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 Oggetto del messaggio: Il dissesto idrogeologico e l'assenza dello Stato
MessaggioInviato: 04/11/2010, 13:48 
Nubifragio a Crotone, persone su tetti delle case
Ruscello allaga strade, acqua nei piani bassi, auto trascinate

04 novembre, 11:41

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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 69866.html


CROTONE - Un nubifragio, che si è abbattuto nella notte sulla zona sud di Crotone, ha provocato numerosi allagamenti e costretto alcuni abitanti dei piani bassi a cercare rifugio sui tetti delle abitazioni, da dove sono stati soccorsi dai vigili del fuoco. I danni maggiori si sono verificati nelle zone di Trafinello e Tufolo, già colpite nel 1996 da un'alluvione che provocò sei vittime. A causa della pioggia abbondante, un vecchio ruscello che scorre nella zona si è ingrossato, allagando strade ed abitazioni e trascinando per centinaia di metri le automobili. I vigili del fuoco sono intervenuti con i gommoni per mettere in salvo le persone. In alcune zone, l'acqua ha invaso i piani più bassi ed i garage, arrivando ad un metro e mezzo di altezza. Sulla zona continua a piovere anche se con minore intensità.

SOSPESI TRENI CON CATANZARO - E' stata sospesa, a causa del maltempo, la circolazione dei treni sulla linea tra Crotone e Catanzaro Lido. La decisione è stata adottata da Trenitalia per l'allagamento dei binari e la presenza di detriti sulla tratta ferroviaria tra Isola Capo Rizzuto e Crotone. Istituito un servizio di bus sostitutivi tra le stazioni di Crotone e Cutro. A Crotone, nel quartiere Gabelluccia, sono crollati 300 metri di muro perimetrale della linea ferroviaria. I detriti sono finiti in parte su una strada comunale che costeggia l'area. L'arteria è stata chiusa con provvedimento emesso dal Comune. Sospesa dalle 6 alle 8,35 anche la circolazione sulla linea Sibari-Crotone per l'allagamento dei binari tra Cirò e Torre Melissa. I treni percorrono ora la linea con limitazioni di velocità. Durante l'interruzione, Trenitalia ha predisposto un servizio di bus sostitutivi tra Crotone e Cirò.

CALABRIA, RICERCHE DISPERSO CONCENTRATE IN MARE - Sono concentrate nel tratto di mare antistante il porto turistico di Tropea le ricerche, ancora senza esito, di Francesco La Rosa, l'uomo di 61 anni, disperso da martedì. L'uomo si trovava in un terreno di sua proprietà vicino ad un torrente ingrossato dalle piogge nei pressi del porto turistico della cittadina tirrenica. Alle operazioni di ricerca, che sono riprese stamani, partecipano le motovedette e i sommozzatori della Capitaneria di porto e una motobarca dei vigili del fuoco di Vibo Valentia. Per tutta la giornata di ieri nel terreno di proprietà di La Rosa, vicino al torrente Vurmaria, hanno operato alcune pale e mezzi meccanici, presenti i familiari di La Rosa che hanno seguito le attività di ricerca.

PO CONTINUA A CRESCERE, VERSO 3/A PIENA DI SEMPRE - La protezione civile dell'Emilia-Romagna ha confermato il preallarme per la piena del Po, valutando un ulteriore incremento della portata del grande fiume, ieri stimata in 6.500 metri cubi al secondo a Pontelagoscuro (Ferrara) e oggi prevista invece attorno a 7.000 mc alle 2 della prossima notte. E' una piena - ha spiegato il direttore della Protezione civile, l'ing.Demetrio Egidi - che seppure risulterà la terza di sempre, dopo le due "terribili" dell'ottobre 2000 quando furono raggiunti i 9.700 mc, sarà tutto sommato "classica" e non dovrebbe fare danni significativi. All'epoca invece furono molto grandi, nell'ordine di centinaia di milioni di euro, soprattutto tra Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. In questo caso le piogge battenti, col picco di 300 mm nel Modenese, hanno provocato qualche frana e smottamento, il crollo di un ponte malandato a Frassinoro (Modena) e sempre a Frassinoro la messa in sicurezza del metanodotto e poco altro. Peggio sta il Veneto, dove sono caduti 400 mm: a questo proposito stamattina Egidi ha mandato a Padova una squadra di specialisti per valutare l'impegno di uomini, mezzi e volontari da inviare in aiuto e dove posizionare le potenti idrovore a disposizione, capaci di smaltire un milione di litri all'ora. Il Veneto ha gradito l'offerta, ringraziando l'impegno dell'Emilia-Romagna pur alle prese con i propri problemi. Intanto sta migliorando la situazione del Po a Piacenza. Il livello dovrebbe scendere sotto il livello di 3,5 metri sopra lo zero idrometrico.

La previsione è che ciò accada alle 19 e a quel punto potrà essere disposta la riapertura del ponte provvisorio sul Po, la cui chiusura ha un impatto pesantissimo sul traffico locale. La protezione civile ha inoltre allertato la Capitaneria di Porto di Ravenna che il colmo di piena del Po dovrebbe transitare in Adriatico tra sabato e domenica: la buona notizia é che secondo l'Arpa il mare dovrebbe ricevere bene, non dovrebbe cioé fare da tappo. E' stata però annunciata la presenza in mare di tronchi, ramaglie a corpi flottanti che possono essere pericolosi per la navigazione. La capitaneria ha già predisposto avvisi ai naviganti, che soprattutto il sabato e la domenica aumentano di numero con i diportisti. La protezione civile interverrà per la rimozione del materiale galleggiante una volta spiaggiato. La situazione sarà monitorata costantemente fino a domenica e comunque fino all'esaurimento della piena e il ritorno a condizioni normali per la stagione. L'alta pressione, dunque niente piogge, è prevista fino a sabato.

