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 Oggetto del messaggio: [Riepilogo] Immagini astronomiche dal web
MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:25 
Propongo qui di fila, tutte le immagini che ho caricato nel corso del tempo in ufoforum, spero sia una cosa gradita.

Nel tempo aggiornero' periodicamente il topic con altre immagini e testo correlato. Eventualmente se volete il testo relativo alle immagini postate, cerco di ritrovarlo nei post precedenti.

Buona visione! [8D]


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MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:27 
Stelle senza nome

I nomi delle stelle sono belli:
Sirio, Andromeda, l'orsa, i due Gemelli.
Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?
Son più di cento volte centomila.
E in fondo al cielo, non so dove e come,
c'è un milione di stelle senza nome:
Stelle comuni, nessuno le cura,
ma per loro la notte è meno scura.


Gianni Rodari (1920-1980) nel 1970 vince il premio Andersen, considerato un premio Nobel della letteratura per l'infanzia.

Il 23 Ottobre, avrebbe compiuto 90 anni.

credit photo: Bob Franke


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MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:28 
La Nebulosa Tarantola


La Nebulosa Tarantola (nota anche come NGC 2070) è la più grande regione H II (pronunciato regione acca secondo, cioè una nebulosa a emissione associata con stelle giovani, blu e calde dei tipi OB ed è il termine che indica l'idrogeno ionizzato) conosciuta all'interno delle galassie del Gruppo Locale: le sue dimensioni reali infatti superano i 500 anni luce di diametro e la sua luminosità è talmente alta che, nonostante la distanza di bel 170.000 anni luce, si può ben osservare anche con un semplice binocolo. La Nebulosa Tarantola si trova nella Grande Nube di Magellano, la più estesa delle galassie satelliti della Via Lattea. Le sue dimensioni sono di circa 800 anni luce e se si trovasse alla stessa distanza della Nebulosa di Orione (1500 a.l.), la più nota regione di formazione stellare della nostra Via Lattea, si estenderebbe in cielo come 60 lune piene e la sua luce sarebbe persino in grado di generare ombre.

Un binocolo la rivela come un oggetto di natura nebulare e dalla forma rozzamente sferica; un telescopio di piccole dimensioni può essere in grado di mostrare alcune delle strutture allungate che dal centro della nebulosa si diramano in più direzioni, caratteristica questa che ha conferito il nome proprio a quest'oggetto celeste.

La Nebulosa Tarantola è una delle regioni conosciute all'interno del Gruppo Locale in cui la formazione stellare è più attiva: l'intera nebulosa infatti è circondata da un gran numero di giovani stelle calde e blu, molte delle quali sono raggruppate a formare degli ammassi aperti molto luminosi. In questa nebulosa nel 1987 si è osservata l'esplosione di una supernova, che fu la prima visibile ad occhio nudo (raggiunse la quarta magnitudine) da oltre 400 anni.


credit photo: J.P.Gleason

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MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:30 
Tornare a casa...

Lo shuttle Discovery tocca la pista d’atterraggio del Kennedy Space Center, in Florida. La pista è lunga 4.600 metri e larga 90, circa il doppio delle normali piste d’atterraggio per voli commerciali. Il fondo è costituito da uno strato di cemento spesso 41 centimetri, scanalato per drenare l’acqua e generare attrito. Inizialmente, gli ingegneri avevano un po’ esagerato con l’attrito: dopo alcuni atterraggi problematici, si è quindi provveduto a levigare la superficie della pista.

L'addestramento è un requisito assolutamente necessario per i piloti poiché lo Space Shuttle non possiede dei propulsori atmosferici (come quelli dei normali aerei) che permettono di ritentare l'atterraggio se l'avvicinamento alla pista non è corretto. Dopo il rientro, lo Shuttle è essenzialmente un aliante molto pesante (è a volte soprannominato 'flying brick' - 'mattone volante') e quindi ha solo una opportunità di atterraggio.

credit photo: NASA


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MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:33 
Il mondo visto dallo spazio

