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greenwarrior ha scritto:

Qui si augura solo felicità.


Ben detto.... [:)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 20/11/2010, 14:54 
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Lawliet ha scritto:

La classe dirigente migliore del Sud VA al Nord.

Lascia che ti chieda una cosa, secondo te è furbo fare dei normali appalti per gli inceneritori, ad esempio, in Campania?
Si sa che la Camorra possiede centinaia di società con prestanomi, si sa che la Camorra fa prezzi al ribasso imbattibili. Si sa che un appalto del genere in Campania va a finire nelle mani dei soliti noti.
Perché non si da l'incarico ad aziende del Nord, le stesse che han fatto gli inceneritori FUNZIONANTI in Lombardia, di farli anche a Napoli?
Forse perché c'è qualcosa di più sotto? Forse perché un azione del genere farebbe incacchiare i soliti noti dando inizio ad un nuovo decennio di piombo?

P.S. Modera i termini rmnd, qui non si augura la morte di nessuno.


Ma chi sono le squadre in gioco in questo genere di appalti?
Comuni, province, regioni.
Quindi Napoli e provincia, e la regione Campania.
Possibile che un loro problema deve diventare un problema nazionale?

Non si chiede troppo al sud. Non si chiede di aiutare il nord a risolvere i problemi del paese. Si chiede loro solo di non crearne degli altri e invece a ben guardare tutti i problemi di questo paese nascono sempre da lì.

Sull'augurare la morte non ho capito cosa intendi ma per rispondere anche ad Hannan che si è offesa per il Vesuvio...(non mi preoccuperei , è sonnacchioso anche lui... [;)] )..vorrei dirle che la mia era solo una cinica provocazione e il mio messaggio era:

Visto che la questione meridionale non si riesce a risolverla per via ordinaria e dopo 150 anni siamo ancora in queste condizioni, allora possiamo solo sperare nelle prossime generazioni di meridionali. Ma per il ricambio ci vogliono ancora molti decenni mentre la situazione è diventata insostenibile quasi irrecuperabile.

Quindi a meno di un miracolo solo madre natura potrebbe risolvere la questione meridionale in breve tempo. Non c'è uomo o governo che possa risollevare il mezzogiorno. O si aiuta da solo o non ne esce da quella palude.
[;)]



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 15:02 
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Hannah ha scritto:

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rmnd ha scritto:

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estraterrestre ha scritto:

noi abbiamo avvelenato la nostra terra
e la nostra cara amata terra ancora ci sopporta
ma fino a quando?

"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare." Albert Einstein


Ecco Terra, pensaci tu perchè di questa vergogna mondiale non ne possiamo davvero più. Tutte le nazioni riescono a gestire i rifiuti , e amodo loro persino le restanti città e regioni meridionali. Ma a Napoli e provincia per qualche questione 'metafisica' sembra impossibile.

EDIT





NO, questo non lo posso accettare. E' assurdo sperare in un'eruzione del Vesuvio. Anche tu come Bertolaso? Quanta spazzatura dal nord viene a Napoli scaricata abusivamente nottetempo? Io sono napoletana ma sarei intervenuta anche se fossi stata norvegese. Al Nord è bastata un po' di pioggia e si è visto che l'inefficienza è nazionale, non solo campana. Purtroppo, quando interviene la terra non distingue tra nord e sud né tra buoni e cattivi.


Le alluvioni che devastano interi paesi avvengono anche nella civilissima e organizzatissima Germania.
In Veneto come in Germania l'emergenza si risolve nel giro di brevissimo tempo . Qualunque emergenza che colpisca il sud invece diventa cronica e perennemente ordinaria.

E non preoccuparti del Vesuvio , è 'nu sfaticato
[:D]



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 15:03 
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rmnd ha scritto:

Ma chi sono le squadre in gioco in questo genere di appalti?
Comuni, province, regioni.
Quindi Napoli e provincia, e la regione Campania.
Possibile che un loro problema deve diventare un problema nazionale?


