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MessaggioInviato: 06/02/2011, 18:33 
PIRAMIDI, ANCORA PIRAMIDI, NIENT'ALTRO CHE PIRAMIDI...
di Mauro Paoletti
per Edicolaweb

Dopo la notizia della scoperta di piramidi alle Mauritius, non si può fare a meno di parlare ancora di tali costruzioni, che sembrano spuntare come funghi sotto ogni collina.
Già, perché nella maggior parte delle segnalazioni si indicano colline dalla forma piramidale, con i fianchi inclinati a 45 gradi, facendo apparire il tutto come il famoso "chiodo fisso".
Quindi elenchiamo i siti dove si trovano, o si troverebbero, tali monumenti.
Non visiteremo terre esotiche o deserti di sabbia, sotto cui si potrebbero celare costruzioni, misteriosi custodi di inimmaginabili segreti; al contrario, dopo una breve e dovuta escursione alle Mauritius, percorreremo le regioni dell'Europa, con un particolare riguardo al territorio italiano.

Nella piana di Plaine Magnein, nelle Mauritius è stata segnalata la presenza di sette piramidi a gradoni, erette utilizzando pietre - per la maggior parte laviche - senza uso di malta; piramidi che al massimo raggiungono i dodici metri di altezza.
Sembra che tre costruzioni situate in prossimità dell'aeroporto risultino allineate, secondo Simone Corradini - al quale si deve la segnalazione della loro esistenza - con le stelle della cintura di Orione come quelle egizie.
Correlando queste piramidi a quelle di Guimar, dato che presentano le stesse caratteristiche, dovrebbero essere allineate ai solstizi; in particolare una di esse con quello d'estate che nell'emisfero sud si verifica, guarda caso, il 21 dicembre (data che ci rimanda ad una nota profezia riguardante il 2012).
Vista la conformazione del terreno si osserverebbe un doppio tramonto, fenomeno osservato anche a Guimar a Tenerife.
Tutto va, ovviamente, verificato ulteriormente e non sarà cosa facile, visto che per i locali non si tratta di piramidi antiche, bensì di cumuli di pietre formati per rendere i campi coltivabili.
La coltivazione in atto è quella della canna da zucchero ed i contadini hanno il timore che i loro terreni vengano dichiarati zone archeologiche e non più agricole, con tutto quello che ne consegue.
Sembra che sotto il dominio della Gran Bretagna alcune piramidi fossero state dichiarate monumenti storici; una volta che Mauritius acquistò la sua indipendenza la cosa decadde.
La canna da zucchero che, con la sua altezza può raggiungere i cinque metri, ha nascosto nel tempo alcuni di questi "monumenti". In tema di beni storici, va aggiunta la latitanza del governo più propenso, per ragione economiche, a favorire la proficua produzione di canna da zucchero.
Al di là delle questioni economico-politiche del territorio, nell'isola sono presenti anche immensi e lunghi muri di pietra larghi fino a tre metri, utilizzati oggi per custodire gli animali al pascolo. Ostacoli che rendono fisicamente impossibile la totale esplorazione del territorio per l'opposizione dei proprietari.
Altra strana curiosità la presenza di fori circolari, lisci e profondi circa 30 centimetri, presenti su alcune pietre, che richiamano quelli rinvenuti sulle pietre delle cave di Aswan, in Egitto. Anche in questo caso un mistero di come, quando e da chi, siano stati realizzati.

Da Simone Corradini è stato segnalato anche un "complesso di piccole piramidi, enorme sia per l'estensione, sia per il numero delle costruzioni".
Complesso di piramidi situato nel sito di Grand-bois che si estende per chilometri intorno all'omonimo paese e sembra che alcune siano state demolite per far posto ad edifici e campi da coltivare.
Anche queste costruzioni sono realizzate con le stesse tecniche delle altre, composte da due tipi di rocce, una lavica e l'altra biancastra e di piccola mole.
Tutto questo riguardo le Mauritius, ma sono state segnalate altre "piramidi" più vicino a noi.

