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Messaggio di Werther
Il racconto della mia abduction
(parte 1)
Di Maurizio Baiata
Ahwatukee, AZ, 30 Settembre 2010
E’ ora di scrivere questa cosa. Dovevo farlo da mesi e mi rammarico del tempo passato, perche` la memoria in me tende a offuscarsi. Di quanto sto per raccontare esiste una registrazione in video, effettuata dalla regia di Open Minds, alla quale ho richiesto copia in dvd, per mia consultazione. Forniro` una ricostruzione piu` precisa, rivedendo il filmato della regressione cosciente condotta su di me tre mesi fa dalla dottoressa Ruth Hover. La proposta di tale regressione e relative riprese mi e` stata fatta dal regista Tom Ruffin, responsabile delle video produzioni di Open Minds, il quale sapendo della mia esperienza ha creduto opportuno richiedermi una testimonianza in “presa diretta”, senza bias o filtri. Ho accettato per la fiducia che ripongo in Ruth Hover, una donna straordinaria che si occupa da decenni di fenomeni di abduction.
Le persone in Italia che all’epoca ne vennero a conoscenza sono poche. Innanzitutto la mia seconda moglie Wendy d’Olive, che lavorava con me nella rivista “Stargate”. Poi Cristoforo Barbato, anche lui in redazione (un villino al 20mo km della via Nomentana, fuori Roma) e Corrado Malanga che informai telefonicamente la mattina dopo. Corrado e io eravamo gia’ fuori dal Cun.
L’anno doveva essere il 1999. Il mese credo Settembre. Il giorno non lo ricordo.
Era notte fonda. Mi sveglio sollecitato da un qualcosa che mi suggerisce di aprire gli occhi. Sono cosciente. Guardo la sveglia. Le 4 in punto. Dalle tapparelle filtra la luce fioca delle lampade dal giardino su cui si affaccia la mia stanza da letto, al secondo piano del villino) che e’ nella quasi oscurita`.
Sono sdraiato sul letto e noto sulla mia destra, a circa un metro e mezzo da me, il formarsi nell’aria di una nebbiolina giallastra fatta di corpuscoli luminosi che velocemente sembrano aggregarsi. E’ passato un minuto, perche` mi giro sulla sinistra e sul comodino la sveglia indica le 4.01. Mi dico che sono sveglio e che non sto sognando. Lucido, guardo. La nebbia si aggrega sino a comporre tre sagome, color arancio grigiastro. Due piccole figure, alte circa un metro, una piu` alta, circa 1 metro e 40. I contorni delle sagome diventano piu’ netti. Vedo le figure dal busto in su. Distinguo al loro interno in alto i visi. Inespressivi. Occhi grandi neri, bocche a fessura. Con la mano destra mi pizzico la coscia destra. Mi dico “ecco, sono qui per me”. Il piu’ alto, in qualche maniera simile al “dottore” descritto da Betty e Barney Hill, sembra ondeggiare sul busto, inclinandosi verso di me come facendo perno sul bacino. Il viso si avvicina. Nella testa sento le seguenti parole in Italiano, “Non avere paura Maurizio, non ti facciamo alcun male”.
Automaticamente scatta dentro di me una reazione istintiva, verbale.
Rispondo cosi’: “Non vi conviene”. Credo intuiscano quello che intendo dire. Che non mi faccio prendere. Mi stupisco un po’ di questa mia frase. Non aspetto la loro replica. Mi sembra che comunichino all’unisono mediante il piu’ alto. Non mi interessa. Mi giro dall’altra parte, guardo l’orologio, sono le 4.03. Mi dico che loro se ne sono andati e che posso tranquillamente riprendere a dormire. Mi addormento.
Al risveglio al mattino ricordo immediatamente tutto. Lo racconto a Cristoforo, anche lui appena sveglio (dorme nella sua stanza al primo piano. Aspetto l’arrivo di Wendy e glielo racconto. Poi chiamo telefonicamente Malanga e glielo riferisco. Mi dice che possiamo vederci e fare una regressione se lo desidero. Gli rispondo “no grazie, perche’ tanto non e’ successo niente”.