IL VENETO CHIEDE AIUTO, ALLARME PER IL PO - Il Veneto grida aiuto. La pioggia si è spostata al Sud e ha lasciato il posto a un pallido sole, ma non ci sono urla di vittoria nella terra del 'modello' economico che ha fatto storia. C'é la conta dei tributi umani, con due vittime e un disperso. Ci sono i danni per decine e decine di milioni di euro, le famiglie che aspettano ancora l'elettricità nelle abitazioni, le strade invase ancora dall'acqua e ettari di terreno agricolo che sembrano piscine. "Siamo in ginocchio e dobbiamo farlo sapere" dice senza giri di parole il governatore Luca Zaia per sintetizzare il quadro regionale e quasi a fargli eco, su un piano nazionale, il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo parla dei fondi contro il dissesto idrogeologico programmati un anno fa in finanziaria e dice che è ora di aprire il capitolo risorse per dare attuazione di fatto al piano.

Un richiamo forte, come è forte il tono della lettera inviata da Zaia al premier Silvio Berlusconi: "Chiedo al Consiglio dei Ministri un intervento immediato, che riconosca compiutamente la situazione di crisi che si è determinata in Veneto, decidendo uno stanziamente straordinario per aiutare l'economia veneta a risollevarsi". Zaia plaude all'impegno di tutte le forze scese in campo per i soccorsi; ma non basta, come non basteranno - spiega - nemmeno "le ordinarie risorse che, in conseguenza dello stato di emeregenza, il governo stanzierà, come di consueto". A Vicenza, Caldogno, Monteforte D'Alpone, e negli altri oltre cento comuni veneti colpiti, l'opera per tornare alla normalità è in moto. A dare una mano, nella città berica, ci sono anche decine di volontari, di normali cittadini, che hanno accolto l'invito lanciato dal sindaco Achille Variati ad armarsi di stivali e vanghe per rimuovere la coltre di fango lasciata dall'acqua. Nel tardo pomeriggio è stata riaperta la A4 tra Verona e Vicenza e la Regione non è più tagliata in due. Il livello dei fiumi intanto scende ovunque, anche se nel padovano ci sono problemi per alcuni canali. Uno è esondato e ci sono 800 sfollati a Ronchi di Casalserugo. Più a sud, a cavallo tra rodigino ed Emilia Romagna, invece, si guarda con un certo timore alla piena del Po. In un giorno, secondo la Coldiretti, il livello idrometrico è cresciuto di due metri. La protezione civile emiliana, intanto, ha attivato la fase di preallarme per una decina di comuni, tra cui Rovigo e Ferrara. Come da previsioni, il maltempo, intanto, dopo aver lasciato dure ferite al nord - dalla Liguria al Friuli - è andato a colpire dalla serata di ieri le regioni meridionali. A farne le spese soprattutto la viabilità in Calabria, specie nel reggino e vibonese.

La Provincia di Reggio Calabria ha istituito un'unità di crisi per fronteggiare i danni. Problemi anche in Sicilia, con strade e case a Mazzara del Vallo (Trapani) allagate stamani da un nubifragio. In Basilicata una frana ha portato alla sospensione della circolazione ferroviaria tra Ferrandina e Salandra (Matera).


Video Ansa:
http://www.ansa.it/web/notizie/videogal ... 41204.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 04/11/2010, 22:59 
Adesso vediamo come se la cava Zaia con i fatti, a parole son capaci tutti..[8]



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 11:22 
Berlusconi e Bossi in Veneto. Zaia: "I soldi qui, poi a Pompei"

Il premier e il leader leghista nella regione più colpita dalle alluvioni promettono un sostegno già in Finanziaria. Il sindaco di Padova: "Parole vuote". E la folla li contesta. Napolitano: "Disastri ambientali perché non si rispettano le regole". La solidarietà di Baggio

MONTEFORTE D'ALPONE (VERONA) - L'aiuto dello Stato alle zone del Veneto alluvionate sarà "sostanzioso e immediato": è questa la promessa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, giunto questa mattina a Monteforte D'Alpone (Verona), da dove ha iniziato il sopralluogo nei comuni più colpiti dall'ondata di maltempo di questi giorni. Si provvederà ad inserirlo subito nella Finanziaria, spiega Berlusconi. Quanto alla proposta avanzata del governatore Zaia 1, che aveva ipotizzato di trattenere l'acconto Irpef sul territorio in modo da avere fondi immediati, il premier assicura: "Non ce ne sarà bisogno".

I soldi ci sono, conferma Bossi, che accompagna il premier nella visita, insieme al capo della Protezione civile Guido Bertolaso ed al governatore del Veneto Luca Zaia. "Con il mio amico Tremonti garantisco io", assicura il leader del Carroccio. "Solo parole", secondo il sindaco di Padova Zanonato, mentre dal presidente della Repubblica arrivano parole pesanti: "C'è il mancato rispetto delle regole alla radice di molti disastri ambientali" sottolinea Giorgio Napolitano. E "ci vogliono le leggi che dicano cosa fare e cosa no".

La visita alle zone colpite. E' partita proprio da uno dei luoghi simbolo della devastazione dell'alluvione - 35 milioni di danni, secondo il Comune, solo a Monteforte - la visita del premier, che si è conclusa a Padova. Un incontro atteso da giorni da sindaci, amministratori locali e rappresentanti delle categorie economiche, che più volte hanno denunciato in questi giorni di essere stati lasciati soli. "Non sono venuto prima per non disturbare i soccorritori", dice Berlusconi, ma abbiamo già avviato la pratica con l'Europa", che potrà coprire parte dei danni. E lo Stato non si tira indietro, promette: "Domani a Roma la Protezione Civile si incontrerà con il ministro Tremonti e con il governatore del Veneto, Luca Zaia".

Zaia: "I soldi prima qui, poi a Pompei". Zaia si è detto soddisfatto per le rassicurazioni ricevute. Ieri il governatore aveva proposto che il gettito Irpef del Veneto fosse mantenuto nella regione. Oggi chiede di privilegiare l'emergenza maltempo rispetto a quella di Pompei: "I soldi il Governo li deve dare prima al Veneto, poi a Pompei. Si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott'acqua", ha dichiarato.

