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MessaggioInviato: 15/10/2010, 19:18 
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rmnd ha scritto:

Immagine

E poi a Bruxelles parlare di massoneria è sempre stimolante.
Guardate la foto in alto. E' il Parco davanti al palazzo reale.
Non vedete anche voi un compasso?




Grazie per la segnalazione rmnd... [;)]

Che dire? Un'immagine, vale più di mille parole.....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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[:196]


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grande... giove O_____O ....


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MessaggioInviato: 16/10/2010, 01:27 







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Dominare il mondo

ott 26th, 2010
Articolo di Zret

Immagine

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -il-mondo/


- Come possiamo dominare il mondo? Miliardi di persone?
- E’ facile.
- Lo dici tu.
- No, è veramente facile.
- Non penso: soggiogare l’umanità , ricorrendo alla costrizione è impresa improba.
- Quale costrizione? Non serve! Oggi si possono usare metodi molto più raffinati ed efficaci, anche se la violenza…
- Quali sono questi strumenti?
- Ad esempio, la televisione ed il cinema: con la televisione teniamo gli uomini di ogni età e classe sociale, immobili, di fronte ad uno schermo con immagini colorate e dinamiche, ipnotizzati da programmi che assecondino i loro gusti o titillino i loro bassi istinti. E’ intrattenimento: si definisce così perché li tiene e li trattiene in un perenne stato di trance.
- Non tutti sono sedotti dalla televisione: alcuni mostrano interessi culturali…
- Non è un problema: noi trasformiamo la cultura in nozionismo o in sterile erudizione, ma dando l’illusione che sia sapere. Sai quanti letterati e scienziati trascorrono l’intera vita dietro immani stupidaggini!
- Come?
- Con la scuola, con le università, centri per il controllo mentale. In questo modo creiamo pseudo-scienziati e pseudo-intellettuali che disprezzano la gente comune, ma che sono solo un po’ meno ignoranti della massa, ma altrettanto docili.
- Non mi convince: la conoscenza è potere. Potrebbero diventare pericolosi per il sistema.
- Pericolosi? In primo luogo, le loro conoscenze sono solo quelle che noi consentiamo di acquisire loro. Inoltre, se compiono qualche passo falso, o li corrompiamo o roviniamo la loro carriera, con diffamazioni e calunnie.
- Può darsi, ma qualcuno tra la massa potrebbe prendere coscienza e ribellarsi.
- Impossibile! Noi li riempiamo di cose: ad esempio vendiamo cellulari. Li convinciamo che senza i cellulari la vita è incompleta, infelice. L’altro giorno ho visto un bimbo che avrà avuto cinque anni. Strepitava e faceva i capricci perché voleva un cellulare, come il fratello adolescente. E’ un grandioso successo!
- Non tutti hanno il danaro per acquistare questi strumenti o altri.
- Si indebiteranno. Il danaro è un altro ottimo strumento per controllare le persone. Non è vero che siamo noi ad essere avidi di ricchezze: noi abbiamo già tutto. Sono loro che non si accontentano mai: cercano di accumulare soldi ed oggetti, per lo più inutili. Quando si indebitano, li teniamo in pugno ancora di più. Oggi giorno quasi tutti si indebitano: per un appartamento, un’auto, un televisore al plasma, persino una vacanza…
- Va bene: le maglie sono molto strette, ma, secondo me, qualcuno riesce lo stesso a passare.


Immagine

- Lo escludo nella maniera più categorica. Noi controlliamo tutto: l’istruzione, la politica, la giustizia, le forze dell’ordine, la magistratura, il sistema fiscale, i mezzi di informazione … Non si sfugge.
- Questo non significa dominare il cento per cento degli uomini.
- Non è vero. Anche se qualcuno dovesse pensare in modo libero, noi lo possiamo indebolire con i veleni nel cibo, nell’ambiente. Si ammalerà e non ci darà più fastidio: al limite, se insiste, lo schiacciamo come una mosca. Per ora bastano le onde elettromagnetiche per stordire le persone, ma presto vedrai quali armi useremo…
- Prima o poi, il rischio è che qualche giudice indaghi e scopra la verità…
- La prendo come una battuta. Mi sembra, però, che tu non abbia afferrato. Noi abbiamo creato un ingranaggio perfettamente oliato: lavoro, denaro, consumi, quindi di nuovo, lavoro, denaro, consumi e così via. E’ come la ruota su cui corre un criceto all’impazzata: finché non gli scoppia quasi il cuore, non si ferma. La verità? La verità è lì davanti agli occhi di tutti, ma preferiscono ignorarla: sono rassegnati, rinunciatari, inerti. Anche se qualcuno dovesse tentare di svegliare i dormienti, questi ultimi risponderebbero: “Ma io che ci posso fare? Che posso fare da solo contro il sistema?”
- Credo tu abbia ragione.
- Certo che ho ragione e da vendere! Vedi: chi controlla il denaro controlla il mondo, ma noi controlliamo tutto: noi soggioghiamo anche le menti! Inoltre siamo molto generosi: diamo le cose ai materialisti; a chi ha una natura più evoluta, elargiamo le religioni, la New age, a chi rivela interessi culturali, qualche mostra d’arte, qualche scempiaggine, ma ben condita, di Umberto Eco. Non è vero che siamo indifferenti o spietati: siamo molto benevoli, addirittura pieni di sollecitudine.
- I tuoi argomenti sono persuasivi, ma valgono solo per la civiltà occidentale. Come si possono dominare i popoli del Terzo e Quarto mondo?


Immagine

- Niente di più facile: li teniamo nella miseria più nera. Se appena osano sollevare il capo, fomentiamo conflitti, vendendo armi, così si scannano tra loro. Poi, con la scusa delle vaccinazioni, diffondiamo delle epidemie e sfoltiamo un po’ il numero di quei primitivi. Naturalmente, anche se in modo diverso, teniamo divise anche le nazioni occidentali, creando finte contrapposizioni tra partiti, movimenti, leaders politici che in realtà sono tutti uguali, perché tutti obbediscono a noi.
- Dopo che avremo l’egemonia su tutto il pianeta e dopo che l’avremo distrutto, che cosa otterremo? Insomma non capisco il vero fine di questo piano di dominio globale…
- E’ tardi. Vado. Devo inaugurare la conferenza sulla lotta ai problemi globali: fame, effetto serra, inquinamento, crisi economica, pandemie, terrorismo … Naturalmente sono problemi che abbiamo creato noi per conseguire i nostri scopi. Che idioti, però, gli uomini… Quasi quasi, nel discorso inaugurale, svelo tutta la verità. Tanto non ci crederanno e, se dovessero crederci, non capiranno e, se capiranno, penseranno ad uno scherzo.


Link
http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/ ... mondo.html



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Mamma mia TTE quelle immagini mi mettono un inquietudine... e pensare che piano piano(se non ci siamo gia' dentro) ci stiamo avvicinando a quel mondo... [V]



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Discorso di JFK contro il Nuovo Ordine Mondiale

http://www.tanker-enemy.tv/jfk-vs-nwo.htm

Il 27 aprile del 1961 il Presidente degli Stati Uniti d'America, John Fitzgerlad Kennedy, tenne un celebre discorso al cospetto dei massimi rappresentanti della stampa, riuniti presso l'Hotel Waldorf-Astoria di New York. Questa appassionata e lucida allocuzione, imperniata sul tema della segretezza e della cospirazione orchestrata da immonde élites, significò probabilmente la condanna a morte di Kennedy: il complesso militare-industriale planetario, che reggeva (e regge) le fila della congiura ai danni di popoli inermi ed inconsapevoli, non poteva tollerare che fossero svelati e denunciati piani occulti. Così il governo segreto decise di colpire al cuore la libertà. Per l'omicidio di Kennedy fu scelta una data fortemente simbolica, il 22 novembre, 22-11. Il numero 11, con i suoi multipli, è spesso la firma degli Oscurati.




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“La Crisi è un’Opportunità”: Fabbricare una Depressione
Globale per creare un Governo Mondiale


di Andrew Gavin Marshall
Global Research


Immagine

traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Quello che segue è un estratto di un libro di Andrew Gavin Marshall sul ‘Governo Mondiale’ di prossima pubblicazione, Global Research Publishers, Montreal.

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -mondiale/


Problema, reazione, soluzione: "la crisi è un’opportunità"

Nel maggio 2010, Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del FMI, ha affermato che "la crisi è un’opportunità", e ha invocato "una nuova moneta globale, rilasciata da una banca centrale globale, con una solida governance e caratteristiche istituzionali", e che "la banca centrale globale potrebbe anche fungere da prestatore di ultima istanza." Tuttavia, ha affermato:"Temo che siamo ancora molto lontani da questo livello di collaborazione globale."[1]
Il concetto di governance globale ha assunto fino ad oggi un percorso evolutivo, con gli attori e le istituzioni principali sulla scena politica ed economica globale che costruiscono in modo incrementale l’apparato di un governo mondiale. Nel mondo moderno, la governance globale è un’intelaiatura, che interseca e intreccia una ragnatela di organizzazioni internazionali, think tanks, corporation multinazionali, nazioni, ONG, fondazioni filantropiche, alleanze militari, servizi segreti, banche e gruppi di interesse. La Globalizzazione – un termine che è stato reso popolare alla fine del 1980 per fare riferimento alla diffusione globale delle multinazionali – ha stabilito i principi ideologici e le fondamenta istituzionali per questo processo. L’integrazione sociale globale, economica e politica non avviene allo stesso ritmo, anzi, l’integrazione economica e la governance a livello globale sono e continueranno ad essere avanti rispetto agli altri settori di integrazione sociale umana, sia nel ritmo che nel grado di integrazione. In breve, la governance economica mondiale aprirà la strada alla governance politica e sociale globale.
Nel 1885, Friedrich List, un teorico economico mercantilista tedesco, scrisse che quando si tratta di integrazione di "un’unione universale o di una confederazione di nazioni" allora "tutti gli esempi che la storia può mostrare sono quelli in cui l’unione politica ha aperto la strada e l’unione commerciale l’ha seguita. Non un singolo esempio può essere fornito in cui quest’ultima ha preso il comando e la precedente si è sviluppata da essa." [2] il XX secolo ha quindi cambiato l’andamento storico, con l’impresa dell’integrazione-unione economica che è poi seguita dall’integrazione politica. Il miglior esempio di questo è l’Unione Europea, che nasce come una serie di accordi commerciali (1951) che hanno portato infine ad una comunità economica (1957) seguita da un’unione economica (1993), seguita da un’unione monetaria (2002) e con il recente Trattato di Lisbona, è ora nella fase di attuazione dell’apparato di un’unione politica (2009). Anche se questo stesso modello di governance regionale sta avvenendo su scala globale in Africa, Sud America, Asia Orientale, Stati Arabi del Golfo nel Nord America e con l’integrazione euro-americana, è contemporaneamente in atto a livello globale. Con la creazione della World Trade Organization (WTO) nel 1995, i sistemi di scambi globali erano integrati istituzionalmente, mentre le principali istituzioni economiche globali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, così come altre, incluso la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), hanno accelerato la loro gestione dell’economia globale.
Il processo di globalizzazione ha fermamente istituito un sistema economico integrato a livello globale e ora la crisi economica mondiale sta facilitando l’attuazione della governance economica mondiale: la creazione dell’apparato economico mondiale, tra cui una banca centrale mondiale e una valuta globale. Questo processo è accelerato in modo esponenziale attraverso le crisi economiche, che creano la necessità, il desiderio, l’urgenza e la possibilità di istituire una struttura di governance economica globale, presumibilmente sotto le mentite spoglie della "prevenzione delle crisi economiche" e per "sostenere" l’economia globale. Alle stesse istituzioni e agli attori responsabili della creazione della crisi è dato poi il compito di determinare la soluzione, ed è dato loro il potere e i mezzi per implementarla: problema, reazione, soluzione. Essi creano un problema per attrarre una particolare reazione per la quale hanno poi da proporre una soluzione predeterminata. Quando deve essere applicata una pressione ai singoli Stati che non seguono i dettami delle istituzioni della governance globale, il mercato si rivolta contro essi in una raffica di guerre economiche, spesso sotto forma di speculazioni valutarie e commercio di derivati. Il risultato di questa guerra economica contro una nazione è che poi essa deve rivolgersi a queste stesse istituzioni globali perché vengano in suo soccorso: problema, reazione, soluzione.

