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MessaggioInviato: 01/01/2011, 18:22 
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GoldenBoy ha scritto:

Questo porterebbe comunque un aumento vertiginoso del terrorismo in casa nostra e sarebbe quindi una guerra senza frontiere e senza fine, inoltre non si può prevedere fino a che limite potrebbero spingersi i terroristi nel mondo potrebbeo usare benissimo contro di noi non necessariamente armi nucleari ma armi battereologiche ancora + letali di quest'ultime e chimiche per sterminarci una volta x tutte.Il 2011 non si prospetta per niente un anno di pace.


Gia'.Io il 2011 lo vedo veramente male,poi se si sta muovendo anche la Cina allora ti saluto.[:(]



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MessaggioInviato: 01/01/2011, 23:57 
ragazzi l unione fa la forza io credo che dobbiamo avere fiducia in noi stessi. possiamo rendere tutti insieme questo mondo migliore. non siamo pessimisti non facciamci terrorizzare dal male e dalle cose che vogliono spaventarci.



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MessaggioInviato: 02/01/2011, 18:25 
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Halosoldier ha scritto:

ragazzi l unione fa la forza io credo che dobbiamo avere fiducia in noi stessi. possiamo rendere tutti insieme questo mondo migliore. non siamo pessimisti non facciamci terrorizzare dal male e dalle cose che vogliono spaventarci.


No certo Halo pero' e' vero anche che ogni volta che si vede il telegiornale e lo stesso parla sempre di uccisioni,catastrofi e compagnia bella,certo vai proprio giu di morale.[:(]



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MessaggioInviato: 02/01/2011, 19:31 
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soleado3083 ha scritto:

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Halosoldier ha scritto:

ragazzi l unione fa la forza io credo che dobbiamo avere fiducia in noi stessi. possiamo rendere tutti insieme questo mondo migliore. non siamo pessimisti non facciamci terrorizzare dal male e dalle cose che vogliono spaventarci.


No certo Halo pero' e' vero anche che ogni volta che si vede il telegiornale e lo stesso parla sempre di uccisioni,catastrofi e compagnia bella,certo vai proprio giu di morale.[:(]

Ma non è il Telegiornale che fabbrica le notizie!,sono le notizie che entrano nel Telegiornale!.[:D]


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MessaggioInviato: 03/01/2011, 00:55 
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bleffort ha scritto:

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soleado3083 ha scritto:

Cita:
Halosoldier ha scritto:

ragazzi l unione fa la forza io credo che dobbiamo avere fiducia in noi stessi. possiamo rendere tutti insieme questo mondo migliore. non siamo pessimisti non facciamci terrorizzare dal male e dalle cose che vogliono spaventarci.


No certo Halo pero' e' vero anche che ogni volta che si vede il telegiornale e lo stesso parla sempre di uccisioni,catastrofi e compagnia bella,certo vai proprio giu di morale.[:(]

Ma non è il Telegiornale che fabbrica le notizie!,sono le notizie che entrano nel Telegiornale!.[:D]


Gia',comunque sia pero' ti mette tristezza ugualmente.[:(]



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MessaggioInviato: 03/01/2011, 15:56 
A sorpresa Seul apre alla Corea del nord,C'è ancora posto per il dialogo

http://www.asianews.it/notizie-it/A-sor ... 20408.html



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MessaggioInviato: 03/01/2011, 16:37 
Nessuna sorpresa. Le due Coree fanno ciò che dicono i rispettivi padroni (Cina e USA) i quali nel frattempo hanno trovato un accordo, probabilmente di natura finanziaria e/o commerciale.



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MessaggioInviato: 03/01/2011, 17:16 
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eSQueL ha scritto:

Nessuna sorpresa. Le due Coree fanno ciò che dicono i rispettivi padroni (Cina e USA) i quali nel frattempo hanno trovato un accordo, probabilmente di natura finanziaria e/o commerciale.

