13/11/2010, 15:56
[color=blue]La luce si è spenta sul Colle. Il buio sulla Nazione
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=30395
Mi domando se ci possa essere ancora qualche fariseo che voglia difendere l’attuale Costituzione. Si faccia avanti, perché vorrei dirgli che in questi mesi essa è stata fatta a pezzi nelle sue parti più importanti un po’ da tutti, a partire da certi magistrati, ma soprattutto è stata ridotta a carta straccia dall’uomo del Colle. Ho già sottolineato più di una volta il suo silenzio. Un silenzio colpevole e partigiano. Un silenzio pesante.
Oggi non può esserci chi non veda il grave conflitto che investe la terza carica dello Stato. Chi avesse voluto tenere le orecchie e gli occhi chiusi, come può reggere ancora e non fermare questo imbarbarimento e questo affronto oltraggioso?
Ci si avvicina ad un momento cruciale della legislatura e Fini, diventato uno dei più accaniti avversari del governo, anzi colui che vuole ad ogni costo la cacciata del premier, siede ancora sullo scranno più alto di Montecitorio, dove dovrebbe star seduto un uomo super partes. Invece vi sta seduto un uomo che è autore di scandali come quello relativo alla casa di Montecarlo e alle pressioni in Rai per favorire i familiari, ed un uomo che ha dichiarato una specie di guerra santa contro il governo, e soprattutto contro Berlusconi.
Se è probabile quanto si legge, ossia che Berlusconi, se ottenesse la fiducia al Senato, potrebbe,ottenuta la sfiducia alla Camera, salire al Colle e chiedere, come prescrive la Costituzione, lo scioglimento di una sola delle camere, quella di Montecitorio, dove si è avuta la sfiducia, mi domando quale ruolo imparziale può svolgere nella crisi il presidente della Camera. Consultato, come di dovere, da Napolitano, egli farebbe di tutto per convincerlo a fare gli interessi del Fli, e non certo quelli del Paese, anche se avrà l’ardire di nascondersi dietro questo pretesto.
Possibile che Napolitano non avverta questo imminente pericolo? Possibile che Napolitano continui a perdonare tutte le malefatte istituzionali della terza carica dello Stato?
È possibile. Perché anche Napolitano è uomo di parte e uomo che ha fatto a pezzi la Carta costituzionale. Lui stesso esonda dai suoi limiti. Ogni volta che interviene sui lavori del governo, e addirittura su quelli del Parlamento e delle sue commissioni, dà un calcio alla Costituzione.
Quando riceverà Fini per la consultazione sulla crisi di governo, egli darà un calcio alla Costituzione, perché accoglie non un presidente super partes, ma un presidente schierato. Spero che Schifani, in quell’occasione, voglia sottolineare a Napolitano un tale conflitto.
Ancora: quando Fini è chiamato a calendarizzare il voto di sfiducia alla Camera, in cui è coinvolto, su sua spinta diretta, il Fli, e Napolitano se ne sta zitto, Napolitano, come Fini, danno un calcio alla Costituzione.
Mi domando, e domando alla sinistra, che ci sta a fare a questo punto la Costituzione. Essa è clamorosamente violata in molte sue parti. Essa, poiché le cose stanno continuando per questo verso, si rivela inadeguata a difendere la democrazia.
Si stanno mescolando il fascismo rosso e il fascismo nero. L’jho già scritto. Per chi ancora non lo avesse capito, rifletta sull’invito che è stato fatto a Bersani e a Fini di partecipare lunedì prossimo alla trasmissione di Fabio Fazio, Vieni via con me. Sono i rappresentanti dell’uno e dell’altro. Cosa può fare la Costituzione, visto che Napolitano (nota è la sua provenienza dal fascismo rosso) li lascia scorrere e consolidare?