Le contestazioni. Il premier loda i veneti, "grande gente", capace di una reazione "vigorosa e immediata". Ma la tensione rimane alta: a Padova un centinaio di manifestanti - giovani dei centri sociali, studenti e precari della ricerca - hanno scandito slogan contro il premier (da "Dimissioni" a "Bunga-bunga") davanti alla Prefettura, dove Berlusconi è arrivato insieme a Bossi, ultima tappa della visita. Ci sono stati scontri con le forze dell'ordine, che hanno sequestrato diversi striscioni. E il primo cittadino della città, Flavio Zanonato, non ha nascosto la sua delusione alla conclusione del vertice: "Impegni pressoché nulli, solo parole vuote. Ha parlato solo Berlusconi - riferisce - e noi no. Si è trattato soltanto di una piccola manifestazione alla quale abbiamo dovuto assistere. Non c'è una misura vera che sia stata annunciata". Le promesse di Berlusconi non hanno impressionato neppure il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli: "E' solo elemosina", taglia corto. E avanza una proposta: "Il governo rinunci al Ponte sullo Stretto di Messina, che costerà 8 miliardi di euro gettati a mare per affrontare, subito, le criticità più acute casate dal dissesto, non solo aiutando chi ha subito i danni delle alluvioni ma mettendo in sicurezza il territorio italiano su cui insistono oltre 500 mila frane ogni anno".

Per Enrico Letta Berlusconi è in ritardo e la Lega si nasconde. Il vicesegretario del Partito democratico chiede risposte concrete a partire "da una sospensione immediata dei tributi, per non soffocare aziende e famiglie già colpite dall'emergenza". E giudica necessaria "una deroga al Patto di Stabilità per i Comuni delle aree alluvionate".

"Emergenza sottovalutata". Non sono mancate dure polemiche 2 per la sottovalutazione dell'emergenza. E anche oggi in Veneto il maltempo non dà tregua: continua a piovere e a nevicare in quota, oltre i mille metri. Coldiretti avverte: sono 108, in totale, i comuni a rischio alluvione, 41 quelli a rischio frane e 12 quelli in pericolo su entrambi i fronti, mentre le operazioni di soccorso e messa in sicurezza vanno a rilento per l'inclemenza del tempo. Gravissimi i danni alle campagne, dove sono annegati oltre 150mila animali e sono andati persi interi raccolti di tabacco. Compromesse anche le coltivazioni di ortaggi e distrutte serre e fungaie, con perdite incalcolabili: la stima dei danni in totale è di un miliardo di euro.

Baggio: "Divido il World Peace Award con gli alluvionati". "Dividerò il premio che mi verrà consegnato in Giappone con tutta la brava gente della mia terra ferita a morte". Lo dice Roberto Baggio, che nel fine settimana riceverà a Hiroshima 3 il "World Peace Award 2010" assegnatogli da una giuria di Premi Nobel. L'ex campione azzurro ha voluto far sapere che la sua soddisfazione per il riconoscimento è offuscata dalla "calamità che ha colpito il Veneto. Io parto per il Giappone - ha detto - con il cuore in tormento".baggio

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/1 ... ref=HREA-1



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 11:26 
Alluvione di Vicenza: la colpa è della base americana Dal Molin ?




Dal blog di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2010/11/alluv ... index.html

Tra l'alluvione del Polesine del 1951 e quella di Vicenza del 2010 ci sono alcune importanti differenze. Nel 1951 piovve per due settimane, nel 2010 ha piovuto per tre giorni. Nel 1951 avvenne in gran parte per cause naturali, nel 2010 è stata frutto di un'abbandono e la cementificazione del territorio. Nel 1951 il Po non fu deviato dagli americani, nel 2010 il Bacchiglione, il fiume che ha inondato Vicenza, è stato deviato dagli americani per la base militare Dal Molin(vedi filmato). Infine, nel 1951 i giornali si occuparono del disastro, nel 2010 i giornali si occupano delle zoccole, ma non può piovere per sempre.

"Caro Beppe,
l’inondazione è arrivata a Vicenza improvvisamente. Il Bacchiglione è esondato. La gente si è scontrata con un’ondata d’acqua che invadeva strade, negozi e abitazioni nel centro storico come nei paesi. Gli esperti dicono che le cause sono state molte: un repentino cambiamento di temperatura ha comportato il veloce scioglimento della neve sui monti sovrastanti, l’eccezionale quantità d’acqua piovana caduta sulle Prealpi Vicentine in un arco di tempo così breve (450-500mm in 48 ore, 92mm a Vicenza fonte Arpav), nonché la mancata realizzazione di opere per la tutela del territorio previste già dopo l’inondazione del 1962 e mai realizzate. Aggiungiamo il vento di scirocco che ha aumentato la spinta del mare impedendo il deflusso delle acque, la cementificazione degli argini, la canalizzazione dei torrenti e la mancata manutenzione dovuta ai tagli ai finanziamenti (80% in meno rispetto agli anni scorsi) e il Bacchiglione non ha più retto. Alcune aree del vicentino sono alluvionate troppo spesso e con intensità sempre più frequente.
Sicuramente, conferma Giancarlo Albera del Comitato No Dal Molin, l’area su cui sorge ora la nuova base americana avrebbe potuto fungere da bacino di raccolta dell’acqua come avveniva in passato, invece ora l’estesa cementificazione di quel territorio (584 mila metri quadrati) si aggiunge ad un’urbanizzazione forsennata adoperata nell’ultimo decennio in tutto il territorio provinciale. Nonostante l’argine del fiume si sia rotto alcuni km più a monte, i lavori sul confine nord-est della base hanno previsto l’innalzamento dell’argine a discapito del limitrofo Comune di Caldogno, uno dei più colpiti. Si sa inoltre che è in atto una compressione della falda sottostante il Dal Molin, dovuta alle migliaia di pali piantati per le fondamenta che sottraggono un grande volume utile all’immagazzinamento dell’acqua, come più volte denunciato.
La lesione al territorio è in corso da molti anni, serviva forse un altro preavviso di quanto stava per accadere? Note le cause, si conoscono anche i rimedi: interventi strutturali e di rifacimento degli argini, creazione di bacini di laminazione e casse di grande espansione per lo sfogo delle acque. L’esondazione controllata in appositi vasi di espansione e tracimazione per “tagliano le punte di piena” nei punti strategici a monte del rischio previsti e mai realizzati a:
- Sandrigo per l’Astico da 8-10 milioni m3
- Caldogno per il Timonchio 3.8 milioni m3
- Trissino per l’Agno-Guà 3.8 milioni m3
- e per il Retrone servivano 1 milione di m3.
I politici di professione favoriscono interventi più visibili e per cui è facile ottenete consenso, strade o impianti sportivi, ma quello che serve qui veramente sono norme di salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico, la creazione di un piano fluviale regionale che ancora ad oggi è inesistente e la mappatura delle zone più a rischio. I comitati cittadini sono pronti a collaborare ma le istituzioni?" Laura Treu, MoVimento 5 Stelle