Nel video che segue, il NWO lascia trasparire la sua prossima tappa in agenda:




Immagine

La crisi economica globale, in realtà solo all’inizio, negli anni a venire volgerà in una Grande Depressione Globale Debitoria, che getterà il mondo intero nella più grande catastrofe economica mai conosciuta. Questo sarà il catalizzatore finale, la crisi più pervasiva e la più "imponente" opportunità per attuare la formazione di un governo globale. Nel 1988 l’Economist pubblicò un articolo intitolato “Get Ready for the Phoenix,” in cui si ipotizzava che entro l’anno 2018 ci sarebbe stata una moneta mondiale, che veniva chiamata “Phoenix.” La menzione di una Fenice non deve passare inosservata, perché, simbolicamente, una fenice muore e dalle sue ceneri emerge una nuova fenice. E’ il simbolo della distruzione come forma di creazione, l’ultima incarnazione della crisi come opportunità. L’articolo dell’Economist ammetteva questo significato, con l’idea che il collasso economico e monetario avrebbe probabilmente portato alla creazione di una moneta globale, affermando che "ci vorranno ancora parecchie tempeste valutarie, un altro po’ di crolli in borsa, e probabilmente un collasso economico o due prima che i politici siano disposti a mettersi di fronte a questa scelta". Inoltre:


Cita:
"Con il passare del tempo i danni causati dall’instabilità monetaria saliranno gradualmente e le tendenze che cresceranno renderanno fattibile l’utopia dell’unione monetaria…La fenice probabilmente partirà come un cocktail di valute nazionali, così come è oggi il Diritto Speciale di Prelievo. Col tempo, però, il suo valore nei confronti delle valute nazionali cesserà di importanza, perché la gente lo sceglierà per la sua praticità e la stabilità del suo potere d’acquisto [3]."



Questo rafforza ulteriormente il concetto di crisi come opportunità e stabilisce il desiderio di formare una valuta globale molto prima di qualsiasi crisi che solleciti una richiesta ufficiale per averne una. Nel 2000, Paul Volcker, ex presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che "se vogliamo una vera economia globale, ha senso avere una moneta unica mondiale", e un dirigente della Banca Centrale Europea ha affermato che "noi potremmo avere un giorno una moneta unica mondiale," in "un passo verso la situazione ideale di un mondo pienamente integrato."[4] Nel 1998, Jeffrey Garten, ex sottosegretario per il Commercio per gli Affari Internazionali dell’amministrazione Clinton, l’ex amministratore delegato di Lehman Brothers e membro del Council on Foreign Relations, scrisse che "il mondo ha bisogno di un’istituzione che metta la mano sul timone economico quando i mari vanno in tempesta. Ha bisogno di una banca centrale globale."[5]

La crisi economica mondiale come pretesto della governance globale

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Con l’inizio della crisi economica mondiale nel 2008, potenti figure politiche ed economiche hanno iniziato a fare l’appello per la costruzione di sistemi di governance globale al fine di gestire e "prevenire" le crisi. Nel settembre del 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria, Garten scrisse un articolo per il Financial Times rinnovando il suo appello per una banca centrale globale, che definì come una "Autority Monetaria Globale".[6] Un mese dopo Garten scrisse un pezzo per Newsweek dicendo che "i leader dovrebbero iniziare ponendo le basi per istituire una banca centrale globale."[7] Nello stesso mese, John Mack, amministratore delegato di Morgan Stanley, disse che "potrebbe essere richiesta una prolungata coordinazione internazionale per sbloccare completamente il mercato del credito e risolvere la crisi finanziaria, forse anche attraverso la formazione di un nuovo organismo mondiale per monitorare il processo."(8)
Nel mese di Ottobre 2008, Gordon Brown, l’allora Primo Ministro del Regno Unito, ha invocato "una nuova Bretton Woods – la costruzione di una nuova architettura finanziaria internazionale per i prossimi anni", e che lui avrebbe voluto "vedere una riforma del FMI per farlo diventare una ‘banca centrale globale’ che monitori strettamente l’economia internazionale e il sistema finanziario"[9] Nello stesso mese Brown scrisse un editoriale per il Washington Post in cui diceva che questa ‘nuova Bretton Woods’ dovrebbe lavorare per la governance globale."[10]
Questo mese i banchieri centrali del mondo si incontrarono a Washington DC, dove la questione principale che affrontarono fu quella "se era il momento di stabilire un poliziotto ‘economico globale’ per garantire che il crash del 2008 non si ripeta", e che qualsiasi organizzazione con il potere di polizia sull’economia globale dovrebbe includere i rappresentanti di tutti i principali paesi – una ONU della regolazione economica. Un ex governatore della Banca d’Inghilterra ha dichiarato che la risposta potrebbe prendere forma nella Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), la banca centrale delle banche centrali del mondo, che, rispetto al Fondo Monetario Internazionale "è più indipendente e in una posizione migliore per affrontare questa situazione se gli viene dato il potere di farlo."[11]
Il primo grande vertice del G20 – il gruppo delle 20 maggiori economie del mondo – è avvenuto nel Novembre del 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria. Il G20 ha sostituito il G8 nella gestione dell’economia globale. I paesi membri sono Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Unione europea, Australia, Russia, Giappone, Corea del Sud, Turchia, Messico, Indonesia, Arabia Saudita, Brasile, Sud Africa, Argentina, India e Cina. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale lavorano anche con il G20, così come la Banca dei Regolamenti Internazionali.
Nel marzo del 2009 la Russia suggerì che la riunione del G20 ad Aprile doveva "considerare la possibilità di creare una riserva di valuta sovra-nazionale o una ‘moneta di super-riserva’," e di considerare i Diritti Speciali di Prelievo (DSP) del FMI con questa capacità. [12] Una settimana dopo, il governatore della banca centrale cinese ha proposto la creazione di una valuta globale controllata dal Fondo Monetario Internazionale, in sostituzione del dollaro come valuta mondiale di riserva, anche utilizzando i DSP del FMI come paniere di valute di riserva verso il quale sarebbero state fissate tutte le altre valute.[13]
Giorni dopo questa proposta, il Segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner, ex presidente della Federal Reserve Bank di New York, disse al Council on Foreign Relations, in risposta ad un quesito in merito alla proposta cinese, che "siamo in effetti molto aperti a questo suggerimento. Ma dovremmo pensarlo piuttosto come evolutivo, costruito sulla corrente architettura, piuttosto che un impulso verso un’unione monetaria globale."[14]
Alla fine di marzo un gruppo di economisti delle Nazioni Unite raccomandarono la creazione di una nuova valuta di riserva globale che doveva sostituire il dollaro USA, e che dovrebbe essere una "valuta di riserva amministrata in modo indipendente."[15]
Dopo il Summit del G20 dell’aprile del 2009 "furono annunciati i piani per l’implementazione della creazione di una nuova valuta globale per rimpiazzare il ruolo del dollaro Statunitense come moneta di riserva mondiale." Il punto 19 del comunicato diffuso dal G20 al termine del vertice affermava:"Abbiamo concordato di sostenere una generale allocazione di DSP che inietterà 250 miliardi di dollari nell’economia mondiale e incrementerà la liquidità globale." I DSP, o Diritti Speciali di Prelievo, sono "una moneta sintetica rilasciata dal Fondo Monetario Internazionale". Come riportato dal Telegraph:"I leader del G20 hanno attivato il potere del FMI di creare denaro e iniziare un ‘alleggerimento quantitativo’ globale. In tal modo essi stanno mettendo in gioco una valuta mondiale de facto. Essa è al di fuori del controllo di qualsiasi organo sovrano."[16] Il Washington Post ha riferito che il FMI è pronto a trasformarsi "in una vera e propria ONU dell’economia globale":


Cita:
"Sarebbe enormemente ampliata l’autorità di agire come banchiere globale per i governi ricchi e poveri. E con più flessibilità di stampare efficacemente i propri soldi, ci sarebbe la possibilità di iniettare liquidità nei mercati globali in un modo che prima era limitato dalle maggiori banche centrali, inclusa la Federal Reserve Statunitense…E’ quasi certo che il FMI assumerà un ruolo centrale nella gestione dell’economia mondiale. Di conseguenza, Washington è pronta a diventare il centro di potere globale per la politica finanziaria, così come le Nazioni Unite hanno fatto di New York il centro mondiale della diplomazia"[17]



Nel mese di aprile del 2010, il FMI ha pubblicato un rapporto in cui esponeva che, mentre i DSP aiuteranno a ’stabilizzare’ l’economia mondiale, "dovrebbe essere costruita una opzione di riforma più ambiziosa sulle idee precedenti, e sviluppare, nel tempo, una valuta globale", ma che questa è "poco probabile che si materializzerà in un prossimo futuro, in assenza di un drammatico cambiamento del desiderio di cooperazione internazionale."[18] Naturalmente, l’esacerbarsi di una crisi economica globale – una nuova grande depressione – potrebbe stimolare un "drammatico cambiamento del desiderio di cooperazione internazionale".
Mentre il Fondo Monetario Internazionale è spinto alla ribalta dell’agenda della moneta globale, la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) rimane come una vera authority in termini di ‘global governance’ generale. Come affermato dalla rivista del FMI Finance and Development nel 2009 :"La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), fondata nel 1930, è il più centrale e più antico metodo di coordinamento dei meccanismi di governance globale."[19] Jean-Claude Trichet, Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha tenuto un discorso al Council on Foreign Relations nel mese di aprile del 2010, in cui ha spiegato che "la significativa trasformazione della governance globale che stiamo costruendo oggi è illustrata da tre esempi":


Cita:
"In primo luogo, l’emergere del G20 come gruppo principale per il governo economico globale, a livello di ministri, governatori e Capi di Stato o di governo. In secondo luogo, l’istituzione del Global Economy Meeting dei governatori delle banche centrali sotto l’egida della BRI, come gruppo principale per la governance della cooperazione fra le banche centrali. E, interzo luogo, l’estensione dell’adesione al Financial Stability Board a tutte le economie di mercato sistematicamente emergenti."[20]