La Costituzione, a questo punto, è cotta e stracotta; è da riscriversi in molte parti. Altro che difenderla! Si è mostrata un pericoloso colabrodo, e proprio per il comportamento di coloro che farisaicamente si ergevano a suoi difensori. Ora si capisce perché volevano difenderla. Perché essa è stata scritta a maglie larghe, al punto che nessuno alza il dito a criticare i comportamenti di grave violazione tenuti da Napolitano e da Fini.
È caduto il buio sulla Nazione.
Se poi si pensi che si sta facendo di tutto per tornare alla prima Repubblica dove la sovranità popolare era vilipesa e il Parlamento poteva a suo piacimento cambiare maggioranze e programmi, non si può che esigere che si torni alle urne e chiedere al popolo che pensi lui a fare pulizia di tutte le scorie che hanno infettato la nostra democrazia.
In primis, il popolo si ricordi di pretendere che maggioranze, premier e programmi non si possono mutare se non tornando alle urne. Che la sua sovranità è sacra e inviolabile. Che il popolo capisca che oggi Berlusconi è aspramente combattuto giacché è lui che si è eretto a difensore della sovranità popolare, ossia dei diritti dei cittadini, contro i riti della prima Repubblica. Sconfitto Berlusconi, la sovranità popolare sarà vilipesa e derisa come accadeva negli anni della prima Repubblica. Berlusconi è rimasto solo a combattere questa battaglia epocale per il nostro Paese. Ha tutti contro. Ha bisogno del sostegno del popolo, dei suoi elettori, che non devono tirarsi indietro. Ora o mai più. O si vince ora o tutto, ahimè, tornerà come prima
Se nei prossimi giorni si tenterà di fare questo, il ritorno, cioè, agli anni bui della democrazia, il popolo di centrodestra dovrà farsi sentire, e ciò sarà non per l’interesse proprio, ma per l’interesse di tutta la Nazione.
Se alla fine si andrà al voto e il risultato elettorale tornasse a premiare l’attuale governo, sappia Napolitano che si aprirebbe un grosso problema morale e di coerenza anche per lui. Poiché ha cercato di fare in modo, pure lui, di far cadere il governo, calpestando perfino i suoi obblighi istituzionali (ad esempio nei confronti della terza carica dello Stato), il meno che potrà fare è di dimettersi dalla carica. Il più lo farà la Storia, rinfacciandogli la sua debolezza.[/color]
13/11/2010, 16:07
13/11/2010, 19:41
certi post meriterebbero un doppio quote,anzi un quote con i fiocchimik.300 ha scritto:
golpe, colpo di stato,
poteri forti, ecc. ecc.
..e certo..!
senza il potere b. finisce al gabbio..
quando b. sara` sparito,
l`effetto piu` positivo sara` che
chi vincera` governera`,
chi perdera` andra` all`opposizione
e provvedera` a redarre un programma
piu` appetibile
e NON SENTIREMO PIU` PARLARE
DI QUESTE FESSERIE..
14/11/2010, 01:30
[color=blue]Italiani, svegliatevi vogliono espropriarvi
http://www.ilgiornale.it/interni/italiani_svegliatevi_vogliono_espropriarvi/13-11-2010/articolo-id=486465-page=0-comments=1
Italia svègliati. Non puoi accettare che un governo liberamente e democraticamente voluto dagli italiani stessi cada per il capriccio personale di un voltagabbana che ha deciso di portare con sé nella tomba il premier e il suo governo.
Non puoi accettare che un Paese difficile, nel pieno di una crisi internazionale, nel pieno di una legge finanziaria e in mezzo ad alluvioni e catastrofi, venga spinto al buio nell’abisso, solo per eliminare Berlusconi: perché qui non c’è un governo alternativo alle porte, c’è solo lo sfascio del presente, è l’unico collante che unisce le opposizioni vecchie e nuove.
Non puoi accettare che in piena emergenza ambientale venga processato e delegittimato in tv, in piazza e in Parlamento chi si occupa della Protezione civile in modo fino a ieri ritenuto efficace.
