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11/01/2011, 14:53

bleffort ha scritto:

Mi domando che fine ha fatto il risultato di un secolo di lotte,per acquisire il diritto di lavorare senza essere schiavi del lavoro,credo che in questa vita che viviamo si dovrebbe lavorare per vivere e non il contrario.
I grandi Capitalisti finalmente nel loro modo di vedere hanno trovato ( o hanno fatto in modo) la soluzione per far ritornare indietro nel tempo e mettere le catene a quelli che lavorano,pigliando sempre come spunto 11 Settembre, la Globalizzazione e il confronto con paesi del Terzo Mondo,situazioni che sono state create ad oc da loro stessi.


Oltretutto, queste persone, essendo costrette a lavorare di più, saranno più insoddisfatte, avranno meno tempo da passare in famiglia, meno tempo per riflettere, meno tempo per pensare, si ammaleranno di più, statisticamente vivranno meno e così avranno risolto il problema delle pensioni nel futuro. E, comunque, spero di essere smentita, io credo che la Fiat nei prossimi 5 anni andrà via lo stesso. Oltretutto, le Fiat non si vendono: è quello il vero problema. Basta andare per strada per rendersene conto. A che serve produrne di più?
Ultima modifica di Hannah il 11/01/2011, 14:55, modificato 1 volta in totale.

11/01/2011, 15:37

Hannah ha scritto:

bleffort ha scritto:

Mi domando che fine ha fatto il risultato di un secolo di lotte,per acquisire il diritto di lavorare senza essere schiavi del lavoro,credo che in questa vita che viviamo si dovrebbe lavorare per vivere e non il contrario.
I grandi Capitalisti finalmente nel loro modo di vedere hanno trovato ( o hanno fatto in modo) la soluzione per far ritornare indietro nel tempo e mettere le catene a quelli che lavorano,pigliando sempre come spunto 11 Settembre, la Globalizzazione e il confronto con paesi del Terzo Mondo,situazioni che sono state create ad oc da loro stessi.


Oltretutto, queste persone, essendo costrette a lavorare di più, saranno più insoddisfatte, avranno meno tempo da passare in famiglia, meno tempo per riflettere, meno tempo per pensare, si ammaleranno di più, statisticamente vivranno meno e così avranno risolto il problema delle pensioni nel futuro. E, comunque, spero di essere smentita, io credo che la Fiat nei prossimi 5 anni andrà via lo stesso. Oltretutto, le Fiat non si vendono: è quello il vero problema. Basta andare per strada per rendersene conto. A che serve produrne di più?

Verissimo come dici tu, Marchionne anche se passa il " si "rimarrà qualche anno e poi dirà agli operai che deve delocalizzare la fabbrica e che se vogliono mantenere il posto di lavoro devono venire dietro fin dove la ricollocherà,altro che "mobilità"!!.

11/01/2011, 17:48

io avrei votato sicuramente no, meglio disoccupato che schiavo.

11/01/2011, 18:31

keiji ha scritto:

io avrei votato sicuramente no, meglio disoccupato che schiavo.



Schiavo è una parola grossa.

11/01/2011, 21:08

Immagine

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 66023.html

12/01/2011, 08:35

greenwarrior ha scritto:
Schiavo è una parola grossa.

Appunto,gli schiavi sono altri non manchiamo di rispetto a chi veramente nel 2011 ancora é schiavizzato.
Ultima modifica di robs79 il 12/01/2011, 08:35, modificato 1 volta in totale.

12/01/2011, 11:54

è una schiavitù moderna, togliere tutti quei diritti e minacciare per far votare si è una cosa inaccettabile, altro che difenderlo smerdchionne.

12/01/2011, 13:20

marchionne..
il ragioniere contabile..
(e codesto sarebbe filosofo diplomato..)
non ha capito che
se gl iitaliani realizzano che
le macchine fiat vengono prodotte all'estero,
le vendite qui colano a picco..

12/01/2011, 20:36

Dal Paese dei burattini.....

