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MessaggioInviato: 03/10/2010, 10:56 
vuoi vedere che..

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/1 ... a-7665352/

Cosa ne pensa, senatore?
"La ricostruzione dell'agguato che ho letto sui giornali presenta diverse stranezze. Se è vero che ha sparato tre colpi di pistola, mi stupisce che un professionista come lui, con una calibro nove parabellum non abbia colpito il bersaglio da quella distanza. A meno che non abbia sparato a scopo intimidatorio. Ma io di quest'indagine non so niente, lasciamo che siano i magistrati a occuparsene e vediamo cosa emerge. A occuparsene, del resto, è Ferdinando Pomarici, lo stesso che si occupò del mio caso".

A coordinare l'inchiesta è il procuratore aggiunto Armando Spataro, sul cui conto ha espresso le sue riserve Maurizio Gasparri, chiedendosi se non ci fossero altri magistrati a cui affidare le indagini...
"Spataro, oltre a essere un ottimo magistrato, è il coordinatore della sezione antiterrorismo: le indagini non potevano essere affidate che a lui. Gasparri si occupi dei fatti suoi, se non conosce come funzionano gli uffici giudiziari, eviti di parlare. Forse dice quello che pensa il suo capo che vorrebbe una commissione d'inchiesta sui magistrati. Lasciamolo parlare e aspettiamo gli sviluppi delle indagini".

Nel suo caso finì con un'archiviazione.
"L'ipotesi dell'agguato nei miei confronti è rimasta solo un'affermazione di Alessandro M.".


Vuol ricordare come andò?
"Era un mattino piovoso di aprile. Ero a casa che aspettavo l'auto che mi avrebbe accompagnato in procura. Alessandro citofonò e disse: "Procuratore non scenda". Mi affacciai alla finestra del mio appartamento e vidi un uomo che parlava con una donna nell'asilo sotto casa mia. Quella persona fu poi sospettata come complice. A distanza di un po' di tempo lo incontrai in un supermercato. Si avvicinò a me sorridendo e con garbo mi disse: "Procuratore, permette che mi presenti. Sa, io sono quello che secondo qualcuno doveva ammazzarla...".

E l'agente cosa disse?
"Bagnato fradicio e in stato di alterazione, mi spiegò che aveva inseguito una persona dentro l'asilo. Un uomo armato di fucile che poi aveva saltato un muro ed era scappato su una moto guidata da un complice".

Lei non ci ha mai creduto.
"Io dovevo credere a un uomo della mia scorta. Resta il fatto, oggettivo, che non ci sono mai stati altri riscontri".

mi sa che 'sto poliziotto
ha visto troppi film..
"armato di fucile,
saltato il muro.."
e che siamo nel bronx ?
bah..
ma forse è solo un furbacchione..

-> una volta può andare bene..
due è pretendere troppo però..


Ultima modifica di mik.300 il 03/10/2010, 10:59, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 03/10/2010, 11:01 
Ecco qui l'immediata (e prevedibilissima) conseguenza del feroce attacco al Bel Di Dietro. Maroni (che condivide il nome con il figlio scemo di Bettino) dopo aver partorito la tessera del tifoso, adesso vuol metter mano alla tessera dell'internauta. Com'è noto, quando i cyber-tornelli di cui il nostro è largamente dotato prendono a girare, non esiste limite alle kazzate che il figlio della lega è in grado di fare.

Agguato a Belpietro e adesso il ministro Maroni vuole mettere il bavaglio alla Rete

Nella grande incertezza delle indagini, il capo Viminale su una cosa non ha dubbi. Il colpevole è internet. "Qui - dice il ministro - si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire”
Le indagini sul presunto attentato al direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sono appena cominciate ma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha individuato almeno un mandante: internet. Qui, ha spiegato Maroni, “si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire”. Nel Palazzo la rete è vista come un bombarolo anarchico irriducibile da catturare e imbavagliare. Soprattutto per gli esponenti del Pdl. I due video diffusi ieri, che riprendono Silvio Berlusconi mentre racconta una barzelletta su Rosy Bindi con bestemmia e, l’altro, mentre attacca la magistratura con un gruppo di sconosciuti sotto Palazzo Grazioli, sono arrivati alla conoscenza di tutti proprio grazie a internet.