La Pravda, nel 2006, riportò la notizia riguardo il ritrovamento di gigantesche piramidi, simili a quelle egizie, nella zona di Lugansk, in Ucraina. Sarebbero affiorate, per così dire, dal terreno dal momento che furono scoperte solo le parti superiori delle costruzioni, per il resto completamente interrate.
Secondo gli scienziati sarebbero stati necessari ben dieci anni per rivederle nella loro totalità.
Da quell'annuncio non abbiamo più notizie in merito.
Abbiamo già accennato anni fa a quelle rinvenute a Sebastopoli, nella penisola di Crimea, scoperte fortuitamente. Ben 37 piramidi completamente interrate le cui misure confermano che il rapporto base-altezza è quello tipico delle piramidi antiche.
Altre piramidi sono state scoperte nell'Uzbekistan, nelle regioni di Kashandariyn e Samarcanda, di forma tetraedrica come quelle egizie, con le pareti completamente lisce e un altezza compresa fra i 12 e i 15 metri, risalenti al 2700 a.C..
Seppur mai messo in evidenza, anche il territorio greco conta ben 16 piramidi, di cui la più conosciuta e importante è quella di Hellinikon, nell'Argolide, in prossimità delle sorgenti del Kephalari. Appare come una torre di 7 e 9 metri, con una pendenza di 60° e 3,5 metri di altezza, costituita da grandi blocchi trapezoidali di pietra grigia, di controversa datazione.
Piramidi esistono in Francia. Nei pressi di Autun, in Borgogna, si trovano i resti di una costruzione indicata come piramide, conosciuta come "Pietra di Couhard", risalente al I° secolo d.C.. In origine alta 33 metri e ricoperta da lastre di pietra calcarea bianca, costruita sopra una collinetta.
Stesso metodo per la costruzione della piramide di Arzon, sul Petit Mont che si affaccia sul golfo del Morbihan in Bretagna; alta oltre 7 metri, costituita da 10.000 m3 di pietre posate a secco, come quelle delle Canarie; una struttura a gradoni di forma irregolare fatta risalire al periodo neolitico.
A quasi 7.000 anni fa risale il complesso di Barnenez, sempre in Bretagna, considerato il primo monumento megalitico dell'Europa. Fino al 1950 proprietà privata è stato utilizzato come cava.
La successiva scoperta delle camere ha bloccato l'attività. Il restauro e gli scavi hanno restituito un "Cairn" di 72 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 8 di altezza.
Costruito con circa 14.000 tonnellate di pietra, contiene 11 camere megalitiche, costruite con lastre di ardesia e granito, accessibili da passaggi paralleli stretti e lunghi. Presenta facciate ripide e un profilo a gradini. I numerosi i simboli incisi sulle pietre, raffiguranti archi, asce, onde o serpenti, sono simili a quelli trovati in altri monumenti megalitici della Bretagna.
Nella foresta austriaca, nella regione di Waldviertel, si trova l'omonima piramide a quattro gradoni circolari, realizzati con piccole pietre di granito posate a secco. Il diametro del primo gradino è di 16,5 metri, quello più alto di 7 metri, la stessa misura dell'altezza. Datazione e finalità risultano tuttora ignote. Si ritiene parte di un complesso più esteso, dal momento che sono stati rinvenuti nei pressi resti di mura.

Infine approdiamo in Italia, ma qui le "piramidi", non si presentano tutte come "mucchi di pietre disposte a secco".
In Sardegna, nei pressi di Porto Torres, si trova Monte d'Accodi dove si può osservare una piramide di 9 metri d'altezza e quasi 40x30 metri di base, che ricorda nella forma gli ziggurat mesopotamici. Al centro una rampa di 40 metri raggiunge la sommità della costruzione dove, probabilmente, un tempo esisteva un'atra camera. La costruzione risalirebbe circa al 2800 a.C..
In Sicilia, oltre alla piramide di Pietraperzia, presso Caltanisetta, una costruzione imponente con quattro rampe di scalini e altari sacrificali, costituita da pietre di grandi dimensione saldamente incastonate in complesso nel quale si nota un preciso lavoro costruttivo, sono segnalati altri gruppi di piramidi.
Il maggiore di questi gruppi si estende lungo un semicerchio intorno all'Etna. Un altro è composto da dieci costruzioni nella Valle dell'Alcantara, presso Costigliole, in provincia di Catania.
Come documentato da Antoine Gigal, sono in bella vista o celate dalla vegetazione, o all'interno di proprietà private; alcune in rovina, ridotte a brulle colline sotto le quali si scorgono ancora i blocchi di pietra, oltre 40 piramidi a gradoni di varia forma; rettangolari, quadrate, coniche, con o senza rampa d'accesso o scale.
S'incontrano a Randazzo, Bronte, Adrano, Passopisciaro, Francavilla. La piramide più grande, a nord est del vulcano, ricoperta di ulivi e vigne, raggiunge i 35 metri di altezza; possiede una base di 23 metri, con una ripida scalinata.
La piramide di Catena ha ben visibile la rampa d'accesso. Tra Passopisciaro e Francavilla una piramide rettangolare mostra ancora i suoi gradini diritti con angoli arrotondati e la scalinata per arrivare la piattaforma situata in alto.
Sempre in località Pietraperzia sono state scoperte tre piramidi in linea retta, allineate con la Pietra forata attraverso la quale, nel periodo del solstizio, passano i raggi del sole che vanno a lambire le piramidi.
La maggior parte dei monumenti siciliani sono costituiti da gradoni formati con pietre di origine vulcanica poste a secco - come a Guimar - orientate verso i punti cardinali.

La notizia del ritrovamento di piramidi all'interno di colline in Bosnia, a Visoko, la rivelazione che in Cina, volutamente, antiche piramidi sono state trasformate in colline, ha innescato una sorta di psicosi. Ogni collina con i fianchi che presentano una certa inclinazione diviene una potenziale piramide. Vengono in tal modo segnalate costruzioni piramidali in ogni dove.