Non puoi accettare che un ministro, su cui possono divergere i giudizi, debba essere sfiduciato dal Parlamento, se crolla un’impalcatura di cemento a Pompei, come purtroppo è sempre accaduto.
Non puoi accettare che un grande giornalista che dirige un grande giornale, debba pagare, unico tra tanti, un clima d’odio e di giornalismo militante con l’impedimento di far sentire la sua voce ai tanti lettori che lo seguono.
Mi rivolgo alla pancia d’Italia e nel senso descritto nel suo vivace pamphlet da Beppe Severgnini, al ventre profondo del nostro Paese, la maggioranza silenziosa a cui si nega il diritto di avere opinioni diverse da quelle somministrate dai poteri mediatico-giudiziari.
Italia svègliati, e questa non è un’invocazione retorica o generica, ma realista e specifica.
È giunto il momento di una presenza visibile ed energica di quell’Italia sfiduciata che non viveva con euforia i giorni della vita pubblica nostrana, che ha vissuto poi con disagio le sue involuzioni e ora vive con fastidio questa macchina da guerra che si è messa in moto per azzerare la dignità, la libertà, la rilevante quota di sovranità popolare e nazionale espressa da questa larga e profonda Italia.
Questo non è un appello all’insurrezione, non è l’invocazione di un altro 25 aprile, come ha sciaguratamente scritto la Repubblica e come ha sensatamente denunciato Giampaolo Pansa.
No, è l’invito alla maggioranza silenziosa del paese a mostrare la sua calma e civilissima indignazione per l’esproprio che sta subendo davanti ai suoi occhi della sua facoltà di decidere e a ribadire la sua lucida determinazione a non aprire crisi al buio.
Occorre una protesta vera e civile, anche in piazza, anche per strada, per respingere una crisi assurda e priva di sbocchi.
In questo bruttissimo momento del nostro paese in cui sembrano civili e moderati nei toni e nei propositi perfino Tonino Di Pietro e i comunisti, è necessario che gli italiani liberi e non militanti facciano sentire tutto il loro disagio.
Che chiedano loro, gli italiani, di decidere nelle sedi proprie se e quando mandare a casa Berlusconi e il suo governo, se e quando non leggere Feltri e il suo giornale. E non siano i pronunciamenti di giudici, ordini, associazioni mafiose e caporioni.
È giunto il momento che qualcosa di simile al Tea party si formi anche in Italia, per restituire vitalità e cittadinanza attiva alla mitica e nascosta società civile, da troppo tempo addormentata e avvilita. Un movimento di base e non di partito che non risponda all’incattivimento con pari aggressività, anche solo verbale; ma risponda con la temperata forza dei ragionamenti e delle libere opinioni.
È necessario che riemerga nel nostro paese quella borghesia sana e perbene, intelligente e anche educata che si disse moderata; e con lei quel popolo italiano che non vuole più sentir parlare di guerra politica e di strappi.
Non mostrate i muscoli, l’unica prova di forza sia il numero, semmai.
Mostrate il volto vero del paese che non vuole più vivere questo clima di guerra che porta alla paralisi.
Un paese che difende il governo che ha eletto, ma che non appartiene a nessuno, nemmeno a Berlusconi; ma a se stesso, alle sua città, alle sue famiglie.
E che faccia capire a tutti che solo l’interesse del Paese può essere superiore a tutto, non quello di una parte o di un’altra, di un potere o di un altro, di un leader o di un altro.
Basta con i casi personali. Un popolo civile che reputa una benedizione il bipolarismo perché serve a garantire la responsabilità dei ruoli e la governabilità; ma che non vuole applicare il bipolarismo al popolo, ai valori, a tutto quanto.
Il bipolarismo va circoscritto all’assetto politico-parlamentare. Non va applicato ad altezza d’uomo e all’universo mondo.
Perché non si può vivere la vita in bianco e nero, perché non ne possiamo più di guerre civili, di razzismi politici e culturali, di odii feroci e di milizie in campo.
