22/02/2011, 19:55
22/02/2011, 20:02
eSQueL ha scritto:
Eddai, qualche commento ... pls ... [}:)]
22/02/2011, 20:05
22/02/2011, 20:08
22/02/2011, 20:19
23/02/2011, 16:12
http://www.corriere.it/editoriali/11_febbraio_23/le-colpe-nostre-e-degli-altri-sergio-romano_6d3b0286-3f12-11e0-ad3f-823f69a8e285.shtml
TRIPOLI E L'OCCIDENTE, AMNESIE E AMBIGUITÀ
[color=blue]Le colpe nostre (e degli altri)
Silvio Berlusconi ha trattato la questione libica a suo modo e con il suo stile, vale a dire con una concezione dei rapporti internazionali in cui la chiave del successo è il grado di intimità che il presidente del Consiglio riesce a stabilire con gli uomini di Stato stranieri. Nel caso di Gheddafi questa impostazione ha prodotto risultati grotteschi e indecorosi. Abbiamo dovuto sopportare i capricci del Colonnello, i suoi ritardi, i suoi sgarbi, le sue uniformi, la tenda di villa Doria Pamphili e quella sorta di harem ideologico in cui il leader esponeva la sua filosofia a una platea di giovani donne scelte sulla base della loro avvenenza. È naturale, in queste circostanze, che la crisi del regime libico e il modo in cui Gheddafi sta trattando i suoi connazionali siano un duro colpo per la diplomazia del presidente del Consiglio e lo espongano a molte critiche. Ma non vorremmo che i grandi problemi del nostro Paese venissero trattati ancora una volta in funzione degli effetti che potrebbero avere sulle sorti politiche di Berlusconi. Se vogliamo parlare della cosa seriamente dovremmo almeno ricordare che il presidente del Consiglio ha fatto, anche se con formule talora criticabili, quello che era stato tentato con minore successo da quasi tutti i suoi predecessori.
Quando Gheddafi, nell'estate del 1970, ordinò l'espulsione dei circa 15.000 italiani che vivevano allora nel Paese, il presidente del Consiglio fu dapprima Mariano Rumor, poi Emilio Colombo, ma il ministro degli Esteri in entrambi i governi fu Aldo Moro. Qualcuno sostenne che occorresse reagire energicamente, ma nessuno riuscì a precisare che cosa si dovesse intendere per «energia». Prevalse la linea di Moro, vale a dire la convinzione che l'Italia non potesse aprire una partita simile, per qualche aspetto, a quella che la Francia aveva definitivamente perduto in Algeria otto anni prima. Come la Francia, del resto, anche noi avevamo sull'altra sponda del Mediterraneo interessi petroliferi e più generalmente economici che andavano per quanto possibile tutelati. Buona o cattiva, questa fu la linea politica di tutti i ministri degli Esteri italiani da Giulio Andreotti a Gianni De Michelis, da Lamberto Dini a Massimo D'Alema. Come in altre questioni l'Italia ha dimostrato che nella storia della politica estera soprattutto degli ultimi quarant'anni la continuità è molto più frequente della rottura. Ogni governo, quale che fosse il suo colore, ha cercato di negoziare con Gheddafi una specie di trattato di pace.
Abbiamo adottato una linea cinica e indecorosa? Forse conviene ricordare che i primi aerei dell'aeronautica militare libica, dopo il colpo di Stato, furono i Mirage francesi; che la Germania contribuì alla creazione in Libia di una industria chimica; che gli americani, dopo avere inutilmente cercato di uccidere Gheddafi nel 1986, revocarono le sanzioni non appena il Colonnello rinunciò alle sue ambizioni nucleari; che la Gran Bretagna, nell'agosto del 2009, ha liberato e restituito alla Libia, per «ragioni umanitarie», il responsabile del sanguinoso attentato del dicembre 1988 nel cielo di Lockerbie. Ora, naturalmente, nessun governo europeo può astenersi dal condannare le violente repressioni di Bengasi e di Tripoli. Noi, in particolare, abbiamo il diritto e il dovere di alzare la voce contro Gheddafi e i suoi metodi. Ma cerchiamo almeno di farlo senza cogliere l'occasione per combattere una ennesima battaglia di politica interna. Nel momento in cui in Libia si muore lo spettacolo sarebbe particolarmente indecoroso.
Sergio Romano
23 febbraio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA[/color]
23/02/2011, 20:03
23/02/2011, 20:07
23/02/2011, 20:20
greenwarrior ha scritto:
Invece di baciarli la mano, poteva andqare subiro sulle parti basse.
Che schifo !!!!!!!!
23/02/2011, 21:02
eSQueL ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Invece di baciarli la mano, poteva andqare subiro sulle parti basse.
Che schifo !!!!!!!!
Che schifo? O.o ... mm ... delle due l'una: stai irridendo i sinistri con vero cinismo oppure stai voltando gabbana.
Dimmi te
23/02/2011, 21:16
greenwarrior ha scritto:eSQueL ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Invece di baciarli la mano, poteva andqare subiro sulle parti basse.
Che schifo !!!!!!!!
Che schifo? O.o ... mm ... delle due l'una: stai irridendo i sinistri con vero cinismo oppure stai voltando gabbana.
Dimmi te
Non mi hai ancora capito........, non mi è mai piaciuto il nano !!!!!!!!
Io sono un combattente, non mi piacciono i salamelecchi dei politici, il chinarsi supinamente per mero calcolo.
Io non irrido i sinistri, perchè mai dovrei?
Non sono un volta gabbana, ho solo qualche speranza che la Lega ritorni alle origini, duri e puri e senza alleati patetici come il nano.
Se litigo con mia moglie, non è che la lascio.........
24/02/2011, 12:30
[color=blue]IL PRESIDENTE - RAFFAELLA CARRÀ (TESTO DI GIANNI BONCOMPAGNI)
1977
Una festa in grande stile
Un ambiente signorile
Le tartine di caviale, lo champagne
Un' orchestra nello sfondo
E la crema del bel mondo
Si incontrava quella sera
E c'ero anch'io
Si fa avanti un gran signore
Sono il conte "tal dei tali"
Molto lieto, benvenuta a casa mia
Faccia come a casa sua
E non faccia complimenti
Se ha bisogno di qualcosa dica a me
Lusso di qua
Lusso di là
Ma che eleganza
Quanta, quanta signorilità
Venga con me
Venga con me
Che le presento anche
Il presidente,Il consigliere,
Il senatore, il direttore e
Due ministri, un magistrato
Quattro o cinque costruttori
Consiglieri delegati e un Marajàh
Si avvicina il presidente
Un signore affascinante
Mi racconta brevemente
Un pò di sè
Lei non lo sa
Ma quello là
E' l'uomo più potente
In mezzo a tutti questi qua
E poco fa
E poco fa
Abbiamo fatto qui un grande affare
E perciò le chiedo di ballare
Un pò con me
Vado a casa e mi addormento
E mi sveglio col giornale
E chi vedo proprio in prima pagina
Il mio caro presidente
Proprio come un delinquente
Le manette ai polsi e un titolo cosi:
"Arrestato il presidente
Ma si reputa innocente"
Chissà come se la caverà
Mi domando veramente
Se il mio caro presidente
Un domani se la caverà
Chissà
Chissà
Ma!
Ma, chissà
Ma chissà ![/color]
24/02/2011, 12:31
24/02/2011, 13:04
24/02/2011, 14:16