All'interno del parco naturale della Val Curone, un architetto avrebbe scoperto simili colline vicine al comune di Rovagnate, meglio conosciute come le piramidi di Montevecchia. Sarebbero state rilevate attraverso l'osservazione satellitare ed in seguito oggetto di rilevamenti effettuati dai ricercatori Gabriela Lukacs e Nenad Djurdjevic.
Le piramidi avrebbero una base di 100 metri, tracce di blocchi di pietra assemblati da uomini e non dalla natura, un'altezza di 40 e 50 metri, un'inclinazione di circa 43° e, inoltre, sarebbero allineate con il passaggio Orione all'alba del solstizio d'estate. Due di esse sono parallele e hanno i lati allineati con i punti cardinali salvo una deviazione di 12°, la terza leggermente spostata.
La piramide nota come "collina dei cipressi" ha una cima piatta dove sono presenti gli alberi.
La piramide chiamata "Belvedere Cereda" è un altopiano di 9x18 metri per diciotto dove sono presenti smisurati blocchi di pietra; a terra giacciono un paio di monoliti in parte interrati, mentre il lato principale della collina è orientato a Est in modo perfetto. Molti i resti archeologici sulle colline.
La terza piramide è coperta da un fitto bosco che, in effetti, nasconde la sua forma; ha un solo alto visibile a est ed è più grande delle altre due.
Si stima siano antiche 5.000-6.000 anni. Nella zona non sarebbero le sole; altre nove colline con terrazzamenti nasconderebbero altrettante costruzioni piramidali.
Altre "piramidi" sono segnalate a Cividale nel Friuli. Anche in questo luogo si parla di tre formazioni collinari disposte come la cintura di Orione. Situate nei pressi di Rualis, lungo la strada che porta a Prepotto. Anche per tali costruzioni si indica l'anno 6.000 come quello di costruzione.
Tra le province di Caserta e Benevento altre tre "piramidi" o "colline". La principale posta vicino a Sant'Agata dei Goti, chiamata "Collina Ariella", notata nello stesso periodo in cui vennero citate quelle presenti in Bosnia. Sembra che prima degli anni sessanta fosse stata intrapresa la sua trasformazione in cava estrattiva sull'angolo esposto a nord.
Le altre due formazioni si trovano a Moiano e vicino a Caiazzo, dove sono presenti anche i resti di mura megalitiche.
Il nostro viaggio si chiude in Toscana dove, a un chilometro da Pontassieve, percorrendo la strada di Rosano, si possono osservare tre a colline piramidali con un'angolazione di 45°, scalate nella grandezza come le piramidi egizie, ma con i lati orientati verso nord est anziché esattamente a nord.
I costruttori? Un assoluto mistero. I Pelasgi? Il Popolo del Mare? Origini celtiche? Nel caso di Pontassieve sembra che circa 25.000 anni fa fossero stati presenti insediamenti paleolitici presso il fiume Sieve, insediamenti riscontrati sia nell'alto Mugello che più a sud.

Non si può concludere senza parlare dell'Egitto da dove giunge notizia, per voce del Sovraintendente all'Antichità Zahi Hawass, del previsto ritrovamento - nel corso del corrente anno 2011 - di una piramide sepolta sotto terra nella zona Dashur, individuata tramite le immagini satellitari. "In questo momento stiamo scavando questa piramide...", ha detto Hawass in una intervista. Hawass ritiene che la piramide sepolta potrebbe appartenere a un re della 13a dinastia.

Sulle orme di Osmanagic, al lavoro a Visoko, in Serbia, si è aperta una caccia alle "piramidi"?
Quindi piramidi, ancora piramidi, nient'altro che piramidi... O forse soltanto monti e colline, come nel caso del Monte Gonare in Sardegna?
È indubbio, però, che la presenza di un elevato numero di piramidi in tutto il globo presuppone non una specifica caratteristica Egizia, o Maya, o Azteca, ma quella di una grande civiltà perduta che continuiamo a chiamare Atlantidea che occupava molte terre in tempi remoti. Molto remoti... Una civiltà che avrebbe trasmesso l'insegnamento e l'uso di erigere tali monumenti ai popoli venuti in contatto con essa.
Ipotesi. Nient'altro!
Tali monumenti testimoniano, però, una storia ben diversa da quella accettata.
Come un tempo si costruivano piramidi, oggi, noi, innalziamo grattacieli; tante "torri di Babele", verso quelle stelle che hanno visto passare su questa terra quei popoli, quelle civiltà, di cui ancora non conosciamo tutto e che ci hanno lasciato questi enigmatici monumenti che il tempo sembra aver nascosto sotto comuni colline, dalla sommità delle quali, quei popoli, gli sconosciuti "costruttori", osservavano le stesse stelle che illuminano i nostri cieli.

