Berlusconi, le 27 carte del rinvio a giudizio. Le mille facce di Ruby negli interrogatori
Giovedí 17.02.2011 12:20
IL DECRETO DI GIUDIZIO IMMEDIATO. LEGGI LE CARTE DEL GIP
L'INTERVISTA
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L'INTERVISTA
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La telefonata in Questura di Silvio Berlusconi, nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, per ottenere il rilascio di Ruby fu un "indebito intervento" sui funzionari di polizia. Il Gip di Milano Cristina Di Censo ha scritto in 27 pagine le motivazioni per cui rinvia a giudizio immediato il premier, accusato di concussione e prostituzione minorile per il caso Ruby. Ma insieme al provvedimento del gip, vengono fuori anche le carte dell'interrogatorio dell'allora 17enne. Il primo incontro con i pm risale al maggio 2010, poi ne sono seguiti altri cinque. E a sorpresa ne viene fuori un dato sorprendente.
Ruby Rubacuori cambia in continuazione versione, risulta inaffidabile. Nomi, età sbagliati. Il 3 agosto la ragazza marocchina è capace di dire, nella stessa circostanza ma in due interrogatori diversi, prima una cosa e poi un'altra. Insomma, sarà difficile per l'accusa superare la prova del giudizio davanti alle mille versioni della finta nipote di Mubarak. Se finora si credeva che Ruby sarebbe stato l'anello forte per i pm nel processo al premier, man mano che escono gli interrogatori di Ruby, finora rimasti segreti, si apre un quadro più chiaro e si scoprono incongruenze, contraddizioni, buchi e vuoti di memoria che la stessa Procura di Milano aveva colto nella versione di Ruby. Una buona carta per la difesa.
LE CARTE DEL GIP - Ma andiamo con ordine. Nel provvedimento, il giudice, oltre a elencare dettagliatamente gli elementi raccolti dai pm che hanno portato a ritenere la sussistenza dell'evidenza della prova - tra cui anche la presenza dell'altra minorenne Iris Berardi ad Arcore e la "disponibilità di ingenti somme di denaro da parte di Ruby" - si sofferma sull'ormai nota notte in Questura, quando la giovane marocchina venne trattenuta negli uffici di via Fatebenefratelli per via di un furto.
INTERVENTO INDEBITO - Per il gip, Berlusconi con la sua telefonata avrebbe agito "al di fuori di qualsiasi prerogativa istituzionale e funzionale propria del presidente del Consiglio dei ministri". E non solo commise un "indebito intervento" nei confronti del capo di gabinetto Pietro Ostuni e degli altri due funzionari, ma agì "sicuramente con abuso della qualità di presidente del Consiglio". Inoltre, per il giudice, è "apertamente contraddetta dalla logica degli accadimenti" la tesi difensiva secondo la quale l'intervento di Berlusconi sarebbe stato giustificato con "la necessità di salvaguardare le relazioni internazionali con l'Egitto in ragione dell'errato convincimento che Ruby vantasse una stretta parentela" con l'ex presidente egiziano Mubarak.
"NON LOGICO" RUBY NIPOTE DI MUBARAK - In una memoria allegata agli atti infatti, i difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati-parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo, sostengono che quella fatidica sera il premier intervenne per "salvaguardare le relazioni internazionali con l'Egitto", dato che riteneva "erroneamente"che Karima El Marough fosse la nipote del presidente egiziano. È una tesi "apertamente contraddetta dalla logica degli accadimenti", sostiene il giudice: in primo luogo, Silvio Berlusconi quando parlò con Ostuni "fece riferimento in termini generici e dubitativi all'illustre consanguineità della minorenne"; in secondo luogo, non risulta che la presidenza del Consiglio, "per tutelare le relazioni diplomatiche con l'Egitto", abbia in qualche modo contattato "le autorità di quello stato per la verifica della nazionalità e dell'identità" di Ruby. Quando poi fu chiaro che si trattava di una marocchina di 17 anni, sbandata, fuggita da una casa di accoglienza in Sicilia, la ragazza "non fu affidata a una qualsivoglia delegazione diplomatica, ma consegnata alle cure del consigliere regionale Nicole Minetti". La Minetti, 25 anni, eletta alle ultime regionali nel listino bloccato Pdl di Roberto Formigoni su indicazione di Berlusconi, di cui è stata igienista dentale, è imputata con il direttore del Tg4 Emilio Fede e l'impresario dello spettacolo Lele Mora per favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, nell'inchiesta dalla quale è stata stralciata la posizione del premier e che sarà chiusa con il deposito degli atti la prossima settimana.