Eh? Agli appalti partecipano tutte le aziende del settore che vogliono partecipare. Io punto 10, tu punti 9, arriva la Camorra con un'azienda prestanome e punta 1. Chi vince? La Camorra. Può permettersi un ribasso così elevato solo grazie al materiale scadente che utilizza e grazie ad altri introiti clandestini.
Se gli appalti in Campania si son rivelati fino ad oggi solo delle ghiotte occasioni per alimentare la Camorra, perché continuare a farle in questo modo? L'unico inceneritore costruito non funziona (guarda caso eh?), tanto vale affidare la costruzione dei prossimi ad aziende FIDATE che già han fatto il loro lavoro, e bene, in altre regioni.

Non fare finta di non capire, la Campania e le altre regioni che soffrono non lo fanno per "genetica" o per "mentalità", lo fanno perché sono strette nella morsa della Mafia di turno, che probabilmente è aiutata dallo Stato stesso (nel senso che favorisce i suoi affari economici) dal momento in cui le stragi di piombo si son concluse.



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 15:16 
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Lawliet ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Ma chi sono le squadre in gioco in questo genere di appalti?
Comuni, province, regioni.
Quindi Napoli e provincia, e la regione Campania.
Possibile che un loro problema deve diventare un problema nazionale?


Eh? Agli appalti partecipano tutte le aziende del settore che vogliono partecipare. Io punto 10, tu punti 9, arriva la Camorra con un'azienda prestanome e punta 1. Chi vince? La Camorra. Può permettersi un ribasso così elevato solo grazie al materiale scadente che utilizza e grazie ad altri introiti clandestini.
Se gli appalti in Campania si son rivelati fino ad oggi solo delle ghiotte occasioni per alimentare la Camorra, perché continuare a farle in questo modo? L'unico inceneritore costruito non funziona (guarda caso eh?), tanto vale affidare la costruzione dei prossimi ad aziende FIDATE che già han fatto il loro lavoro, e bene, in altre regioni.

Non fare finta di non capire, la Campania e le altre regioni che soffrono non lo fanno per "genetica" o per "mentalità", lo fanno perché sono strette nella morsa della Mafia di turno, che probabilmente è aiutata dallo Stato stesso (nel senso che favorisce i suoi affari economici) dal momento in cui le stragi di piombo si son concluse.


E' sempre competenza regionale o provinciale. Lo stato dovrebbe metterci becco il meno possibile.
E poi la mafia meridionale non è anche al nord? quindi cosa cambia ?
Poi possiamo costruire il più avveniristico e tecnologico termovalorizzatore in Campania e poi chi lo gestisce..La Camorra insomma uscita dalla porta rientra dalla finestra?



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 15:42 
La competenza regionale di cui parli non deve far altro che verificare la "legalità" dell'azienda vincitrice. Ma non ci vuole un genio per capire che queste persone sanno come camuffarsi.
Secondo me lo stato invece dovrebbe metterci il becco il più possibile, situazioni d'emergenza richiedono misure d'emergenza, non puoi dare l'appalto per un inceneritore ad una società che offre 1/10 di spesa rispetto alle altre società che han fatto lo stesso lavoro in passato. Insomma, ci vorrebbe un po' d'intelligenza e di accortezza, lo Stato in teoria ha un potere maggiore e per questo occorrerebbe il suo intervento per una risoluzione più rapida. Finora persino le misure statali (di esponenti che tu simpatizzi) si son rivelate inutili.

La manutenzione è un altro problema (certo, averli funzionanti di partenza sarebbe già un grande obiettivo), ma anche in quel caso bisognerebbe evitare di far intervenire aziende che promettono una spesa infinitesima. Il sindaco di Salerno De Luca (che ha portato la differenziata ad altissimi livelli in provincia) è da 3 anni che chiede un termovalorizzatore, e questo solo perché si è rifiutato GIUSTAMENTE di accettare una proposta da un'azienda "sospetta". Avrebbero dovuto farlo anche gli altri, sperando in un intervento statale per assicurare una società "sicura".