Nel concludere il suo discorso, Trichet ha sottolineato che "la governance globale è essenziale per migliorare decisamente la resilienza del sistema finanziario globale."[21] Il mese successivo Trichet ha parlato presso la Banca di Corea, dove ha detto:"La cooperazione della banca centrale è parte di una tendenza più generale che sta rimodellando la governance globale e che è stata stimolata dalla crisi finanziaria globale," e che "non è quindi sorprendente che la crisi abbia portato ad un migliore riconoscimento, anche economico, della sua maggiore importanza e della necessità di una piena integrazione all’interno della global governance." Ancora una volta Trichet identificava la BRI e le sue "varie sedi", come il Global Economy Meeting e il Financial Stability Board, come il "principale canale" per la cooperazione delle banche centrali.[22]


La Grande Depressione Debitoria Globale

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Mentre commentatori e governi elogiavano la ‘ripresa economica’, il mondo è entrato in una enorme crisi debitoria globale, una vera e propria ‘Grande Depressione Debitoria Globale’, in cui i maggiori paesi industrializzati del mondo, hanno assunto un debito eccessivo dovuto ai salvataggi, ai pacchetti di stimoli e ai decenni di spese imperiali e belliciste. La trappola del debito per schiavizzare il ’sud del mondo’ è venuta al pettine. La prima tappa della ‘Grande Depressione Debitoria Globale’ è iniziata in Grecia, dove il paese era così indebitato che era necessario chiedere un aiuto sotto forma di un ’salvataggio’ del FMI semplicemente per pagare gli interessi sul debito. Per quasi un decennio il governo greco è stato colluso con le principali società di Wall Street, come la Glodman Sachs e JP Morgan Chase, per nascondere il proprio debito reale nel mercato dei derivati, così, quando è salito al potere un nuovo governo nell’ottobre del 2009, ha ereditato un debito due volte più grande di quanto anticipato, 300 miliardi di euro.[23]
Nei primi mesi del 2010 la Grecia ha cercato un piano di salvataggio da parte dell’Unione Europea (Banca Centrale Europea – BCE) e dal Fondo Monetario Internazionale, al fine di pagare gli interessi annuali sul suo debito. La BCE e il FMI hanno acconsentito a un prestito nel mese di aprile. [24] La Grecia, tuttavia, aveva ricevuto pressioni sia dall’UE che dal FMI, che al fine di ricevere un prestito, essa doveva implementare "misure di austerità fiscale" al fine di ridurre il suo deficit, e anche per convincere i "mercati globali" che poteva ridurre il suo deficit. La Grecia aveva adottato due pacchetti di austerità che comprendevano enormi tagli alla spesa sociale e aumenti delle imposte. Eppure, questo non sembrava essere sufficiente per l’UE, il FMI o i mercati globali.[25] Mentre la Grecia imponeva "l’austerità fiscale" ed era in cerca di prestiti internazionali, il "mercato globale" si è rivoltato contro il paese, in quanto i derivati – in particolare i Credit Default Swap (CDS) – sono stati usati per scommettere che la Grecia sarebbe stata inadempiente sul suo debito, in modo da far precipitare il paese in una crisi ulteriore. In primo luogo, molte delle banche che parteciparono a questo assalto speculativo erano le stesse che avevano aiutato la Grecia a nascondere il proprio debito. Pertanto, se la Grecia era insolvente sul proprio debito, gli speculatori che scommettevano contro la Grecia, traevano profitti e, mentre questi traffici diventavano popolari, si rendeva più difficile per la Grecia prendere in prestito il denaro necessario per pagare i suoi interessi. Come spiegato da un esperto :"E’ come comprare l’assicurazione per l’incendio sulla casa dei tuoi vicini – si crea un incentivo a bruciare la casa."[26]
JP Morgan Chase, Glodman Sachs e diverse altre banche leader hanno aiutato a nascondere il debito di molte nazioni in Europa, le quali iniziano ora tutte ad entrare in una crisi del debito.[27] E’ interessante notare che le banche hanno rapidamente ampliato l’uso dello scambio di derivati non solo con la Grecia, ma anche con la Spagna e il Portogallo "mentre si preoccupano che i debiti di questi paesi si spostino nei mercati di tutto il mondo." Successivamente, "le banche europee, tra cui i giganti svizzeri Credit Suisse e UBS, le francesi Société Générale e BNP Paribas e la tedesca Deutsche Bank, sono state le più forti acquirenti di assicurazioni swap." La ragione di ciò:"questi paesi sono più esposti. Le banche francesi detengono 75,4 miliardi di dollari del valore del debito greco, seguito dalle istituzioni svizzere con 64 miliardi di dollari" e "l’esposizione delle banche tedesche ammonta a 43,2 miliardi".[28] JP Morgan Chase, Goldman Sachs e altre banche statunitensi stanno anche partecipando all’assalto dei derivati contro la Grecia, che potrebbe "spingere la Grecia verso il collasso finanziario."[29] Così, abbiamo una situazione in cui le principali banche mondiali hanno aiutato i governi ad acquisire debiti espansivi (e a nasconderli nei propri bilanci), e quindi i paesi sono entrati in una crisi debitoria. Mentre essi imponevano misure di austerità fiscale per ridurre i propri deficit e cercavano aiuto dalle banche centrali e dal FMI per pagare il proprio interesse, queste stesse banche speculavano contro i debiti, spingendo così le nazioni in una crisi ulteriore, aggravando la crisi sociale e forzando ulteriormente più estese ‘misure di austerità’. I pagamenti degli interessi sul debito devono, come ulteriore insulto, essere pagati a queste stesse banche mondiali che detengono la maggior parte del debito di queste nazioni. In breve, la crisi del debito è pari ad una forma di guerra e genocidio finanziario sociale, attuato dalle maggiori banche globali, dal sistema delle banche centrali (che esse controllano) e dalle organizzazioni internazionali che servono i loro interessi.
Un documento di lavoro pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) nel marzo del 2010 spiegava che l’Occidente stava attraversando un’enorme crisi debitoria e che il Regno Unito e gli Stati Uniti – insieme ad altre nazioni come la Spagna e l’Irlanda – avevano accumulato un massiccio debito negli ultimi tre anni, rendendo la crisi del debito italiana e irlandese "relativamente piccola."[30] Inoltre, gli investitori erano tenuti "a chiedere un premio di rischio più elevato per il possesso delle obbligazioni emesse da un paese altamente indebitato."[31] In altre parole, la BRI ha avvertito che gli speculatori dovevano probabilmente intraprendere un assalto di "mercato" contro le nazioni indebitate, esacerbando ulteriormente la crisi del debito e incrementando la pressione per l’imposizione "dell’austerità fiscale", o ‘genocidio sociale’. Nel settembre del 2009 il mercato dei derivati era ritornato a 426.000 miliardi di dollari e ha continuato a porre "grandi rischi sistemici" per il sistema finanziario.[32]
Nouriel Roubini, un economista che aveva previsto la crisi finanziaria del 2008, ha avvertito, nel marzo del 2010 che "le recenti difficoltà della Grecia sono la punta di un iceberg. I mercati hanno già preso come bersaglio Grecia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Irlanda e Islanda. Essi potrebbero trattare con altri paesi, tra cui il Giappone e gli Stati Uniti."[33] Il famoso economista Kenneth Rogoff (che ha previsto con precisione la crisi economica del 2008) aveva anche avvertito che era all’orizzonte una crisi del debito globale, la quale "poteva preparare il terreno per anni di problemi finanziari."[34]
Nel 2010 il World Economic Forum avvertì della possibilità di una "crisi fiscale sovrana in grossa scala" – una crisi globale del debito – corredata eventualmente da una seconda grande crisi finanziaria.[35] Jürgen Stark, membro esecutivo della Banca Centrale Europea, avvertì in aprile del 2010 che "potremmo già entrare nella fase successiva della crisi: una crisi suprema del debito", la quale potrebbe diffondersi a tutta l’UE, il Regno Unito, l’Italia, gli Stati Uniti e il Giappone.[36] Lo storico dell’economia (e partecipante del Bilderberg) Niall Ferguson, avvertì di una "Crisi Greca che è in arrivo in America", e di una "crisi fiscale del mondo occidentale", che si diffonderà dalla Grecia, verso tutta l’Europa, e negli Stati Uniti e Giappone.[37]


Aggiustamento Strutturale in Occidente

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entre le nazioni occidentali hanno contratto debiti enormi attraverso la fornitura del denaro delle banche (di fatto comprando il cattivo credito delle banche) e con decenni di imperialismo che ha edificato il massiccio debito estero, l’Occidente, ed in particolare l’America, stanno entrando in un periodo in cui saranno sottoposti alle stesse o simili forme di "aggiustamento strutturale" che hanno inflitto al resto del mondo. Con le promesse del G20 di imporre "austerità fiscale" andranno persi i posti di lavoro nel settore pubblico, saranno privatizzati beni e infrastrutture di proprietà dello Stato, le tasse aumenteranno, i tassi di interesse (alla fine) saliranno e, non da ultimo, sarà ampliata e istituzionalizzata la liberalizzazione dei mercati, cosicché le principali banche globali saranno in grado di fare profitti attraverso l’arma della speculazione finanziaria, con il conseguente collasso delle nazioni. Le classi medie svaniranno e regnerà la povertà, mentre i ricchi diventeranno infinitamente più ricchi e potenti. Naturalmente, la gente si solleverà, conquisterà le strade, protesterà, dimostrerà, si ribellerà, così come insorgerà e si rivolterà. Sicuro del fatto che la gente resisterà, lo Stato dovrà reprimerla con la polizia, i militari e l’apparato di sorveglianza e controllo di "Sicurezza Nazionale". Non ci sbagliamo: questa è la "Terzomondializzazione" dell’Occidente: la "Rivoluzione Post Industriale".
All’inizio del giugno 2010 i ministri delle finanze del G20 e i governatori delle banche centrali si sono riuniti a Seoul, in Corea del Sud, in un meeting con una copertura mediatica significativamente inferiore rispetto al successivo summit dei leader G20 a Toronto, ma significativamente più importante per lo stato dell’economia mondiale. Il comunicato diffuso dai ministri delle finanze e dai banchieri centrali dopo il vertice affermava che le nazioni del G20 necessitavano di velocizzare il processo di "consolidamento fiscale" (vedi "austerità fiscale").[38] Nel corso della riunione il FMI ha presentato una relazione che raccomandava l’adozione di "politiche di aggiustamento", presumibilmente per aiutare la crescita economica.[39] Non c’è stata menzione, comunque, di come simili "politiche di aggiustamento" hanno fallito nel conseguire una crescita nel mondo in via di sviluppo negli ultimi 30 anni e, di fatto, hanno diffuso invece povertà e mancanza di prospettive economiche. Dopo il meeting dei leader del G20 a fine giugno del 2010, i leader delle più grandi economie del mondo hanno calcolato un calendario di imposizione di misure di "austerità fiscale" per ridurre il loro deficit e arrestare la crescita dei loro debiti. Il piano comportava il taglio del deficit della metà entro il 2013.[40] In giugno la Germania aveva annunciato tagli di austerità massicci alla spesa, stimolando le proteste nelle strade.[41] Simon Johnson, ex capo economista del FMI, dichiarava che l’austerità fiscale avrebbe portato a "esacerbare negli Stati Uniti il tipo di problemi che si hanno nel mondo in via di sviluppo – e creare le condizioni per un’altra crisi finanziaria."[42] Il capo economista della banca di levatura mondiale HSBC nel maggio del 2010 ha affermato che:"Per lo meno i governi necessitano di perseguire un periodo di diversi anni di austerità fiscale," e infine:"le posizioni di bilancio diventeranno intollerabili politicamente, economicamente e finanziariamente."[43]
L’austerità fiscale comporterà massicci tagli alla spesa sociale, e farà per il mondo sviluppato quello che ha fatto nel mondo "in via di sviluppo": sanità, istruzione e servizi sociali saranno tagliati, con il licenziamento dei dipendenti pubblici in questi e altri settori, creando così una massiccia nuova ondata di disoccupati. Contemporaneamente, saranno drasticamente aumentate le tasse, in particolare sulle classi medie e basse, che saranno allora più povere di prima. Tuttavia, l’austerità fiscale non è l’unica condizione di "aggiustamento strutturale", perché saranno prese molte altre misure, avanzando sulle attuali tendenze, tra cui un’ulteriore espansione e istituzionalizzazione della liberalizzazione del commercio, così come la svendita dei beni pubblici all’interno di grandi progetti di privatizzazione. Dal momento che l’Occidente ha in gran parte privatizzato tutte le industrie di proprietà statale agli albori dell’era neoliberista, le restanti aree della privatizzazione sono in gran parte progetti di infrastrutture come strade, aeroporti e porti. Tuttavia, queste saranno intraprese in America dai singoli Stati e città alla disperata ricerca di denaro e "investimento". Thomas Osborne, responsabile delle infrastrutture e delle privatizzazioni presso la banca UBS, ha dichiarato nel maggio del 2009 che "la privatizzazione finirà per prendere la mano" ma sarà fatta in "una approccio più incrementale".[44]
Nel settembre del 2010 il Chicago Council on Global Affairs ha pubblicato un rapporto sulla privatizzazione delle infrastrutture. Il Council rappresenta ed è gestito da diversi funzionari, come JP Morgan Chase & Co., CME Group (il più grande mercato di derivati al mondo), la Federal Reserve Bank di Chicago, Bank One Corporation, McKinsey and Company, Goldman Sachs, Boeing, Northern Trust, United Airlines, il Chicago Board of Trade e una miriade di altre imprese, banche e interessi finanziari e il consiglio include anche la First Lady, Michelle Obama.[45] Nella relazione patrocinata dal Chicago Council si dichiarava che "la tendenza verso la privatizzazione delle industrie non avviene solo negli Stati Uniti, ma a livello globale."[46] In definitiva, la relazione rilevava che:"realtà finanziaria significa che la privatizzazione delle infrastrutture continuerà."[47] Nel definire le infrastrutture, la relazione individuava strade, ponti, strutture portuali, impianti di depurazione, linee di trasmissione elettrica e ferrovie, così come ospedali, carceri e "altri beni comuni che servono l’interesse pubblico."[48]
Su questa nota, i fondi sovrani (SWF) provenienti da tutto il mondo stanno comprando le infrastrutture americane. I fondi sovrani sono fondi di investimento di proprietà dello Stato di azioni, obbligazioni, beni finanziari, risorse e patrimoni. Alcuni dei più grandi fondi sovrani al mondo sono quelli degli Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Norvegia, Cina, Corea del Sud, Kuwait, e Russia. Come margini di "recupero" all’interno dell’oblio della Grande Depressione Debitoria Globale, i fondi sovrani stanno comprando le infrastrutture americane, tra cui:


Cita:
"Una strada a pedaggio in Indiana. L’autostrada elevata di Chicago. Un tratto di autostrada in Florida. I parchimetri a Nashville, Pittsburgh, Los Angeles e altre città. Un porto in Virginia. Un’intera compagnia di progetti pubblici infrastrutturali Californiana, tutti o già affittati o già impostati per essere affittati per 50 o 75 anni o più in cambio di una tantum, la somma forfettaria di alcuni miliardi di dollari nel migliore dei casi, di solito solo per aiutare a mettere una pezza ad un buco o due in un singolo bilancio annuale. L’America è letteralmente in vendita, a prezzi stracciati, e gli acquirenti sono sempre le stesse persone che hanno ottenuto parecchio nella bolla del petrolio. Grazie a Goldman Sachs, Morgan Stanley e altre banche di investimento che hanno sollevato artificialmente il prezzo della benzina nel corso dell’ultimo decennio, gli americani hanno consegnato un sacco del loro eccesso di denaro contante nelle casse dei fondi sovrani come il Qatar Investment Authority, il Libyan Investment Authority, il SAMA Foreign Holdings dell’Arabia Saudita e l’Abu Dhabi Investment Authority degli Emirati Arabi Uniti.[49]



Questo processo è in corso anche in Canada, poiché il governo dell’Ontario, nel 2009, considerava di svendere "tutto o in parte" le sue società della Corona per ridurre il deficit provinciale, ed ha ingaggiato Goldman Sachs per scrivere un progetto per le possibili privatizzazioni.[50] Inoltre, si riscontra un aumento degli appelli – a livello globale – per portare avanti il programma di privatizzazione dell’acqua, un regime che la Banca Mondiale ha spinto a parecchi paesi in tutto il mondo, con costi enormi – in termini economici, politici e sociali – per le persone più povere, ed enormi profitti per una manciata di conglomerati dell’acqua a livello mondiale. Organizzati intorno all’International Water Association e al World Water Council, i principali conglomerati dell’acqua, la Banca Mondiale e le Nazioni Unite, hanno promosso progetti di privatizzazione dell’acqua dappertutto nel mondo "in via di sviluppo" e sempre più in Occidente come mezzo per "risolvere" la crisi mondiale dell’acqua. Come abbiamo visto, tuttavia, da quei casi di privatizzazioni in luoghi come Bolivia, Sud Africa, El Salvador e diversi altri, sono i poveri che soffrono di più, e sarà lo stesso sia che essa avverrà in Angola o in America.


La Schiavitù del Debito

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Mentre le nazioni Occidentali cominciano a imporre l’austerità fiscale alle loro popolazioni a alle strutture sociali, gli effetti crudeli arriveranno nel tempo, poiché le nazioni mantengono tassi di interesse estremamente bassi, mantenendo così il "costo" del denaro a buon mercato. Tuttavia, come riporta la relazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) del giugno 2010 "si potrebbero restringere sia la politica fiscale che monetaria al tempo stesso." Ciò significa che, secondo la BRI, i tassi di interesse devono salire insieme alle misure di austerità fiscale. Non dimentichiamo che sono stati i tassi di interesse estremamente elevati nei tardi anni ‘70 e nei primi anni ‘80 che hanno scatenato la crisi del debito degli anni ‘80, perché le nazioni con grandi debiti esteri non potevano più permettersi il loro pagamento degli interessi annuali, quindi necessitavano di rivolgersi al FMI e alla Banca Mondiale per "l’assistenza" in forma di "programmi di aggiustamento strutturale". La spesa massiccia di stimolo e i salvataggi creeranno il probabile scenario di provocare inflazione, facendo salire drammaticamente i prezzi. Per combattere l’inflazione le nazioni possono aumentare i tassi di interessi, che rendono la moneta più costosa che, quindi, riduce i tassi di inflazione. Mentre le banche centrali di tutto il mondo iniettavano miliardi e miliardi di dollari nel sistema finanziario, hanno mantenuto il tasso di interesse estremamente basso, al fine di incoraggiare il flusso di denaro. Nella relazione annuale 2009 della BRI si avvertiva che tale politica poteva creare una massiccia inflazione, per cui, alla fine, i tassi di interesse dovevano essere sollevati. La questione principale è "quando" saliranno: se troppo in ritardo l’inflazione potrebbe andare fuori controllo, se troppo presto potrebbe distruggere il "recupero".[51] Così, mentre la relazione annuale 2010 della BRI chiede strette simultanee monetarie e fiscali, ciò potrebbe essere potenzialmente disastroso, con l’eventualità di "spingere l’economia globale in depressione."[52] L’effetto degli alti tassi di interesse, mentre fanno potenzialmente diminuire i tassi di inflazione, aumentano il costo dei pagamenti annuali del debito delle nazioni, aggravando e alimentando così le misure imposte di "austerità fiscale" per ridurre la spesa. Ciò si riverbera sulla persona media, perché i tassi di interesse agiscono su tutti i suoi debiti, compresi i debiti personali, che dovrebbero incrementare. Mentre l’austerità fiscale aumenterà le tasse, aumenterà anche la povertà e decostruirà la classe media, così gli alti tassi di interesse dovrebbero portarla al dissanguamento. Tuttavia, l’inflazione agisce come una tassa occulta, aumentando i costi dei beni di consumo come il cibo e il carburante, mentre la moneta si deprezza di valore. Anche questo sarà un costo importante per la classe media in via di sparizione. Sembra che, in entrambi i casi, la persona media sia nel mirino del sistema di terrorismo economico. E’ l’epitome di un "Catch-22"; sarai dannato se lo fai e sarai dannato se non lo fai.
L’aumento dei tassi di interesse durante un periodo di austerità fiscale, tuttavia, è particolarmente distruttivo per la persona media. In particolare "la stretta fiscale e monetaria fu collaudata in tandem nei primi anni ‘30 e allora non funzionò".[53] In altre parole, ha contribuito a gettare il mondo nella Grande Depressione. Oggi, però, sarebbe molto peggiore, perché ora abbiamo la realtà dei mutui, il debito delle carte di credito, i derivati, il debito degli studenti, ecc. Queste cose non esistevano al momento della comparsa della Grande Depressione, per cui oggi si determinerebbe "La Più Grande Depressione". E’ una trappola del debito, e tutti sono presi all’interno di essa. Se gli Stati non alzano i tassi di interesse, il ‘mercato’ potrebbe rivoltarsi contro di loro, perché le principali banche mondiali, gli hedge foud e gli speculatori di valuta, possono ‘perdere la fiducia’ nella valuta del paese, e far fuggire la moneta, facendone crollare il valore, con conseguente iperinflazione potenziale (come vissuta dalla Germania di Weimar e dallo Zimbabwe), che ha anche l’effetto di devastare una nazione e saccheggiare la ricchezza della sua gente.
Mentre la crescita dei tassi di interesse è fatta in nome della riduzione del debito a un ritmo più rapido, si ha infine l’effetto opposto. Si crea, in sostanza, una condizione in cui una nazione è sempre indebitata e gli aumenti del debito si accumulano annualmente. Ciò si verifica a causa di una nazione che lotta per pagare i suoi interessi annuali sul debito, e quindi cerca ‘assistenza’ del Fondo Monetario Internazionale e dei creditori per concedergli un prestito veloce e pagare gli interessi. Il FMI fornisce un prestito, che viene immediatamente reindirizzato a pagare i creditori, e il montare del prestito che il FMI fornisce è quindi aggiunto al debito nazionale complessivo. Così, i tassi di interesse crescenti aumenteranno il pagamento degli interessi annuali, perché il debito stesso si è allargato. La nazione ha bisogno ‘dell’assistenza’ di un prestito ulteriore – più debito – per pagare gli interessi sul debito complessivo, che quindi continua a salire. Ecco come le nazioni del ‘Terzo Mondo’ diventano così indebitate accumulando più debiti per pagare gli interessi sui debiti pregressi, i quali creano poi più debito, che richiede maggiore indebitamento per pagare gli interessi sul debito accumulato, e così via. Nel frattempo, sono stati attuati i ‘programmi di aggiustamento strutturale’ (SAP) secondo le ‘condizioni’ dei prestiti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale che ‘assistono’ a decostruire le basi sociali di una nazione, eliminano la classe media e fanno esacerbare la povertà, per aiutare presumibilmente a ridurre il disavanzo. Questo sembra ora essere il destino delle nazioni del del ‘Primo Mondo’ industrializzato. Mentre la relazione annuale della BRI invocava l’aumento dei tassi di interesse, un documento interno scritto dal capo economista della BRI nel marzo 2010 avvertiva che "la lotta contro l’aumento dell’inflazione attraverso l’inasprimento delle politiche monetarie non funzionerebbe, perché l’aumento dei tassi di interesse comporterebbe pagamenti di interessi più elevati sul debito pubblico, con conseguente aumento del debito."[54] In ultima analisi, parlare o meno di aumentare i tassi di interesse e su come imporre l’austerità fiscale è fuorviante. Questo perché queste discussioni sono fatte sulla base del fatto che questi debiti sono legittimi. La dottrina giuridica del ‘debito odioso’ prevede che il debito sovrano incorso senza il consenso del popolo, e non a suo beneficio, è odioso e non deve essere trasferito ad un governo successore. In altre parole, se un debito non giova al popolo è illegittimo e non deve essere rimborsato. Se questo principio fosse applicato ai paesi del ‘Terzo Mondo’, si potrebbe tranquillamente dire che il FMI, la Banca Mondiale e le nazioni occidentali potrebbero perdere effettivamente il loro controllo del Sud del Mondo. E’ attraverso il meccanismo del debito che il moderno imperialismo funziona più efficacemente. Naturalmente, la corretta strada economica da seguire per un effettivo recupero potrebbe essere quella di dichiarare illegittimi tutti questi grandi debiti – del ‘Terzo Mondo’ e del mondo Occidentale – perché i debiti dell’Occidente sono avvenuti dai finanziamenti alle avventure imperiali all’estero; e i debiti del ‘resto’ sono il risultato di questo imperialismo.
Attraverso la crisi economica, i debiti contratti sono così stati in gran parte fatti in termini di acquisto di crediti dubbi dalle banche che hanno creato la crisi, quindi, anche questi sono illegittimi. Anche il denaro di ’stimolo’, al fine di risolvere una crisi finanziaria creata da una minoranza corrotta in tutto il mondo, è stato un indebitamento. I debiti delle carte di credito e i debiti studenteschi esasperano la povertà, e se non ci sono posti di lavoro per gli studenti in una economia in rottura, il loro debito è illegittimo. Dal momento che il debito da carta di credito è stato fatto per finanziare il consumo e permettere alle persone di vivere al di sopra delle proprie possibilità, vi è una nozione di responsabilità da parte del debitore, perché le compagnie di carte di credito hanno preso di mira le persone indebitate e hanno essenzialmente ‘preso in ostaggio’ la classe media, che adesso deve pagare mediante il proprio impoverimento; le persone sono state indotte in errore e il debito, in ultima analisi, non li beneficia; quindi, è pure illegittimo. Se i nostri governi, le banche, le imprese e tutti i creditori sono stati collusi insieme nel cercare il profitto personale e il guadagno, mentre impoverivano noi e il resto del mondo in questo processo, i debiti fatti in tutto il mondo da queste istituzioni, attori e nazioni sono odiosi e non devono essere rimborsati. Prendendo questa posizione, tuttavia, non si potrebbe ottenere molto nel mondo dell’economia e della politica, perché non ci sarebbe nessun difensore per la fine dell’imperialismo e delle strutture di potere finanziario, economico, sociale e politico; nessuna posizione particolarmente popolare da parte del potere.
Quindi, i dibattiti e le discussioni infurieranno; mentre si alzano i tassi di interesse, mentre si impone l’austerità fiscale, mentre si crea un ‘recupero’, tutto nello stesso tempo in cui le istituzioni globali politiche ed economiche, gli stati e gli attori, lavoreranno per impoverirvi e distruggere le fondamenta della società in cui vi trovate.