http://www.edicolaweb.net/edic200a.htm


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MessaggioInviato: 12/02/2011, 12:45 
Riguardo le piramidi di Guimar a Tenerife è in corso un bel dibattimento. Alcuni dicono addirittura che sarebbero opera dei colonizzatori spagnoli (non mi ricordo però a cosa sarebbero servite).
Fatto sta che sotto una delle piramidi ci sarebbe una sala appartenuta ai Re dei Guanci di Tenerife (credo che sia appartenuta allo stesso mitico re Tinerfe, che dette il nome all'isola).
Sul conto delle Canarie e dei suoi abitanti corrono tante strane leggende, tra l'altro contraddittorie.
Infatti una testimonianza storica antica (credo uno storico greco, ma non mi ricordo quale) dice che quando i primi esploratori Fenici vi giunsero, le trovarono deserte, ma con grandi rovine di una passata civiltà..... che fine hanno fatto quelle rovine, se sono mai esistite?).
Gli aborigeni delle Canarie, uno dei popoli più strani e misteriosi del mondo, i Guanci, pare siano arrivati là 2500 anni fa dal Marocco, e prima non vi avrebbe vissuto nessuno, ma la cultura dei Guanci ha delle stranissime somiglianze con la cultura egiziana e persino con altre culture del Mediterraneo.
In pratica, è un bel mistero.... un guazzabuglio difficile da districare.....


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MessaggioInviato: 12/02/2011, 12:50 
Cita:
Enkidu ha scritto:
Infatti una testimonianza storica antica (credo uno storico greco, ma non mi ricordo quale)...


Allora anche tu sei umano!!!! [:2]


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MessaggioInviato: 12/02/2011, 12:55 
ANTICHE COSTRUZIONI A MAURITIUS