Ma ripeto, su questioni del genere ci sarà sicuramente qualcosa sotto, altrimenti le stragi di piombo non sarebbero mai finite.


Ultima modifica di Lawliet il 20/11/2010, 15:47, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/11/2010, 16:24 
Cita:
Lawliet ha scritto:


Ma ripeto, su questioni del genere ci sarà sicuramente qualcosa sotto, altrimenti le stragi di piombo non sarebbero mai finite.


Lo si dovrebbe chiedere al nonno Ciampi

Cita:
[color=blue]La trattativa dello Stato con la mafia? Si scopre che la fece il governo Ciampi
Conso, l'ex Guardasigilli dell'esecutivo tecnico, ammette: "Non firmai il 41 bis per evitare altri attentati". Fu il risultato della trattativa?

http://www.ilgiornale.it/interni/la_trattativa_stato_mafia_si_scopre_che_fece_governo_ciampi/17-11-2010/articolo-id=487451-page=0-comments=1

...La notizia è una profanazione al tempio del politicamente corretto: lo Stato si tirò indietro e non prorogò il 41 bis per 140 mafiosi.

Correva il novembre ’93, il presidente del Consiglio era il tecnico Carlo Azeglio Ciampi e Guardasigilli era Giovanni Conso,l’insigne giurista di matrice cat­tolica già presidente della Consulta.

Nei giorni scorsi, davanti alla Commissione antimafia, Conso è stato netto su un punto: «Non firmai per evitare altre stragi».

Un’ammissione clamorosa che Conso ha provato a circoscrivere: «Fu una mia personale iniziativa».

Inutile aggiungere che la postilla non convince. Davvero, il mini­stro della Giustizia prese una decisione di quella portata in totale solitudine?..[/color]



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 17:05 
Questo è il presunto documento sulle richieste mafiose (ce ne saranno state di altre?):

Immagine

Poi un altro articolo interessante:

http://www.repubblica.it/politica/2010/11/13/news/stop_al_41_bis_spunta_il_suggeritore_di_conso-9055803/

Trattativa Stato-Mafia, stop al 41 bis
spunta il suggeritore di Conso

Palermo, documento del '93 firmato dal direttore del Dap. Nuova intimidazione a Ciancimino Jr. La vedova dell'ex sindaco del capoluogo siciliano conferma ai pm gli incontri a Milano con Berlusconi

PALERMO - Sette mesi dopo la strage Borsellino, alcuni vertici delle istituzioni avevano fretta di revocare il carcere duro ai mafiosi. La questione fu affrontata addirittura durante un comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Fino ad oggi, mai nessuno l'ha ammesso. Anzi, tutti i politici interrogati dai magistrati e della commissione antimafia continuano a ribadire che in quei mesi ci fu solo la linea della fermezza contro i boss.

Adesso, un documento li smentisce. È un "appunto" del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria: "numero 115077 del 6 marzo 1993", indirizzato al capo di gabinetto del ministro della Giustizia Giovanni Conso. La firma è dell'allora direttore Nicolò Amato. A leggere l'oggetto, in quei 75 fogli c'è solo routine: "Organizzazione e rapporti di lavoro". E invece, a pagina 59, Amato apre un capitolo cruciale: "Revisione dei decreti ministeriali emanati a partire dal luglio '92, sulla base dell'articolo 41 bis". È il cuore del documento, rimasto per 17 anni negli archivi del ministero della Giustizia. Oggi Repubblica lo mostra per la prima volta.