Autunno

Una foglia autunnale imbiancata dai primi fiocchi di neve? Niente di tutto ciò: si tratta invece dei Fiordi islandesi, penisole modellate da ghiacciai, acqua e vento che caratterizzano quasi la metà della costa islandese. Il satellite Landsat 7 ha posato il suo obiettivo sui Fiordi dell'ovest, protesi verso il mare dell'Islanda nord-occidentale. Quella dei fiordi occidentali è la regione costiera più scarsamente popolata dell'Islanda.


credit photo: NASA



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MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:34 
…quindi Palomar passa ad osservare Giove:



«nella sua mole maestosa ma non grave, Giove ostenta due strisce equatoriali come una sciarpa guarnita di ricami intrecciati, d’un verde cilestrino. Effetti di tempeste atmosferiche immani si traducono in un disegno ordinato e calmo, d’elaborata compostezza. Ma il vero sfarzo di questo pianeta lussuoso sono i suoi sfavillanti satelliti, ora in vista tutti e quattro lungo una linea obliqua, come uno scettro splendente di gioielli. Scoperti da Galileo e da lui chiamati ‘Medicea Sidera’, Astri dei Medici, ribattezzati poco dopo con nomi ovidiani - Io, Europa, Ganimede, Callisto - sembrano irradiare un ultimo bagliore di Rinascimento neoplatonico, come ignari che l’ordine delle sfere celesti si è dissolto, proprio per opera del loro scopritore. Un sogno di classicità avvolge Giove; fissandolo nel telescopio il signor Palomar resta in attesa di una trasfigurazione olimpica...La notte dopo, il signor Palomar torna sul suo terrazzo, a rivedere i pianeti ad occhio nudo: la grande differenza è che qui è obbligato a tener conto delle proporzioni tra il pianeta, il resto del firmamento sparso nello spazio buio da tutti i lati, e lui che guarda, cosa che non succede se il rapporto tra l’oggetto separato pianeta messo a fuoco dalla lente e lui soggetto, in un illusorio faccia a faccia. Nello stesso tempo egli ricorda di ciascun pianeta l’immagine dettagliata vista ieri sera, e cerca di inserirla in quella minuscola macchia di luce che perfora il cielo. Così spera di essersi appropriato veramente del pianeta, o almeno di quanto di un pianeta può entrare dentro un occhio.»...



Da “Palomar” di Italo Calvino

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MessaggioInviato: 27/10/2010, 09:37 
Questa immagine di 34 gradi per 20 ci fa provare quello che astrofili in tutto il mondo sperimentano. L’incredibile bellezza e fascino di questa vista sono pero’ dovuti soprattutto alla qualita’ del sito osservativo e all’abilita’ di Stéphane Guisard, l’astrofotografo rinomato in tutto il mondo, che e’ anche ingegnere dell’ESO. Questa immagine deve il suo splendore alla qualita’ del cielo al Paranal, uno dei luoghi migliori del pianeta, e sede del Very Large Telescope dell’ESO. Inoltre Guisard ha sfruttato la sua esperienza professionale come ingegnere ottico specializzato in telescopi, una rara combinazione nel mondo degli astrofotografi. Guisard, in qualita’ di capo della squadra di ingegneri ottici al Paranal, si deve assicurare che il Very Large Telescope abbia la migliore performance ottica.

Per creare questo stupefacente mosaico a colori naturali della regione del Centro Galattico, Guisard ha unito 1200 immagini individuali, per piu’ di 200 ore di esposizione, raccolte in oltre 29 notti da Guisard nel suo tempo libero , mentre lavorava durante il giorno al Paranal.

L’immagine mostra la regione del cielo tra la costellazione di Sagittarius (l’Arciere) e Scorpius (lo Scorpione). Sulla destra spicca la regione ricca di colori di Rho Ophiuchi e Antares, anche se si stagliano anche regioni molto piu’ scure, come la nebulosa della Pipa e quella del Serpente. La fascia polverosa della nostra Via Lattea, punteggiata di nebulose luminose e rosse come la Nebulosa Laguna, la Trifida, NGC 6357 e NGC 6334, attraversa l’immagine in obliquo. Questa fascia oscura ospita anche il centro vero e proprio della nostra Galassia, in cui si nasconde un buco nero supermassiccio.


"L’area di cielo che ho immortalato in questa immagine e’ incredibilmente ricca e, a mio parere, una delle piu’ belle," dice Guisard.