A ogni petardo che esplode (come quello lanciato poche settimane fa a Torino sul palco della festa del Pd) c’è qualcuno che punta il dito contro la troppa libertà di internet. Quando, il 13 dicembre 2009, il premier venne colpito dalla statuetta del Duomo scagliata da Massimo Tartaglia, Maroni propose una legge per “sanzionare chi supera determinati limiti” in rete. Mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, sentenziò: “Facebook è più pericoloso dei gruppi extraparlamentari degli anni 70”. Sul social network, a dire della seconda carica dello Stato, “si leggono dei veri e propri inni all’istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c’erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l’odio che alligna in alcune frange”.

Ed è vero: su Facebook le persone si aggregano. In gruppi. Che si condividono, sottoscrivono, commentano. Ma quelli che inneggiano all’odio vengono chiusi da Palo Alto (Usa, California), sede della società. E a cercare segnali di odio contro il direttore di Libero, su Facebook non si trova granché. Anzi. A fronte di 188 persone del gruppo “infiliamo un budello di maiale in testa a Belpietro” e 172 iscritte a “Belpietro non è una bella persona”, ce ne sono oltre 4mila a sostegno di “Maurizio Belpietro”. Sì, c’è un gruppo che si chiama “Kill Belpietro”, fino a ieri aveva appena 35 iscritti (oggi 90) e la fondatrice, una ragazza laureata a pieni voti, ha spiegato di averlo intitolato così in riferimento a Kill Bill, il film di Quentin Tarantino.

Il quotidiano Libero, stamani, ha dedicato 15 pagine al presunto attentato di giovedì sera e una di queste ai “dietrologi scatenati sul web”, scrive il giornale. “Per i dipietristi l’attentato è una ‘bufala per auemntare i consensi’” e riporta quanto scrive il sito Futuro e Libertà, fondazione che fa riferimento a Gianfranco Fini. Per loro, scrive Libero, è “colpa di Silvio”. Futuro e Libertà è una rivista, ovviamente, on line.

Ma Belpietro non è l’unico giornalista noto che sui social network ha qualche “nemico” virtuale. Marco Travaglio, ad esempio, ha oltre 9mila persone che tra lui e una gallina preferiscono la seconda. Mentre in 194 a Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, preferiscono un water. I politici, ovviamente, sono un altro discorso. Antonio Di Pietro ha 20mila persone che preferiscono a lui una capra, mentre gli iscritti al gruppo “Odio Silvio Berlusconi” sono 1088. “Uccidiamo Berlusconi” è stato chiuso e, oggi, si trovano solo gruppi a favore del premier: “Uccidiamo tutti tranne Berlusconi”, “Perfavore non uccidiamo Berlusconi” e “Non odiare Silvio”. Quest’ultimo creato da un consigliere regionale della Campania, Ermanno Russo, eletto nelle file del Pdl, come gesto di “solidarietà al presidente del Consiglio”.

Eppure il premier ha più volte detto che internet va limitato. Troppa libertà. Dieci giorni prima di essere aggredito a Milano, disse: “A gennaio l’Italia presiederà il G8. In quell’occasione porteremo al tavolo dei grandi una proposta di regolamentazione di internet, visto che manca in questo settore una regolamentazione uniforme”. Tempo due settimane e al Consiglio dei Ministri arrivò un disegno di legge: oltre che per l’istigazione a delinquere, un sito internet potrà essere interdetto dall’autorità giudiziaria in caso di reato di sostituzione di persona, prevedeva la bozza in cui si affermava che le norme di procedura penale sui sequestri e le confische sono ”compatibili” con le attività illecite commesse via internet.