È un documento destinato a riscrivere la storia di quei mesi ancora oscuri. L'indagine sulla trattativa, condotta dai magistrati di Palermo, non si presenta affatto facile: ieri pomeriggio, Massimo Ciancimino, il principale testimone dei pm Di Matteo e Ingroia, ha ricevuto l'ennesima minaccia. Una calibro 9 carica è stata trovata nell'androne della sua abitazione, in centro città, dentro al vano contatori. Poche ore prima, la madre aveva deposto in Procura.

Silvia Epifania Scardino ha confermato quanto il figlio aveva raccontato a "L'Infedele", la trasmissione di Gad Lerner: è testimone di due incontri fra il marito e Silvio Berlusconi. Uno si tenne in un ristorante della zona di piazzale Diaz, nella Milano inizio Anni 70. Si discusse di investimenti da un miliardo e mezzo di lire a Milano 2. Sarebbe seguito un altro incontro.

L'inchiesta sulla trattativa fra Stato e mafia fra le stragi del '92-'93 è adesso di fronte a un'altra inaspettata novità: il documento di Amato. In quell'appunto c'è un'indicazione precisa al Guardasigilli: "Appare giusto ed opportuno rinunciare ora all'uso di questi decreti". Due sono le strade suggerite: "Lasciarli in vigore fino alla scadenza senza rinnovarli, ovvero revocarli subito in blocco. Mi permetterei di esprimere una preferenza per la seconda soluzione". Amato spiega perché: "L'emanazione dei 41 bis era giustificata dalla necessità di dare alla criminalità mafiosa una risposta. Ma non vi è dubbio che la legge configura il ricorso a questi decreti come uno strumento eccezionale e temporaneo".

Dietro queste parole non c'è solo un'iniziativa del Dap. È Amato a scriverlo. "In sede di Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza, nella seduta del 12 febbraio, sono state espresse, particolarmente da parte del capo della polizia, riserve sulla eccessiva durezza di siffatto regime penitenziario. Ed anche recentemente - prosegue il direttore - da parte del ministero dell'Interno sono venute pressanti insistenze per la revoca dei decreti applicati agli istituti di Poggioreale e di Secondigliano".

Perché il capo della polizia Parisi e il Viminale allora retto da Mancino esprimevano quelle "riserve"? Due giorni fa, in Antimafia, Conso ha svelato che nel novembre '93 fu tolto il carcere duro a 140 mafiosi. Amato non era più al Dap da giugno. "Fu una mia scelta, non ci fu alcuna trattativa", ha ribadito Conso. "Bisogna ascoltare al più presto i ministri e i vertici delle forze dell'ordine che parteciparono al comitato in cui si discusse di revocare il 41 bis", dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente dell'Antimafia. "Perché fu messo in discussione il carcere duro?". Era proprio quello che avevano chiesto i capimafia nel papello. Dice Lumia: "Tutti i vertici delle istituzioni devono aiutarci di più per capire cosa sia accaduto veramente e individuare le responsabilità".


Perché? http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 9409.shtml


Ultima modifica di Lawliet il 20/11/2010, 17:08, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/11/2010, 18:57 
Non capisco come mai i cittadini Napoletani non cominciano a fare di loro iniziativa la differenziata,separando i rifiuti è molto più facile poterli smaltire e anche venderli,nella mia città è già da qualche anno che facciamo la raccolta differenziata,le vie sono pulitissime,nessun bidone della spazzatura si vede in giro.


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MessaggioInviato: 20/11/2010, 20:58 
Questo articolo sembrerebbe off-topic..... ma secondo me non lo è.
Ricordate il deputato Cosentino?

L'accusa di riciclaggio di rifiuti tossici

Nel settembre 2008 venne pubblicamente accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nell'ambito del riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, come emerse dalle rivelazioni di Gaetano Vassallo, il boss responsabile di disastro ambientale relativamente allo smaltimento abusivo di rifiuti tossici in Campania attraverso la corruzione di politici e funzionari.

Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. La richiesta fu respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera.

Il 28 gennaio 2010 la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino. Il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi fu respinta da Silvio Berlusconi.