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 11:29 
Sicilia. Dissesto idrogeologico, a rischio 273 comuni

L'allarme emerge dall'indagine "Ecosistema rischio" curata da Legambiente e dipartimento della Protezione civile. Tra le città più esposte, nove su dieci non svolgono ancora un lavoro soddisfacente di mitigazione del dissesto idrogeologico

Sono 273 le città siciliane a rischio frane o alluvioni, cioè il 70% del totale. Esposte al pericolo sono 180 mila persone, il 4% dei siciliani. Sono i dati più rilevanti, che riguardano la Sicilia, dell'indagine effettuata da Ecosistema Rischio 2010 per "Operazione Fiumi", la campagna di sensibilizzazione e prevenzione organizzata da Legambiente e dipartimento della Protezione civile e dedicata al rischio idrogeologico, presentata oggi a Messina.

Tra i 9 capoluoghi, tutti classificati a rischio, la provincia più fragile è Caltanissetta, con l'86% dei centri a rischio, seguono Messina (84%), Agrigento e Trapani (entrambe 79%). Nel 90% dei Comuni si trovano abitazioni in aree golenali, alvei dei fiumi o zone franose, il 54% delle amministrazioni presenta interi quartieri in zone a rischio e il 67% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali. Preoccupante il quadro della situazione della messa in sicurezza del territorio: solo nell'8% dei casi sono state avviate iniziative di delocalizzazione di abitazioni dalle aree più a rischio, e la percentuale scende al 3 considerando gli insediamenti industriali.

Tra le città più a rischio, nove su dieci non svolgono ancora un lavoro complessivamente positivo di mitigazione del dissesto idrogeologico. I dati, commenta Francesca Ottaviani, portavoce della campagna, "restituiscono l'immagine di un territorio endemicamente fragile, in cui troppo spesso lo sviluppo urbanistico non ha tenuto adeguatamente conto del rischio. Mentre è prioritario mantenere alto il livello di attenzione rispetto all'assetto idrogeologico ed è urgente operare per rafforzare i vincoli all'urbanizzazione delle aree esposte a rischio, affinché vengano applicati in modo rigoroso".

Nell'ultimo anno, ricorda il presidente regionale di Legambiente, Mimmo Fontana, "purtroppo, la Sicilia ha assistito non solo alla tragica alluvione di Messina, Giampilieri e Scaletta Zanclea ma a una serie di episodi che hanno dimostrato come ormai anche semplici temporali possono arrivare a provocare vere e proprie tragedie: da Porto Empedocle ai Nebrodi, passando per la Collina Sant'Anna a Caltanissetta, la Sicilia si è dimostrata estremamente vulnerabile".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... i-8879647/



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 11:33 
Notizia meno recente, ma utile a fornire il quadro della situazione:

Alluvione a Padova, accuse al Comune
Residenti in rivolta, danni per milioni
Pioggia e grandine rovesciate su Padova da un improvviso nubifragio, mercoledì verso sera, hanno provocato il caos totale: città paralizzata, con il traffico in tilt ancora tre ore dopo, interi quartieri allagati, dalla zona degli ospedali al Portello, da Forcellini alla Stanga, automobilisti in crisi nell’impossibilità di raggiungere le proprie abitazioni


PADOVA. Cinque milioni di metri cubi d’acqua caduti su Padova in 50 minuti: dalle 18.20 alle 19.10 di mercoledì scorso. Con il risultato di danni per milioni di euro: cantine, garage e negozi allagati, automobili da buttare, strutture inagibili. La conta dei danni andrà avanti per giorni. I cittadini alluvionati dovranno mandare una lettera, con foto e stima dei danni, a Comune e AcegasAps.

«E’ stato un fenomeno di dimensioni mostruose - spiega l’assessore alle Manutenzioni Umberto Zampieri - Ma la burocrazia non ci ha aiutato: il Genio civile ha agito in colpevole ritardo».

I DATI DEL NUBIFRAGIO. Una media di 55 millimetri d’acqua caduti in tutta la città. Che sparsi sui 92 chilometri quadrati del territorio comunale fanno quasi 5 milioni di metri cubi. Per fare un paragone la quantità d’acqua consumata in un giorno da tutti i rubinetti dei padovani è di 100 mila metri cubi, 50 volte meno. A settembre 2009, ci fu un nubifragio meno intenso ma più diffuso: 150 millimetri in 13 ore. Padova andò sott’a cqua.

RETE FOGNARIA IN TILT. Il problema serio è il sottodimensionamento del sistema fognario cittadino che va in tilt per eventi di pioggia superiori a 25 millimetri in mezzora oppure 40 millimetri in tre ore. Sono queste due le soglie dopo le quali iniziano gli allagamenti in città. «Dire che questo problema sia azzerabile è fare propaganda - spiega Zampieri - Ci sono interventi che possono limitare i danni: il completamento della rete, lo scolmatore Limenella e la manutenzione delle caditoie. AcegasAps è già impegnata in questi lavori».