Un enorme complesso si rivela intorno alle sette piramidi


Enormi muri di cinta fatti di pietre, un antico sistema viario, lastricato e in parte sopraelevato, piattaforme promontori con impressionanti rampe che guardano l´Oceano, un imponente sistema idraulico a terrazze, il tutto di fattura simile a quella delle piramidi, sono stati identificati dal mio gruppo di lavoro tra le sette piramidi di Mauritius e l´oceano, insieme a caverne organizzate lungo l´asse nord/sud, e a rocce lavorate, a picco sul mare, come parti d´un medesimo insieme monumentale. Si potrebbe trattare d´un vasto complesso costruito in tempi antichi da una civiltà progredita.
Su una zona d´una decina di chilometri quadrati, da Mare d´Albert (presso le prime due piramidi) sino alla costa, alla plage du Bouchon, passando per Union Vale e le Mares, tra la Plaine Magnien e il Ponte naturale, si trovano chilometri di muri della stessa struttura delle piramidi. A volo d´uccello ci sono circa 5 km tra le Piramidi e il litorale.
Le sette piramidi a gradoni sono molto raffinate. Fatte di pietre vulcaniche, su un terreno bene spianato, con rivestimenti di grosse pietre ben intagliate per incastrarsi l´una con l´altra, di circa 20 30 cm di lato, e con pietre più piccole di riempimento, senza alcuna malta, con spigoli perfetti, sono visibili con precisione anche nelle foto satellitari.
"Alcune di queste pietre provengono da rocce vulcaniche, ma non laviche, e devono essere state portate qui da qualche altro posto". Sono piuttosto particolari. Ad esempio, la piramide n°5 è un rettangolo ed è la più alta di tutte, con 13 terrazze. La n°3 è la più larga, coi lati di 26x26m e 11 terrazze, la n°1 ha una scala sino alla piattaforma superiore e la n°2 presenta una pendenza arrotandata, a chiiocciola, la cui curva interna ha dovuto richiedere un lavoro considerevole. La piramide n°2 è costruita su un terreno in pendenza, e la base è stata sopraelevata da un lato per spianarla.
Tutte queste piramidi hanno (o avevano) tracce di cartelli con la scritta "Proteged by National Monument Found", il che significa che ci fu un´epoca in cui erano riconosciute come monumenti nazionali. Tre di quei cartelli sono scomparsi. L´ipotesi sbrigativa che si possa trattare di mucchi di pietre non regge, di fronte all´occhio di geologi e d´ingegneri. La precisione dei loro spigoli, anche vista dallo spazio, non è quella di cumuli di sassi fatti per sgomberare i campi. Le basi, la compensazione dei livelli del terreno, richiedono calcoli precisi ed una realizzazione molto attenta.
Perché mai costruire sette piramidi in un campo? Lo scopo non poteva certamente essere soltanto quello di conservare l´umidità, come sostiene qualcuno, né per sbarazzarsi delle pietre ingombranti.
Speriamo che queste piramidi possano essere studiate al più presto, in modo rigorosamente scientifico, da gruppi di specialisti, geologi, archeologi ed ingegneri. Diverse università di varie parti del mondo si dimostrano interessate.
C´è un´altra struttura arrotondata a gradoni, sulla quale è stata costruita la capanna d´un guardiano, che potrebbe essere parte dell´insieme.
Nelle foto che seguono, potete vedere quali sono i veri mucchi di pietre accumulati un po´ dappertutto, per confrontarli con le vere piramidi.
Per più di due km intorno alle sette piramidi, nella zona dei villaggi della Plaine Magnien, del cimitero della Plaine Magnien e Mahebourg, si trovano massicci muri di cinta costruiti con materiali e tecniche simili a quelli delle piramidi. Muri larghi da 70 a 90 cm, alti da 1m50 a 2m, più larghi alla base che in alto, inclinati a circa 45%. In certi punti la loro larghezza supera i 5 m e su di loro si appoggiano massi enormi, di più di due metri cubi. Il muro lungo più di 600m, lungo la strada che prolunga l´allineamento delle piramidi 1 e 2, attraversa e taglia il villaggio di Mare d´Albert.
L´inclinazione dei muri ricorda quella dei gradoni delle piramidi. Essi hanno lo stesso tipo di spigoli, costruiti a "v", degli angoli delle piramidi, e talvolta sono sapientemente arrotondati. Non si tratta di semplici divisori tra le proprietà, perché alcuni attraversano dei villaggi ed altri serpeggiano nella campagna, indifferenti alle sistemazioni agricole. Anche la loro larghezza pone delle domande insolubili.
Vi sono anche strade lastricate tra le piramidi, con caratteristiche uniche e straordinarie. Sono percorsi piani e regolari, prive di solchi e molto resistenti, benché i camion vi passino continuamente e nonostante le intemperie dei cicloni. Larghe da 2m10 a 5 m, talvolta in rilevato, costruite con tecniche e materiali simili a quelli delle piramidi.
Proprio al piede delle piramidi, un ampio lastricato largo 5m 10 (il doppio degli altri), regolarmente pavimentato, va a gettarsi in mare, a Camp Carol. L´abbiamo seguito per più di 2 km. Si tratta d´una strada perfettamente piana, sistemata ai due bordi con file di piccole pietre poste in modo regolare. Più a sud si scorge una vasta rete idraulica, che sfrutta una ricca vena. Il canale principale comincia con un bacino profondo circa 2m, dal fondo fatto di rocce perfettamente lisce. La corrente diventa molto forte dopo 5m e dal collettore escono bolle di gas, ma non si vedono né fango, né pesci o crostacei. A Caro, sulle Mares, c´è un impianto che è ancora usato per coltivare il crescione, a circa 2 km dalla spiaggia.
C´è un bacino principale lungo 100m e largo 26m, profondo più di 6m, con muri massicci e persino una muraglia inclinata, come quelle delle piramidi. Un insieme di muri imponenti e parzialmente scavato nella collina, che in origine non doveva servire alla coltura del crescione. Nel sito di Caro si trva un´ampia rete di canali e terrazzamenti. Vicino alla spiaggia del Bouchon, il sito di Camp Carol è pieno di muri larghi, sempre costruiti con la stessa tecnica. Un poco più a sud, su uno strapiombo di trenta metri che si affaccia all´Oceano, si trova un muro alto circa 4m e largo, alla base, 2m, che poi sale inclinato a scarpata.
Non solo questo enorme muro rivela le stesse tecniche di cui abbiamo parlato, ma è costruito come un gran trampolino sopra la falesia, verso l´oceano, che termina in un promontorio largo e piatto. Un sito favoloso per un osservatorio. Oggi il sole si leva a sinistra dell´asse terrazza/Oceano, ma un tempo doveva levarsi proprio di fronte. Attualmente non si può più vedere, ma c´era un "doppio tramonto" tra i monti Créole e Lion.
Il trampolino comincia con una pendenza dolce e serpeggia sino a qualche metro dal precipizio. Esso disegna un immenso serpente, del quale la piattaforma terminale costituisce la testa. Sembra che potesse essere il luogo d´un culto solare o della natura.
A nord/est della rampa del serpente, vi sono altri due muri paralleli ma rettilinei, che raggiungono il mare. Uno è eroso e parzialmente crollato.
A 70 m da lì, a nord/est della rampa del serpente, si trova il Ponte Naturale, una doppia arcata che appoggia su un gran pilastro centrale, fatto di pietra vulcanica, sull´Oceano, un tempo proprio di fronte al levar del sole. L´Oceano scaglia ondate contro la falesia e lancia in aria spruzzi ad oltre 30m. La risacca comprime l´aria nella cavità e la fa uscire attraverso due crepe nella volta, sulla piattaforma, con un suono potente. Almeno uno di questi buchi sembra lavorato, perfettamente rettangolare. Sembra un luogo di culto, nel quale le condizioni naturali siano state adattate per ottenere grandi effetti scenografici. I geologi potrebbero esaminare il luogo e dire se l´opera è naturale o modellata da mani umane. Quelli che conosco hanno già ipotizzato, dalle foto, un intervento di modellazione artificiale. Un gran buco nella volta permette la visione dell´arcata. Potrebbero anche esserci dei gradini ed altri particolari modellati dalla mano dell´uomo.
Ci auguriamo che altri esperti geologi, ed esperti universitari di altre discipline, vengano ad esaminare il sito. Il luogo, che domina il mare, poteva costituire un eccellente osservatorio e luogo di culto.
A circa un chilometro e mezzo di distanza, nel luogo chiamato "Le Souffleur" (il soffione), c´è una piattaforma che domina il mare da circa 20m, collegata alla terraferma da una passerella, con un piccolo foro, dal quale la pressione delle onde fa uscire uno spruzzo d´acqua polverizzata, ancor più potente dei precedenti, particules, che si può innalzare sino a 40m quando il mare è agitato, con un rumore di tuono. La roccia piattaforma, vista dall´alto, somiglia al muro del serpente e di conclude anch´essa con una specie di testa. Più a sud, lo stesso disegno si ripete altre due volte.
Inoltre abbiamo trovato tre caverne straordinarie: Una (A) con l´ingresso nella Plaine Magnien, semi allagata. Un´altra (A´) un po´ più a nord di A, totalemente inondata. Una terza (C) 4km a sud di A, chiamata "la caverna delle rondini", che il gruppo ha seguito per 70 m sino a dei massi franati, che bloccano il passaggio. Le tre caverne hanno entrate monumentali, a forma d´arco regolare, e sono quasi identiche. Ma soprattutto, all´interno, esse sono immense, larghe più di 20m. La rifinitura di queste grotte non sembra un fenomeno naturale, ma opera della mano dell´uomo (e non di poveri schiavi fuggitivi). Si tratta di vani sistemati con il lavoro umano.
Un rapporto steso dallo speleologo francese François Billon insieme a Philippe Chojnacki, pubblicato nel 1993 dopo un reportage della rivista "Week-end magazine", aveva proposto di studiare e salvaguardare queste caverne, ma la cosa rimase senza seguito e i luoghi sono soggetti a degrado.
Una quarta caverna (B) dovrebbe esistere presso il campo sportivo di Plaine Magnien, ma sarebbe stata chiusa per ragioni di sicurezza. Ce ne sarebbe anche una quinta (D) dalle parti di Caro Cresson, ma non ne conosciamo esattamente l´ubicazione. Secondo la gente del luogo, le caverne A, A´, B e C sarebbero collegate tra loro da un sotterraneo lungo più di quattro chilometri.
In ogni caso, muri di forma arrotondata terminano proprio sulla soglia di alcune caverne, e dimostrano che muri e caverne potevano far parte dello stesso complesso.
A 50 m dalla piramide n°2, alla quale si sale per una scala a chiocciola, c´è una cinta quadrata della stessa fattura, con al centro un piccolo sarcofago moderno, di calcestruzzo. La gente dice che è la tomba di Mr Kissoon. Peccato che quest´uomo non ci sia più, per spiegare perché abbia scelto quel luogo per mettere il sarcofago. Contro uno dei muri di cinta c´è una vecchia pietra con l´incisione d´un labirinto di cerchi concentrici, e lo stesso segno si ritrova a più riprese nei pressi del Ponte Naturale.
Tutto questo complesso monumentale costituisce un´opportunità formidabile per i Mauriziani, per collegarsi ad un passato straordinario dimenticato e al mondo intero, perché altre piramidi di questo tipo si trovano alle Canarie, nell´isola di Tenerife, e in Sicilia.
Quali legami ci possono essere tra tali civiltà, quali percorsi di navigazione antica rivelano?
Molte domande richiedono un esame scientifico accurato, ma sopratutto sono necessarie misure urgenti di salvaguardia. Continueremo a sollecitare e a diffondere le ricerche degli esperti.
In ogni caso, invitiamo tutti coloro che leggeranno quest´articolo a non esitare a venire, per constatare di persona il mistero e l´aspetto monumentale di queste strutture.