Mara Carfagna tradita nell'ultima battaglia

"Ormai nel partito comandano gli affaristi". Berlusconi cede all'ex sottosegretario, in gioco un business da 150 milioni. Tra le ipotesi un passaggio a Fli e la candidatura a sindaco di Napoli, ma Carfagna smentisce

di CARMELO LOPAPA


[i]ROMA - La gestione di un affare da oltre 150 milioni di euro che rischia di passare di mano. I ras berlusconiani in Campania, Nicola Cosentino e Mario Landolfi (entrambi sotto inchiesta), che si precipitano a Palazzo Grazioli. Il presidente del Consiglio che cede al pressing, promette di rivedere, correggere, smussare il decreto legge varato solo poche ore prima dal governo. È a quel punto, solo allora, che il ministro Mara Carfagna - sponsor del commissariamento che sanciva l'affidamento alla Regione della realizzazione dei tre termovalorizzatori di Napoli e Salerno - decide di gettare la spugna. Si sente tradita, raggirata, abbandonata in questa che è una storia di appalti pubblici e di cordate politiche in guerra. Di impegni siglati e del rischio di infiltrazioni camorristiche nella terra in cui la monnezza, prima ancora che un'emergenza, è un business.

Berlusconi la chiama appena atterrato a Lisbona. Sono lontani i buoni rapporti di un tempo: "Devi spiegarmi cosa è successo - lei lo incalza - Sono mesi che quella banda mi attacca, non puoi lasciare l'intera gestione dell'emergenza nelle mani di Cosentino e dei suoi uomini". Lui si impegna a trovare una soluzione. Ma stavolta sembra che non basti. Resta la delusione di fondo che il ministro confiderà poco dopo ai collaboratori: "Non voglio più stare vicino a certi affaristi. Starò col presidente in questo momento di bisogno. Ma dopo il 14 mi sentirò libera. Nel Pdl ormai comandano i Cosentino, i Verdini, i La Russa, dimenticano
che ho avuto 58 mila voti sei mesi fa". Parla fitto col finiano Bocchino, alla Camera, nelle ore in cui si consuma lo strappo. Gli avversari interni l'accusano di intelligence col nemico. Un transito a Fli e magari una candidatura shock a sindaco di Napoli in rotta col coordinatore pdl Cosentino, sono per ora solo ipotesi vaghe che la Carfagna smentisce.

Il fatto è che ancora una volta il gruppo di potere che nella sua regione fa capo all'ex sottosegretario, dimessosi dopo la richiesta di arresto per concorso in associazione camorristica, riesce a convincere, persuadere, condizionare il premier. Eppure, il decreto per lo smaltimento rifiuti approvato in Consiglio dei ministri stabiliva che il pallino nella costruzione dei costosissimi termovalorizzatori passasse dai due presidenti di Provincia Edmondo Cirielli e Luigi Cesaro (uomini di Cosentino) al governatore Stefano Caldoro (pdl ma suo avversario). Già in Consiglio dei ministri La Russa aveva invitato la Carfagna a non incaponirsi "per ragioni personali", a non insistere "per beghe locali" sul commissariamento. E invece la ministra ha insistito e l'ha spuntata. Poi la retromarcia del premier. "Avevo proposto questa soluzione per mettere a riparo l'operazione da affari sporchi - si sfogava lei ieri con alcuni deputati in Transatlantico - Ma questo è ormai il partito dei Verdini, dei Cosentino e dei La Russa". Il clima ostile maturava da giorni. Gli attacchi personali si moltiplicavano. Le interviste di Sallusti e di Stracquadanio, la allusioni sui rapporti con Bocchino, le foto, gli insulti e i "vergogna" alla Camera. Il sospetto latente che una "macchina del fango" si stesse muovendo anche contro di lei.

