Roma. Mentre al Tg1 il governatore leghista del Piemonte Roberto Cota chiedeva un ministero a Torino, in una manifestazione pubblica a Bologna i padani chiedevano, invece, che il capoluogo emiliano fosse sede dell’Istruzione. “Ora ci vuole una capitale del Nord“, ribadiva poi Bossi all’uscita da Palazzo Chigi.

SCAMBIO ROMA-QUOTE LATTE? – Non è questa l’unica pretesa delle camicie verdi. Circola con insistenza la voce che dietro l’approvazione di Roma Capitale ci sia uno scambio tra PdL e Lega. Ente territoriale romano in cambio del congelamento delle multe UE agli allevatori sulle quote latte. “Un provvedimento che peraltro – racconta il Corriere – Bruxelles si prepara a sanzionare”. Molti leghisti pare ieri parlasserod i un “do ut des” che si sarebbe consumato sul provvedimento. Intanto il presidente del Veneto Zaia esprime il suo malessere per l’approvazione del provvedimento di ieri: “Penso sia il giro di boa e che sia l’ultima volta che sentiamo parlare di queste operazioni“.


http://www.giornalettismo.com/archives/ ... ministeri/



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MessaggioInviato: 18/09/2010, 14:49 
Pene ridotte, domiciliari e indulto. Niente carcere per i crac all'italiana
L'ex patron di Parmalat ora si occupa di muffin e succhi di frutta. Fiorani vive nella sua villa in Sardegna

di Massimo Sideri

MILANO - Basterebbe questo: per incontrare il «Madoff» italiano, Calisto Tanzi - dieci anni di carcere comminati in secondo grado dal tribunale di Milano per aggiottaggio - è sufficiente seguire le indicazioni di Google Maps che portano alla villa di Vigatto dove l'ex patron della Parmalat si occupa, secondo le ultime notizie, di muffin e succhi di frutta. In tutto ha fatto 104 giorni di prigione. Poi un po' di arresti domiciliari sempre nella villa con ampio giardino dove ha ricevuto qualche anno fa la visita di Beppe Grillo e dove, fino a poco tempo fa, poteva rifarsi gli occhi anche con alcuni Monet, Van Gogh e Picasso sequestrati dai finanzieri lo scorso dicembre. Certo: si potrebbe dire che su lui e altri due condannati (il manager Giovanni Bonici e il commercialista Luciano Silingardi) grava la spada di Damocle dei 100 milioni che devono trovare per ripagare i creditori. Ma tanto è tutto teorico: l'ex imperatore del latte in polvere che - come hanno ricordato i magistrati a Parma dove il processo più rilevante, quello per bancarotta, è appena iniziato - poteva far fallire l'intera isola di Cuba risulta tecnicamente nullatenente. E la villa appartiene alla moglie.

Copione quasi scontato. A concludere il quadro ci sono i 71 anni e la salute, strani amuleti che hanno scongiurato il pericolo di finire sul serio dietro le sbarre per l'ex Cavaliere di Gran Croce. Alla finestra centinaia di migliaia di obbligazionisti che hanno visto parte dei propri denari con il risanamento dell'azienda ma che, certo, hanno dovuto dimenticare il grosso di quei 7,2 miliardi investiti. Tutto ex lege, chiaro. Ma l'amara conclusione è che chi sbaglia, soprattutto nei reati finanziari, in Italia di riffa o di raffa non paga con la prigione. Almeno per adesso è questo il paradosso della lugubre lista dei crac italiani: Parmalat, Cirio, Italtractor, Giacomelli, Finpart, i più recenti Viaggi del ventaglio e Mariella Burani. L'unica certezza è la carcerazione preventiva nei primi mesi, quella uguale per tutti: colpevoli e altri che, magari, dopo risulteranno innocenti.