Sono certo di aver avuto un contatto che pero’ si e’ interrotto grazie ad una mia reazione automatica di autodifesa (praticavo il Karate da molti anni) che ha indotto i miei visitatori a desistere. Restero’ con questa falsa convinzione fino a tre mesi fa. Nell’arco degli ultimi 4-5 anni pero’ ne ho parlato con molte altre persone e pubblicamente, in occasione di conferenze alle quali ho preso parte come relatore, in Italia e negli USA. Lentamente, nel tempo, ho cominciato a nutrire il sospetto che le cose non fossero andate esattamente come le ho appena descritte e ho sempre creduto fossero avvenute. Non avevo piu’ la certezza, quasi incrollabile di prima, soprattutto perche’ avevo maturato una diversa consapevolezza grazie alle tante persone addotte con le quali ero venuto a contatto. Le loro esperienze e il graduale processo di presa di coscienza rappresentavano un vissuto reale, in parallelo fra noi. Veniva quindi a galla molto lentamente, questa cosa cosi’ tanto interiore da essere quasi impiantata nel subconscio. A meno che non ci fossero stati traumi tali da stravolgere la loro vita quotidiana, il meccanismo di “rimozione” e o di estraniamento dalla diversa realta’ prospettata dall’esperienza (che io ricordavo aver vissuto coscientemente sino in fondo) funzionava. Con me aveva funzionato. Insomma, galleggiavo nel dubbio. E ho continuato cosi’ sino all’incontro con Ruth McKinley Hover, psicoterapeuta di Fountain Hills, Arizona. Dopo diversi incontri durante conferenze varie, ho sentito la necessita` di dire a Ruth cosa mi era accaduto. Le riferii tutto. Ovviamente, anche come credevo fosse andata a finire. Mi disse subito che, volendo, si poteva andare piu` in la` e io la ringraziai per l’invito declinandolo, o almeno soprassedendo.
Poi, tre mesi fa, un pomeriggio Ruth e` arrivata negli uffici di Open Minds, dove lavoravo. Seduti al grande tavolo rosso della redazione le ho riassunto la storia. Ruth mi ha detto che era stata invitata per un’intervista e una session di regressione. Tom Ruffin a quel punto e` intervenuto nella conversazione chiedendomi se mi andava di sottopormi al test. Ho risposto di si`.
Lo studio televisivo di Open Minds e` perfettamente attrezzato. Ci sistemiamo su due comode poltrone, Tom e’ regista e operatore.
Ruth mi invita a tornare all’esperienza della quale sappiamo. Mi chiede di descrivere cosa succede. Parliamo tranquillamente.
(Continua)
la storia penso che molti di voi la conoscano ,
all'epoca aveva perso di credibilità con questa storia.
sono proprio curioso di sapere cosa scrive ora.
30/09/2010, 20:49
Werther ha scritto:
A quanto pare ora ha cambiato idea, almeno così si denota dalle sue parole. Presto ci sarà una nuova versione di questa storia.
30/09/2010, 20:52
30/09/2010, 23:17
30/09/2010, 23:19
maurizio baiata ha scritto:
cut
Il punto delle arti marziali e' per me connesso. E ne ho sempre parlato e ne ho riparlato ancora a Laughlin con Travis Walton nei giorni scorsi e con altri, Mary Rodwell ad esempio e mi sembra che sia un territorio da esplorare, per me e' interessante.
Grazie per l'attenzione. Maurizio
30/09/2010, 23:38
Blissenobiarella ha scritto:
A quanto pare, anche se inizialmente pensava che il contatto si fosse limitato all'episodio ricordato, accettando di sottoporsi ad un'ipnosi ha scoperto che c'è dell'altro...
30/09/2010, 23:55
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