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MessaggioInviato: 17/01/2011, 12:54 
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Thethirdeye ha scritto:


Caspita..... Checco Zalone mi sta pure simpatico....
ma santa miseria, siamo davvero un popolo così imbecille?? [8)]



Zalone supera Benigni, miglior incasso italiano
La vita è bella dal 1997 era il miglior incasso per il cinema italiano

17 gennaio, 11:17

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 75505.html

ROMA - 'Che bella giornata' con Checco Zalone ha superato il record dei record, quello di miglior incasso per il cinema italiano che era de La vita e' bella di Roberto Benigni che nel 1997 aveva ottenuto una cifra pari a 31.231.984 euro. Il film di Zalone ha infatti raggiunto con quest'ultimo week end 31.479.000.






I cento libri più venduti nel 2010


Era prevedbile, ed è puntualmente accaduto. Cotto e mangiato di Benedetta Parodi è il libro più venduto del 2010.

Dai dati pubblicati sull’inserto Tuttolibri del quotidiano La Stampa si scopre che nella top ten dell’anno la giornalista Mediaset è presente con ben due titoli. Benvenuti nella mia cucina si piazza infatti al terzo posto. A fare da terzo incomodo Umberto Eco, che con il suo Cimitero di Praga si assesta al secondo posto.

Ai margini del podio ci sono Gianrico Carofiglio con Le perfezioni provvisiorie, Fabio Volo con Il tempo che vorrei e Andrea Camilleri con La caccia al tesoro.

Settimo e ottavo, i due libri che si sono contesi il Premio Strega dello scorso anno: Acciaio di Silvia Avallone e Canale Mussolini di Antonio Pennacchi.

Chiudono la top ten La caduta dei giganti di Ken Follett (unico titolo straniero tra i primi dieci) e Appunti di un venditore di donne di Giorgio Faletti.

Gli autori più venduti sono invece Gianrico Carofiglio e Andrea Camilleri.

L’ex magistrato pugliese vanta cinque titoli tra i cento più venduti: oltre alle Perfezioni provvisorie, trovano spazio anche Non esiste saggezza (31esimo), La manomissione delle parole (49esimo), Testimone incosapevole (82esimo) e Ad occhi chiusi (98esimo).

Camilleri risponde con altrettanti titoli: La caccia al tesoro è sesto, Acqua in bocca, scritto insieme a Lucarelli, è tredicesimo; spazio poi al Sorriso di Angelica (15esimo), Il nipote del Negus (28esimo) e infine L’intermitteza (83esimo). E’ lui il narratore più letto dell’anno appena terminato.

http://blog.panorama.it/libri/2011/01/1 ... -nel-2010/

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MessaggioInviato: 18/01/2011, 18:56 
Bankitalia: "Disoccupazione al 10,7% e le prospettive sono incerte anche per futuro"
ultimo aggiornamento: 18 gennaio, ore 15:42
Roma - (Adnkronos) - Palazzo Koch riformula il dato Istat di novembre, rilevando come diminuiscano i posti di lavoro a tempo indeterminato rispetto a quelli flessibili. E sottolinea che il quadro congiunturale "è circondato da forti elementi di incertezza": sono essenziali le riforme strutturali

Lo scoraggiamento d'altra parte, è per Bankitalia una realtà visto che il terzo trimestre 2010 ha chiuso con una riduzione, "la prima dopo due anni di crescita sostenuta", del numero di persone in cerca di occupazione, 36mila persone in meno pari ad una flessione dell'1,7% rispetto al periodo precedente. "Un calo che ha interessato soprattutto i giovani e le persone in cerca di prima occupazione", si legge ancora.

La causa è da ricercare nella "debolezza delle prospettive occupazionali" che "tende a scoraggiare la ricerca di un impiego, soprattutto tra coloro che hanno scarsa esperienza lavorativa".

E il problema è che le prospettive occupazionali restano incerte anche per il futuro. Il quadro che sconterebbe anche la moderata crescita economica attesa per i prossimi anni e che non supererebbe l'1%:

In Italia il Pil manterrebbe infatti - secondo Bankitalia - sia nel 2011 sia nel 2012 il basso ritmo di crescita dell'anno passato, intorno all'1%. L'espansione del prodotto, frenata dalla debole domanda interna, resterebbe inferiore a quella dell'area dell'euro, che le valutazioni di consenso indicano all'1,5%. Nelle previsioni di Via Nazionale, alla fine del 2012 il pil avrebbe recuperato circa la metà della perdita subita nel corso della recessione (pari a quasi sette punti percentuali). Ritmi produttivi così modesti non consentirebbero una ripresa significativa dell'occupazione che, nel settore privato, si espanderebbe di circa 0,5 punti percentuali sia nel 2011 sia nel 2012.