A ricordarlo alle decine di migliaia di italiani che avevano acquistato bond Cirio ci sono anche le scatole di pelati sempre sugli scaffali dei supermercati (il ramo d'azienda è ora controllato dalle coop di Conserve Italia quindi non c'è pericolo che quei soldi vadano a Sergio Cragnotti). Per l'ex manager Montedison, già attivo dietro le quinte ai tempi del crac Ferruzzi, dopo i sei mesi nel 2004 di carcere preventivo a Regina Coeli e di arresti domiciliari si è aperta una lunga stagione di attese che gli ha permesso anche di scrivere e pubblicare con Fazi la propria autobiografia: «Un calcio al cuore». Triste gioco di parole che vorrebbe ricordare gli anni gloriosi alla guida della Lazio, quando veniva portato in campo come un re dai calciatori, e i «torti subiti» con il crac Cirio. Più che altro suona come «un calcio» ai risparmiatori che stanno aspettando ancora 1,1 miliardi e che per adesso hanno visto rimborsi anoressici. Nel frattempo? Il processo milanese per aver organizzato una finta cordata di salvataggio con i turchi Cukurova è stato archiviato. E quello doppio a Roma per il caso Eurolat e la bancarotta Cirio è praticamente a metà del primo grado. Intanto, a 8 anni dal fallimento, Cragnotti ha compiuto 70 anni.

Tra le fotografie della stagione dei crac c'è anche quella della «dark-lady», Gabriella Spada, 44 anni, prima pluripremiata donna manager per la crescita dei negozi Giacomelli come funghi e poi raggiunta dall'ordine di cattura mentre era alle Maldive. La Spada, il cui ruolo nel crac è stato onestamente ridimensionato rispetto alle accuse iniziali, è stata condannata in primo grado a 6 anni, ridotti di un terzo a 4 anni. Ma essendo il crac precedente al 2006 è calato l'indulto con lo «sconto» di tre anni. In sostanza per tutti i reati finanziari precedenti al 2 maggio del 2006 fino a 6 anni non si va in prigione (per gli altri 3 anni si possono chiedere al tribunale di sorveglianza le misure alternative, cioè i servizi sociali). Per finire, vi ricordate di Gianpiero Fiorani e la scalata dei furbetti del quartierino alla Bnl e all'Antonveneta? Il «banchiere popolare» ha avuto 3 anni e 6 mesi a Lodi in primo grado. A Milano ha patteggiato 3 anni e 3 mesi. Il processo principale è in corso. Grazie all'indulto è nella sua villa di Arzachena, in Sardegna.


http://www.corriere.it/economia/10_sett ... aabe.shtml



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MessaggioInviato: 18/09/2010, 18:19 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Bello...il gioco si fa duro...


A proposito di gioco duro, ecco un'interessante mossa della lega:

Ministeri al Nord: ecco la mappa della Lega
pubblicata da BERLUSCONI chi è? il giorno sabato 18 settembre 2010 alle ore 9.13
Ministeri al Nord: ecco la mappa della Lega

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Tre al Sud, sei da Firenze in su: Interni a Palermo, Pari Opportunità a Bolzano, Sanità in Calabria. Dopo il via libera a Roma Capitale il partito di Bossi vuole dislocare le sedi dei dicasteri.

L’indiscrezione la pubblica il Corriere della Sera. Gli uomini di UmbertoBossi avrebbero già pronta la mappa dei ministeri da mettere sul tavolo delle trattative dopo l’approvazione di Roma Capitale: a Milano l’Economia e le Finanze, a Torino lo Sviluppo Economico, a Genova Trasporti e Infrastrutture, Pari Opportunità a Bolzano, Turismo a Venezia, Istruzione a Bologna, Beni Culturali a Firenze, Ambiente a Napoli, Difesa a Bari o Taranto, Interno a Palermo e Sanità in Calabria. Tre al Sud, sei da Firenze in su.

MINISTERI LONTANI DA ROMA – Il desiderio di vedere le sedi dei dicasteri dislocate su tutto il territorio nazionale, non a caso, è stata ribadita anche ieri sera, subito dopo il via libera all’ente territoriale speciale che prenderà il posto del Comune di Roma. Mentre al Tg1 il governatore leghista del Piemonte Roberto Cota chiedeva un ministero a Torino, in una manifestazione pubblica a Bologna i padani chiedevano, invece, che il capoluogo emiliano fosse sede dell’Istruzione. “Ora ci vuole una capitale del Nord“, ribadiva poi Bossi all’uscita da Palazzo Chigi.