Il mondo non si divide in due, e da nessuna parte ci sono solo i buoni o solo i cattivi; il bipolarismo è solo un sistema politico-elettorale, non può diventare un criterio di giudizio universale. Altrimenti non è bipolarismo, è manicheismo.
Mi piacerebbe che nascesse dal basso una forza larga e tranquilla nel Paese, che avesse questi obiettivi e che difendesse il voto espresso dagli italiani, l’interesse superiore del Paese e l’esigenza suprema di avere un governo. E che non gridasse al lupo al lupo, alle dittature in corso o alle porte, perché poi, anche i lupi più lontani e sordi, alla fine, si svegliano.[/color]
14/11/2010, 01:48
14/11/2010, 02:02
barionu ha scritto:
La Lega, onorevole Presidente, le toglie la fiducia!
(Ndr: questo intervento del senatore Bossi è stato rimosso dal sito web della Lega)
12/12/2010, 14:06
[color=blue]TTB, golpismo morbido
Il tradimento dei chierici ai danni della sovranità popolare
http://www.ilfoglio.it/soloqui/7024
Tutto Tranne Berlusconi ovvero il tradimento della sovranità popolare, che per esercitarsi nelle forme e nei limiti della Costituzione deve pur essere presa sul serio, rispettata, deve esserci e legittimare il potere politico e i suoi titolari. Berlusconi può essere ottimo, pessimo, così così: non è questo il problema. Sta di fatto che ha vinto per la terza volta le elezioni due anni fa. Le ha vinte la sua coalizione, le hanno vinte le sue liste e i suoi programmi, le ha vinte il suo partito, le ha vinte la sua leadership con il suo nome stampato nelle schede elettorali, al centro del simbolo votato, e il nome dell’avversario stampato sull’altro simbolo. Tutto questo non può essere degradato a Costituzione materiale, grezza e populistica deformazione della purezza di una Repubblica parlamentare. Il costituzionalista Andrea Manzella ha teorizzato ieri su Repubblica che il congelamento del calendario deciso da Giorgio Napolitano fino al 14 dicembre dimostra non tanto la sensibilità politica di un presidente preoccupato di approvare la legge di stabilità, ciò che è vero, quanto l’esercizio da parte sua di un potere di limitazione della sovranità nazionale “in vista soprattutto della prospettiva europea”; di qui ha dedotto altre conseguenze: si può fare un nuovo governo anche con le forze che hanno perso le elezioni, ma non una campagna elettorale che produrrebbe “un buco in cui ogni incertezza e ogni speculazione si infiltrerebbero” ai danni dell’euro. Manzella ha poi insultato il Parlamento che finge di rispettare e innalzare al di sopra della sua stessa legittimazione popolare, scrivendo che è fatto di “nominati” e che contro di esso è in atto “una rivolta di opinione”, e aggiungendo che legislativo ed esecutivo sono poteri in equilibrio sottoposti alla sorveglianza del presidente della Repubblica. Questa sì che è Costituzione materiale, e della specie più rozza, costituzione strumentale, presidenzialismo surrettizio. Il suo discorso si compie infine con la stupefacente affermazione che le Camere sono bacino per sondaggi, che la prima virtù di una Repubblica è la “flessibilità” manovriera del Parlamento e dei partiti. Insomma, tutto è lecito, ribaltoni, elezioni rinviate, governi senza vere maggioranze popolari alle spalle, Tutto Tranne Berlusconi.