E già!!!.[;)]


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MessaggioInviato: 10/01/2011, 19:48 
Coree, cala il livello di allerta nel mar Giallo
Nord e Sud verso la tregua nella loro "guerra fredda": eserciti smobilitano su confine marittimo
Libero-news.it


cala la tensione in Corea. L'esercito del Nord ha abbassato il livello di allerta militare sul confine marittimo occidentale con il Sud, nelle acque del mar Giallo, dove a novembre Pyongyang aveva bombardato l'isola sudcoreana di Yeonpyeong provocando la morte di quattro militari di Seul. Secondo quanto riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap, anche le forze Usa e sudcoreane che controllano l'area hanno rivisto al ribasso il livello di allerta del sistema di sorveglianza sceso martedì al grado tre su una scala di quattro.
"L'esercito nordcoreano - ha riferito un funzionario del governo sudcoreano - ha recentemente ritirato l'ordine di allerta speciale per la frontiera del mar Giallo emesso il 21 novembre scorso. Le attività delle unità di artiglieria nordcoreane vicino al confine marittimo sembrano tornate ai livelli visti prima dell'ordine".
Nell'ultimo mese e mezzo, dopo i primi colpi di artiglieria, non ci sono più stati conflitti aperti ma uno stato di tensione crescente. Corea del Sud e Stati Uniti avevano innalzato il livello di allerta al grado due (in parole povere, presenza di minacce vitali dal regime di Pyongyang), predisponendo manovre ed esercitazioni militari congiunte. Prima di Natale, la Corea del Nord si era detta pronta ad una "guerra santa nucleare" prima di proporre a Seul, a sorpresa, "colloqui senza condizioni
http://www.libero-news.it/news/577662/C ... iallo.html


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MessaggioInviato: 10/01/2011, 20:42 
Ragazzi ora c'è ragione di aver paura!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non mi fido degli orientali ricordatevi Pearl Harbor!!!


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MessaggioInviato: 11/01/2011, 19:52 
Roma, 11 gen. (TMNews) - Con una dimostrazione di forza apparentemente rivolta agli Stati Uniti e al ministro della Difesa Robert Gates, in visita a Pechino, la Cina ha effettuato il primo volo test del nuovo caccia stealth fighter. Un test, sottolinea il New York Times, avvenuto soltanto alcune ore prima dell'incontro tra il segretario alla Difesa di Washington e il presidente cinese Hu Jintao.

Un esperto sull'esercito cinese di Hong Kong, Andrei Chang, ha spiegato in un'intervista telefonica che il caccia in grado di sfuggire ai radar, il J-20, ha sorvolato per circa quindici minuti un aeroporto nella città sudoccidentale di Chengdu. Foto del caccia in volo sono inoltre state pubblicate su siti militari cinesi non ufficiali.

Gates ha indicato di aver chiesto spiegazioni direttamente a Hu sul motivo per cui il volo test sia stato effettuato proprio durante la sua visita, organizzata per facilitare una distensione dei rapporti tra Cina e Stati Uniti. Il presidente cinese ha replicato, ha aggiunto il segretario alla Difesa, che "non ha avuto assolutamente nulla a che fare con la mia visita". Gates ha però chiarito di non essere convinto che l'esercito di Pechino abbia agito indipendentemente dalla leadership politica.



Il ministro della difesa statunitense Robert Gates ha detto oggi che la Corea del Nord sta diventando una minaccia diretta per gli Stati Uniti, nel senso che da qui a cinque anni il progresso tecnologico del regime gli permetterà di costruire un missile in grado di colpire l’Alaska o la costa ovest degli Stati Uniti. A quel punto, considerato il processo di arricchimento dell’uranio in corso nelle centrali del paese, la Corea del Nord potrebbe utilizzare quei missili per trasportare testate nucleari.

“Non credo che sia una minaccia imminente, ma nemmeno una cosa che possiamo rimandare a tra cinque anni”, ha detto Gates, che ha fatto questi commenti durante la sua visita a Pechino nello stesso giorno in cui la Cina ha condotto il primo volo di prova del suo nuovo jet da combattimento: un velivolo stealth, di quelli invisibili per i radar. Un volo di quindici minuti e anche una notevole dimostrazione di forza, messa in pratica appena poche ore prima dell’incontro tra Gates e il presidente cinese Hu Jintao.
Come fa notare il New York Times, la dichiarazione di Gates sulla Corea del Nord rappresenta una svolta significativa per l’amministrazione Obama, che finora aveva temuto soprattutto che il regime di Pyongyang potesse vendere le sue testate e i suoi missili ad altri paesi – l’Iran, per esempio – piuttosto che utilizzarli direttamente.