Via nazionale fa inoltre notare che calano i posti di lavoro a tempo indeterminato rispetto a quelli flessibili; nel terzo trimestre 2010, infatti, i lavoratori dipendenti sono scesi di 349mila unità mentre complessivamente tra lavoratori autonomi, part-time e a termine l'occupazione è salita di 144mila unità. "Le imprese privilegiano le forme contrattuali piu' flessibili rispetto agli impieghi permanenti a tempo pieno", dicono gli economisti di palazzo Koch, spiegando come "la flessione dell'occupazione nel terzo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2009, abbia interessato esclusivamente i lavoratori dipendenti a tempo pieno e a tempo indeterminato".

Il quadro congiunturale "è circondato da forti elementi di incertezza", evidenzia Palazzo Koch, e in questo contesto è "essenziale che vengano rimossi gli ostacoli strutturali che hanno finora impedito all'economia italiana di inserirsi pienamente nella ripresa dell'economia mondiale". L'incertezza, in particolare, riguarda il fatto che "i rinnovati timori sulla sostenibilità dei debiti sovrani in alcuni paesi dell'area dell'euro potrebbero riflettersi in un aumento dei costi di finanziamento anche per il settore privato". Al contrario, "la crescita della domanda mondiale potrebbe rivelarsi più vigorosa di quella qui ipotizzata, pur rivista al rialzo al 7%, circa un punto più che nello scenario delineato a luglio scorso".

Bankitalia fa inoltre notare che nel 2010 il fabbisogno del settore statale è diminuito di quasi 1,5 punti percentuali del pil rispetto all'anno precedente. Sulla base delle informazioni disponibili, l'indebitamento netto si sarebbe portato al di sotto dell'obiettivo del 5% del prodotto. Ma a questo dato positivo fa da contraltare la crescita ancora modesta per i consumi. E la spesa delle famiglie sarebbe frenata, oltre che da un graduale aumento dei costi di finanziamento, dalla perdurante incertezza circa le prospettive occupazionali e dai minori trasferimenti dal settore pubblico.

Quanto all'inflazione salirebbe al 2,1% nella media di quest'anno (dall'1,6 nel 2010), per rallentare al 2 nel successivo.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 40510.html


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MessaggioInviato: 20/01/2011, 03:24 
La generazione perduta, un giovane su 5 senza futuro

Tanti gli italiani che non studiano e non lavorano. Peggiori dati d'Europa. Secondo il rapporto dell'Istat sarebbero il 50% le donne che non hanno e non cercano nemmeno un impiego.

Pubblicato il 19 gennaio 2011 - 15:57

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1070312

Secondo il rapporto Istat 'Noi Italia', i ragazzi 'non piu' inseriti nel percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un lavoro, sono poco piu' di due milioni, il 21,2% tra i 15enni e i 29enni (2009), la quota piu' alta in Europa'.

Quasi una donna su due ne' cerca ne' ha lavoro. Il tasso di inattivita' femminile italiano nel 2009 (48,9%) e' il secondo piu' alto dell'Ue a 27, inferiore solo a quello di Malta. Ma circa il 45% dei disoccupati e' in cerca di lavoro da oltre un anno. Un Paese, il nostro, che tra l'altro è secondo solo alla Germania in termini di anzianità, con evidenti ricadute sulla spesa sociale.

Il rapporto, che l'Istituto di statistica propone per il secondo anno consecutivo, elabora oltre 100 statistiche tra aspetti demografici ed economici, culturali e sociali nel tentativo di scattare una fotografia di come cambia l'Italia. La base di partenza sono i numeri prodotti nell'ultimo Annuario statistico italiano, ma alcuni elementi chiave vengono messi a confronto con gli altri Paesi europei, dando un quadro d'insieme anche delle differenze regionali che lo caratterizzano.

Ecco alcune delle statistiche più significative contenute nel dossier.