Terzo Mondo America

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Come ulteriore indizio dell’arrivo dello status di ‘terzo mondo’ in America, nel giugno del 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria, la Federal Reserve degli Stati Uniti è stata sottoposta a revisione da parte del FMI per la prima volta nella sua storia. Nell’ambito dell’indagine "verrà chiesto alla Fed, alla Securities and Exchange Commission (SEC), alle maggiori banche di investimento, alle banche di credito ipotecario a agli hedge fund di consegnare i documenti riservati al team del FMI."[55]
Simon Johnson, ex capo economista del FMI, ha scritto un articolo nel maggio del 2009, dove ha spiegato che il problema con la maggior parte dei paesi del terzo mondo ("economie di mercato emergenti") è che i governi sono così strettamente legati con l’élite bancaria ed aziendale da formare un’oligarchia finanziaria, e questo è essenzialmente lo stesso problema degli Stati Uniti. Egli ha scritto che "il settore finanziario ha essenzialmente catturato il nostro governo", e "il recupero fallirà se non spezziamo l’oligarchia finanziaria che sta bloccando le riforme essenziali."[56]
Nel marzo 2009, un articolo apparso sul Washington Post, scritto da Desmond Lachman, membro dell’American Enterprise Institute, un ex stratega dei mercati emergenti a Salomon Smith Barney e vice direttore al Dipartimento di politica e revisione del Fondo Monetario Internazionale, si è riferito all’America come "al più spaventoso mercato emergente a livello mondiale." In altre parole, l’America ricorda una nazione debitrice del terzo mondo, dalla sua élite bancaria corrotta, alla classe politica inetta, e un debito estero enorme, l’America "è venuta ad assomigliare all’Argentina, alla Russia e ad altri cosiddetti mercati emergenti, sia in ciò che ci ha portato alla crisi che nel modo in cui stiamo cercando di risolvere il problema."[57]
Città, comuni e stati in tutta l’America stanno ricorrendo ad azioni drastiche per ridurre i loro debiti, come la chiusura di caserme dei pompieri, il ridimensionamento della raccolta dei rifiuti, lo spegnimento delle luci della strada, la terminazione di servizi autobus e dei mezzi pubblici, la riduzione delle ore di apertura delle biblioteche o la loro completa chiusura, l’abbattimento delle ore di scuola nei distretti scolastici di settimane o anni, ed è stato segnalato che "i governi locali elimineranno circa mezzo milione di lavoratori nel prossimo anno fiscale, con la sicurezza pubblica, i lavori pubblici, la sanità pubblica, i servizi sociali, i parchi e il divertimento che saranno colpiti da maggiori tagli." Contemporaneamente, ciò avviene insieme ad un drammatico aumento del tasso di privatizzazioni o di "partenariati pubblico-privati" dove anche le biblioteche sono in via di privatizzazione.[58]


Aggiustamento strutturale ed esplosione sociale

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L’imposizione dell’aggiustamento strutturale nel ‘Terzo Mondo’ ha portato ad un’esplosione di conflittualità sociale, perché i poveri rurali, i poveri urbani e la classe media urbana si sono riuniti per protestare contro queste politiche,[59] e "tra il 1976 e il 1992 ci sono state 146 proteste contro le misure di austerità supportate dal FMI in 39 paesi in tutto il mondo. Queste hanno preso la forma di manifestazioni politiche, scioperi e sommosse."[60] Ora che "l’austerità fiscale" e gli "aggiustamenti strutturali" saranno imposti all’Occidente possiamo aspettarci che si verificheranno gli stessi risultati. In realtà questo processo è già iniziato.
All’inizio della crisi economica globale del 2008, il FMI avvertì che i governi Occidentali avrebbero potuto sperimentare "violenti disordini per le strade", perché "proteste violente potrebbero scoppiare nei paesi di tutto il mondo, se il sistema finanziario non verrà ristrutturato a vantaggio di tutti, piuttosto che di una piccola élite."[61] Una cinica dichiarazione del Fondo Monetario Internazionale, considerato che è una delle istituzioni centrali che sostiene e difende gli interessi di quella "piccola élite". Nei primi mesi del 2009, l’Europa orientale stava già sperimentando disordini sociali in opposizione ai pacchetti di austerità e la Lettonia ha sperimentato le proteste più grandi dal tempo delle manifestazioni di massa contro il dominio sovietico alla fine degli anni ‘80.[62]
Tensioni simili si sono fatte sentire in tutta l’Europa Occidentale nel corso del 2009, in particolare in Francia, dove hanno avuto luogo scioperi e proteste di massa e diversi commentatori dicevano che i disordini civili in luoghi come l’Islanda e l’Europa dell’Est erano "un segno di quello che sarebbe arrivato: una nuova età di ribellione."[63] Il primo maggio 2009 scoppiarono grandi proteste in Germania, Grecia, Turchia, Francia e Austria e ci furono ulteriori proteste e tumulti in Russia, Italia, Spagna e alcuni politici parlarono anche di una minaccia di rivoluzione.[64] Nel febbraio del 2009, Dennis Blair, il direttore della National Intelligence della nuova amministrazione Obama (la più alta posizione di intelligence nel paese), parlò al Congresso degli Stati Uniti di quello che costituiva la maggior minaccia alla ’sicurezza nazionale’ agli Stati Uniti, spiegando che la minaccia della ‘crisi economica’ è più grande della minaccia del terrorismo:


Cita:
"Vorrei iniziare con la crisi economica globale, in quanto si profila già come la più grande da decenni a questa parte, se non da secoli…Le crisi economiche aumentano il rischio di pericolosi regimi di instabilità se esse sono prolungate per un periodo di uno o due anni…E l’instabilità può allentare la fragile presa che molti paesi in via di sviluppo hanno sulla legge e l’ordine, e ciò può spargersi in modo pericoloso all’interno della comunità internazionale."[65]



Nello stesso mese, il generale in più alto grado degli Stati Uniti, l’ammiraglio Michael Mullen, Presidente del Joint Chiefs of Staff, ha classificato "la crisi finanziaria come una minaccia per la sicurezza più alta delle guerre in Afghanistan e Iraq." Egli ha spiegato che "è una crisi globale. E siccome questa ha un impatto sulle questioni di sicurezza, o alimenta una maggiore instabilità, penso che avrà un impatto nella nostra sicurezza nazionale in modi che noi non abbiamo ancora del tutto capito."[66] Ancora una volta, nello stesso mese, il capo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) avvertiva che "la crisi economica globale potrebbe scatenare disordini politici uguali a quelli visti nel corso degli anni ‘30." Egli specificava che "la crisi odierna si sta diffondendo ancora più velocemente (rispetto alla Grande Depressione) e colpisce più paesi allo stesso tempo."[67]
Nel febbraio del 2009, il noto storico dell’economia e professore di Harvard, Niall Ferguson, predisse un "prolungato disagio finanziario, anche una guerra civile, prima che finisca la ‘Grande Recessione’", e che "la crisi globale è lungi dall’essere finita, [essa] è appena iniziata." egli specificava:


Cita:
"Ci sarà del sangue, nel senso che una crisi di questa portata è destinata ad aumentare [conflitti] politici ed economici. E’ destinata a destabilizzare alcuni paesi. Ciò causerà lo scoppio di guerre civili, che erano in letargo. Si rovesceranno i governi moderati e si insedieranno governi estremisti. Queste cose sono abbastanza prevedibili."[68]