Fonte: http://www.antikitera.net/news.asp?ID=4428&T=2


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SCOPERTE NUOVE PIRAMIDI A MAURITIUS


Pubblichiamo molto volentieri una ricerca condotta da un appassionato di archeologia, Simone Corradini sulle piramidi delle isole Mauritius...con l'appassionante racconte delle fasi della sua scoperta.
La prima volta che lessi dell'esistenza delle sette piramidi nella piana di Plaine Magnein a Mauritius rimasi fortemente colpito. Come era possibile che simili strutture a gradoni quasi identiche (per tipologia costruttiva) a quelle siciliane e sarde nonché a quelle delle Canarie fossero state rinvenute in luogo così lontano? Erano frutto di una medesima "cultura madre"? Ed in tal caso, chi mai avrebbe potuto costruirle seguendo rotte marittime talmente lunghe da riuscire persino a circumnavigare l'Africa? Furono proprio questi interrogativi a spingermi a meditare per lungo tempo un viaggio sull'isola più affascinante delle Mascarene, cercando di far combaciare il nostro viaggio di nozze (mio e di mia moglie Alessandra) con il viaggio che avrebbe potuto fornirmi qualche indizio in più su quelle meravigliose strutture a gradoni, unendo così l'utile al dilettevole. Iniziai così a programmare sia il nostro soggiorno sull'isola sia le tappe ed i luoghi da visitare aiutandomi prevalentemente con internet e con l'inestimabile servizio fornito da Google Earth. Si può dire che fu proprio grazie alle immagini da satellite che cominciai a rendermi conto che sull'isola dei defunti Dodo si nascondeva qualcosa di ben più grande rispetto alle seppur bellissime piramidi di Plaine Magnein.