“L’autorità giudiziaria – è scritto nella bozza – quando procede per i delitti di sostituzione di persona e istigazione a delinquere commessi per via telematica – ove non sia possibile impedire altrimenti che il reato venga portato a ulteriori conseguenze – dispone con decreto motivato l’interdizione dell’accesso al dominio internet attraverso il quale la condotta criminosa viene consumata. L’interdizione può avere una durata non superiore a 30 giorni” che può essere prolungata di altri 30 giorni in caso di mancata ottemperanza del provvedimento. Il Consiglio dei ministri rimandò la discussione e ancora deve riprenderla, ma a ogni occasione, come quella di ieri, viene rispolverata e aggiornata.

Mettere un bavaglio a Facebook e, magari, alla rete, è uno dei desiderata della maggioranza. Ma proprio ieri dalla Cassazione è arrivata l’ennesima conferma che la rete deve rimanere libera. I giudici dell’alta corte, infatti, hanno stabilito che internet “non può essere assimilato alla carta” stampata, “il direttore di un giornale on-line non è responsabile dei contenuti diffamatori pubblicati sul sito”. Pensare che il ddl intercettazioni del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, prevedeva la rettifica persino sui blog con multe fino a 12.500 euro e altri bavagli vari. Il ddl, come disse il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è finito su un binario morto, ma la volontà rimane quella di limitare internet. E il “possibile ritorno degli anni di piombo”, ipotizzato da Maroni oggi, potrebbe renderlo necessario.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10 ... ete/67133/


Ultima modifica di eSQueL il 03/10/2010, 11:03, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/10/2010, 14:08 
un po` di cabaret..

http://www.corriere.it/cronache/10_otto ... aabe.shtml

«Io come Saviano
Sono un recluso per quello che scrivo»
Il direttore di «Libero»: la mia scorta sempre con me

L'AGGUATO A MAURIZIO BELPIETRO

«Io come Saviano
Sono un recluso per quello che scrivo»


Il direttore di «Libero»: la mia scorta sempre con me

MILANO - «No, non è semplice proprio per niente. Vivono con me. Se devo andare in un luogo, debbo farlo con loro. Ascoltano, a volte, le mie telefonate, in auto per esempio, mi manca l'intimità. Se mangio fuori casa, li invito al tavolo: non posso stare in un angolino con quelli dietro in piedi a vigilare, ovvio. Una vita da recluso per quello che scrivo? Non è una vita facile nemmeno per i ragazzi della scorta, li capisco».

Lo sa che sembra di ascoltare Roberto Saviano?
«Beh, sono le stesse cose».

Lei che opinione si è fatto? Un matto, un commando, chi mai può esser stato?
«Non ne ho idea».

Ha saputo dell'episodio del 1995, quando il suo caposcorta sventò un presunto attentato contro D'Ambrosio, presunto perché l'inchiesta fu archiviata?
«L'ho scoperto in queste ore».


Cosa ci dice di questo agente?
«Molto professionale».

L'ha sentito?
«Venerdì gli ho mandato un sms, per conoscere come stesse».

Ha risposto?
«Ha risposto "tutto bene", ma ieri mattina: un giorno esatto dopo. Si vede che era stanco, che avrà dormito: quella notte, del resto, l'ha passata insonne».

Più tardi andrà al suo giornale? Ha in mentre di scrivere altro?
«Farò un salto. Mi stavano giusto chiamando, dal giornale, mentre io e lei eravamo al telefono. Mi dovranno commissionare un articolo...».

Direttore, novità dalle indagini? Qualcheduno, avrà sentito, avanza dei dubbi: mancano elementi, mancano indizi, insomma...
«Dai vertici della polizia mi hanno detto che un semplice ladro non gira armato in un palazzo».


ladri armati ?
macche`..
le rapine in villa infatti le fanno con l`ipnosi..!!
i ladri sono pacifisti si sa..

la ragione qui
ha abbandonato la nave..

secondo me tra un po`
il poliziotto lo denunciano
per procurato allarme,
falsa testimonianza,
ecc. ecc.


