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greenwarrior ha scritto:
Condivido l' ipotesi della reincarnazione come percorso istruttivo dell' anima, altrimenti non ci sarebbe molto senso nell' esistenza.
Beh, non è detto che debba averno uno no?
Well, io vado controcorrente. Reputo abbastanza improbabile l'esistenza di un essenza immortale, chiamiamola anima, che vestirebbe un guscio altrimenti vuoto, e che sopravviverebbe alla morte fisica del corpo.
Reputo la cosa molto improbabile (attenzione, non ho detto impossibile) perchè, prima di tutto non abbiano nessuna prova a riguardo. In secondo luogo perchè nulla è eterno. In questo modo l'anima non morirebbe mai, ma siccome nulla si crea e nulla si distrugge, e l'anima neanche si trasforma, alla fine perchè tale semplicissima regoletta non venga violata, l'anima dovrà per forza di cose vestire diversi corpi diversi (chiamiamola reincarnazione). Come una specie di stranissimo gioco dell'oca, dove i corpi sono le caselle e l'anima la pedina, tira il dado, avanza di un certo numero di caselle.
A mio avviso la cosa non si regge in piedi, non solo perchè è un idea surreale della quale non abbiamo nessunissima prova, ma perchè... l'anima ricorda? avete detto che è l'anima in realtà a percepire, quindi i ricordi in realtà sono dell'anima. Se l'anima ricorda, allora nessuno di noi impara, bensì ricorda, perchè l'anima rimembra i fatti della vita passata. anni di psicologia e pedagogia hanno dimostrato il contrario. Non vi è nulla di pre-esistente nella nostra mente, se non gli istinti primari (bere, inghiottire, respirare), il resto va acquisito con l'esperienza. Nemmeno i Deja-vu possono essere un esempio di ricordi dell'anima, e vi sono un sacco di teorie, a volte discordi, che hanno spegato e cercano di spiegare i Deja-Vu. Inutile dire che probabilmente i Deja-Vu sono causati da tutte le cause teoriche descritte in quelle teorie (piccole amnesie, processamento duale, un ricordo familiare, interruzione dell'attenzione, ecc.ecc.).
Pertanto, dove vanno i ricordi dell'anima? Ovviamente, si potrebbe dire che l'anima non ricorda, ma bensì attinge ai dati memorizzati nel cervello del corpo che abita (una specie di database), ed alla fine l'utilità dell'anima sarebbe quella di scintilla vitale. A questo punto, dunque, verrebbe da pensare che ogni essere vivente ha un anima, quindi anche gli altri animali, le piante e i batteri. Ma non abbiamo alcunissima prova di questo.
Se creassimo un robot soffisticattisimo, simile all'uomo, sarbbe un uomo a sua volta? o uguale ad un cane. Sarebbe un cane? Oppure no, perchè non ha l'anima? Ma allora non vivrebbe, perchè il robot è creato da noi, pertanto non avendo un anima, non sarebbe vivo. Eppure questa creatura avrebbe una nascita, si nutrirebbe (ha bisogno di energia per funzioe), produrrebbe scarti (dai processi energetici che servono a mantenerlo operativo) e alla fine morirebbe. Ha tutti i requisiti della vita, ma non sarebbe viva perchè non ha un anima. Ora, creare un robot del genere per ora è pura fantascienza, ma la cosa non è impossbile, è solo molto difficile, ma fattibile. Immaginiamo che in un futuro roboto del genere fossero realtà, in teora sarebbe esseri viventi, però siccome non possono avere un anima non lo sono. Siarriva dunque ad un bivio: se l'anima esiste loro non sono vivi pur vivendo, se non siste allora non c'è nessun problema logico. Naturalmente il robot ci ha insegnato che l'dea di anima è superflua, pechè il robot sarebbe vivo comunque, non organico, ma vivo.
Immaginiamo noi stessi come macchine molto, molto cmplesse, che al posto di componenti inorganici biamo componenti organiche. Viviamo grazie a processi chimici, fisici e materiali, pensiamo grazie a processi neuro-elettrici, abbiamo sentimenti per processi chimici e ci approcciamo al mondo tramite gli stessi processi. Si potrebe dire che la cosa è riduttiva, ma io la vedo come il potere della vita. Non c'è bisogno di buttare nel mazzo l'anima e i suoi derivati, è un complicarsi la vita.