Immagine

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 66023.html

12/01/2011, 21:18

Nell' attuale sistema di gestione del lavoro, il compromesso è la miglior soluzione.
CGIL ricatta, Marchionne ricatta e chi ci rimette sono i soliti.
Forse è il caso di aspettare tempi migliori per le proprie rimostranze e accontentarsi della pagnotta che viene offerta.
Le altre sigle sindacali hanno mostrato buon senso, CGIL vive ancora all' epoca di Carlo Codega.[:D]

12/01/2011, 22:17

Thethirdeye ha scritto:

Hannah ha scritto:

Alla faccia del progresso e dell'utopia che le macchine avrebbero lavorato al posto degli uomini lasciandoli più liberi di istruirsi, di divertirsi, di socializzare, ecc. .



Questo non accadrà mai. Siamo stati creati per essere schiavi (in data non sospetta) e continueremo ad esserlo grazie ad un manipolo di criminali. Almeno sino a quando non capiremo che esiste un limite alla decenza che non deve essere superato.

Il bello di questo ricatto della Fiat è racchiuso nella affermazioni di una buona parte degli operai quando dicono...." ho una famiglia, un mutuo da pagare.... non posso fare altrimenti....". Non puoi fare altrimenti? Sei un'ameba se pensi di non poter fare altrimenti. Ma non si rendono conto questi qui che così facendo daranno il "La" a tutta una serie di imprenditori che in futuro applicheranno la stessa tecnica? Non si rendono conto che i loro figli saranno ancora più schiavi di quanto non lo sono loro?


Sono d'accordo con te.Infatti in questo paese tutti parlano parlano ma alla fine nessuno fa niente.Come quando qualcuno fa sciopero.Sciopero per 24 ore e poi alla fine in quelle 24 ore ci sono sempre Krumiri che mandano avanti l'azienda.Quindi,mi domando,ma che razza di sciopero e'?
Qualche anno fa all'azienda dove lavoravo il sindacato aveva indetto uno sciopero per 24 ore.Praticamente nell'azienda il 90% dei lavoratori erano tutti raccomandati quindi stavano bene.Quelli che stavano male,come il sottoscritto,erano il 10 %(non raccomandati).Ma allora che cavolo di sciopero vuoi fare se poi in azienda ci sono le solite pulci che la mandano avanti anche per quel giorno.
Che paese di m...da [:(]

02/02/2011, 00:48

Oggi e domani ultime assemblee

[color=blue]Mirafiori discute il nuovo contratto


I metalmeccanici torinesi strìngono i tempi sulla piattaforma contrattuale. Oggi e domani si conclude alla Fiat la seconda (e ultima ) tornata di assemblee; mercoledì e giovedì si riuniranno in un cinema di via Nizza i 700 delegati provinciali; venerdì e sabato, infine, sarà la volta deil'assemblea regionale: Le posizioni che emergeranno da questo giro di consultazioni (che sono state talora piuttosto vivaci) verranno portate dagli 89 rappresentanti torinesi all'assemblea generale dei quadri di martedì, mercoledì e giovedì prossimi a Bari.
Un momento importante, dunque, visto il peso che Torino e la Fiat hanno sul piano nazionale. E bisogna anche tener conto che uno dei nodipiii difficili da sciogliere all'interno della stessa categorìa è quello dell'orario nel settore auto.

Dall'esecutivo del Coordinamento Fiat non era emersa una posizione definita. II successivo direttivo nazionale della Flm, però, ha fatto sue le indicazioni formulate dal segretario nazionale della Flm, Veronese, proprio nell'ambito del Coordinamento Fiat.

Si tratta, sostanzialmente, di una posizione diversa sia da quella della Fim-Cisl (riduzione d'orario generalizzata) che da quella della Fiom-Cgil (riduzioni d'orario limitate al massimo): una linea molto vicina a quella della Uilm.

Dovrebbero lavorare solo più 36 ore alla settimana gli operai degli stabilimenti del Sud con casa madre in Settentrione (Fiat e Alfa Romeo); si passerebbe a 38 ore nelle fabbriche, del Nord con sedi distaccate anche al Mezzogiorno. Inutile nascondersi che si tratta di un argomento scabroso e di grosso rilievo politico.