Reddito e povertà

In termini di reddito, il dossier Istat rileva come nel 2009 il 10,8% delle famiglie residenti viva in condizioni di povertà relativa: in cifre, 7,8 milioni di individui, il 13,1% della popolazione residente. "La povertà assoluta - aggiunge l'Istituto - coinvolge il 4,7% delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui". Non sorprende che la povertà colpisca soprattutto l'Italia meridionale e insulare, "con valori di incidenza più che doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno le famiglie in povertà relativa sono il 22,7% di quelle residenti (contro il 4,9 del Nord e il 5,9 del Centro) e quelle in povertà assoluta ne rappresentano il 7,7% (contro il 3,6 e il 2,7 rispettivamente)". Nel 2008, circa il 61% delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore a quello medio (29.606 euro, circa 2.467 euro al mese). Al rischio povertà corrisponde una sensibile diminuzione della ricchezza pro capite prodotta nel Paese. Nel 2009, il Pil pro capite ai prezzi di mercato è diminuito del 5,7% in termini reali rispetto all'anno precedente, con un permanente e invariato divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord. In particolare, "il livello del Pil pro capite, misurato in parità di potere d'acquisto, è pari a 24.400 euro, valore che colloca l'Italia al dodicesimo posto della graduatoria europea, immediatamente sopra la Spagna ma sotto Francia, Regno Unito e Germania rispettivamente di 1.000, 2.000 e 3.000 euro (2009)". Inoltre, il dossier sottolinea che l'Italia è tra i Paesi dell'Ue caratterizzati da "un rapporto debito-Pil molto elevato. Nel 2009 si è attestato al 116,0%, valore inferiore solamente a quello della Grecia". Quanto alla pressione fiscale, fa sapere l'Istituto, nel 2009 si è attestata al 43,2%, "il valore più elevato dal 1997".

Lavoro, disoccupazione e sommerso

"Circa il 45% dei disoccupati è in cerca di lavoro da oltre un anno", una tra le quote di disoccupazione di lunga durata (44,4%) più alte nell'Unione europea a 27, con riferimento a dati del 2009.

Ma la foto più inquietante riguarda il mondo giovanile: l'Italia è prima in Europa per numero di ragazzi che abbandonano gli studi e non lavorano dai 15 ai 30 anni. Il dossier Istat rileva che "il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è pari al 25,4%, in aumento di oltre quattro punti" rispetto al 2008 "e superiore a quello medio dell'unione (19,8%)". Per quanto riguarda la fascia di età 15-64 anni, "è occupato il 57,5% della popolazione".

Quanto al lavoro femminile, i livelli dell'occupazione nazionale restano ben al di sotto delle medie europee. "Permangono notevoli le differenze di genere - rileva l'Istat - Le donne occupate sono il 46,4%, gli uomini il 68,6%. Nel 2009 il tasso di occupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita, tornando ai livelli del 2005".

Ci sono poi i dati sul lavoro nero. Con riferimento alla situazione nel 2008, "la quota di unità di lavoro irregolari è pari all'11,9%. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell'agricoltura circa uno su quattro". La quota del sommerso si mantiene così ai livelli del 2007, in lieve calo rispetto al biennio 2005-2006. La Regione con la percentuale più alta è la Calabria (26,6%), mentre quella con la più bassa è l'Emilia Romagna (8,5%).

Immigrazione

Oltre ai dati sulla disoccupazione giovanile e femminile, spiccano quelli sull'immigrazione. "I cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi dei Comuni italiani all'inizio del 2010 sono oltre 4,2 milioni, il 7% del totale dei residenti. Rispetto al 2001 sono più che triplicati, mentre sono aumentati dell'8,8% tra il 2009 e il 2010, un ritmo di crescita meno sostenuto rispetto agli anni passati. L'incremento si riduce in conseguenza di diversi fattori: la crisi economica, l'attenuarsi dell'effetto congiunto dell'ingresso della Romania e della Bulgaria nell'Unione europea e l'entrata in vigore della nuova normativa sul soggiorno dei cittadini comunitari nei Paesi dell'Unione".

Imprenditorialità

A fronte dei livelli di occupazione giovanile e maschile sotto la media europea, ecco un'Italia che si erge quasi del triplo rispetto al riferimento comunitario. E' quella dell'imprenditorialità. In Italia si contano quasi 66 imprese ogni mille abitanti, valore tra i più elevati d'Europa, con il prevalere delle imprese di ridotte dimensioni (anno 2008). Il tasso di imprenditorialità - calcolato come rapporto tra numero di lavoratori indipendenti e totale dei lavoratori delle imprese - è pari al 31,3%, valore quasi triplo rispetto alla media europea. La dimensione media delle imprese italiane - circa 4 addetti per impresa - nell'Ue a 27 è invece superiore soltanto a quella di Portogallo e Grecia.

Demografia

Con una densità media di circa 200 abitanti per chilometro quadrato, l'Italia è tra i paesi più densamente popolati dell'Unione (media Ue 27, circa 114 abitanti per km quadrato).