Ultima modifica di mik.300 il 03/10/2010, 14:10, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/10/2010, 14:17 
La tessera del tifoso fa più danni che altro.Ora accade questo negli stadi italiani,i tifosi che vanno in trasferta che erano soliti entrare nelle curve ospiti,ora vanno lo stesso in trasferta,senza tessera perchè entrano semplicemente in un'altro settore dello stadio,dove non serve la terssera,perchè non in tutti i settori è necessario averla.Risultato?i tifosi ospiti si trovano in mezzo ai tifosi di casa,in un settore dello stadio con meno controlli,alzando notevolmente il rischio di incidenti e tafferugli,ma questo nei nostri tg non viene detto.

Riguardo la rete,beh è da tempo che questi cercano un pretesto per mettere il bavaglio pure qui,c'è una informazione libera,che sputtana i lroro teatrini,quindi per loro è una forte spina nel fianco.

Riguardo Belpietro,beh che dire,pure gli inquirenti che seguono l'indagine iniziano ad avere seri dubbi,nessuna traccia è stata trovata,nemmeno le numerose videocamere di sorveglianza mostrano un solo fotogramma che ritragga il presunto aggressore.Forse era un fantasma.[|)]


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MessaggioInviato: 03/10/2010, 14:23 
Quando morirà davvero qualcuno poi ne riparliamo.



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MessaggioInviato: 03/10/2010, 18:53 
Cita:
greenwarrior ha scritto:

Quando morirà davvero qualcuno poi ne riparliamo.


eh ?
non ho capito..
è una speranza ?

..davvero..

se uno è matto si deve curare,
non è che sono i sani a dover
dar conto a codesto..

su sto tipo..
che ne pensi ?
a me pare il classico mitomane esaltato..


Ultima modifica di mik.300 il 03/10/2010, 18:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/10/2010, 18:59 
Cita:
mik.300 ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Quando morirà davvero qualcuno poi ne riparliamo.


eh ?
non ho capito..
è una speranza ?

..davvero..

se uno è matto si deve curare,
non è che sono i sani a dover
dar conto a codesto..

su sto tipo..
che ne pensi ?
a me pare il classico mitomane esaltato..



Non mettermi in bocca cose che non dico ne penso. Mi auguro sinceramente che non capiti mai, ma tra mitomani, finti attentati e recrudescenze mediatiche, questo è il rischio.
Per chi è meno giovane ed ha vissuto gli anni di piombo, risulta chiara la similitudine con ciò che capitò allora.



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e chi sarebbe ad aver avvelenato il clima politico?
chi dobbiamo ringraziare?



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MessaggioInviato: 03/10/2010, 19:36 
Cita:
eSQueL ha scritto:

Ecco qui l'immediata (e prevedibilissima) conseguenza del feroce attacco al Bel Di Dietro. Maroni (che condivide il nome con il figlio scemo di Bettino) dopo aver partorito la tessera del tifoso, adesso vuol metter mano alla tessera dell'internauta. Com'è noto, quando i cyber-tornelli di cui il nostro è largamente dotato prendono a girare, non esiste limite alle kazzate che il figlio della lega è in grado di fare.

Agguato a Belpietro e adesso il ministro Maroni vuole mettere il bavaglio alla Rete

Nella grande incertezza delle indagini, il capo Viminale su una cosa non ha dubbi. Il colpevole è internet. "Qui - dice il ministro - si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire”
Le indagini sul presunto attentato al direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sono appena cominciate ma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha individuato almeno un mandante: internet. Qui, ha spiegato Maroni, “si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire”. Nel Palazzo la rete è vista come un bombarolo anarchico irriducibile da catturare e imbavagliare. Soprattutto per gli esponenti del Pdl. I due video diffusi ieri, che riprendono Silvio Berlusconi mentre racconta una barzelletta su Rosy Bindi con bestemmia e, l’altro, mentre attacca la magistratura con un gruppo di sconosciuti sotto Palazzo Grazioli, sono arrivati alla conoscenza di tutti proprio grazie a internet.