Il dramma infatti dei chierici che tradiscono la loro stessa vocazione e deontologia, la loro stessa cultura costituzionale, il dramma di questi golpisti morbidi incapaci di limitare la propria faziosità, è tutto nella consapevolezza: sanno, perché stupidi non sono, che le leadership antiberlusconiane, da Vendola a Bersani a Rutelli a Casini a Fini all’eventuale Montezemolo, sono un bouquet multicolore privo di coesione, di programmi, di un blocco sociale di sostegno, a parte la mancante legittimazione. Sanno che la preparazione di una alternativa è faticosa, lunga, che implica qualcosa di più corposo del rimbecillimento propagandistico di grandi pubblici televisivi delle prime serate, quelli che “vengono via con loro”. Ma non hanno tempo né pazienza né costanza, scelgono la via breve del golpismo morbido, ammantato di valori costituzionali che calpestano mentre li enunciano.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
Giuliano Ferrara
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12/12/2010, 20:12
mik.300 ha scritto:
quando b. sara` sparito,
l`effetto piu` positivo sara` che
chi vincera` governera`,
chi perdera` andra` all`opposizione
e provvedera` a redarre un programma
piu` appetibile
12/12/2010, 20:25
01/02/2011, 19:08
[color=blue]"Non sono nemmeno indagata ma hanno perquisito casa mia"
La nostra Anna Maria Greco racconta: "Hanno frugato pure nella biancheria intima"
Roma - Trattata come uno dei peggiori criminali: i carabinieri in casa a cercare tra le carte e i computer, i famigliari impauriti, la perquisizione personale per trovare "prove" anche nella biancheria intima. La nostra collega Anna Maria Greco racconta in un file audio la perquisizione subita questa mattina per l'articolo pubblicato sul pm Ilda Boccassini. "E' stata un'esperienza allucinante - racconta la giornalista che da quindici anni si occupa di Giudiziaria per il Giornale - le forze dell'ordine avevano avuto mandato di compiere anche perquisizioni corporali. Hanno rovistato nella mia biancheria intima".
Il racconto dell'odissea La nostra cronista racconta l'odissea terminata solo nel tardo pomeriggio. "Mi sembra tutto un quadro mai visto - racconta la nostra giornalista - è un attentato alla nostra professione. Se non si può più pubblicare atti che io ritengo non coperti da segreto, atti vecchi di trent'anni, parte di un procedimento chiuso, è chiaro che c’è un attacco al nostro lavoro". "Quel che poi mi sembra ancor più grave - aggiunge la Greco - è la denuncia fatta di una mia presunta fonte, e il mio nome sbattuto in prima pagina da un collega di un altro giornale, che mi ha additato prima ancora che vi fosse qualsiasi azione giudiziaria. E' una guerra fra colleghi. Chi ne uscirà male, alla fine, lo ripeto, è la nostra professione". "Questa mattina sono stata svegliata dai carabinieri - racconta ancora la cronista ripercorrendo l'odissea vissuta oggi - hanno perquisito la mia abitazione, prima delle 9, e poi siamo andati in redazione". [/color]
[color=blue]"STATO DI POLIZIA, CENSURA"
Dure le reazioni della politica alle perquisizioni ordinate dai pm romani nella redazione romana del nostro quotidiano e nell'abitazione privata della nostra giornalista (leggi la cronaca). Indignazione anche da sinistra. Severe critiche da Merlo (Pd) e Giulietti (Articolo 21). Nucara parla di "stato di polizia". L'ordine dei giornalisti del Lazio: "Un provvedimento che sa di censura".
Roma - Per una volta si indignano anche a sinistra per la perquisizione a casa e in redazione della cronista del Giornale, Anna Maria Greco. "È una strana perquisizione quella avvenuta nella sede del Giornale. Del resto, le perquisizioni nelle sedi dei giornali sono sempre inquietanti e preoccupanti, qualunque giornale sia. Ma nello scontro sempre più violento e radicale tra la politica e la magistratura, non credo che debbano pagarne le conseguenze anche i giornalisti. Comunque, le perquisizioni nelle redazioni dei giornali sono sempre una brutta pagina per la democrazia e per la libertà di in formazione" dice Giorgio Merlo, Pd, vice presidente Commissione Vigilanza Rai. Dalla stessa parte anche Giuseppe Giulietti, di Artciolo 21: "Le perquisizioni nella sede dei giornali non ci piacciono mai e dunque non ci piacciono neppure quelle nella sede de il Giornale. Allo stesso modo tuttavia non ci piace né il metodo Boffo né quello Bocassini e tanto un meno un conflitto di interessi che diventa manganello da sbattere sulla testa di chi non piace al presidente del consiglio editore. Forse le perquisizioni, per essere efficaci, dovrebbero svolgersi in altri palazzi e non in redazione".