Ma è un'Italia sempre più anziana. Rileva l'Istat che al primo gennaio 2010 per 100 giovani ci sono 144 anziani, dato che in Europa pone il nostro Paese dietro alla sola Germania quanto a indice di vecchiaia. Dal dossier emerge che la regione più anziana è la Liguria, la più giovane la Campania. La vita media degli italiani è di oltre 84,1 anni per le donne e di quasi 78,9 anni per gli uomini, "ai primi posti nell'Unione europea", con un incremento tra 2001 e 2009 di quasi 2 anni per gli uomini e di 1,3 anni per le donne. La speranza di vita alla nascita in Italia è maggiore nelle Marche (79,8) per gli uomini e in Trentino Alto Adige per le donne (85,3).

Vista dalla prospettiva dei giovanissimi, ci si può parzialmente consolare con il dato sull'aumento degli asili nido: nel 2008, il 51% dei comuni italiani ha attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi-innovativi per l'infanzia, il 12,6% in più rispetto al 2004. Trend da cui sono però escluse molte regioni del Mezzogiorno, con conseguente ricaduta sulla "conciliazione degli impegni casa-lavoro" e in termini di "accesso delle donne al mercato del lavoro".

Welfare

I dati occupazionali e demografici spiegano probabilmente perché la spesa per l'assistenza sociale a livello comunale assorba in Italia quasi il 30% dell'intera spesa sociale, circa lo 0,42% del Pil, con un ammontare per abitante superiore ai 7.500 euro annui (anno 2009), ben al di sopra della media dell'Unione. In valore assoluto, la spesa sociale dei comuni ammonta a 6,6 miliardi di euro e il valore medio per abitante è pari a 110,7 euro (anno 2008). La spesa per prestazioni sociali è pari al 17,3% del Pil e corrisponde a un importo pro capite di 4.544 euro (anno 2008). Nell'Italia settentrionale si concentra la quota maggiore sia della spesa per prestazioni sociali (50,5%), sia delle entrate contributive (56,3%). Nel complesso sono state erogate 23,8 milioni di pensioni, per una spesa pari a 241.109 milioni di euro, il 15,4% del Pil (anno 2008).

Cultura

Rispecchiando anche certe scelte dell'esecutivo, le abitudini culturali degli italiani sembrano lo specchio di un Paese che si confronta con la crisi senza puntare molto sul valore del sapere. In Italia ogni anno vengono stampate in media 3,6 copie di opere librarie per ogni abitante, ma nell'arco di un anno meno del 47 per cento degli italiani legge almeno un libro nel tempo libero. Poco più di un italiano su due (55 per cento) legge un quotidiano almeno una volta a settimana, uno su cinque utilizza Internet per leggere online o scaricare da Internet giornali, news o riviste.

In generale, le famiglie italiane destinano ai consumi culturali (spese per ricreazione e cultura) in media il 6,8 per cento della spesa complessiva per consumi finali (anno 2008). La quota è leggermente diminuita rispetto all'anno precedente, quando l'Italia si collocava al quintultimo posto nell'Ue27. Ammontano a 362 mila le unità di lavoro impiegate in attività di produzione di beni e servizi per la ricreazione e la cultura, al netto del settore editoriale (circa l'1,5 per cento del totale).

Turismo

Buoni i dati Istat sulle tendenze relative al turismo, una delle voci più importanti dell'economia italiana. Nel 2009, in Italia si contano 111.391 esercizi extra-alberghieri e 33.967 alberghi. Rispetto all'anno precedente, i primi risultano in aumento del 5 per cento, mentre i secondi si sono lievemente ridotti (-0,5 per cento). Nel 2008, nel complesso degli esercizi ricettivi operanti sul territorio italiano si sono registrati circa 96 milioni di arrivi con quasi 374 milioni di presenze. Il periodo medio di permanenza nelle strutture ricettive è di 3,9 notti, valore rimasto invariato rispetto all'anno precedente e sostanzialmente stabile sia per gli italiani, sia per gli stranieri. Nel 2009, si legge nel rapporto, sono circa 115 milioni i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti per motivi di vacanza e di lavoro, sia in Italia sia all'estero, per un totale di oltre 680 milioni di notti. La durata media dei soggiorni per vacanza è di 6 notti, quella dei soggiorni per lavoro è di 2,8 notti.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 20/01/2011, 17:31 
Per chi è questa Italia dopo 10 ANNI di governo di bunga bunga?....



Donne disoccupate e mignotte strapagate

http://www.ilfattoquotidiano.it/

di Caterina Soffici

L’ultimo rapporto Istat dice che una donna su due in Italia non ha un’occupazione e neppure la cerca più. Il tasso di disoccupazione femminile è il secondo più alto di tutta Europa (48,9 per cento, peggio di noi solo Malta). A questo aggiungete un altro dato disastroso: sono più di due milioni le ragazze e i ragazzi che non lavorano ma neanche studiano. Si parla di due milioni di giovani tra i 15 e i 30 anni, per una media del 21,2 per cento, la quota più alta a livello europeo.