GENIO E CONSORZIO. Palazzo Moroni adesso punta il dito contro il Genio civile e il Consorzio di bonifica, che sono gli enti gestori del ciclo delle acque. «Tutta l’acqua di Forcellini finisce sul canale Scaricatore attraverso l’idrovia “Intervento 10” - spiega l’assessore - Da tempo chiediamo di collettare la rete fognaria sul canale San Gregorio, ma il Genio civile non ci vuole autorizzare. E il Consorzio da anni ha in progetto di potenziare “ Intervento 10”». Intanto nei quartieri è già scoppiata la rivolta dei cittadini contro il Comune
14 maggio 2010



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 11:38 
Esonda il Bacchiglione, paura a Padova
Oltre duemila gli sfollati, arriva l'Esercito
Ha ripreso a piovere alle prime del mattino su Padova, ma la situazione meteorologica è in miglioramento. La situazione dei principali corsi d’acqua rimane preoccupante, la viabilità in crisi. Prosegue l'aggiornamento ora per ora


La chiusura della "falla" sul Roncajette stanotte a Ponte San Nicolò
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LA CRONACA Una giornata di paura
La lunga notte della piena
AUDIO/3 Il Frassine invade Saletto, paura nella Bassa di Nicola Cesaro
AUDIO/2 Situazione difficile al Bassanello di Stefano Edel
AUDIO/1 L'onda lunga del Bacchiglione è su Padova di Stefano Edel
VIDEO/1 Il canale San Gregorio
DAI LETTORI La grande paura sugli argini
DAI LETTORI La notte del Bacchiglione
MULTIMEDIA Tutti i video e le foto
SALETTO Esonda il Frassine: 300 famiglie sfollate dormono nelle scuole
VICENZA Gran parte del centro sott'acqua, scuole chiuse
LE FOTO Vicenza allagata
VIABILITA' A4, morta una donna. Autostrada chiusa
LE PREVISIONI Oggi migliora
PADOVA. La piena del Bacchiglione in diretta. L'inviato del Mattino Enrico Ferro è stato sugli argini della città a monitorare la situazione, assieme ai collaboratori e ai fotografi del giornale. Aggiornamento minuto per minuto su tracimazioni, disagi, chiusure e traffico. Manda le tue foto, i tuoi video, le tue segnalazioni

Ore 20.20 Da domattina la Prefettura ha predisposto un piano. A Veggiano Genio civile e militare con l'ausilio di un elicottero chiuderanno l'argine del Tesina, portando grossi massi e manufatti. Un lavoro che andrà avanti per tre giorni.

Ore 19.30. L'alluvione ha avuto i suoi effetti anche a Vigodarzere, che pure è nella parte nord di Padova, la meno colpita. Lo scolo Piovetta non è riuscito a riversare la sua acqua nel Muson dei Sassi ormai strapieno, ed ha quindi ha allagato la campagna e le vie Manzoni, Boito, Isonzo e Giotto, dove per?, a parte due abitazioni raggiunte dall'acqua al pianterreno, non si sono registrati altri danni.

Ore 18.40. Cominciata la rottura dell'argine del Brancaglia, a Tre Canne di Vighizzolo. L'acqua esce molto dolcemente sulle campagne appositamente arginate per contenere l'acqua in eccesso. Il centro di Vighizzolo d'Este e parte del territorio di Carceri non corrono più alcun pericolo.

Ore 18.10. Le scuole di Veggiano resteranno chiuse per tutta la settimana. Lo ha deciso il sindaco che presto emanerà un'ordinanza.

Ore 18.05. Comincia la conta dei danni a Padova. L'impianto sportivo della "Padova Nuoto" che ha registrato danni per almeno 500mila euro e il vicino impianto della Canottieri Padova tuttora inagibile, i cui danni non sono ancor quantificabili in quanto sommerso.

Ore 18.00. Comunicato del sindaco di Ponte San Nicolò: "Domani 4 Novembre tutte le scuole riprenderanno a funzionare regolarmente ad eccezione della scuola materna di Roncajette. La situazione del fiume Bacchiglione è in via di continuo miglioramento e, comunque, sotto controllo. Si conferma che i residenti di Roncajette possono rientrare nelle proprie abitazioni. Per eventuali risarcimenti dei danni subiti è necessario che ciascun cittadino conservi documentazione fotografica, fatture o documentazione fiscale e/o preventivi. Non appena saranno rese note le modalità per la presentazione della richiesta di risarcimento danni sarà data ulteriore comunicazione"

Ore 17.55. Comincia la posa delle paratie sull'argine del Frassine a Pra' di Botte: si tratta di pesanti jersey in cemento, calati con gli elicotteri dell'Aeronautica. Ne serviranno almeno venti per avere un effetto evidente di contrasto all'impeto dell'acqua. Per ora ne sono stati posati tre. I lavori saranno interrotti a breve, a causa del buio, e riprenderanno domani.

Ore 17.50. Il ponte di Veggiano è stato riaperto. Lentamente cominciano a passare le auto. Ma sulla strada c'è stato un incidente: un camion che trasportava il bestiame recuperato da una stalla vicina è finito nel fosso a causa del cedimento del ciglio stradale. Si attende l'arrivo dei vigili del fuoco per recuperare gli animali.

Ore 17.25. A Cagnola di Cartura bloccato l'ingresso della strada arginale che porta a Bovolenta: l'ingresso in paese è consentito solo ai residenti.

Ore 17.05. Nel ponte di Trambacche l'acqua sta scendendo, ma restano ancora 40 centimetri solo la sede stradale. Per questo è ancora chiuso. A Veggiano si arriva solo via Montegalda. La piena ha allagato buona parte del paese. E' ancora chiuso anche il ponte di Veggiano.

Ore 16.50. E' cominciata dieci minuti fa la ricognizione degli elicotteri dell'Aeronautica militare sull'argine del Frassine a Pra' di Botte, a Saletto. Ora si studia il piano di posa delle paratie in cemento sui 150 metri di falla.