Cicchitto attacca "Ho già avuto modo di dire che sono contrario a ogni speculazione sulla vita privata, sia che investa con centinaia di intercettazioni Berlusconi, sia che riguardi rivelazioni su episodi personali riguardanti la Boccassini" dice Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. "Detto questo, però, il meccanismo investigativo che oggi colpisce così duramente il Giornale, in quanto tale, e la giornalista Anna Maria Greco è del tutto inaccettabile e gravissimo, poiché rappresenta un autentico attentato alla libertà di stampa che deriva chiaramente dalla logica aberrante dei due pesi e delle due misure. In passato, infatti, di fronte a plateali violazioni del segreto istruttorio non c’è stato (salvo rare eccezioni) alcun intervento della magistratura. Del tutto inusitato, al limite dell’incredibile, è il trattamento riservato ad un membro del Csm, che non credo abbia precedenti nella storia della Repubblica. Più in generale, è ancor più incredibile il ben diverso trattamento riservato da un lato al Giornale e dall’altro alle testate di opposta collocazione politica".
Nucara parla di stato di polizia "Si perquisiscono le abitazioni dei giornalisti. Si intercettano i cittadini e si inibiscono i politici. Le libertà non contano nulla. Siamo a un passo dallo stato di polizia" dichiara il segretario del Pri, Francesco Nucara, commentando la perquisizione dell’abitazione della nostra Greco e della redazione de Il Giornale. Nucara esprime inoltre "piena solidarietà" alla Greco.
L'ordine parla di censura "La perquisizione nella sede di un giornale lascia sempre l’amaro in bocca perché sa di censura, di limitazione al diritto di cronaca". Così Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Roma commenta il fatto del giorno. "Un’altra perquisizione nella sede di un quotidiano. Non è la prima, né purtroppo, sarà l’ultima. Stavolta ne ha fatto le spese il Giornale, 'reo' di aver pubblicato una notizia che aveva un suo fondamento di verità. Dov’è il peccato? - chiede Tucci - Dove la scorrettezza? Quale tipo di reato hanno commesso i colleghi?. Qui non è in gioco né la destra, né la sinistra. Né la maggioranza o l’opposizione - conclude -. È in gioco la libertà di stampa che in un paese civile e democratico non può mai essere messa in dubbio".
"La perquisizione nella sede di un giornale lascia sempre l’amaro in bocca perché sa di censura, di limitazione al diritto di cronaca". Così Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Roma commenta il fatto del giorno. "Un’altra perquisizione nella sede di un quotidiano. Non è la prima, né purtroppo, sarà l’ultima. Stavolta ne ha fatto le spese il Giornale, 'reo' di aver pubblicato una notizia che aveva un suo fondamento di verità. Dov’è il peccato? - chiede Tucci - Dove la scorrettezza? Quale tipo di reato hanno commesso i colleghi?. Qui non è in gioco né la destra, né la sinistra. Né la maggioranza o l’opposizione - conclude -. È in gioco la libertà di stampa che in un paese civile e democratico non può mai essere messa in dubbio".