Per tante donne giovani disoccupate c’è poi una manciata di ragazze fin troppo occupate e strapagate, quelle che le squallide cronache di questi giorni ci raccontano impegnate a maneggiare bigliettoni da 500 euro, buste, costumi da infermiera, calze autoreggenti, borse firmate, occhiali di marca, brillantini, gioielli, collanine, ciondoli d’oro e via elencando. E ci ridono pure sopra: «Eh, un cristiano normale lavora sette mesi per prendere quello che ho preso io, mi sa che è un po’ tanto…».

Sono una minoranza ma purtroppo la più visibile. Non sono “povere ragazze”, come qualcuno prova a descriverle sui giornali (Aldo Cazzullo, Il Corriere della Sera). Non è neanche “uno spaccato dell’Italia come è diventata”. Sono semplicemente la feccia della società, gente per cui non si può provare pietà ma solo rabbia e ribrezzo, con le loro storie da orfanelle e con le infanzie difficili di padri assenti e zii violentatori. Se anche fossero vere, sapete quante ragazze, tra quei due milioni di disoccupate sotto i trent’anni fotografate dall’Istat, hanno alle spalle storie altrettanto difficili? Ma non si prostituiscono e non si vendono. Sapete quante donne disoccupate fanno fatica a trovare i soldi non diciamo per il mutuo o per sposarsi o per fare un figlio (più sogni che desideri irrangiungibili), ma semplicemente per arrivare a fine mese e pagare le bollette?

Eppure un pugno di zoccole fa scomparire le donne vere di questo Paese. E, soprattutto se le si guarda dall’estero, sembra che l’Italia sia solo quel “gran puttanaio” di cui parlano le intercettazioni.




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MessaggioInviato: 20/01/2011, 17:40 
Qui con tutti i problemi che ci sono mettiamo in prima pagina sui giornali,per giorni e giorni Ruby e company.Mah [:(]



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Cita:
L’ultimo rapporto Istat dice che una donna su due in Italia non ha un’occupazione e neppure la cerca più. Il tasso di disoccupazione femminile è il secondo più alto di tutta Europa (48,9 per cento, peggio di noi solo Malta). A questo aggiungete un altro dato disastroso: sono più di due milioni le ragazze e i ragazzi che non lavorano ma neanche studiano. Si parla di due milioni di giovani tra i 15 e i 30 anni, per una media del 21,2 per cento, la quota più alta a livello europeo.


ma si inkazzeranno un giorno ? o le troveremo tutte sopra il cubo ????

[8)]



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MessaggioInviato: 21/01/2011, 15:33 
L'Italia vista dall'estero "Ridicola, isolata, e poco credibile"
http://www.repubblica.it/



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"Italiani, ci dispiace per voi". Il Bel Paese mette tristezza

Sono migliaia i messaggi dei lettori arrivati alla nostra casella email "vistadafuori", a raccontarci come l'Italia viene vista dal mondo. Tra sfottò e rassegnazione, ecco che cosa abbiamo letto. E il racconto continua

di TIZIANO TONIUTTI

ROMA - Un diluvio di e-mail: quattro messaggi al minuto di media. 1Una tempesta di lettere che soffia dall'estero e arriva a raccontarci cosa si pensa dell'Italia oltreconfine, alla luce degli ultimi scandali che coinvolgono il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Vistadafuori@repubblica.it 2 è una casella aperta a tutti gli italiani all'estero, a cui è possibile affidare la propria testimonianza dell'Italia di oggi.

Triste Italia. Le e-mail arrivano da tutto il mondo, ma come gocce di pioggia sembrano uscire da una stessa nuvola scura. E contengono tutte, ma proprio tutte, uno sfondo di malinconia, che spesso diventa tristezza e rassegnazione. Siamo in Europa, ma il nostro paese è percepito come un'entità distante. Giulia scrive dalla Francia: "Per noi è (io la definIrei così) una continua battaglia per la credibilità. Una nazione che riposa sopra i fasti del passato... Che tristezza per noi contemporanei! C'è una foresta di concezioni e, ripeto, purtroppo quelle positive poggiano principalmente sui meriti (artistici, culturali) degli italiani che ci hanno preceduto; di oggi non si vede altro che la bellezza del paesaggio (sebbene posta sotto grave minaccia) e la barzelletta politica".