Sta di fatto che subito dopo il Consiglio dei ministri, giovedì, i deputati che fanno capo a Cosentino, gli stessi presidenti delle Province di Salerno, Cirielli, e di Napoli, Cesaro (sotto inchiesta a Napoli), e poi Landolfi e Laboccetta e Castiello danno tutti segni di nervosismo. Disertano alcune votazioni in aula. Fanno sapere a Berlusconi di essere pronti a passare al gruppo misto se quel decreto non verrà modificato: facendo così saltare la Finanziaria e mettendo ulteriormente a rischio la fiducia del 14 dicembre. Cosentino piomba a Palazzo Grazioli, accompagnato da Landolfi. C'è anche Gianni Letta in stanza col premier. Subito dopo l'incontro, il coordinatore Pdl in Campania va a Montecitorio e dà notizia del "successo" ai suoi, riportata dalle agenzie di stampa: "Sono molto soddisfatto, Berlusconi mi ha dato garanzie sulle competenze e sulla corresponsabilità degli impianti tra Province e Regione. La quadra trovata permetterà di accelerare la costruzione degli impianti".

L'affare può partire, insomma, e sarà soggetto alla sovrintendenza anche delle Province, dunque della potente corrente Cosentino. Ad oggi, in Campania c'è un solo termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona solo in parte, e che è già costato 25 milioni. Altri 75 milioni di euro sono stati investiti per la realizzazione di quello di Salerno. Altrettanti se ne prevedono per Napoli. Il terzo impianto non si sa ancora dove realizzarlo.


(20 novembre 2010) [/i]



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Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Questo articolo sembrerebbe off-topic..... ma secondo me non lo è.
Ricordate il deputato Cosentino?

L'accusa di riciclaggio di rifiuti tossici

Nel settembre 2008 venne pubblicamente accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nell'ambito del riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, come emerse dalle rivelazioni di Gaetano Vassallo, il boss responsabile di disastro ambientale relativamente allo smaltimento abusivo di rifiuti tossici in Campania attraverso la corruzione di politici e funzionari.

Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. La richiesta fu respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera.

Il 28 gennaio 2010 la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino. Il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi fu respinta da Silvio Berlusconi.




Mara Carfagna tradita nell'ultima battaglia

"Ormai nel partito comandano gli affaristi". Berlusconi cede all'ex sottosegretario, in gioco un business da 150 milioni. Tra le ipotesi un passaggio a Fli e la candidatura a sindaco di Napoli, ma Carfagna smentisce

di CARMELO LOPAPA


[i]ROMA - La gestione di un affare da oltre 150 milioni di euro che rischia di passare di mano. I ras berlusconiani in Campania, Nicola Cosentino e Mario Landolfi (entrambi sotto inchiesta), che si precipitano a Palazzo Grazioli. Il presidente del Consiglio che cede al pressing, promette di rivedere, correggere, smussare il decreto legge varato solo poche ore prima dal governo. È a quel punto, solo allora, che il ministro Mara Carfagna - sponsor del commissariamento che sanciva l'affidamento alla Regione della realizzazione dei tre termovalorizzatori di Napoli e Salerno - decide di gettare la spugna. Si sente tradita, raggirata, abbandonata in questa che è una storia di appalti pubblici e di cordate politiche in guerra. Di impegni siglati e del rischio di infiltrazioni camorristiche nella terra in cui la monnezza, prima ancora che un'emergenza, è un business.

Berlusconi la chiama appena atterrato a Lisbona. Sono lontani i buoni rapporti di un tempo: "Devi spiegarmi cosa è successo - lei lo incalza - Sono mesi che quella banda mi attacca, non puoi lasciare l'intera gestione dell'emergenza nelle mani di Cosentino e dei suoi uomini". Lui si impegna a trovare una soluzione. Ma stavolta sembra che non basti. Resta la delusione di fondo che il ministro confiderà poco dopo ai collaboratori: "Non voglio più stare vicino a certi affaristi. Starò col presidente in questo momento di bisogno. Ma dopo il 14 mi sentirò libera. Nel Pdl ormai comandano i Cosentino, i Verdini, i La Russa, dimenticano
che ho avuto 58 mila voti sei mesi fa". Parla fitto col finiano Bocchino, alla Camera, nelle ore in cui si consuma lo strappo. Gli avversari interni l'accusano di intelligence col nemico. Un transito a Fli e magari una candidatura shock a sindaco di Napoli in rotta col coordinatore pdl Cosentino, sono per ora solo ipotesi vaghe che la Carfagna smentisce.