Ore 16.25. Incidente "clamoroso" a Vighizzolo. Una delle due pompe installate sul Brancaglia per succhiare l'acqua in eccesso è caduta dentro il letto del canale. E' necessario recuperarla. L'imprevisto posticiperà di qualche ora la rottura dell'argine sulla campagna. Sono in arrivo i sommozzatori e i pompieri del distaccamento volontario di Copparo (Ferrara), che dovranno imbragare la pompa finita in acqua. 3 novembre 2010



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Dissesto idrogeologico. Zamparutti: Prestigiacomo ministro delle “tre carte”
Pubblicato il 20/10/2010


“La Prestigiacomo ha rivendicato come un successo lo stanziamento di 1 miliardo circa di euro per il dissesto idrogeologico presentandolo come un’inversione di tendenza rispetto a quelle stime che hanno finora visto lo Stato spendere per le attività di emergenza tra 2 e 3 miliardi di euro all'anno mentre per la prevenzione solo una media di 250 milioni l'anno.” Ma la deputata Radicale ha precisato : “Peccato che quel miliardo, per ammissione della stessa Prestigiacomo che ne va parlando da un anno, non risulti neppure ancora assegnato ad un apposito capitolo di spesa e deve servire per tre anni. Dunque si conferma l’assoluto disinteresse di questa maggioranza per i problemi del dissesto idrogeologico.”Per Elisabetta Zamparutti: “E’ un fatto grave anche perché il Governo si era impegnato di fronte all’unanimità della Camera dei Deputati (mozione 1-00324) a “presentare e dotare delle opportune risorse pluriennali un piano di azione nazionale straordinario per il rischio idrogeologico”. Invece di ottemperare ai propri dovere, si falsifica solo la realtà di un Governo e di un Ministro che non stanno facendo nulla sul fronte delle politiche ambientali e meno che mai per contrastare il dissesto idrogeologico.”
Dichiarazioni di Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, sulle informazioni rese oggi, nel corso dell’audizione, dal Ministro Prestigiacomo in merito alle politiche in materia di contrasto al dissesto idrogeologico
http://www.radicali.it/comunicati/disse ... -tre-carte



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Questa immagine vale più di mille parole....... [V]

Immagine



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Dissesto idrogeologico

Perenne emergenza; tragedie annunciate; oltre 238 milioni di euro approntati per tamponare i danni solo nell’ultimo anno Legambiente: “Con volontà politica, possibile mettere in sicurezza 600 comuni ogni anno”
238.394.400,00 euro sono stati predisposti dall’ottobre 2009 ad oggi per intervenire e recuperare i danni delle principali emergenze idrogeologiche nel nostro Paese. Un miliardo di euro è la cifra stanziata dal ministero dell’Ambiente per la messa in sicurezza.
Eppure, con un milione e mezzo di euro si possono realizzare 7 diverse tipologie di intervento concreto sui fiumi minori per mettere concretamente in sicurezza un comune.

“L’ennesima gravissima tragedia legata al maltempo e al dissesto idrogeologico ci impone di ragionare concretamente e rapidamente sugli effettivi interventi necessari a mettere in sicurezza il Paese e la popolazione che purtroppo, sempre più spesso, a causa dei fenomeni climatici estremi, saranno esposti al rischio – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Più che continuare a pensare a quanto può costare una generica messa in sicurezza complessiva del Paese, bisognerebbe cominciare ad agire concretamente e utilizzare il famoso miliardo di euro stanziato dal ministero dell’Ambiente per mettere in sicurezza 600 comuni ogni anno”.

La ricetta proposta da Legambiente prende in considerazione gli interventi possibili sul reticolo idrografico minore, su quei fiumi, torrenti e fossi che sembrano rappresentare oggi la vera emergenza dell’Italia.

“Senza considerare gli interventi sui grandi bacini, più complessi e costosi – continua Cogliati Dezza –, con circa un milione e mezzo di euro è possibile intanto realizzare opere come la manutenzione ordinaria dei tratti cittadini, la stabilizzazione del movimento franoso, gli interventi di ingegneria naturalistica, la demolizione delle case in alveo ecc. Tutti interventi necessari e concretamente realizzabili che, con le debite proporzioni, possono essere riproposti in tantissimi comuni per rendere sicuri i territori solcati da torrenti e fiumare. E se questo non bastasse a sistemare tutte le emergenze e le situazioni a rischio del Paese, permetterebbe però di agire con esiti determinanti in tante località, circa 600 ogni anno, che sarebbero messe al sicuro concretamente invece di perdere tempo a pensare a quale enorme cifra potrebbe servire per sistemare tutta la Penisola”.

Fondi stanziati per le principali emergenze idrogeologiche nell’ultimo anno (Ordinanze di protezione Civile)
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Esempio di Interventi di corretta prevenzione sul reticolo minore e costi di realizzazione
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Fonte: RAPPORTO DI SINTESI SUI PIANI DI BACINO della Provincia di Imperia
Elaborazione: Legambiente



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 13:04 
Ipoteticamente parlando, secondo voi si può mangiare di più 238.394.400,00 o su 1.597.913,00 [8]?



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 13:22 
FIUME SELE ROMPE ARGINI
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/4337414.html


SALERNO - Un'ondata di maltempo sta interessando in particolare la provincia di Salerno. Il fiume Sarno è straripato con cedimento degli argini in località Loreto Ortolonga. Centinaia gli interventi dei vigili del fuoco. Anche il fiume Solofrana ha rotto gli argini in località Persano, a monte della confluenza del fiume Calore e Sele, dove si è verificato uno straripamento che ha allagato un'ampia zona della piana tra i comuni di Eboli e Borgocariglia. In località Ponte Barizzo, ancora nel comune di Eboli, numerose persone sono state soccorse dei vigili del fuoco con l'utilizzo di mezzi anfibi. Altri comuni interessati nel salernitano: San Rufo, Sala Consilina, Polla, S. Arsenio Padula, Buonabitacolo e Laviano per l'esondazione dei fiumi Teglio e Tanagro, con persone evacuate da edifici a rischio. Inviate in supporto alle squadre locali, sezioni operative dai comandi del vigili del fuoco di Napoli e Caserta.