SCAMBIO ROMA-QUOTE LATTE? – Non è questa l’unica pretesa delle camicie verdi. Circola con insistenza la voce che dietro l’approvazione di Roma Capitale ci sia uno scambio tra PdL e Lega. Ente territoriale romano in cambio del congelamento delle multe UE agli allevatori sulle quote latte. “Un provvedimento che peraltro – racconta il Corriere – Bruxelles si prepara a sanzionare”. Molti leghisti pare ieri parlasserod i un “do ut des” che si sarebbe consumato sul provvedimento. Intanto il presidente del Veneto Zaia esprime il suo malessere per l’approvazione del provvedimento di ieri: “Penso sia il giro di boa e che sia l’ultima volta che sentiamo parlare di queste operazioni“.


http://www.giornalettismo.com/archives/ ... ministeri/


In molti paesi europei, i ministeri sono decentrati e con risultati lusinghieri. Dal punto di vista delle risorse, cio permette una più corretta distribuzione dei benefit che comportano la presenze di una sede governativa distaccata.
Per quanto riguarda le quote latte, il discorso risale a molti anni fà. La cecità degli allora governanti, barattò il latte con l' acciaio, per favorire lo sviluppo del sud del paese, con la scusa che da noi mancava la preziosa lega metallica (che ridere), lasciando a piedi i produttori di latte.
Le caratteristiche organolettiche del nostro latte sono tra le migliori al mondo, ma la sudditanza dei nostri politici ha permesso a francesi e tedeschi di darci una mazzata sulle quote latte.



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La crisi in costa azzurra [xx(]



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 00:38 
GIOVANI: INDAGINE CONFCOMMERCIO, DISINTERESSATI E SFIDUCIATI DA POLITICA


(ASCA) - Venezia, 18 set - Giovani disinteressati e senza fiducia per la politica. Meglio fare affidamento sulla famiglia per poter realizzare le proprie aspettive. E' il quadro che emerge dall'indagine di Confcommercio e che e' stata presentata nella seconda giornata del Forum ''i giovani: il futuro del Paese''.

Un giovane su tre, tra i 18 e i 39 anni, si dichiara indifferente alla politica e solo uno su dieci, invece, si dice veramente interessato, quota che si colloca soprattutto tra i 25 e i 39 anni, non tra i giovanissimi.

Sono una fetta limitata i giovani che ripongono fiducia verso la politica. Solo il 15,9% ritiene che coloro che sono delegati alla giuda del Paese abbiano qualche influenza sul destino lavorativo e professionale. Insomma, ai politici si chiede poco e con poco entusiasmo. Gran parte dei giovani, esattamente il 49,4%, ripone fiducia nella propria famiglia e attribuisce importanza alle proprie relazioni personali e alla conoscenza del nucleo familiare, mentre il 35% ripone fiducia nella scuola e nell'Universita' per accedere prima o poi al lavoro desiderato.

Fonte
http://www.asca.it/news-GIOVANI__INDAGI ... -ORA-.html


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MessaggioInviato: 20/09/2010, 00:39 
Lavoro: un giovane su due sogna il posto fisso
Confcommercio, per carriera uno su tre disposto a rinvio nozze

VENEZIA - Un giovane su due sogna il "posto fisso" e per quelli già inseriti nel mondo del lavoro "sicurezza e reddito" sono ancora i fattori del lavoro ai quali si attribuisce maggiore importanza. E' quanto emerge da una ricerca della Confcommercio sui giovani presentata a Venezia nel corso del Forum dei Giovani imprenditori.

Tra le principali emergenze del Paese, quasi l'80% dei giovani chiede più lavoro, il 32% più meritocrazia. Il posto fisso riscuote la maggiore preferenza dei giovani (46,2%), segue la possibilità di svolgere un lavoro autonomo (37,7%) e quella di svolgere un lavoro interessante e in linea con le proprie aspettative (28,5%).

"Tra le rinunce e i sacrifici che i giovani sono disposti a fare per svolgere il lavoro desiderato o per poter fare carriera, il 38,5% - spiega l'indagine di Confcommercio - sarebbe disposto a ridurre il proprio tempo libero, il 35% a trasferirsi a tempo indefinito, il 29,8% a rinviare il matrimonio, il 29,7% a spostarsi geograficamente per un periodo limitato, il 24,5% a posticipare l'età in cui avere dei figli".