Il fatto è che ancora una volta il gruppo di potere che nella sua regione fa capo all'ex sottosegretario, dimessosi dopo la richiesta di arresto per concorso in associazione camorristica, riesce a convincere, persuadere, condizionare il premier. Eppure, il decreto per lo smaltimento rifiuti approvato in Consiglio dei ministri stabiliva che il pallino nella costruzione dei costosissimi termovalorizzatori passasse dai due presidenti di Provincia Edmondo Cirielli e Luigi Cesaro (uomini di Cosentino) al governatore Stefano Caldoro (pdl ma suo avversario). Già in Consiglio dei ministri La Russa aveva invitato la Carfagna a non incaponirsi "per ragioni personali", a non insistere "per beghe locali" sul commissariamento. E invece la ministra ha insistito e l'ha spuntata. Poi la retromarcia del premier. "Avevo proposto questa soluzione per mettere a riparo l'operazione da affari sporchi - si sfogava lei ieri con alcuni deputati in Transatlantico - Ma questo è ormai il partito dei Verdini, dei Cosentino e dei La Russa". Il clima ostile maturava da giorni. Gli attacchi personali si moltiplicavano. Le interviste di Sallusti e di Stracquadanio, la allusioni sui rapporti con Bocchino, le foto, gli insulti e i "vergogna" alla Camera. Il sospetto latente che una "macchina del fango" si stesse muovendo anche contro di lei.

Sta di fatto che subito dopo il Consiglio dei ministri, giovedì, i deputati che fanno capo a Cosentino, gli stessi presidenti delle Province di Salerno, Cirielli, e di Napoli, Cesaro (sotto inchiesta a Napoli), e poi Landolfi e Laboccetta e Castiello danno tutti segni di nervosismo. Disertano alcune votazioni in aula. Fanno sapere a Berlusconi di essere pronti a passare al gruppo misto se quel decreto non verrà modificato: facendo così saltare la Finanziaria e mettendo ulteriormente a rischio la fiducia del 14 dicembre. Cosentino piomba a Palazzo Grazioli, accompagnato da Landolfi. C'è anche Gianni Letta in stanza col premier. Subito dopo l'incontro, il coordinatore Pdl in Campania va a Montecitorio e dà notizia del "successo" ai suoi, riportata dalle agenzie di stampa: "Sono molto soddisfatto, Berlusconi mi ha dato garanzie sulle competenze e sulla corresponsabilità degli impianti tra Province e Regione. La quadra trovata permetterà di accelerare la costruzione degli impianti".

L'affare può partire, insomma, e sarà soggetto alla sovrintendenza anche delle Province, dunque della potente corrente Cosentino. Ad oggi, in Campania c'è un solo termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona solo in parte, e che è già costato 25 milioni. Altri 75 milioni di euro sono stati investiti per la realizzazione di quello di Salerno. Altrettanti se ne prevedono per Napoli. Il terzo impianto non si sa ancora dove realizzarlo.


(20 novembre 2010) [/i]


Nicola Cosentino

http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Cosentino

Cita:
Nel settembre 2008 venne pubblicamente accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nell'ambito del riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, come emerse dalle rivelazioni di Gaetano Vassallo, il boss responsabile di disastro ambientale relativamente allo smaltimento abusivo di rifiuti tossici in Campania attraverso la corruzione di politici e funzionari.