CIRCA 300 EVACUATI - Circa 300 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni nelle località Trentalone di Gromola e Ciurnito del comune di Capaccio-Paestum, in provincia di Salerno a causa dello straripamento del fiume Sele in almeno tre punti. Le persone evacuate si trovano comunque nei pressi delle loro abitazioni, in attesa di un miglioramento delle condizioni del tempo. La furia dell'acqua ha invaso colture e i piani bassi delle abitazioni. Sul posto i vigili del fuoco del comando provinciale di Salerno, la Protezione Civile e gli operai del consorzio sinistra Sele. Nell'agro sarnese nocerino il torrente Solofrana, che affluisce nel fiume Sarno a Pagani ha rotto gli argini. Gravi i disagi e numerose le famiglie fatte sgomberare. A Sarno e Siano permane lo stato di preallarme scattato nel pomeriggio di ieri. I tecnici dei centri operativi comunali hanno provveduto per tutta la notte a monitorare i versanti dei monti che sovrastano i due comuni salernitani e assicurano che fino a questo momento i canali di scolo hanno retto all'abbondante pioggia

STRARIPA TANAGRO, PESANTI DISAGI NEL SALERNITANO - Il Vallo di Diano, vasto comprensorio a sud di Salerno, trasformato in una sorta di grande lago a causa della violenta ondata di maltempo e per l'esondazione del fiume Tanagro. Moltissimi i fabbricati allagati. Al lavoro per tutta la notte ed ancora questa mattina sei squadre dei Vigili del Fuoco (cinque venute da Caserta, Salerno e Napoli) ed i carabinieri della compagnia di Sala Consilina. Le campagne comprese tra i territori comunali di Sala Consilina, Teggiano e San Rufo sono completamente allagate ed impercorribili sono tutte le relative strade interpoderali.

Numerosi animali vagano per le campagne dopo essere fuggiti dalle stalle tutte allagate. In particolare a Sala Consilina sei famiglie sono state salvate perché rimaste bloccate nelle proprie abitazioni invase da fango e detriti. La strada statale 19 in diversi punti è invasa dal fango. L'Anas sta provvedendo al lavaggio del fondo stradale. Interrotta la provinciale 39 compresa tra i territori comunali di Teggiano e San Pietro al Tanagro. L'opera delle squadre dei pompieri è sempre più soprattutto per quanto concerne il pompaggio dell'acqua dai locali che ne sono invasi perché non sempre si riesce a farla defluire. Ingenti i danni. Le colture agricole sono andate completamente distrutte. Continua a piovere e persistono su tutto il comprensorio forti raffiche di vento che stanno continuando ad abbattere alberi.
Il fiume Sarno è straripato con cedimento degli argini in località Loreto Ortolonga. Centinaia gli interventi dei vigili del fuoco. Anche il fiume Solofrana ha rotto gli argini in località Persano, a monte della confluenza del fiume Calore e Sele, dove si è verificato uno straripamento che ha allagato un'ampia zona della piana tra i comuni di Eboli e Borgocariglia. In località Ponte Barizzo, ancora nel comune di Eboli, numerose persone sono state soccorse dei vigili del fuoco con l'utilizzo di mezzi anfibi. Altri comuni interessati nel salernitano: San Rufo, Sala Consilina, Polla, S. Arsenio Padula, Buonabitacolo e Laviano per l'esondazione dei fiumi Teglio e Tanagro, con persone evacuate da edifici a rischio. Inviate in supporto alle squadre locali, sezioni operative dai comandi del vigili del fuoco di Napoli e Caserta.

IN TRE AGGRAPPATI AD ALBERO, RAGGIUNTI DA SOCCORSI - Sono state raggiunte dai soccorritori e imbragati per essere portati sulla riva le tre persone rimaste aggrappate ad un tronco di albero in localita' Ponte Barizzo a Capaccio (Salerno). Si stanno perfezionando in questo momento le operazioni di salvataggio. Elio Mottola, che era finito nel fiume nel tentativo di salvare alcuni animali finiti nel Sele, e' ricoverato all'ospedale di Agropoli per ipotermia ma le sue condizioni non destano preoccupazione.

ALLAGAMENTI E FRANE, CHIUSURE STRADE IN CAMPANIA - In Campania, sulla strada statale 268 'del Vesuvio' un tratto è chiuso per un allagamento al chilometro 27,000, in direzione Sud, dal km 22,500 al km 27,500, tra gli svincoli di Angri e Scafati (Salerno), con uscita obbligatoria a Scafati. Lo riferisce l'Anas. Sempre in Campania, è chiuso a causa di una frana il tratto compreso tra il km 44,700 e il km 50,000 della strada statale 166 'degli Alburni', in provincia di Salerno, in direzione Sud. La limitazione al traffico è in vigore dalla notte scorsa e le deviazioni vengono segnalate in loco dal personale Anas intervenuto sul posto.

TEMPORALI SULLA SARDEGNA, CHIUSE ALCUNE STRADE - Gli intensi temporali che si sono abbattuti nel pomeriggio di ieri nel nord e nel centro Sardegna (in particolare a Alghero, Sassari, e in Barbagia) hanno causato allagamenti (ma nessun danno alle persone) e disagi alla circolazione stradale. Alcune strade sono state chiuse a causa di crolli e smottamenti. Numerosi gli interventi dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale per liberare cantine e scantinati allagati. Ad Alghero a causa della forte pioggia e di una mareggiata è stata chiusa la litoranea del Lido che collega Alghero a Fertilia. L'Anas ha disposto, inoltre, il divieto di transito ai mezzi di portata superiore ai 35 quintali sulla statale 295 di Aritzo, nella traversa interna dell'abitato di Tonara, in provincia di Nuoro (dal chilometro 2,0 al chilometro 9,3); e nei pressi di Alghero, sulla statale 131 bis Carlo Felice è stato chiuso in entrambe le direzioni il tratto dal km 26,5, nei pressi dello svincolo del comune di Ittiri, e lo svincolo della Casa Cantoniera Scala Cavalli-Innesto SS 127 Bis Settentrionale Sarda (km 37,2), a causa di una frana.

IN VENETO E' TREGUA, SOLO QUALCHE PIOGGIA LOCALE - E' tregua in Veneto in chiave maltempo almeno fino a domenica. Le previsioni dell'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpav) segnalano che la perturbazione é pressoché passata. Oggi il cielo è ancora parzialmente coperto e ci potrà essere qualche pioggia sporadica e qualche temporale a carattere locale. Da domani torna il bel tempo con la nebbia di primo mattino e qualche possibile piovasco lungo la costa adriatica. Le temperature minime sono in leggero calo mentre le massime sono stazionarie o in lieve aumento.