Fonte
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 79443.html


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MessaggioInviato: 20/09/2010, 00:52 
Cita:
vimana131 ha scritto:

Solo il 15,9% ritiene che coloro che sono delegati alla giuda del Paese
abbiano qualche influenza sul destino lavorativo e professionale.



Caspita...... una previsione ottimistica.... [:246]



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 01:54 
Cita:
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichpage=-1&TOPIC_ID=7349&REPLY_ID=127173


quella era la buona notizia..


...la cattiva è che Bersani propone di "chiudersi in casa" come soluzione per difendersi dai rom

[:o)]



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 14:54 
Alitalia, 1.400 dipendenti nel mirino
A Fiumicino cassa integrazione in vista

ROMA (20 settembre) - Dimezzare le perdite operative nel 2010 a circa 135-140 milioni. Per raggiungere il break even (pareggio) operativo nel 2011. Rocco Sabelli ha ribadito qualche giorno fa la tabella di marcia di Alitalia che oltre tutto il 10 settembre scorso ha fatto il pienone di presenze da quando ha ripreso il volo (84.500 passeggeri).

Ma per centrare gli obiettivi bisognerà agire anche sui costi del personale attualmente oltre 14 mila unità, quindi più di 1.400 dipendenti rispetto al piano Fenice (12.600). Per questo il top manager di Cai e il capo del personale Giovanni Di Stefano (ex Eni) stanno mettendo a punto un piano di efficientamento. Da qualche giorno sarebbero in corso sondaggi presso i dipendenti di terra della compagnia a Fiumicino: lo scopo sarebbe di raccogliere adesioni per attivare una cassa integrazione (Cig) volontaria a partire da ottobre.

Finora i sì sarebbero pochissimi e il ricorso a questo ammortizzatore sociale potrebbe rappresentare una strada verso l’uscita nella quale avviare anche piloti e assistenti di volo che Di Stefano potrebbe contattare a breve. Sabelli comunque sta pensando a tagli di personale soprattutto attraverso la esternalizzazione di attività di terra (bagagli e check-in). Quanti? Ieri il Corriere ha parlato di 2 mila esuberi con tagli nei piccoli aeroporti. «Alitalia fa sapere che non conferma i contenuti dell’articolo», è stata l’unica replica ufficiale.

Che però non è servita a placare le prime reazioni politiche: oltre a Renata Polverini, per il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta «se fossero confermate le indiscrezioni sarebbero fondate le nostre preoccupazioni su una privatizzazione gestita malissimo dal Governo». Dello stesso tenore la posizione del responsabile Infrastrutture del Pd, Matteo Mauri. Sabelli non parla in linea con la vocazione alla riservatezza del manager che ha rimesso in orbita il vettore ma forse di fronte a queste indiscrezioni ufficialmente non confermate, sarebbe opportuno che il principale pilota facesse sapere la verità. Tanto più che autorevoli fonti dell’azionariato riferiscono che a fine luglio nel consiglio che ha approvato la semestrale e il piano strategico, il ricorso alla riduzione del personale sarebbe stato spiegato in modo molto generico.

Qualche azionista parlando con gli uomini di Sabelli ha appreso, però, che nel 2011 si vorrebbero dare in outsourcing, cioè all’esterno, tutte le attività di terra di alcuni aeroporti minori: in particolare Bari, Cagliari e Venezia per un totale di circa 1.400 dipendenti. Questo risultato potrebbe essere raggiunto cedendo a terzi queste attività (bagagli e check-in), come è già stato fatto a Palermo e Catania. I numeri però non tornano perché nei tre scali sono molto meno i dipendenti di terra.

Giovedì scorso a un convegno Sabelli ha detto che «siamo sopra ai livelli occupazionali e bisogna focalizzarsi sulle attività core». Quindi un’uscita, morbida, col paracadute della Cig, potrebbe riguardare anche Fiumicino e il personale di volo.

Fonte
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... OMIA&ssez=


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