Mariano scrive dalla : "L'Italia è ormai considerata nord Africa. Il mio capo danese mi mostra la cartina geografica e ridacchiando mi dice che forse l'Italia è il pezzo che manca alla Libia...". Anche quando si prova a sdrammatizzare, l'effetto non è mai liberatorio. E sempre in ambito geografico, appariamo distanti anche da quei paesi che nelle barzellette, si usano come esempi di arretratezza. Luca da Londra: "Parlavo di Berlusconi con una ragazza. Lei dice: ma che razza di gente siete? Cacciatelo, cosa aspettate?...Ed io, scusa, ma di dove sei? E lei, "Mozambico".

L'Italia ha stufato. E così anche le barzellette non fanno più ridere. Almeno non gli italiani: Pierluigi racconta com'è la situazione vista da Bruxelles: "Drammatica per noi italiani, spassosa per i colleghi e amici stranieri. Al lavoro non passa giorno senza che colleghi lituani, polacchi, inglesi, belgi, tedeschi, sloveni e francesi mi fermino in corridoio per chiedermi l'ultima su Papi e le sue accompagnatrici". Claudio dalla Germania è più amaro: "Negli anni '70 alcuni tedeschi ci consideravano inaffidabili e mezzi -mafiosi. Oggi, e per via delle varie vicende, i tedeschi fanno di peggio: ci ignorano". Insomma, l'Italia ha stufato. Come riassume Cuchu, dall'Olanda: "Che si dice dell'ennesimo scandalo che ha coinvolto Berlusconi? Le solite cose, le solite battute, i soliti commenti che noi italiani all'estero siamo costretti a sopportare da quando Berlusconi è Presidente del Consiglio".
Un paese incomprensibile. Ad emergere però, oltre alle sensazioni 'a pelle' e al commento en passant, è la perdita di credibilità del nostro paese. "E non solo agli occhi dell'uomo della strada", scrive Paolo dalla Romania, "ma anche degli interlocutori istituzionali e dei partner commerciali. Un fatto che pone noi italiani all'estero in situazioni spesso di grave imbarazzo". E c'è una componente di mistero sul funzionamento delle istituzioni, che rende l'Italia un fenomeno unico.
Sara da Londra prova a spiegare: "Qui non capiscono come Berlusconi possa parlare di intrusione dei magistrati nella sua vita personale per lo scandalo Rubygate. Perché non hanno la nozione politica di uno Stato in cui le cose pubbliche vengono continuamente usate per affari privati". E alla confusione istituzionale si aggiungono dubbi nulle normative vigenti: a Giulia che sta a Dublino, i suoi amici chiedono: "Ma in Italia e' legale fare sesso con le minorenni?". Emilia da Barcellona racconta l'incredulità: "Qui la gente comune fa davvero fatica a pensare che il popolo italiano abbia scelto volontariamente di essere rappresentato da Berlusconi". Ma per Nikos, da Londra: "Lo si voglia o no, rappresenta l'Italia e gli italiani all'estero". Forse all'estero ci immaginano come figure mitologiche, come lascia pensare Alberto dal Messico: "Qui il personaggio del Cavaliere riunisce in una sola figura gli inganni di Bernie Madoff, la perversione di Mosley e l'allegria e irresponsabilità di Pulcinella".

Ignoranza e informazione. Ma dopo i dubbi, dallo sguardo straniero arriva una certezza: l'Italia è un paese disinformato. Ecco Francesco, a Madrid da cinque anni, che telefona ai genitori qui: "Una cosa per me sconvolgente é che ogni volta che chiamo a casa e dico ai miei “Ma avete sentito l’ultima su di lui?... Mai una volta che sappiano di cosa stia parlando! Devo dirglielo io dalla Spagna quello che sucede in Italia!". Marco, dal Regno Unito, ha preso le statistiche: "Ho fatto il conto dall'Annuario ISTAT: 17 milioni di persone hanno accesso, di fatto, soltanto ai sei canali televisivi per la loro informazione. Possono soltanto vedere i messaggi televisivi del leader come informazione. Hanno solo quello". "Berlusconi è un esempio di Governo al potere per il potere", dice Luca da Colonia, "e quando dice che l'Italia è il paese più bello del mondo per il tempo, il mangiare e le donne, insegna che c'è prima la bella vita, poi tutto il resto. Un esempio perfetto di cosa non è la Politica". In meno parole, lo stesso concetto espresso da Moreno dall'Irlanda: "In fondo, siamo il paese delle vacanze".



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Assessore assente.
E' la nipotina della Santanchè


Silvia Garnero, classe '84, dal 6 maggio al 4 novembre 2010 non è mai comparsa nel Consiglio provinciale di Milano. L'opposizione ne ha chiesto le dimissioni con una mozione di sfiducia poi bocciata. Il suo assessorato alla Moda, nota Ezio Casati, costa 350mila euro l'anno per un'attività che dal 2009 registra la presentazione di appena tre delibere.