DISAGI NEL SANNIO, DONNA SALVATA DAI CARABINIERI - Pesanti disagi sono stati causati dal maltempo in tutta la zona del Fortore, in provincia di Benevento. Le forti piogge hanno infatti creato numerosi allagamenti in abitazioni e i detriti e il fango hanno invaso alcune sedi stradali, fra cui anche la ex 369, l'arteria principale dell'Alto Fortore. In particolare, a Foiano di Valfortore, una delle cittadine fra le più colpite, le forti piogge hanno provocato allagamenti, una donna è rimasta bloccata dentro la sua abitazione, ed è stata messa in salvo dall'immediato intervento dei carabinieri. A San Bartolomeo in Galdo, all'altezza dell'Istituto agrario, sulla ex statale 369, il fango che ha invaso la strada ha bloccato una trentina di auto e un autobus di linea carico di studenti, per cui si è reso necessario l'intervento di alcune ruspe per sgomberare il fondo stradale e liberare letteralmente gli automobilisti in panne. Anche nella zona di San Marco dei Cavoti e di Reino i disagi sono stati fortissimi. Il fango trascinato dall'acqua piovana ha di fatto bloccato nelle proprie abitazioni tre famiglie, che dopo molti sforzi e l'intervento delle ruspe per rimuovere il vero e proprio muro di fango e detriti che si era creato, sono state liberate dalle loro abitazioni, grazie anche all¿intervento dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri di San Marco dei Cavoti. A Castelvetere di Valfortore si è poi registrato lo smottamento della strada provinciale che collega il centro fortorino a San Bartolomeo in Galdo, con forti disagi per la circolazione.



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MessaggioInviato: 10/11/2010, 15:19 
Sembra un bollettino di guerra.[:(]


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Il parlamentare Pd: «Dal 2008 ad oggi sono stati dimezzati i fondi destinati al dissesto idrogeologico. Ecco i risultati» - Intervista a Roberto Della Seta

di Roma
Un drastico taglio delle risorse destinate alla tutela idrogeologica del territorio e un atteggiamento troppo ammiccante verso gli abusivismi: un mix micidiale somministrato durante i governi berlusconi «e risultati sono sotto gli occhi di tutti», secondo Roberto Della Seta, parlamentare Pd. Frane, morti e allagamenti. Solo calamità naturale? «L’Italia per il modo in cui è fatta è un paese fragile dal punto di vista della stabilità del suolo e dell’equilibrio idrogeologico, è un dato oggettivo, ma proprio per questo le politiche di tutela del territorio e di messa in sicurezza dovrebbero essere una priorità per ogni governo». E invece? «E invece in questi anni di governi di centrodestra abbiamo assistito ad una progressiva diminuzione dei fondi ordinari destinati al dissesto idrogeologico. Dal 2008 ad oggi sono stati dimezzati, ridotti a poche centinaia di milioni di euro, una cifra ridicola e assolutamente inadeguata a far fronte ai continui disastri provocati dal maltempo, come dimostra anche quanto avvenuto soltanto nelle ultime ore». Eppure questo è il Paese dei condoni edilizi. «L’Italia non ha eguali in Europa in quanto ad abusivismo, è un fenomeno che non conosce tregua e contro il quale i governi Berlusconi che si sono succeduti non solo non hanno fatto nulla, ma lo hanno addirittura incentivato. Si stima che oltre un quinto delle abitazioni costruite negli ultimi venti anni siano abusive, spesso costruite in aree a rischio idrogeologico. Durante questa legislatura hanno provato a emanare il quarto condono edilizio, poi grazie all’opposizione e ad una parte di opinione pubblica hanno fatto marcia indietro. Ma è arrivato il “piano casa” che è stato tradotto nelle Regioni governate dal centrodestra in norme “fai da te” che permettono di ampliare la propria abitazione senza troppi controlli». Quindi un paese destinato all’emergenza? «Nel nostro paese c’è una vera e propria industria dell’emergenza e dunque ci sono molte persone che hanno interesse a che non se ne esca mai. Questo governo ne ha fatto la propria Bibbia: le emergenze sono la premessa per governare senza controlli, per derogare alle norme, non dar conto della spesa e eludere leggi di tutela ambientale». mzegarelli@unita.it

2 novembre 2010
pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 17) nella sezione "Cronaca italia"



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Voi siete qui - La Lega straripa e il territorio annega
pubblicato in Il Manifesto

Mentre a Roma i gloriosi padani appoggiano il governo Bunga Bunga, nelle loro terre, in Veneto, i fiumi straripano alla grande, le città si allagano tipo Venezia, capannoni, laboratori e fabbrichette sono inagibili. Niente male come controllo del territorio, la tanto sbandierata specialità dei leghisti, che questa volta, perdonerete la metafora, ha fatto acqua da tutte le parti. Il governatore Zaia con il cappello in mano chiede un miliardo all’odiato stato centrale: il Veneto ai veneti, per carità, ma gli schei che vengano da Roma. Certo, un’alluvione è un’alluvione ovunque, e siccome l’Italia c’è ancora e la Padania non esiste, è giusto che all’emergenza si corra ai ripari con soldi di tutti. E questo anche se sulla Padania, un leghista di Varese ha vantato opere lombarde che in Veneto non si sono fatte: magra goduria vedere i barbari che si insultano tra loro. Quella che manca all’appello, però, è proprio quella parolina magica che i giannizzeri della Lega sventolano in ogni istante: territorio. Già, cos’hanno fatto per il territorio, la sua bonifica, la sua messa in sicurezza, la sua salvaguardia tutti quei sindaci e amministratori così impegnati a scrivere cartelli in dialetto? Crescere, urbanizzare. La casa, il laboratorio, il capannone, il magazzino, il laboratorio più grosso, la strada più larga, la casa che diventa villetta e via così. Per anni, prima sull’onda del “miracolo del nord-est”, e poi cavalcando il “padroni a casa nostra”, il tutto mentre il famoso territorio si comprimeva e diventava una bomba d’acqua pronta a esplodere. La sacra ampolla, il dio Po, la secesiùn, il dito medio alzato, le scuole griffate lega, il tricolore piegato in modo che si veda solo il verde (lo hanno fatto in aula i consiglieri regionali veneti della Lega il 4 novembre), tutto molto folkloristico. Ma poi chissà, svegliarsi una mattina con l’acqua alle ginocchia potrebbe essere il preludio di un risveglio vero, il primo passo per capire che il territorio è una cosa seria, che va usato per vivere, e non per i comizi.



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