Cita:
Enkidu ha scritto:
Beh, vedendo tutti i dati qui riportati, possiamo trovarci d'accordo con il brano riportato da rmnd: a Piero Zanfretta è probabilmente accaduto un vero caso di incontro ravvicinato del terzo tipo, con relativo rapimento, e non è stato l'unico in zona ad avere avuto questa avventura, che forse sta capitando ad altri.
Ma l'eccessiva reclame attorno a questo personaggio, un uomo semplice che forse ne ha ricevuto un eccessivo shock, gli ha montato la testa e ha cominciato a pensare di sfruttare la notorietà che il destino (o meglio l'avidità e la sciocca superficialità dei mass media) gli hanno regalato, mentre invece avrebbe avuto bisogno di qualcuno che lo aiutasse a superare questo fatto incredibile.
Piero Zanfretta quindi non è un mistificatore: è una vittima, pura e semplice. Magari ha anche lui le sue responsabilità, ma non lo si può usare come capro espiatorio.
Chissà perché, ma della psicologia delle persone che hanno subito esperienze ufologiche, o paranormali, o comunque insolite, non si preoccupa mai nessuno... ci si preoccupa solo di alzare polveroni....
Il suo caso dovrebbe essere un esempio e un monito a chi non vuole capire che casi del genere vanno trattati con le pinze, e cercando di capire che la ricerca della verità la si ottiene comportandosi umanamente e ragionevolmente nei confronti dei testimoni.
Meditate, gente, meditate.....
Quoto e per dirla con le parole di Zanfretta del 23.03.1981:
Cita:
"[color=blue]..Il guaio di vedere gli Ufo
Il caso del metronotte genovese «prelevato» da extraterrestri per due volte
La magistratura dopo due anni gli ha tolto il porto d'armi e ha deciso di archiviare la pratica - Ora fa l'imbianchino - «Se mi succedesse ancora -dice amareggiato -non lo direi a nessuno»
GENOVA -Era già stato proposto come capo pattuglia. Guadagnava bene, sulle 700 mila lire al mese più qualche indennità.
Sposato, due figli, viveva in un modesto, ma sicuro benessere, circondato dalla stima di tutti.
Ora il metronotte Fortunato Zanfretta fa saltuariamente l'imbianchino, è oggetto di scherzi telefonici pesanti, non gli è consentito di portare la pistola e quindi il suo ruolo di guardiano notturno è annullato.
Rovinato. Ma da chi? dai dischi volanti. Fino a ieri, Fortunato Zanfretta ha sperato che l'indagine giudiziaria desse corpo alle sue «visioni», accertasse che effettivamente lui, il metronotte, fu bersaglio degli Ufo, ma ora anche questa speranza è svanita.
Prima il giudice Di Noto, sabato scorso il sostituto procuratore Sciaccaluga hanno deciso l'archiviazione della pratica Trovarlo, per chiedergli l'itinerario tortuoso attraverso il quale è passato da un'esistenza serena alla soglia di un collasso nervoso non è difficile.
«Se cerca quello che vede i marziani sta li al terzo piano», indicano i vicini, e in queste parole c'è l'ironia che avvelena la giornata di Fortunato Zanfretta.
Ha 36 anni, basso di statura, capelli bruni che gli ricadono sulla fronte. Signor Zanfretta, il suo caso è ora definitivamente archiviato.
Non le hanno creduto. Questo dà via libera ai sospetti che lei sia un visionario.
«Guardi, prima di entrare in servizio come metronotte ho subito diverse visite. Il mio equilibrio psichico è stato considerato perfetto. Dopo che "quegli esseri" mi hanno aggredito e sequestrato, sono stato interrogato in stato di ipnosi. Non mi sono mai contraddetto. Sono certo che un giorno dovranno darmi ragione».
Il caso esplode ai primi di dicembre del 1978. Zanfretta è in servizio nella campagna di Torriglia, ai piedi dell'Appennino, quando -è il suo racconto -vede strane luci e subito dopo scorge qualcosa di mostruoso:
«una figura alta almeno tre metri, testa rotonda».
Nel cielo, un oggetto fatto a triangolo che emana una luce abbagliante. I carabinieri troveranno Zanfretta a terra, in stato di choc e rileveranno sul prato una profonda traccia a forma di ferro di cavallo.
Quasi un anno dopo, in corso Europa, il metronotte - è sempre la sua versione -si sente sollevato da terra. Viene portato due chilometri distante.
Signor Zanfretta, scherzo o tentativo di rapimento spaziale?
«Io mi limito a denunciare fatti precisi. Quei globi luminosi li videro in molti, in ambedue gli episodi gli impianti radio delle auto della mia pattuglia saltarono, le tracce sul prato furono fotografate. Da corso Europa, la mia auto -che pure aveva il motore bloccato -fu portata qualche chilometro distante».
Se potesse tornare indietro, denuncierebbe ancora l'«aggressione» subita da presunti extra terrestri?
[color=red]«Assolutamente no. Preferirei passare per bugiardo. E' il consiglio che dò a chiunque assista a fenomeni non spiegabili con le cognizioni normali. Io mi sono rovinato ho perso lo stipendio, sono circondato dallo scherno»...."[/color][/color]
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0008/articleid,1048_02_1981_0080_0009_24142761/Peccato per lui, che non sia mai più uscito da quel (posso dire "penoso" ? ) circo mediatico del quale è ormai ostaggio e definitivamente vittima.
Gli addotti, quelli veri (e penso anch'io che almeno per la prima esperienza, Zanfretta lo sia stato
-sempre che le abduction siano un fenomeno reale-) se non sono in cerca di guai meglio che tacciano.
Gli altri, quelli falsi, in cerca di notorietà e guadagni 'facili' invece non avranno alcun problema di sovraesposizione mediatica anzi faranno di tutto per averne sempre di più.
Dietro all'esposizione mediatica di Zanfretta invece penso via un uso strumentale a scopo di lucro da parte di terzi (non tutti, alcuni spero siano anche spinti da un sincero interesse verso l'uomo Zanfretta e il suo caso) . Ma penso anche che dietro a questa esposizione mediatica vi sia un tentativo e un desiderio da parte dello stesso Zanfretta di colmare un profondo senso di vuoto e di solitudine che questa storia - vera o falsa che sia - gli ha creato (o quantomeno ha contribuito).