L'intero articolo qui: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01 ... che/87665/
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ma quando cavolo si va in piazza a ribaltare tutto? italiani...



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Cita:
eSQueL ha scritto:

Assessore assente.
E' la nipotina della Santanchè


Silvia Garnero, classe '84, dal 6 maggio al 4 novembre 2010 non è mai comparsa nel Consiglio provinciale di Milano. L'opposizione ne ha chiesto le dimissioni con una mozione di sfiducia poi bocciata. Il suo assessorato alla Moda, nota Ezio Casati, costa 350mila euro l'anno per un'attività che dal 2009 registra la presentazione di appena tre delibere.

L'intero articolo qui: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01 ... che/87665/
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Mah veramente,non ci sono parole.....[:(]
E' proprio triste sta cosa,poi quando qualcuno scende in piazza e si ribella come e' successo in Tunisia il governo ti etichetta come terrorista.



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Cita:
keiji ha scritto:

ma quando cavolo si va in piazza a ribaltare tutto? italiani...


Ribalti tutto ok,e poi?Cosa cambia?Che al governo ci va altra gente a farsi i ca..zi suoi a discapito dei poveracci.



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MessaggioInviato: 25/01/2011, 17:27 
Camere paralizzate, in un anno 10 leggi

L’attività è ridotta al minimo. Le cause? Pochi soldi, priorità e tempi dettati
dal governo. Dal 1° gennaio 2010 l’Aula di Montecitorio si è riunita 126 volte, il Senato92


Fonte:
http://www.corriere.it/politica/10_otto ... aabc.shtml

ROMA - Alla Camera dicono che succede, qualche volta. Succede quando arriva la Finanziaria, che adesso si chiama «legge di stabilità». Allora si ferma tutto, in religiosa attesa che la commissione Bilancio partorisca. Ecco spiegato perché almeno per tutta la prossima settimana le luci dell'Aula di Montecitorio resteranno spente. Con il risultato che molti deputati, come ha sottolineato ieri sul Messaggero Marco Conti, potranno godersi un periodo di ferie supplementari.

Quella spiegazione «ufficiale», tuttavia, non spiega perché da tempo, ormai, i parlamentari non si ammazzano di lavoro. La verità è che non c'è il becco di un quattrino. Ma soprattutto che è il governo a dettare tempi, modi e priorità. Eppure, nonostante le difficoltà economiche, gli argomenti non mancherebbero. La commissione Giustizia della Camera, per esempio, ha praticamente concluso l'esame di un provvedimento antiusura già approvato dal Senato. Che però, senza apparenti motivazioni, procede lentissimo. Come anche il disegno di legge anticorruzione, approvato dal Consiglio dei ministri otto mesi or sono, e ora parcheggiato nelle commissioni di Palazzo Madama. A motori spenti. In questo caso però una ragione c'è. Si deve assicurare una corsia preferenziale al Lodo Alfano.

Per rendersi conto dell'apatia nella quale sono immerse le Camere è sufficiente dare uno sguardo ai calendari. Il Senato sarà impegnato nella discussione di mozioni sulla politica agricola comune, poi di risoluzioni, interrogazioni e interpellanze. Invece la Camera, quando la vacanzina sarà finita, dovrà fare i conti con le norme di «sostegno agli agrumeti caratteristici». Senza contare il trasferimento della Consob da Roma a Milano, preteso dalla Lega. Tutto questo, naturalmente, sempre che l'esecutivo non decida di sconvolgere il ruolino di marcia. Ma nemmeno il governo «del fare» di Silvio Berlusconi, che pure ha appena ripromesso una raffica di riforme, sembra percorso da un frenetico attivismo. Per dirne una, è da 117 giorni che aspettiamo la nomina del presidente Consob. Se non si riesce a fare quella, figuriamoci la riforma fiscale...

Cinque mesi sono passati da quando il presidente della Camera Gianfranco Fini sbottò pubblicamente («a meno che il governo non presenti qualche decreto c'è il rischio di una paralisi dell'attività legislativa della Camera!»), scandalizzato per il fatto che il lavoro dei parlamentari era ormai limitato a due giorni la settimana, e nulla è cambiato. Nei 298 giorni trascorsi dal primo gennaio l'assemblea di Montecitorio si è riunita 126 volte. Quella di Palazzo Madama ancora meno: 92.