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MessaggioInviato: 11/01/2011, 21:06 
Usa e Cina ballano su 29 rischi-guerra

di
Christian Rocca
Gli ultimi due premi Nobel per la pace sono stati vinti da un americano e da un cinese, dal presidente Barack Obama e dal dissidente Liu Xiaobo. Gli interessi di America e Cina iniziano pericolosamente a divergere, malgrado i due sistemi economici siano ormai interdipendenti. La decisione di premiare il leader statunitense e l'oppositore del regime cinese fotografa la tensione crescente tra Washington e Pechino.
La grande sfida del 2011 è tra l'unica superpotenza mondiale, per quanto sfiancata da debito, ansia e crisi, e l'emergente potenza economica e militare del XXI secolo. In ballo ci sono le questioni monetarie e commerciali, il controllo dei mari del Sud, la leadership in Asia, gli approvvigionamenti energetici e di materie prime. Ma anche gli aiuti nucleari americani all'India e quelli cinesi al Pakistan, l'indipendenza di Taiwan e le minacce atomiche della Corea del Nord.
La data chiave è il 19 gennaio - in concomitanza con il debutto della decima stagione di American Idol, lo show di più grande successo televisivo negli Stati Uniti - quando il presidente cinese Hu Jintao andrà da Obama a Washington. Vecchie volpi come Zbigniew Brzezinski suggeriscono ai due paesi le strade per restare amici, mentre i falchi alla John Bolton invitano la Casa Bianca a non cadere nella trappola coreana (i soliti e inconcludenti colloqui sul nucleare), in realtà tesa dalla Cina per imbrigliare Washington.
Il 2011 (luglio) è anche l'anno dell'avvio del disimpegno dall'Afghanistan, dove le truppe Nato però resteranno fino al 2014 e forse oltre. Entro la fine dell'anno, in base all'accordo firmato da George W. Bush e dal premier iracheno Nouri al-Maliki, gli ultimi 50mila soldati lasceranno l'Iraq, dove il 15 marzo - per la prima volta dalla caduta di Saddam - tornerà a tenersi un summit della Lega Araba. Il premier iracheno ha confermato di non aver più bisogno degli americani. Lo storico militare del Council on Foreign Relations, Max Boot, però è scettico e crede che sarebbe meglio se in Iraq restasse una presenza militare di lungo termine come in Germania, Italia, Giappone e Corea del Sud.

Il primo momento di crisi del 2011 è annunciato per la settimana prossima. Tra il 9 e il 14 gennaio si terrà il voto sull'indipendenza del Sud del Sudan. Sarà difficile che il Nord islamico guidato dal presidente islamista Bashir si lasci sfilare i giacimenti petroliferi del Sud cristiano e animista. L'Iran resta al centro delle preoccupazioni mondiali. Gli ayatollah hanno riavviato le iniziative politiche per dividere la comunità internazionale sui programmi atomici.
Il Centro per l'azione preventiva del Council on Foreign Relations ha individuato 29 potenziali conflitti che potrebbero aprirsi quest'anno. Oltre alle aree già citate, ci sono anche Arabia Saudita, Libano, Egitto, Yemen, Somalia, Zimbabwe, Congo, Nigeria, Birmania, Kyrgyzstan, Uganda, Costa d'Avorio e Thailandia. L'ultima copertina dell'Economist teme un'estesa guerra in Medio Oriente. I nuovi conflitti del 2011, secondo la rivista Foreign Policy e l'International Crisis Group, potrebbero essere 16, dal Venezuela (bande governative pronte a difendere la rivoluzione di Chávez con i kalashnikov) ad Haiti (il 16 gennaio, a un anno dal terremoto, c'è il ballottaggio presidenziale), dal Tajikistan (nuovo rifugio di al-Qaeda) alla Guinea (militari contro il presidente eletto), dal Guatemala (elezioni ad agosto e cartelli della droga) al Messico (dove negli ultimi quattro anni sono stati 30mila i morti della guerra alla droga).



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MessaggioInviato: 16/01/2011, 16:21 
Bp, alleanza russa per il petrolio
In crisi l'alleanza con gli Usa?