Nel maggio 2009, il capo della Banca Mondiale avvertiva che "la crisi economica globale potrebbe portare a gravi disordini sociali", mentre "c’è un grave rischio di una crisi umana e sociale con implicazioni politiche molto serie."[69] Zbigniew Brzezinski, ex Consigliere della Sicurezza Nazionale, co-fondatore della Commissione Trilaterale e un architetto chiave della ‘globalizzazione’, avvertiva che "ci sarà un conflitto di classe crescente, se la gente è disoccupata e sta veramente male, un inferno, ci potrebbero essere anche scontri!"[70]
Nel dicembre del 2009, Moody’s – una delle principali agenzie di rating del mondo – avvertiva che "gli aumenti futuri delle tasse e i tagli alla spesa potrebbero innescare tensioni sociali in una serie di paesi, da quelli in via di sviluppo al quelli del mondo sviluppato", con il risultato di "una tensione politica e sociale."[71] Nel marzo del 2010, Moody’s avvertiva che gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, la Francia, la Spagna e altre nazioni occidentali potrebbero sperimentare "disordini sociali" come risultato dell’imposizione "dell’austerità fiscale" che "metteranno alla prova la coesione sociale."[72]
Un articolo del Financial Times nel maggio del 2010 mise in guardia contro l’emergere di "un’epoca di rabbia", in cui cala lo shock iniziale di una recessione economica ed emergono agitazioni sociali, come avviene di solito in un intervallo tra un collasso economico e la ‘furia sociale’, e che alla fine sarà "un test di solidità delle istituzioni democratiche in un momento di estremo stress fiscale."[73]
Nel settembre del 2010, il capo del FMI Dominique Strauss-Kahn ha detto che l’America e l’Europa, nel mezzo della peggiore crisi di posti di lavoro dopo la Grande Depressione, saranno di fronte ad una "esplosione di proteste sociali". Intervenendo al vertice della Federazione Internazionale del Lavoro, Strauss-Kahn ha dichiarato:"il mercato del lavoro è in difficoltà, la Grande Recessione si è lasciata dietro un deserto di disoccupazione", e che "la Grande Recessione ha lasciato aperte delle ferite. Un elevato tasso di disoccupazione di lunga durata rappresenta un rischio per la stabilità per le esistenti democrazie." Il capo economista del FMI, Oliver Blanchard, ha spiegato che, a lungo termine "la disoccupazione a lungo termine si è alzata in modo allarmante: la metà dei disoccupati è senza lavoro da oltre sei mesi, qualcosa che non avevamo mai visto dal tempo della Grande Depressione."[74]
Il 29 settembre del 2010 hanno avuto luogo proteste di massa in tutta Europa contro le misure di austerità imposte dai governi europei, con uno sciopero generale indetto in Spagna, che ha virtualmente fermato il sistema di trasporti spagnolo. Inoltre, circa 100.000 manifestanti "hanno organizzato la più grande marcia di Bruxelles da un decennio e la polizia antisommossa ha barricato la sede dell’UE mentre i marciatori provenienti da 30 paesi sin univano contro le ripercussioni dei brutali tagli alla spesa."[75]
Queste proteste sono continuate per tutto ottobre del 2010, in particolare in Francia, dove milioni di persone sono scese in sciopero, hanno protestato, e, in alcuni casi, sono insorte contro i piani di austerità fiscale del Presidente Sarkozy, facendolo diventare il presidente più impopolare degli ultimi 50 anni.[76]


Il Summit G20 Coreano

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Per accelerare ulteriormente il processo di governance economica globale è essenziale, da parte delle principali istituzioni e poteri economici, integrare pienamente la Cina all’interno di questo sistema. La Cina è già tra i firmatari del WTO; dopo che ha aperto il suo settore bancario agli investimenti esteri, con la sua economia pienamente integrata e in larga parte dipendente dall’Occidente, è fondamentale includere la Cina nel sistema di global governance. La Cina è rappresentata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), che il FMI a denominato "il fondamentale e più antico centro dei meccanismi di governo globale."[77] Il consiglio di amministrazione della BRI conta di 19 membri comprendenti i governatori delle banche centrali di Belgio, Francia, Germania, Italia e Regno Unito e il Presidente del Consiglio del Sistema della Federal Reserve Statunitense, così come i governatori delle banche centrali di Brasile, Canada, Cina, Giappone, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera e il Presidente della BCE (Banca Centrale Europea). La Cina è anche rappresentata nel G20, che il presidente della BCE Jean-Claude Trichet ha detto essere "il gruppo principale di global governance a livello di ministri, governatori e capi di Stato o di governo."[78] Nel 2009 Cina e India sono state invitate come membri ufficiali della Commissione Trilaterale [79], un think tank internazionale creato da David Rockefeller e da Zbigniew Brzezinski nel 1973 con l’obiettivo di creare una "comunità di nazioni industrializzate" che comprendeva l’Europa Occidentale, il Nord America e il Giappone, con l’obiettivo, in sostanza, di gestire il processo di globalizzazione.
Nel novembre del 2010 il G20 sarà ospitato nella Corea del Sud, dove ci si incontrerà di nuovo per portare in avanti il processo di governance mondiale e il genocidio sociale globale. Prima della riunione ufficiale dei capi di Stato, ha avuto luogo un altro incontro preliminare più importante tra i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali dei paesi del G20. Questo ha avuto luogo a fine ottobre del 2010 a Seoul, in Corea del Sud, nel momento in cui il mondo è sommerso in una guerra di valuta globale. La guerra di valuta coinvolge diverse importanti nazioni, dall’America al Brasile e alla Cina, che cercano di svalutare la loro moneta al fine di rendere più attraenti le esportazioni, per cui le loro banche centrali (che cooperano tutte alla global governance presso la BRI) comprano e vendono ogni altra valuta, nel tentativo di diminuire il valore della propria valuta, aumentando il valore delle valute concorrenti. In breve, è una corsa al ribasso. Per convincere la Cina ad apprezzare la sua valuta, devono essere valorizzati gli incentivi. Se la Cina sta per seguire i dettami del potere finanziario mondiale, il suo peso economico esige che la Cina sia meglio rappresentata e più coinvolta nella governance di queste istituzioni. Questo significa che, se la Cina sta per essere integrata in un sistema di governance globale, deve essere invitata al tavolo di gestione.
Il G20 ha concordato sull’introduzione di una riforma storica in seno al FMI, dove, per la prima volta dalla sua creazione nel 1944, la struttura di gestione del FMI è stata [leggermente] alterata. Il significato è che i paesi europei hanno deciso di rinunciare a due dei loro seggi dei 24 membri del comitato esecutivo, dando spazio alla Cina e all’India, e più del 6% del potere di voto sarà trasferito ai paesi sottorappresentati. Come riportato dal Financial Times:


Cita:
Dopo che avranno effetto le modifiche, Brasile, Russia, India e Cina, saranno tutti inclusi nei 10 maggiori azionisti di capitale. Gli Stati Uniti, con un 17,67 per cento di quote del FMI, manterrà il suo potere di veto sulle decisioni chiave dei finanziamenti, perché queste continueranno a richiedere una super-maggioranza dell’85%. [80]



Questo è importante da notare perché indica chiaramente che l’America resta ancora il ‘Padrino’ del sistema finanziario globale. Il FMI richiede l’85% di votanti per concordare eventuali modifiche o decisioni e, poiché gli Stati Uniti hanno il 17,67% delle quote, se gli USA votano contro qualcosa, il FMI non può andare avanti, dando così il potere di veto agli USA al di sopra del FMI. Eppure, questi cambiamenti rappresentano comunque uno sforzo incrementale per portare la Cina all’interno di questo sistema di governance globale. Allo stesso tempo, un banchiere cinese top ha affermato che "lo yuan dovrebbe essere incluso nel paniere di valute che costituiscono i Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale." [81] Questo darebbe alla Cina una più diretta partecipazione nella formazione della valuta globale, della quale il suo governatore della Banca Centrale è già un convinto sostenitore.


Conclusione

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Herman Von Rompuy è diventato presidente dell’Unione Europea nel 2009, una nuova posizione stabilita dal Trattato di Lisbona approvato lo stesso anno. Rompuy è stato scelto come presidente a seguito della partecipazione ad una riunione del gruppo Bilderberg. [82] Poco dopo aver ricevuto l’incarico, Rompuy ha pronunciato un discorso in cui ha dichiarato che il 2009 è "il primo anno di governo globale". [83] Mentre Denis Healey, uno dei fondatori del gruppo Bilderberg ed ex membro del suo comitato direttivo per oltre 30 anni, nel 2001 dichiarò:"Dire che lottavamo per un governo mondiale è esagerato, ma non del tutto ingiusto. Quelli di noi nel Bilderberg sentivano che non potevano andare avanti per sempre lottando gli uni contro gli altri per niente, uccidendo la gente e rendendo milioni di persone senzatetto. Quindi abbiamo ritenuto che una singola comunità che attraversasse il mondo sarebbe stata una buona cosa." [84]
Così, mentre le istituzioni e le organizzazione della governance globale continuano a concedersi più potere ed espandono il loro controllo e la loro autorità su tutto il mondo, la gente del mondo deve svegliarsi a questo processo, cercare di arginarlo e bloccare il suo avanzamento. Un governo mondiale rappresenterebbe la gente del mondo ancora meno di quello che è già la non rappresentatività dei loro governi nazionali. Le istituzioni della governance globale sono totalmente inaffidabili per il popolo, totalmente antidemocratiche, e sono intrinsecamente totalitarie. Come Gideon Rachman scrisse per il Financial Times nel dicembre del 2008:"Per la prima volta nella mia vita credo che la formazione di una sorta di governo mondiale sia plausibile." Mentre articolava la necessità di un governo mondiale, come un modello "a livello globale" dell’Unione Europea, esaminava le battute d’arresto che l’UE aveva sperimentato in questo processo, suggerendo che le stesse erano probabili nel percorso verso il governo mondiale. In particolare, rilevava che ogni volta che le persone erano state coinvolte nel processo, esse avevano agito bloccando o rigettando il processo di integrazione. Così, Rachman concludeva che l’Unione Europea "ha registrato progressi più veloci quanto è stata concordata da tecnocrati e politici – e spinta in avanti senza il riferimento diretto agli elettori. La governance internazionale tende a essere efficace solo quando è antidemocratica." [85] In altre parole, se vogliamo la governance globale, dobbiamo uccidere la democrazia.
Ciò implica quindi che il popolo ha il potenziale di evitare che questo processo abbia luogo, ma solo se esso è direttamente coinvolto nel suo rigetto. Questo significa che i movimenti di persone necessitano di fermarsi, riconoscendo la legittimità di queste organizzazioni e istituzioni internazionali, protestando non solo perché non vengono incluse nelle discussioni, ma chiedendo invece che siano completamente smantellate a favore della formazione di un nuovo regime di governance – politica, economica, sociale – che rappresenti e responsabilizzi attivamente le persone al di sopra dei poteri consolidati. Questo non è un compito semplice. In realtà è probabilmente il più grande, il più monumentale e impegnativo compito che l’umanità abbia mai affrontato. E’ quindi necessario che la gente non sprechi il proprio tempo, non sprechi il proprio voto, la proprie voci, idee e lavori insieme per promuove un vero cambiamento umano progressivo. C’è ancora speranza nell’umanità, ma fintanto che permettiamo al potere di accumulare più potere, non possiamo aspettarci che le cose vadano meglio per la maggioranza. Dobbiamo approfittare delle nostre libertà, al fine di lottare e conservarle. Noi possiamo sia essere liberi pensatori e dirigere il corso della nostra vita o possiamo diventare schiavi dei banchieri.