Il coinvolgimento di Cosentino è stato supposto sulla base della confessione di Gaetano Vassallo ai PM della direzione distrettuale antimafia napoletana:

« Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società Eco4 gestita dai fratelli Orsi. Ai fratelli Orsi era stata fissata una tangente mensile di 50 mila euro... Posso dire che la società Eco4 era controllata dall'onorevole Nicola Cosentino e anche l'onorevole Mario Landolfi (AN) vi aveva svariati interessi.

Presenziai personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi a Cosentino, incontro avvenuto a casa di quest'ultimo a Casal di Principe.


Ricordo che Cosentino ebbe a ricevere la somma in una busta gialla e Sergio mi informò del suo contenuto »
(Gaetano Vassallo)

Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. La richiesta fu respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera.

Il 28 gennaio 2010 la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino. Il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi fu respinta da Silvio Berlusconi.


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bleffort ha scritto:

Non capisco come mai i cittadini Napoletani non cominciano a fare di loro iniziativa la differenziata,separando i rifiuti è molto più facile poterli smaltire e anche venderli,nella mia città è già da qualche anno che facciamo la raccolta differenziata,le vie sono pulitissime,nessun bidone della spazzatura si vede in giro.


Dove i comuni si organizzano si fa: io abito a Portici (4 km) da Napoli, uno dei comuni con la densità di popolazione più alta del mondo e non ho mai vissuto l'emergenza rifuti e siamo uno dei comuni più ricloni di Italia e non c'è un sacchetto in strada, idem in provincia di Salerno. San Giorgio a Cremano che confina con Portici è un macello, come il centro di Napoli. Sono napoletana e mi dispiace tantissimo perché dietro ci vedo un disegno criminale e non credo di essere l'unica a vederlo! [xx(]



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Hannah ha scritto:

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bleffort ha scritto:

Non capisco come mai i cittadini Napoletani non cominciano a fare di loro iniziativa la differenziata,separando i rifiuti è molto più facile poterli smaltire e anche venderli,nella mia città è già da qualche anno che facciamo la raccolta differenziata,le vie sono pulitissime,nessun bidone della spazzatura si vede in giro.


Dove i comuni si organizzano si fa: io abito a Portici (4 km) da Napoli, uno dei comuni con la densità di popolazione più alta del mondo e non ho mai vissuto l'emergenza rifuti e siamo uno dei comuni più ricloni di Italia e non c'è un sacchetto in strada, idem in provincia di Salerno. San Giorgio a Cremano che confina con Portici è un macello, come il centro di Napoli. Sono napoletana e mi dispiace tantissimo perché dietro ci vedo un disegno criminale e non credo di essere l'unica a vederlo! [xx(]

Che nell''affare spazzatura vi è stata dietro la malavita organizzata è fuor di dubbio,io dico un'altra cosa,cioè:se ogni famiglia Napoletana indipendentemente dalle ordinanze comunali si organizzerebbe in proprio,potrebbe separare i propri rifiuti e depositarli in strada già separati magari con su la scritta del tipo di rifiuto,io credo che in questo modo qualsiasi ditta di trattamento rifiuti li ritirerebbe facilmente.


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Ci vorrebbero delle strutture idonee per la riciclata, non serve a nulla farla altrimenti. Sarebbe semplicemente ammassata in rifiuti indifferenziati.


Ultima modifica di Lawliet il 21/11/2010, 22:39, modificato 1 volta in totale.


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Lawliet ha scritto:

Ci vorrebbero delle strutture idonee per la riciclata, non serve a nulla farla altrimenti. Sarebbe semplicemente ammassata in rifiuti indifferenziati.

No!,non sarebbe una ammassata di rifiuti,in quanto separando le tre cose fondamentali che sarebbero il metallo,-la plastica e il cartone,rinarrebbe solo l'umido il quale si può benissimo bruciare senza emissioni di fumi tossici.


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