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Magiche...



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Davvero magiche!!
sembra un reportage da documentario
Bellissimo [8D] grazie Kasimir



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Belle belle! [:264]


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Bellissimo, grazie, x me alla seconda parto già con la mente e non sono più sulla Terra, meglio di una qualsiasi ipnosi (penso) [:)]

cinzia



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IL CERCHIO DI IPPARCO

Attribuito ad Ipparco di Nicea, astronomo greco del 2° secolo avanti Cristo, fu probabilmente ideato molto tempo prima.

Questo strumento è una sorta di calendario naturale che serve per individuare la data esatta del verificarsi dell’Equinozio quindi per fissare l’inizio della Primavera e dell’Autunno. Soltanto il 20 o il 21 marzo e il 22 o il 23 settembre, giorni dell' equinozio, la metà superiore dell'anello metallico proietta la sua ombra sulla metà inferiore dell'anello stesso.

Poiché l’Equinozio è il momento in cui il Sole, passando dall’emisfero Nord a quello Sud (o viceversa), giace esattamente sulla verticale dell’Equatore terrestre, se disponiamo un cerchio perfettamente parallelo all’Equatore in tale occasione, e solo in tale occasione, l’ombra proiettata dal cerchio su una qualunque supeficie piana assume rigorosamente la forma di una linea (intersezione tra il piano del cerchio e il piano della superficie) e l’ombra della parte alta del cerchio si proietta esattamente sul bordo interno inferiore che, a differenza degli altri giorni, risulta non illuminato; in tutti gli altri giorni dell’anno il cerchio proietta un’ombra a forma di ellisse più o meno schiacciata.

Quindi il nostro cerchio è orientato come l’equatore celeste che è la proiezione dell’equatore terrestre sulla volta del cielo. La sua inclinazione sul piano orizzontale dipende quindi dalla nostra latitudine.

IPPARCO di Nicea

Ipparco (o Hipparcos) nacque a Nicea (l'odierna Iznik in Bitinia, Turchia).
Tolomeo gli attribuisce osservazioni astronomiche dal 147 a.C. al 127 a.C.; anche osservazioni più antiche, a partire dal 162 a.C., possono essere attribuite a lui. La data della sua nascita (190 a.C. circa) è stata calcolata da Delambre proprio in base al lavoro di Ipparco.
Allo stesso modo, dall'esistenza di pubblicazioni sulle analisi delle sue ultime osservazioni si suppone che Ipparco deve essere vissuto oltre il 127 a.C. Per il suo lavoro sappiamo anche che ottenne informazioni da Alessandria e dalla Babilonia, ma non è noto se e quando ne abbia visitato i luoghi.
Si presume che sia morto nell'isola di Rodi, dove trascorse gran parte della sua vita matura.
Ipparco è riconosciuto come il padre della scienza astronomica.
È spesso citato come il più grande astronomo osservativo greco, e molti lo reputano il principale astronomo dei tempi antichi.

Nel 134, a seguito dell’apparizione di una stella nova, decise di compilare un catalogo in cui registrare la posizione di tutte le stelle visibili e note. Nel suo primo catalogo stellare, Ipparco inserì circa 1080 stelle, registrando per ognuna la latitudine e la longitudine sulla sfera celeste, con la precisione permessa dall'assenza di orologi, di telescopio o di altri strumenti moderni.
Ipparco non trascurò di indicare la luminosità degli astri, che utilizzò quale parametro per una classificazione che assegnava ciascuna stella in sei gruppi. Questo sistema di misurazione della luminosità (magnitudine) degli astri, leggermente modificato nel corso del 1800, è utilizzato ancora oggi.

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Cita:
donnacinzia ha scritto:

Bellissimo, grazie, x me alla seconda parto già con la mente e non sono più sulla Terra, meglio di una qualsiasi ipnosi (penso) [:)]

cinzia


Grazie

ma quello che mi preme sottolineare è il fatto che ad ogni immagine ci sarebbe anche il suo testo piu' o meno scentifico allegato. Non è solo una galleria fotografica quindi, ma anche qualcosa di piu' per chi vuole informarsi! [:)]



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