A ogni petardo che esplode (come quello lanciato poche settimane fa a Torino sul palco della festa del Pd) c’è qualcuno che punta il dito contro la troppa libertà di internet. Quando, il 13 dicembre 2009, il premier venne colpito dalla statuetta del Duomo scagliata da Massimo Tartaglia, Maroni propose una legge per “sanzionare chi supera determinati limiti” in rete. Mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, sentenziò: “Facebook è più pericoloso dei gruppi extraparlamentari degli anni 70”. Sul social network, a dire della seconda carica dello Stato, “si leggono dei veri e propri inni all’istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c’erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l’odio che alligna in alcune frange”.

Ed è vero: su Facebook le persone si aggregano. In gruppi. Che si condividono, sottoscrivono, commentano. Ma quelli che inneggiano all’odio vengono chiusi da Palo Alto (Usa, California), sede della società. E a cercare segnali di odio contro il direttore di Libero, su Facebook non si trova granché. Anzi. A fronte di 188 persone del gruppo “infiliamo un budello di maiale in testa a Belpietro” e 172 iscritte a “Belpietro non è una bella persona”, ce ne sono oltre 4mila a sostegno di “Maurizio Belpietro”. Sì, c’è un gruppo che si chiama “Kill Belpietro”, fino a ieri aveva appena 35 iscritti (oggi 90) e la fondatrice, una ragazza laureata a pieni voti, ha spiegato di averlo intitolato così in riferimento a Kill Bill, il film di Quentin Tarantino.

Il quotidiano Libero, stamani, ha dedicato 15 pagine al presunto attentato di giovedì sera e una di queste ai “dietrologi scatenati sul web”, scrive il giornale. “Per i dipietristi l’attentato è una ‘bufala per auemntare i consensi’” e riporta quanto scrive il sito Futuro e Libertà, fondazione che fa riferimento a Gianfranco Fini. Per loro, scrive Libero, è “colpa di Silvio”. Futuro e Libertà è una rivista, ovviamente, on line.

Ma Belpietro non è l’unico giornalista noto che sui social network ha qualche “nemico” virtuale. Marco Travaglio, ad esempio, ha oltre 9mila persone che tra lui e una gallina preferiscono la seconda. Mentre in 194 a Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, preferiscono un water. I politici, ovviamente, sono un altro discorso. Antonio Di Pietro ha 20mila persone che preferiscono a lui una capra, mentre gli iscritti al gruppo “Odio Silvio Berlusconi” sono 1088. “Uccidiamo Berlusconi” è stato chiuso e, oggi, si trovano solo gruppi a favore del premier: “Uccidiamo tutti tranne Berlusconi”, “Perfavore non uccidiamo Berlusconi” e “Non odiare Silvio”. Quest’ultimo creato da un consigliere regionale della Campania, Ermanno Russo, eletto nelle file del Pdl, come gesto di “solidarietà al presidente del Consiglio”.

Eppure il premier ha più volte detto che internet va limitato. Troppa libertà. Dieci giorni prima di essere aggredito a Milano, disse: “A gennaio l’Italia presiederà il G8. In quell’occasione porteremo al tavolo dei grandi una proposta di regolamentazione di internet, visto che manca in questo settore una regolamentazione uniforme”. Tempo due settimane e al Consiglio dei Ministri arrivò un disegno di legge: oltre che per l’istigazione a delinquere, un sito internet potrà essere interdetto dall’autorità giudiziaria in caso di reato di sostituzione di persona, prevedeva la bozza in cui si affermava che le norme di procedura penale sui sequestri e le confische sono ”compatibili” con le attività illecite commesse via internet.