Il 18 ottobre la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato una legge approvata l'8 ottobre scorso, l'ultimo dei 74 provvedimenti entrati e usciti dal Parlamento quest'anno. In quel numero sono compresi 18 decreti legge del governo e altri tre provvedimenti di routine, sempre di fonte governativa, come la legge comunitaria. Poi ci sono le 17 leggi di conversione di altrettanti decreti. Quindi 22 ratifiche di trattati internazionali: atti dovuti. Ne restano dunque 14, fra cui ci sono però anche provvedimenti nati da disegni di legge governativi. Per esempio quello del ministro dell'Interno Roberto Maroni sulla nuova disciplina antimafia. Delle dodici leggi «superstiti» fanno poi parte provvedimenti a uso e consumo dei partiti e della politica, come la legge sul legittimo impedimento che ha consentito al premier di non partecipare per motivi istituzionali ai processi che lo vedono imputato, o come la sanatoria delle liste elettorali per le Regionali. Ne restano dunque una decina. Una pattuglia sparuta, nella quale, oltre a provvedimenti di indubbio spessore sociale, come le disposizioni a favore dei malati terminali, dei sordociechi, o degli alunni dislessici, troviamo per esempio una legge che consente di nominare un finanziere comandante delle Fiamme Gialle, una norma sul personale dell'agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie...

La carestia legislativa farà senza dubbio contento il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, immortalato mentre inceneriva con un lanciafiamme migliaia di provvedimenti inutili. Eppure anche nel suo partito, la Lega Nord, qualcuno ha masticato amaro. L'avvocato messinese Matteo Brigandì, fiero delle 199 cause vinte in difesa del suo leader Umberto Bossi, con coraggio leonino ha annunciato un giorno il gesto clamoroso: «Mi dimetto perché non ha più alcun senso fare il parlamentare. Le Camere sono state svuotate di ogni loro funzione. Non hanno più alcun potere di iniziativa legislativa e sono state messe nella condizione di fare solo il notaio del governo». È decaduto dall'incarico il 30 luglio 2010. Giusto poche ore dopo essere stato eletto nel Csm dal Parlamento. Per inciso, Brigandì era stato uno dei proponenti del legittimo impedimento.

Sergio Rizzo



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 26/01/2011, 15:10 

Allarme Confindustria, Italia non al passo


Fatica ad andare oltre l'1% del Pil, a livello globale
il 2011 anno della stabilizzazione

26 gennaio, 13:27

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00847.html



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MessaggioInviato: 27/01/2011, 18:15 
"A Bertolaso soldi e sesso per appalti". Chiuse le indagini dell'inchiesta G8

La procura di Perugia contesta il reato di corruzione all'ex capo della Protezione civile

26 gennaio, 18:48

PERUGIA - L'appartamento in via Giulia, a Roma, pagato da Diego Anemone ''dal gennaio 2003 all'aprile 2007'', 50mila euro in contanti ''consegnati brevi manu da Anemone il 23 settembre 2008'', la ''disponibilita''' al Salaria Village ''di una donna di nome Monica allo scopo di fornire prestazioni di tipo sessuale'': sono ''i favori e le utilita''', secondo la procura di Perugia, ottenuti dall'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso in cambio della concessione degli appalti per il G8 alle ditte del costruttore romano. I capi di imputazione sono contenuti nell'avviso di conclusione indagini con cui i magistrati perugini si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio di Bertolaso per corruzione.

I magistrati del capoluogo umbro hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini a una ventina di indagati a vario titolo.

C'e' anche l'associazione per delinquere tra i reati contestati nell'avviso di conclusione indagini notificato oggi dalla procura di Perugia al termine dell'inchiesta sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi. Il reato e' ipotizzato per 15 degli indagati. Sono infatti accusati di essersi associati per commettere una serie indeterminata di reati di corruzione, abuso d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento. Secondo i pm avrebbero infatti costituito un ''sodalizio stabile'' che attraverso la messa a disposizione della funzione pubblica dei funzionari a favore degli imprenditori, in particolare Diego Anemone e le sue imprese, consentiva una gestione ''pilotata e contraria alle regole di imparzialita' ed efficienza della pubblica amministrazione delle aggiudicazioni e della attuazione degli appalti inerenti i Grandi eventi gestiti dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo della presidenza del Consiglio''.



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MessaggioInviato: 27/01/2011, 19:09 
Comunque è un gran casino.

Parte della magistratura che ruba il mestiere ai giornali scandalistici e si mette a spiare dal buco della serratura.

Giornali di destra contro i magistrati ,
L'ANM contro i giornali di destra.
Il governo e maggioranza che chiedono le dimissioni della terza carica dello stato.

La terza carica dello stato che è anche leader di un nuovo partito chiede insieme alle opposizioni le dimissioni della seconda carica dello stato.

e la prima carica dello stato che fa?

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«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
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