SINGOLARE ALLINEAMENTO
La prima cosa che mi balzò agli occhi era il particolare allineamento delle tre piramidi che si trovano più vicine all'aeroporto, quelle per intenderci che sitrovano più ad Est. A mio parere (e ne sono sempre più convinto) rappresentano anch'esse come le tre piramidi principali della piana di Giza le stelle della cintura di Orione (costellazione visibile anche dall'isola mauriziana). Ad ogni buon conto, continuando a perlustrare per giorni dal monitor del mio pc la superficie dell'isola mi accorsi subito dell'esistenza a Grand Bois così come su gran parte dell'isola di strane macchie scure e strani tumuli a volte di colore nero a volte ricoperti dalla vegetazione, tuttavia non riuscendo a stabilirne la natura rimandai ogni speculazione al viaggio dello scorso Ottobre.

ENORMI E LUNGHI MURI
Sempre da satellite mi accorsi dell'esistenza nel sud dell'isola, in particolare a sud di Savannah a pochi metri dal mare, di alcuni enormi muri di pierta che come ho avuto modo di constatare in seguito sono immensi, lunghissimi e probabilmente della stessa epoca delle piramidi. Tuttavia una volta giunto sul posto non sono riuscito a raggiungere tutti i luoghi che avevo individuato dal satellite poiché piuttosto difficili da raggiungere in auto ed anche perché ad un certo punto un signore, dipendente di una grossa multinazionale dello zucchero, ci ha bloccati non consentendoci di proseguire sul nostro cammino e precludendoci l'accesso ad una vasta zona sempre a sud di Savannah. Questi antichi muri la cui larghezza varia da 1, 5 a 3 metri circa sono stati in gran parte riutilizzati dagli allevatori locali per custodire gli animali al pascolo ed oggi sono caratterizzati da strutture aggiuntive come cancelli di ferro e legno, filo spinato ed abbeveratoi di cemento. La tecnica costruttiva di questi chilometrici muri (che purtoppo da satellite si vedono poco poiché coperti dalle fronde degli alberi) è la stessa di quella osservata sulle piramidi e sono costituiti delle stesse rocce vulcaniche nere che sono state utilizzate nella costruzione delle suddette piramidi e che si trovano praticamente ovunque sull'isola raccolte in immense cataste.
Sempre da satellite è possibile notare come in alcune zone vi siano delle macchie rettangolari o quadrate sul terreno che a mio parere farebbero supporre l'esistenza in passato di altre piccole piramidi oggi forse completamente rimosse per agevolare il passaggio dei mezzi agricoli sugli immensi appezzamenti di canna da zucchero.

DUE TIPI DI ROCCE
Ma veniamo al dunque. Appena giunto sul sito di Plaine Magnein mi accorsi subito che le piramidi erano abbastanza danneggiate e che si poteva notare un particolare singolare. Queste meravigliose strutture a gradoni furono costruite utilizzando differenti materiali, infatti all'esterno sono tutte ricoperte da roccia vulcanica scura squadrata in blocchi più o meno omogenei mentre all'interno sono caratterizzate da uno o due tipi di roccia biancastra e per lo più caratterizzata da piccoli frammenti grezzi ed in alcuni punti da lastre di altro materiale sempre di colore chiaro.

STRANI FORI
Girando attorno alla prima piramide che incontrammo notai subito una enorme roccia posta alla base della struttura e caratterizzata da tre inequivocabili segni di lavorazione. Si tratta di tre fori perfettamente circolari e molto lisci, profondi almeno una trentina di centimeri e realizzati in modo obliquo. Rimane quindi da stabilire chi li abbia realizzati e quando dato che per ottenere un simile risultato si sarebbe indubbiamente reso necessario l'utilizzo di qualche tipo di trapano ad alta velocità. Ribadisco comunque che non sono in possesso di alcuna prova in grado di dimostrare con certezza che tali fori risalgano all'epoca della costruzione delle piramidi oppure siano stati realizzati in seguito in epoca moderna.