E' possibile, infatti, che ci siano proteste da parte di chi continuerà a lavorare 40 ore. Né mancano resistenze tra coloro che dovrebbero lavorare al sabato. Infine l'orario ridotto è difficile da far passare nella trattativa con gli imprenditori: si tratta dì dare una decisa svolta all'equilibrio produttivo e industriale del Paese utilizzando, con molta elasticità strumenti come il contratto e andando al di là di quelli che ne sono stati i normali contenuti rivendicativi.

[/color]

06/02/2011, 20:48

I metalmeccanici torinesi, a quanto pare, ormai possono stringere solo le chiappe. Sarebbe curioso (ma in settimana credo che non mancherà) vedere cos'hanno da dire, nell'ordine:

- la CISL
- la UIL
- gli impiegati di Mirafiori
- un paio di utenti di ufoforum

[8]

FIAD, Fabbrica Italiana Automobili Detroit

Elkann e Marchionne pronti al trasloco: “La sede negli Usa”. Governo e Pd in imbarazzo, Sacconi tenta di rassicurare: "L'ad mi ha detto che non c'è nulla di deciso, la direzione resta a Torino"
I grandi sostenitori della “rivoluzione” imposta da Sergio Marchionne adesso sono in imbarazzo: ma come, tutto il sistema delle relazioni industriali si adegua alle sue esigenze e lui annuncia che la sede del gruppo che nascerà dalla fusione tra Fiat e Chrysler sarà a Detroit? Maurizio Sacconi, il ministro del Welfare che tifava Fiat contro Fiom nella vertenza sindacale, dopo una telefonata con Marchionne riferisce una mezza smentita: “Mi ha spiegato il senso delle ipotesi formulate con esclusivo riferimento a futuri e possibili, ma assolutamente non decisi, assetti societari, senza alcun riferimento né per l’oggi né per il domani a una diversa localizzazione delle funzioni direzionali e progettuali della società”. Ma davanti al pubblico americano il capo della Fiat e della Chrysler ha detto ben altro.

Il disagio degli entusiasti
La notizia arriva nella tarda serata di venerdì, da uno scarno resoconto di Automotive news sulla fiera dell’auto di San Francisco: “Il gruppo Chrysler e la divisione auto della Fiat potrebbero diventare un’unica compagnia, lo ha detto l’amministratore delegato di Chrysler e Fiat, Sergio Marchionne”. Piero Fassino, candidato sindaco di Torino per il Pd, sostenitore delle ragioni dell’azienda durante il referendum a Mirafiori, commenta subito: “Credo che Marchionne debba dare un chiarimento sul senso delle sue parole”. A Susanna Camusso, della Cgil, il senso sembra già abbastanza chiaro e quindi chiede al governo di convocare i vertici Fiat. Sergio Chiamparino, il sindaco uscente di Torino, che nel Pd è sempre stato quello più allineato sulle esigenze di Marchionne, annuncia: “Il presidente John Elkann mi ha spiegato che ci saranno più centri direzionali nelle aree dove c’è una forte presenza di mercato: una a Torino per l’Europa, una Detroit per gli Usa, una in Brasile e se possibile una in Asia”. Che non è molto più rassicurante dell’annuncio americano.

In attesa che Marchionne “chiarisca” (cosa che finora non ha mai voluto fare sui punti ambigui della sua strategia), le fonti ufficiali Fiat minimizzano ma non smentiscono: trasferire l’headquarter, come si chiama già all’americana il quartier generale, non sarebbe poi un trauma. Qualche centinaia di posti in meno, certo, ma la Fiat è già un’impresa globale e che le decisioni vengano prese a Torino o a Detroit poco importa, dicono dal Lingotto. “Ma non scherziamo, è chiaro che se la sede è in America e un domani arriva un governo democratico di Cuba che offre condizioni vantaggiose, Marchionne non ci penserebbe due volte a spostare la produzione da Torino all’Avana. L’Italia sarà alla pari della Polonia o del Brasile: una colonia”, dice un ex dirigente Fiat. Il piano industriale di Marchionne per l’Italia, in fondo, si concentra solo sul massimo utilizzo degli impianti, che ora vengono sfruttati solo al 37 per cento (anche perché produrre più auto non servirebbe, visto che la Fiat non le vende). Nessun accenno a dove si prendono le decisioni, visto che l’Italia è considerata come una grande catena di montaggio più che un sistema industriale che pensa, progetta e costruisce.