Andrew Gavin Marshall è un collaboratore frequente di Global Research
leggi gli altri suoi articoli tradotti e pubblicati da http://nwo-truthresearch.blogspot.com:

[b]Dalla Depressi



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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car amici,
http://www.youtube.com/watch?v=6cA4Hz71 ... re=related
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IL PIU’ GRANDE CRIMINE

Di Paolo Barnard

Settembre 2010

Questo saggio vi parla del più grande crimine in Occidente dal secondo dopoguerra a oggi. Milioni di esseri umani e per generazioni furono fatti soffrire e ancora soffriranno per nulla. I dettagli e l’ampiezza della loro sofferenza sono impossibili da rendere in parole. Soffrirono e soffriranno per una decisione che fu presa a tavolino da pochi spregiudicati criminali, assistiti dai loro sicari intellettuali e politici.

Essi sono all’opera ora, mentre leggete, e il piano di spoliazione delle nostre vite va intensificandosi giorno dopo giorno, anno dopo anno. La decisione di cui parlo si è materializzata in un progetto di proporzioni storiche come pochi prima, architettato con un dispiegamento di mezzi impressionante, quasi impossibile da concepire per una mente comune, e una finalità che toglie il respiro solo a considerarla: la distruzione degli Stati sovrani, delle leggi, delle classi lavoratrici, e di ogni virgulto rimasto di democrazia partecipativa in tutto l’Occidente, per profitto. Fu letteralmente deciso a tavolino, e ci sono riusciti: nomi e cognomi, date e fatti, nelle righe che seguono.


Continua >>>>
http://www.paolobarnard.info/docs/Il_Pi ... rimine.pdf















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SUMMIT DI LISBONA: LA NATO SI PROCLAMA
FORZA MILITARE GLOBALE


DI RICK ROZOFF
rickrozoff.wordpress.com

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Dal vertice recentemente concluso della NATO (North Atlantic Treaty Organization) in Portogallo Washington ha ottenuto tutto quello che chiedeva ai suoi 27 alleati della Nato -almeno 20 partner della NATO che forniscono truppe per la guerra in Afghanistan- all’UE e alla Russia.
L’Alleanza Atlantica controllata dagli USA ha approvato senza riserve e anche senza delibere il piano americano che prevede di includere tutta l’Europa nel sistema missilistico di intercettazione mondiale del Pentagono e della sua Missile Defense Agency (MDA). La dichiarazione del vertice afferma: "La NATO manterrà una giusta combinazione di forze di difesa convenzionali, nucleari, e missilistiche. La difesa missilistica diventerà parte integrante della nostra posizione di difesa globale.". [1]
Nell’adottare il suo nuovo Concetto Strategico ha anche autorizzato un’analoga operazione di guerra informatica su scala continentale in combinazione con il nuovo USA Cyber Command del Pentagono -e per tutti gli scopi pratici sotto la sua direzione.
Ha inoltre ribadito l’impegno della coalizione sull’articolo 5 per rendere l’assistenza militare collettiva a ogni Stato membro sotto ipotetico attacco e esteso il concetto di attacco per includere categorie non-militari come computer, energia e minacce terroristiche. Il Concetto Strategico "riconferma il legame tra le nostre nazioni per difendere l’un l’altra contro l’attacco, anche contro nuove minacce alla sicurezza dei nostri cittadini". [2]
"I membri della NATO presteranno sempre reciproca assistenza contro un attacco, a norma dell’articolo 5 del Trattato di Washington. Tale impegno rimane fermo e vincolante. La NATO scoraggerà ogni minaccia di aggressione e difenderà da essa e dai problemi emergenti dove si minaccino la sicurezza fondamentale dei singoli alleati o l’Alleanza nel suo complesso".
Sia pure in mancanza di minacce militari convenzionali -come pure di quelle nucleari-, ovvero anche senza rischi di carattere militare nei riguardi dei membri della NATO nordamericani ed europei, altri pericoli –se pianificati- serviranno come base per l’attivazione dell’articolo 5. Essi includono attacchi o minacce alle reti di computer:
" Cyber-attacchi … possono raggiungere una soglia tale da minacciare la prosperità nazionale ed euro-atlantica, la sicurezza e la stabilità", afferma la NATO, per cui i suoi membri sono obbligati a "sviluppare ulteriormente la capacità di prevenzione, individuazione, difesa e recupero dai cyber- attacchi, anche mediante l’uso del processo di pianificazione della NATO di rafforzare e coordinare le capacità nazionali di cyber-difesa, portando tutti gli organismi della NATO sotto cyber-protezione centralizzata …. "
"Dipendenza" europea dal petrolio e dal gas naturale russo e il controllo delle vie marittime strategiche e rotte commerciali:
"Alcuni paesi della NATO diventeranno più dipendenti dai fornitori esteri di energia e, in alcuni casi, dalla fornitura estera di energia e di reti di distribuzione per il loro fabbisogno energetico. Dato che una quota sempre maggiore del consumo mondiale è trasportato in tutto il mondo, le forniture di energia sono sempre più a rischio di perturbazione".
E diverse altre questioni neanche lontanamente connesse a faccende militari [3]:
"Vincoli vitali ambientali e delle risorse, tra cui rischi per la salute, il cambiamento climatico, scarsità d’acqua e il fabbisogno energetico crescente condizioneranno ulteriormente il futuro contesto di sicurezza nelle aree di interesse per la NATO e avranno il potenziale per incidere in misura significativa nella pianificazione e nelle operazioni della NATO".
La NATO ha anche ribadito il suo impegno a mantenere armi nucleari tattiche americane in Europa, con il Concetto strategico che dichaira: "finché ci sono armi nucleari nel mondo, la NATO rimarrà una alleanza nucleare".
E l’alleanza si è allineata con il cambiamento della Casa Bianca e il Pentagono da un impegno precedente per il "taglio" delle truppe Usa e Nato in Afghanistan a partire dall’anno prossimo per quello che Washington ha di recente definito un progetto "provvisorio" e "aspirazionale", di una strategia "transitoria" che potrebbe vedere forze militari occidentali ancora sulla scena della nazione asiatica 15 o più anni dopo il loro arrivo. La dichiarazione del vertice di Lisbona afferma: "La transizione sarà basata sullo stato di fatto, non fissata da un calendario, e non equivale al ritiro delle truppe ISAF".
Non c’è nessuna nazione o gruppo di nazioni che ponga alla NATO una sfida seria, nessuno costituisce una minaccia per l’unico blocco militare del mondo, e quasi nessuno ancora si frappone alla sua espansione globale. "Tuttavia, nessuno dovrebbe dubitare della determinazione della NATO se la sicurezza di uno dei suoi membri dovesse essere minacciata… La dissuasione, basata su un adeguato mix di capacità nucleari e convenzionali, resta un elemento centrale della nostra strategia globale …. Finché esistono armi nucleare, la NATO rimarrà una alleanza nucleare".
"La garanzia suprema della sicurezza degli alleati è fornita dalle forze nucleari strategiche dell’alleanza, in particolare quelle degli Stati Uniti; le forze strategiche nucleari indipendenti del Regno Unito e della Francia, che hanno un loro ruolo di dissuasione, contribuiscono alla deterrenza complessiva e alla sicurezza degli alleati».
Formalizzando i cambiamenti internazionali degli ultimi undici anni -in Europa, Asia, Africa e nel Mare Arabico– il nuovo Concetto Strategico della NATO obbliga tutti gli stati membri e decine di partner a “sviluppare e mantenere forze convenzionali robuste, mobili e dispiegabili per svolgere sia i compiti dovuti dall’articolo 5 che le operazioni delle spedizioni dell’alleanza, comprese nella NATO Response Force", e "garantire la più ampia partecipazione possibile degli alleati alla pianificazione della difesa collettiva in ruoli nucleari, nella costruzione del tempo di pace delle forze nucleari".
Invocando il semi-sconosciuto slogan che dal 1989 è stato impiegato nell’anticipazione e poi nella realizzazione dei progetti per subordinare tutta l’Europa sotto il comando militare della NATO [4], i capi di stato dell’alleanza a Lisbona la settimana scorsa hanno anche approvato il completamento dei piani di espansione che interessano i Balcani e l’ex Unione Sovietica:
"Il nostro obiettivo di un’Europa libera e integra e della condivisione di valori comuni, sarebbe meglio servito dalla eventuale integrazione nelle strutture euro-atlantiche di tutti i paesi europei che lo desiderano.
"La porta per l’adesione alla NATO rimane completamente aperta a tutte le democrazie europee che condividono i valori della nostra alleanza, che sono disposti e in grado di assumersi le responsabilità e gli obblighi di adesione, e la cui inclusione possa contribuire alla sicurezza comune e alla stabilità".
In particolare, la NATO "continuerà a sviluppare l’associazione con l’Ucraina e la Georgia nelle Commissioni NATO-Ucraina e NATO-Georgia, sulla base della decisione della Nato al summit di Bucarest del 2008" e "favorire l’integrazione euro-atlantica dei Balcani occidentali". Una menzione particolare è stata fatta riguardo la Bosnia, la Macedonia, il Montenegro e la Serbia.
La Commissione NATO-Georgia è stata istituita nel settembre del 2008, il mese dopo la guerra dei cinque giorni tra la Georgia e la Russia, che fu iniziata dal governo di Mikhail Saakashvili a Tbilisi, una settimana dopo che 1000 soldati Usa completarono l’esercitazione militare Immediate Response 2008 NATO Partnership for Peace, mentre le truppe e le attrezzature americane erano ancora in Georgia.
La decisione del vertice di Bucarest su un’eventuale adesione piena della Georgia e dell’Ucraina nella NATO e la creazione della Commissione NATO-Georgia ha dato luogo ad un Annual National Program per accelerare l’integrazione della Georgia nella NATO. Il percorso tradizionale di adesione, un Membership Action Plan (MAP), non è stato presentato alla Georgia nel 2008 a causa di due disposizioni NATO: una è quella per cui gli Stati membri non possono essere coinvolti in persistenti dispute territoriali (per questo motivo, per esempio, a Cipro non sarebbe stata data un MAP se fosse stata sul punto di aderire al Partenariato per la Pace) e l’altra che non ci possono essere forze militari straniere -vale a dire non-NATO- sul suolo di un potenziale socio.
Il governo georgiano rivendica le ormai indipendenti nazioni di Abkhazia e Ossezia del Sud come proprie e due anni fa ci sono stati piccoli contingenti di peacekeepers russi in entrambi i paesi. La Commissione NATO-Georgia e NATO e l’Annual National Program della NATO -un veicolo unico per integrare Georgia (e Ucraina) nella NATO bypassando i vincoli di cui sopra di un MAP – sono completati dalla Carta per il Partenariato Strategico (Charter on Strategic Partnership) Stati Uniti-Georgia la quale fu annunciata poco dopo la guerra del 2008 e firmata il 9 gennaio 2009. (La consimile Carta per il Partenariato Strategico Stati Uniti-Ucraina è stata firmata tra il segretario di Stato Condoleezza Rice e il ministro degli Esteri ucraino Volodymyr Ogryzko il 19 dicembre 2008).
La tesi di molti osservatori, compreso chi scrive, è che l’attacco georgiano in Ossezia del Sud il 7 agosto 2008 sarebbe stato, in caso di successo, immediatamente seguito da uno in Abkhazia, eliminando in tal modo gli ostacoli di cui sopra al pieno sviluppo della NATO nel Caucaso meridionale.
Il Parlamento della NATO, nella sessione autunnale dell’Assemblea in Polonia, il 12-16 novembre ha approvato una risoluzione che chiama l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud "territori occupati", che ha portato il Ministero degli Esteri dell’Abkhazia a rispondere:
"La NATO è un’organizzazione che ha contribuito alla militarizzazione intensiva della Georgia per molti anni, fomentando la mentalità revanscista della leadership georgiana, che ha portato nell’agosto 2008 a spargimenti di sangue in Ossezia del Sud". [5]
Il presidente Barack Obama ha tenuto un colloquio col georgiano Saakashvili, a margine del vertice di Lisbona il 19 novembre.
I piani della NATO per una penetrazione più a est e a sud di ciò che molta gente pensa che sia l’Europa non sono limitati al Caucaso.
Il vertice di Lisbona, approvando la nuova dottrina della coalizione, ha anche affermato per la prima volta senza mezzi termini che la portata della NATO è tanto ampia quanto il mondo stesso:
"La promozione della sicurezza euro-atlantica è meglio garantita attraverso una vasta rete di relazioni con i paesi partner e organizzazioni in tutto il mondo".
Il presidente Obama e gli altri 27 capi di Stato della NATO hanno approvato il nuovo Concetto Strategico, che inoltre afferma:
"Siamo fermamente impegnati nello sviluppo di relazioni amichevoli e di cooperazione con tutti i paesi del Mediterraneo, e abbiamo intenzione di sviluppare ulteriormente il Mediterranean Dialogue nei prossimi anni. Attribuiamo grande importanza alla pace e alla stabilità nella regione del Golfo, e intendiamo rafforzare la nostra cooperazione nella Istanbul Cooperation Initiative".
Il Mediterranean Dialogue comprende la NATO e sette paesi in Africa e in Medio Oriente: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia.
La Istanbul Cooperation Initiative del 2004 [6], mira al potenziamento delle partnership del Mediterranean Dialogue al livello di quelle del programma NATO "Partenariato per la Pace, che ha preparato 12 nazioni in Europa orientale per la piena adesione a partire dal 1999: Albania, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca , Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.
Viene anche consolidato il legame con i sei membri del Gulf Cooperation Council – Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti – in qualità di partner militari della NATO. Giordania ed Emirati Arabi Uniti sono paesi contributori ufficiali di truppe (Troop Contributing Nations –TCN) per la International Security Assistance Force in Afghanistan della NATO, come sono membri del Partenariato per la Pace della Georgia e dell’Ucraina nell’ex spazio sovietico e in Bosnia, Macedonia e Montenegro nei Balcani.
Lo scorso fine settimana la NATO ha promesso di "approfondire la cooperazione con gli attuali membri del Mediterranean Dialogue e di essere aperta all’inclusione in esso di altri Paesi della regione" e di "sviluppare un più profondo partenariato per la sicurezza con i nostri partner del Golfo e di rimanere pronti ad accogliere nuovi partner nella Istanbul Cooperation Initiative". Cioè, includere tutto il Medio Oriente e l’Africa settentrionale nella sua più ampia connnessione militare con un occhio alle nazioni come l’Iraq [7], Libano, Palestina, Yemen, Libia, Somalia, Gibuti, Etiopia, Senegal, Mali, Niger, Ciad e anche il Kenya.
La dichiarazione del summit ha confermato la prosecuzione dell’Operazione Active Endeavour, "l’operazione marittima nel Mediterraneo per il nostro articolo 5", l’operazione Ocean Shield al largo del Corno d’Africa, il trasporto aereo di di truppe ugandesi in Somalia per i combattimenti e il sostegno alla Forza africana in attesa e la Training Mission NATO in Iraq.
Oltre ai dettagli dei piani di espansione in Europa, Asia e Africa una dopo l’altra, la NATO ha annunciato che ora è una formazione politico-militare internazionale. La dichiarazione del vertice ha espresso "profonda gratitudine per la dedizione, la professionalità e il coraggio dei più di 143.000 uomini e donne provenienti da paesi alleati e partner, che vengono dispiegati nelle operazioni e le missioni della NATO".
La sua nuova dottrina afferma anche: "unica nella storia, la NATO è un’alleanza di sicurezza che mette in campo forze militari in grado di operare insieme in qualsiasi ambiente; capace di controllare operazioni dovunque attraverso la sua struttura di comando militarmente integrata…."
La NATO Response Force (NRF) della coalizione "fornisce un meccanismo per generare una elevata prontezza e un pacchetto di forze tecnologicamente avanzate costituito da elementi di terra, aria, mare e delle forze speciali che può essere schierato rapidamente in operazioni ovunque sia necessario." (8)
La NRF è stata proposta dall’allora Segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfeld, nel settembre del 2002 e formalizzato in occasione del vertice NATO di Praga nel novembre dello stesso anno. Essa ha effettuato la sua prima esercitazione a fuoco, la Steadfast Jaguar su grande scala del 2006, nella nazione dell’Africa occidentale dell’isola di Capo Verde. Alla fine dell’anno fu affermato che essa aveva piena capacità operativa formata da un massimo di 25.000 uomini "fatto di componenti di terra, aria, mare e delle forze speciali… in grado di svolgere missioni in tutto il mondo attraverso l’intero spettro delle operazioni." [9]
Alludendo in parte alla NRF, il nuovo Strategic Concept dichiara:
"Dove la prevenzione dei conflitti non abbia esito, la NATO sarà preparata e in grado di gestire le ostilità in corso. La NATO ha capacità uniche di gestione dei conflitti, compresa la facoltà senza pari di implementare e sostenere vigorose forze militari in campo".
Essa impegna inoltre i Paesi membri a "sviluppare ulteriormente la dottrina e le capacità militari per organizzare gli interventi, tra cui quelli per anti-insurrezione, stabilizzazione e ricostruzione".
A Lisbona, Obama ed i suoi colleghi capi di Stato hanno convenuto che:
"Noi, i leader politici della NATO, siamo determinati a continuare il rinnovamento della nostra alleanza in modo che sia adatta allo scopo di affrontare le sfide alla sicurezza del 21° secolo. Siamo fermamente impegnati a conservare la sua efficacia come l’alleanza politico-militare di maggior successo del mondo".
L’unica coalizione militare mondiale non protegge l’Europa da minacce chimeriche nucleari e missilistiche o dalle questioni che sono meglio affrontate dai rispettivi membri della sua magistratura, dalle forze di sicurezza interna ed ambientali,dai ministeri e dipartimenti dell’immigrazione, dell’energia, della salute pubblica e dalle unità di crisi.
Impiega piuttosto il continente europeo come una base operativa per le campagne e gli dispiegamenti militari ovunque altrove.
Tale ruolo è stato consolidato con l’integrazione militare di Stati Uniti, NATO e Unione europea [10]. Il 19 novembre il presidente della Consiglio europeo della UE, Herman Van Rompuy, si è rivolto ai leader della NATO a Lisbona e ha detto "la capacità delle nostre due organizzazioni per plasmare le nostre future condizioni di sicurezza sarebbe enorme se lavorassero insieme. È ora di abbattere le pareti restanti tra loro". [11]
La nuova dottrina della NATO del 21° secolo, afferma:
"L’Unione europea è un partner unico ed essenziale per la NATO. Le due organizzazioni condividono la maggioranza dei soci, e tutti i membri di entrambe le organizzazioni condividono valori comuni. La NATO riconosce l’importanza di una difesa europea più forte e più capace. Accogliamo con favore le entrata in vigore del trattato di Lisbona, che fornisce un quadro per rafforzare le capacità dell’UE di affrontare le sfide comuni.
"Alleati non comunitari rappresentano un significativo contributo a tali sforzi. Per il partenariato strategico tra la NATO e l’UE, il loro pieno coinvolgimento in queste iniziative è essenziale. La NATO e l’UE possono e devono giocare ruoli di rafforzamento in modo complementare e reciproco".
La NATO ha anche acquisito un nuovo partner in Eurasia, uno con il territorio più grande del mondo, che si estende dal Baltico e il Mar Nero fino al Pacifico: la Russia. Il soggetto di un altro articolo.