L' OTTAVA PIRAMIDE?
Poco più avanti accanto a quella che viene comunemente indicata come le quinta piramide del complesso esiste una ulteriore struttura a base quadrata e di forma apprrossimativamente piramidale. La struttura in questione è molto più piccola delle altre sette piramidi ed è praticamente distrutta e ricoperta di vegetazione ma anche in questo caso si nota che è composta da due differenti tipi di roccia (gli stessi delle altre piramidi) e da satellite risulta essere ben squadrata e perfettamente allineata con il lato nord della piramide ad essa vicina. Tutti questi particolari mi inducono a considerarla come una piccola piramide "satellite", l'ottava del complesso di Plaine Magnein appunto. Non posso invece esprimermi in merito del tumulo circolare alla base del capanno del guardiano che per inteso non sorveglia le piramidi bensì le "preziosissime" canne da zucchero. Devo inoltre aggiungere di essere stato prontamente accolto dal manager della piantagione che educatamente mi ha invitato ad alzare i tacchi.

UN SECONDO ENORME COMPLESSO
Il 18/10/10 vale a dire l'ottavo giorno del nostro soggiorno mauriziano intorno alle 13, 00 ora locale ci stavamo recando a visitare la fabbrica del thè di Bois Cherì. Oramai mi ero rassegnato ad incontrare solamente informi cataste di pietre ammassate nei campi, prima dagli schiavi poi dai moderni mezzi agricoli, convincendomi che tutte quelle strane strutture osservate da satellite fossero a questo punto semplici cumuli di pietre e niente più. Fortunatamente mi sbagliavo. Guardando distrattamente fuori dal finestrino del Pick-up che ci stava accompagnando i miei increduli occhi scorsero ad un tratto una silouette piuttosto famigliare e con un sobbalzo presi ad urlare per la sorpresa provocando un attacco di cuore ai miei compagni di viaggio del tutto rilassati sui propri sedili. Avevo appena scoperto un immenso complesso di piccole piramidi di cui forse nessuno sapeva niente, a parte ovviamente gli apatici contadini locali. Il complesso in questione è davvero enorme sia per l'estensione, sia per il numero di strutture piramidali che lo compongono. Il sito di Grand Bois si estende per chilometri tutto attorno all'omonimo paesino sia a Nord che a Sud, sia ad Est che ad Ovest e sicuramente molte di queste strutture a gradoni sono state in passato demolite per far spazio ai seminativi e a nuovi edifici, spesso costruiti appunto con tali pietre già abbastanza squadrate e quindi pronte all'uso. Le piramidi di Gran Bois sono mediamente più piccole di quelle di Plaine Magnein e probabilmente se fossimo passati in un altro periodo con le canne da zucchero alte 5 metri non le avremmo nemmeno potute distinguere. Sono strutture a gradoni realizzate con le stesse tecniche costruttive delle altre sette e sempre costituite da due tipologie di rocce. A mio parere sarebbe importante riuscire a mapparle tutte con precisione al fine di poterle censire e numerare ed al fine di poter controllare se la loro disposizione serva a rappresentare sul terreno qualche costellazione come in altri luoghi del pianeta. Inoltre, come nella lontana Teotihuacan ad est di Grand Bois si sviluppa un complesso lineare di piramidi con al centro una strada simile alla più famosa "Strada dei morti" messicana e questo non può che stimolare la mia curiosità nel tracciare similitudini nemmeno così assurde. Nel totale il sito archeologico di Grand Bois conta almeno una cinquantina di piramidi a gradoni e rappresenta a mio avviso una delle più importanti scoperte archeologiche dell'anno.

CONCLUSIONI PERSONALI
Direi che è abbastanza evidente il fatto che a Mauritius sia esistita una civiltà abbastanza antica legata al mare ed organizzata in una società stanziale in grado di occupare stabilmente più o meno tutta la parte meridionale dell'isola e capace di edificare una gran quantità di costruzioni piramidali, muri enormi e strade lastricate di cui si trovano i segni sia a Plaine Magnein sia a Grand Bois. Purtroppo però il governo mauriziano è a dir poco latitante e lacunoso in materia di conservazione e tutela dei propri beni storici e culturali e questo atteggiamento rischia di compromettere la salvaguardia di un pezzo di storia tutto da chiarire e sicuramente molto affascinante. Mi auguro quindi che sempre più appassionati e ricercatori decidano di visitare Mauritius alla ricerca di altre piramidi nascoste ed alla scoperta di qualche dettaglio capace di far luce sulle incredibili similitudini che legano il passato di questa incredibile isola con quello di altre zone del pianeta unite a doppio filo non solo dall'esistenza delle piramidi ma probabilmente anche da origini culturali comuni. Infine, alla luce del fatto che le canne da zucchero possono raggiungere anche i 5 metri di altezza prima di essere tagliate e che quindi spesso non si riesce a vedere nulla oltre ad esse, nemmeno passandovi accanto, è più che lecito supporre che sull'isola mauriziana possano esservi ancora molte altre piramidi da scoprire.
Credo che l'archeologia abbia bisogno in egual misura di regole ed intuizioni, di ricerca ed immaginazione, poiché senza la capacità di saper guardare oltre i propri limiti si rischia di non oltrepassarli mai.

Fonte: http://www.antikitera.net/news.asp?id=9597&T=2


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