Spostare il centro decisionale a Detroit significa accentrare lì tutte le decisioni strategiche. E questo avrebbe anche un senso visto che l’attuale struttura di Fiat-Chrysler è un po’ ridondante. “Come fai a gestire 23 persone che riferiscono a te a Detroit e altre 25 a Torino?”, si chiede Robert Kidder, presidente di Chrysler sentito dal Wall Street Journal. Più semplice condensare tutto in Michigan, usando l’Italia come reparto assemblaggio. Ma questo significa per Torino perdere tutta la parte a più alto valore aggiunto, quella che fa la differenza. Lo certifica un recente (2009) studio della Banca mondiale, “Crisi e protezione nell’industria dell’auto”. I due autori, Timothy Sturgeon e Johannes Van Biesebroeck sostengono che “la parte preponderante del lavoro di progettazione del veicolo, nella quale i concetti si traducono in componenti, rimane centralizzato o nei dintorni dei centri design che sono sorti intorno ai quartier generali delle principali imprese”. Fuori dal gergo: dove c’è il centro decisionale, lì si concentrano ingegneri, progettisti, esperti di marketing, economisti d’impresa.

Addio alla colonia Italia
“L’Italia è una colonia con dei problemi, se ci va bene arrivano i tedeschi dell’Ovest a mettere ordine, se va male quelli dell’Est”, diceva Gianni Agnelli ai suoi collaboratori. Alla fine è arrivato Marchionne l’americano, ma l’ordine rischia di assomigliare al famoso deserto chiamato pace di Tacito. Certo, restano alcune questioni in sospeso prima di recidere ogni legame con Torino: dal destino dell’altra metà di Fiat, il ramo camion e trattori che non si fonderà con la Chrysler, alle partecipazioni storiche come quella nel Corriere della Sera (ma ci vuole un attimo a liberarsene, anche se con pesanti minusvalenze) o la quota di controllo della Stampa. Poi, certo, bisognerebbe anche vendere qualche auto, visto che il bilancio 2010 della Chrysler è ancora in rosso di 652 milioni di dollari e quello di Fiat Auto è in utile di 600 milioni soprattutto grazie ai tassi di cambio che gonfiano i profitti brasiliani tradotti in euro.

da il Fatto Quotidiano del 6 febbraio 2011

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02 ... zzo/90448/
Ultima modifica di eSQueL il 06/02/2011, 20:50, modificato 1 volta in totale.

06/02/2011, 21:06

eSQueL ha scritto:

Elkann e Marchionne pronti al trasloco: “La sede negli Usa”.



E già.... è meglio abbandonare la nave, prima che affondi.

Elkann e Marchionne, la sanno davvero lunga sul destino
di questo paese....... mi sbaglierò.....

PS: emhm.... ma tutti i soldi che la Fiat ha preso dai contribuenti
itaGliani, prima del trasloco, ci verranno restituiti? [}:)]

06/02/2011, 22:19

Thethirdeye ha scritto:

eSQueL ha scritto:

Elkann e Marchionne pronti al trasloco: “La sede negli Usa”.



E già.... è meglio abbandonare la nave, prima che affondi.

Elkann e Marchionne, la sanno davvero lunga sul destino
di questo paese....... mi sbaglierò.....

PS: emhm.... ma tutti i soldi che la Fiat ha preso dai contribuenti
itaGliani, prima del trasloco, ci verranno restituiti? [}:)]

m'mah!!..meglio che non parlo. [8]
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