"BOCCIATI I LEGALI DEL PREMIER - Il gip inoltre 'boccia' le indagini a discarico del premier condotte dai suoi legali, i cui contenuti non sufficienti a contrastare "efficacemente" l'evidenza delle prove raccolte dai pm milanesi. Queste ultime "in più punti stridono in termini netti" con gli elementi raccolti dagli inquirenti nel corso delle indagini. Nel suo decreto il giudice, oltre a non ravvisare alcuna "violazione di legge" nella decisione della Procura di procedere con la richiesta di giudizio immediato mantenendo uniti i due reati contestati al capo del Governo, fa un lungo elenco delle fonti di prova. Si va dai già noti "bonifici da Silvio Berlusconi ad Alessandra Sorcinelli", l'ex meteorina che nel giro di un anno ha ricevuto in più tranche versamenti pari a 115 mila euro, ai cinque verbali di Ruby testimone e alla sua disponibilità di "ingenti somme di denaro".
14 PAGINE DI PROVE - Sono "plurime e variegate le fonti di prova", tutte "riferite e pertinenti ai fatti di imputazione". Si va dai momenti della notte in Questura fino ai cinque interrogatori di Ruby dinanzi ai pm tra il 2 luglio e il 3 agosto fino agli interrogatori delle ragazze che partecipavano alle feste, tra le quali la brasiliana Iris Berardi, presente di notte anche quando era minorenne. Ci sono poi le intercettazioni e la documentazione bancaria raccolta recentissimamente. Accertamenti preceduti da verifiche sulla proprietà di auto intestate ad alcune delle ragazze. Seguono i movimenti di denaro tra Berlusconi, Spinelli, Mora e Fede oltre all'esame, attraverso i tabulati telefonici, dei presenti alle feste di Arcore anche a novembre e dicembre 2010. "Fonti prova di natura dichiarativa documentale, intercettativa e investigativa pura" che, a parere del giudice Cristina Di Censo, "convergono nel senso della ricostruzione delittuosa prospettata dall'accusa". Elementi che, "allo stato degli atti", paiono essere "efficacemente contrastati dai contenuti delle investigazioni" fatte dalla difesa del premier che, anzi, "in più punti stridono in termini netti con le acquisizioni dell'indagine pubblica".
Ruby
LE IMMAGINI
I RAPPORTI CON EMILIO FEDE E LELE MORA - E poi ancora si parla dei '''rapporti tra Emilio Fede e Lele Mora in relazione al presunto prestito di denaro" da parte del capo del Governo e di una annotazione "della Guardia di Finanza relativa all'esito degli accertamenti di movimentazione di denaro tra Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli", il fiduciario del premier, e Mora e Fede. Infine, oltre ad alcuni filmati già indicati nell'invito a comparire, come quello del concorso 'Una ragazza per il cinema a cui partecipò Ruby, è indicata anche la presenza della brasiliana Iris Berardi ad Arcore nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 2009, quando era ancora minorenne.
GLI INTERROGATORI DI RUBY - Gli stessi pm non si fidano di Ruby Rubacuori, la protagonista principale dell'inchiesta. E questo si evince anche dal loro comportamento. La scelta di non utilizzare nell'invito a comparire del 14 gennaio e nella richiesta di rinvio a giudizio del 9 febbraio contro il premier nemmeno una parte delle cinque deliranti deposizioni della giovane marocchina, rende evidente la posizione della procura. Dell'interrogatorio, l'accusa, vuole prendere solo ciò che di certo Ruby ha detto, ossia ciò che è confermabile con dati di fatto (bonifici, telefonate, ecc). E lasciar perdere tutto il resto, che facilmente potrebbe essere utilizzato dalla difesa. La ragazza è stata presa in considerazioni solo in alcune dichiarazioni, riscontrabili dalle testimonianze di altre ragazze: la dinamica sessuale dei dopo cena ad Arcore (negli stessi termini ne ha parlato ai pm la compagna di classe di Nicole Minetti, che rimase "schifata" dalle cene), la squadra di ragazze assidue frequentatrici delle case del premier, la relazione tra in bonifici del premier il trattenersi nella notte ad Arcore.
BUGIE E NOMI ECCELLENTI - Una ragazza difficile, Ruby, e i pm se ne accorgono presto. Non il presidente del Consiglio che forse, nei 15 giorni di frequentazioni (non tre come sostiene lei in uno degli interrogatori), e nei 67 contatti telefonici, non si è reso conto dello "squilibrio" psicologico della ragazza, troppo giovane e con un passato molto burrascoso. Ruby, nei primi interrogatori, è scatenata nel fare nomi eccellenti (omissis nelle carte, ma non ci sarebbero parlamentari), tanto che la procura inizialmente ha pensato anche di indagarla per false dichiarazioni. Per intenderci, la 18enne inserì anche George Clooney nelle feste di Arcore.
L'INCONGRUENZA SULL'ETA' - Ma il dato più evidente delle contraddizioni appare nell'interrogatorio del 3 agosto. Nello stesso giorno Ruby viene sentita due volte. La ragazza afferma prima di aver informato Berlusconi addirittura nel marzo 2010, di essere minorenne. Quindi ben tre mesi prima della telefonata in Questura del premier per il suo rilascio. Ma poi, nel secondo interrogatorio cambia versione e dice che nella notte del 27 maggio Berlusconi la rimproverò per il fatto di non averle detto la sua vera età.
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greenwarrior il 19/02/2011, 14:27, modificato 1 volta in totale.