I senatori del Pdl La notizia della perquisizione nell’abitazione della cronista del Giornale e nella redazione del nostro quotidiano dopo la pubblicazione di documenti riguardanti il pm di Milano, Ilda Boccassini, ha suscitato un coro di proteste dei senatori del Pdl. "Un’iniziativa scandalosa. Le perquisizioni al Giornale della procura di Roma per aver pubblicato un articolo sugli amori boccacceschi della dottoressa Boccassini dimostrano ancora una volta l’atteggiamento vessatorio di una certa magistratura" protesta il senatore Achille Totaro mentre il vicecapogruppo Francesco Casoli parla di "intimidazioni degne della peggior dittatura comunista" nei confronti dei cronisti del Giornale invocando analoghe azioni della magistratura verso "quei giornalisti di testate di sinistra, perennemente impuniti, che passano regolarmente notizie e fango su indagini su Berlusconi". Secondo il senatore Cosimo Izzo, "è partita la caccia contro chi si oppone al potere delle procure rosse" e "le perquisizioni sono una chiara intimidazione alla libertà di stampa e al diritto di cronaca. Mentre dalle pagine dei giornali di sinistra - sostiene Izzo - è consentito rovesciare vagonate di fango sul presidente Berlusconi in spregio a qualsiasi segreto istruttorio, il Giornale viene violato per aver scritto di una vicenda vecchia e datata". "Chi tocca la magistratura di sinistra muore" sostiene la senatrice Laura Bianconi che si chiede "come mai questo stesso rigore non sia stato utilizzato per altri giornali, come la Repubblica, il Fatto o l’Espresso che per settimane hanno pubblicato notizie coperte dal segreto istruttorio". [/color]
01/02/2011, 19:18
[color=blue]Il "perfetto" strabismo delle Procure
Gli articoli brutti, offensivi e diffamatori sui nostri giornali non si contano. Ma suonano come intimidazioni, hanno un sapore vagamente - questo sì - "egiziano", le perquisizioni nelle redazioni di alcuni - solo di alcuni - giornali e persino nelle abitazioni private di alcuni - solo alcuni - giornalisti.
Soltanto quando escono carte a loro sgradite, come quelle sulla Boccassini, anche se si riferiscono a fatti ormai di decenni fa, i magistrati scatenano la caccia al colpevole della fuga di notizie. Ma MAI - nonostante tutta l'obbligatorietà dell'azione penale - mai una volta che scatenino una simile caccia all'uomo per capire come mai e grazie a chi Corriere, Repubblica e tutti gli altri giornali e fattacci quotidiani pubblicano centinaia di pagine di verbali, intercettazioni e atti coperti da segreto istruttorio che riguardano indagini ancora in corso e spesso non arrivate nemmeno davanti a un gip. Come mai - rimanendo su notizie di giornata - non vengono perquisite le redazioni dei giornali che questa mattina hanno pubblicato i virgolettati dell'interrogatorio alla Minetti? C'è da fidarsi che siano questi magistrati, con questi metodi, ad abbattere Berlusconi? [/color]
01/02/2011, 19:56
01/02/2011, 20:21
02/02/2011, 01:21
02/02/2011, 01:34
[color=blue]Se qualcuno non avesse ancora capito…
http://www.legnostorto.com/index.php?op ... w&id=31111
… ciò che sta accadendo, l’episodio della perquisizione della redazione de Il Giornale e della casa privata della giornalista Anna Maria Greco, autrice dell’articolo sulle esibizioni amorose del pm Ilda Boccassini avvenute circa 30 anni fa, davanti alla sede del Tribunale di Milano, dovrebbe far aprire gli occhi a tutti sullo scontro in atto tra politica e magistratura, tra magistratura e i diritti di libertà.
Finalmente, in questo caso, si sono levate anche voci di condanna provenienti da sinistra e dalla stessa Fnsi.
Quello che è in atto infatti (l’ho già scritto) non è uno scontro feroce tra la magistratura e Silvio Berlusconi, ma tra la magistratura e la politica, ivi compreso tutto ciò che di libertà essa contiene.
La magistratura vuole mettere la politica sotto il proprio tallone. Berlusconi è uno dei più resistenti, ed è per questo motivo che l’accanimento giudiziario contro di lui è uno dei più imponenti della storia della nostra democrazia.