La prima mossa del colosso inglese dopo il disastro del Golfo del Messico è stato un accordo da 8 miliardi con Rosneft (controllata al 75% dal Cremlino) che fa infuriare gli americani

Incoraggiato direttamente da David Cameron e indifferente alla propria storia personale, il newyorkese Bob Dudley, primo numero uno della Bp a non essere nato in Inghilterra, ha deciso giovedì sera di ridisegnare il risiko mondiale dei cercatori di petrolio mettendo violentemente in discussione una antica alleanza, quella con gli Stati Uniti d’America, per costruirne un’altra con i nemici di sempre dalla parte opposta del pianeta: i russi di Vladimir Putin, nuovo sorprendente punto di riferimento della politca internazionale di Sua Maestà. Una rivoluzione.

Dopo tre mesi di trattative discrete - accelerate dall’ostilità di Washington per il disastro del Golfo del Messico che costò il posto al suo predecessore, Tony Hayward - il serafico Dudley ha chiuso un accordo da otto miliardi di dollari con il colosso Rosneft, controllato al 75% dal Cremlino, che consentirà alla nuova joint venture di cercare oro nero e gas in uno degli ultimi bacini inesplorati della terra, il mare di Kara, una zona di 125 mila chilometri quadrati a sud del mar Glaciale Artico dimenticata da Dio e dagli uomini, dove i fondali marini arrivano al massimo a 200 metri e il gelo e lastre di ghiaccio spesse fino a dieci metri impediscono di lavorare per più di cento giorni l’anno. «Oggi abbiamo fatto un pezzo di storia. Questo accordo ci porta direttamente nel ventuneismo secolo con un legame fondato su una promessa di futuro e non su un’eredità del passato. Ricerca, sicurezza e rispetto dell’ambiente saranno il motore del nostro lavoro. Il 2010 ci ha insegnato molto. Ma questa non è affatto una ripicca verso gli americani», ha giurato il boss della Bp guardando fisso negli occhi il collega Eduard Khudainatov, pezzo grosso della cerchia putiniana. E dava l’impressione di imparare queste cose per la prima volta, sentendole finalmente mentre le stava dicendo. «Ieri ho stretto la mano a Putin a Mosca, abbiamo messo le basi per una collaborazione duratura». Forse.

Versando 5 miliardi la Rosneft ha acquistato il 5% delle azioni del colosso britannico, diventandone di fatto il secondo azionista, mentre Bp ha rilevato il 9,5% delle azioni russe facendo tremare i propri soci. «Gran Bretagna e Russia si sono abbracciati come due ubriachi che cercano conforto per non cadere», hanno scritto Ed Crooks e Catherine Belton sul Financial Times. Ci si può fidare del Cremlino? Domanda partita da Londra per arrivare a Washington in tempo reale.

Il deputato democratico Edward Markey ha chiesto al comitato per gli investimenti stranieri negli Usa di valutare se l’accordo Bp-Rosneft mette in discussione la sicruezza nazionale e per essere certo che il proprio fastidio non fosse considerato trascurabile ha urlato: «Ora sappiamo che cosa significa BP: Bolshoi Petroleum». Uno schiaffo arrivato a pochi giorni di distanza dalla dichiarazione di affetto di Obama a Sarkozy. «La Francia è il nostro migliore alleato». La Francia. C’eravamo tanto amati.

Se Bob Dudley (e Cameron con lui) ha deciso di giocare la carta russa è perché la Bp, dopo i 40 miliardi persi con il disastro di aprile, non può correre il rischio di sentirsi sotto ricatto e ha bisogno di nuove sponde. Il manager newyorkese, già numero uno della TNK-BP, pochi anni fa era stato costretto ad abbandonare Mosca per l’impossibilità di lavorare con una controparte considerata inaffidabile e dunque conosce bene i rischi che si corrono con Mosca. Anche gli americani della Conoco-Phillips stanno vendendo le partecipazioni nella Lukoil perché il governo rende difficili gli investimenti delle aziende private. Ma Dudley stavolta si è accordato direttamente col Cremlino. Si sente protetto, mentre il mondo cambia con una rapidità che lascia senza fiato.

«La Russia è la più grande nazione produttrice di gas e petrolio, questo accordo è innovativo e decisivo per noi», spiega il ministro inglese dell’energia Chris Huhne e lo dice come un attore mediocre, come se un granchio gli stesse pizzicando l’alluce. Quali sono adesso le squadre in campo?



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