Fonte: http://rickrozoff.wordpress.com
Link: http://rickrozoff.wordpress.com/2010/11 ... ary-force/

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ETTORE MARIO BERNI
1) North Atlantic Treaty Organization Lisbon Summit Declaration http://www.nato.int/cps/en/natolive/off ... essrelease
2) Strategic Concept For the Defence and Security of The Members of the North Atlantic Treaty Organisation http://www.nato.int/lisbon2010/strategi ... 10-eng.pdf
3) Thousand Deadly Threats: Third Millennium NATO, Western Businesses Collude On New Global Doctrine Stop NATO, October 2, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/10 ... l-doctrine
4) Berlin Wall: From Europe Whole And Free To New World Order Stop NATO, November 9, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/11 ... orld-order
5) Russian Information Agency Novosti, November 18, 2010
6) NATO In Persian Gulf: From Third World War To Istanbul Stop NATO, February 6, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08 ... o-istanbul
7) Iraq: NATO Assists In Building New Middle East Proxy Army Stop NATO, August 13, 2010 http://rickrozoff.wordpress.com/2010/08 ... proxy-army
8) North Atlantic Treaty Organization Allied Command Operations http://www.aco.nato.int/page349011837.aspx
9) North Atlantic Treaty Organization The NATO Response Force http://www.nato.int/cps/en/natolive/topics_49755.htm
10) EU, NATO, US: 21st Century Alliance For Global Domination Stop NATO, February 19, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08 ... domination
11) EUobserver, November 21, 2010



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 28/11/2010, 18:08 
Caro TTE, ringraziandoti per tutti i link che posti [:D] mi permetto di segnalarti un commento che fa un po' da "contraltare" all'ultimo scritto di Barnard, che peraltro ho seguito e apprezzato molto (ricordo alcuni suoi video dove parla "fuori dai denti" della questione palestinese), che però di economia pare abbia "poche idee ma confuse" [:26]
"Il più grande crimine (dare una penna a Barnard)"

Volevo poi segnalare sempre in tema economico questo articolo:
"Crisi finanziaria e nuovo ordine mondiale" (in 3 parti)

oltre ad altri due articoli dello stesso blog:
"Todo para el pueblo, pero sin el pueblo"
"Gufi di qua, gufi di là"

poi questa traduzione:
[url=http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=2103&forum=53
]"Gridare al lupo: Allarmi terrorismo basati su intelligence inventata"[/url]

e questa intervista video in cui si parla della vicenda Moro e non solo:
"Intervista a Solange Manfredi" (in 3 parti su youtube)

(spero di non aver fatto casino con i link! [:4] )


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MessaggioInviato: 02/12/2010, 18:13 
non so se gia è stato visto-



ma considrando che qualcuno fa il suo nome in un eventuale governo piu o meno di transizione ho voluto ricordarlo

ciao


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Cita:
viaggiatore ha scritto:

considerando che qualcuno fa il suo nome in un eventuale
governo piu o meno di transizione ho voluto ricordarlo



Mi sembra giusto.... [8D]



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