Ma oggi, con l’episodio accaduto al Giornale, la magistratura (non scrivo più certa magistratura, giacché il silenzio degli altri magistrati è connivenza) ha voluto alzare il livello dello scontro. Senza alcun pudore. Con strafottenza.
Guai a prendere di mira i magistrati. Questo è il messaggio. Chi lo fa, paga un prezzo molto alto. Anche di dignità personale, venendo sottoposto a perquisizioni corporali perfino intime.
Siete dunque avvertiti, signori giornalisti. Lasciate perdere i magistrati. Se toccate un magistrato, non c’è fuga di notizie che tenga. Le vostre fonti saranno smascherate a tamburo battente.
Quando mai la fuga di notizie dalle stanze giudiziarie ha trovato un colpevole? Mai. Lo trova oggi, poiché l’articolo del Giornale riguardava Ilda la rossa.
L’operazione è un monito solenne. E di quale arroganza disponga la magistratura lo dimostra il fatto che, pur in presenza di critiche bipartisan, nessuno della magistratura ha intenzione di tenerne conto, consapevole del proprio potere. Si va avanti come uno schiacciasassi, qualunque diritto, qualunque libertà finiscano sotto i cingoli.
Il potere della magistratura è smisurato, non ha più confini, né esistono organismi in grado di arginarlo. Tutto è deciso, giustificato e assolto all’interno del fortilizio della giustizia. Lì, come si dice, se le suonano e se le cantano, secondo i propri obiettivi. Nemmeno il capo dello Stato, presidente del Csm, può nulla, di fronte allo schiacciasassi messo in moto dai magistrati.
Quanto è accaduto al Giornale (è la seconda volta in pochi mesi) dimostra che nessun potere è più in grado di vigilare e controllare tali eccessi.
Si può continuare così? Si può vedere la politica ridotta a zimbello di un semplice potere dello Stato, che ha perso la testa ed è uscito fuori controllo, senza che alcuno possa porvi riparo?
La politica lo potrebbe, attraverso la potestà legislativa del parlamento. Potrebbe dimostrare ai cittadini, di cui rappresenta la sovranità, che lo Stato è saldamente e democraticamente controllato. Ma non ha potuto farlo fino ad oggi, e forse non potrà farlo mai, poiché una parte politica, quella dell’opposizione, ha cavalcato questi eccessi pro domo sua, rendendosi corresponsabile di una tale pericolosissima deriva.
Siamo ad un mutamento? Non credo. Credo piuttosto che il caso capitato al Giornale sia stato così pesante che anche l’opposizione si è vista costretta a protestare. Dovremo verificare nei prossimi giorni con quanta convinzione e con quanta tenacia.
Come avrete letto, anche il ministro Frattini è indagato dalla magistratura per abuso di ufficio. Ditemi voi se un magistrato può sindacare l’intervento di un ministro in parlamento.
Se è vero che un simpatizzante del Fli ha sporto denuncia contro il ministro, è mai possibile che si possa dare alla magistratura il potere di intervenire su di un ministro nel pieno esercizio delle sue funzioni in un’aula parlamentare?
Queste cose non devono essere consentite. Quanto avviene in Aula è di esclusiva competenza della politica. L’Aula parlamentare è sacra e inviolabile. Su quale base un magistrato può intervenire per giudicare quello che può fare o non può fare il ministro in un’Aula parlamentare? Se il ministro sbaglia è soltanto la politica che può criticarlo. Si è criticato il presidente del senato Schifani accusandolo di aver invaso, ammettendo l’intervento di Frattini, le competenze della Camera.
E questa intrusione della magistratura nei lavori parlamentari – domando alla Finocchiaro, a Rutelli, a D’Alia, a Li Gotti – è regolare? La dobbiamo considerare normale? O non è un’indebita ingerenza? Anzi, un’invasione, una turpe violazione delle prerogative del parlamento?
Tutti i partiti dovrebbero sollevarsi.
http://www.bartolomeodimonaco.it [/color]