StampaSera - 13.12.1978 - numero 287 - pagina 3
Un trucco, un fotomontaggio oppure un documento incredibile?
[color=blue]La foto del "marziano,, ha sconvolto l'America Nessuno ha finora risolto l'enigma di questa immagine presa in esame dal Pentagono e citata anche nel «Rapporto Condon», la più recente inchiesta a proposito degli Ufo - Fantasie sull'extraterrestre mantenuto in vita dentro una incubatrice L'America sta considerando perplessa, forse per la prima volta, la possibilità vera, reale, l'eventualità di un «incontro ravvicinato del terso tipo». Sembra, a prima vista, che lo attenda con stupore, sema il panico che Orson Welles scatenò in migliaia di persone la sera del 30 ottobre 1938 quando per radio mandò in onda quel famoso racconto su una ipotetica invasione marziana.
Gli ultimi presidenti Usa hanno contribuito a migliorare le prospettive e a creare l'atmosfera per questa attesa. Eisenhower, secondo alcune fonti non controllate (e come si potrebbe mai controllare un simile settore senza, in qualunque caso, passare per visionari?) sarebbe stato il primo presidente ad avere un contatto diretto con «esponenti di esseri viventi-ai-di fuori del pianeta Terra». John Kennedy «seppe molte cose che il servizio segreto stesso ritenne inaccettabili», e nei suoi discorsi non mancano curiosi decenni: «tutto esige da noi di compiere quello sforzo, di risolvere quei mistèri, di risolverli per il bène di tutti gli uomini e di diventare la nazione guida nella corsa allo spazio» (12 settembre 1962). Con Ford prima e con Carter poi, il problema sembra essersi ancor più semplificato.
Documenti che circolavano solo in «rapporti», in «libri» ufficiali, in «inchieste», e che filtravano attraverso pubblicazioni specializzate dando al tema un tono ancor più misterioso e scandalistico, oggi sono alla portata di tutti; fotogrammi inediti, incredibili, sulla presenza nello spazio di Ufo, vengono ora tranquillamente mandati in onda dalle principali reti televisive Usa.
E il «marzianino» ricompare. Affascinante ma inquietante. Si tratta di una fiction, ossia di un trucco fotografico? E perché in tal caso una così grottesca messinscena? Perché non si presenta qualcuno ad aiutarci a svelare l'enigma? Andiamo alle origini. Nell'ottobre del 1949 il giornalista Frank Skully parlò, sul periodico Variety, di alcuni Ufo atterrati o precipitati per avaria. Riprendendo le argomentazioni di Skully, Alberto Perego, diplomatico, prima presso l'ambasciata di Rio, poi nelle legazioni di Bucarest, Sofia, Budapest e Bangkok, appassionato studioso di questi argomenti, nel suo volume L'aviazione di altri pianeti opera tra noi, scrisse: «...oltre al disco atterrato ad Aztec con 16 uomini morti, un altro, pure con 16 uomini morti, era atterrato in Arizona, vicino a una zona atomica; un terzo, più piccolo, con due uomini morti, in prossimità di Phoenix, nella Paradise Valley, pure in Arizona.
Secondo Skully, l'aeronautica americana possedeva dunque tre dischi volanti e i corpi di trentaquattro piloti spaziali. Frank Skully rivolse pubblicamente venti domande al Pentagono. Non ebbe risposta; venne anzi smentito, ridicolizzato e calunniato». Così scrisse Perego. Erano evidentemente altri tèmpi. Secondo alcune fonti, uno dei due piloti di Paradise Valley venne trovato vivo. Si affermò che l'extraterrestre sopravvissuto sarebbe stato tenuto in vita per circa due anni in una incubatrice, in California. Le autorità, secondò quanto ebbe a dire un certo José Roher, avrebbero fatto ogni sforzo per riuscire a comunicare con segni, con disegni e con suoni linguistici con l'extraterrestre, che poi morì.
Sembra un racconto da fantascienza ma fino a un certo punto, fino a quando le autorità del Pentagono e dei Servizi segreti non si trovarono fra le mani la foto del marziano sopravvissuto che stava già circolando come «immagine proibita» presso alcuni, studiosi del problema Ufo.
In Italia l'immagine venne pubblicata dalla rivista Clypeus e suscitò meraviglia. Esperti in fotografìa hanno nel modo più categorico escluso il fotomontaggio. Se è un trucco, una fiction, si è perciò dovuto, necessariamente, «costruire» la scena, con i personaggi e il pupazzo (se vogliamo definirlo così) del marzianino. L'essere, alto sì e no un metro, appare scheletrico, ricoperto da una membrana o da una tuba aderentissima che finisce in strani calzari. I due individui in impermeabile e cappello che lo sorreggono potrebbero essere dell'Fbi (sullo schermo gli agenti federali li presentano sempre così). Le due donne che, sul fondo, fra i rami spogli degli alberi, guardano la creatura, hanno l'aria stupita, e ciò è abbastanza logico.
A un ingrandimento, la testa del «marzianino» pare esprimere disperazione, orrore, sgomento. Se fosse un trucco, una fiction, gli esperti del Pentagono che seguono tutto quanto è connesso con gli Ufo, non ci avrebbero perso dietro troppo tempo. Constatiamo invece con sorpresa che il cosiddetto «Rapporto Condon», l'ultima inchiesta in ordine di tempo disposta sugli Ufo dalle autorità federali (accusate di parzialità, di superficialità, di partito preso nel negare il fenomeno) prende in esame anche questa foto.
Lo fa, esattamente, a pagina 535. Secondo il «Rapporto Condon», la foto sarebbe di provenienza tedesca e mostrerebbe appunto uno dei piloti extraterrestri precipitati nel Nuovo Messico. Ogni tentativo per avere qualche informazione in più dall'autore di sensazionali rivelazioni in materia, Gordon W. Alien, autore del libro «Spacecraft from Beyond Three Dimensions», non ebbe esito.
Per informazioni particolari, Allen richiese, secondo il «Rapporto Condon», an exorbitant price. Un prezzo enorme. La cifra non la conosciamo ma, forse, ne valeva comunque la pena.
La foto del «marzianino» è ancora un enigma mentre il fenomeno Ufo si va sviluppando d'intensità e crescerà ancora di mano in mano che ci avvicineremo alla fine del secolo. L'incontro ravvicinato di tipo «definitivo» forse è già fissato per dopodomani. E' solo questione di attendere. Tra illusioni, imbrogli, allucinazioni, fantasie, la verità potrebbe farsi strada prima del previsto.
Renzo Rossotti
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Autore: Renzo Rossotti
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