“L’autorità giudiziaria – è scritto nella bozza – quando procede per i delitti di sostituzione di persona e istigazione a delinquere commessi per via telematica – ove non sia possibile impedire altrimenti che il reato venga portato a ulteriori conseguenze – dispone con decreto motivato l’interdizione dell’accesso al dominio internet attraverso il quale la condotta criminosa viene consumata. L’interdizione può avere una durata non superiore a 30 giorni” che può essere prolungata di altri 30 giorni in caso di mancata ottemperanza del provvedimento. Il Consiglio dei ministri rimandò la discussione e ancora deve riprenderla, ma a ogni occasione, come quella di ieri, viene rispolverata e aggiornata.

Mettere un bavaglio a Facebook e, magari, alla rete, è uno dei desiderata della maggioranza. Ma proprio ieri dalla Cassazione è arrivata l’ennesima conferma che la rete deve rimanere libera. I giudici dell’alta corte, infatti, hanno stabilito che internet “non può essere assimilato alla carta” stampata, “il direttore di un giornale on-line non è responsabile dei contenuti diffamatori pubblicati sul sito”. Pensare che il ddl intercettazioni del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, prevedeva la rettifica persino sui blog con multe fino a 12.500 euro e altri bavagli vari. Il ddl, come disse il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è finito su un binario morto, ma la volontà rimane quella di limitare internet. E il “possibile ritorno degli anni di piombo”, ipotizzato da Maroni oggi, potrebbe renderlo necessario.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10 ... ete/67133/



è un altro bel teatrino pure questo .
Visto le polemiche contro questi burattini di berlusconi .meglio portarsi avanti inventandosi un bel assalto .

Ma vi fidate ancora di questa gente ?ma andiamo.



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dark side ha scritto:

e chi sarebbe ad aver avvelenato il clima politico?
chi dobbiamo ringraziare?


Tutti.



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LA DISTINZIONE

noi sappiamo distinguere il bianco dal nero anche se sembra grigio

noi sappiamo giudicare anche se siamo colpevoli o innocenti

noi siamo la spina nel fianco perche' non ci fermiamo alle apparenze

quelle che gli altri vogliono farci vedere.....


rimaniamo cosi' e non cambiamo.....



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MessaggioInviato: 07/10/2010, 17:55 
L'attentato di Belpietro è vero, ma il serial Killer ha le ali!

http://fai.informazione.it/p/CF30A6DA-6 ... -ha-le-ali

Curriculum del diretto interessato.

http://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Belpietro

Procedimenti giudiziari
Belpietro è stato condannato in primo grado per diffamazione dal Tribunale di Desio, per affermazioni relative al caso di Piergiorgio Welby, avendo paragonato il medico Mario Riccio ai «boia aguzzini che eseguono le sentenze capitali negli USA».

Nell'ottobre 2009 è indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per vilipendio al Capo dello Stato per un articolo su Libero del 20 settembre 2009.

Nell'aprile 2010 è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione per diffamazione nei confronti dei magistrati Giancarlo Caselli e Guido Lo Forte per un articolo del 2004, quando era direttore de Il Giornale.


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QUESTA IMMAGINE SPIEGA TUTTO...è geniale [^]



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Stò guardando annozero -- dalla faccia non sembra una persona che ha subito un agguato di quel genere--

dopo 6-7 dall'accaduto mi sembra troppo tranquillo poi ..
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MessaggioInviato: 08/10/2010, 00:03 
Cita:
nemesis-gt ha scritto:

Stò guardando annozero -- dalla faccia non sembra una persona che ha subito un agguato di quel genere--

dopo 6-7 dall'accaduto mi sembra troppo tranquillo poi ..
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Invece io ho notato una certa espressione di vittimismo,negli occhi,e nel viso mentre parlava.Mi stavo studiando quello,tanto dalla bocca uscivano cose senza senso e scontate,era inutile ascoltarlo.

Secondo me quello che ha cercato di ucciderlo e lo stesso che ha intestato la casa a Scajola,a sua insaputa ricordate?


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=hqk_cTCYTqo[/BBvideo]


Ultima modifica di Ronin77 il 08/10/2010, 01:01, modificato 1 volta in totale.

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