Istat. Immigrati regolari a bassissimo tasso di criminalità
Pubblichiamo l’analisi dei dati Istat su immigrazione e criminalità, secondo Sergio Briguglio di Stranieri in Italia.
1) Per molti dei delitti che destano maggiore allarme sociale (omicidi, furti, scippi, etc.), il numero è in netto calo in Italia (era molto più alto negli anni '90). Alcuni delitti fanno eccezione (tra questi, le rapine, che vedono un aumento del 25 per cento rispetto ai dati del 1991).
2) Confrontando il numero di delitti commessi da italiani con quello dei delitti commessi da stranieri, per quasi tutte le fattispecie prevalgono nettamente i primi. Anche qui vi sono eccezioni (ad esempio, furti in abitazione), per le quali prevalgono i delitti commessi da stranieri.
3) Rapportando il numero di delitti commessi alla popolazione di riferimento, si ottengono tassi di criminalità molto più alti per gli stranieri che per gli italiani (es.: circa 25 volte più alti, con riferimento alle rapine). Il divario si riduce cospicuamente se per ciascuna popolazione si prende in considerazione solo la porzione "a rischio" (ad esempio, solo i giovani). Questo fatto mostra come la principale motivazione del maggior tasso di criminalità evidenziato dagli stranieri sia dovuto, piuttosto banalmente, al fatto che si tratta di un gruppo sociale che si colloca naturalmente nella parte della società dove più acuto è il disagio (giovani, meno abbienti, etc.).
4) Il numero di delitti commessi dagli stranieri, a partire dall'inizio degli anni '90, resta sostanzialmente costante. Nello stesso arco di tempo, però, la popolazione straniera è cresciuta di un fattore 5 o 6. Benché quindi i tassi di criminalità siano molto elevati per gli stranieri, essi vanno decrescendo nel tempo: i comportamenti medi della popolazione immigrata vanno cioè normalizzandosi.
5) Anche il tasso di criminalità degli italiani è in calo. I due tassi (lo ripeto: assai diversi tra loro) calano, in percentuale, con la stessa rapidità (stesso tempo di dimezzamento)
6) Una curiosità: prendendo in considerazione la nazionalità della vittima quando l'autore del crimine è italiano o straniero, si vede che, per gli omicidi o le rapine in strada, gli italiani sono prevalentemente vittime di italiani; gli stranieri, di stranieri. Per la violenza sessuale, invece, gli italiani sono prevalentemente vittime di italiani; gli stranieri, ancora di italiani...
7) Che il tasso di criminalità tra gli immigrati regolarmente soggiornanti sia dello stesso ordine di quello osservato tra gli italiani non è cosa molto significativa. La regolarità del soggiorno è infatti condizionata al fatto che lo straniero non incorra in condanne per reati anche relativamente lievi. Questo fatto seleziona una classe di immigrati regolari a bassissimo tasso di criminalità e lascia al bacino dell'immigrazione irregolare la sostanziale esclusiva dei reati di matrice straniera.

Da questo non discende, però, che la condizione di soggiorno illegale sia un buon indicatore di una più spiccata propensione alla delinquenza. L'attraversamento di una tale condizione è reso infatti quasi inevitabile, almeno nel caso dell'immigrazione per lavoro, da una normativa che impedisce l'incontro legale tra domanda e offerta di lavoro. Il trovarsi illegalmente soggiornanti non è quindi frutto di una scelta deliberata di violazione delle norme (che potrebbe preludere alla commissione di crimini), ma piuttosto un aspetto "fisiologico" di ogni percorso migratorio: l'immigrato ha bisogno di soggiornare illegalmente in Italia... per potervi essere ammesso legalmente per lavoro.
9) Non si può trarre quindi dalla condizione di soggiorno irregolare un pronostico sulla futura attività criminale dello straniero, così come non si può concludere che un adolescente si renderà responsabile di atti di bullismo, combinando con il dato anagrafico l'osservazione che la grande maggioranza di questi atti e' compiuta da adolescenti.
10) E' assai probabile che disfacendosi degli immigrati diminuirebbe il numero di criminali. Analoghe diminuzioni si possono ottenere, però, sbarazzandosi di quanti portano la scriminatura a destra, di chi preferisce il mare alla montagna o di chi eccelle nel gioco della lippa.
(1 febbraio 2010)